Capitolo 0
Notazioni e nozioni preliminari
0.1 Notazioni
Dato un insiemeW e due suoi sottoinsiemi A,B ✓ W, useremo le notazioni standard A [ B := {w 2 W : w 2 A o w 2 B},
A \ B := {w 2 W : w 2 A e w 2 B}, Ac := {w 2 W : w 62 A}, A \ B := A \ Bc,
A 4 B := (A \ B) [ (B \ A) = (A [ B) \ (A \ B),
dove il simbolo “:=” indica una definizione. Le definizioni di unione e intersezione si estendono in modo naturale a una famiglia arbitraria {Ai}i2Idi sottoinsiemi diW:
[ i2I
Ai:= {w 2 W : 9i 2 I tale che w 2 Ai},
\ i2I
Ai:= {w 2 W : 8i 2 I si ha che w 2 Ai}.
Con un piccolo abuso di terminologia, diremo che un’unioneSi2IAi`e disgiuntase gli eventi {Ai}i2Isono a due a due disgiunti, ossia se Ai\ Aj=/0 per ogni i 6= j.
Ricordiamo le leggi di De Morgan:
(A [ B)c =Ac\ Bc, (A \ B)c =Ac[ Bc, e pi`u in generale
[ i2I
Ai
!c
=\
i2I
Aci, \
i2I
Ai
!c
=[
i2I
Aci.
Indicheremo con N := {1,2,3,...} i numeri naturali, zero escluso; quando vor-
1
2 0 Notazioni e nozioni preliminari
remo includerlo, useremo la notazione N0:= {0,1,2,...}. Adotteremo le notazioni standard per i numeri interi, razionali, reali e complessi, indicati rispettivamente con Z, Q, R e C, e porremo R+:= [0,•) = {x 2 R : x 0} e Q+:= Q \ [0,•).
Diremo che un numero x 2 R `e positivo se x 0 e strettamente positivo se x > 0;
analogamente, diremo che x `e negativo se x 0 e strettamente negativo se x < 0.
Si noti che con queste convenzioni 0 `e sia positivo sia negativo. La parte positiva e negativa di un numero x 2 R sono definite rispettivamente mediante x+:= max{x,0}
e x := min{x,0} = max{ x,0}. Si noti che x+,x 0 e x = x+ x , mentre il valore assoluto di x `e dato da |x| = x+ x .
Utilizzeremo gli aggettivi “crescente” e “decrescente” in senso debole: una fun- zione f : R ! R sar`a detta crescente (risp. decrescente) se per ogni x > y si ha f (x) f (y) (risp. f (x) f (y)). Una funzione costante `e dunque sia crescente sia decrescente.
Dato un insieme finito A, ne denoteremo col simbolo |A| la cardinalit`a, cio`e il numero dei suoi elementi (e scriveremo |A| < • per indicare che l’insieme `e finito).
Un insieme A `e detto numerabile se `e in corrispondenza biunivoca con N, cio`e se esiste una applicazione f : A ! N iniettiva e suriettiva. Dati due insiemi A, B, il loro prodotto cartesiano A ⇥B `e definito come l’insieme di tutte le coppie (a,b) con a 2 A e b 2 B. Queste definizioni verranno riprese e approfondite nel paragrafo 1.2.
SiaW un insieme generico. Per ogni sottoinsieme A ✓ W, definiamo la funzione indicatrice di A, indicata con 1A, come la funzione che vale 1 su A e 0 su Ac:
1A(x) :=
(1 se x 2 A
0 se x 62 A. (0.1)
In altri contesti, questa funzione `e detta caratteristica e indicata concA. Dato che in probabilit`a `e prassi indicare con “funzione caratteristica” un oggetto diverso (che non descriveremo in questo libro), ci atterremo alla terminologia probabilistica
“funzione indicatrice” e alla notazione 1A.
0.2 Serie notevoli
La somma•n=1an di una successione di numeri reali (an)n2N `e definita come il limite della successione {sN:=ÂNn=1an}N2Ndelle somme parziali (detta serie) quando tale limite esiste in R [ {±•}. Ricordiamo che per ogni a 2 R si ha
Â
• n=11 na
(< +• se a > 1
= +• se a 1. (0.2)
La serie geometrica (a partire da 0 o da 1) `e ben nota:
0.3 Somme infinite 3
Â
Nn=0xn=1 xN+1
1 x ,
Â
Nn=1xn=x(1 xN)
1 x , 8x 2 R \ {1}, (0.3) come si dimostra facilmente per induzione. Segue in particolare che
Â
• n=0xn= 1 1 x,
Â
• n=1xn= x
1 x, 8x 2 R con |x| < 1. (0.4)
0.3 Somme infinite
Per definire la somma di una famiglia di numeri reali {ai}i2Iindicizzata da un insie- me infinito I generico, anche pi`u che numerabile e senza un ordinamento, si procede nel modo seguente. Nel caso speciale di una famiglia {ai}i2Ipositiva, ossia ai 0 per ogni i 2 I, la somma Âi2Iai`e sempre ben definita in [0,+•], ponendo
Â
i2Iai:= supA✓I,|A|<•
Â
j2Aaj2 [0,+•],
cio`e la somma infinitaÂi2Iai`e definita come l’estremo superiore di tutte le possibili somme finite degli elementi ai. Si noti cheÂi2Iaipu`o assumere il valore +•.
