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Da Firenze alla Terra Santa: la raccolta di matrici del Museo di Casa Martelli

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Academic year: 2021

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Capitolo I

Il museo di Casa Martelli e la raccolta di matrici della Terra Santa

I. 1 – La famiglia e il Palazzo Martelli: cenni storici

Dal 2009, la città di Firenze si pregia di un nuovo e particolare spazio da mostrare con orgoglio al pubblico: il Museo di Casa Martelli. Dopo un periodo di lavori per adeguarlo alle norme vigenti, in quell’anno viene inaugurata questa casa museo, di cui si ripercorrono qui brevemente le vicende più salienti, al fine di ricostruire il contesto in cui si colloca il presente lavoro di ricerca.

Il palazzo di via Zannetti, dove è situato il museo, appartenne fino al 1986 alla famiglia Martelli, una delle più ricche e antiche casate fiorentine, legata ai Medici e con loro impegnata fin dal Quattrocento negli affari mercantili ed economici. Il rapporto con i Medici è ancora oggi testimoniato nelle decorazioni di alcuni soffitti del palazzo1, da qualche dipinto2 e dal piccolo passaggio che lo collega alla basilica di San Lorenzo, nella quale i Martelli avevano due cappelle, di cui solo una ancora si conserva.

I Martelli, facendo fede alla documentazione d’archivio3 di famiglia e numerose fonti bibliografiche, affondano le proprie radici nel lontano XIV secolo, quando i registri dell’Arte di Calimala ne attestano la presenza e ne confermano l’attiva partecipazione alla corporazione4. La loro dimora era situata nella via che da loro ha ereditato il nome, non a caso vicina alle proprietà Medici5 e nei pressi del Battistero di Firenze. Da una prima e piccola abitazione di proprietà di Ugolino (1345 ca-1391) si arrivò, nel corso del XV e XVI secolo, all’unione di tre imponenti palazzine, in prossimità di Via Larga, ove si

1 Esempio eccellente è la volta della seconda sala, affrescata con il matrimonio del granduca Cosimo I de’ Medici con Camilla Martelli avvenuto nel 1570. La decorazione è stata commissionata da Niccolò Martelli (1778-1853) a Niccolò Contestabili (1759-1824) che la realizza nel 1820.

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Sulla parete destra della seconda sala, campeggia la tela in cui Justus Suttermans (1597-1681) ritrae Vittoria della Rovere (1622-1694) nelle vesti di santa Margherita. Era granduchessa di Toscana in quanto moglie di Ferdinando II de’ Medici (1610-1670).

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Nel 1986, in seguito alla morte di Francesca Martelli, ultima discendente, l’archivio di famiglia, che in un primo momento era stato conservato nel Palazzo, viene trasferito presso l’Archivio di Stato di Firenze. E’ consultabile grazie al supporto di un inventario redatto verso la metà dell’Ottocento, si compone di sette volumi e il fondo intero conta 3.256 unità archivistiche; vedi Archivio di Stato di Firenze, Archivio di Casa Martelli, (dal XII al XX secolo).

4 Niccolò Martelli (1372-1425) fu eletto per tre volte console della stessa arte (L. M. MARIANI, 1710, ms., p. 53). Altre rilevanti cariche sono state rivestite dai figli Ugolino (1400-1482) e Roberto (1408-1464) (C. BENASSAI, 1815-1824, ms., pp. 13-14).

5 Si tratta della casa di famiglia situata in Via Larga, oggi Via Martelli, che conduce in Piazza Duomo e Piazza San Giovanni.

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trovava il palazzo Medici (ora Medici Riccardi). Questa stretta vicinanza tra le due famiglie favorì lo sviluppo di un legame ben saldo volto anche alla condivisione d’interessi comuni in ambito scientifico ed artistico, e all’assegnazione di ruoli istituzionali. I Medici e i Martelli erano accomunati anche dalla partecipazione, in qualità di “operai edificatori”, fin dai tempi di Cosimo il Vecchio6, alla costruzione di una parte della basilica di San Lorenzo. In questo momento si definì la posizione di rilievo dei Martelli nell’ambito cittadino e che ne permise la successiva ascesa.

Nel corso della seconda metà del Quattrocento, con la progressione della stirpe in diversi rami generazionali, i membri della famiglia furono costretti all’acquisto di nuovi edifici in altre zone della città. Ilarione (1457-1530 ca) rilevò dagli Aldobrandini quella che attualmente è la sede del museo: una palazzina posta in Via della Forca (oggi Via Ferdinando Zannetti), e che nel corso dei secoli è stata oggetto di importanti lavori di ampliamento e di ristrutturazione.

Il 1627 segna una svolta importante per le sorti del palazzo e della famiglia: due lontani cugini, Maria di Baccio Martelli (morta nel 1629), discendente del ramo collaterale di Ilarione, che portava in dote l’abitazione in Via della Forca, e Marco di Francesco (1592-1678), discendente del ramo principale di Ugolino, si uniscono in matrimonio. Divenendo quella in Via della Forca la loro residenza principale, danno il via ad una serie di significative trasformazioni, sia per quello che riguarda l’unificazione delle raccolte artistiche dei diversi rami di proprietà Martelli7 che l’acquisto di nuovi edifici prospicienti, avvicinandosi sempre più a Borgo San Lorenzo e alla Basilica8.

L’inventario del 1682 di Palazzo Martelli, ci consegna le prime testimonianze legate all’idea di realizzare una quadreria9, una camera de’ quadri, dedicata all’esposizione

6 Vissuto tra il 1389 e 1464, è ricordato come il Pater Patriae, che ha avviato la città Firenze verso la magnificenza artistica, politica e culturale del Rinascimento.

7 A questo primo nucleo collezionistico, derivato dalla fusione dei due rami della famiglia, si aggiungono poi nel corso degli anni anche acquisizioni e lasciti testamentari. Diverse opere giunsero da Roma, dove i Martelli erano associati alla Compagnia di Banco e Commercio e parteciparono, nel 1669, alla ripartizione dei beni tra i soci, portando a Firenze circa quarantacinque dipinti. (Note diverse di quadri, 1669, ms.). Altri otto furono acquistati direttamente da Niccolò (1634-1711) con l’intento di esporli nella dimora di famiglia (CIVAI, 1990, p. 55), altri ancora da Marco (1670-1734) durante il suo esilio in Francia (Quaderno ove si

noteranno le spese…, 1799-1800, ms. e Inserto di spese…, 1799-1801, ms.).

8 BIETTI, ZECCHINI, 2015, p. 16.

Il Capitolo della Basilica, che aveva intravisto in questa fase di ampliamente dell’edificio, una sorta di scavalcamento della propria proprietà, negò alla famiglia il passaggio diretto a San Lorenzo tramite un corridoio che collegava la corte interna del Palazzo ai chiostri della chiesa. Fu solo nel 1721, grazie all’allora priore di San Lorenzo, Giuseppe Maria Martelli, che tale percorso fu aperto nuovamente.

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di dipinti, che poi verranno allestiti secondo un criterio iconografico per generi e per soggetti. La nascente collezione, che aveva già iniziato a costituirsi negli anni precedenti, è indice di un gusto barocco, frutto della committenza Martelli ad artisti locali, a partire dallo stemma di famiglia, realizzato da Donatello10.

Nel 1739, sempre per un matrimonio, quello tra Niccolò (1715-1782) e Maddalena Tempi (1718-1798), il Palazzo subisce, ancora una volta, una trasformazione degli ambienti ed è arricchito da una fastosa decorazione degli interni, con cornici intagliate, soffitti affrescati e decorati con stucchi, pareti impreziosite con pregiate stoffe seriche o carte da parati. Anche nel 1771, per le nozze del loro primogenito Marco (1740-1813) con Teresa Pucci (morta nel 1793), si ebbero altre importanti modifiche interne che connotano profondamente l’attuale Palazzo.

L’ultimo intervento significativo risale al 1847, anno delle nozze di Alessandro Martelli (1812-1904) a cui fu affidata la prosecuzione della nobile stirpe con Marianna Velluti Zati (morta nel 1904), quando fu realizzato il grande salone decorato con i temi dell’amore fiancheggiati dalla Temperanza e dall’Unione coniugale, dopo che il fratello primogenito Marco che fu diseredato. Nella prima metà del secolo XIX, si avviava la vendita dei beni di famiglia, a partire da alcune unità abitative in Via Martelli, senza però mai intaccare il Palazzo. La quadreria e le collezioni venivano anch’esse smembrate e diverse opere11 finirono in vendita a collezionisti e successivamente in alcuni musei stranieri dove ancora oggi si conservano.

Ciò che custodiva la Casa non era solamente una raccolta di dipinti, ma anche sculture, medaglie, oggetti d’arredo, pezzi di oreficeria, incisioni, disegni, stampe e un cospicuo numero di libri che costituiva la biblioteca, venduta a Parigi nel 1858. Sono questi gli anni della dispersione del patrimonio Martelli, dovuto principalmente alla decadenza delle fortune familiari, per i cambiamenti imposti nel nuovo stato in fatto di

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Il Museo oggi ne espone una copia, mentre l’originale è presente nelle collezioni del Museo Nazionale del Bargello, acquisito dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nel 1998, occasione e anno in cui il palazzo e la sua collezione furono donati allo Stato Italiano dalla Curia fiorentina, che l’aveva avuto in eredità in seguito alla morte dell’ultima discendente nel 1986.

