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Gabinetto di lettura e Biblioteca circolante: il modello Vieusseux

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Gabinetto di lettura e Biblioteca circolante: il modello

Vieusseux

Premessa metodologica

Vieusseux ha avuto un ruolo di promozione, diretta e indiretta, non trascurabile quando si vuole parlare di gabinetti di lettura in Italia e della quale si deve tener conto quando si analizza il fenomeno in date successive all'apertura del suo stabilimento. Un'influenza indiretta che emerge da tutte quelle notizie coeve nelle quali ogni qual volta si parla di gabinetti di lettura non si riesce a tacere il nome del ginevrino e di quel suo gabinetto di lettura talmente grande di fronte al quale ci si permette pure delle audacie linguistiche per farne meglio emergere la portata se nel citato articolo della «Rivista europea» del 1842 Gottardo Calvi lo definisce “gabinetto mostro”1. Del resto ancora dalla stampa coeva apprendiamo la grande consapevolezza linguistica quando si parla di gabinetti di lettura e biblioteche circolanti. Fu proprio Vieusseux a formalizzarne, almeno in Italia, la distinzione e se ancora oggi in certi studi non specialistici i due termini vengono usati quasi come sinonimi, per via anche del fatto che sale di lettura di riviste e gazzette erano spesso corredate di biblioteche per il prestito a domicilio a pagamento, i due servizi vengono, e devono essere, considerati separatamente. Non sorprende, per certi versi, che nel 1846 in un avviso per l'apertura del gabinetto di lettura di Crema negli «Annali universali di statistica» si parli con estrema cognizione di

1 Sullo stato attuale della letteratura in Toscana. Lettera quarta al ch. Sig. Gottardo Calvi, in «Rivista europea» anno V, parte III, 1842, pp. 208-218.

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causa di gabinetto di lettura distintamente dalla biblioteca circolante2. Due fenomeni paralleli che mostrano un diverso sviluppo come anche diversi punti di arrivo. Manterremo, dunque, anche nell'esposizione quella fondamentale differenza, ma anche la diversa importanza, che Giovan Pietro volle dare al Gabinetto di lettura e alla Biblioteca circolante. Le riviste, in primo luogo, corredate da una biblioteca consultativa; poi i libri della biblioteca circolante. Mi sembra, così, di rispettare la memoria storica dell'istituto, l'impostazione che volle dargli Vieusseux, e oltretutto di analizzare il fenomeno in maniera organica.

Le riviste

Non occorre, credo, fare altri riferimenti all'importanza che ebbero le pubblicazioni periodiche per i processi di democratizzazione della cultura nell'Europa dell'ottocento, né fare altre menzioni alla importanza che ebbero come mezzo di diffusione delle idee liberali che in Italia si incanalarono nei progetti risorgimentali e nel perseguimento dell'unità e libertà nazionali. Gran parte di questo fermento era stato importato dalla Francia o dall'Inghilterra dove l'attivissima editoria locale produceva testate giornalistiche con tirature che superavano le 10.000 copie e venivano lette in tutta Europa. In Italia un ruolo di primo piano nella diffusione delle riviste straniere era stato occupato dalla Toscana, sia per la moderazione dei

2 Annali universali di statistica, economia pubblica, geografia, storia, viaggi e commercio, compilati da Francesco Lampato. Milano: presso la società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria, 1846, volume settimo della serie seconda, gennaio-febbraio-marzo, pp. 193-195.

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suoi governanti e dunque della loro politica di censura, sia per l'importanza di un porto come quello di Livorno dal quale passavano gran parte dei traffici commerciali tra l'Europa settentrionale e quella mediterranea. Giovan Pietro Vieusseux si trovava dunque nella posizione migliore per ricevere e diffondere queste riviste; oltretutto si è già accennato al fatto che poteva contare su una fitta rete di contatti commerciali ereditata dai suoi precedenti traffici che riuscì ad adattare alla sua nuova impresa. Informazioni utilissime su questa rete di contatti ci vengono fornite da Alessandro Volpi che ne individua i nodi fondamentali e ci permette di conoscere i contatti di Giovan Pietro con i vari stati italiani e stranieri, come anche i mezzi e le vie percorse dalla mercanzia libraria. Rimando dunque alla sua pubblicazione3 per un approfondimento dell'argomento e ne attingerò informazioni solo quando serviranno a delucidare i nuovi contributi emersi dalla corrispondenza da me presa in esame.

Nell'allestimento del suo gabinetto di lettura Giovan Pietro Vieusseux aveva lasciato ben poco al caso; sin dall'inizio ogni scelta connessa al suo allestimento e alla sua pubblicizzazione segue un disegno preciso del ginevrino. L'intento è quello di moralizzare i lettori fiorentini ma parimenti di realizzare un'impresa forte dal punto di vista commerciale e che non destasse sospetti alla censura Granducale. Pochi giorni prima dell'apertura al pubblico Giovan Pietro riceve una lettera dall'amico Sismondi, il quale messo a conoscenza dell'avvenuto allestimento del gabinetto a Palazzo Buondelmonti e delle stampe pubblicitarie del Vieusseux, con il suo solito pragmatismo nota: «Vous avez sans doute jugé plus prudent

3 ALESSANDRO VOLPI, Commercio e circuiti culturali: Giovan Pietro Vieusseux, un borghese

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à-vis du gouvernement de ne nommer aucun des journaux politiques que vous indiquez dans votre lettre; je pense cependant qu'ils formeront le principal attrait pour la masse des lecteurs»4. Di fatto Vieusseux pur esaltando il valore morale della sua impresa eviterà di pubblicizzare quella che poi sarà una delle caratteristiche preponderanti del suo gabinetto e cioè quella di proporsi come centro di diffusione delle idee liberali di ispirazione anglosassone e persino di certe idee sansimoniane provenienti dalla Francia.

Al momento dell'apertura il suo gabinetto contava 42 riviste le quali venivano divise per l'area di influenza culturale dalla quale provenivano. C'erano, ovviamente, le maggiori gazzette italiane ma come fa notare sempre Sismondi: «Tous les journaux italiens n'ont qu'un même esprit et, quand on en a lu, on ne sera jamais tenté d'en lire un second»5. La lista conta 16 riviste provenienti dai vari stati italiani e 26 testate straniere: 3 inglesi, 4 di Germania, 19 di Francia. Una nota avverte che solo le riviste segnate con un asterisco, 10 in tutto, saranno presenti al momento dell'apertura, le restanti si attendono a breve6. Di fatto scorrendo gli Avvisi della «Gazzetta di Firenze» dal febbraio del 1820 in avanti ne troviamo diversi che pubblicizzano il gabinetto e, soprattutto, avvisano dell'arrivo delle nuove riviste7. Anche nei mesi successivi vengono inseriti sulla

4 JEAN CHARLES LÉONARD SISMONDE DE SISMONDI, Epistolario: volume secondo

1814-1823, raccolto con introduzione e note a cura di Carlo Pellegrini. Firenze: La nuova

Italia, 1935, p. 409.

5 JEAN CHARLES LÉONARD SISMONDE DE SISMONDI, Epistolario, cit., p. 407. 6 Tascrizione completa della lista a p. 33.

7 Nel numero del 22 febbraio («Gazzetta di Firenze», 22 febbraio 1820) troviamo la lista completa delle riviste già arrivate al gabinetto, si legge: «Elenco dei giornali scientifici e letterarj già arrivati al sudd. Gabinetto. Biblioteca Italiana; Giornale Arcadico; Giorn. Gen. di medicina: Giorn. della nuova dottrina medico italiana; Opuscoli letterarj; Bibliotheque universelle; Bibliotheque historique; Bibliotheque fisico-economique; Journal des savans; Jour. des education; Jour. de medicine; Themis ou Bibl. du Jurisconsulte; Lyceé français; Annales de

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«Gazzetta di Firenze» costanti Avvisi con i quali Giovan Pietro avverte circa l'arrivo di nuove riviste o dei nuovi numeri di riviste già presenti. Una testimonianza dell'aumento delle riviste disponibili a Palazzo Buondelmonti ci viene fornita dal catalogo della biblioteca circolante stampato nel 1835. L'elenco delle riviste che Vieusseux rilega in volume ed inserisce nella biblioteca circolante, potendo dunque essere prese in prestito, mostra l'aumento delle testate possedute ed inserite nel catalogo alle quali del resto altre se ne aggiungono che per vari motivi non erano state inserite nella biblioteca circolante8. Prassi, questa del Vieusseux, di inserire le riviste nel catalogo della circolante, che iniziò ben presto se si considerano i numeri di matricola, che fungevano e fungono tutt'ora sia da inventario che da collocazione, molto bassi. Il «Journal des voyages» ha il n. 37; L'«Abbreviatore», il «Giornale letterario di Bologna» il 71; e via dicendo.

