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Le linee guida contengono le indicazioni di investimento così come suddivise nelle c.d.

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Academic year: 2021

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Analisi

Nella serata di ieri, 15 settembre, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha trasmesso ai Presidenti della Camera e del Senato le linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvate dal Comitato Interministeriale per gli affari europei lo scorso 9 settembre.

Le linee guida contengono le indicazioni di investimento così come suddivise nelle c.d.

“missioni”, ovvero pacchetti di politiche relative a tematiche quali salute, digitalizzazione, istruzione e ricerca, ambiente, equità sociale e mobilità. Di seguito riportiamo i contenuti di maggior interesse:

Salute: per rafforzare la resilienza e la tempestività di risposta del SSN alle patologie infettive emergenti gravate da una forte morbilità e mortalità – e alle altre emergenze sanitarie - le risorse assegnate alla missione “salute” verranno utilizzate per sviluppare la sanità di prossimità e l’integrazione tra politica sanitaria, sociale e ambientale, investendo in:

digitalizzazione della assistenza medica, anche promuovendo la diffusione del fascicolo sanitario elettronico e della telemedicina;

cure domiciliari, così da superare le carenze delle RSA e dei presidi sanitari delle aree rurali e marginali del Paese in merito alla gestione della cronicità;

ricerca medica, immunologica e farmaceutica;

assistenza medica e nei servizi di prevenzione, con riferimento alle tecnologie digitali e alla valorizzazione del personale sanitario.

Digitalizzazione: si annunciano investimenti nella digitalizzazione della sanità, della PA, dell’istruzione e del fisco ed il completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica e 5G. Le linee guida sottolineano inoltre la stringente necessità di investire nella gestione dei contributi comunitari, nello sviluppo di infrastrutture e servizi digitali del Paese (datacenter e cloud) e nell’innovazione di settori strategici, quali: agroalimentare, telecomunicazioni, trasporti, aerospazio.

Ricerca e Istruzione: le risorse del PNRR verranno utilizzate per:

creare gli innovation ecosystems: luoghi di contaminazione di didattica avanzata, ricerca, laboratori pubblico-privati e terzo settore per rafforzare le ricadute sociali ed economiche delle attività della ricerca;

favorire la digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento e l'adeguamento delle competenze alle esigenze dell'economia ed agli standard internazionali. Sul tema, il testo riporta che l’esecutivo intenda intervenire con politiche specifiche di potenziamento delle competenze dei laureati e dei dottori ricerca, in particolare con riferimento agli ambiti delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), del digitale e dell’ambiente;

sviluppare la digitalizzazione e la transizione green delle strutture universitarie attraverso la riqualificazione o la ricostruzione degli edifici in chiave antisismica e di efficienza energetica, oltre che di cablaggio con fibra ottica.

Per diminuire il ritardo dell’Italia rispetto alla media europea, in termini di risultati e di risorse in R&S, il Governo si propone inoltre di:

utilizzare le risorse del PNRR di almeno 0,2 punti percentuali di PIL nel prossimo quinquennio;

favorire l’integrazione tra ricerca pubblica, mondo produttivo e istituzioni, potenziando le iniziative finalizzate a creare forti sinergie tra i diversi operatori attraverso attività di ricerca di filiera che coinvolgano le PMI.

di sostenere la partecipazione delle imprese italiane a progetti e alleanze europee ed internazionali, tra cui i c.d. hub tecnologici;

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promuovere la nascita di nuovi strumenti di investimento che facilitino processi di trasferimento tecnologico da Università/Istituti di ricerca e che sostengano la crescita complessiva del mercato di Venture capital.

Next step

Le linee guida saranno ora esaminate dalle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, le quali predisporranno, entro fine settembre, una relazione da sottoporre al parere di tutte le altre Commissioni. Entro i primi 10 giorni di ottobre, le due Aule approveranno una risoluzione contenente gli indirizzi che il Parlamento ritiene che il Governo debba seguire nella predisposizione del Piano. Entro il 15 ottobre il Governo, infine, sulla base di quanto deliberato dal voto sul PNRR, presenterà la sua posizione alla Commissione Europea. La redazione effettiva del Piano è invece prevista per gennaio 2021.

Ricordiamo inoltre che:

entro questo venerdì, 18 settembre, la Commissione Europea trasmetterà delle nuove linee guida con ulteriori chiarimenti su come gli Stati membri potranno utilizzare i fondi;

entro il 27 settembre il Governo dovrà presentare la Nota di aggiornamento al DEF, il quale, dovrebbe includere già delle prime indicazioni del PNRR. Nonostante la tempistica sia temporalmente vicina a quella prevista per la risoluzione sulle linee guida, al momento una votazione congiunta NaDEF e Linee guida appare esclusa.

Ulteriori informazioni

Con riferimento alle risorse del Recovery Fund, l’Italia avrà a disposizione un totale di 191,4 miliardi di euro – di cui 63,8 miliardi di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti - il 70% dei quali dovranno essere impegnati nel biennio 2021-2022.

Si ricorda che il Recovery Fund è solo una parte del più ampio pacchetto di misure interne al Next Generation EU, il quale stanzia circa 108,6 miliardi di euro per l’Italia. Oltre al Recovery Fund, sono infatti parte di Next Generation EU anche i programmi RactEU, Horizon Europe, InvestEU, Sviluppo Rurale, Fondo per la transizione giusta e RescEU.

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