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Storia delle istituzioni politiche e sociologia dei fenomeni politici — Portale Docenti - Università  degli studi di Macerata

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(1)

Storia delle istituzioni politiche

Definizione delle istituzioni politiche:

Volte a regolare i rapporti tra i singoli e tra questi e la collettività (la vita pubblica);

Organizzate volontariamente e in modo stabile – un'istituzione vuole rappresentare e influenzare la società

(2)

Approccio metodologico

Approccio funzionalistico – descrive la struttura in vista dello scopo che si vuole raggiungere;

Esempio: l'antropologia strutturale usata da Claude Levì-Strauss in “Tristi tropici”

(ma le società mutano nella storia, anche quelle

“primitive”)

(3)

Approccio storicistico

Evoluzione delle istituzioni rispetto ai rapporti materiali ed ideologici:

L'evoluzione delle regole e delle strutture – influenze tra passato e presente e tra diversi paesi;

La prassi quotidiana e i costumi – non solo l'aspetto tecnico-giuridico, ma anche influenze economiche, ideologiche, religiose...

(4)

Positivismo giuridico

Dottrina affermatasi a fine XIX secolo: una norma è valida finché non è sostituita da un'altra norma.

Ma il diritto non può essere studiato da una scienza a-storica!

Anche il diritto contiene “impurità ideologiche”, non è solo l'espressione di “neutralità scientifica”!

(5)

Tradizione francese

(influisce sulla nascita della scuola italiana):

1. Maurice Hauriou (1856 - 1929) – “teoria istituzionale”

“Un'organizzazione sociale diventa duratura quando è istituita; la sua forma giuridica – che è

l'elemento che la rende

duratura – è un sistema di equilibrio di poteri e di

consensi. La forma è l'elemento strutturale dell'organizzazione,

persegue una funzione decisa in base ai valori che essa riconosce”.

(6)

Tradizione francese

2. Jacques Godechot (1907 – 1989) –

storico della

Rivoluzione Francese

“Istituzioni – il quadro entro il quale si

dibattono gli uomini, cioè, il prodotto della lotta tra gruppi sociali e la traduzione in

leggi, decreti (o solo costumi) degli

equilibri raggiunti tra le forze confliggenti”.

(7)

Crisi del liberalismo

Differenza tra Hauriou e Godechot – l'esperienza della crisi dei sistemi liberali: consapevolezza del possibile allontanamento delle istituzioni dai valori riconosciuti e dal consenso sociale.

L'Europa del XX secolo ha vissuto il momento di perdita di unità politica, quindi le istituzioni sono alla ricerca di equilibri tra sistemi di valori diversi, anche confliggenti tra loro.

(8)

Tradizione tedesca

1. Storia sociale: incentrata sulla scissione Stato/società (governo/popolo), si cerca di capire le ragioni della contrapposizione:

Visto dal basso: “piove, governo ladro” - lo Stato inteso come un'entità che vive fuori e al di sopra della comunità);

Visto dall'alto: “statolatria” - lo Stato visto come imparziale e superiore rispetto agli interessi particolari dei privati in conflitto tra loro.

(9)

Tradizione tedesca

2. Storia strutturale: distingue la costituzione

“formale” e quella “materiale” - unisce in un unico quadro la scienza politica ed il diritto costituzionale.

Esempio: difficoltà della teoria costituzionale a definire giuridicamente le associazioni che sorgono nella realtà sociale – problema importante: i partiti “anticostituzionali” o

“antisistema”.

(10)

Storia sociale e strutturale

Rapporti di forze economico-sociali

Idee, teorie istituzionali

Norme, istituzioni

Effetti economico-sociali

(11)

Sviluppo delle istituzioni dal tardo Medio evo

L'Italia dei Comuni XIII secolo, influenze:

1)La prassi nelle nuove comunità urbane formatesi per aggregazione di famiglie nobili e di ceti popolari, costituzione di corporazioni di arti e di mestieri, emancipazioni dalle signorie feudali (Papato e Impero);

2)Riscoperta della filosofia greca antica;

3)Rielaborazione del diritto romano

(12)

Da Aristotele a Tommaso d'Aquino

Tommaso d'Aquino (1225-1274), in

Summa Theologica riadatta alla realtà

medievale la Politica di Aristotele: prima dottrina compiuta del regime politico

monarchico.