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Il dipinto Ritratto di gentildonna seduta, allora attribuito al Veronese ma poi legato a Giovanni Antonio Fasolo, è stato ceduto tra il 1909 e 1910 al facoltoso americano Alberto Harnish. Dopo una serie di passaggi di proprietà, l’opera è attualmente visibile in Illinois, presso l’Art Institute of Chicago. Altro esempio è quello delle sculture donatelliane, invidiate da molti collezionisti stranieri. Nel 1916, il David non finito e il busto di San Giovanni Battista fanciullo furono venduti ad una casa antiquaria di New York, la P. W. French and C. e acquistate, nello stesso anno, da Joseph Widener, la cui collezione fu inglobata nella National Gallery of Art di Washington nel 1942.

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finanza e prestito di denaro, oltre al declino delle rendite da proprietà terriere e alle nuove tasse imposte sulla così detta “ricchezza mobile”, ossia sulle proprietà.

Le ultime discendenti portarono a quanto oggi abbiamo: le figlie di Carlo (1850-1945), Paola (1886-1963), ritirata in clausura, che ebbe per legittima alcuni dei dipinti della quadreria, mentre il resto rimase nel Palazzo ormai abitato dalle sue sorelle, Caterina (1895-1976) e Francesca (1890-1986) che, facendo fede alla volontà del padre, conservarono gelosamente quanto ciò di più prezioso era in loro possesso.

Con il suo testamento12, Francesca lasciava tutto il patrimonio Martelli (di cui Mina Gregori aveva redatto un inventario aggiornato nel 1986, anno della morte della testatrice) alla Curia Arcivescovile di Firenze, disponendo che le sale della Galleria, almeno una volta a settimana, fossero aperte al pubblico, per preservare nella memoria collettiva la grandezza della sua famiglia.

Nel 1998 la Curia, nell’ambito della risoluzione della complessa questione relativa all’Eredità Bardini donò il palazzo e la collezione allo Stato italiano. Sì avviò così il processo che portò questa casa di famiglia a diventare museo. Dopo un periodo di attenti interventi conservativi sulle opere e sull’edificio, ma anche di messa a norma da un punto di vista della sicurezza per la pubblica fruizione, il museo di Casa Martelli aprì al pubblico il 22 ottobre 2009.

Questa casa museo, inserita in un quartiere importante, legata a San Lorenzo e alla Basilica, è in grado di raccontare, attraverso i suoi arredi, le decorazioni, la sua morfologia che testimonia il suo sviluppo nel tempo, la storia e le vicende di una delle famiglie più grandi e importanti della città. Ciò che resta delle collezioni Martelli è solo una piccola parte di ciò che doveva esserci, tuttavia può ancora contribuire alla riflessione sui gusti collezionistici, sulle mode e sugli interessi degli intellettuali che lì trovavano un punto di incontro.

12 CIVAI, 1990, p. 114.

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I. 2 – L’interesse per la grafica

La parte più segreta e nascosta del museo di Casa Martelli, il suo piccolo e nutrito “deposito”, così come in generale per tutti i tutti musei, rappresenta, forse, il luogo che più provoca interesse e curiosità, poiché custodisce segreti da svelare e storie da ricostruire, partendo da oggetti di quotidiano impiego che aprono le porte di un mondo non ancora scoperto.

Fa parte della variegata collezione “nascosta” del museo un nucleo di 193 matrici per incisioni a stampa, con numeri d’inventario 1968-2156, che presenta come soggetti principali luoghi, personaggi e immagini della Terra Santa. A questo fondo, la cui presenza presso i Martelli può datarsi nella seconda metà dell’Ottocento, si aggiungono delle piccole stampe all’albumina con analoghe raffigurazioni e che in tempi recenti sono state oggetto di un’approfondita ricerca, resa nota grazie alla mostra Viaggio in Oriente. Fotografie

dall’Africa a Casa Martelli 13, curata da Francesca Fiorelli Malesci.

Prima di concentrarsi sulle matrici, è bene ricordare l’interesse da parte dei Martelli nei confronti dei disegni e delle stampe, soprattutto nel Sette-Ottocento, periodo di maggiore attività collezionistica della famiglia. Si ricorda, difatti, l’inclinazione artistica di Marco14 (1740-1813), educato alla storia dell’arte e interessato al collezionismo di dipinti e incisioni nell’ottica dell’Illuminismo, secondo cui la raccolta viene considerata come uno strumento di educazione e di ricerca. All’inizio del XIX secolo, grazie anche all’aiuto di Giuseppe Miller15, nelle collezioni di Marco si contano più di 5.000 stampe sciolte e più di 200 volumi di incisioni rilegate, tutte catalogate in un inventario16 che anche per evitare l’acquisto di opere doppie.

Ad oggi, al museo non resta quasi nulla di questa grande raccolta, in parte andata persa e in parte venduta a più riprese nell’Ottocento, quando la famiglia, avviatasi verso il declino economico, si privava di preziosi beni al fine di reperire denaro per il proprio sostentamento.

13 Catalogo della mostra, Viaggio in Oriente. Fotografie dall’Africa a Casa Martelli, Firenze, Casa Martelli, 6 giugno 2013 – 5 ottobre 2014.

14 CIVAI, 1990, pp. 93-98.

15 Giuseppe Miller, collaborò con Marco Martelli all’accrescimento della collezione di stampe e incisioni, pittore, esperto d’arte ma soprattutto mercante e legatore d’incisioni.

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Il gruppo di matrici, cui si accennava, potrebbe far pensare all’interesse verso la grafica prima ricordato, ma in realtà, come vedremo, sono altre le ragioni che le hanno condotte nelle collezioni dei Martelli. Furono ritrovate in uno dei mobili del Salotto giallo: inventariate e riordinate fra il 2001 e il 2002 da Monica Bietti, nell’ambito delle sue competenze di direzione del Museo, furono messe in sicurezza dal punto di vista conservativo. L’inventario comprendeva il numero progressivo, il soggetto, la tecnica e materia, le misure, le iscrizioni, lo stato di conservazione, le note sull’involucro, i riferimenti alle altre della serie da subito individuabili, la relazione con le carte dell’imballo e l’indicazione di dove queste ultime inventariate a loro volta, erano state collocate. Erano incartate con giornali, carta da pacchi, pagine di riviste, alcune strappate e in cattivo stato, altre abbastanza integre da permettere di ricavare preziosissime informazioni.

Oggi le matrici sono presenti, con una scheda tecnica, nel catalogo on-line alla pagina dell’Ex Polo Museale di Firenze17. Quello che mancava, e con questo lavoro si è cercato in parte di ricostruire, è la storia che esse raccontano e di cui si fanno portavoce. Chi le ha commissionate ed eventualmente acquisite, per quale motivo sono conservate nel Palazzo, quale era la loro finalità d’uso, chi sono i personaggi coinvolti in questa vicenda, cosa significavano allora e cosa testimoniano oggi: sono solo alcune domande a cui si tenterà di rispondere attraverso queste pagine.

17 Si rimanda al sito http://www.polomuseale.firenze.it/invmartelli/ Questo inventario, di recente pubblicazione, comprende tutte le opere appartenenti al museo, esposte nelle sale oppure conservate in deposito. La ricerca può essere organizzata per numero d’inventario, per autore oppure attraverso l’inserimento d’informazioni avanzate, quali, ad esempio, la localizzazione, l’oggetto, le mostre, l’ambito e la cronologia.

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Capitolo II

Le matrici del museo di Casa Martelli

II. 1 – Materiali e tecniche

In anni recenti, la direttrice del Museo di Casa Martelli, dott.ssa Monica Bietti, che per prima ha avuto modo di “scoprire” questa raccolta di 193 matrici per incisioni e l’ha messa in sicurezza, ha predisposto uno studio sistematico inventariale delle matrici che così sono state inserite nell’Inventario dell’Archivio di Casa Martelli18, messe on line19 e perciò rese consultabili da tutti.

Le matrici appaiono realizzate sul finire del XIX secolo, con materiali diversi, allo scopo di illustrare i pellegrinaggi in Terra Santa, sempre più frequenti a partire dall’apertura del canale di Suez nel 1869. Una parte di queste lastre è in precario stato di conservazione, motivo per cui si è avviato un programma di restauro partendo da quelle in condizioni più compromesse20. Tale operazione riguarda per il momento circa 30 matrici e, a parte la risoluzione dei problemi conservativi, ha permesso un’indagine più approfondita sulle tecniche e sulle modalità di realizzazione dell’intera raccolta.

All’interno della raccolta, si possono individuare tre gruppi:

GRUPPO A GRUPPO B GRUPPO C

118 matrici su rame

fissato su supporto in legno 57 matrici su acciaiato fissato su supporto in legno 18 matrici incise su legno A seconda del materiale e della tecnica adoperati, le matrici presentano caratteristiche diverse: si distinguono, infatti, matrici per incisioni a rilievo e ad incavo.