Analizzare ora lo sviluppo della raccolta del gabinetto sarebbe inutile al fine della ricerca. Più interessante invece risulta mettere in risalto quali di queste testate offerte in lettura dal Vieusseux nel suo istituto hanno o possono avere nei disegni del ginevrino un'importanza strategica al fine delle sue idee liberali e dei suoi progetti culturali, quali cioè le riviste da consigliare. Ovviamente non tutti i gabinetti di lettura che nascevano o si proponevano di farlo potevano avere la possibilità, ma del resto nemmeno l'esigenza, di una così ampia proposta di riviste e giornali. Ma quali scegliere? Quali considerare

voyage de Malte Brun; Ann. Des arts et manufactures; Quarterly review; Annals of Philosophy; der freymüthige; Morgenblatt; Allemeine literatur zeitung; oltre le Gazzette italiane, francesi, inglesi, e tedesche. Altri si attendono a breve».

8 Generalmente non erano inserite nel catalogo della circolante le riviste esplicitamente politiche o quelle che comunque non era conveniente fare circolare. Il «Globe», per esempio non venne mai inserito.

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assolutamente necessari? E soprattutto come farli arrivare alle varie capitali dei regni pre-unitari se non anche in paesi di provincia?

La corrispondenza ci sottopone tutta una casistica che ci permette di capire, sia il pensiero di Giovan Pietro, sia di fatto quali fossero le richieste di lettura avanzate nelle diverse parti d'Italia, ma anche cosa coloro che organizzavano la cultura, Vieusseux in primis, si aspettavano o si auguravano che la borghesia leggesse.

Mi sembra opportuno, innanzitutto, ricordare quali fossero le modalità con le quali Giovan Pietro facesse giungere a Firenze le riviste che si stampavano oltr'alpe. Non bisogna inoltre dimenticare che la scelta di questa o quella via di comunicazione veniva realizzata in base a due motivi fondamentali che erano quelli dei tempi di percorrenza e del costo della spedizione. Ovviamente si preferiva ottimizzare le spedizioni salvaguardando il rapporto costo-tempo, tuttavia c'erano delle merci per le quali si poteva rinunciare alla relativa immediatezza della spedizione a favore di un costo più esiguo ed altre per le quali questo ragionamento non poteva essere fatto. Di fatto la divisione netta che Giovan Pietro tiene sempre a mente per quanto riguarda le riviste del suo gabinetto, quella tra riviste scientifiche e letterarie e quelle politiche, non è dettata soltanto da esigenze teoriche di classificazione né solamente dal diverso trattamento, spesso per le diverse politiche di censura attuate dai vari stati. La divisione che il Vieusseux tiene a mente è quella tra due prodotti che necessitano di tempi di fruizione differenti. Le riviste di informazione, a differenza di altre, per mantenere il loro potenziale culturale intatto hanno bisogno di tempi di fruizione molto bassi, insomma dovevano essere lette immediatamente, o quasi, per avere

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l'utilità che si prefiggevano e che ci si aspettava. Ce lo ricorda lo stesso Giovan Pietro quando scrive a Gaetano Becherini: «Se invece della posta voleste avere i giornali colle spedizioni dei librai non gli riceveresti che tre mesi dopo la loro pubblicazione, cosa contraria allo scopo che deve proporsi ogni gabinetto letterario, cioè la sollecitudine, senza della quale non potrebbe mai sostenersi»9. Ma la rete di cui si avvale Giovan Pietro è molto articolata e si piega di volta in volta alle esigenze particolari della singola merce. Prevalentemente il Vieusseux si avvale sul sostegno di singoli collaboratori per ogni località da cui la merce ha origine, passa, o deve essere spedita.

Vieusseux già prima dell'apertura del gabinetto di lettura era il nodo centrale di una fitta rete di rapporti che, suggerisce Alessandro Volpi, «possedeva un valore decisamente superiore rispetto a quello delle merci trattate»10. Poggiando su questa rete Vieusseux contribuì alla progressiva formalizzazione dei canali di scambio della merce libraria. Fulcro dell'intera rete commerciale e snodo necessario era la Francia ed il centro editoriale di Parigi. Non solo per le produzioni editoriali locali ma anche come snodo per libri e riviste che provenivano dall'Inghilterra. Giovan Pietro, del resto, si rivolge a mercanti e librai francesi anche per quel che riguarda riviste spagnole e portoghesi, che se anche in quantità esigua pervenivano al suo gabinetto. Basta pensare che, delle circa 130 riviste delle quali disponeva il suo gabinetto nella seconda metà degli anni venti dell'ottocento, più di 80 giungevano da o tramite Parigi. Il restante numero riguarda testate italiane o una più modesta quantità di riviste provenienti da Svizzera, Germania e Impero Austro-Ungarico, che pervenivano a Firenze

9 CV, III, p. 509.

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tramite corrispondenti ginevrini e viennesi passando per Milano. In questa rete commerciale un ruolo essenziale viene, dunque, svolto dai corrispondenti, che di fatto sono presenti in ogni “piazza” dalla quale le riviste vengono spedite, transitano o giungono. Il ruolo del corrispondente, in ogni caso interpretato da uomini avvezzi alle pratiche commerciali, veniva assolto da librai, editori, direttori della Posta, ma anche da parenti, amici, o semplici conoscenti. Anzi, assai spesso, era proprio sfruttando canali commerciali non propriamente nati per la merce libraria che si riusciva a superare le barriere doganali e i limiti imposti dalla censura dei vari stati da cui libri e riviste si trovavano a transitare.

A Parigi il primo corrispondente fisso di Vieusseux fu Barrois, il quale si occupava delle spedizioni per Firenze per conto del ginevrino anche per quanto riguarda altri corrispondenti quali la libreria Galignani, che gestiva le riviste britanniche, e la casa editrice Treuttel & Wurtz. I rapporti con Barrois furono interrotti per continui ritardi nelle sue spedizioni, ritardi che come si è già detto Vieusseux e il suo gabinetto di lettura non potevano permettersi al fine dell'economia dello stabilimento e delle sue finalità. Incaricato di gestire le spedizioni a Firenze fu l'editore parigino Jules Renouard. Questa volta, però, venendo meno a tutta una consolidata tradizione del mondo mercantile sette-ottocentesco, Giovan Pietro non si contentò della parola data da Renouard e tra i due si formalizzò un contratto scritto assai dettagliato che stabiliva le rispettive competenze e responsabilità circa le modalità di invio delle varie merci. Il contratto stabiliva diverse modalità di invio, tutte garantite da Renouard, che consistevano nella continuità di utilizzo dei principali canali di

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comunicazione già utilizzati dal Vieusseux. Per Posta ordinaria sarebbero state spedite alcune riviste come il «Globe» o la «Revue Encyclopedique», mentre «les envois par le courrier continueront à avoir lieu pour le brochures et ouvrages politique d'une haute importance»11. Parimenti avrebbe continuato a ricevere tutta una serie di riviste per quella che chiamava la “voie économique” che da Parigi giungeva a Firenze passando per Marsiglia e Livorno. In questo caso prima del tratto in battello gestito dai Senn, con partenze che si effettuavano regolarmente il 15 o il 16 di ogni mese, il carico sarebbe potuto essere spedito in diligenza da Parigi a Marsiglia tramite il “roulage” ordinario che avrebbe impiegato circa 24 giorni o tramite il “rouages accéléré” di circa 14 giorni, entrambi gestiti dal servizio postale francese. Questa soluzione, che appunto definiva “voie économique”, garantiva un risparmio economico ma faceva si che le riviste giungessero a Firenze quasi tre mesi dopo la loro pubblicazione. Veniva pertanto utilizzata prevalentemente per le riviste scientifiche e letterarie per le quali il ritardo era, tutto sommato, accettabile.

