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Ai confini dell'Impero romano. La Mauretania: evoluzione politica e sociale

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UNIVERSITÀ DI PISA

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Corso di Laurea Magistrale in Archeologia

TESI DI LAUREA

AI CONFINI DELL’IMPERO ROMANO

LA MAURETANIA: EVOLUZIONE POLITICA E SOCIALE

RELATORE

Prof. Maurizio PAOLETTI

CANDIDATO

Stefano DE NISI

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RIASSUNTO ANALITICO

L’espansione romana nel panorama mediterraneo è un fenomeno che ha concentrato su di sé, nel corso del tempo, l’interesse di numerosi studiosi che affascinati da esso si sono cimentati a comprenderne i motivi e il modus operandi seguito nelle diverse circostanze che hanno consentito a Roma, potenza che puntava all’egemonia sul Mediterraneo, di emergere rispetto ad altre. Sono numerose le realtà politiche e territoriali che entrate a far parte del meccanismo romano hanno acceso l’interesse della comunità scientifica. Tuttavia mentre alcune provincie hanno concesso, grazie alla gande documentazione archeologica, epigrafica e letteraria a esse inerenti, di avere un quadro quasi completo della storia e dell’evoluzione politico-economica e sociale del territorio, per la Mauretania non è propriamente così. Questa regione, nonostante la sua posizione di “ponte” tra due continenti, è stata per un ampio periodo estranea alle vicende che si susseguivano nel bacino del Mediterraneo ed è solo con l’arrivo di Roma che questo territorio assume una qualche rilevanza economica e politica. Ovviamene non s’intende, dicendo ciò, sottovalutare la precedente spinta urbana, sociale ed economica avuta grazie alla colonizzazione punica né s’intende sottostimare il valore dei regnanti mauri e il loro ruolo di figure chiave nella crescita di questi territori; si afferma semplicemente che l’arrivo di Roma in queste terre ha indotto fenomeni di crescita in tutti i campi: da quello politico a quello economico e ha interessato numerosi aspetti da quello urbano a quello sociale. Pur considerando tutti questi fattori positivi che si attivano con la presenza di Roma in questa parte di Africa, è quasi sorprendente come in questa provincia non si riuscirà mai a instaurare una completa Pax. Questo lavoro si prefigge di comprendere come sia avvenuta la colonizzazione di questi luoghi e in che misura la presenza romana abbia portato cambiamenti sociali, economici e culturali.

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INDICE

INTRODUZIONE ... 7

CAPITOLO I STORIA DELLA MAURETANIA ... 9

I.1 L’Africa e Roma. ... 9

I.2 Gli albori di una nuova provincia. ... 14

I.3.1 La costituzione delle due Mauretanie. ... 16

I.3.2 Dalla Tetrarchia ai Vandali. ... 21

I.4 Osservazioni sulle caratteristiche economiche del territorio. ... 28

I.5. Culture a confronto. ... 33

CAPITOLO II CURSUS HONORUM E CAMBIAMENTI NELLE PROVINCE MAURE.. ... 38

II.1 Il cursus honorum nascita ed evoluzione. ... 38

II.2 Carriere politiche parallele: l’importanza dell’Ordo Senatorius. ... 47

II.3 Carriere politiche parallele: l’importanza dell’Ordo Equestris. ... 48

II.4 Nascere in provincia: percorsi politici di alcuni personaggi mauri. ... 52

CAPITOLO III L’ONOMASTICA IN MAURETANIA. ... 70

III.1.1 L’onomastica latina e l’origine dei tria nomina. ... 70

III.1.2 Suffissi dei nomina e cognomina romani. ... 72

III.2 L’onomastica all’indomani della conquista. ... 75

III.3 Onomastica delle province. ... 78

CAPITOLO IV STORIA, URBANIZZAZIONE ED EVOLUZIONE DEI CENTRI ABITATI E DELLE CAMPAGNE: TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE, ARTISTICHE, EPIGRAFICHE E LETTERARIE. ... ... 88

IV.1 Penetrazione nel territorio: lo spazio geografico nella percezione degli autori antichi. ... 88

IV.2 Prove di “romanizzazione”. ... 96

IV.2.1 Tingis. ... 100

(5)

IV.2.3 Caesarea. ... 103

IV.3 Spazio urbano e spazio rurale. ... 104

IV.4 Limes: confini e sicurezza. ... 110

CONCLUSIONI ... 119

INDICE DELLE ABBREVIAZIONI ... 123

BIBLIOGRAFIA ... 124

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INDICE DELLE FIGURE

Fig. 1. Da Panetier J.-L., Volubilis, une cité du Maroc antique. Paris, 2002, 46.

Fig. 2. Mauretania Cesariense tra I a.C. e I d.C., da Euzennat M., La frontière romaine

d’Afriquein CRAI, n. 2, 1990. 568.

Fig. 3. Carta degli insediamenti costieri secondo Tolomeo. Da Ph. Leveau, Recherches historiques sur une région montagneuse de Maurétanie Césarienne : des Tigava Castra à la mer, in MEFRA 1977, 296.

Fig. 4. Area agricola intorno a Volubilis. Da R. Rebuffat, L’Habitat en Maurétanie

Tingitane, in CRAI 2006, n. 1. 599.

Fig. 5. L'impianto militare della parte meridionale della Mauretania Tingitana (bacino di

Sebou).Da Rebuffat R., L’Habitat en Maurétanie Tingitane, in CRAI, 2006b. 572.

Fig. 6. Fortificazioni della Mauretania Cesariense, da Euzennat M., La frontière romaine

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INTRODUZIONE

Questo lavoro è stato concepito per riuscire a comprendere meglio una realtà territoriale ancora oggi, nonostante tutti gli studi che si sono occupati di essa, per gran parte oscura. Il fine ultimo di questo lavoro di tesi era quello di raccogliere il maggior numero d’informazioni inerenti al popolamento della Mauretania basandosi in modo particolare sul dato epigrafico, per riuscire a comprendere come e in che modo Roma avesse influito in questa regione di difficile controllo politico e culturale e in che percentuale gli abitanti della provincia abbiano concorso alla vita pubblica in prima battuta delle loro città e quindi di Roma.

Nel primo capitolo ci si è limitati a trattare della storia politica ed economica di questo territorio concentrandosi quasi esclusivamente sul periodo che lo vede compreso nelle dinamiche politico-economiche di Roma.

In modo marginale è stato anche trattato il periodo inerente ai regnanti di Mauretania ma di questo periodo, che già presenta numerose trattazioni in merito, sono state considerate, in questo lavoro, soltanto le dinamiche politiche ed economiche.

Il secondo capitolo funge da trait d’union tra ciò che si dice nel primo capitolo e il corpo della trattazione che si scioglie nel quarto capitolo.

Si parte quindi con un generico excursus incentrato sulla nascita, formazione e trasformazione del cursus honorum per poi spostarsi sull’indagine dei due principali

ordines che erano espressione della vita politica ed economica prima della repubblica e poi

dell’impero, analizzando in particolar modo per quest’ultimo periodo il cambio d’ingerenza dei due nel servizio politico.

Si passa quindi ad analizzare una serie di epigrafi contenute in Année Épigraphique e alcune contenute in CIL VIII, cercando di comprendere luogo di provenienza e magistratura coperta dall’individuo.

Il capitolo tre tratta della delicata questione dell’onomastica che per quanto concerne la Mauretania è ancora non del tutto indagata e compresa, in questo lavoro si cerca di offrire al lettore, una generale introduzione all’onomastica di questa provincia cercando di proporre con la massima chiarezza quanto si è riuscito a comprendere in merito al fine di concedere a chiunque di rapportarsi in maniera meno distaccata con la realtà epigrafica e culturale della Mauretania.

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Il capitolo quattro si occupa di chiarire le dinamiche abitative ed espansive che nel corso dei secoli di dominazione romana si sono succedute in questo territorio. Nel capitolo si ripercorre la geografia del territorio e si cerca di individuare le differenti dinamiche abitative e in modo particolare individuando le realtà urbane vere e proprie e di conseguenza identificando abitati rurali o piccole realtà insediative sparse nel territorio.

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CAPITOLO I

STORIA DELLA MAURETANIA.

I.1 L’Africa e Roma.

La storia che lega Roma e l’Africa non è da ridurre solo a una mera azione di conquista militare, infatti, i rapporti tra queste due realtà sono molto più profondi di quanto l’occhio del semplice lettore possa cogliere.

Relativamente ai tempi più antichi è possibile riconoscere stretti e reiterati contatti in particolar modo di tipo commerciale tra l’Italia tirrenica e l'Africa settentrionale1

.

Per quanto concerne Roma, la tradizione letteraria fa risalire i contatti con l’area Cartaginese al VI sec. a.C., quando queste due potenze del Mediterraneo iniziarono a intavolare i primi trattati2.

