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In primo luogo possiamo considerare l’insieme dei numeri interi N = {1, 2, 3

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Academic year: 2023

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Lezione 1 02/10/09

GLI INSIEMI E LE OPERAZIONI TRA INSIEMI

Uno dei concetti pi`u primitivi della matematica `e quello di insieme. Un insieme altro non `e che una collezione di oggetti. Gli insieme vengono usualmente indicati con lettere maiuscole, ad esempio A. Per dire che un determinato oggetto a appartiene all’insieme A si scrive a ∈ A.

Un insieme pu`o essere descritto in differenti modi; elencando tutti gli elementi che appartengono all’insieme ( operazioni assai lunga se l’insieme in questione `e un insieme con un numero infinito di elementi ) oppure descrivendo la propriet`a che un generico oggetto deve soddisfare per appartenere all’insieme. I principali insiemi cui saremo interessati sono gli insiemi numerici, che certamente gi`a conoscete. Per fissare le notazioni ricordiamo quali siano tali insiemi. In primo luogo possiamo considerare l’insieme dei numeri interi N = {1, 2, 3 . . . } ( alcuni considerano in tale insieme anche il numero 0, tale questione `e oggetto di una disputa infinita tra i matematici ).

L’insieme dei numeri interi Z = {0, ±1, ±2, ±3, . . . }. A seguire abbiamo l’insieme dei numeri razionali Q = {ab | a, b ∈ Z, b 6= 0}, l’insieme dei numeri reali R e l’insieme dei numeri complessi C = {a + ib | a, b ∈ R, i2= −1}.

L’insieme che non contiene alcun elemento `e detto insieme vuoto e viene usualmente denotato con ∅. Se A e B sono due insiemi tali che b ∈ B =⇒ (implica) b ∈ A, B `e detto sottoinsieme di A, B ⊆ A. Se inoltre esiste almeno un elemento a ∈ A tale che a 6∈ B, allora B `e detto sottoinsieme proprio di A, B ⊂ A. L’insieme vuoto `e un sottoinsieme di qualunque insieme A, `e un sottoinsieme proprio se A 6= ∅. Per gli insiemi numerici precedentemente introdotti abbiamo la catena di inclusioni:

∅ ⊂ N ⊂ Z ⊂ Q ⊂ R ⊂ C.

Effettuare un’operazione tra insiemi significa costruire un nuovo insieme C a partire da dati insiemi A e B. Le operazioni che possiamo introdurre sono le seguenti. Siano A e B due insiemi. L’insieme unione di A e B `e l’insieme formato da tutti gli elementi x che appartengono ad A o a B; in simboli:

A ∪ B = {x | x ∈ A o x ∈ B} . Osserviamo che se B ⊆ A, in particolare se B = ∅, allora A ∪ B = A.

L’insieme intersezione di A e B `e l’insieme formato da tutti gli elementi x che appartengono ad A e a B; in simboli:

A ∩ B = {x | x ∈ A e x ∈ B} . Osserviamo che se B ⊆ A, in particolare se B = ∅, allora A ∩ B = ∅.

L’insieme differenza `e l’insieme formato da tutti gli elementi x di A che non appartengono a B; in simboli:

A/B = {x | x ∈ A e x 6∈ B}.

Se B ⊆ A `e possibilire definire il complementare di B in A come l’insieme degli elementi di A che non appartengono a B; in simboli

CA(B) = {x | x ∈ A, x 6∈ B} . Chiaramente valgono le relazioni B ∪ CA(B) = A e B ∩ CA(B) = ∅.

L’insieme prodotto cartesiano di A e B `e l’insieme delle coppie ordinate (a, b), con a ∈ A e b ∈ B;

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in simboli:

A × B = {(a, b) | a ∈ A, b ∈ B}.

E importante osservare che in generale A × B 6= B × A.`

Esercizio 1. Siano A = Z e B = {x ∈ R | x < e}. Detrminare gli insiemi A∪B, A∩B, A/B, B/A.

Soluzione dell’esercizio 1. L’insieme unione `e il seguente

A ∪ B = {x ∈ R | x < e} ∪ {x ∈ Z | x > 2}.