Giunte a Firenze le riviste che non rimanevano al gabinetto iniziavano nuovi viaggi che le portavano verso la periferia del Granducato o verso gli altri Stati italiani. Anche in questo caso un ruolo fondamentale era svolto dai corrispondenti che, con il progressivo sviluppo del sistema postale, finirono spesso con l'essere identificati con i direttori della Posta dei vari Stati pre-unitari. Sappiamo del resto come le diverse politiche censorie nonché i veti doganali comportassero un diverso trattamento delle modalità e delle

11 CV, III, p. 73.

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precauzioni nelle spedizioni di libri e riviste; in particolare, le difficoltà di raggiungere il Regno delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio, passaggio obbligato per Napoli. Sempre maggiore importanza, in tal senso, ebbero le Direzioni della Posta ed in particolar modo gli uffici per l'invio delle gazzette. Già sul finire degli anni venti alla rotta marittima Marsiglia-Livorno Vieusseux comincia a preferire il passaggio da Torino la cui Direzione postale è affidata a Luigi Croletti, mentre per quanto riguarda gli invii dall'area tedesca snodo obbligato divenne la posta di Verona la cui direzione era affidata a Berger. Questa tratta infatti andrà consolidandosi sempre più e ancora nel 1838 è al direttore di quella sede postale, non più Berger ma Filippo De Jager, che Vieusseux si rivolge per l'invio di riviste tedesche da spedire a Livorno. A De Jager Giovan Pietro spedisce una lettera in cui lo prega di spedire a Cesare Caporali, al gabinetto di lettura di Livorno, le riviste Börsen-Halle, Allgemeine Zeitung, Morgenblatt, Literatur-Blatt, Kunstblatt e il Journal de Francfort12. Vieusseux già a partire dal 1827 indirizza ai Direttori della Posta dei diversi Stati italiani quanti lo interrogano circa il modo migliore di far pervenire nei loro gabinetti di lettura libri e riviste. In una lettera a Croletti, Vieusseux chiede di spedire per l'uso di un gabinetto di lettura che alcuni individui hanno il progetto di aprire a Bologna, la stessa lista che Croletti ha spedito a lui stesso con l'elenco dei giornali politici, scientifici e letterari13. Nel 1828 è a Benedetto Mancini, che gestisce un gabinetto di lettura a Macerata, che Vieusseux consiglia di rivolgersi al Direttore della Posta di Milano allo scopo di ricevere quei giornali che in nota Vieusseux stesso gli ha consigliato di mettere a

12 CV, XII, p. 1595.

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disposizione dei suoi abbonati. Scrive Giovan Pietro:

«Questa nota è quella medesima ch'io ho rimesso anche a Siena, ove è stata decisa l’apertura di uno stabilimento consimile; ed avendola creduta sufficiente per Siena la credo tale anche per Macerata. – del resto non sarebbe a lei di nessuna utilità un elenco di 80 giornali, tra politici e letterari ch’io sono costretto di avere in vista di una capitale frequentata da tanti forestieri e della montatura del mio Gabinetto, ed è per questo che mi sono limitato ad accennare i principali – il miglior modo per lei di procurarseli è quello di dirigersi alla spedizione delle Gazzette, presso la direzione delle poste a Milano. Quest’amministrazione gliele provvederà con la possibile economia e glieli trasmetterà sempre colla massima regolarità»14.

Si è visto dunque, in questa breve parentesi, quali fossero le vie di comunicazione usate da Vieusseux per ricevere e spedire riviste e gazzette e su quale fitta rete di rapporti professionali ma anche personali si basasse. Abbiamo visto anche quali fossero i consigli che dava a chi chiedesse il suo aiuto e come riuscisse sempre ad individuare le vie migliori, tenendo in considerazione il rapporto tra costo e tempi di spedizione. Ma di fatto non abbiamo ancora individuato quali fossero quelle riviste che Vieusseux riteneva indispensabili per un gabinetto di lettura moderno e progressista.

Nella corrispondenza presa in esame, pure tralasciando quelle

14 CV, III, p. 401.

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lettere in cui si confermano gli abbonamenti a gazzette e riviste dei vari gabinetti di lettura o se ne richiede il pagamento, emergono alcune lettere utili al fine individuare sia cosa leggesse la borghesia italiana sia quali fossero le riviste pubblicizzate da Giovan Pietro.

Tra quelle lettere nelle quali si citano gazzette e riviste ho preferito concentrarmi su quelle che mostrano la volontà esplicita di consigliare quali riviste rendere fruibili in una sala di lettura. Ho preferito, infatti, isolare delle vere e proprie liste di riviste redatte dal Vieusseux e spedite a diversi corrispondenti in procinto o con l'intenzione di aprire dei gabinetti di lettura dalle quali possiamo trarre alcune informazioni utili.

Le liste individuate15 coprono un arco di tempo che va dal 1824 al 1839 e riguardano varie zone del territorio italiano, sia capitali che zone periferiche dei vari Stati preunitari, soggette a regimi censori e politiche doganali differenti. Di conseguenza anche il pubblico reale o potenziale risulta abbastanza eterogeneo. Necessario risulta, dunque, individuare quale fossero le testate giornalistiche consigliate con più insistenza da Giovan Pietro, al fine anche di individuarne l'orientamento e le finalità (vedi Tabella B.1). Del resto uno dei meriti riconosciuti a Vieusseux è proprio quello di avere saputo risvegliare la cultura nazionale, se non anche di avere contribuito a delinearla, indirizzandone gli interessi o prodigandosi affinché nascessero e si sviluppassero in maniera critica e moderna.

É Paolo Prunas a notare l'attenzione con la quale Vieusseux si era

15 Mi riferisco in particolare a sette lettere spedite rispettivamente a: Onorato Porri, Siena, 30/12/1824 (CV, II, p. 417); Pietro Capobianchi, Roma, 19/12/1825 (CV, II, p. 460); Ernesto Rossini, Siena, 12/12/1826 (CV, III, p. 140); Benigno Scalabrini, Roma, 05/04/1828 (CV, III, p. 470); Angelo Martini, Todi, 20/03/1829 (CV, III, p. 712); Giovanni Barsotti, Lucca, 31/05/1836 (CV, VIII, p. 728); Giovanni Bernardini, Venezia, 15/01/1839 (CV, XII, p. 913). Vedi anche Tabella B.1.

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approcciato alle nuove scuole storiche nate in Francia e Germania e da li promuovendone, tramite le riviste che ne dibattevano, la loro introduzione in Italia16. I primi numeri dell'«Antologia» testimoniano questo interesse ed offrono un quadro del panorama culturale europeo più progredito oltre a testimoniare gli indirizzi ideologici e la predisposizione di Giovan Pietro nei confronti delle più avanzate correnti di pensiero progressiste. L'«Antologia», ad esempio, offriva una scelta di brani tradotti da riviste quali l'«Edimburgh review» e la «Revue encyclopédique». Proprio ques'ultima testata aveva un importanza fondamentale per l'economia del'«Antologia», in quanto molti dei brani o dei temi proposti vi erano direttamente riconducibili. Sin dal 1821-22 la «Revue encyclopédique» aveva segnalato la rivista di Vieusseux ai propri lettori. La “Revue”, inoltre, era presente nelle sale di Palazzo Buondelmonti sin dal momento dell'apertura del gabinetto ed è sempre presente nelle liste di riviste consigliate da Giovan Pietro. Fondata nel 1819 da Marc-Antoine Jullien la rivista aveva come retroterra culturale di riferimento il liberalismo illuminato e le idee proposte dai cosiddetti “ideologues” francesi17. A partire dal 1831 la “revue” divenne un organo propagandistico della dottrina sansimoniana annoverando tra le file del suo direttivo personalità quali Pierre Leroux, Lazare-Hippolyte Carnot, François-Leonce Reynaud. Sainte-Beuve in un articolo del 21 giugno 1832 per il «National» scriveva:

16 Cfr. PAOLO PRUNAS, L'antologia di Giovan Pietro Vieusseux: storia di una rivista italiana. Roma-Milano, Società edititre Dante Alighieri, 1906.

17 In riferimento agli “ideologues” mi sembra opportuno ricordare il recupero effettuato da questo gruppo di pensatori degli scritti di Adam Smith e di parte della dottrina utilitaristica che come si è già accennato faceva parte della formazione culturale di Vieusseux.

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«La Revue encyclopédique n'a pas simplement pour objet d'être un magazine bien fait, bien meublé de morceaux divers et suffisamment assortis […] mais c'est un recueil systématique, fidèle à son titre, ayant une sort d'unité et une direction de doctrine dans tout les sens. En politique, l'avénement du prolétariat; en religion, l'hostilité contre le christianisme, contre le spiritualisme pur, et l'appel à un pantheisme encore confus; en art, le symbolisme le plus vaste»18.

La rivista inoltre conteneva un eccellente bollettino bibliografico che da solo, ci dice sempre Sainte-Beuve, valeva la rivista indipendentemente dagli articoli che conteneva.