Fanno parte delle matrici con disegno a rilievo quelle del gruppo c: il disegno è stato realizzato direttamente sulla matrice in legno che è stata intagliata tutta intorno “a risparmio” in modo da lasciare in rilievo lo stesso disegno. Si tratta della tecnica più antica, denominata xilografia, dal greco scrittura sul legno, sviluppatasi in Europa nel XII secolo, quando ci fu la diffusione della carta ad opera delle popolazioni arabe 21 e, in contemporanea, iniziava a farsi largo il concetto di riproducibilità tecnica, in quanto stampa seriale.

18 Vedi Archivio di Stato di Firenze, Archivio di Casa Martelli, (dal XII al XX secolo). 19http://www.polomuseale.firenze.it/invmartelli/inventari.asp (u.c. 2 aprile 2016).

20 Intervento realizzato nel 2015 da Paolo Belluzzo e Jennifer Di Fina, sotto la direzione di Monica Bietti. 21 Vedi MARIANI, 2012, pp. 9-14.

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Nell’incisione ad incavo (gruppo a e b), invece, la matrice è costituita da un supporto ligneo, su cui è applicata una lastra di materiale diverso, come ad esempio rame, zinco, acciaio, che viene inciso per via diretta22, cioè tramite l’azione di uno strumento a punta, come il bulino e la puntasecca, o indiretta23, grazie all’impiego di acidi quali agenti di corrosione per ottenere gli incavi24 che vengono colmati di inchiostro e poi trasferiti sulla carta in fase di stampa. Entrambi i procedimenti ricadono sotto il nome di calcografia, dal greco scrivere, delineare su rame, molto diffusa nella prima metà del Quattrocento e subito affermatasi per la sua utilità divulgativa.

Le matrici che presentano la superficie incisa in rame (gruppo a) sono state quasi certamente realizzate con il bulino: uno strumento di grande precisione, impiegato anche nell’arte orafa e legato alla tecnica del niello25. Impugnando con la mano destra questo attrezzo affilatissimo, si creano solchi rettilinei esercitando pressione direttamente sulla lastra; quelli curvilinei richiedono invece l’ausilio della mano sinistra che dovrà far ruotare la piastra. Alla fine di ciascuno di questi movimenti, quindi al passaggio della punta sul rame, si solleva un ricciolo di metallo che lascia un segno netto e preciso. I vari tipi di bulino, quello a becco fine e a becco largo, permettono di modulare gli incavi e di ottenere una diversità di spessore e lunghezza della traccia. La libertà di movimento dell’intagliatore appare dunque limitata alla sola creazione di forme circolari e rettilinee, che talvolta riunisce in fasci e incroci; ciò nonostante, l’effetto finale è comunque di grande impatto, poiché attraverso le diverse profondità e larghezze del tratto, si possono ottenere altrettante tonalità e sfumature.

Le lastre in acciaiato26 (gruppo b) sono, con molta probabilità, da ritenersi attraverso il procedimento all’acquaforte. Questo tipo di incisione si esegue ricoprendo in

22 Vedi MARIANI, 2012, pp. 9-11. 23 Vedi MARIANI, 2012, pp. 5-20.

24 Si opera con questa successione: la superficie della lastra, dopo essere stata levigata e sgrassata viene coperta da uno strato sottile e uniforme di cera (verniciatura), che verrà poi annerita con nerofumo per renderla più resistente all'azione degli acidi e i segni saranno più visibili. Con una punta di acciaio, leggermente arrotondata, si tracciano i segni che comporranno l'immagine, esercitando una pressione sufficiente a scoprire il metallo. Protetti i margini e il retro, si immerge la lastra incerata in una bacinella contenente acido diluito (morsura) che morderà il metallo dove il disegno ha scalfito la cera, mettendo a nudo il metallo stesso. Gli acidi più in uso sono l'acido nitrico, che si usa quasi esclusivamente per lastre di zinco, e il percloruro di ferro, che si usa per quelle di rame e di ottone.

25 Si tratta di un composto nero di piombo, argento e zolfo che viene impiegato per riempire i solchi incisi su materiali preziosi per poi essere levigati e lucidati. Inizialmente applicato come tecnica decorativa all’oro e all’argento, in un secondo momento viene adoperato anche per oggetti sacri e profani.

26 L’acciaiatura è un processo chimico-fisico in base al quale, per elettrolisi, si ricopre una superficie di altro metallo, con particelle di acciaio (lega di ferro e carbonio dallo 0,2 all’1%) a scopo protettivo o di rinforzo.

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maniera uniforme con una vernice27 resistente agli acidi una lastra di metallo, su cui, si disegna l’immagine con punte28. di acciaio di varia grossezza, che andranno ad asportare la vernice nei tratti in cui il mordente (acido nitrico o acquaforte, percloruro di ferro, acido cloridico) deve far presa sul metallo e scavare l’incavo che riceverà poi l'inchiostro per la stampa. Eseguito quindi il disegno, la lastra è sottoposta alla morsura29, ovvero ad un bagno d'acido. Ultimata questa fase, la lastra viene liberata dalla vernice e inchiostrata, per poi procedere alla tiratura, servendosi di un torchio che comprime il foglio di carta contro la matrice.

Lo studio e l’osservazione diretta di tutte le matrici permette anche una riflessione su alcune tecniche incisorie che si stavano sviluppando sul finire del XIX secolo e che potrebbero essere state applicate proprio alle matrici conservate al museo di Casa Martelli.

La realizzazione delle matrici in acciaiato del gruppo b, chiamate anche clichés, potrebbe essere ricollegata alla fotomeccanica. Tale sistema utilizza la fotografia per ottenere su lastra di zinco o rame un'incisione a rilievo, dalla quale si trae, con la stampa tipografica, l'immagine dell'originale. Si distingue la fotoincisione a tratto, impiegata per riprodurre soggetti in cui non è presente il chiaroscuro; a retino, per riprodurre soggetti fotografici o quelli in cui esistano effetti tonali.

Una lastra in rame del gruppo a potrebbe invece aver subito dei trattamenti galvanici. Ad esempio, la matrice Beduino del Simar (inv. 2126), al momento del ritrovamento, era conservata in una confezione di carta, al cui interno è stato ritrovato, oltre un disegno che le corrisponde, l’indicazione, scritta a mano, “prova galvano”. Si tratta di una lavorazione30 che permette di ottenere da una matrice già incisa una nuova, molto più resistente e idonea alla stampa. Questo procedimento prevede che la matrice di partenza venga impressa su una lastra di cera o di piombo morbido, che poi viene ricoperta da uno strato di polvere di grafite e immessa in un bagno galvanico. Si forma così sull’impressione un sottile strato di

27 La vernice di preparazione può essere tenera o dura. La prima è composta da bitume di giudea, cera d’api e resina naturale e sono facilmente manipolabili e dotate di adesività grazie alla concentrazione di resina. La seconda è costituita da una miscela di olio di lino polimerizzato e mastice. Questa si differenzia da quella tenera per la maggiore difficoltà di applicazione alla lastra e per la necessità di sottoporre la stessa ad una cottura prima della preparazione.

28 DISERTORI, 1931, p. 34.

29 L'intensità della morsura dipenderà dal tempo di immersione, dal grado di concentrazione dell'acido, dalla qualità del metallo e della sua preparazione e dalla temperatura esterna. Esistono due tipi di morsura: quella piana, effettuata con una sola immersione, e quella multipla, quando le immersioni sono ripetute. In questo caso, si ottengono incavi di diversa profondità proteggendo, durante ogni bagno, le parti che si considerano sufficientemente incise con una vernice.

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rame, che viene rimosso e successivamente riempito di piombo nella parte retrostante. Le matrici così create sono più adatte alle tirature elevate, stimate anche attorno ai 20.000 esemplari al giorno31.

La destinazione d’uso di tutte le matrici conservate a Casa Martelli era proprio la stampa tipografica sui periodici32 “La Terre Sainte. Journal des lieux-saints: Jérusalem, Rome et des principaux sanctuaires du monde catholique”33 e “La Terra Santa. Periodico mensile illustrato consacrato ai luoghi santi e alle opere cattoliche d’Oriente”34, come conferma il fatto che diverse carte, bianche o colorate, che le avvolgevano erano piccoli pezzi o pagine intere delle pubblicazioni religiose.

Sulla quantità di matrici stampate nei rispettivi periodici e i legami che intercorrevano tra i soggetti coinvolti, parlerò nei prossimi paragrafi, ma quello che fin d’ora va sottolineato è l’utilizzo delle medesime incisioni per entrambi i periodici, ovviamente in tempi diversi.

