• Non ci sono risultati.

Dalle magnitudini strumentali alle  magnitudini standard (es. UBVRI)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Dalle magnitudini strumentali alle  magnitudini standard (es. UBVRI)"

Copied!
33
0
0

Testo completo

(1)

Dalle magnitudini strumentali alle  magnitudini standard (es. UBVRI)

Osserviamo una stella in V ed R a diverse masse d'aria

 

Misuriamo le magnitudini strumentali        e  

m

Vs

m

Rs

Determiniamo (Bouguer) i coefficienti di 

(2)

Determiniamo i valori delle magnitudini fuori  atmosfera (0 masse d'aria)

 

m

Vs 0AM

=m

Vs

K

V

X m

Rs 0AM

= m

Rs

K

R

X

Determiniamo l'indice di colore strumentale  

m

Vs 0AM

m

Rs 0AM

= V −R

s

(3)

che sarà legato a quello standard da una relazione  del tipo

 

V −R=aV −R

s

b

Se il sistema strumentale fosse esattamente uguale  allo standard avremmo a=1, b=0 (in generale a è 

vicino a 1 , entro 0.1, 0.2)  

Per determinare a e b si osservano più stelle 

(4)

La magnitudine nel sistema standard differisce da  quella strumentale di una quantità detta punto zero  (zero point)

 

V =m

Vs(0AM)

+ V

Zp

Se i sistemi sono identici lo zero point è un numero, alternativamente e' una funzione dell'indice di  colore  

V

Zp

=V

0Zp

+ c (V −R)

(5)

Esercizio 26

Osservo 3 stelle standard  nelle bande V e R e ne  determino le magnitudini strumentali fuori 

atmosfera che sono riportate in tabella assieme alle  magnitudini nel sistema standard. 

Trovare le relazioni fra il sistema strumentale e  quello std.

 

Stella V R

I 9.6 8.6 8.0 7.0

II 11.6 11.6 10.0 10.2

III 10.6 9.9 9.0 8.4

V

s

R

s

(6)

V −R=1.2V −R

s

− 0.2

(7)

V =V − 1.6

(8)

R=1.1 R

str

− 2.2

(9)

Anche per passare da un sistema 

fotometrico ad un altro devo utilizzare  delle relazioni

g=V 0.630B−V −0.124

(10)

La rifrazione atmosferica

Gli oggetti appaiono più alti sull'orizzonte

 

(11)

Per calcolare l'angolo di rifrazione si  utilizza un modello a strati piani e  paralleli

Ogni strato ha un diverso indice di rifrazione che  decresce uniformemente verso gli strati alti

 

Valido fino a z =45°

(12)

Si ottiene così la relazione approssimata

r≃60.4 tg z_{true}

imprecisa di 1” quando z = 60° 

Le relazioni accurate tengono conto di 

Pressione 

atmosferica  temperatura 

altitudine

(13)

Esercizio 26

Calcolare l'angolo di rifrazione per z=10°, 30°,45° e 

60°

(14)
(15)

L'indice di rifrazione dell'atmosfera non è 

costante con la lunghezza d'onda 

(16)
(17)
(18)

g'  (4800 A) , seeing 0.6”, Airmass 1.05, 1.5 and 2

(19)
(20)

 è un effetto di cui si deve tenere conto in  spettroscopia (Spettrofotometria)

Per ottenere uno spettro si  deve far passare la luce

attraverso un elemento 

disperdente. Il più semplice

fra questi è il prisma

(21)

Se la fenditura è larga 1”e non è 

orientata nella direzione della 

rifrazione la luce “blu” è tutta 

fuori 

(22)
(23)

 ADC (Atmospheric 

dispersion corrector)

4m Kitt Peak 

(24)

IRAF

Image Reduction and Analysis Facility

'

­  pacchetto  software  per  la  riduzione  e  l'analisi  di  immagini  e  spettri  redatto  dal  NOAO  ( National  Optical  Astronomy  Observatory)  un  consorzio  nato  nel  1982  per  coordinare osservatori astronomici ottici. 