Per quanto riguarda l’insieme intersezione otteniamo

A ∩ B = {x ∈ Z | x < e} = {x ∈ Z | x ≤ 2}.

Gli insiemi differenza sono invece i seguenti

A/B = {x ∈ Z | x > 2} = {3, 4, 5, . . . }, B/A = {x ∈ R | x < e, x 6∈ Z}.

Esercizio 2. Si considerino i seguenti sottoinsiemi di N, A = {1, 2, 3, 4, 5} e B = {1, 3, . . . , 2n + 1, . . . } (il sottoinsieme dei numeri dispari). Verificare che si ha

CN(A ∩ B) = CN(A) ∪ CN(B), CN(A ∪ B) = CN(A) ∩ CN(B).

Soluzione dell’esercizio 2. Come prima cosa determiniamo i sottoinsiemi unione ed intersezione,

A ∪ B = {1, 2, 3, 4, 5, 7, . . . , 2n + 1, . . . }, A ∩ B = {1, 3, 5}.

Calcoliamo adesso i complementari degli insiemi di partenza A e B, CN(A) = {6, 7, . . . },

CN(B) = {2, 4, 6, . . . , 2n, . . . } sottoinsieme dei numeri pari, e degli insiemi unione ed intersezione

CN(A ∪ B) = {6, 8, . . . , 2n, . . . }, CN(A ∩ B) = {n ∈ N | n 6= 1, 3, 5}.

Possiamo ora determinare i sottoinsiemi unione ed intersezione dei complementari CN(A) ∪ CN(B) = {2, 4, 6, 7, . . . } = {n ∈ N | n 6= 1, 3, 5} = CN(A ∩ B) ,

CN(A) ∩ CN(B) = {6, 8, . . . , 2n, . . . } = CN(A ∪ B) .

Le relazioni ora provate in questo caso particolare valgono in realt`a per qualunque coppia di sottoinsiemi A e B di un insieme C e dimostrano che il complementare dell’intersezione di due insiemi `e l’unione dei complementari degli insiemi mentre il complementare dell’unione di due insiemi `e l’intersezione dei complementari dei due insiemi.

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LE APPLICAZIONI TRA INSIEMI

Presi due insiemi A e B, un’applicazione f tra A e B `e una legge che associa ad ogni elemento di A un unico elemento di B. L’insieme A `e detto dominio dell’applicazione, mentre l’insieme B `e detto codominio. Ogni applicazione f determina un sottoinsieme di B, detto immagine di A tramite f Im f . Si tratta del sottoinsieme degli elementi di B che siano immagine di almeno un elemento di A, in simboli

Im f = {b ∈ B tali che ∃a ∈ A | f (a) = b}.

Un’applicazione f si dice iniettiva se ad elementi distinti nel dominio corrispondono immagini distnite nel codominio. Un’applicazione di dice suriettiva se ogni elemento di B `e immagine di almeno un elemento di A, ovvero se Im f = B. L’iniettivit`a pu`o invece essere descritta equivalentemente dicendo che

a1, a2∈ A, a16= a2 =⇒ f (a1) 6= f (a2), oppure che

f (a1) = f (a2) =⇒ a1= a2.

Questa equivalenza segue dal fatto generale che se ho due propriet`a p e q di cui una implica l’altra, diciamo p =⇒ q, allora se si considerano le negazioni di tali propriet`a ¬p e ¬q varr`a l’implicazione

¬q =⇒ ¬p.

Un imortante fenomeno, legato alla meteorologia, che segue immediatamente da tale propriet`a `e il seguente: consideriamo p = piove e q = prendo l’ombrello. Molte persone sono solite affermare prima di uscire di casa ”Se piove allora prendo l’ombrello”, che tradotto nel nostro linguaggio `e esattamente p =⇒ q. La negazione di tale affermazione `e ¬q =⇒ ¬p. Passando dalle formule al linguaggio ne segue che l’affermazione ”Se piove allora prendo l’ombrello” `e logicamente (?) equivalente all’affermazione ”Se non prendo l’ombrello allora non piove”. Questo spiega perch´e a Londra, dove le persone sono solite girare con l’ombrello, difficilmente si veda il sole...