(13)

Monarchia come regime politico

Summa Theologica:

il Principe ha il dovere assoluto di operare per il bene della comunità, ossia, secondo equità;

altrimenti è tiranno.

Non deve osservare le leggi (legibus solutus), perché è il loro massimo interprete.

Ha la potestas per governare da solo, ma per non degenerare in tiranno, è moderato dall'ausilio di magistrati e ministri che lo richiamano ai suoi doveri con consiglio e petizioni.

(14)

Metafora dell'organismo sociale

Tommaso d'Aquino: la monarchia è la forma ideale del governo perché più adatta a

trasformare la

moltitudine in un popolo unito e durevolmente pacificato: tutti gli arti del corpo vivono in armonia se soggetti ad un unico centro-motore.

(15)

Democrazia

“Predominio de popolo”, “pura potenza del numero”. Dove sono in molti a governare, fatalmente si perderà la via del bene comune, l'unità del popolo sarà divisa in fazioni per utilità privata. Il capo della fazione vincente diventerà tiranno, trasformerà le regole comuni secondo le proprie pretese.

Aristotele: “la costituzione imposta dal vincitore non è una vera costituzione, perché non è durevole”.

(16)

Optima politia

Re

(componente monarchica)

Migliori

(componente aristocratica)

Popolo

(componente democratica)

(17)

Rielaborazione del diritto romano

Giuristi medievali – commentando il Codice di Giustiniano inventano regole di diritto pubblico:

La dottrina del“Ufficium”

La Corona è distinta dalla persona fisica del re, è una dignità a lui superiore e ch'egli occupa solo

temporaneamente

(dal re, la dottrina si estende a tutti gli incarichi pubblici responsabili per il bene pubblico)

(18)

Assemblea

Massima di diritto romano:

Quod omnes tangit, ab omnibus aprobetur (ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere

approvato)

Per i giuristi medievali, tutti sono responsabili per la pace e la difesa del paese, quindi tutti hanno diritto di decidere (ad esempio: chiamata alle armi, tributi straordinari...)

(19)

Marsilio da Padova

Defensor Pacis (1324):

Il “governante” - pars principans della

comunità politica,

necessario per la sua unità e l'ordine, ma la sua superiorità non è naturale: gli è conferita dalla comunità (il tutto è superiore alle parti,

anche a quella principans)

(20)

Elezione dei governanti

Marsilio:

“il legislatore, o la causa prima ed efficiente della legge, è il popolo o l'intero corpo dei cittadini o

la sua parte prevalente, mediante la sua

elezione o volontà, espressa con le parole nella assemblea generale dei cittadini”

(21)

Inghilterra

Magna Carta 1215

contratto sottoscritto dal re e da tutti i vescovi, baroni e conti

maggiori, sui diritti spettanti al clero, ai vasalli del sovrano, agli uomini liberi, ai

mercanti e alla città di Londra.

(22)

Parlamento

Secondo la Magna Carta,

L'imposizione di oneri straordinari (tributi etc.) dipende dall'approvazione del Consilium Regni.

Primi parlamenti occasionali – su singole questioni straordinarie:

Parlamento di Westminster 1254

Parlamento di Oxford 1258

(23)

Model Parliament 1295

Riferimento per tutti i parlamenti successivi:

Convocazioni dirette e individuali per i Lords temporali e spirituali e convocazioni collettive per i comuni tramite gli sceriffi di contea – elezioni di rappresentanti. Vincolatività delle decisioni anche per gli assenti, principio maggioritario garantito nella Magna Carta da un colleggio di nobili

(24)

Istituzione stabile

Materie – da straordinarie a tutte, confermata l'illegalità di qualsiasi tassazione senza il consenso del parlamento, le petizioni delle camere approvate dal re diventano leggi, ai comuni il diritto di inchiesta sugli abusi dei funzionari regi, controllo sui conti pubblici e processi penali contro i ministri – impeachment.