­  fanno  parte  di  NOAO  il  KPNO  ( Kitt  Peak  National  Observatory)  Il  CTIO  (Cerro  Tololo  International  Observatory) e il Gemini Science Center. 

­ in continua evoluzione (comandi e pacchetti che vengono  aggiunti per soddisfare le esigenze degli utenti e per 

restare al passo con la strumentazione), IRAF è 

probabilmente il  software più utilizzato e anche il più 

verificato ( tested) 

(25)

'

­ ed e' disponibile gratuitamente al sito        http://iraf.noao.edu

­Per  rendere  “attivo”  IRAF  è  necessario  eseguire    il  comando  mkiraf  (make  IRAF).  Questo  comando  va  eseguito  soltanto  una  volta    (in  concomitanza  col  primo  utilizzo di  IRAF) . 

­ Se  mkiraf è già stato eseguito nel directory ove ci 

troviamo ( home) esiste  il  file login.cl e un sub directory  uparm non dobbiamo eseguire mkiraf. 

­ In caso contrario digitiamo   mkiraf e alla domanda 

initialize uparm ? Rispondiamo  y. 

(26)

'

­ Apriamo  il    login.cl  con un editor di file e modifichiamo  l' assegnazione logica  de l file imdir (imdir sta per images  directory  e  indica  il  directory  dove  vengono  depositate  le  immagini). 

Normalmente  nel  login.cl   imdir  e  la  home  hanno  assegnazioni  logiche  diverse,  diamo  ad  imdir  la  stessa  assegnazione della home.

­Prima  di  accedere  ad  IRAF  e'  opportuno  attivare  le  finestre grafica e pittorica coi comandi  xgterm & e  ds9 &  

(la & serve ad eseguire i comandi in background lasciando 

utilizzabile il terminale console)

(27)

'

­ Per accedere all'  ambiente IRAF bisogna digitare cl  (command language). Il cl deve essere eseguito dal 

directory in cui si trova il login.cl. Potremo cambiare 

directory da dentro IRAF successivamente utilizzando il   comando  cd

La  struttura  di  IRAF  è  modulare:    i  comandi  sono  raggruppati in  pacchetti.  Ciascun pacchetto contiene una  serie di comandi fra loro correlati.

Al nostro ingresso in IRAF  ci troviamo in  cl. Lo sappiamo  perchè  ci compare il   prompt:  cl>

se digitiamo il  ? otteniamo una lista dei nomi dei pacchetti 

(28)

'

­ Per accedere all'  ambiente IRAF bisogna digitare cl  (command language). Il cl deve essere eseguito dal 

directory in cui si trova il login.cl. Potremo cambiare 

directory da dentro IRAF successivamente utilizzando il   comando  cd

La  struttura  di  IRAF  è  modulare:    i  comandi  sono  raggruppati in  pacchetti.  Ciascun pacchetto contiene una  serie di comandi fra loro correlati.

Al nostro ingresso in IRAF  ci troviamo in  cl. Lo sappiamo  perchè  ci compare il   prompt:  cl>

se digitiamo il  ? otteniamo una lista dei nomi dei pacchetti 

accessibili 

(29)

'

­ Digitando  help si ottiene una lista con qualche maggior  dettaglio sui pacchetti e digitando  help seguito dal nome  di un pacchetto  si ottiene la lista dei pacchetti in cui e'  suddiviso il pacchetto.

­ Per esempio digitate  help images e successivamente  help imutil. Quest'ultimo contiene una serie di comandi (per esempio  imarith) utili per eseguire operazioni

sulle immagini.

­ Per poter utilizzare i comandi del pacchetto  imutil devo  digitare    images e poi  imutil.

Per tornare in  cl devo scrivere bye 2 volte (ad ogni bye si  

sale di un livello).