Ovviamente questa situazione di pacifica convivenza non sarebbe durata a lungo: causa di attriti politici, economici e dei problemi legati all’egemonia territoriale che in breve avrebbero preso il sopravvento sfociando in quelle che comunemente sono chiamate guerre puniche. Dopo ben tre sanguinose guerre, Roma nel 146 a.C. espugnò e rase al suolo Cartagine sancendo, di fatto, il suo predominio assoluto nel Mediterraneo occidentale3. Un’ulteriore espansione in territorio Africano si ebbe a seguito della guerra tra Cesare e Pompeo4 che portò alla conquista da parte di Cesare della Numidia, che egli nel 45 a.C. trasformò nella provincia di Africa Nova5 per distinguerla dai territori che Roma aveva precedentemente acquisito e ora denominati Africa Vetus. Una definitiva sistemazione delle due province si ebbe solo nel 27 a.C. quando Augusto costituì la provincia dell’Africa

Proconsularis6.

Dopo questo rapido riassunto storico inerente alle prime esperienze di conquista e ordinamento politico-amministrativo del territorio Africano è giunto il momento di soffermarsi sulla questione principale di questo lavoro: la Mauretania.

1L ASSÈRE 1977,41-42. 2 ROMANELLI 1959,1;WARMINGTON 1968,198-200. 3R OMANELLI 1959,43-57. 4P ICARD 1990,26-29. 5B ENABOU 1976, 26-27. 6 ROMANELLI 1959,153-154;BENABOU 1976,45-46.

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In epoca romana era chiamato Mauretania un territorio molto ampio che si estendeva per tutto il Marocco mediterraneo, per parte dell’attuale Mauritania e per una discreta porzione della costa dell’Algeria fino al Wadi el-Kebir7

.

Il territorio presenta due grandi catene montuose nella parte nord-occidentale, una di queste è la nota catena montuosa del Rif, mentre l’altra, ben più estesa della prima è detta catena dell’Atlante; quest’ultima si estende su tutta la fascia centrale degli attuali Stati di Marocco, Algeria e Tunisia; a sud il territorio è invece dominato dall’imponente deserto del Sahara8.

La componente idrica se pur limitata era ed è tuttora determinante per la prosperità della provincia: si diramavano con andamento da sud verso nord una serie di fiumi, il cui regime non permetteva la navigazione, che erano e sono ancora oggi utilizzati in ambito agricolo. Importante è inoltre la presenza di alcuni corsi d’acqua stagionali che scorrevano da ovest verso est e che contribuivano ad aumentare la ricchezza idrica del territorio.

In questo contesto vivevano una serie di tribù9 che Polibio identifica con il nome di Μαυρούσιοι10, altri autori usano invece il termine Μαύροι11

da cui poi derivò il termine

Mauri12 usato dagli scrittori latini13. Una di queste tribù citata da Strabone14 avrebbe, di fatto, fondato lo Stato di Mauretania15, questo regno poi si accrebbe a seguito della guerra Giugurtina alla quale i Mauri parteciparono come alleati di Roma16.

Le prime e più complete informazioni pervenute riguardano due re: Baga17 e Bocco I, riguardo al primo non si hanno molte informazioni mentre il secondo è ricordato dagli scrittori antichi come sovrano dei Mauri18, regnante scaltro e lungimirante; egli era imparentato con Giugurta re dei Numidi al quale concesse in sposa la figlia. Tuttavia quando le prospettive di uno scontro tra Roma e la Numidia sembravano acuirsi, Bocco prese l’iniziativa e tentò di concludere un’alleanza con i Romani a scapito del genero

7R INALDI TUFI 2000,363. 8L ASSÈRE 1977,27-28. 9

DECRET –FANTAR 1981,70-71; DESANGES 1999,27-28.

10P

OLYB., 15, 11, 1

11D

IO.CASS., 60, 9,1; DIOD., 13, 80; J., AJ, 1, 6 133 e BJ, 2, 16, 381; PAUS., 1, 33, 5 e 8, 43, 3; STR., 17, 3, 2.

12P LIN. HN, 5, 17. 13G EBBIA 2004a,480. 14 STR.,17,3,2. 15S TR., 2, 3, 4 e 17, 3, 2; VITR., 8, 2, 6. 16R OMANELLI 1959,72-88. BENABOU 1976, 48-50; 17D

ECRET –FANTAR 1981,72-73; MAJDOUB 2006,259.

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11

Giugurta ma le sue speranze furono disattese quando il senato di Roma, nel 111 a.C., declinò la sua offerta di amicizia19.

Quest’affronto spinse Bocco ad allearsi militarmente con Giuba, nel 107 a.C., e a riconfermare nuovamente gli accordi nell’anno successivo grazie ai quali ottenne la cessione di alcuni territori numidi. L’ostilità e gli intenti del re di Mauretania divennero chiari a Roma quando lo stesso accolse nei suoi territori i disertori Romani fuggiti dal campo di battaglia in seguito ad un duro scontro contro l’esercito numidico; fu nel 106 a.C. che l’esercito di Bocco, composto in massima parte da cavalleria, affrontò in una battaglia campale l’esercito guidato da Mario.

Dopo lo scontro Bocco e Mario, resosi entrambi conto di quelle che sarebbero potute essere le conseguenze di un conflitto, iniziarono le trattative per stabilire una pace separata con la quale Bocco ottenne il titolo di amico di Roma e in seguito a ciò fu lo stesso re Mauro a porre fine alla guerra giugurtina consegnando il re numidico a Silla20.

Alla morte di Bocco I la Muretania fu divisa in due parti e affidata rispettivamente a Bocco II, figlio di un non meglio noto re Soso21, e Bògud, il primo ebbe in sorte la parte orientale e al secondo spettò la parte occidentale22, il confine tra i due regni era rappresentato dal fiume Mulucha, questo stesso riferimento sarà poi adottato per le successive ripartizioni tra Mauretania Tingitana e Mauretania Cesariense23. Dopo un periodo di relativa pace e prosperità, a sconvolgere gli equilibri intervenne la guerra civile tra Mario e Silla che non risparmiò neppure l’Africa, molti furono coloro che qui parteggiarono per Mario: alcuni di essi erano cittadini di Roma che vivevano in Africa, altri invece erano i fortunati che erano riusciti a sfuggire alle proscrizioni sillane, altri ancora erano indigeni mossi dai dissidi interni al regno numida; la Mauretania all'opposto rimase fedele a Silla. La guerra iniziata in Italia si spostò molto rapidamente anche in Africa, qui le forze mariane presenti e guidate da Gneo Domizio Enobarbo furono rapidamente sconfitte grazie al tempestivo intervento di Pompeo il quale subito dopo cercò, al fine di riportare i territori africani alla quiete, di ovviare all’usurpazione del trono Numida poiché l’usurpatore Jarba aveva causato già non pochi problemi a Roma. Quest’ultimo inoltre, cercò invano la collaborazione di Bògud per affrontare ad armi pari i Romani e al fine consolidare la propria posizione, ma la prudenza di Bògud fu superiore ad ogni tipo di corruzione sicché,

19

ROMANELLI 1959,72-73.

20G

REENIDGE 1904,349segg.;GSELL 1928,202segg.

21M AJDOUB 2006,264-265. 22P LIN., nat., 5, 2, 19. 23 RINALDI TUFI 2000,150.

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grazie all’inganno e con la promessa all’usurpatore di azioni in suo favore, riuscì ad attirarlo a se e lo privò in breve tempo di tutte le forze a sua disposizione spianando difatti la strada al ritorno del sovrano legittimo Jempsale e risolvendo a Roma un problema non trascurabile24.

Nel frattempo anche in Mauretania scoppiarono disordini legati a problemi di successione dinastica, ciò spinse il mariano Sertorio ormai alle corde in Spagna e in cerca di sostegno e ricchezze a dirigersi in queste terre per appoggiare le tribù maure in aperto conflitto contro re Ascalis che si era autoproclamato successore al trono di Mauretania25, l’intervento di Sertorio fu fondamentale e la rivolta fu sedata e il regno di Mauretania fu posto in mano ad un certo Mastanesosus26, del quale ancora oggi non ci sono molte informazioni eccezion fatta per alcune monete presentanti il nome MSTNS e MSTNSN27.

Il regno mauro fu nuovamente coinvolto nelle vicende militari di Roma quando nel 49 a.C. iniziava un nuovo conflitto civile che vide coinvolti due tra i più grandi condottieri romani: Cesare e Pompeo28.