(25)

King in Parliament

Thomas Smith, De Republica Anglorum, 1565, conferma il ruolo del parlamento quale

“parte accettata della costituzione, noto e riconosciuto elemento del governo regio”, “suprema e assoluto potere del regno, perché lì e non altrove, si realizza il pacifico incontro tra tutte le parti del regno”.

(26)

Riforma protestante

1529 Reformation

Parliament – istituisce assieme a Enrico VIII la Chiesa anglicana.

Dal 1560 (Elisabetta I), nascita del

movimento puritano – legati al calvinismo, vogliono ulteriori

riforme.

(27)

Conseguenze della Riforma

Puritani – radicati nelle città e nel commercio, diventano una forza politica opposta al dominio regio;

Diffusione della stampa e maggiore circolazione delle idee;

Declino del feudalesimo, crescita del

nazionalismo inglese contro l'Europa cattolica;

Aumento dell'importanza della common law e delle tradizioni parlamentari.

(28)

Epoca Stuart – Great Rebellion

Rivendicazioni costituzionali della Camera dei comuni contro Giacomo I e Carlo I Stuart – preparate teoricamente da giudici common law

Edward Coke (Case of prohibition, 1607 – il re non ha “artificial reason” necessario per rule of

law, 1629 Petiton of Rights – la monarchia è limitata dalla common law) e dai primi

parlamentari di professione John Pym e John Eliot.

(29)

“Guerra civile inglese” 1642-1651

Invenzione della tradizione costituzionale della Magna Carta, 1641 – Grand Remonstrance – richiesta che i membri del Consiglio privato siano

uomini di fiducia del Parlamento.

New Model Army (esercito del Parlamento

fortemente ideologizzato dai puritani) sconfigge l'esercito regio e impone l'epurazione del

Parlamento.

(30)

Processo al re Carlo I Stuart

Rump Parliament condanna a morte Carlo I “per via della

proposizione

fondamentale che il Re d'Inghilterra non è una persona, bensì un

ufficio, e all'incaricato è affidato il potere di

governare limitato dalle leggi del paese e in nessun altro modo”.

(31)

Instruments of Government

Costituzione scritta per il Commonwealth of England (1649-1660)

governato da Lord Protettore Oliver

Cromwel (1653-1659) – capo carismatico

della New Model Army.

(32)

Restaurazione della monarchia

1660: Dopo la morte di Cromwell, autoconvocazione del Parlamento per restaurare la monarchia – Convention Parliament.

1678-83 – nascono i due partiti - whigs e tory - sulla questione della successione al trono.

Organizzazione e propaganda di partito:

1) alleanza tory: Privy Council – giudici di pace delle contee – alta chiesa anglicana;

2) alleanza whig: city di Londra - Camera dei comuni – protestanti nonconformisti.

(33)

Glorious Revolution 1689

Secondo Convention Parliament autoconvocatosi per dichiarare abdicato il re Giacomo II Stuart e

consegnare il trono a Guglielmo d'Orange a condizione che governi secondo le leggi – rule

of law.

Il Parlamento giudica l'osservanza del patto costituzionale; interpretazione whig – il titolo regio è confermato (conferito?) dal Parlamento,

quindi, il re è limitato dalla common law e dalla volontà del popolo.

(34)

Bill of Rights 1689

Atto del Parlamento che definisce le leggi fondamentali accettate dal re:

Il re non può giudicare o istituire Corti speciali;

Nuove tasse solo col consenso del Parlamento;

Libertà di petizione al re;

Divieto di mantenere l'esercito in paese senza il consenso del Parlamento;

Diritto del popolo di mantenere le armi;

Divieto al re di influenzare le elezioni parlamentari;

Libertà di parola in Parlamento; i parlamentari non possono essere giudicati per le loro votazioni.

(35)

Whig supremacy 1714-1760

1695 – il Parlamento abolisce la censura sulla stampa, vittoria elettorale whig.

