Università degli Studi di Roma Tor Vergata Dipartimento di Ingegneria Elettronica
corso di
ELETTRONICA ANALOGICA
Prof. Ernesto LIMITI
IL BJT AD ALTA FREQUENZA
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All’aumentare della frequenza di lavoro, il circuito a parametri ibridi descrive male il comportamento del dispositivo attivo, soprattutto a causa della forte dipendenza dei parametri hhhhfefefefe e hhhhieieieiedalla frequenza.
Per determinare una possibile modellistica alternativa, si consideri il circuitocircuitocircuitocircuito aaaa ππππ––––ibridoibridoibridoibrido sotto riportato, i cui elementi sono facilmente determinabili da quelli della rappresentazione ibrida.
Circuito Equivalente a π-Ibrido I
Circuito Equivalente a π-Ibrido II
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Dalla definizione dei parametri ibridi e dall’analisi, possiamo determinare 4 relazioni
' '
' ' ' '
' '
ce 0
be b e b c
ie bb b e b c bb
b v b e b c
v r r
h r r r r
i r r
=
= = + = +
+
'
' '
b 0
be b e
re
ce i b c b e
v r
h v r r
=
= =
+
' '
' '
' ' ' '
0
1 1
ce
c b c b e
fe m b c b e m
b v b c b c b c b e
i r r
h g r r g
i r r r r
=
= = − = −
+
'
' '
0
1 1
b
c m b e
oe
ce i b e b c ce
i g r
h v r r r
=
= = + +
+
Per determinare da queste i 5 parametri del circuito a π–ibrido, si devono introdurre ulteriori ipotesi. Dalla seconda,
( )
' ' ' '
' '
b e 1 re
b e b e re b e
b c b e
re re re
r h
r r h r
r r
h h h
− −
= = ≅ ≫
Circuito Equivalente a π-Ibrido III
' '
' ' '
1 fe fe
fe m b e m b e m
b c b e ie bb
h h
h g r g r g
r r h r
≅ − ≅ → ≅ ≅
−
' ' '
1 1 fe re fe
ce oe oe
ce b e b c ie bb
h h h
g h h
r r r h r
= ≅ − + ≅ −
+ −
Dalla terza relazione
Infine dalla quarta
Si sono quindi espressi i parametri del circuito a π-ibrido in funzione di quelli ibridi, lasciando quale ‘variabile libera’ il valore della resistenza rrrrbbbb’’’’bbbb , che rappresenta il comportamento ohmico (parassita) della giunzione base-emettitore. Tale valore può determinarsi sulla base di specifiche misure.
Dalla prima ' '
' ' ' ' ' '
'
b e ie bb
ie bb b e b c bb b e ie bb
b c
re
r h r
h r r r r r h r
r h
≅ −
= + ≅ + → −
≅
Il Transistor ad Alta Frequenza I
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All’aumentare della frequenza di lavoro, i fenomeni fisici legati alla memoria del dispositivo, e quindi schematizzabili con elementi reattivi, tendono ad essere non più trascurabili, rendendo quindi necessaria l’introduzione, nel modello a π–ibrido, di elementi circuitali opportuni che li schematizzino.
Il circuito equivalente di alta frequenza, circuitocircuito dicircuitocircuito didi Giacolettodi GiacolettoGiacoletto, si ottiene dal π–ibridoGiacoletto aggiungendo la capacità CCCCcccc, che tiene conto della capacità di transizione associata alla giunzione base-collettore e la capacità CCCCeeee pari alla somma della capacità di transizione della giunzione base-emettitore e alla capacità di diffusione dell’emettitore.
Quest’ultima è in genere molto più grande di quella di transizione poiché la giunzione base-emettitore e polarizzata direttamente.
Il Transistor ad Alta Frequenza II
A titolo di esempio vengono dati alcuni valori tipici dei parametri e l’andamento con il punto di lavoro e con la temperatura dei parametri più importanti. In prima approssimazione vengono trascurati rrrrcececece (≈ n106Ω ) e rrrrb’cb’cb’cb’c (≈ n107Ω)
Qualitativamente:
( )
( )
2
c ob CB
e ib E
C C f V
C C f I
≈ =
−≈ =
Giustificazione Fisica del Circuito di Giacoletto
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Gli elementi del circuitocircuitocircuitocircuito didididi GiacolettoGiacolettoGiacolettoGiacoletto, hanno un significato fisico preciso, come si evince dallo schema precedente. Si noti, in particolare, che
rrrr
cececece tiene conto dell’effetto Early edrrrr
bbbbbbbb’’’’ è la resistenza di spreading di base.Il termine
gggg
mmmmV V V V
b’eb’eb’eb’e lega direttamente l’effetto transistore alla “causa prima”, ovvero alla tensione della giunzione base-emettitore (polarizzata direttamente).Frequenza di Transizione f
TI
Per evidenziare come il circuito per alta frequenza tenga in conto del comportamento del dispositivo quando connesso ad emettitore comune, è utile partire dal circuito equivalente approssimato che segue, in cui si è trascurata la resistenza rrrrb’cb’cb’cb’c e con Miller si è riportata in ingresso CCCCcccc.
Si calcoli quindi il guadagno in corrente con l’uscita in corto. A tale scopo
( )
' '
1 '
m b e
out m b e in
b e e c
i g v g r i
j rω C C
= − = −
+ +
( ) ( )
'
' '
0 1 1
L
out m b e fe
I
in Z b e e c b e e c
i g r h
A = i = = − + j rω C +C = − + j rω C +C
ossia un tipico andamento passa-basso con frequenza di taglio ffffββββ data da
( ) ( )
'
1 1
2 2
m
b e e c fe e c
f g
r C C h C C
β ≜ π + = π +
Frequenza di Transizione f
TII
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( )
1
2
m
T fe
e c
f h f g cost
C C
β
π
⋅ = = =
+
f
αf
βf
Tα = β =
Sperimentalmente fα =
(
1.3÷1.5)
fTQuindi, il guadagno diventa
1
fe I
A h
j f fβ
= −
+ ⋅
Si definisce frequenzafrequenzafrequenzafrequenza dididi transizionedi transizionetransizione fffftransizione TTTT quella alla quale il guadagno in corrente in corto circuito diventa unitario. Si ottiene:
( )
1
2
m
I T fe
e c
A f f h f g
C C
β π
= → = ≈ =
+
Visto che ffffββββ è interpretabile come la banda passante dell’amplificatore di guadagno in corrente hhhhfefefefe , è facile notare come il prodotto di tali due termini (prodottoprodottoprodottoprodotto bandabandabandabanda----guadagnoguadagnoguadagno) valgaguadagno appunto ffffTTTT e tale valore non dipenda che dal solo transistor. In altri termini, il parametro ffffTTTT rappresenta un fattore di merito del transistore (o meglio della tecnologia realizzativa) e dipende soltanto dai parametri di quest’ultimo.
Il risultato trovato è indipendente dalla tipologia di connessione. Infatti, se si ricorda che per la connessione a base comune hhhhfefefefe ==== αααα /(/(1/(/(111----αααα)))), si ottiene