31 BERZELIUS - LIEBIG, 1842, p. 184.

32 Verranno citati in forma abbreviata, “La Terre Sainte” e “La Terra Santa”.

33 Diretto dall’abate Augustin Albouy (?-1899), questo periodico era stampato a Parigi con cadenza quindicinale, dal 15 luglio del 1875 al 15 dicembre 1887, dalla tipografia Imprimerie des Apprentis Catholiques, gestita dall’abate Louis Roussel (1825-1897). Ogni singolo numero, che veniva inviato agli abbonati, si componeva di 8 pagine, al cui interno, oltre ad un’incisione, che raffigurava luoghi, personaggi e panorami della Terra Santa, si trovavano approfondimenti sulle zone interessate dai pellegrinaggi, sulle festività ricorrenti, sulle personalità di rilievo coinvolte in attività religiose, sulle notizie dei viaggi e dei pellegrini che ne prendevano parte. La parte artistica, quindi la scelta delle illustrazioni, era affidata all’incisore Eugène Mathieu (Nogent-sur-Seine, 1812-?). Nel corso degli anni, la rivista subisce una serie di mutamenti: il titolo “La Terre Sainte. Journal des lieux-saints: Jérusalem, Rome et des principaux sanctuaires du monde catholique” viene mantenuto dal 1875 al 1887; dal 1888 al 1895, si trasforma in “Revue illustrée de la Terre Sainte et de l’Orient Catholique” e diventa organo di stampa di L’Oeuvre des écoles d’Orient. Viene edito con regolare cadenza quindicinale, e il nuovo direttore è Félice Charmetant (1844-1921), sacerdote francese residente in Asia minore. Affianco al suo nome, compare spesso quello dell’abate e missionario Antoine Raboisson ma non è chiaro quale sia stato il suo ruolo.

De “La Terre Sainte” sono state consultate le prime 3 annate, dal 15 luglio 1875 al 15 dicembre 1878, per un totale di 83 numeri e 2 supplementi.

34 Questo periodico era diretto da Niccolò Martelli (1849-1934) ed edito dalla Tipografia Cooperativa, di proprietà del loro amico di famiglia, il canonico Vittorio Del Corona (1829-1888). Il primo numero fu lanciato sul mercato il primo giugno del 1876 e la pubblicazione continuò, con cadenza mensile, fino al primo luglio del 1894. La struttura di ogni numero è simile a quella francese, sia per quanto riguarda il numero delle pagine che i contenuti e la presenza di un’incisione, si compone però di 16 pagine. Tale pubblicazione era in realtà il foglio periodico che divulgava la Pia Società per la visita ai luoghi santi, costituitasi a Firenze nel 1869, con sede presso la basilica di San Lorenzo. Essa si reggeva su una struttura che, negli anni in questione, era costituita dal presidente Niccolò Martelli, dal segretario canonico di San Lorenzo Emilio Cappugi (1848-1880) e dal tesoriere Francesco Fantoni (?-1879); ognuno aveva il suo compito specifico al fine di garantire ai soci una serie di servizi, principalmente legati ai viaggi in Terra Santa. Spesso, soprattutto in concomitanza di nuove partenze, venivano forniti aggiornamenti sul percorso da compiere ed estratti del diario di viaggio tenuto dal presidente della carovana; oppure ancora, per invogliare gli abbonati a partire per la Terra Santa, si pubblicavano gli itinerari completi, unitamente ai costi e alle informazioni generali.

De “La Terra Sainta” sono state consultate tutte le 18 annate, dal 1 giugno 1876 al 1 maggio 1894. Su un totale di 216 numeri ne sono stati visionati 146, il resto erano mancanti.

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Un aspetto in parte non risolto è quello della datazione delle matrici, eseguite in un momento non troppo distante dalla pubblicazione dei periodici, avvenuta a partire dal 1875 per quello parigino e dal 1876 per quello italiano. Il tentativo effettuato nell’Archivio Martelli per risalire alla possibile commissione di Alessandro, primo35 direttore del periodico su cui comparivano le stampe delle matrici, o dei figli Niccolò e Carlo, non ha portato utili informazioni in merito. I registri di cassa, i diari e i quaderni dove fedelmente i Martelli riportavano le spese sostenute testimoniano gli acquisti quotidiani per la famiglia, i lavori nel palazzo di città e nelle altre dimore, le donazioni effettuate come opere di misericordia ad associazioni religiose e tante altre preziose informazioni, ma nulla è detto a proposito delle matrici, mentre ad esempio, si trova riscontro dell’interesse della famiglia per la fotografia, avendo ritrovato diverse ricevute di acquisto di stampe fotografiche.

Anche l’ipotesi di un parziale acquisto della raccolta di matrici, forse avvenuto in loco ai tempi del viaggio effettuato dall’undicesima carovana italiana in Terra Santa, dal 26 agosto al 24 ottobre del 1879, di cui facevano parte il canonico Vittorio Del Corona36, presidente del gruppo, Carlo Martelli, vicepresidente, Guido Libri37, segretario, e i pellegrini38 Ferdinando Agostani, Federico Soneria, Pietro Venerosi Pesciolini, Carlo Sauvan, Giovan Battista Annibali e Andrea De Gaudenzi, sembrerebbe da escludere, in quanto, sia leggendo il diario tenuto da Del Corona che da quello di Martelli, non emerge nessun rimando specifico alle matrici.

Non si può dunque affermare con certezza che tutte le matrici esistevano, in quanto già realizzate e pronte all’uso, prima dell’avvio in stampa di entrambi i periodici, magari qualcuna fu realizzata proprio in corso d’opera su possibile commissione dei direttori o di altri committenti. È certo che le due tipografie, quella parigina e quella fiorentina, operavano una sorta di scambio e prestito: alcune venivano dapprima stampate in Francia e poi inviate in Italia, o viceversa. Questo trova riscontro nel fatto che 17 matrici (1970,

35 Vedi Benvenuto Righini, I periodici fiorentini (1597-1950). Catalogo ragionato, Firenze, Sansoni antiquariato, 1955. Alessandro viene indicato dal Righini come direttore del periodico ma dal primo numero del 1 luglio 1876 non compare il suo nome ma quello del figlio Niccolò.

36 Nasce ad Anghiari nel 1829 e in tenera età si sposta ad Arezzo, dove studia presso il Seminario. Nel 1850, si trasferisce a Firenze e viene nominato Canonico di Santa Maria del Fiore. Dirige anche la Tipografia di Sant’Antonino e la Tipografia Cooperativa. Dal suo viaggio in Terra Santa del 1879 nasce Una visita ai

luoghi santi: lettere e appunti, stampato dalla Tipografia di Ernesto Bellotti e figli ad Arezzo nel 1881, due

anni dopo il rientro a Firenze della carovana. Muore nel 1888 a Borgo San Lorenzo. 37 Marito di Maria Luisa Martelli, sorella di Niccolò e Carlo.

38 Agostini e Venerosi Pesciolini vengono da Firenze, Battista Annibali e Sauvan da Roma, De Gaudenzi da Lodi e Soneira dall’America del Sud. Sono tutti accomunati dal desiderio di compiere un viaggio nei luoghi santi.

(12)

1973, 1978, 1979, 1980, 1981, 1988, 1995, 2004, 2009, 2074, 2097, 2111, 2123, 2148) sono presenti sia su “La Terre Sainte” che su “La Terra Santa”. Inoltre, due matrici (inv. 2008 e 2073) non compaiono sul periodico italiano ma solo su quello francese.

La provenienza delle stesse è stata individuata grazie ad alcuni timbri impressi sul lato corto del supporto ligneo, con segnati i nomi delle città e degli stabilimenti in cui le matrici venivano realizzate: Milano, Parigi, Praga, Vienna e una non ancora identificata poiché le ricerche legate al nome del laboratorio, R. K.& I. – Bleotrotypers&Stereotypers

Racquet Foundry Pride Stec, non hanno portato a nessun risultato. Un altro gruppo di

(13)

Matrici suddivise per tipologie di materiali impiegati

LEGNO

1968 Tempietto Ardinghi

2066 Tomba di San Saba A. Ardinghi Incis.

2067 Carmelo del Pater Ardinghi Incis.

2068 Cappella dell’Ecce Homo E.M – Ardinghi Inc.

2075 Carta topografica

del basso Egitto Assente

2089 Kulbet el Mirad Ardinghi Inc.

2090 Chiesa dei Cavalieri E.M – Ardinghi Inc. 2094 Tomba di San Giuseppe

di Arimatea Assente

2095 San Giovanni a Samaria Assente

2106 Monsignor Bortani Ardinghi

2109 Moschea d’Ebron E.M – Ardinghi Inc.

2110 Torre dei quaranta martiri E.M – Ardinghi Inc.

2111 Monsignor Spaccapietra Ardinghi

2114 Frontespizio E.M. – E. O. IN

2122 Chiostro del Pater E.M – Ardinghi Inc.

2131 Monsignor Audu Ardinghi

2134 Chiesa Patriarcale

di Gerusalemme E.M. – A. 2141 Patriarcato di Gerusalemme E.M – Ardinghi Inc.