In senato, preso atto dello stato di guerra e per tentare di contrastare l’avanzata di Cesare, fu proposto al fine di garantire a Pompeo l’appoggio dei regnanti di Mauretania l’invio in missione diplomatica presso di loro del figlio di Silla29, la proposta tuttavia non fu mai accettata in senato a seguito del veto posto dal tribuno cesariano L. Marcio Filippo30. Pompeo e il senato trovarono tuttavia l’appoggio del re numidico e dei figli di Bocco31

, mentre Cesare ricevette per contro l’appoggio dei regoli mauri i quali però non intervennero quasi mai in maniera decisa nel conflitto, eccezion fatta per il supporto dato da re Bògud al fine di sopprimere la rivolta del questore M. Marcello32e per un’incursione in territorio numida da parte di Bocco che portò alla conquista di Cirta33.

La guerra civile, come è risaputo, voltò a favore di Cesare il quale, morto ormai Pompeo, sconfisse le ultime forze nemiche in Africa e conquistò il regno numida di Giuba. Cesare divise i territori della Numidia, parte divenne dominio di Roma e il resto fu ripartito tra i vari regnanti minori dell’Africa che avevano mostrato la loro realtà a Cesare; nel bottino di

24 MAJDOUB 1998,1321. 25R OMANELLI 1959,92-97. 26M AJDOUB 2006,261-262. 27M AZARD 1955, n. 99-100, 101-102; MAJDOUB 2006,262-263. 28R OMANELLI 1959,111-120. 29 CAES.,civ., 1, 6. 30R OMANELLI 1959,113. 31M AJDOUB 1998,1324. 32R OMANELLI 1959,116-117. 33 APP., BC, 4, 54.

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guerra trasportato a Roma, era compreso anche il figlio di Giuba I, Giuba II, futuro re di Mauretania34.

Alla morte di Cesare la situazione iniziò a surriscaldarsi, l’inaspettata scomparsa del condottiero romano causò gravi disordini a Roma che sfociarono in aperto conflitto tra gli assassini di Cesare e i fedelissimi dello stesso. Anche in Africa gli effetti di questa prematura scomparsa causarono nuove ribellioni, qui infatti, approfittando del vuoto di potere creatosi a Roma, un figlio di Massinissa, Arabione, si riappropriò dei territori concessi dallo stesso Cesare, dopo la sconfitta di Giuba I, a Bocco e al re minore Sizio35. Dopo questa inaspettata mossa, Sizio si schierò con i triumviri e partecipò attivamente allo scontro contro i cesaricidi Cornificio e Lelio36. Da lì a poco l’Africa ritornò ad avere un ordinamento politico sufficientemente stabile.

I triumviri riuscirono grazie alle loro abilità politiche e militari a sconfiggere gli assassini di Cesare, tuttavia la tensione era ancora alle stelle. Ora iniziava a venire meno, non essendo più in vita i congiurati, il significato stesso dei patti triumvirali e per contro iniziavano ad acuirsi le antipatie tra Marco Antonio e Ottaviano entrambi aspiranti successori alla guida della Res Publica.

I desideri di entrambi i triumviri sfociarono in aperto conflitto nel 43 a.C.37; nell’aspro contenzioso tra Ottaviano e Antonio i regnanti di Mauretania ebbero un ruolo cruciale, Bocco scelse di parteggiare per il primo mentre Bògud per il secondo. Bògud probabilmente38 offrì il suo aiuto ad Antonio già nel 43 a.C. durante la battaglia di Modena39, alcuni anni dopo la guerra di Perugia le sue truppe penetrarono in Spagna causando problemi al delegato di Ottaviano, C. Carrinate, che era lì per combattere Sesto Pompeo. L’intervento più grave si ebbe nel 38 a.C. quando Bògud attaccò nuovamente le truppe di Ottaviano in Spagna, il seguito del conflitto fu bloccato dalla rivolta dei cittadini di Tingis che costrinsero Bògud ad abbandonare la penisola Iberica per sedare i disordini interni, ma una volta giunto nei pressi della città fu assalito da Bocco che, sostenuto da alcune truppe di Ottaviano, riuscì a impartirgli una sonora sconfitta. Con quest’abile mossa Bocco riunificò il regno sotto la sua egida mentre i Tingitani ottennero la cittadinanza romana40. 34G OZALBES CRAVIOTO 2011,154-155. 35A PP., BC, 4, 54; CIC., Att., 15, 17, 1. 36 ROMANELLI 1959,144-145. 37P LUT.,Ant., 17, 3-6. 38R OMANELLI 1959,149. 39C IC., epist., 10, 30, 3. 40 ROMANELLI 1959,150.

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Nonostante la disfatta Bògud ne riuscì indenne e supportò Antonio nelle sue campagne in Oriente, venne poi definitivamente sconfitto nell’assedio di Metone nel Peloponneso, qui catturato fu condannato a morte41.

I.2 Gli albori di una nuova provincia.

Poco prima della battaglia di Azio del 31 a.C., Bocco morì lasciando il suo regno in eredità a Roma o forse proprio a Ottaviano. Durante il periodo di interregno che intercorse tra la morte di Bocco e l’ascesa al trono di Giuba II, la Mauretania pur non divenendo una provincia fu “ordinata” politicamente grazie alla deduzione di una serie di colonie militari composte da veterani; alcune di queste colonie sono definite Iuliae e furono fondate prima del 27 a.C.; altre invece furono fondate tra il 27e il 25 a.C. e sono dette colonie Iuliae

Augustae42.

Sotto il regno di Bocco II erano già state costituite sei colonie marittime: Igilgili, Saldae,

Rusazus, Rusguniae, Gunugu e Cartennae43; mentre nell’entroterra furono dedotte altre tre

colonie su abitati indigeni preesistenti44: Tupusuctu, Aquae Calidae45 e Zucchabar.

Intorno al 27 a.C. furono create tre nuove colonie nella parte più occidentale del regno:

Zili46, Babba e Banasa47.

Grazie all’operato di Augusto la Mauretania pur non essendo ufficialmente posta sotto il controllo di Roma, iniziava a presentare la tipica struttura di un territorio romano e in via di “romanizzazzione”. La deduzione di colonie e pagi e la conseguente distribuzione di terre ai coloni, i quali come ben sappiamo erano in maggioranza veterani dell’esercito, creò, di fatto, un substrato ideale che garantiva a Roma un controllo politico, economico e militare. Il controllo politico era favorito dalla presenza in situ di colonie di diritto romano e latino che dipendevano direttamente da Roma; il controllo economico era garantito dalle attività produttive e dal commercio48 che con la complicità dei cittadini Romani si erano

41D

IO.CASS.,50,11,3;PORPH., Abst., 1, 25; STR., 8, 4, 3.

42B

ENABOU 1976,55.

43Per Igilgili e Aquae Calidae: P

LIN., HN, 5, 21; Saladae: CIL, VIII, n. 8931, ll. 1-6; Cartennae e Gunugu: PLIN., nat., 5, 20.

44

ROMANELLI 1959,201; BENABOU 1976,56.LASSÈRE 1977,221-222;GEBBIA 2004a,483.

45R OMANELLI 1959,150. 46C HATELAIN 1944,46e sgg.; ROMANELLI 1959,201. 47R OMANELLI 1959202-205. 48 ROMANELLI 1959,205.PASQUINUCCI 1998,1401-1421.

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ben sviluppati. Il controllo militare invece era dato dalla presenza sul territorio dei nuovi coloni che come già detto erano ex soldati ampiamente addestrati che avrebbero potuto garantire la prima difesa dei possedimenti di Roma fino all’arrivo dei rinforzi.

Tutti questi provvedimenti presi da Augusto furono dei preparativi mirati e finalizzati a dare alla regione la stabilità necessaria ad accogliere un nuovo regnante filoromano che però, a differenza di Bocco II, era cresciuto e si era formato come un cittadino romano. Intorno al 25 a.C. Giuba II49, figlio del re di Numidia Giuba I50, ebbe in dono da Augusto il regno di Mauretania. Quest’accorgimento concedeva a Roma vantaggi molto importanti: il controllo del regno era garantito da un re fedele ad Augusto e a Roma il quale si sarebbe occupato della gestione politica ma soprattutto di quella militare facendo pertanto del regno Mauro un vero e proprio stato cuscinetto per il controllo delle popolazioni indigene locali, limitrofe e di quelle nomadiche che mal sopportavano l’ingerenza di Roma nel proprio territorio51. Infatti, già nel 6 d.C. Giuba II dovette affrontare i Getuli52 e dal 17, sotto il regno di Tiberio, dovette reprimere con l’aiuto dell’esercito romano le ribellioni dei

Musulami53 e dei Mauri54 guidati dal numida Tacfarinas55.

Quella che iniziò come una semplice ribellione divenne una vera e propria guerra che durò otto anni travagliando non poco le province56. Una volta conclusasi la guerra, Giuba II fu grandemente onorato a Roma tanto che nei conii monetali del figlio Tolomeo compariranno gli attributi tipici di chi aveva aiutato il popolo romano: come lo scettro in avorio e la toga picta57.