La “revue” ad ogni modo non era la sola rivista entrata nell'orbita sansimoniana, anzi possiamo dire che l'affacciarsi della dottrina di Saint-Simon al circuito della grande cultura europea fosse avvenuto con il «Globe», rivista nata nel 1824 come giornale letterario ma trasformata nel corso degli anni in un organo del liberalismo francese. Anche il «Globe» era stato immediatamente reso disponibile agli associati del gabinetto di Palazzo Buondelmonti, quindi quando ancora non aveva i caratteri di una rivista sansimoniana. Ma va notato come nel 1831, quando il titolo della rivista diventa Le Globe: journal

de la doctrine de Saint-Simon, Giovan Pietro mantiene l'abbonamento

ed anzi aumenta le richieste della rivista, intensificando parimenti i rapporti epistolari con la redazione parigina. Del resto a Palazzo Buondelmonti si potevano leggere altri giornali riconducibili all'orbita sansimoniana, quali il «Producteur» e l'«Organisateur». Ma il «Globe»

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fu oggetto di particolare interesse da parte di Vieusseux che non di rado si mostra particolarmente appassionato alle vicende di questa rivista che annoverava tra le sue fila Pierre Leroux, Sainte-Beuve, Cousin e dopo il 1831 Enfantin e Chevalier.

Un primo interesse al «Globe» è testimoniato dalla richiesta di informazioni avanzata a Barrois il 2 aprile del 182519 e, nei mesi successivi, dalla richiesta di scambio tra l'«Antologia» e il «Globe»20.

Il 24 luglio 1826 il «Globe» figura già nella lista di riviste che Barrois deve spedire per corriere a Firenze21 e nell'ottobre dello stesso anno viene richiesta la collezione completa della rivista22. L'interesse si

manifesta, dunque, molto prima della sua svolta sansimoniana quando ancora si attesta su posizioni liberali anche se dagli accenti già molto radicali. Il «Globe» infatti figura nella lista delle riviste «che converranno allo stabilimento progettato» da Ernesto Rossini a Siena nel dicembre del 182623. L'associazione annua è di 70 Lire. La rivista inoltre viene consigliata, considerando le misure da prendere con la censura, anche a Benigno Scalabrini di Roma nell'aprile del 182824, lettera nella quale Giovan Pietro scrive: «credo poi che vi sarebbe tutta la vostra convenienza ad avere i seguenti giornali francesi: Le Globe, Revue trimestelle, Revue britannique» ma avverte «questi giornali sono ben altrimenti liberi che la Revue encyclopédique. Figuratevi che il globe in uno degli ultimi numeri contiene un articolo sul matrimonio dei preti!»25. Il «Globe» figura anche nella lista di

19 CV, II, p. 505. 20 CV, II, p. 555; CV, III, p. 563. 21 CV, III, p. 68. 22 CV, III, p. 103. 23 CV, III, p. 140. 24 CV, III, p. 470. 25 Ibidem.

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riviste consigliate nel marzo del 1829 ad Angelo Martini di Todi, anch'essa città dello Stato Pontificio, dove viene annoverata tra le riviste scientifiche e letterarie.

Ma superando il singolo dato contingente riguardo al suggerimento di abbonamento alla rivista è interessante notare la cura con la quale Giovan Pietro conservava la sua collezione. Sono del 1830 una serie di scambi di battute con Alessandro Degli Innocenti di Pistoia proprio sulla richiesta di ricevere in prestito per il gabinetto di lettura di Pistoia il «Globe». Il 12 gennaio Vieusseux gli scrive: «in quanto al giornale intitolato Globo non posso procurarvelo di seconda mano perchè essendo questo un giornale accreditato faccio collezione della copia che ricevo»26. Appena due giorni dopo, sollecitato nuovamente dal Degli Innocenti scrive: «in quanto al Globo vi ripeto che non posso disfarmi della mia copia»27. Ma sempre dalla corrispondenza tra i due emerge che appena un anno dopo Giovan Pietro avesse acconsentito al prestito del «Globe» e in una lettera del 13 gennaio 1831 si legge: «io continuerò a mandarvi il Globo appena ritardato dai miei tavolini e da condizione che me lo rimandiate dopo una settimana, per il prezzo di paoli 10 al mese. Avvertendovi che se non sarete esatto nel ricondurmeli dovrò smettere di passarvelo»28. Ma evidentemente il Degli Innocenti non aveva preso alla lettera i termini imposti da Vieusseux se Giovan Pietro già il 17 gennaio a Ernesto Vecchi, che si era offerto di fare da garante e in nome del quale Vieusseux si era impegnato a favore dello stabilimento pistoiese, scriveva:

26 CV, IV, p. 223.

27 CV, IV, p. 224. 28 CV, IV, p. 578.

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«Smetterò di mandare il Globo all'Innocenti. Io non intendo caro amico di tenere conto con voi, più che col Boccaccini ma tengo a vedere messo in regola l’affare del residuo libri della circolante, da riavere i miei Globi che mi sono necessari. […] E vi confesso che quando vedo la lentezza ed il poco amore che porta quest’ultimo a mettersi in regola e l’indiscretezza colla quale ha usato de miei globi […] non posso difendermi da un certo timore»29.

Ben si comprende allora come nel 1832 alla richiesta di un suo associato di avere in prestito il «Globe» scrivesse: «questo foglio non è uno di quelli che amo far girare, avendone continuo bisogno, e facendone collezione»30. Ma è proprio per rispondere a queste continue richieste che realizzerà nel 1832 l'abbonamento per una seconda copia della rivista.

Altrettanto convinta anche se probabilmente scevra dell'entusiasmo e della vera e propria passione mostrata nei confronti del «Globe» sarà la sua affezione alla «Revue Encyclopédique». Pubblicazione più esplicitamente politica, apprezzata, prima ancora di entrare nell'orbita sansimoniana, per la particolare attenzione mostrata nei confronti delle vicende italiane. Appare come una delle riviste maggiormente pubblicizzate da Vieusseux, e la individuiamo in tutte le liste di riviste consigliate; è presente nella lettera del 1824 indirizzata a Onorato Porri di Siena31, in quella del 1825 a Pietro Capobianchi di Roma32, in

29 CV, IV, p. 581.

30 CV, IV, p. 887. 31 CV, II, p. 417. 32 CV, II, p. 470.

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quella del 1826 nuovamente a Siena ma all'indirizzo di Ernesto Rossini33, in quella del 1829 ad Angelo Martini di Todi34 (vedi Tabella B.1).

Fu Giovan Pietro infatti che contribuì in prima persona ad introdurre a Firenze e da li nel dibattito nazionale temi e personaggi che altrimenti sarebbero rimasti lontani dalle letture e dalle discussioni del belpaese. A cavallo degli anni '30 dell'ottocento è grazie anche a Vieusseux che si diffonde la dottrina sansimoniana, ricordando tra l'altro che Saint-Simon fu a Firenze nel 1831 e nel 1832, data quest'ultima nella quale venne anche organizzata una serata in suo onore. É innegabile del resto l'entusiasmo con la quale la dottrina sansimoniana, seppure epurata dei suoi aspetti più utopici, viene accolta dal gruppo dei moderati toscani e da Vieusseux per primo, contribuendo all'introduzione delle tematiche sociali a quelli che erano i motivi della causa nazionale. L'infatuazione a dire il vero dura pochi anni e già nella metà degli anni '30 l'entusiasmo va scemando e addirittura si crea un allontanamento vero e proprio che nel corso del decennio porterà il gruppo toscano a posizioni più moderate proponendo l'epurazione di ogni estremismo. Anche se rimane legato a questa esperienza il merito di aver introdotto tematiche sociali nuove e nuove problematiche come quella del proletariato fin allora, anche per contingenze storiche, non ancora avvertita nei territori italiani. Uno degli ultimi atti in cui Giovan Pietro, pur avendo già dismesso gli abiti del fervido seguace del pensiero sansimoniano, mostra di averne assimilato alcuni tratti, è il Proemio scritto per il numero dell'«Antologia» mai messo in circolazione nel 1833 per l'avvenuta

33 CV, III, p. 140.

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soppressione della rivista.

«Noi intendiamo per progresso tutto ciò che tende a migliorare le condizioni dell'umanità […] e particolarmente quel progresso che reagisce sulle classi inferiori della società, le quali reclamano con tutta giustizia una parte equa nel gran banchetto dell'umanità, il libero ed utile esercizio di tutte le loro facoltà fisiche ed intellettuali, l'uso di tutti i loro diritti. […] Il popolo è avido di sapere? E noi aprimogli le fonti di un'istruzione che lo renda più alto ai suoi lavori, che gli educhi il cuore e gli coltivi la mente; iniziamolo ad una scienza che sia la scienza del bene»35.