ACCIAIATO

1969 Interno di chiesa

con tramezzi e personaggi E. Mazzanti

1971 Babilonia E. Mazzanti

1972 Salem E. Mazzanti

1974 Amoas Assente

1975 Un chiostro

in San Giovanni d’Acri Assente

1976 Il monte Nebo E. Mazzanti

1977 Lavandaie in Gerusalemme E. Mazzanti 1982 Tomba di San Giovanni

a Sebaste

E. Mazzanti 1983 Rovine della chiesa di S. Maria

Maddalena E. Mazzanti

1984 Magbdala E. Mazzanti

1985 Non identificato Assente

1987 Chiesa della Flagellazione Assente

1992 Angelo in preghiera nello sfondo una città

ed una stella

NXF – A. Ardinghi Inc 1993 Lato nord della spianata

della moschea d’Omar e casa di Pilato

G. Ducci

1994 Stele Diban Assente

1997 El cubebe E. Mazzanti

2000 Via diretta a Damasco E. Mazzanti

2007 Mura presso la porta

di San Paolo a Damasco E. Mazzanti

2029 La Tomba di Giona E. Mazzanti

2037 La pietra dell’unzione E. Mazzanti

2048 Rovine di Balbeec E. Mazzanti

(14)

2071 Mura di Tiberiade Ducci

2076 Betleem E. M.

2077 Luogo della caduta di San Paolo

presso Damasco Assente

2079 Trina Assente

2080 Due trine Assente

2082 Paesaggio con paese arroccato, pellegrino e palma

E. Mazzanti

2083 La grotta di Betleem Assente

2084 Porta Aurea E. Mazzanti

2085 Porta Aurea E. Mazzanti

2097/a Sepolcro di Giuseppe

di Arimatea Assente

2097/b Sepolcro Assente

2097/c Sepolcro Assente

2097/d Sepolcro Assente

2097/e Sepolcro Assente

2098 Monte Carmelo E.M – Ardinghi Inc.

2107 Tomba di Noè Assente

2113 Lato orientale

dell’area del Tempio G. Ducci

2116 Tomba di…in Egitto E. Mazzanti

2117 Porta Giaffa a Gerusalemme E. Mazzanti 2119 Venditori di aranci in

Gerusalemme E. Mazzanti

2124 Il grande Ermon E. Mazzanti

2125 Cella sotterranea della tomba di Aronne

E. Mazzanti

2127 Matariet Assente

2128 Rovine di Ninive E. Mazzanti

2129 I pozzi di Bersabea E. Mazzanti

2130 Moschea di Ebron Non leggibile

2132 La tomba di Aronne E. Mazzanti

2133 Monte Hon E. Mazzanti

2136 Lago di Tiberiade? –

Mar Morto? E. Mazzanti

2137 Città murata in collina E. Mazzanti 2139 Giardino con mura diroccate E. Mazzanti

2142 Fontana di San Filippo E. Mazzanti

2143 Pozzo di Giacobbe e della

Samaritana E. Mazzanti

2144 Scala del Convento dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme

E. Mazzanti 2146 Il monte del mal consiglio E. Mazzanti

RAME

1970 Pietra di Betfagea Dumont

1973 Pietra di Betfagea Dumont

1978 La Piscina superiore Tourfaut – Mathieu

1979 Moschea d’Omar Tourfaut – E. Mathieu

1980 Molo di Saida Tourfaut – Mathieu

1981 Veduta di Saida E. Mathieu

1986 Kurnsurtabah;

due persone in un paesaggio Assente

1988 Cattedra di Omar Mathieu

1989 Piscina di Betsaida Bale&Holman – P.S. 1990 Catacombe; Interno buio con Trupsch&Guest

(15)

uomini e donne con lanterne 1991 Riposo nel deserto con cammelli

e botti Sargent

1995 Arrivo dei Magi Tourfaut – Mathieu

1996 Pilastro del tempio Assente

1998 Santuario dell’Annunciazione Soupey

1999 Cannobim;

Città con minareti

Therond

2001 Rovine a Gerusalemme D. Lancelot

2002 Cappella dello Spasimo A. Iacob

2003 Luogo della Crocifissione Assente

2004 Arco dell’Ecce Homo Tourfaut

2005 Luogo delle donne piangenti T.

2006 Porta Santo Stefano P. L. – T. Williams

2008 Il cenacolo sul Monte Sion VV

2009 San Giovanni in Montanori E. Mathieu – Hauger

2010 Pilastro del tempio Trianon – V.

2011 Nazaret Soupey

2012 Veduta di una chiesa con cupola e porticato e con cipressi sulla

sinistra

Soupey 2013 Alcedama, un orto con ulivi Whymper Sc.

2014 Il Monte Sinai Assente

2015 Korsabad P. Maurand

2016 Veduta di una città Whymper Sc.

2017 Tomba di Lazzaro Trupsch&Guest

2018 Via dolorosa E. Guillaumes

2019 Scala della fonte di Ezechia Coste

2020 Mar Morto C. R. – A. Gusmand

2021 Tomba di Zaccaria H. Harral

2022 Beduini W. LT

2023 Grotta con pastori Trupsch&Guest

2024 Santuario della Culla Assente

2025 Facciata della Moschea

di Omar Assente

2026 San Salva S. A (A. S?)

2027 Donne alla mola W. Thomas

2028 Porta Damasco G. Maurand

2030 Getsemani E. Mazzanti

2031 Luogo degli Apostoli Lealal – Pealat

2032 Carovana di Greci C. R. – A. Gusmand

2033 Betleem Non leggibile

2034 Greci al Giordano C. R. – A. Gusmand

2035 Cedri del Libano Assente

2036 Ingresso della Moschea

di Ebron Assente

2038 Sorgente della fonte

di Ezechia Coste

2039 Tiberiade Pan

2040 Valle scritta Assente

2041 Chiesa con cupola e mura Tachon

2042 Carovana al Carmelo Uses

2043 Luogo delle Marie Assente

2044 Oronte G. Maurand

2045 Cappella del Magnificat in San

Giovanni in Montana Assente

(16)

2047 Betel E. Eroye – WHP

2050 La casa di Anna Pontefice Soupey

2051 Nazaret con la carovana A. Atigal

2052 Una via di Gerusalemme L. Libonio – E. Chevalier

2053 Valle di Giosafat Assente

2054 Santuario di Sant’Anna Assente

2055 Interno della Moschea di Omar Assente

2056 Mar Morto presso Masada Assente

2057 Esterno della tomba di Lazzaro Assente

2058 Un profeta Hotelin

2059 Porta – Portale con conchiglia, bassorilievi e trabeazione con

ghirlande

WHBrever – Walmsley

2060 Pozzo della Vergine Tromsch Olletz

2061 Luogo della Cintola Daudenarde – A. Gusmand

2062 Convento del Sinai Trupsch&Guest

2063 Betania Assente

2064 Pietra dell’unzione Grenier

2065 Don Teodoro di Ratisbona Assente

2069 Pellegrino con bastone Assente

2070 Paesaggio con personaggi

e case Assente

2072 Tiberiade e il suo lago TBE

2073 Riposo dei Magi sulla strada da

Jerusalem a Bethleem Mageilan – Mathieu 2074 La grotta dell’agonia Bereiller – E. Mathieu

2078 Piscina di Ezechia Lancelot – Laly

2081 Betleem Harral

2086 Pianta della Chiesa

del Sacro Sepolcro Assente

2087 L’orto degli ulivi W. Cheshire

2088 Uomo con turbante Assente

2091 Tomba di Fines RC

2092 Ratisboune Alfonse XA. R. B.

2093 Vasche di Salomone Leonard

2096 La quercia di Mambre Assente

2099 Acquedotto di Gerico Assente

2100 De Sauley Chevalier

2101 Grotta di Adullam Whymper

2102 Una via di Gerusalemme Assente

2103 Santuario della Porta Giudiziaria Assente

2104 La culla di Gesù Assente

2105 Padre Guido da Cortona FC sc.

2108 Monsignor Giuseppe Valorga J. Robertson – A. Breton 2112 Luogo del pianto degli Ebrei Assente

2115 Borgo con campanile, rovine,

città sullo sfondo Whymper S P. Skellor – 2118 Cappella del Santo Sepolcro Assente

2120 Caravan-serragli Assente

2121 Fonte di Eliseo WF

2123 Fontana degli Apostoli Tourfaut – EM

2126 Beduino del Simar Assente

2135 Libro tenuto aperto

da due mani Wyhonas S.

2138 Luogo della deposizione

della croce Assente

2140 Luogo della spogliazione delle vesti

(17)

2145 Cappella della erezione

della Croce Assente

2147 Luogo della lapidazione Assente

2148 Messa al Giordano A.I. – A. Hauger

2149 I stazione della Via Crucis Assente 2150 II stazione della Via Crucis H. G. 2151 IV stazione della Via Crucis T. G (T. C?) 2152 V stazione della Via Crucis Assente 2153 VI stazione della Via Crucis Assente 2154 VII stazione della Via Crucis Assente

2155 Luogo della prima caduta Assente

(18)

Tre esempi di matrici incise su legno, acciaiato e rame

Fig. 1 – Tempietto, di Angelo Ardinghi, legno/supporto in legno, inv. 1968

Fig. 2 – Lavandaie in Gerusalemme, di Enrico Mazzanti, acciaiato/supporto in legno, inv. 1977

(19)

II. 2 – Soggetti

Luoghi, personaggi e oggetti della Terra Santa e dell’Oriente: sono queste le categorie in cui possiamo suddividere, dal punto di vista tematico, la raccolta di matrici appartenenti al Museo di Casa Martelli.