Giuba II nel 20-19 a.C. sposò la figlia di M. Antonio e Cleopatra, Cleopatra Selene da questo momento assunse i tratti di un regnante ellenistico sicché, coadiuvato nella cura dello stato dalla moglie, rese la Mauretania sicura, prospera e culturalmente avanzata58, egli stesso, infatti, è ricordato dagli autori classici più come storico che come un sovrano, Plinio di lui, infatti, scrive: «studiorum claritate memorabilior etiam quam regno».

49 PLIN., nat., 5, 1. 50G OZALBES CRAVIOTO 2011,150-180. 51D ESANGES 1999,33. 52G OZLBES CRAVIOTO 2011,157-158. 53T

AC.,2, 52 e 4, 25; AUR.VICT.,Caes.,.2,3;PS.AUR.VICT.,epit.11,4.

54 TAC., 2, 52. 55R OMANELLI 1959,228 essg.BENABOU 1976,77–82. 56S IRAGO 1988,199-204. 57M ÜLLER 1964,129n. 185-195. 58 PLIN.,nat., 6,201-203.

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A questo successe il figlio Tolomeo, con il quale si chiude il periodo della Mauretania come regno indipendente, nel 40, infatti, durante una visita all’imperatore Caligola egli fu assassinato59.

I.3.1 La costituzione delle due Mauretanie.

Non essendoci eredi, il regno di Tolomeo entrò a far parte dei domini di Roma60. L’atto compiuto da Caligola rianimò i sentimenti antiromani e causò una violenta rivolta guidata da un liberto di Tolomeo, Edemone61, il quale riuscì a coinvolgere nella sua rivolta numerose tribù maure. Questa ribellione fu sedata poi solo sotto il regno di Claudio e con molta probabilità già nel 42 furono costituite le due province di Mauretania62: una con l’appellativo di Cesariensis e l’altra Tingitana63

ognuna delle quali era governata da un

procuratore di rango equestre; la scelta di affidarle a dei procuratori equestri era basata sulla convinzione che la Mauretania fosse una provincia di facile annessione e sulla quale l’imperatore potesse esercitare un controllo diretto, in tal modo la gestione della provincia sarebbe stata molto più semplice e in base alle circostanze relative alla sicurezza interna di essa, l’imperatore avrebbe potuto sostituire i due procuratori con un legato di ordine senatorio oppure rinforzare la posizione di uno dei due procuratori attraverso il conferimento della carica di procurator pro legato64.

Durante il regno di Claudio furono elevate al rango di colonia le città di Tingis, Lixus e

Caesarea; furono inoltre dedotte nuove colonie formate da veterani come ad esempio Oppidum Novum65; Volubilis assurse al rango di municipio e Rusuccuru e Tipasa divennero colonie di diritto latino66.

Dopo la morte di Nerone, Roma fu scossa da una profonda crisi dinastica, questo vuoto di potere portò disturbo anche all’ordinamento politico africano durante, grossomodo, il biennio che va dal 68-70. In Mauretania, in particolare, si assiste in questi anni ad un

59D

IO.CASS.,59,25;SUET.Cal. 35.1.

60B

AISTROCCHI 1988,194.

61P

LIN., nat.,5,1,2;FISHWICK 1971,473.

62 MAJDOUB 2000,1728-1729. 63R OMANELLI 1959,266-267. 64B ENABOU 1976,93. 65P LIN., nat.,5,1. etsgg. 66 BENABOU 1976, 94-95.

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17

tentativo di secessione operato dal procuratore Lucceius Albinus67. Dopo una serie di lotte senza confini, da questa grave crisi dinastica, venne alla luce una nuova stirpe sovrana, quella dei Flavi, che avrebbe preso in mano le redini dell’impero. I tumulti nelle Mauretanie si arrestarono però solo per un periodo molto breve tanto che nel 75 si sentì la necessità di intervenire in maniera più concreta, venne conferito a Sex. Sentius Caecilianus l’incarico straordinario di legatus Augusti pro praetore ordinandae utriusque Mauretaniae e gli furono affidate delle truppe legionarie con il compito di reprimere le varie turbolenze interne68. Anche sotto Domiziano le tribù maure erano esagitate e non del tutto incorporate nell’ordinamento romano, tanto che quando ancora Roma era impegnata nella campagna contro i Nasamoni, si dovette procedere con l’eliminazione di una nuova rivolta scoppiata in Mauretania69.

Delle azioni compiute da Traiano in Mauretania si sa ben poco, studiosi quali il Romanelli e il Benabou, però sono concordi nel riconoscere che durante il suo regno si ebbe un periodo di relativa tranquillità sicché numerose truppe furono congedate.

Con Adriano si assiste a una nuova rivolta dei Mauri, questa volta l’incarico di repressione fu assegnato a un nuovo uomo fidato dell’imperatore, Turbone, la cui azione fu fulminea e decisiva, chiudendo così la questione in pochi mesi; dopo la vittoria, si pensò di migliorare i sistemi difensivi70, furono pertanto creati nuovi campi militari tra cui quello di Rapidum. Tuttavia pochi anni dopo, a causa di nuove rivolte, nel 120, Turbone fu nuovamente inviato in Africa con la carica di procurator pro legato di ambedue le Mauretanie; anche questa volta la pace fu ristabilita molto velocemente ma fu anch’essa poco duratura poiché i Mauri si rivoltarono una terza volta pochi anni dopo la repressione del 12071. Per quanto riguarda i provvedimenti di carattere economico, gli autori classici ci dicono che Adriano soggiornò due volte in Mauretania e che in questi soggiorni si occupò di migliorare le suddivisioni agrarie e le linee giuridiche72.

Sotto il regno di Antonino Pio le due province della Mauretania erano governate da un magistrato dell’ordine senatorio, si presuppone pertanto la presenza nelle province di truppe legionarie, ciò fa ovviamente pensare a una situazione non del tutto tranquilla. Dai miliari rinvenuti in vari siti si può dedurre che i Romani attuarono una meticolosa cura delle vie di comunicazione e si prodigarono a costruirne delle nuove, probabilmente con lo

67T AC.,2,58. 68 ROMANELLI 1959,295-296;BENABOU 1976,103-104. 69R OMANELLI 1959,297-320. 70B ENSEDDIK 1999,89-91. 71R OMANELLI 1959,334-336;BENABOU 1976,123-129. 72 SHA,Vita Hadrian., 4,9-5,7.

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18

scopo di facilitare operazioni militari che richiedevano sul territorio la presenza di unità di stanza fissa e vie di comunicazione in stato ottimale per la conduzione di tali operazioni73. Antonino Pio dovette affrontare i Mauri che si erano riuniti e che devastavano i territori della città di Sala. È plausibile che l’imperatore avesse deciso di intraprendere anche una vera e propria campagna contro queste tribù, questa ipotesi sembra essere non del tutto infondata, ciò è concepibile, infatti, se si tiene conto dell’arrivo in Africa durante il suo regno di alcuni corpi militari provenienti dalla Siria e dalla Spagna74. Al contrario alcuni studiosi come il Rachet credono che Antonino Pio non abbia mai avviato o pensato di intraprendere una campagna militare contro i Mauri e che l’arrivo di truppe possa essere stato solo una precauzione presa dall’imperatore in via del tutto eccezionale75

. Per il regno di Marco Aurelio, l’Historia Augusta76

ci informa delle imprese da questo

compiute in Mauretania. In questo periodo i Mauri nuovamente ribellatisi a Roma, riuscirono a passare in Spagna devastandola e saccheggiandola, ciò spinse l’imperatore ad affidare il governo della Betica a legati imperiali i quali prontamente riuscirono ad allontanare i facinorosi.

Negli anni a seguire furono Settimio Severo e i suoi successori che ristabilirono la pax in Mauretania: fu ripresa la colonizzazione77, furono emanate nuove leggi: come ad esempio

la lex portus che aveva carattere commerciale78, ci fu inoltre un notevole avanzamento militare79 che interessò i confini della Cesariensis. Si occuparono nuovi territori con la realizzazione di una serie di castra80e si rafforzò il limes81 adottando pertanto una nuova strategia di difesa territoriale82.

Le difese in Mauretania furono curate meticolosamente83, Settimio Severo rafforzò e migliorò i collegamenti stradali, fece costruire opere difensive come quella Aïn Grimidi

che aveva una funzione di controllo sul punto di congiunzione tra il limes numidico e

73 ROMANELLI 1959,360. 74B ENABOU 1976,137-141. 75Ibid.,141-142. 76 SHA,Vita M. Aurelius, 21, 1. 77L ASSÈRE 1977,268 e sgg. 78R OMANELLI 1959,425. 79G EBBIA 2004a,488. 80B ENABOU 1976,173-174. 81

ROMANELLI 1959,406-409;BENABOU 1976,198;LASSÈRE 1977,272.*Opere difensive con lo scopo di proteggere le colonie da eventi rivoltosi o da minacce nomadi sono probabilmente testimoniate da Tertulliano: (TERT.ADV.IUD.,7)in merito vedi GEBBIA 2004a, 489.