Se l'esperienza sansimoniana testimoniata dall'interesse ai suoi organi propagandistici mostra un Vieusseux temporaneamente meno moderato sempre costante sarà il suo impegno nei confronti della causa liberale. Sempre presente tra i suoi consigli sarà infatti la «Bibliothèque universelle», testata ginevrina presente già al momento dell'apertura del gabinetto di lettura in palazzo Buondelmonti. La rivista proponeva infatti l'attenta osservazione della realtà inglese ed in particolar modo la rilettura del pensiero liberale anglosassone. È proprio a questa rivista che Vieusseux guardava con interesse per la sua elaborazione di una nuova definizione di “progresso”. La rivista del resto diffondeva il principio del liberalismo economico affiancato da un moderato conservatorismo sociale e politico che la rendeva facilmente apprezzabile dalla borghesia moderata.

35 Cit. in ANGIOLA FERRARIS. Letteratura e impegno civile nell'”Antologia”. Padova: Liviana, 1978, pp. 13-16.

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Vieusseux, si sa, è uomo attento ed equilibrato oltre che particolarmente pronto a cogliere gli interessi dei pubblici reali e potenziali che presentavano le diverse “piazze” italiane e particolarmente significativi risultano, anche da un punto di vista biblioteconomico, i consigli dati per la formazione di raccolte di riviste in città come Roma e Venezia, dotate di pubblici non affatto comuni, o le differenze che si possono cogliere tra le soluzioni suggerite per gabinetti di lettura di capitali o di periferia. Differenze che mostrano l'attenzione con la quale le liste venivano redatte e tenendo soprattutto conto delle esigenze del pubblico, anche al fine di averne l'ovvio riscontro economico, e tenendo presenti i limiti imposti dalle diverse realtà censorie locali.

Un primo elenco sistematico di riviste consigliate per l'allestimento di un gabinetto di lettura è quello spedito ad Onorato Porri di Siena il 30 dicembre 1824. Giovan Pietro rileva con piacere la notizia dell'apertura di un gabinetto di lettura a Siena e si prodiga affinché lo stabilimento progettato si realizzi efficacemente. Con il consueto pragmatismo Vieusseux dispensa i suoi consigli tenendo sempre in considerazione le esigenze delle singole comunità e i problemi particolari da affrontare per soddisfarle negli Stati in cui si trovano. In tal senso va inteso il consiglio di limitare a 10 o 12 il numero di riviste per le quali propone l'abbonamento a Onorato Porri.

«Approvo con piacere che per principiare vi limitiate al numero di 10 o 12 giornali. Questi potrebbero essere i seguenti: *Revue Encyclopédique, **Bibliothèque universelle, **Annales des voyages de Malte Brun, **La

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Thémis, *Le Mercure du 19º siècle, **Zeich. Correspondence astronomique, *Biblioteca Italiana, *Giornale Arcadico, *Giornale di Scienze e Lettere di Palermo, Giornale de' letterati di Pisa, Annali universali di medicina dell'Omodei, **Revue médicale Française et étrangère»36.

Del resto la consulenza offerta dal ginevrino si dimostrerà sempre attenta agli aspetti commerciali. L'elenco delle riviste infatti è corredato da una nota nella quale indica se l'abbonamento è possibile per soli sei mesi o per l'anno intero. Dettagliate sono le indicazioni di prezzo e del tipo di trasporto per mezzo del quale è maggiormente conveniente far pervenire la rivista: «I suddetti giornali vi perverrebbero direttamente per la posta e le spese di porto, che sono di 1, 2 o 3 pavoli per fascicolo, resterebbero a carico vostro»37. Indicazioni sempre presenti e che talvolta lasciano trapelare l'entusiasmo e la passione del ginevrino. «Non vi è tempo da perdere se volete scansare i ritardi»38 scrive sempre a Onorato Porri a proposito degli abbonamenti alle riviste. In un'altra missiva, spedita a Todi all'indirizzo di Angelo Martini, Giovan Pietro ancora una volta suggerisce, anche qualora la società che stava per nascere si presupponesse numerosa, di limitare il numero delle riviste. Anche qui l'elenco delle riviste è accompagnato da dettagli commerciali ai quali aggiunge, per riconfermargli di non iniziare l'abbonamento ad un numero troppo elevato di riviste, che con i giornali che gli ha consigliato «si ha un gabinetto sufficientemente corredato e tale di

36 CV, II, p. 417.

37 Ibidem. 38 CV, II, p. 417.

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stare in giorno di ciò che di più interessante accade nella repubblica letteraria»39.

Nella lettera spedita a Roma all'indirizzo di Pietro Capobianchi nel 182540 Giovan Pietro consiglia di avere presso il suo stabilimento un giornale inglese, senza indicarne il nome, ed anche il tedesco «Allgemeine zeitung». Per quanto riguarda le pubblicazioni francesi i suoi consigli vertono, oltre la «Revue encyclopédique», su due giornali liberali come il «Constitutionnel» e il «Courrier français» e su due giornali di opposta rappresentanza quali il «Moniteur», organo ufficiale del governo francese, e il «Journal des debats» di orientamento conservatore. Sempre consigliato anche il «Galignani's messenger». Del resto ancora nel '30 sempre a un gabinetto di lettura romano, quello di Benigno Scalabrini, Vieusseux consigliando un foglio inglese, che in una capitale come Roma è assai utile avere, in quanto meta, come Firenze, di forestieri scriveva: «vi farò asserire che contenterete poco il pubblico inglese se non avrete che un solo giornale inglese, poiché oltre The Courrier che è il foglio del ministero, converrebbe avere The Times il gran giornale dell’opposizione. Del resto fate quello che credete ma limitandosi ad un solo giornale vi consiglierei il Times ch’è più ricercato di qualunque altro. […] Ma senza ricorrere ad un giornale originale inglese potreste principiare col foglio politico e col foglio letterario del Galignani di Parigi»41. Mentre in altre “piazze” non vengono consigliate riviste inglesi perchè, oltre ad essere molto care, non avrebbero un riscontro di pubblico sufficiente a giustificarne la spesa.

39 CV, III, p. 712.

40 CV, II, p. 460. 41 CV, IV, p. 213bis.

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Tra il dicembre del 1827 e il gennaio del 1828 è con Francesco Orioli che Vieusseux si impegna al fine di allestire un gabinetto di lettura a Bologna. A Luigi Croletti, direttore delle poste torinesi, nel dicembre del 1827 scrive: «una preghiera debbo farle, ed è di dirigere al sign. Prof. Francesco Orioli di Bologna quelli elenchi medesimi che ha favorito a me dei giornali politici, scientifici, letterari; alcuni individui hanno il progetto di aprire colà un gabinetto letterario»42.

Infatti nel gennaio del 1828 scrive a Orioli: «Colla presente ricevete sotto fascia l'elenco di tutti i giornali scientifici e politici, che possono aversi per mezzo della direzione delle poste di Torino […] io vi confido quest'elenco che vi prego di rimandarmi, dopo averne preso copia e vi prego altresì di farne un uso discreto. Vous entendez bien»43.

Sempre nel 1828 confermandogli l'invio del «Constitutionnel» è a Gaetano Becherini, che si proponeva di realizzare un gabinetto di lettura ad Arezzo, che Vieussex promette l'invio della «Gazzetta di Genova» ma anche «qualche opuscoletto piccante».

Altrettanto disinibita la lista proposta ad Angelo Martini che nel 1829 lo informa dell'allestimento di un gabinetto di lettura a Todi e di cui allo stesso è stata affidata la direzione. Nonostante anche Todi fosse una città soggetta alla censura pontificia tra le riviste proposte da Vieusseux figurano la «Revue encyclopédique», il «Globe», la «Bibliotheque universelle» e la «Revue britannique». Non appaiono riviste né inglesi né tedesche, visto il tipo di pubblico che ci si immagina in un paese di periferia non abituale meta di forestieri. Infine oltre alle Gazzette di Genova, Milano e Firenze, viene

42 CV, III, p. 375.

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consigliato il «Diario di Roma» e una selezione di riviste letterarie italiane in cui oltre l'«Antologia», figurano il «Giornale Agrario», la «Biblioteca italiana» e il «Giornale Arcadico»44.