E importante sottolineare come la proriet`` a di un’applicazione f di essere iniettiva o suriettiva dipenda non solo dall’applicazione assegnata ma anche dal dominio e dal codominio di f .

Esercizio 3. Stabilire per ciascuna delle seguenti applicazioni tra insiemi se siano iniettive e/o suriettive:

f : N −→ Q

n 7→ n1,

g : R −→ R≥0= {x ∈ R | x ≥ 0}

x 7→ x2,

h : Z −→ Z

n 7→ −n.

Soluzione dell’esercizio 3. f `e un’applicazione iniettiva, numeri naturali differenti hanno reciproci differenti. Ovvero f (m) = m1 = 1n = f (n) =⇒ m = n. f non `e un’applicazione suriettiva.

Infatti non `e possibile ottenere tramite f i numeri razionali negativi e le frazioni ridotte del tipo

p

q, con p 6= 1.

g non `e un’applicazione iniettiva. Un numero e il suo opposto hanno infatti la stessa immagine tramite g; g(x) = x2 = g(−x). g `e un’applicazione suriettiva, infatti per ogni y ∈ R≥0 abbiamo g(√

y) = (√

y)2= y e ogni y nel codominio `e dunque immagine tramite g di almeno un elemento del dominio.

h `e un’applicazione sia iniettiva che suriettiva. Infatti numeri interi differenti hanno opposti differenti, h(m) = −m = −n = h(n) =⇒ m = n. Inoltre ogni y ∈ Z `e immagine tramite h del suo opposto −y, h(−y) = −(−y) = y.

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Esercizio 4. Sia f l’applicazione da Z × Z in Z definita da:

f [(a, b)] = a − b, ∀ a, b ∈ Z.

Stabilire se f sia iniettiva e/o suriettiva. Definita su Z × Z l’operazione di somma data da:

(a, b) + (a0, b0) = (a + a0, b + b0), stabilire se sia verificata o meno la relazione:

f [(a, b) + (a0, b0)] = f [(a, b)] + f [(a0, b0)]. (1) Soluzione dell’esercizio 4. f non `e un’applicazione iniettiva, le coppie distinte (1, 0) e (0, −1), ad esempio, hanno medesima immagine tramite f :

f [(1, 0)] = 1 − 0 = 1 = 0 − (−1) = f [(0, −1)].

In generale tutte le coppie del tipo (a, a) hanno come immagine il numero 0.

f `e un’applicazione suriettiva, il generico a ∈ Z pu`o essere ottenuto come immagine tramite f della coppia (a, 0) (o equivalentemente della coppia (0, −a)).

Vogliamo adesso verificare la validit`a o meno della relazione (1). Procediamo sviluppando parallelamente i due membri di tale relazione. Abbiamo:

f [(a, b) + (a0, b0)] =? f [(a, b)] + f [(a0, b0)]

f [(a + a0, b + b0)] =? (a − b) + (a0− b0) (a + a0) − (b + b0) =? a − b + a0− b0 (a + a0) − (b + b0) =! (a + a0) − (b + b0).

f soddisfa la relazione (1).

LE RELAZIONI

Sia A un insieme e siano a, b ∈ A. Se sia a che b soddisfano una medesima fissata propriet`a a e b si dicono in relazione tra di loro, a ∼ b. Gli elementi di un insieme in relazione tra di loro costiuiscono un sottoinsieme dell’insime prodotto cartesiano A × A: {(a, b) | a, b ∈ A, a ∼ b}. Una relazione che soddisfi le propriet`a:

riflessiva : a ∼ a, ∀a ∈ A,

simmetrica : a ∼ b =⇒ b ∼ a ∀a, b ∈ A, transitiva : a ∼ b, b ∼ c =⇒ a ∼ c ∀a, b, c ∈ A,

`

e detta relazione di equivalenza.

Le classi di equivalenza sono i sottoinsiemi formati da tutti gli elementi in relazione con un fissato elemento,

[a] = {b ∈ A | a ∼ b}.

Un elemento di tale insieme `e detto rappresentante della classe di equivalenza. L’insieme quoziente rispetto alla relazione di equivalenza `e l’insieme i cui elementi sono le classi di equivalenza.