82L

UTTWAK 2016,245-247.

83

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19

quello mauro84. Si hanno in più alcune notizie di altri due siti militari: quelli di Aras e di El

Gahra85.

Di particolare rilevanza è l’anno 212 in cui viene emanata la Constitutio Antoniniana86

ovvero l’editto che concesse la cittadinanza a tutti i cittadini dell’impero. Caracalla durante il suo regno proseguì l’operato del padre continuando il restauro delle reti stradali87 sia a carattere pubblico che quelle predisposte per scopi militari88, promosse riforme in favore delle classi rurali89 e promulgò importanti editti di natura fiscale come ad esempio quello di Banasa90.

Nel 217 Caracalla fu assassinato dal prefetto del pretorio Macrino il quale dopo l’avvenuta uccisione si fece proclamare imperatore dall’esercito riuscendo in seguito ad ottenere anche il beneplacito del senato. Macrino nacque a Cesarea di Mauretania da una umile famiglia, riuscì, però, ad emergere nei ranghi militari91 e ad acquisire nel 213 la carica di prefetto del pretorio. Del breve regno di questo imperatore ci restano una serie di epigrafi e cippi miliari rinvenuti in grande misura in Mauretania92.

Con Alessandro Severo le province d’Africa conoscono una nuova fase di turbolenze interne tanto forti che si apprestarono nuovi sistemi difensivi e di contenimento: ad Alessandro Severo è attribuita l’istituzione dei limitanei ovvero il sistema secondo il quale si assegnano ai soldati di stanza sul limes i territori a esso adiacenti in modo che questi fossero difesi più strenuamente93, in quanto questo espediente legava gli uomini qui posti in difesa, in maniera diretta, col territorio.

Furono istituiti nuovi presidi armati, si continuarono a curare le infrastrutture e in modo particolare le strade94, furono per di più rinforzati, grazie alla costruzione di nuove mura, i vari castella in modo tale da poter garantire alla popolazione una maggiore protezione95. L’Historia Augusta inoltre ci informa di una vera e propria azione militare contro i Mauri condotta egregiamente dal procuratore Furio Celso96, probabilmente a questo evento si

84 ROMANELLI 1959,406;LAPORTE 2004,439-441. 85R OMANELLI 1959,407.LAPORTE 2004,450-477. 86R OMANELLI 1981,723-735. 87

CIL, VIII, n. 22437, ll. 4-7; CIL, VIII, nn. 10340, ll. 1-15 e 13041, ll. 1-7.

88B ENABOU 1976,185-186. 89R OMANELLI 1959,424-425;BENABOU 1976,190. 90D I VITA-EVRARD 1988,288-294. 91D IO. CASS., 26,87.3; 27, 1 e 32, 1. 92 ROMANELLI 1959,437. 93Ibid.,441. 94Ibid.,442-443. 95B

ENABOU 1976,192-193;GEBBIA 2004a, 490.

96

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20

collega un’iscrizione proveniente da Volubilis97

che cita un accordo tra un non meglio noto procurator pro legato e i principi dei Bavari e Baquati98. Un’iscrizione datata al 227

rinvenuta ad Auzia, ricorda inoltre una vittoria delle truppe romane poste in difesa contro le tribù maure99.

Nonostante i vari episodi di rivolta già citati, l’età dei Severi fu per l’Africa un periodo florido: fu incoraggiata la politica coloniale, si ebbe un rapido sviluppo cittadino100 e infrastrutturale, si ebbe anche una spinta decisiva in ambito sociale.

Il periodo felice stabilito dai Severi fu interrotto nel 253101 anno in cui si registrano una serie di rivolte delle tribù montane sia in Mauretania Cesariense che in Numidia. Ovviamente questi disordini erano legati agli strascichi lasciati dagli episodi tumultuosi che ebbero inizio in Africa nel 238 a causa di malumori interni alle province, le quali in questo periodo furono pesantemente oppresse e vessate dall’esosità della pressione fiscale e dal regime totalitario imposto da Massimino102.

Nel 253 il nuovo imperatore Valeriano, avendo compreso la gravità della situazione politica e militare in Africa, decise di ripristinare la legio III Augusta103 che fece il suo

ritorno nel campo di Lambesi104;in questo periodo siamo a conoscenza del fatto che sia la Mauretania che la Numidia erano travagliate da incursioni di popoli barbari105.

La repressione di tali incursioni non fu per nulla semplice, nel 254 ci fu un’importante vittoria romana grazie al governatore della Cesariense, M. Aurelius Vitalis, e al decurione

Ulpius Castus della cui impresa rimane oggi testimonianza in un’epigrafe di Auzia106, un’altra vittoria ricordata sempre da testo epigrafico è quella di P. Aelius Primianus nel 255107.

Le vicende successive a questi due eventi hanno una natura militare differente, infatti dal 255 al 262 il governatore della Mauretania Cesariense, M. Cornelius Octavianus108, si scontrò con i Bavari che questa volta riuscirono a fare fronte comune con i Baquati e altri

97G EBBIA 2004a, 491. 98B ENABOU 1976,196-197. 99 Ibid., 195. 100B

ENABOU 1976,199;GEBBIA 2004a,491-492.

101L E BOHEC 1989a, 462 e sgg. 102R OMANELLI 1959,448e sgg; BENABOU 1976,201-214. 103L E BOHEC 1999,118-119;MACKENSEN 2000,1739-1759. 104 CIL, VIII, n. 2634, ll. 5-7. 105C YPR., epist., 52. 106CIL, VIII, n. 20827, ll. 1-10. 107CIL, VIII, n. 9045, ll. 1-15. 108

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21

popoli indigeni per provare a far volgere gli eventi dalla loro parte109; Octavianus ebbe ragione, sia pur non facilmente, dei tre re Bavari che guidavano la rivolta: Taganin,

Masmule e Fahem110 riuscendo pertanto a limitare i danni e a riportare l’ago della bilancia

in favore di Roma.

Gli scontri contro le tribù montane si concentrarono in modo particolare sul confine tra Mauretania Cesariense e Numidia, in merito ci sono state trasmesse iscrizioni che ricordano e celebrano diverse vittorie romane su vari popoli indigeni, come ad esempio le vittorie di Macrinio Deciano e Gargilio Marziale111 contro Faraxen e i Fraxinenses112 e contro i Quinquegentanei113.

Sotto il regno di Probo s’intavolarono trattati di pace con i Baquati114 prima nel 277 e in

questo caso la pace era foederata, cioè Roma concesse a questa tribù il diritto di stanziarsi entro le sue frontiere115; un nuovo trattato si ebbe ancora nel 280116. Se sul fronte occidentale dell’impero la situazione sembrava essere sotto controllo, sul fronte orientale invece nuovi e ripetuti attacchi mettevano in difficoltà le truppe romane117.

I.3.2 Dalla Tetrarchia ai Vandali.

Con l’ascesa al trono di Diocleziano la Mauretania cambierà assetto politico, dalla Mauretania Cesariense fu scorporata e creata una nuova provincia che prenderà il nome di Mauretania Sitifense118. La Tingitana fu anch’essa divisa119: la parte settentrionale fu annessa alla diocesi di Spagna120, decisione probabilmente attuata per concedere alla Tingitana una maggiore stabilità economica121, della parte meridionale non abbiamo invece

109R

OMANELLI 1959,478-479;BENABOU 1976,222;LE BOHEC 1989a, 471-472; GEBBIA 2004a,493.

110B ENABOU 1976,223. 111 Ibid.,226-227. 112K OTULA 1987,229-234. 113CIL, VIII, n. 9047, ll. 1-19. 114 CHRISTOL 1988,307. 115R OMANELLI 1959,492. 116L

APORTE 1998, 1111-1121; GEBBIA 2004a,494.

117O

ROS., Hist., 7, 25; AUR. VICT., Caes., 39.

118In merito alla problematica relativa all’anno di separazione si veda: B

ENABOU 1987,238;che propone come data un periodo compreso tra il 295-293 d.C. e LAPORTE 1998,1119;che data intorno al 303 d.C. su base epigrafica in CIL, VIII, n. 8924. Relativamente ai confini si veda: LAPORTE 1999,213-219.

119R EBUFFAT 1999,267-268. 120A LBERTINI 1923,119. 121 SIRAJ 1998,1355-1358.

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22

molte notizie, è tuttavia da escludere l’abbandono di questi territori ipotizzato da Courtois122 dato che le recenti ricerche archeologiche testimoniano continuità abitativa nelle zone che si ritenevano abbandonate123.

In questo periodo l’Africa viene grandemente frammentata dal punto di vista amministrativo, oltre alle già citate diocesi di Mauretania, si hanno in quella che in principio era l’Africa Proconsolare due nuove realtà amministrative: Tripolitania e Byzacena; anche la Numidia fu divisa in due parti124.