SOGGETTO QUANTITÀ

Luoghi 160

Personaggi 27

Oggetti e dettagli 6

La maggioranza delle matrici, 160 pezzi su 193, è dedicata al racconto visivo della Terra Santa: Gerusalemme, Betlemme, Nazaret e alcuni piccoli paesi limitrofi, fino a toccare zone dell’Egitto, della Palestina, della Siria, del Libano e del Mar Morto. Una piccola parte, costituita da 27 matrici, consegna veri e propri ritratti delle persone che abitano in queste terre, ma anche di personaggi legati alla religione e impegnati in opere di beneficenza in quei territori. Infine, 6 matrici rappresentano oggetti o dettagli particolari di edifici religiosi.

Luoghi: 160 matrici

Gerusalemme è la città santa per l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Le matrici

che ne riproducono le zone e gli edifici sono 61.

INV. TITOLO AUTORI

1972 Salem E. Mazzanti

1979 Moschea d’Omar Tourfaut – E. Mathieu 1987 Chiesa della Flagellazione Assente

1988 Cattedra di Omar Mathieu

1993 Lato nord della spianata della

moschea d’Omar e casa di Pilato G. Ducci 2001 Rovine a Gerusalemme D. Lancelot 2003 Luogo della Crocifissione Assente 2004 Arco dell’Ecce Homo Tourfaut

2006 Porta Santo Stefano P. L. – T. Williams 2008 Il cenacolo sul Monte Sion VV

2018 Via dolorosa E. Guillaumes

2019 Fonte di Ezechia Coste

2021 Tomba di Zaccaria H. Harral

2023 Alcedama, un orto con ulivi Whymper Sc. 2024 Santuario della Culla Assente 2025 Facciata della Moschea di Omar Assente

2028 Porta Damasco G. Maurand

2030 Getzemani E. Mazzanti

2038 Sorgente della fonte di Ezechia Coste 2046 Chiesa di San Giacomo Assente 2050 La casa di Anna Pontefice Soupey

(20)

2054 Santuario di Sant’Anna Assente 2055 Interno della Moschea di Omar Assente 2067 Carmelo del Pater Ardinghi Incis. 2068 Cappella dell’Ecce Homo E.M – Ardinghi Inc. 2074 La grotta dell’agonia Bereiller – E. Mathieu 2078 Piscina di Ezechia Lancelot – Laly

2084 Porta Aurea E. Mazzanti

2085 Siloe E. Mazzanti

2086 Pianta della Chiesa del Sacro Sepolcro Assente 2087 L’orto degli ulivi W. Cheshire 2090 Chiesa dei Cavalieri E.M – Ardinghi Inc. 2094 Tomba di San Giuseppe di Arimatea Assente

2097/a Sepolcro di Giuseppe di Arimatea Assente

2097/b Sepolcro Assente

2097/c Sepolcro Assente

2097/d Sepolcro Assente

2097/e Sepolcro Assente

2102 Una via di Gerusalemme Assente 2103 Santuario della Porta Giudiziaria Assente 2112 Luogo del pianto degli Ebrei Assente 2117 Porta Giaffa a Gerusalemme E. Mazzanti 2118 Cappella del Santo Sepolcro Assente

2122 Chiostro di Pater E.M – Ardinghi Inc. 2123 Fontana degli Apostoli Tourfaut – EM 2134 Chiesa Patriarcale

di Gerusalemme E.M. – A. 2138 Luogo della deposizione

della croce

Assente 2140 Luogo della spogliazione

delle vesti Assente

2141 Patriarcato di Gerusalemme E.M – Ardinghi Inc. 2142 Fontana di San Filippo E. Mazzanti 2144 Scala del Convento dei Cavalieri di

San Giovanni in Gerusalemme E. Mazzanti 2147 Luogo della lapidazione Assente 2149 I stazione della Via Crucis Assente 2150 II stazione della Via Crucis H. G. 2151 IV stazione della Via Crucis T. G. (T.C?) 2152 V stazione della Via Crucis Assente 2153 VI stazione della Via Crucis Assente 2154 VII stazione della Via Crucis Assente 2155 Luogo della prima caduta Assente 2156 Luogo della terza caduta Assente

Dell’antica città (inv. 1972), vengono così rappresentate le sue rovine (inv. 2001), le particolari strade con le volte a botte (inv. 2052, 2102), il Patriarcato (inv. 2134, 2141), la Chiesa di San Giacomo (inv. 2046), la Chiesa dei Cavalieri di San Giovanni (inv. 2090, 2144), la casa di Anna Pontefice (inv. 2050, 2054), diverse porte39 di accesso (n. inv. 2006, 2028, 2084, 2103, 2117). Si prosegue con i luoghi di forte devozione cristiana: il Santuario della Culla (inv. 2024), che probabilmente rappresenta la Basilica della Natività, il Santo

39 Porta di Santo Stefano (inv. 2006), Porta Damasco (inv. 2028), Porta Aurea (inv. 2084), Porta Giudiziaria (inv. 2103), Porta Giaffa (inv. 2117).

(21)

Sepolcro (n. inv. 2086, 2118), al cui interno è anche la tomba di Giuseppe di Arimatea (inv. 2094, 2097), l’Orto degli ulivi (inv. 2023, 2030, 2087), dove fu eretto il Carmelo del Pater (inv. 2067, 2122), l’arco dell’Ecce Homo (inv. 2004, 2068), la Via Dolorosa40 (inv. 2018), la Chiesa della flagellazione (inv. 1987). Altre zone di Gerusalemme sono raffigurate nelle incisioni del Monte Sion, con la città vista dall’alto (inv. 2008), la Tomba di Zaccaria (inv. 2021), la fontana degli Apostoli (inv. 2123) e quella di San Filippo (inv. 2142), il muro del pianto degli Ebrei (inv. 2112). Fuori le mura, è raffigurato il Golgota, luogo della Crocifissione (inv. 2003) e la piscina di Siloe (inv. 2085), dove giunge l’acqua tramite il tunnel di Ezechia (inv. 2038, 2078, 2019,). A Gerusalemme, sorgeva anche la Moschea di Omar (inv. 1979, 1988, 1993, 2025, 2055), luogo di culto della religione mussulmana, ripreso nelle matrici da più prospettive e angolazioni.

Poco fuori Gerusalemme, Giosafat, che è ricordata per la sua valle (n. inv. 2053).

INV. TITOLO AUTORI

2053 Valle di Giosafat Assente

Betlemme è raccontata attraverso 6 matrici per incisioni.

INV. TITOLO AUTORI

2033 Betleem Non leggibile

2076 Betleem E. M.

2081 Betleem Harral

2083 La grotta di Betleem Assente

2093 Vasche di Salomone Leonard

2104 Culla di Gesù Assente

Questa città è indicata dalla tradizione cristiana quale luogo di nascita di Gesù. Sono presenti matrici relative a vedute panoramiche (inv. 2033, 2076, 2081), alla grotta (inv. 2083) e alla culla in cui fu deposto il Bambino (inv. 2104). Sulla strada per arrivare in città, sono situate le vasche di Salomone (inv. 2093), che costituivano la principale risorsa idrica della zona. Nelle immediate vicinanze, sorge la cittadina di Adullam, dove Davide si rifugiò in una grotta per sfuggire al re Saul (inv. 2101).

INV. TITOLO AUTORI

2101 Grotta di Adullam Whymper

40 Era questa la via percorsa da Gesù per arrivare al Calvario. Le matrici della raccolta Martelli (inv. 2149, 2150, 2151, 2152, 2153, 2154) riproducono le cosiddette stazioni, che rappresentano i momenti più salienti di questo percorso. Altri luoghi legati alle ultime ore di Gesù sono ripresi in altrettante matrici (n. inv. 2074, 2138, 2140, 2147, 2155, 2156).

(22)

A Nazaret, secondo i Vangeli, Maria avrebbe ricevuto in un santuario (inv. 1998) l’Annuncio dall’arcangelo Gabriele della nascita del Figlio, che qui avrebbe trascorso la giovinezza. Si conserva anche una matrice raffigurante un edificio probabilmente religioso (inv. 2011) e un’altra che raffigura il pozzo (inv. 2066) dove, secondo la tradizione cristiana, la Vergine attingeva l’acqua.

INV. TITOLO AUTORI

1998 Santuario dell’Annunciazione Soupey

2011 Nazaret Soupey

2060 Pozzo della Vergine Tromsch Olletz

Nelle zone circostanti queste località ne sorgono altrettante, alcune ora sparite, riprodotte nei loro punti salienti all’interno di una storia sui luoghi sacri, raccontata attraverso queste matrici.

Betania è nota per essere la città di Lazzaro, che fu resuscitato da Gesù. Una veduta

(n. inv. 2063) e la tomba del Santo (n.inv. 2017, 2057) sono riprodotte su due matrici.

INV. TITOLO AUTORI

2017 Tomba di Lazzaro Trupsch&Guest 2057 Esterno della tomba di Lazzaro Assente

2063 Betania Assente

Di Tiberiade, nelle 4 incisioni della raccolta Martelli, si riconoscono il lago (inv. 2071, 2136), le mura cittadine (inv. 2072) e un panorama (inv. 2039). Su una delle sponde del lago, si trovava la piccola cittadina di Magdala (inv. 1984), di cui era originaria Maria Maddalena e dove, probabilmente, sorgeva una chiesa (inv. 1983).