1714 – il Parlamento ottiene dal re Giorgio I

Hannover le prerogative per formare il Cabinet (Consiglio dei ministri), per decidere lo

scioglimento della Camera dei comuni e il patronato sulla Chiesa d'Inghilterra.

(36)

Le prerogative regie

Fonte del conflitto ideologico: le prerogative regie escludono il consenso del parlamento perché

sono il fondamento della società (religione, morale, unità del paese), quindi

Dogma: non possono ledere le libertà dei sudditi.

Al re spettano:

decisioni di politica estera (guerra e pace),

guida della chiesa anglicana,

fonte della giustizia – i giudici esercitano in suo nome.

(37)

Teoria costituzionale whig

Le prerogative sono solo una parte delle leggi fondamentali del paese, quindi non possono essere in contrasto con l'insieme delle regole

costituzionali.

King can do no wrong – quindi, se il re lede i diritti, è consigliato male, la responsabilità è dei

ministri; ma ciò significa che il re può agire solo tramite i ministri che devono controfirmare i

decreti governativi.

(38)

Re – Parlamento -Popolo

1742: “principi nazionali” - teoria costituzionale whig sviluppata durante il conflitto tra il primo

ministro Pelham e Giorgio II - “il popolo è rappresentato dal parlamento e non dal re, il

quale non può governare contro il volere del popolo”.

King is incapable of thinking wrong – può decidere solo tra le opzioni proposte dal

Consiglio; la “Corona” - rappresenta la volontà unica emersa dalla deliberazione in Consiglio,

dove decide la maggioranza.

(39)

Partiti – opinione pubblica

Charles Fox (New Whig) contro Giorgio III:

il re non deve essere influenzato solo dal suo

“favore”, ma deve decidere anche in base alla

“opinione pubblica”.

Con la disfatta della politica americana di Giorgio III – riconoscimento ufficiale del dovere del re di

agire secondo l'interesse pubblico indicato dai partiti.

(40)

Edmund Burke

Thoughts on the Cause of present Discontent, 1770:

il re non deve costituire dei ministeri occulti (“amici del re”), altrimenti lede la costituzione.

i ministri del Cabinet sono intermediari che curano affinché non si crei distanza tra la Corte

ed il popolo, il quale è beneficiario del buon governo, anche quando è governato contro la

sua volontà.

(41)

Teoria costituzionale tory

Non ci devono essere intermediari tra il re ed il popolo; quindi i ministri sono solo suoi

consiglieri, altrimenti sono degli usurpatori.

I ministri non formano un organo collegiale, il Cabinet non è un'istituzione riconosciuta dalla

tradizione costituzionale, le uniche istituzioni riconosciute sono il re e il Parlamento.

(42)

Lord Bolingbroke

Patriot king, 1738:

rapporto immediato tra il popolo e il re, che

rappresenta l'intera nazione come terzo superiore nel conflitto tra partiti; questi

devono essere esclusi dal governo perché

sono portatori di corruzione.

(43)

Primo ministro

Primo premier Robert Walpole 1721-1742, leader di fatto del cabinet in quanto first lord of

treasury. Per tory, incostituzionale perché

governa a posto del re; per whig, media tra re e parlamento, quindi indispensabile per

stabilizzare il sistema.

(44)

Rapporto Cabinet - Parlamento

Act of Settlement 1701:

Il re non ha il potere di grazia per i ministri sotto impeachment;

I ministri non possono essere membri del parlamento per non corromperlo; ma ciò è considerato esagerato, quindi, chi è nominato

ministro si dimette e poi si fa rieleggere –

indispensabile per il management della camera (Walpole manterrà il suo seggio ai comuni e

consiglierà lo stesso al suo successore Pelham).

(45)

Formazione dei governi

Le elezioni generali sono considerate significative, ma non direttamente vincolanti.

I politici di professione ottengono incarichi per nomina regia se hanno un seguito

parlamentare;

Esempio – Grand Party di Walpole – (federazione whig legata a lui).