Le divisioni fatte da Diocleziano portarono maggiore stabilità politica nelle province africane, da Volubilis e altre città ad esempio provengono numerosi testi epigrafici che testimoniano una ritrovata situazione di pace con le tribù indigene anche se ancora dal carattere abbastanza labile125.

Tra 290-293 scoppiarono nuove rivolte126, ancora nel 296/297 altre ribellioni furono domate da Massimiano127 grazie all’ausilio di truppe di stanza a Tubusuptu128 e di truppe provenienti dal limes Danubiano129; in questa occasione la rivolta venne soffocata130 e i ribelli furono in massima parte deportati131. Quest’epoca è legata a problematiche di carattere religioso che contribuirono a destabilizzare tutti i tentativi di pacificazione messi in atto in territorio africano, molti furono i cristiani perseguitati e molti di questi furono martirizzati, si ricordino come esempio i casi del 298 a Tingis e del 304132. Un nuovo periodo di fervore religioso si ebbe intorno al 315, anno in cui si verificò lo scisma donatista133.

Nonostante il relativo periodo di tranquillità che si creò nei decenni che seguono i disordini religiosi, le città, come noto dai decreti di Costanzo II, continuarono a rafforzare le difese o iniziarono ad erigerne delle nuove134, ciò è indice di una tensione non ancora totalmente smorzata. L’economia precaria, le malversazioni e le violenze dei funzionari del governo, aggravarono a tal punto la situazione che negli anni compresi tra il 372-375, prese piede e

122 COURTOIS 1964,79-80. 123G EBBIA 2004a, 496. 124B ENABOU 1976,238. 125 CHRISTOL 1988,305-337. 126R OMANELLI 1959,499-500; BENABOU 1976,234-235. 127B ENABOU 1976,236-237. 128G EBBIA 2004a,495. 129R OMANELLI 1959,503;LAPORTE 1998, 1121. 130 EUTR., 9, 23; 131Panegyr. Maxim., 7, 8. 132R OMANELLI 1959,520-521. 133Ibid.,545-549. 134 Ibid.,556,560-561.

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23

quindi esplose la grande rivolta guidata da Firmo e venti anni più tardi si assistette ad una seconda rivolta capeggiata dal fratello dello stesso, Gildone135.

Firmo era figlio di un potente capo indigeno mauro136 riconosciuto come tale dai Romani e con il quale si intrattenevano rapporti amichevoli. Una volta salito al potere, i rapporti con Roma andarono sempre più ad incrinarsi così tanto da sfociare in seguito in aperta avversione; teatro degli scontri fu parte della Mauretania Cesariense e della Sitifense137. La sommossa guidata da Firmo non si inquadrava in una semplice rivolta causata da sentimenti antiromani ma è da considerarsi come una sollevazione istigata da motivi politici, etnici, sociali e religiosi. Delle prime fasi della rivolta non ci è pervenuto molto, l’unico autore che scrive copiosamente della guerra contro Firmo, Ammiano Marcellino, si sofferma principalmente sugli eventi che seguono l’arrivo del magister equitum Teodosio in Africa138. Altri autori come Zosimo e Orosio, dedicano a questo evento poche righe; Zosimo riporta il motivo dello scoppio di tale conflitto e lo fa risalire al malcontento suscitato in Africa dalla politica di Valentiniano139, Orosio invece si preoccupa di riassumere in breve gli esiti del conflitto140. La data d’inizio della ribellione è ad oggi incerta, tuttavia collocando lo sbarco di Teodosio sulle coste Africane tra il 372 e il 373, è probabile che la rivolta fosse iniziata uno o massimo due anni prima.

Il conflitto si apre con Firmo che resosi apertamente nemico di Roma riesce ad attirare attorno a sé numerose tribù indigene alle quali si aggiunsero in seguito anche alcuni corpi militari romani di stanza in Cesariense. Durante le prime fasi della rivolta i ribelli presero

Cesarea141 e la saccheggiarono, lo stesso accadde ad Icosium e ad altri insediamenti minori. Alla rivolta si unirono poi anche alcuni donatisti che vollero approfittare dei disordini per recare il massimo danno ai cattolici.

Una volta giunto sul posto, Teodosio, dette precedenza al rafforzamento delle difese di frontiera, per poi dirigersi verso Sitifis al fine di stabilire lì il suo quartier generale dal quale avrebbe potuto muoversi in ogni direzione senza alcun tipo di complicazione.

Firmo, venuto a conoscenza dell’arrivo di Teodosio e meditando da qualche tempo una risoluzione pacifica del conflitto, cercò subito il dialogo. Teodosio accettò di buon grado la resa dello stesso prendendo con lui accordi e, come garanzia di questi, i primi ostaggi. Per

135R OMANELLI 1959,577e sgg.; GAGGERO 1994,1111-1127. 136A MM.,29,5,2. 137 GEBBIA 1988,118 138A MM.,29, 5. 139Z OS.,4,16,3. 140O ROS.,Hist.,7,33,5. 141

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24

migliorare ulteriormente la situazione e farla volgere pienamente a suo favore, Teodosio fece visita alle truppe di guarnigione e prese avveduti provvedimenti a favore della popolazione locale142.

Da Sitifis si recò poi verso Tupusuctu e ai piedi del mons Ferratus si incontrò con gli ambasciatori di Firmo che però non ricevette a causa della mancanza degli ostaggi concordati, sicché le operazioni militari dovettero continuare143.

Teodosio affrontò dapprima le tribù dei Tyndenses e dei Masinissenses e l’esercito del condottiero romano ne uscì vittorioso. Dopo la vittoria assunse il controllo dei territori limitrofi riordinandoli, riuscendo anche a respingere alcuni ribelli che non arresisi ritornarono all’attacco.

Firmo, preso atto degli insuccessi, chiese di rinnovare le trattative di pace, Teodosio si mostrò nuovamente benevolo e accolse le proposte avanzate dai facinorosi. Firmo decise quindi di recarsi personalmente nel campo dei Romani per fare atto di sottomissione e una volta arrivato, riconsegnò ai legittimi proprietari le vettovaglie, le ricchezze, i prigionieri e le città precedentemente conquistate. Teodosio soddisfatto ma pienamente conscio della presenza di tribù ancora ribelli continuò la sua avanzata riconquistando tutto ciò che incontrava fino a riprendere Cesarea; furono anche riacquisite le milizie che avevano defezionato e molti soldati furono puniti con la morte144. L’avanzata di Teodosio procedette fino a giungere a Tipasa mentre la ritirata di Firmo, che aveva nel frattempo nuovamente impugnato le armi, era destinata a sud con il fine di recuperare forze e favore; la fuga del condottiero ribelle lasciò il resto dei rivoltosi che non riuscirono a seguirlo, privi di comando, sicché Teodosio ebbe facile ragione di essi riuscendo pertanto ad occupare numerosi campi nemici.

Avendo ormai la situazione dalla sua parte il generale romano concentrò le sue forze all’inseguimento di Firmo ma una prima difficoltà si presentò quando si dovettero affrontare degli impervi passi montuosi in cui l’esercito romano subì l’attacco di altre tribù di barbari che si erano schierati con Firmo. La resistenza fu dura ma la disciplina delle truppe di Teodosio fu decisiva tanto che, anche in un campo di battaglia e con un numero di uomini sfavorevole, l’esercito romano ribaltò gli esiti dello scontro145

.

Firmo, nuovamente sconfitto, dovette cedere il passo ai Romani che in breve presero anche la civitas Contensis, luogo in cui erano stati portati i loro prigionieri.

142R OMANELLI 1959,583-584. 143Ibid.,586-587. 144Ibid.,588-592. 145 ROMANELLI 1959,590-592.

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Da qui Teodosio giunse ad Auzia e dopo una breve sosta si mosse nuovamente all’inseguimento dei nemici, si trovò ben presto a fronteggiare i ribelli che ora erano nettamente superiori per numero; questa volta il condottiero romano fu sconfitto e fu costretto ad ritirarsi ad Auzia. La scarsità di uomini, i disertori e il morale basso costrinsero infine Teodosio a volgere verso Sitifis per poter ricostituire i ranghi, il morale e la disciplina perduti.

Dopo un periodo di sosta dai combattimenti per un tempo, dalle fonti non ben specificato, Teodosio riprese le iniziative muovendo un nuovo attacco contro gli Isaflensi dai quali precedentemente fu sconfitto. Uscito vittorioso dalla battaglia, riuscì quindi a giungere a patti con il loro re e ottenne la promessa di farsi consegnare Firmo, il quale nel frattempo, avendo intuito il pericolo, aveva vanamente cercato la salvezza in una nuova fuga. Attuato e riuscito il piano concordato con il re degli Isaflensi, con Firmo in catene Teodosio fece ritorno a Sitifis, dove celebrò il suo trionfo e una volta terminate le azioni militari si dedicò al risanamento del territorio che per anni fu gravemente scosso e danneggiato dal conflitto146.