INV. TITOLO AUTORI

1983 Rovine della chiesa di S. Maria

Maddalena E. Mazzanti

1984 Magbdala E. Mazzanti

2039 Tiberiade Pan

2071 Mura di Tiberiade Ducci

2072 Tiberiade e il suo lago TBE 2136 Lago di Tiberiade? – Mar Morto? E. Mazzanti

A Betsaida sarebbero nati gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo. Due incisioni ne raffigurano la Piscina (inv. 1978, 1989), dove si narra che Gesù guarì un paralitico.

INV. TITOLO AUTORI

1978 La Piscina superiore Tourfaut – Mathieu 1989 Piscina di Betsaida Bale&Holman – P.S.

(23)

Di Betfagea si conservano due matrici che mostrano La Pietra di Betfagea da due angolazioni diverse.

INV. TITOLO AUTORI

1970 Pietra di Betfagea Dumont

1973 Pietra di Betfagea Dumont

Il Monte Carmelo è una catena montuosa, nella regione della Galilea, scelta dai monaci carmelitani per insediarvi il loro ordine monastico; la matrice presente nella raccolta ne offre una veduta (inv. 2098).

INV. TITOLO AUTORI

2098 Monte Carmelo E.M – Ardinghi Inc

La cittadina di Acri è conosciuta anche con il nome di San Giovanni d’Acri; ne viene rappresentato un chiostro (inv. 1975).

INV. TITOLO AUTORI

1975 Un chiostro in San Giovanni d’Acri Assente

Il fiume Giordano, dove fu battezzato Gesù, è un altro luogo sacro, dove si celebrarano messe dei pellegrini in viaggio, come testimonia una matrice (inv. 2148).

INV. TITOLO AUTORI

2148 Messa al Giordano A.I. – A. Hauger

Di Gerico si riproduce l’acquedotto di Gerico (inv. 2099) e la fonte di Eliseo (inv. 2121).

INV. TITOLO AUTORI

2099 Acquedotto di Gerico Assente

2121 Fonte di Eliseo WF

Di Babilonia si conserva una veduta panoramica (inv. 1971).

INV. TITOLO AUTORI

1971 Babilonia E. Mazzanti

Ebron è una piccola cittadina la cui moschea viene ripresa in 3 matrici (inv. 2036,

2109, 2130). Anche il pozzo di Giacobbe (inv. 2143) sorgeva in quella zona, così come la grotta della quercia di Mamre (2096).

(24)

INV. TITOLO AUTORI

2036 Ingresso della Moschea di Ebron Assente 2096 La quercia di Mambre Assente

2109 Moschea d’Ebron E.M – Ardinghi Inc. 2130 Moschea di Ebron Non leggibile 2143 Pozzo di Giacobbe e della Samaritana E. Mazzanti

Aronne, fratello di Mosè, fu seppellito sul Monte Hor (inv. 2133) sulla cui sommità fu eretto un santuario, con all’interno la sua tomba (inv. 2125, 2132). La matrice (inv. 2133) è presente nell’Inventario di Casa Martelli con il titolo Monte Hon, come riportato sul bollino che chiudeva la carta in cui era avvolta.

INV. TITOLO AUTORI

2125 Cella sotterranea della tomba

di Aronne E. Mazzanti 2132 La tomba di Aronne E. Mazzanti

2133 Monte Hon E. Mazzanti

La città di Saida è presente nella raccolta con 2 matrici, una ne riproduce il molo (inv. 1980), l’altra una veduta (inv. 1981).

INV. TITOLO AUTORI

1980 Molo di Saida Tourfaut – Mathieu

1981 Veduta di Saida E. Mathieu

Il monte Sinai è raffigurato in una panoramica (n. inv. 2014), dove sorge anche un convento (inv. 2062). Esiste anche la rappresentazione, in una carta topografica, delle terre del basso Egitto (inv. 2075).

INV. TITOLO AUTORI

2014 Il Monte Sinai Assente

2062 Convento del Sinai Trupsch&Guest 2075 Carta topografica del basso Egitto Assente

A Mosul, antica Ninive, di cui una matrice riporta le rovine (inv. 2128), sorgeva la tomba del profeta Giona (inv. 2029). A qualche chilometro di distanza, Khorsabad, ugualmente riprodotta in una lastra (inv. 2015).

INV. TITOLO AUTORI

2015 Korsabad P. Maurand

2029 La Tomba di Giona E. Mazzanti

(25)

Nella raccolta Martelli è presente anche il Libano, con una veduta di una imprecisata località (inv. 2035), il fiume Oronte (inv. 2044) e le rovine di Balbeec (inv. 2048).

INV. TITOLO AUTORI

2035 Cedri del Libano Assente

2044 Oronte G. Maurand

2048 Rovine di Balbeec E. Mazzanti

Il Mar Morto è presentato grazie a due illustrazioni (inv. 2020, 2056).

INV. TITOLO AUTORI

2020 Mar Morto C. R. – A. Gusmand

2056 Mar Morto presso Masada Assente

Di Damasco viene rappresentato il luogo della caduta di San Paolo (inv. 2077), una strada che conduce in citta (inv. 2000), le mura (inv. 2007) e la Porta San Paolo (inv. 2049).

INV. TITOLO AUTORI

2000 Via diretta a Damasco E. Mazzanti 2049 Porta San Paolo a Damasco E. Mazzanti 2007 Mura presso la porta

di San Paolo a Damasco E. Mazzanti 2077 Luogo della caduta di San Paolo

presso Damasco

Assente

La veduta panoramica sui luoghi santi dal Monte Nebo è ripresa in una matrice (inv. 1976). Secondo il Deuteronomio41, quì, il profeta Mosé ebbe la visione della Terra Promessa che Dio aveva destinato al suo popolo.

INV. TITOLO AUTORI

1976 Monte Nebo E. Mazzanti

A Sebaste, antica zona della Samaria (inv. 2095), regione montuosa tra la Galilea e la Giudea, sorgeva la tomba di San Giovanni (inv. 1982). È anche il luogo dove avvenne, nel 320 a. C. il martirio di un gruppo di soldati romani (inv. 2110), torturati per la loro fede cristiana.

41 «Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al Pisga, che è di fronte a Gerico. E il Signore gli fece vedere tutto il paese: Galaad fino a Dan,tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse, tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, la regione meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle palme, fino a Soar.»

(26)

INV. TITOLO AUTORI

1982 Tomba di San Giovanni a Sebaste E. Mazzanti 2095 San Giovanni a Samaria Assente

2110 Torre dei quaranta martiti E.M – Ardinghi Inc.

Di San Giovanni a Montana si raffigura il convento (inv. 2009) e una delle cappelle interne (inv. 2045).

INV. TITOLO AUTORI

2009 San Giovanni in Montanori E. Mathieu – Hauger 2045 Cappella del Magnificat

in San Giovanni in Montana Assente

Infine, non è stato possibile identificare, da un punto di vista geografico, 46 matrici, principalmente perché riportano un titolo e un soggetto generico e quindi mal interpretabile anche alla luce del vero e proprio percorso intrapreso dalle carovane.

INV. TITOLO AUTORI

1968 Tempietto Ardinghi

1969 Interno di chiesa con tramezzi e personaggi

E. Mazzanti

1985 Non identificato Assente

1986 Kurnsurtabah;

due persone in un paesaggio Assente 1990 Catacombe; Interno buio con uomini e

donne con lanterne Trupsch&Guest

1997 El cubebe E. Mazzanti

1999 Cannobim;

Città con minareti Therond 2002 Cappella dello Spasimo A. Iacob 2005 Luogo delle donne piangenti T. 2012 Veduta di una chiesa con cupola e

porticato e con cipressi sulla sinistra Soupey 2016 Veduta di una città Whymper Sc.

2026 San Salva S. A (A. S?)

2031 Luogo degli Apostoli Lealal – Pealat 2037 La pietra dell’unzione E. Mazzanti

2040 Valle scritta Assente

2041 Chiesa con cupola e mura Tachon

2043 Luogo delle Marie Assente

2047 Betel E. Eroye – WHP

2059 Porta – Portale con conchiglia, bassorilievi e trabeazione

con ghirlande

WHBrever – Walmsley 2061 Luogo della Cintola Daudenarde – A. Gusmand

2064 Pietra dell’unzione Grenier

2066 Tomba di San Saba A. Ardinghi Incis. 2070 Personaggi con personaggi e case Assente

2082 Paesaggio con paese arroccato,

pellegrino e palma Assente

2089 Kulbet el Mirad Ardinghi Inc.

2091 Tomba di Fines RC

(27)

2113 Lato orientale

dell’area del Tempio G. Ducci 2115 Borgo con campanile, rovine,

città sullo sfondo

P. Skellor – Whymper S 2116 Tomba di…in Egitto E. Mazzanti

2120 Caravan-serragli Assente

2124 Il grande Ermon E. Mazzanti

2127 Matariet Assente

2129 I pozzi di Bersabea E. Mazzanti 2137 Città murata in collina E. Mazzanti 2139 Giardino con mura diroccate E. Mazzanti 2140 Luogo della spogliazione

delle vesti Assente 2145 Cappella della erezione

della Croce Assente 2146 Il monte del mal consiglio E. Mazzanti

Personaggi: 27 matrici

Oltre alle vedute, le matrici propongono 12 “istantanee” di vita quotidiana, scene in cui sono protagonisti personaggi comuni, colti nelle loro quotidiana attività: le lavandaie (inv. 1977), i venditori di arance (inv. 2119), le donne alla mola (inv. 2027), i beduini che abitano il deserto (inv. 2022), i pellegrini in viaggio (inv. 2032, 2051), a riposo (inv. 1991), durante la messa (inv. 2034) o in una sosta al Carmelo (inv. 2042). Alcune di queste immagini sono in grado di offrire uno spaccato sui costumi tradizionali e sulle caratteristiche fisionomiche delle persone; a tal proposito, basterà osservare un uomo col turbante (inv. 2088) e un pellegrino con bastone (inv. 2069), per capirne le fattezze, oppure il beduino del Simar (inv. 2126).

