Analisi matematica 2 per Ingegneria Civile e Ingegneria Ambientale – 2017/18 – prof. Anzellotti foglio 11 – Cambiamento di variabili negli integrali: coordinate affini, coordinate polari nel piano.
1 Esercizio parametrizzazioni affini
Esercizio 11.1 -parametrizzazioni affini i. Rappresentare con un disegno l’insieme E = {(x, y) ∈ R2| 2 ≤ 4x + 3y ≤ 20 , −10 ≤ −2x + 3y ≤ 8 } ii. Calcolare l’area di E come base × altezza
iii. Scrivere una parametrizzazione affine ψ dell’insieme E a partire dal quadrato standard Q = [0, 1] × [0, 1] e ricalcolare l’area di E utilizzando lo Jacobiano di ψ .
iv. Parametrizzare l’insieme E con le coordinate p = 4x + 3y e q = −2x + 3y e calcolare l’area di E.
v. Utilizzando la parametrizzazione ψ, calcolare le coordinate del baricentro G dell’insieme E xG= 1
area (E) Z
E
x dxdy yG= 1
area (E) Z
E
y dxdy
e verificare poi che G è il punto di intersezione delle diagonali del parallelogramma E, come deve essere per ragioni di simmetria.
vi. Calcolare i momenti di inerzia dell’insieme E rispetto agli assi µx=
Z
E
y2dxdy µy=
Z
E
x2dxdy µz=
Z
E
(x2+ y2) dxdy
Soluzione
i. L’insieme E è un parallelogramma compreso tra le coppie di rette
r = {4x + 3y = 2} s = {4x + 3y = 20}
α = {−2x + 3y = −10} β = {−2x + 3y = 8}
I vertici del parallelogramma si ottengono inter- secando le rette r ed s con ciascuna delle rette α , β:
P0= (2, −2) P1= (5, 0) P2= (2, 4) P3= (−1, 2) Il parallelogramma E, che non è un rettangolo, si vede nella figura a fianco
ii. Osserviamo che conviene prendere come base il segmento P0P3, che ha lunghezza b =p
(x3− x0)2+ (y3− y0)2=p
32+ 42= 5 .
L’altezza sarà allora la distanza h tra le rette r ed s . Per calcolare h si può considerare la funzione di due variabili f (x, y) = 4x + 3y e osservare che
h · |∇f | = 20 − 2 = 18 Si ottiene così h =185 e in conclusione
area (E) = b h = 18 .
0
vettori
a = P1− P0= (3, 2) b = P3− P0= (−3, 4)
Una funzione affine ψ : R2→ R2tale che E = ψ(Q) è quindi
ψ(u, v) = P0+ u(P1− P0) + v(P3− P0) = (2, −2) + u(3, 2) + v(−3, 4) dove ψ(u, v) = (x(u, v), y(u, v)) e
(∗) x(u, v) = 2 + 3u − 3v y(u, v) = −2 + 2u + 4v Queste relazioni si possono scrivere in forma matriciale
x y
=
2
−2
+ u3
2
+ v−3 4
=
2
−2
+3 −3
2 4
·u v
Osserviamo che la matrice Jacobiana Dψ(u, v) è la matrice A =3 −3
2 4
che non dipende da u, v e la funzione ψ trasforma le aree con un fattore Jψ = |det (A)| = 18 . In conclusione ritroviamo che
area (E) = area (Q) · Jψ= 18 .
iv. Utilizziamo ora un altro metodo per trovare una parametrizzazione dell’insieme E .
Consideriamo la famiglia di tutte le rette parallele alle rette r ed s che intersecano E. Ciascuna retta di questa famiglia è del tipo
rp= {4x + 3y − p} dove p ∈ [2, 20] . Analogamente, le rette parallele ad α e β, che intersecano E sono del tipo
αq= {−2x + 3y − q} dove q ∈ [−10, 8] .
Per ogni punto B = (x, y) ∈ E esiste un’unica coppia (p, q) ∈ [2, 20] × [−10, 8] tale che B ∈ rp∩ αq e precisamente
(∗∗)
(p = 4x + 3y q = 3y − 2x
Possiamo quindi considerare p, q come nuove coordinate di B e ricavare x e y in funzione di p e q risolvendo il sistema (∗∗). Si ottiene quindi
x = p
6−q 6 y = p
9+q 9 2
ossia
x y
=
"1
6 −16
1 9
2 9
#
·p q
= Mp q
che pensiamo come una funzione ϕ : R2(p,q) → R2(x,y). Posto Ω = [2, 20] × [−10, 8] , abbiamo che E = ϕ(Ω) , ossia ϕ è una parametrizzazione di E dall’insieme Ω . Osserviamo infine che Ω è un quadrato in R2 di lato lungo 18 e area 182, e che Jϕ= | det(M )| = 1
18 . Pertanto area (E) = area (Ω) · Jϕ = 182· 1
18 = 18 .
v. Utilizzando la parametrizzazione ψ : Q → E ottenuta nel punto iii. e grazie alla formula di cambia- mento di variabili nell’integrale, che ricordiamo qui sotto
Z
E
f (x, y) dxdy = Z
ψ−1(E)
f (x(u, v), y(u, v)) Jψ(u, v) dudv Si ottiene
Z
E
x dxdy = Z
Q
x(u, v) · 18 dudv = 18 Z
Q
(2 + 3u − 3v) dudv = 18
2 +3
2−3 2
= 36 dove nel secondo passaggio si è utilizzata la relazione (∗) del punto iii. Procedendo in modo analogo per la coordinata y si ottiene in conclusione: xG= 2 , yG= 1 . Si osserva che il punto G è l’intersezione delle diagonali del parallelogramma.
vi. Pensiamo ad E come un insieme immerso nello spazio tridimensionale sul quale si trova una distribu- zione di massa omogenea di densità unitaria. Calcoliamo il momento d’inerzia rispetto all’asse x di tale distribuzione di massa utilizzando la parametrizzazione ψ individuata nel punto iii.