Una nuova ondata di rivolta avvenne due decenni dopo la repressione dei facinorosi di Firmo, a sfidare nuovamente Roma adesso era un fratello di quest’ultimo, Gildone147

, il quale durante le rivolte di venti anni prima si schierò con i Romani e combatté apertamente gli uomini guidati dal fratello.

Come per la rivolta del 370 anche in questo caso gli scrittori dell’epoca rintracciano i motivi scatenanti di tutto nelle differenze religiose del periodo148. Gildone, dopo essersi schierato con i Romani al tempo della rivolta di Firmo, ricevette nel 385 un incarico molto importante in Africa149, quello di comes et magister utriusque militiae per Africam150. Non sono ancora certi i motivi che spinsero Gildone a ribellarsi, forse per avere più potere151 o forse perché spinto a ciò anche a causa dell’istigazione di Eutropio, nell’ambito di un più grande scacchiere politico sul quale si sfidavano Onorio e Arcadio; tuttavia è certo che la sua rivolta riuscì a mettere in difficoltà Roma152.

146Ibid.,579-595. 147O

ROS.,Hist.,7,36,2-13;ZOS.,5,11.

148

C. ep. Parm., 2, 4, 8; C. litt. Pet., 1, 24, 26.

149C

LAUD.,De bello Gild, 156 ss.

150C. Th., 9, 7, 9. 151O

LECHOWSKA 1978,2-4.

152

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26

Le ostilità ebbero inizio tra il 396 e il 397153, la sua prima iniziativa fu quella di porre l’embargo al grano africano destinato a Roma con lo scopo di ridurre la città alla fame. Questo provvedimento gettò l’Urbe nel caos tanto che Simmaco nelle sue lettere ci riferisce di numerosi tumulti cittadini e di un rapido succedersi di prefetti in città sui quali si faceva ricadere la colpa della mancanza di vettovaglie154. Dopo quest’atto Stilicone riuscì a far dichiarare Gildone hostis publicus quindi, ricevuto il beneplacito dell’imperatore, partì alle volte della Spagna per assicurare il supporto dell’annona155

e per trovare un luogo dal quale poter trasportare facilmente le truppe in Africa156.

Una prima prova di reazione di Roma contro Gildone si ebbe con l’invio in Africa di

Mascezel, uno dei fratelli superstiti dello stesso, il quale combatté contro Teodosio al

fianco di Firmo salvo poi fare atto di soggezione e mettendosi ai servigi di Roma una volta caduto in disgrazia il fratello; egli, una volta che Gildone ebbe acquisito il potere ed essendo da questo vessato anche a causa di motivi religiosi, abbandonò l’Africa per rifugiarsi in Italia157. Proprio da qui, anzi più precisamente da Cagliari, Mascezel partì con destinazione Africa al comando di una legione e sei auxilia palatina con il compito di soffocare la rivolta del fratello158.

Lo scontro tra i due eserciti si svolse sulle rive del fiume Ardalio, Mascezel ebbe la meglio e Gildone si diede alla fuga prendendo la via del mare, fu però catturato e ucciso a

Thabraca159.

In memoria della sconfitta di Gildone rimangono due iscrizioni: una che rende omaggio all’imperatore e l’altra che elogia Stilicone160. In Africa seguì naturalmente un’azione

repressiva contro tutti coloro che patteggiarono per il rivoltoso161.

Le diocesi d’Africa erano ora nuovamente sotto l’egida di Roma, le rivolte furono sedate ma non si tornò a vivere in pace; il periodo che intercorre tra la fine della rivolta di Gildone e l’invasione dei Vandali infatti è ancora molto turbolento, questa volta però a causare turbamenti furono gli aspri conflitti e persecuzioni religiosi162.

153

GEBBIA 1988,125.

154S

YMM.,Symm. Epist., 4, 54, 2 e 6,1.

155R OMANELLI 1959,612. 156O LECHOWSKA 1978,4. 157R OMANELLI 1959,610-611. 158 OLECHOWSKA 1978,5. 159RO MANELLI 1959,614-616.

160CIL, VI, n. 1187, ll. 1-5 e CIL, VI, n.1730, ll. 1-13. 161C. Th., 9, 40, 19.

162

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27

Per quanto concerne gli eventi inerenti all’invasione vandala, notizie in merito sono riportate principalmente da Procopio e altre informazioni possono essere ricavate anche da vari cronisti dell’epoca163

.

L’arrivo dei Vandali in Africa intorno al 427 fu, secondo quanto scrive Procopio164

, opera del comes Bonifacio il quale per motivi ancora non certi165 entrò in conflitto con l’imperatrice Galla Placidia. Il conflitto tra i due si concluse verso la fine del 428 con una riconciliazione che però, ormai, non riuscì ad impedire ai Vandali di approdare e devastare l’Africa. In un primo momento saccheggiarono le coste della Mauretania, quindi passarono ad assediare Hippo Regius, nel 429 distrussero Altava e saccheggiarono numerose altre città166.

Gli eserciti dell’impero d’occidente e d’oriente cercarono invano di porre freno alla loro avanzata ma dovettero ben presto arrendersi all’evidenza: l’Africa era perduta167

, il re dei Vandali Genserico prese il controllo prima della Mauretania Sitifense168, della Numidia e della Proconsolare dirigendosi poi alla conquista delle altre province169. L’11 febbraio 435 fu siglata la pace e i Vandali ebbero il permesso di stanziarsi in territorio africano170. Dopo altri conflitti si arrivò a una nuova pace: all’impero d’oriente rimanevano la Mauretania Cesariense171, la Sitifense e parte della Numidia, il resto passava in mano dei Vandali. Questi accordi si mantennero fino alla morte di Valentiniano III (455), quando Genserico, non avendo più ostacoli da affrontare, si rese padrone di tutta l’Africa172

.

L’operato di carattere politico, economico e culturale dei romani rimase, nonostante i Vandali e i Bizantini, ancora sostanzialmente forte, tanto che dopo la rottura degli accordi tra Roma e il comandante dei Vandali, molte città riuscirono a sopravvivere autonomamente grazie alle stabili istituzioni in esse instaurate dai romani e grazie alla presenza della Chiesa, che acquistando sempre maggior controllo e potere, si prestava nel supportare le varie forze politiche in gioco173. Comparvero in questo periodo figure politiche che nell’esperienza provinciale romana sembravano essere state quasi del tutto assopite, eccezion fatta per le riemersioni di tali figure in seguito dei numerosi casi di

163V ICT.VIT.,1,2. 164 PROCOPIUS,Vand.,1,3-4;1,12–14. 165G EBBIA 1988,129-130. 166S CHWARCZ 2004,51-52. 167C OURTOIS 1964,160-167. 168L ENGRAND 1999,221-240. 169 COURTOIS 1964,168-170; SCHWARCZ 2004,53. 170P ROSPER.,chron., n. 1321. 171C OURTOIS 1964,170. 172R OMANELLI 1959,660-662;MODÉRAN 1999,241-264. 173 GEBBIA 2006,500.

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rivolta, che si successero nel corso dei secoli; stiamo parlando della figura politica del regnante locale. Tra i numerosi regoli, trasmessi in vario modo da epigrafi e da autori dell’epoca, il più importante fu un certo Masuna, ricordato in un’iscrizione proveniente da

Altava174.

I.4 Osservazioni sulle caratteristiche economiche del territorio.

Per concludere questo capitolo è doveroso trattare, se pur in breve, dei cambiamenti economici e culturali che hanno interessato la provincia sulla quale verte la nostra attenzione.

Le prime esperienze economiche di ampio raggio di questo territorio sono da ricondurre all’operato dei fenici prima e dei punici poi, abitanti della non distante città-stato di Cartagine; questi fondarono numerose città lungo i tratti costieri sia Atlantici che Mediterranei di Marocco e Algeria175. Esempi di questa attività di colonizzazione sono Iol e Lixus176.

La città di Iol, poi Cesarea, è citata in una lista di città puniche della costa del Maghreb composta dallo Pseudo-Scilace il quale indica, come farà poi dopo di lui Strabone, la presenza in questa città di un porto segnalato con la parola greca λιμήν che ci indica la presenza di un vero e proprio porto177, costruito dalla mano umana al fine di distinguerlo dai semplici approdi o porti naturali.

Questo dettaglio non trascurabile ci consente di sottolineare come un più o meno solido

imprinting economico fosse già presente in un periodo alquanto precoce; i contatti con la

classe mercantile punica e la vivacità economia del periodo sono segnalati da alcuni rinvenimenti di carattere archeologico come ad esempio una stele votiva di Baal Hamon ritrovata proprio nel porto di Iol178, oppure l’iscrizione in alfabeto fenicio rinvenuta durante gli scavi del porto fluviale di Siga179.