INV. TITOLO AUTORI

1977 Lavandaie in Gerusalemme E. Mazzanti 1991 Riposo nel deserto

con cammelli e botti Sargent

2022 Beduini W. LT

2027 Donne alla mola W. Thomas

2032 Carovana di Greci C. R. – A. Gusmand 2034 Greci al Giordano C. R. – A. Gusmand

2042 Carovana al Carmelo Uses

2051 Nazaret con la carovana A. Atigal 2069 Pellegrino con bastone Assente

2088 Uomo con turbante Assente

2119 Venditori di aranci in Gerusalemme E. Mazzanti

2126 Beduino del Simar Assente

Troviamo inoltre 5 immagini di effigi legate alla tradizione cristiana: i Re Magi, ripresi nel momento del riposo sulla strada (inv. 2073) che li conduce alla grotta (inv.

(28)

1995), dove si recano anche i pastori (inv. 2013), oppure alcuni profeti, come Amoas (inv. 1974) e uno non ancora identificato (inv. 2058).

INV. TITOLO AUTORI

1974 Amoas Assente

1995 Arrivo dei Magi Tourfaut – Mathieu 2013 Grotta con pastori Trupsch&Guest

2058 Un profeta Hotelin

2073 Riposo dei Magi sulla strada da Jerusalem a Bethleem

Mageilan – Mathieu

In alcuni casi, le matrici riproducono il ritratto a mezzo busto di importanti personaggi dell’Ottocento per ricordarne le gesta, o per celebrare particolari opere che, al momento della stampa del periodico, venivano compiute in Terra Santa. È il caso di Don Teodoro di Ratisbona (1814-?) (inv. 2065), ricordato per aver fondato nel 1843 l’ordine delle Suore di Nostra Signora di Sion, per assistere ed educare gli orfani ebrei. Don Teodoro partì per la Terra Santa il 12 settembre 1855, e l’anno dopo lo raggiunsero le Suore, stabilendosi in quei territori. Anche suo fratello Alfonso (inv. 2092), si dedicò alla vita religiosa.

Félicien De Saulcy (1807-1880) (inv. 2100), si è distinto, oltre per il ruolo istituzionale di senatore durante il Secondo Impero napoleonico, anche per aver dato un grande contributo all’archeologia biblica, avendo effettuato diversi viaggi in Oriente e nei luoghi sacri. Vi sono anche padre Guido da Cortona (1841-1903) (inv. 2105) che fu custode di Terra Santa dal 1880 al 1886 e successivamente, dal 1896 al 1901, vescovo di Cortona; Monsignor Vincenzo Spaccapietra (1801-1878) (inv. 2111) arcivescovo di Smirne che ricevette la nomina dalla Santa Sede alla Presidenza del Concilio; Monsignor Giuseppe Valerga42 (inv. 2108) che fu il primo patriarca latino di Gerusalemme, ivi deceduto nel 1872. Altre due religiosi effigiati sono Monsignor Giuseppe Audu (1790-1878) (inv. 2131), patriarca di Babilonia, e Monsignor Bostani43 (inv. 2106).

INV. TITOLO AUTORI

2065 Don Teodoro di Ratisbona Assente

2092 Ratisboune Alfonse XA. R. B.

2100 De Saulcy Chevalier

2105 Padre Guido da Cortona FC sc.

2106 Monsignor Bortani Ardinghi

2108 Monsignor Giuseppe Valorga J. Robertson – A. Breton

42 Non si possiedono notizie certe circa le date di nascita e morte.

43 Non sono state rinvenute notizie biografiche che lo riguardino. Il titolo della matrice, come indicato dall’Inventario Martelli, è errat: quello corretto è Monsignor Pietro Bostani, come riportato su “La Terra Santa”, a. IV, n. 12 del 1 maggio 1880.

(29)

2111 Monsignor Spaccapietra Ardinghi

2131 Monsignor Audu Ardinghi

Fanno parte della raccolta anche due matrici impiegate per stampare l’immagine di copertina del periodico “La Terra Santa. Periodico mensile illustrato consacrato ai luoghi santi e alle opere cattoliche d’Oriente”. La prima (inv. 1992) fu impiegata solamente per i 12 numeri della prima annata, dal 1 giugno 1876 al 1 maggio 1877 mentre la seconda (inv. 2114) fu utilizzata per gli anni che seguirono, fino all’ultimo numero del 1 maggio 1894.

INV. TITOLO AUTORI

1992 Angelo in preghiera nello sfondo una città ed una stella

NXF – A. Ardinghi Inc

2114 Frontespizio E.M. – E. O. IN

Oggetti e dettagli: 6 matrici

Quattro matrici sono dedicate alla rappresentazione di oggetti, ovvero la Stele di Diban (inv. 1994), un libro aperto tenuto da due mani (inv. 2135) e delle trine (inv. 2079, 2080). Particolari sono anche due studi di un pilastro di un tempio (inv. 1996, 2010).

INV. TITOLO AUTORI

1994 Stele Diban Assente

1996 Pilastro del tempio Assente

2010 Pilastro del tempio Trianon – V.

2079 Trina Assente

2080 Due trine Assente

(30)

Esempi di matrici che raffigurano luoghi, personaggi e oggetti della Terra Santa

Fig. 4 – Una via di Gerusalemme, incisore ignoto, rame/supporto in legno, inv. 2102 Fig. 5 – Beduino del Simar, incisore ignoto, rame/supporto in legno, inv. 2126 Fig. 6 – Stele Diban, incisore ignoto, rame/supporto in legno, inv. 1994

(31)

II. 3 – Autori

Sulle matrici compare generalmente sul margine in basso a destra la firma dell'incisore, sul lato sinistro la sigla del disegnatore, talvolta con un monogramma, delle iniziali o uno pseudonimo, spesso non leggibili per l’usura delle stesse matrici.

Come anticipato, l’elaborazione di una stampa necessita una doppia collaborazione: da un lato, l’illustratore che elabora il disegno, e dall’altro, l’incisore che traduce il disegno sulla lastra o sul legno; in alcune occasioni, l’incisore predispone anche il disegno.

Le matrici di Casa Martelli furono eseguite da una notevole quantità di artisti, dei quali finora si hanno solo scarsissime notizie, reperite attraverso due fonti principali: “Il Dizionario degli incisori” di Giorgio Milesi44 e il “Dictionnaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs” di Jean Pierre Benezit45. Nessuna informazione relativa alle immagini realizzate per la stampa “La Terra Santa: periodico mensile illustrato consacrato ai luoghi santi e alle opere cattoliche d'Oriente”46o “La Terre Sainte. Journal des lieux-saints: Jérusalem, Rome et des principaux sanctuaires du monde catholique”47, e ai laboratori presso cui le matrici furono realizzate.

Gli artisti che operarono nell’illustrazione dei periodici sono di nazionalità francese, italiana e inglese. L’analisi proposta nelle pagine seguenti li vedrà suddivisi in due gruppi: disegnatori e incisori. Verranno proposte delle tabelle in cui si presentano, in maniera schematica, le informazioni relative alle matrici da loro realizzate ed eventualmente stampate sia su “La Terra Santa”, di cui sono state consultate tutte le annate, seppur con qualche lacuna, dal primo anno di edizione, il 1876, fino all’ultimo, il 1894, che sul periodico francese “La Terre Sainte”, la cui consultazione si è limitata alle prime tre annate, dal 1875 al 1878. Il titolo riportato è quello indicato nell’Inventario dell’Archivio di Casa Martelli48, in alcuni casi, al momento della stampa, subirà delle variazioni.

44 Vedi Giorgio Milesi, Dizionario degli incisori, Bologna, Minerva Italica, 1982.

Uno dei limiti di questo volume è dato dalla presenza degli incisori nati entro il 1870, data considerata come la fine della stampa antica e inizio di quella moderna. Comprende 20.000 voci, quasi 1.000 approfondimenti su autori e più di 500 riproduzioni.

45 Vedi Jean Pierre Benezit, Dictionnaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs, Parigi, Librairie Grund, 1976.

46 In seguito, verrà citato in forma abbreviata “La Terra Santa”. 47 In seguito, verrà citato in forma abbreviata “La Terre Sainte”.

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