Ad esempio su Z la seguente relazione `e una relazione di equivalenza. Fissato n > 0, diremo che a

`

e congruo a b modulo n , a ≡ b ( mod n ), se

a − b = kn , k ∈ Z

(5)

Tale relazione `e una relazione di equivalenza. Si parla di classi resto mod n. L’insieme quoziente pu`o essere descritto in modo esplicito:

Zn= Z/≡n= {[0], [1], . . . , [n − 1]}.

Tale relazione permette quindi di costruire a partire da un insieme infinito, Z, un insieme finito con esattamente n elementi. Ritorneremo su tale esempio pi`u avanti.

LE STRUTTURE ALGEBRICHE SU DI UN INSIEME

Vogliamo ora dotare i nostri inisiemi di una o pi`u operazioni. A seconda del numero e del tipo di operazioni introdotte otterremo differenti strutture algebriche, cui daremo nomi differenti. Il minimo numero di operazioni che possiamo introdurre `e chiaramente 1. Un gruppo `e un insieme non vuoto G sul quale sia definita un’operazione binaria ·,

· : G × G −→ G (g, h) 7→ g · h , tale che valga la propriet`a associativa

g · (h · k) = (g · h) · k, ∀g, h, k ∈ G, esista un elemento e ∈ G, detto elemento neutro, tale che

g · e = e · g = g, ∀g ∈ G, esista un elemento g0, detto elemento inverso, tale che

g · g0= g0g = e, ∀g ∈ G.

Se inoltre vale la propriet`a commutativa

g · h = h · g, ∀g, h ∈ G, il gruppo G `e detto commutativo od abeliano.

L’ordine del gruppo `e dato dalla cardinalit`a dell’insieme G. Un gruppo G si dice finito se G contiene un numero finito di elementi, infinito altrimenti.

Se si adotta la scrittura moltiplicativa l’elemento neutro e viene usualmente denotato con 1 e l’elemento inverso con g−1. Con la scrittura additiva, + invece di ·, l’elemento neutro `e solitamente indicato con 0, mentre l’inverso viene chiamato opposto ed indicato con −g.

Proposizione 1. Sia G = (G; ·) un gruppo. Allora l’inverso di ogni elemento `e unico.

Dimostrazione. Supponia per assurdo che g ∈ G ammetta due elementi distiniti come inversi, supponiamo cio`e che esistano g0 e g00in G tali che

g · g0= g0· g = e, g · g00= g00· g = e.

Da qui possiamo ricavare

g · g0 = g · g00. Moltiplicando tale espressione a sinistra per g0 otteniamo

g0· (g · g0) = g0· (g · g00) propriet`a associativa

=⇒ (g0· g) · g0= (g0· g) · g00.

(6)

Per ipotesi g0· g = e, quindi

e · g0 = e · g00.

Poich`e l’elemento neutro e soddisfa e·g = g, ∀g ∈ G, possiamo concludere g0 = g00e la dimostrazione

`

e terminata.

L’insieme dei numeri naturali rispetto all’usuale operazione di somma non `e un gruppo. Infatti nessun elemento di N ammette opposto (che sia ancora in N!). Gli interi sono invece un gruppo rispetto alla somma, cos`ı come i numeri razionali ed i numeri reali.

Un anello `e un insieme non vuoto A sul quale sono definite due operazioni + e · tali che (A; +) sia un gruppo commutativo; l’operazione · definita sull’insieme A= A/{0} sia tale che sia soddisfatta la propriet`a associativa, esista un elemento 1 ∈ A tale che 1 · a = a · 1 = a, ∀a ∈ A e valga inoltre la propriet`a distributiva del prodotto rispetto all’addizione:

a · (b + c) = a · b + a · c, ∀a, b, c ∈ A, (b + c) · a = b · a + c · a, ∀a, b, c ∈ A.

Se in aggiunta l’operazione · soddisfa la propriet`a commutativa l’anello A = (A; +, ·) `e detto anello commutativo.