Responsabilità collettiva del governo e

supremazia del primo ministro fondata sulla capacità di influire sulla maggioranza dei

parlamentari.

(46)

Caduta dei governi

Caduta dei governi: modello – mozione di fiducia richiesta da Walpole nel 1742 non ottiene la maggioranza, si finge un incontro di volontà tra il

re e la maggioranza riguardo le dimissioni, per non estromettere il re dalla funzione di nomina

dei ministri.

Fino al XIX, il rifiuto del Parlamento di sostenere una singola misura non è cruciale, ma solo il

mancato sostegno su questioni politiche fondamentali.

Prassi incerta – nel XVIII diversi governi cadono per la sola opposizione dei Lords.

(47)

Solidarietà ministeriale

la conquista del potere è intesa come frutto di uno sforzo comune tra politici con opinioni comuni;

durante l'esercizio del potere, il primo ministro ha il potere di imporre una condotta comune ai ministri;

le dimissioni sono da intendere come atto comune del Consiglio contro il re o contro il parlamento.

(48)

Stabilizzazione del sistema Westminster

1783 - stabilizzazione definitiva del governo parlamentare:

anche i tory accettano la costituzionalità del

Cabinet – Pitt il giovane forma un governo tory unitario e responsabile davanti alla maggioranza

parlamentra.

Il primo ministro viene riconosciuto unanimamente come il capo politico del paese (grazie

all'espediente della “pazzia di re Giorgio III”).

(49)

Estromissione del re dalla politica

Diminuisce l'influenza sugli “amici del re”

nell'apparato dello Stato con:

la riduzione del Patronage – sinecure con le quali il re premiava gli amici, ridotte nel 1782 con un atto parlamentare proposto da Edmund Burke;

riforme economiche e amministrative di Pitt il giovane – il re non può più assegnare

autonomamente gli appalti pubblici;

le finanze controllate dal primo ministro – primo Lord del tesoro.

(50)

Rapporto deputato - elettori

1774 – Edmund Burke, Discorso agli elettori di Bristol:

rappresentanza virtuale – il deputato non è legato alla volontà degli elettori del suo distretto, ma persegue il bene comune e risponde delle sue

opinioni alla provvidenza (anche i coloni

americani sono rappresentati a Londra, anche se non mandano deputati al Parlamento).

(51)

Rappresentatività del Parlamento

Situazione tra la fine di XVIII e inizio XIX:

elettori sono 10-13% di maschi adulti (circa 400 mila), ma con peso ineguale a causa di grandi differenze tra il numero di elettori nelle singole

circoscrizioni.

Corruzione (considerata normale) – 180 “patroni”

controllano direttamente 370 deputati delle contee e dei borghi minori, e comprano il voto

nei borghi maggiori.

(52)

Differenze città - campagna

122 deputati di contea con 600 sterline di rendita annua, rappresentano i possidenti

terrieri. Numero di elettori per contea varia da un migliaio a 20 000, chi possiede proprietà in più contee, può votare più volte, non ha bisogno di esser residente.

432 deputati dei borghi con 300 sterline di

rendita (tra questi – Pocket Borough – proprietà del deputato, e Rotten Borough – abbandonati dagli abitanti).

(53)

Reform Bill

1831 – primo progetto di riforma del sistema di rappresentanza

“per prevenire abusi nell'assegnazione dei seggi”

ed “eliminare i trafficanti di borghi”,

del primo governo whig di Charles Grey, dopo la caduta del governo tory di Wellington

(dichiaratosi assolutamente contrario ad ogni riforma, quindi contro l'opinione pubblica).

(54)

Parità di voto

Progetto di Grey e Russel:

al principio di proprietà patrimoniale sui borghi e di patronato si vuole sostituire il principio

razionale-numerico:

ogni parlamentare deve essere eletto da un pari numero di elettori, 1 testa – 1 voto;

requisiti per il diritto al voto uniformi nei collegi;

maggiore parità tra le diverse zone del regno (prima il sud agricolo era sovrarappresentato rispetto alle nuove città industriali del nord – Leeds, Manchester, Birmingham senza

rappresentanti).