µx = Z
E
y2dxdy = Z
Q
[y(u, v)]2Jψ(u, v) dudv = Z
Q
[−2 + 2u + 4v]2· 18 dudv
= 18 Z
Q
4 − 8u − 16v + 4u2+ 16v2+ 16uv dudv = 18
4 −8
2−16 2 +4
3+16 3 +16
4
= 48 .
2 Esercizio
Per ogni k ∈ R, sia A = {(x, y) | x2+ y2≤ R2, y > kx} .
i. Rappresentare con un disegno l’insieme A e calcolare l’integrale I(k) = Z
A
x2dxdy nel caso di k = 12.
ii. Determinare l’integrale I(k) per ogni valore di k ∈ [0, +∞) e dare una spiegazione geometrica di ciò che si è trovato.
Soluzione
L’insieme A è il semicerchio di raggio R e centro l’origine che sta sopra la retta y = kx.
Visto come è l’insieme di integrazione, conviene utilizzare le coordinate polari. Chiamiamo α quel numero reale in [0,π2) tale che tan α = k. Abbiamo allora:
I(k) = Z π+α
α
Z R 0
(ρ cos θ)2ρdρdθ = Z π+α
α
cos2θdθ · Z R
0
ρ3dρ dove
Z R 0
ρ3dρ = R4 4
mentre dell’integrale di cos2θ si osserva che è esteso a un periodo, poiché cos 2θ = 1 − 2 cos2θ ha periodo π. Tale integrale si può determinare ad esempio usando la formula appena scritta per trovare una primitiva e utilizzando il Teorema Fondamentale, ma si può anche osservare che deve essere
Z π+α α
cos2θdθ = Z π
0
cos2θdθ = 1 2
Z 2π 0
cos2θdθ = 1 4
Z 2π 0
sin2θ + cos2θ dθ = π 2 In conclusione si ottiene
I(k) =π 2·R4
4
e si osserva che il risultato non dipende dal valore di k. Una possibile interpretazione meccanica di questo risultato è che l’integrale esprime il momento di inerzia di una distribuzione di massa di densità costante uguale a 1 sul semicerchio A rispetto all’asse y e tale momento non cambia al variare di k, in quanto non si modifica la distribuzione della massa rispetto all’asse y. Con questa interpretazione, la massa totale M è uguale all’area del semicerchio, ossia π
2R2. Si ha pertanto I = M ·R2 4 .
4
3 Esercizio
i. Rappresentare con un disegno l’insieme A = C \ F dove C =(x, y) ∈ R2| 1 ≤ x2+ y2≤ 4
, F =(x, y) ∈ R2| x < 0, y < 0 ii. calcolare le coordinate del baricentro di A.
iii. Calcolare il momento di inerzia di A rispetto all’asse z.
Soluzione i.
ii. L’area dell’insieme A è area(A) =3
4(4π − π) = 9π
4 . La coordinata xGdel baricentro è xG= 1
area(A) Z
A
xdxdy = 4 9π
Z 2 1
ρ2dρ Z π
−π2
cos θdθ = 28 27π e yG= xGper ragioni di simmetria.
iii. Con l’espressione momento di inerzia dell’insieme A rispetto all’asse z intendiamo il momento di inerzia di una distribuzione di massa di densità 1 su A, ossia
µz= Z
A
(x2+ y2) dxdy = Z 2
1
ρ2ρdρ Z π
−π2
dθ = 3 2π 1
4ρ4
2 1
= 45 8 π
4 Esercizio
Calcolare nell’ordine indicato gli integrali seguenti i.
Z
R2
e−x2−y2dxdy ii.
Z
R
e−x2dx iii.
Z
R3
e−x2−y2−z2dxdydz
Soluzione
i. Per definizione si ha Z
R2
e−x2−y2dxdy = lim
a→+∞
Z
Ba
e−x2−y2dxdy , dove Ba= {x2+ y2≤ a2} e quindi
Z
Ba
e−x2−y2dxdy = Z 2π
0
Z a 0
e−ρ2ρdρdϕ = π[−e−a2+ 1].
Di conseguenza:
Z
R2
e−x2−y2dxdy = π.
ii. Osserviamo che l’integrale in i. si può calcolare anche con le formule di riduzione, che valgo- no certamente anche su insiemi illimitati se la funzione da integrare è di segno costante. Si ha quindi R
R2e−x2−y2dxdy = R
Rxe−x2 nR
Rye−y2dy o
dx = I2 , dove si è posto I =R
Re−x2dx =R
Re−y2dy . Pertanto, da i. si ricava I =√
π .
iii. Utilizzando le formule di riduzione si ottiene immediatamente Z
R3
e−x2−y2−z2dxdydz =
Z
R
e−x2dx
3
= π32
6