Molto più dettagliati i consigli dati a Giovanni Barsotti nel 1836 per il suo stabilimento di Lucca. Sui giornali italiani scrive: «voi senza dubbio non trascurerete di farvi venire la Gazzetta di Milano la quale è certamente il foglio politico italiano più importante ed altresì importante per gli annunci bibliografici»45. La lista dei giornali italiani scientifici comprende, gli «Annali universali di Medicina», quelli di Statistica e quelli di Agricoltura, gli «Annali della scienza di Padova», il «Raccoglitore», la «Biblioteca italiana» e l'«Indicatore». Per questi giornali come per gli altri del Lombardo-Veneto, dice Vieusseux, bisogna dirigersi all'ufficio spedizione delle Gazzette della Posta di Milano, alternativamente ci si può rivolgere ad un libraio con un mezzo più economico ma molto più lento e irregolare nelle spedizioni. Figurano nella lista anche gli «Annali delle scienze religiose», gli «Annali civili del Regno di Napoli», il «Progresso», e le «Effemeridi di Palermo». Naturalmente sono presenti anche il «Giornale Agrario» e la «Guida dell'educatore». Molto ampia è la lista delle riviste francesi scientifiche e letterarie per le quali oltre al prezzo viene aggiunto il tipo di trasporto. Vieusseux consiglia di ricevere il tutto per posta, mezzo a cui lui ha dovuto rinunciare per le politiche postali granducali ma ancora praticabile con vantaggio a Lucca46. Giovan Pietro gli ricorda di prendere le associazioni per la «Bibliotheque universelle». Infine la lista dei quotidiani politici comprende il

44 CV, III, p. 712.

45 CV, VIII, p. 728.

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«Courrier Français», «Journal des debats», «Gazette», «Temps», «Droit». Sulla richiesta di informazioni avanzata da Barsotti circa «Le palais de justice» non è in grado di dare informazioni circa i dettagli di abbonamento ma suggerisce «credo di potervi assicurare che con il Droit avrete quanto vi basti. Sarebbe per altro una lacuna troppo vistosa che in un casino di lettura come quello che progettate di fondare non si trovasse un sol giornale inglese»47. Per la parte politica

suggerisce il «Galignani's messenger» e come foglio letterario il «London and Paris observer» o l'«Atheneum». Infine, molto interessanti risultano le considerazioni fatte a proposito dell'allestimento del gabinetto di lettura di Venezia. Nella lettera del 1839 a Giovanni Bernardini notiamo alcune differenze che mettono in evidenza l'attenzione di Vieusseux e la sua capacità di calarsi nelle realtà particolari delle varie comunità. A Bernardini scrive una dettagliata lettera in cui passa in rassegna dapprima le riviste italiane e successivamente quelle straniere. Proprio nell'elenco di quest'ultime leggiamo:

«Giornali tedeschi – i migliori della monarchia. Voi dovete conoscerli meglio di me.

Francesi politici – ciò dipende dalla vostra censura e come saranno pochi quelli che vi verranno concessi, vi consiglio d’accetargli tutte, non trascurando il Moniteur il quale in fondo è il più importante per la tribuna e l‘esattezza. Ma pei giornali francesi politici , voi non avete bisogno di me. Le spedizioni della Gazzetta deve provvedergli direttamente. Vi serve di norma però che io proveda

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un foglio quotidiano francese di franchi 80 all’anno per paoli 50 per trimestre – non compreso il porto.

Fogli inglesi – Venezia non essendo un rendez vous di molti inglesi il Galignani’s Messenger i due fogli originali di Londra, il Times ed il Sun in fatto di politica dovrebbero bastare; un foglio quotidiano di Londra senza il porto vi costerà di circa 13 luigi all’anno.

Giornale scientifico e letterario francese ed inglese – potrò commettere tutti e fargli venir quei con i miei con una via meno costosa della posta, ma più sollecita però della libraria ; qui annesso avete l’elenco di ciò che ricevo.

Revue des deux mondes se ve la permettono ci conviene di riceverla per la posta, perché ha una parte politica»48

Si nota la grande quantità di riviste consigliate e la presenza di riviste oltre che francesi anche inglesi e soprattutto tedesche che invece compaiono assai di rado in altri gabinetti di lettura. Ovviamente a Venezia le riviste tedesche hanno un ottimo mercato e devono essere presenti in un gabinetto di lettura, cosa che invece risulterebbe inutile in altre località. Anche le direttive sul modo migliore di far pervenire le riviste sono mirate, non solo al luogo in cui il gabinetto ha sede ma anche rispetto al suo proprietario. Indicazione che si nota bene nell'elenco delle riviste italiane in cui scrive:

«Giornali italiani Tutti quelli che vengono

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pubblicati nel regno lombardo veneto. Del resto dell’Italia e principali parti dei quali potete avere in cambio del Gondoliere o con libri di vostri fondi; per il Piemonte potete fare direttamente credo. Per Roma, Napoli, Sicilia e Toscana potrò pensare io, ma con Roma, Napoli e Sicilia i cambi sono difficili a combinarsi e se avete premura non avete il tempo di trattare cogl’Editori. Io consiglierei per cominciare di commettere

Da Palermo – il foglio politico; il giornale di firenze letterario; le effemeridi

Napoli – il foglio politico il Progresso; l’omnibus,il pittorico; Salvator Rosa; annali di Giurisprudenza

Roma – Diario romano; Arcadico, Tiberino, annali delle scienze religiose

Bologna - memorie dull – medico – Gazzetta – Istitutore

Toscana – Agrario – guida – letterato commercio»49.

Fa riferimento al «Gondoliere», rivista redatta da Bernardini e che dunque poteva essere usata come merce di scambio, così come Vieusseux usava fare con le sue riviste, indicando anche quelle riviste per le quali lui stesso poteva occuparsi delle associazioni e delle spedizioni. Infine anche la nota, molto interessante, con la quale suggerisce l'invio della «Revue des deux mondes» che «se ve la permettono ci conviene di riceverla per la posta, perché ha una parte politica», facendo emergere l'attenzione alle politiche censorie con le

49 Ibidem.

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quali doveva scontrarsi quotidianamente e per aggirare le quali approntava mille stratagemmi o semplici accortezze come in questo caso.

Vieusseux di fatto proponeva un tipo di allestimento che oggi viene richiesto e garantito da direttive internazionali e dai singoli ordinamenti nazionali alle biblioteche pubbliche. Tra i compiti della biblioteca pubblica (secondo una tradizione iniziata a partire dagli anni '20 del novecento e divenuta parte integrante della cultura biblioteconomica) vi è quello, anche utilizzando strumenti propri del marketing, di organizzare le raccolte librarie tenendo in considerazione l'utenza, sia in termini di bisogni espressi da un'utenza reale, sia in termini di bisogni inconsapevoli che potrebbero attivarsi50. Ovviamente non si può applicare il concetto di biblioteca pubblica come si è stratificato nella cultura biblioteconomica a partire dall'analisi della public library inglese, ma senza dubbio si può e si deve tenere in considerazione la predisposizione di Giovan Pietro ad organizzare delle raccolte basate su principi propri della moderna concezione biblioteconomica. Pur non dimenticando che l'istituto fiorentino pubblico lo fosse solo nel senso tautologico del termine e che rimaneva pur sempre un istituto privato nelle finalità.

Il problema delle riviste del resto è problema fondamentale, considerando anche il ruolo centrale che Vieusseux gli attribuisce all'interno di un gabinetto di lettura ed è, dal punto di vista gestionale, il più impegnativo e dispendioso. Basandoci ad esempio sulla lista di riviste spedita a Ernesto Rossini di Siena, che si proponeva di realizzare un gabinetto di lettura efficiente ma modesto, rispetto non

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solo a quello del Vieusseux ma anche rispetto ad altri dai progetti ben più grandiosi, possiamo notare come l'investimento iniziale fosse notevole. Per le sole associazioni per un anno alle undici riviste consigliate a Rossini nel 1826 l'investimento era di 844 Lire in pagamento anticipato alle quali devono essere aggiunte le spese di spedizione. Anche per questo risultano più che logiche le parole di Vieusseux ad Angelo Martini quando scrive «Venendo ora all'organizzazione di un gabinetto letterario essa deve dipendere interamente dal numero degli associati e della corrispondenza dell'annual pagamento col ribasso delle quali vorrà obbligarsi. Da me in Firenze il consenso dei forestieri ha potuto mostrare il mio gabinetto più associati grandemente»51. O ancora quando suggerisce ad Onorato Porri di limitare a 10 o 12 il numero iniziale delle riviste «vi sarà facile, aumentando il numero degli associati del vostro gabinetto, di far pervenire altri giornali»52.