(55)

Opposizione alla riforma

Opposizione dei tory, Lords e del re Guglielmo IV al Reform Bill:

Per Lord Wellington, la Camera dei Comuni sarebbe troppo influenzata dall'opinione

pubblica e renderebbe il patronato insufficiente per sostenere i governi; l'abolizione dei Rotten e Pocket boroughs equivarrebbe alla confisca

statale di proprietà privata.

(56)

Appello al popolo

Elezioni del 1831 – prime ad esser incentrate su una questione politica, la propaganda di partito

e delle associazioni civiche unisce i singoli candidati attorno alla questione centrale della

riforma.

Elezioni per i whig da intendere come appello al popolo, interpretazione respinta dai tory perché

introduce l'idea della sovranità popolare.

(57)

“Infornata” di Lords

Vittoria elettorale whig, tory eletti solo grazie al patronaggio, il progetto passa alla Camera dei

comuni, ma è rifiutato dai lords – proteste violente nel paese. Gray chiede l'infornata di

lords whig, re rifiuta, Gray si dimette.

9 maggio 1832 re richiama Wellington a formare un governo tory di minoranza.

(58)

“Giorni di maggio” 1832

Mobilitazione popolare contro il re e la nobiltà.

National political union – unione di tutte le associazioni per la riforma del voto – chiede ai comuni di non votare la legge di bilancio, chiama allo sciopero fiscale e bank run.

(59)

Spettro della rivoluzione

1830 – rivoluzione in Francia, 1831 – in Belgio Thomas Atwood, leader del National Political

Union: “2 milioni di uomini pronti alla rivolta armata”.

Principessa Vittoria: “teme di fare la fine di Maria Antonietta”.

Storico Eric J. Hobsbawm: “unico momento potenzialmente rivoluzionario nella storia dell'Inghilterra contemporanea”.

Guglielmo IV cede, impone ai lords di accettare la riforma.

(60)

The Representation of the People Act 1832

Censo limitato a 10 sterline di rendita da il diritto di voto alla classe media. Numero di elettori incrementa circa di 60%, sale a 650 mila.

Abolizione dei Rotten Boroughs e maggiore rappresentatività alle città industriali.

Si istituisce il registro dei votanti, i partiti politici si organizzano in strutture nazionali centralizzate per promuovere in ogni distretto l'iscrizione alle liste elettorali (svolto da uomini di partito, non da funzionari pubblici – permette brogli).

(61)

Effetti del Reform Act

Il censo di 10 sterline spezza il fronte popolare e crea la divisione tra classe media e classe operaia – che formerà il movimento cartista (per il suffragio universale maschile, uniformità dei collegi, voto segreto, diarie ai deputati, elezioni annuali come mezzo contro la compravendita del voto).

Per Wellington, è fine della costituzione mista perché con il precedente delle infornate si smantella il potere dei lords (ma l'influenza informale della nobiltà rimane).

(62)

Parlamentarismo

Presupposti (sia come forma di governo costituzionalmente accettata, sia come preminenza sociale del Parlamento):

1)Estromissione del re dalla politica;

2)Partiti dentro e fuori il Parlamento;

3)Rapporto tra governi e opinione pubblica che permetta l'alternanza dei governi;

4)Amministrazione pubbica stabile estranea agli scontri tra partiti

(63)

Ultimo governo regio

Dicembre 1834 – aprile 1835: ultimo caso di un governo (tory, guidato da Robert Peel) imposto da Guglielmo IV contro la volontà della maggioranza; da dimissioni dopo 100 giorni frustrato per non poter approvare le leggi contro la maggioranza whig.

1835 – regina Vittoria propone a Peel di riformare il governo di minoranza, ma questi rifiuta.

(64)

Riforma dei partiti

Dopo il Reform Act i partiti politici si organizzano in strutture nazionali centralizzate per promuovere in ogni distretto l'iscrizione alle liste elettorali.

Tory – nel 1835 Robert Peel cambia il nome in

“partito conservatore”.