174CILVIII,9835,ll. 1-5. 175 RHORFI 2002,537-538. 176F ENTRESS -DOCTER 2008,123. 177G SELL 1928,143-169; LEVEAU 1984,10. 178L EVEAU 1984,11. 179 VUILLEMONT 1971,446-447.

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L’economia della Mauretania costiera al tempo della colonizzazione cartaginese era incentrata sul commercio180, sulla produzione di porpora181, pesce sotto sale e ovviamente sale. La produzione cerealicola era invece incentrata sulle piccole e medie fattorie che si situavano nell’immediato entroterra182

.

Anche il sito punico di Lixus ha restituito numerose informazioni inerenti all’economia del territorio: sono stati rinvenuti a seguito alle numerose campagne di scavo contenitori per la conservazione di olive datati al VII sec. a.C. che dimostrano la presenza, già in questo periodo, di una pratica agricola, quale quella dell’olivicoltura183

, già ampiamente diffusa. Tra il III e II sec. a.C. siamo a conoscenza di nuove pratiche agricole che s’identificano nelle coltivazioni di ciclo breve come il sorgo. Furono poi introdotte le colture della vite e dei legumi, per questi ultimi si registra la presenza di ceci, lenticchie e fave; in seguito probabilmente si sviluppò anche la coltura del lino per la produzione di olio.

Per quanto concerne l’allevamento della regione, si hanno notizie della presenza di bovini i quali erano allevati in massima parte per la produzione di latte e carne, meno diffusi erano capra e pecora mentre il maiale era ampiamente presente e utilizzato per la produzione di carne184.

La Mauretania come già detto in precedenza fu travagliata da numerosi conflitti, molti dei quali di tipo dinastico o incentrati sulla conquista territoriale; l’unità del regno si ebbe con Bocco II, il quale ebbe il controllo di un vasto territorio, con un’abbondante popolazione ma scarsamente urbanizzato e per la maggior parte ancora rurale185.

Nel 33 a.C., con la morte di Bocco II, alcuni territori occidentali passarono nelle mani di Roma, questi erano territori abbastanza fertili ed erano posti in prossimità di fiumi, la posizione favorevole portò alla fondazione da parte di Roma di colonie di veterani che furono poste sotto la giurisdizione della Betica186 conoscendo di fatto, da questo momento in poi, una rapida crescita economica. Il resto del territorio divenne protettorato romano e fu concesso al re Giuba II187.

Dell’economia della Mauretania sotto il regno di Giuba II siamo informati da una serie di conii monetali sui quali è presente una cornucopia che abbonda di primizie tra le quali si

180G OZALBES CRAVIOTO 1998,347. 181I D.2011,165-166. 182F ENTRESS –DOCTER 2008,114. 183

GOZALBES CRAVIOTO 1998,347-348;PUJOL 2000a,1261-1267.

184F ENTRESS –DOCTER 2008,114-115. 185G OZALBES CRAVIOTO 2011,155. 186R OLLER 2003,96. 187 GOZALBES CRAVIOTO 2011,156.

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nota, in maniera molto chiara, la presenza di grappoli d’uva188

: questa risorsa era coltivata in Mauretania ed esportata sotto forma di vino. La coltivazione della vite, la produzione e la conseguente commercializzazione del vino erano tra le risorse economiche di maggior pregio in Mauretania189; il simbolo della vigna, il grappolo d’uva e le foglie della vite compaiono già nella monetazione fenicia, e poi in quella dei regnanti di Mauretania e informazioni in merito ci sono date anche dalle fonti letterarie190. Con molta probabilità, sotto il regno di Giuba II, erano prodotti in questa regione anche il grano e l’olio che tuttavia per il non enorme surplus non avevano, almeno per il momento, un grande mercato estero191. Altre fonti di ricchezza erano senza ombra di dubbio la pesca192, la produzione di

garum193, e l’esportazione di beni di lusso come porpora194, legno pregiato195, animali esotici196 e incenso197.

Con la morte dell’ultimo regnante di Mauretania, Tolomeo, i territori passano sotto la giurisdizione romana e sono create le due province di Mauretania Tingitana e Mauretania Cesariense.

Per una maggiore comprensione si tratterà separatamente dei territori interessati da questa indagine.

La Mauretania Tingitana è la provincia africana più occidentale, la sua forza economica, inizialmente incentrata su agricoltura198 e attività legate al nomadismo199, sarà poi influenzata e migliorata dai contatti con Roma: si veda a titolo di esempio la grande produzione oleicola di Volubilis200 o Banasa201.

Si registrano già nel I secolo a.C. i segni di un’accresciuta attività mercantile202

, influenzata probabilmente dalla vicina Betica203, che permetteva ai territori della Tingitana di connettersi al flusso mercantile romano204. Con la conquista romana il panorama mercantile di questa provincia si accrebbe ulteriormente, si iniziarono a esportare nuove e

188 ROLLER 2003,245. 189H ILALI 2008,224-232. 190S TR.,17,3-4. 191R OLLER 2003,117. 192 LASSÈRE 1977,368;CHEDDAD 2008,387-388. 193A MIOTTI 2008,286. 194R OLLER 2003,115,CHEBBI 2010,163-167. 195 BONA 2008,279-281. 196D

ENIAUX 2000,1299-1300;BLÁZQUEZ MARTÍNEZ 2008,79.GEBBIA 2008,196.

197B

ONA 2008,274.

198B

LÁZQUEZ MARTÍNEZ 2008,70.

199H

DT.,4,172-173;4,186;POLYB.,12,3;SALL.,Iug.,18,2;STR.,17,3,1;7;15;20.

200 LEDUC 2008,475-505;ES-SADRA 2010,593-598. 201A LAIOUD 2010,578-590. 202M ENCHELLI –PASQUINUCCI,2006,1629-1632. 203P UJOL 2000a,1253. 204

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preziose risorse: avorio, legno di citrus205, porpora206 e peli d’animale207. La massima crescita economica si ebbe nel II-III sec. d.C.208, quando ci si concentrò sull’esportazione di materie prime non preziose perché rare ma pregiate a causa della loro altissima qualità, fu intensificata l’attività agricola e in massima parte la coltura dell’ulivo209

, quella cerealicola e viticola210; iniziarono inoltre a svilupparsi impianti di salagione211 e per la produzione di garum212, sia privati che in mano a cooperative. Queste attività ovviamente

erano sempre coadiuvate dalla presenza in loco di officine per la produzione di contenitori ceramici, non solo finalizzati a trasportare i prodotti213, ma anche predisposti per l’uso comune; siamo a conoscenza di figline per la produzione di ceramiche da cucina, da mensa e di “lusso”214

. Numerosi centri portuali e produttivi215 sono elencati da Pomponio Mela il quale cita Siga, Rusgade, Tingi216, Lixus e Sala217.

Interessante risulta essere anche lo sfruttamento di risorse minerali quali ferro e rame, nei pressi di Cap Mazari e Afran, ma non risulta, almeno dalle ultime indagini, diffusa, l’estrazione e la lavorazione del piombo che è ivi presente in maggiore quantità rispetto alle due risorse prima citate218.

Per quanto riguarda la Mauretania Cesariense, la situazione risulta simile a quella della Mauretania Tingitana, tuttavia la crescita economica era, almeno agli inizi, minore rispetto a quest’ultima, poi conobbe un rapido sviluppo economico intorno al I sec. d.C.219

.

Anche per la Cesariense220 si contano una serie di città a vocazione mercantile221, infatti, in questa provincia sono numerose le città costiere ad iniziare proprio dalla capitale

205M ASTROROSA 2008,365-377. 206F ERNÁNDEZ URIEL 2010,428-430. 207 FORABOSCHI 2008,356. 208G OZALBES CRAVIOTO 2008,598-602. 209P ICARD 1990,75-92;LENOIR 1996,603-604. 210L ASSÈRE 1977,299-303. 211

PUJOL 2000a,1254-1255;CHEDDAD 2008,391-396.

212G

OZALBES CRAVIOTO 2010b, 37. HITA –VILLADA 1994,1207-1239.

213B

ERNAL CASASOLA 1996,1192-1233;MAJDOUB 1996,297-302;CALLEGARIN 2000,1336-1341;PANELLA 2001,202-206.

214L

ASSÈRE 1977,366,note 9-12; PUJOL 2000a,1256-1257;1267-1268;HASSINI 2008,425-440;LECLERCQ 2008,510-516;BRIDOUX 2008,611-614.

215L

ASSÈRE 1977,58-59;GOZALBES CRAVIOTO 2002,549-552.

216M UEDEN 2008,416-424. 217 MELA,1,5. 218A NDALORO 2010,607-608. 219M ENCHELLI –PASQUINUCCI 2006,1635-1637. 220M ENCHELLI –PASQUINUCCI 2006,1634-1635. 221 PLIN.,nat.,5,1,19-21.

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