Per quanto riguarda le riviste italiane inutile mi sembra insistere sulla propaganda che Vieusseux fece delle riviste di cui era l'editore, o sul ruolo dell'«Antologia» nei processi di formazione di un opinione pubblica consapevole o del suo ruolo nei processi di unificazione nazionale. Di fatto si potrebbe dire, ribaltando il celebre motto “fatta l'Italia ora bisogna fare gli italiani”, che l'attività di Vieusseux come organizzatore culturale fosse indirizzata proprio in quel senso, cioè, prima ancora che si fosse fatta l'Italia, nel fare gli italiani, dando loro una coscienza critica e la capacità di intervenire, a ragion di causa, nel dibattito politico. Introducendo quegli argomenti che saranno la base ideologica delle lotte risorgimentali. Il passaggio fondamentale, per i

51 CV, III, p. 712.

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processi di democratizzazione, dall'individuo come suddito all'individuo come cittadino.

La biblioteca consultativa

Sin dal momento dell'apertura del gabinetto di lettura in palazzo Buondelmonti fu presente una biblioteca consultativa, cioè una scelta di opere da consultarsi. La biblioteca consultativa così come nella moderna biblioteca pubblica, rappresenta una selezione di testi, solitamente a carattere enciclopedico ed ha lo scopo di fornire quelle informazioni generali necessarie per la fruizione delle raccolte librarie o, nel caso di un gabinetto di lettura, delle riviste esposte ma anche di fornire utilità e servizi vari. La sezione di libri da consultarsi era stata annunciata già nel “Manifesto” di apertura del 9 dicembre 1819 dove al punto n. 4 si dichiarava che a disposizione degli associati si sarebbero trovate carte geografiche, dizionari, ed altri libri da consultarsi. L'importanza di questa sezione del gabinetto viene testimoniata anche nella corrispondenza con i vari gabinetti di lettura, ma è da notare come non a tutti Vieusseux suggerisca l'allestimento di una sala di consultazione e che questo consiglio si limiti ai soli istituti che sin dai progetti risultano di una certa consistenza. Nulla emerge in tal senso dalla corrispondenza con quei gabinetti di lettura nati come semplici sale di riviste annesse ad una bottega libraria, tipologia che è di gran lunga la più frequente nella corrispondenza di Vieusseux. Si parla di biblioteca consultativa a proposito di due grandi stabilimenti quali quello progettato a Lucca da Giovanni Barsotti e quello veneziano diretto da Giovanni Bernardini.

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Indirizzata a Barsotti è una lettera del 1836 nella quale Vieusseux scrive:

«Vi confermo ciò che già vi dissi, che quando la vostra Società voglia avere un deposito continuo e sempre attivo di libri della mia biblioteca circolante, farò in modo che non gli occorra di comprare altro che i libri necessari per consultarsi. Ma di questo meglio tratteremo quando sarete sistemati»53.

Tuttavia è solo nel gennaio del 1839 che si fa nuovamente riferimento alla biblioteca consultativa del gabinetto di lettura di Lucca quando Vieusseux scrive nuovamente a Barsotti:

«Vi mando il manifesto del Bassuet per la vostra società di lettura. Detta società dovrebbe provvedersi delle seguenti opere di cui tengo deposito. Barberi – dizionario francese italiano - paoli 45. Balbi – geografia ultima edizione - paoli 42. Globo – atlante - paoli 30. Opere veramente da bib.[lioteca] consultativa, [...] quando vi considera la mole e la perfezione e tenuissimo prezzo»54.

Stesso tono tiene la corrispondenza con Giovanni Bernardini al quale Vieusseux, vista anche la posizione geografica del suo gabinetto di lettura, scrive:

«Venghiamo ora alle carte geografiche. Montando

53 CV, VIII, p. 728. 54 CV, XI, p. 137.

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io un gabinetto in Venezia, io vorrei avere in ogni caso le seguenti: Un Planisfero - 5. carte particolari delle 5. parti del mondo - la carta particolare dell’Italia - quella della Germania - quella della Grecia - quella della Turchia - Se poi vi occorrono carte francesi vi potrò servire, ma anche quelle di Monaco, Vienna, e Berlino sono eccellenti. La Gran Carta Marittima, cioè nautica del Mediteraneo, quelle particolari dell’adriatico, del Marnero. Per tutte queste carte i depositi di Vienna e Milano devono bastare»55.

É interessante notare come di fatto Vieusseux proponga l'allestimento di una sala che offra dei servizi completi e che oltre ad una vasta scelta di carte geografiche, di riviste specifiche come gli «Annali marittimi e coloniali» scrivesse circa l'impostazione da dare al gabinetto di lettura di Bernardini:

«Dando al vostro Gabinetto una direzione commercial marittima, industriale e corredandolo di tutti gli annunzi a prezzi correnti relativi, mettete tutti i negozianti nella quasi necessità di associati e facendo un prezzo un poco più discreto pei negozianti, crescierà sempre più tale necessità.

Il vostro Gabinetto diventerebbe così la vera base di Venezia. Ma per procedere secondo il mio sistema conviene che il vostro locale sia grande e che per la parte commeciale possiate dedicare una sala a parte»56.

55 CV, XI, p. 158.

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Questo è quanto emerge dalla sua corrispondenza con i gabinetti di lettura fin qua presi in esame, dato del resto che mostra il suo interesse verso quegli stabilimenti che si propongono di essere centro di iniziative e d'incontro nelle città nelle quali nascono, istituti che non si limitino ad offrire riviste e gazzette in lettura ma che parimenti sviluppino una serie di servizi e di risposte alle esigenze della popolazione locale.

La biblioteca circolante

Bisogna innanzitutto ricordare che il merito di avere formalizzato la distinzione tra gabinetto di lettura e biblioteca circolante è proprio di Giovan Pietro Vieusseux. Egli di fatto aveva progettato un gabinetto di lettura, inteso dunque come sala di lettura di riviste e altre pubblicazioni periodiche. Solo sul finire del 1822, sollecitato dalle continue richieste dei suoi associati, Vieusseux inaugura il servizio di prestito a domicilio per i libri della biblioteca circolante. Di fatto, pur coesistendo nello stesso istituto, si manterrà sempre una distinzione tra i due servizi, regolati pure da un tariffario differente. 5 paoli per un'opera alla volta per un mese; 40 per un anno; mentre per due o tre opere alla volta il prezzo saliva a 10 paoli mensili o 60 annuali57. Il servizio dei libri da dare in prestito fu un servizio inizialmente imposto dalle esigenze dei suoi associati a Vieusseux ma nel corso degli anni rivalutato se nel 1839 scriveva a Bernardini:

57 Per i prezzi di associazione ho fatto riferimento a LAURA DESIDERI, Vieusseux's reading

rooms (1820-1825), in Il viaggio e i viaggiatori in età moderna: gli inglesi in Italia e le

avventure dai viaggiatori italiani, a cura di Attilio Brilli ed Elisabetta Federici. Bologna:

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«d'altronde se alla lettura dei giornali politici, letterari e scientifici non unirete la lettura a domicilio dei libri di una biblioteca circolante avrete a lungo andare uno svantaggio deciso. Anche io credeva quando fondai il mio gabinetto di poter prescindere da una biblioteca, ma presto riconobbi la necessità di una consultativa e di una circolante»58.

Allestire una biblioteca circolante senza avere un fondo librario o, pure avendolo, garantire la qualità e quantità di libri necessari richiedeva un certo sforzo, sia organizzativo che finanziario. Proprio per superare queste difficoltà Vieusseux propone delle forme agevolate di associazione rivolte soprattutto a favorirne la fruizione fuori da Firenze. In particolar modo consente l'associazione non come singolo ma come società di lettori, cioè delle società di più persone che usufruiscono di cospicue quantità di libri spedite mensilmente. Condizioni associative, queste, di cui si avvantaggiano spesso i gabinetti di lettura e le società letterarie. Un primo esempio lo abbiamo in una lettera indirizzata a Domenico Lucchesi nel 182359. L'accordo riguarda l'invio di dieci opere della biblioteca circolante fiorentina per un compenso annuo di 150 paoli. A Lucchesi era stato spedito un catalogo sul quale segnava le opere richieste e nella misura in cui le restituiva a Vieusseux questi gliene rispediva. Di fatto questa era una prassi che andò consolidandosi se ancora nel 1837 a Giovanni Barsotti scriveva: «Ora vi mando un catalogo dal quale potrete

58 CV, XII, p. 913.

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facilmente rilevare quanto potrò farvi leggere»60.