E bene osservare che gli assiomi di anello ora introdotti non implicano che se il prodotto di due` elementi `e nullo uno dei due elementi sia necessariamente nullo. Questa propriet`a `e soddisfatta, come dovremmo sapere, dai numeri reali. L’errore da evitare `e quello di ritenerla una propriet`a universale. Anche in questo caso un esempio che illustreremo tra breve ci permetter`a di chiaririci le idee. Prima introduciamo la nozione di campo. Un campo `e un insieme non vuoto k su cui sono definite due operazioni + e · tali che (k; +) sia un gruppo commutativo, (k; ·) sia un gruppo commutativo e valga la propriet`a distributiva del prodotto rispetto all’addizione. Ad esempio (Z; +, ·) `e un anello commutativo ma non `e un campo. Q, R, C sono invece campi (nell’ordine, uno contenuto nell’altro). Nel nostro corso saremo interessati principalmente al campo dei numeri reali.

Torniamo a considerare la relazione di equivalenza precedentemente introdotta su Z e il corrispondente insieme quoziente

Zn= Z/≡n= {[0], [1], . . . , [n − 1]}.

Ci chiediamo se e come sia possibile introdurre una struttura algebrica, ovvero delle operazioni, su tale insieme. Definiamo le seguenti operazioni di somma e prodotto su Zn:

+ : Zn× Zn −→ Zn

([a], [b]) 7→ [a] + [b] = [a + b] ,

· : Zn× Zn −→ Zn

([a], [b]) 7→ [a] · [b] = [a · b] .

Dobbiamo innanzitutto verificare che le operazioni di somma e prodotto ora introdotte siano ben definite, ovvero non dipendano dalla scelta del rappresentante in [a]. Consideriamo quindi a0 ∈ [a], cio`e a0 = a + kn, per qualche k ∈ Z e b0 ∈ [b], cio`e b0 = b + hn, per qualche h ∈ Z e verifichiamo che [a0] + [b0] = [a] + [b] e che [a0] · [b0] = [a] · [b]. Abbiamo

[a0] + [b0] = [a + kn] + [b + hn] = [a + kn + b + hn] = [a + b + kn + hn] = [a + b + (h + k)n] = [a + b] + [(h + k)n] = [a + b] + [0] = [a + b + 0] = [a + b] = [a] + [b].

(7)

In maniera del tutto analoga si verifica che anche il prodotto `e ben definito.

Proviamo adesso che (Zn; +) `e un gruppo commutativo. Vale la propriet`a associativa:

[a] + ([b] + [c]) = [a] + [b + c] = [a + b + c] = [a + b] + [c] = ([a] + [b]) + [c], la classe [0] `e elemento neutro rispetto alla somma:

[a] + [0] = [a + 0] = [0 + a] = [a],

per ogni classe [a] la classe [−a] `e elemento opposto rispetto alla somma:

[a] + [−a] = [a + (−a)] = [0], vale la propriet`a commutativa:

[a] + [b] = [a + b] = [b + a] = [b] + [a].

Per quanto riguarda l’operazione di moltiplicazione si pu`o dimostrare (fatelo!) che soddisfa la propriet`a associativa, che la classe [1] `e elemento neutro per il prodotto e che vale la distributivit`a del prodotto rispetto alla somma. Abbiamo cos`ı dimostrato che (Zn; +, ·) `e un anello commutativo.

A differenza dei precedenti esempi questo anello `e finito, ovvero il suo insieme sostegno Zn consta di un numero finito di elementi. `E importante osservare che, al contrario di quello che accade in Z, in Znl’equazione [a] · [b] = [0] pu`o essere soddisfatta senza che n`e [a] n`e [b] siano [0]. Scegliamo, ad esempio, n = 12. L’insieme quoziente `e allora

Z12= {[0], [1], . . . , [11]}.

Scelti [a] = 3 e [b] = [8] abbiamo

[3] · [8] = [3 · 8] = [24] = [0].

Pi`u in generale fissato n e considerata la sua fattorizzazione in primi n = pe11. . . pellse a `e un divisore non banale di n, a = pj11. . . pjll, j1≤ e1, . . . , jl≤ el, allora considerando b = pe11−j1. . . pell−jlrisulta

[a] · [b] = [pj11. . . pjll] · [pe11−j1. . . pell−jl] = [pj11+e1−j1. . . pjll+el−jl] = [n] = [0].

Tale situazione non si verifica se e soltanto se n `e uguale ad un numero primo p. In questo caso (Zp; +, ·) `e un campo.

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