Nel caso generale di una famiglia {ai}i2Idi numeri reali non necessariamente positivi, diremo che tale famiglia ammette somma se almeno una delle due somme Âi2Ia+i,Âi2Iai `e finita (si osservi che sono entrambe somme a termini positivi). In tal caso, la sommaÂi2Iai`e definita da
Â
i2Iai:=Â
i2Ia+i
Â
i2Iai 2 [ •,+•]. (0.5)
Si noti che ogni famiglia a termini positivi ammette somma.
Infine, se una famiglia {ai}i2Iammette somma e seÂi2Iai2 ( •,+•), diremo che la famiglia ammette somma finita. Chiaramente ci`o accade se e solo se entrambe le sommeÂi2Ia+i eÂi2Iai sono finite, il che `e equivalente aÂi2I|ai| < •.
Osservazione 0.1. L’insieme degli indici I pu`o anche essere infinito pi`u che nume- rabile, ma se la famiglia {ai}i2Iammette somma finita, i termini non nulli sono necessariamente un insieme finito o numerabile. Infatti, per ognie > 0 fissato, i ter- mini tali che |ai| > e sono necessariamente in numero finito (in caso contrario si mostra facilmente cheÂi2I|ai| = •, contraddicendo l’ipotesi). Scrivendo quindi
{i 2 I : ai6= 0} = [
n2N
{i 2 I : |ai| >1n}, (0.6)
si ha che l’insieme {i 2 I : ai6= 0} `e unione numerabile di insiemi finiti, dunque `e finito oppure numerabile.
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Osservazione 0.2. Supponiamo che una famiglia {ai}i2Iabbia un insieme numera- bile di termini non nulli (sar`a il caso tipico che incontreremo). I termini non nul- li possono allora essere elencati in una successione {ain}n2N, ma la scelta della successione (ossia dell’ordine in cui elencare i termini) `e arbitraria.
Se la famiglia {ai}i2Iammette somma (finita o infinita), si pu`o mostrare che Âi2Iaicoincide con l’ordinaria somma della serie•n=1ain=limN!•ÂNn=1ain, la quale dunque non dipende dal modo di scegliere la successione {ain}n2N(e fornisce un modo operativo di calcolare la sommaÂi2Iai).
Questo non `e pi`u vero se la famiglia {ai}i2Inon ammette somma: ordinamen- ti diversi della successione {ain}n2Npossono produrre somme diverse della serie •n=1ain. Un esempio classico `e dato dalla famiglia {ai:= ( 1)i 1i}i2N. Questa `e una delle ragioni per cui occorre cautela nel definire la somma di una famiglia infinita {ai}i2I, quando non ci sia un ordinamento canonico dell’insieme degli indici I.
Chiudiamo enunciando alcune propriet`a importanti delle somme infinite, di cui faremo uso frequente. Le dimostrazioni non sono difficili, ma i dettagli sono piuttosto noiosi: il lettore interessato li pu`o trovare nell’appendice A.
Cominciamo con la linearit`a: se le famiglie {ai}i2Ie {bi}i2Iammettono somma finita, per ognia,b 2 R la famiglia {aai+bbi}i2Iammette somma finita e si ha
Â
i2I(aai+bbi) =a✓
Â
i2Iai
◆ +b✓
Â
i2Ibi
◆ .
Questa relazione vale anche se le famiglie sono positive, senza richiedere che ammettano somma finita, purch´ea,b 0.
Quindi la monotonia: se le due famiglie {ai}i2Ie {bi}i2I ammettono somma (finita o infinita) e sono tali che ai biper ogni i 2 I, allora
Â
i2IaiÂ
i2Ibi.
Descriviamo infine una propriet`a nota come somma a blocchi, che corrisponde a una generalizzazione dell’associativit`a per somme finite. Supponiamo che la fami- glia {ai}i2Iammetta somma e sia {Ij, j 2 J} una partizione di I, ossia I =Sj2JIje Ij\ Ik=/0 per j 6= k. Allora, per ogni j 2 J fissato, la sottofamiglia {ai}i2Ijammette somma; ponendo sj:=Âi2Ijai, anche la famiglia {sj}j2Jammette somma e si ha
Â
i2Iai =Â
j2Jsj =
Â
j2J
✓
Â
i2Ij
ai
◆
. (0.7)
Come caso particolare, se I = E ⇥ F `e un insieme prodotto, esso pu`o essere parti- zionato in modo naturale come I =Sx2E{x} ⇥ F, oppure come I =Sy2FE ⇥ {y}.
Di conseguenza, se la famiglia {ai}i2I={ax,y}(x,y)2E⇥Fammette somma, si ha che
(x,y)2E⇥F
Â
ax,y=
Â
x2E
✓
Â
y2Fax,y
◆
=
Â
y2F
✓
Â
x2Eax,y
◆
. (0.8)