Ritornando agli anni venti il prosieguo della corrispondenza mostra il consolidamento e l'affinarsi di una prassi, questa di contratti per più opere della biblioteca circolante, che avrà come destinatari privilegiati i piccoli gabinetti e sale di lettura sparsi su tutto il territorio granducale. A Gaetano Becherini di Arezzo Vieusseux scrive nel giugno del 1828:

«Perché all’apertura del vostro gabinetto in Arezzo voi siate in grado di offrire ai vostri associati una certa varietà di libri da trattenerli piacevolmente io volentieri mi presto a stabilire presso di voi un deposito di quelli della mia biblioteca circolante nella convergenza di 200 e 300 volumi; ed a misura che me ne rimanderete una certa quantità io avrò cura di rimpiazzarvela con un numero presso a poco uguale. Col suggerirvi questo espediente che vi toglie alla necessità di subito sborsare una vistosa somma in libri, io ho voluto provarvi che prendo un vivo interesse alla vostra intrapresa e che desidero di vederla prosperare e per provarvelo in modo anche più convincente, io non vi tasso che a Lire 100 per il nolo della vostra quantità di libri dal presente giorno a tutto il 31 dicembre presente anno, e vi do facoltà di pagarmele a tutto vostro comodo perchè sia prima dello spirare di quest’epoca. Questo non è che un tentativo: se l’esito ne sarà felice, pel nuovo anno faremo un contratto in regola e a condizioni che siano più in armonia con la quantità di libri da

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somministrarsi, quelle praticate adesso essendo tutte in vantaggio vostro, e per darvi un ajuto al momento che il vostro stabilimento non è che nascente»61.

Nell'agosto del 1828 sempre a Becherini, s'è già visto il rapporto conflittuale che ci fu tra i due, Vieusseux lamentandosi di non aver ricevuto i libri che gli aveva spedito al fine di mandargliene altri gli scrive: «dopo un mese avreste dovuto distinguere quali sono le opere che non sono gradite da codesti associati»62.

Del marzo del 1829 è invece un vero e proprio contratto spedito a Giovanni Spannocchi Piccolomini di Siena per il gabinetto progettato dalla Società dei filodrammatici63. Al quale fa seguito un altro contratto realizzato nel dicembre del 1829 con Ernesto Vecchi di Pistoia64. I due contratti mostrano dei caratteri simili anche se i prezzi proposti sono molto differenti. Per un deposito di cento volumi a Piccolomini vengono chiesti 350 lire l'anno, ridotti a 300 in una lettera successiva, mentre a Vecchi per la stessa quantità di opere vengono richiesti 200 lire. I due contratti comunque mostrano la disponibilità a depositi librari da 100 a 400 volumi e mostrano il modo accondiscendente di Vieusseux di proporre gli affari e l'interesse verso questi istituti nascenti.

Circa il funzionamento delle spedizioni ci vengono in aiuto una serie di lettere spedite a Boccaccini riguardanti proprio il contratto spedito a Vecchi, a proposito del quale Vieusseux scrive:

61 CV, III, p. 511.

62 CV, III, p. 548. 63 CV, III, p. 704. 64 CV, IV, p. 210.

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«detto sig. Vecchi mi scrive che col mese di febbraio si darà principio a questo affare, e che con lei dovrò corrispondere per gli invii dei libri. In conseguenza di ciò ho il bene di rimetterli qui annesso l’elenco di 105 volumi quali le spedisco oggi col procaccia in una cassa alla di lei direzione. Ella si compiacerà riferirla verificarne il contenuto e mandarmi col bene stare una copia del suddetto elenco. Resta convenuto che ogni qual volta ella mi rimanderà parte di detti libri li rimpiazzerò senza indugio col medesimo numero di volumi; e così di seguito, di modo che il deposito in Pistoja sia sempre di circa 100 volumi. Riguardo alle altre condizioni dell’associazione sarà bene che una copia della lettera che io scrissi al sig Vecchi mi sia trasmessa colla sottoscrizione di quella persona che resterà incaricata di rappresentare la società e di farmi i pagamenti trimestrali»65.

Spediti questi primi 105 volumi la corrispondenza con Boccaccini prosegue con una nuova lettera nella quale Vieusseux gli scrive:

«Ricevo la grata vostra del 4 stante pervenutami questa mattina tardi con un pacco contenete 47 volumi che mi rimandate ve ne spedisco subito altri 40 come dall’annessa nota per mezzo del medesimo procaccia. Permettetemi di osservare per la buona regola voleva che mi aveste mandato elenco da voi sottoscritto dei libri componenti la vostra spedizione

65 CV, IV, p. 232.

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meno quelli che sono rimasti nelle vostre mani»66.

Questa insomma la prassi usata per i libri della biblioteca circolante dati in deposito per la creazione di depositi librari allestiti con i libri provenienti da Firenze. Ma se contratti e lettere dimostrano l'esistenza di una pratica di sostegno alle biblioteche circolanti dell'intero Granducato ad altri strumenti bisogna far riferimento per comprendere la diversa impostazione data da Vieusseux al suo gabinetto di lettura ed alla sua biblioteca circolante. Ci viene in aiuto il Libro matricola67 conservato presso la biblioteca del Gabinetto Vieusseux. Strumento prezioso qualora si voglia entrare nel merito dei gusti di lettura ottocenteschi, ma che deve essere utilizzato con molta cautela, qualora non comparato con altri. Inoltre anche qualora, come nel caso dell'argomento in questione, esso fosse lo strumento più adatto, in quanto proprio il punto di vista di Vieusseux è quello che ci interessa, bisogna considerare tutta una serie di difficoltà legate alla sua natura di strumento di ufficio più volte modificato dallo stesso ginevrino o chi per lui. Emblematica è infatti la prima registrazione nella quale si legge il nome di Walter Scott con un edizione del 1838. Facilmente si

66 CV, IV, p.241.

67 Il Libro matricola è uno strumento d'ufficio nel quale venivano registrate le opere acquisite dalla biblioteca circolante. Si procedeva inserendo le opere di fianco ad un numero progressivo, che fungeva e funge tuttora sia da numero di matricola che di collocazione. Lo studio del Libro matricola, però, ha dimostrato che la registrazione avveniva in base all'opera senza nessun tipo di differenziazione per edizioni successive della stessa opera, le quali molto spesso venivano indicate come altre copie della prima registrazione. Inoltre opere smarrite o poco richieste venivano sostituite senza che si perdesse il numero loro assegnato e si procedeva ricoprendo il rigo con l'intestazione dell'opera con una striscia di carta sulla quale veniva registrata la nuova intestazione. La sequenza numerica, dunque, non sempre riproduce la sequenza temporale delle acquisizioni della biblioteca.

Un approfondimento dell'argomento si trova in LAURA DESIDERI, Fonti per la storia della lettura: luci e ombre nei registri del Vieusseux (1820-1826), in Studi e testimonianze offerti a Luigi Crocetti, a cura di Daniele Danesi [et al.]. Milano: Editrice bibliografica, 2004, pp. 173-181.

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intuisce che in realtà altro era il titolo originale al quale quello di Scott si è poi sostituito. Lo sguardo d'insieme su un vasto periodo di tempo, come può esserlo il ventennio qui preso in esame, però, fa emergere alcune tendenze, sia quelle che ha voluto dargli ab origine Vieusseux, e che si rifanno alla sua impostazione ideologica, sia quelle alle quali si è dovuto piegare nel corso degli anni, via via che i gusti dei lettori assumevano forme sempre più marcate, via via che si creava un gusto popolare al quale iniziavano a piegarsi sia gli scrittori che i promotori di lettura.

La biblioteca circolante allestita da Vieusseux nasce appunto come risposta ad una domanda di un pubblico che Vieusseux accontenta procurandosi puntualmente tutte, o quasi, le opere di successo. Scorrendo i titoli delle prime pagine del libro matricola si possono facilmente individuare alcune aree di interesse. Pensatori e filosofi innanzitutto, e circa l'orientamento di questi autori si è già parlato in riferimento alla formazione di Vieusseux, molto presenti anche i libri di argomento storico, la letteratura di viaggio, i classici e molta letteratura scientifica ovviamente. Ma la differenza sostanziale introdotta dalla biblioteca circolante è l'apertura, seppure con il filtro sempre operato da Vieusseux, ai romanzi e alla lettura di svago. Fino agli anni quaranta dell'ottocento, è certamente difficile individuare autori che realizzassero opere di puro intrattenimento e ancora più difficile perchè molti degli autori più letti e acclamati d'allora hanno ancora oggi un ruolo di grande importanza nella repubblica delle lettere. Ancora più difficile è individuare opere di questo genere nei catalogi della biblioteca circolante di Vieusseux. Tuttavia la presenza di romanzi e storie romanzate è immediatamente percepibile. Primo

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