(30)

'

­  Per uscire da IRAF  :  logout da dovunque ci si trovi.

 Se dal  prompt  cl>digitiamo ?? otteniamo l'elenco  di tutti  i pacchetti e comandi disponibili in IRAF.

Alcuni comandi  Linux (per esempio ls) sono noti in IRAF   altri no. Possiamo utilizzare i comandi  linux anteponendo  ad essi il  !.

se cerchiamo un comando  IRAF  ma non  ricordiamo dove  si  trova  (all'interno  di  quale  sotto­pacchetto)    possiamo  utilizzare  il  comando    references    seguito  dal  nome  del  comando.  (In  realtà,  poichè    in  IRAF  bastano  le  prime  4  lettere  per  identificare  un  comando  sarà  sufficiente  digitare  refe seguito dal nome del comando)

Se non ricordiamo il nome del comando ma soltanto 

l'argomento,  refe  seguito dal nome dell'argomento ci 

(31)

'

ESERCIZIO 1:

Generare un  file chiamato irafcommands.lis che contenga  tutti i comandi di IRAF. (Per poter svolgere questo 

esercizio è necessario sapere come indirizzare  l' output da  video ad un file in  Linux).

 

­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­

ESERCIZIO  2:

Utilizzando  references  (refe)   cercate  tutti  i  comandi 

IRAF che hanno a che fare con gli spettri. Create un file 

(spectracommand.lis)    che  contenga  l'elenco    di  questi 

comandi.

(32)

ESERCIZIO  3:

Scaricate tutti i  file che iniziano  con NGC   e che si  trovano in

http://gbm.bo.astro.it/paola/didattica/AA2012­

2013/tada/images

Il  formato  di  questi  file  è  il  FITS  (Flexible  Image  Transport  System),  un  formato  standard  per  immagini  astronomiche.

Un' immagine  FITS è costituita di due parti: l' header che 

contiene  le  informazioni  (data  delle  osservazioni, 

identificatore dell'oggetto, tempo di esposizione, ecc.)  e la 

parte che contiene i dati

(33)

ESERCIZIO 4:

      ds9

La  finestra  pittorica  ds9  viene  utilizzata  da  IRAF  ma  funziona anche indipendentemente da esso.  

Caricate su  ds9  le immagini (una alla volta). 

Esaminatele  accuratamente.Per  visualizzarle  al  meglio  dovete agire sul comando  scale parameters che trovate in scale.

Cosa fa questo comando ? Spiegate.

Notate qualche differenza fra le immagini B e R ? Agendo sul comando  display fits header che trovate 

all'interno d i file potete visualizzare l' header di ciascun  file. L' header contiene una serie di informazioni 

sull'immagine.

Riferimenti

Documenti correlati

A differenza dei metodi di- retti (come ad esempio il metodo LU), in genere un metodo iterativo stazionario convergente calcola usualmente solo un approssimazione della soluzione x

Ricordiamo un uso del comando predict: si carichi la tabella del 13/11 (senza classi) E=read.table ('clipboard', header=TRUE)?. Si esegua una

la necessità del Gruppo Addestrativo del Comando Artiglieria di svolgere esercitazioni di tiro con le armi portatili individuali finalizzate all’approntamento per

- Il comando imposta come punto di inserimento del testo l’estremo in alto a sinistra, sulla base del font corrente.. Set text

di un tipo all’interno della sua dichiarazione... Se risulta minore o uguale lo si pone nel sottoalbero di risulta minore o uguale, lo si pone nel sottoalbero di sinistra, ovvero

Oltre   a fornire  un  metodo per determinare  le distanze,  le  relazioni  di 

I Carabinieri dei 38 NAS hanno operato, dal 4 al 14 settembre 2018, un monitoraggio in campo nazionale presso istituti scolastici ed educativi (selezionati tra

Congiuntamente a personale dell’Ufficio ICQRF Nord-Est - Area di Udine del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi