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MOBBING e BOSSING

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Academic year: 2022

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MOBBING e BOSSING

Il male oscuro e sociale della nostra scuola.

A cura del prof. Bartolo Danzi

Segretario Provinciale e Regionale Gilda/UNAMS per la Puglia

Spesso il fenomeno del mobbing o del bossing è ritenuto un'invenzione giornalistica o an- cora un'esagerazione di qualche studioso.

Tuttavia nel caso concreto e quotidiano si apprende che il mobbing , le vessazioni da par- te di colleghi o del Dirigente scolastico, la sopraffazione quotidiana fatta di angherie e so- prusi sono ormai diffusi e radicati a livello individuale e di gruppo nell'azienda scuola.

Qualche giornalista perbenista ha definito il mobbing il "mal d'ufficio", un fenomeno na- turale di straordinaria selezione dei migliori.

Però negare l'esistenza del mobbing o addirittura ritenerlo uno strumento utile per mi- gliorare le proprie potenzialità lavorative, grazie all'azione dei "mobbers", significa appro- vare una visione del lavoro e della vita quotidiana che sostiene la sopraffazione ed esclu- de ogni proficua collaborazione.

E la sopraffazione è un illecito per l'intensità, la frequenza e la gravità delle conseguenze ad essa sottese.

Dunque, se il mobbing è uguale a sopraffazione, è un illecito perseguibile civilmente e penalmente: le norme devono, infatti, valorizzare l'uomo nella crescita, nella libertà e nell'eguaglianza in ogni forma di lavoro sia materiale che intellettuale.

La scorretta consuetudine nei rapporti lavorativi di un ambiente scolastico non può esse- re giammai codificata in legge e mortificare la dignità morale e professionale del lavorato- re.

Secondo un'autorevole dottrina, il nostro ordinamento contiene in sé tutte le norme ido- nee a garantire contro i comportamenti illegittimi, riportabili sotto la denominazione mobbing, ampia tutela e risarcimento dei danni conseguenti.

Ma è pur vero che l'attuale ordinamento giuridico non presenta forme di tutela dal pericu- lum del danno biologico ed esistenziale, spesso gravissimo, derivante da una estenuante e reiterata azione mobbizzante.

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Bisogna prima "attendere", quindi, la concretizzazione del danno il cui l'onere della prova incombe sullo stesso lavoratore mobbizzato, essendo inammissibile una tutela ex art.

700 c.p.c. contro le vessazioni e denigrazioni che causano danno alla salute, ove esista, appunto, la possibilità di risarcibilità del danno subito.

A questo stato di autocolpevolizzazione e isolamento si accompagnano presto vere e pro- prie patologie. I disturbi psicofisici più frequenti sono ansia, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress, disturbi di adattamento, alterazioni dell'equilibrio socio- emotivo, alterazione dell'equilibrio psicofisiologico, disturbi del comportamento.

Particolarmente gravi sono poi le ripercussioni sul comportamento del soggetto, con a- buso di alcool, di farmaci, tabacco, isolamento e distacco dall'ambiente sociale in cui si vive, vale a dire amici e famiglia, sia attraverso un atteggiamento passivo di perdita di in- teresse per i rapporti sia attraverso un atteggiamento attivo di aggressività ed incapacità di adattamento.

La sfiducia in se stessi ed il mercato del lavoro finiscono per realizzare lo sbarramento to- tale per chi è vittima di mobbing e bossing, in quanto determinano l'incapacità a proporsi in maniera vincente.

In Italia oltre un milione sarebbero le vittime che si sono ammalate a causa del mobbing e di queste il 10% cerca il suicidio.

Il lento stillicidio di persecuzioni sistematiche , attacchi ed umiliazioni, diffamazioni che perdurano inesorabilmente nel tempo hanno a lungo andare la loro forza devastante. La vittima soffre e trasmette la sua sofferenza al coniuge, ai figli, ai genitori, che divengono essi stessi vittime di un logorio che attacca la famiglia che resisterà fino ad un certo pun- to, e poi, inevitabilmente entrerà anch'essa in crisi.

Un siffatto fenomeno è a dir poco inammissibile e disdicevole, ma purtroppo molto attua- le in un ambiente educativo, quale dovrebbe essere la nostra azienda scuola, tra educa- tori e diffusori di valori culturali che dovrebbero essere semmai promotori di esempi di non violenza per le famiglie ed i giovani in una società ormai fortemente malata e disedu- cata.

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