Whig – ufficialmente diventano “partito liberale”

nel 1868, ma il nome è in uso in tutto il XIX.

La stampa locale porta il dibattito politico nelle province, l'unità nazionale si costruisce attorno al Parlamento.

(65)

Opinione pubblica

Opinione pubblica che segue i lavori del Parlamento (dal 1783 i giornalisti possono pubblicare i dibattiti parlamentari) nasce con:

Associazioni per la riforma elettorale (per una rappresentanza più equa - Birmingham political union – National political union)

Associazioni per suffragio universale ed elezioni più frequenti (chartismo)

L'associazione per l'abolizione dello schiavismo

Associazioni di interesse privato – assoc. degli industriali per una legislazione favorevole, trade unions operaie divise per settore ecc.

(66)

Amministrazione pubblica stabile

Prima commissione parlamentare

sull'efficienza del civil service – 1855, a causa della caotica conduzione della guerra di Crimea

(prima guerra

“tecnologica” e prima ad essere seguita dalla stampa).

(67)

Permanent civil service

Commissione d'inchiesta parlamentare sull'amministrazione: “né permanent, né civil, né service”.

Obiettivo della riforma: dividere i funzionari tecnici da quelli politici; dal 1870, assunzioni per concorso per esami, non più per patronato politico (legami familiari, clientela, partito, base locale).

(68)

Second Reform Act 1867

Gladstone (partito liberale) e Disraeli (partito conservatore) concorrono nella promulgazione.

Contro la riforma il liberale Robert Lowe: “Il buon governo è un governo stabile; oltre la democrazia è il socialismo”.

Disraeli: “la riforma esprimerà l'equilibrio sociale in parlamento: ¼ aristocrazia, ¼ operai, ½ ceto medio”, quindi raddoppiamento del numero di elettori (da 1,5 milioni a 3 milioni) e ridistribuzione più equa tra città (sottorappresentate) e campagna.

(69)

Conseguenze

Gli esiti delle elezioni non dipendono più dalla corruzione, ma da campagne elettorali, causando maggiore accentramento burocratico dei partiti e maggiori spese elettorali;

Il predominio delle classi più ricche nella Camera dei Comuni, a causa degli elevati costi, ma anche maggiore pressione sociale sulle classi alte, a causa delle maggiori aspettative delle classi inferiori alimentate dalle promesse elettorali.

(70)

Suffragio universale e segreto

Ballot Act, 1872 - Inclusione di salariati costringe all'adozione del voto segreto;

Third Reform Act 1884 – Gladstone, estende alle contee i diritti elettorali ottenuti nel 1867 nelle città; vota il 60% di maschi;

Fourth Reform Act 1918 – voto universale maschile e parziale femminile;

Fifth Reform Act 1928 - voto universale femminile nel 1928.

(71)

Supremazia della Camera dei comuni

Dal 1902 nessun primo ministro viene scelto tra i membri della Camera dei lords. I leaders dei partiti hanno bisogno della legittimazione elettorale; di conseguenza, i lords non possono votare la mozione di sfiducia contro il primo ministro.

Parliament Act 1911 – imposto dal governo liberale di Lord Asquith come tema principale delle elezioni del 1910, poiché la Camera dei lords è dominata dal partito conservatore.

(72)

Estromissione dei Lords dalla politica

Parliament Act afferma la supremazia della camera elettiva su quella dei lords, lasciando a questa solo un veto sospensivo biennale sulle leggi votate dai comuni e un veto di un mese sulle money bill (per tradizione, i lords non possono opporsi alle questioni riguardanti il finanziamento del governo).

(73)

Second Parliament Act 1949

riduce il veto dei lords sulle decisioni dei comuni a 1 anno;

dal 1945 i lords si autoobbligano a non ostacolare leggi della Camera dei comuni che corrispondono al programma elettorale del partito vincitore. 1958 e 1999 - governi laburisti limitano il numero di lords ereditari;

2005 – Constitutional reform Act istituisce la Corte suprema a posto della Camera dei Lords (che per tradizione medievale era anche Corte di giustizia)

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