Resoconti Parlamentari — 3547 Assemblea Regionale Siciliana
I I I Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1056
C X X X V S E D U T A
(Antimeridiana)
MERCOLEDÌ 31 OTTOBRE 1956
Presidenza del Vice Presidente MONTALBANO
I N D I C E
P a g . D iseg n o d ì le g g e : « S ta ti d i p re v is io n e d e ll’e n
t r a t a e d e lla s p e s a d e lla R eg io n e sic ilia n a p e r P a n n o fin a n z ià rio d a l 1° lu g lio 1956 a l 30 g iu gno 1957 » (205) (S e g u ito d e lla d isc u ssio n e : r u b r ic a € P u b b li c a is tru z io n e ») :
P R E S I D E N T E ... ' .
G R A M M A TIC O . . . . . . . .
L O M A G R O ... . . , C A LD ER A R O , re la to r e d i m in o r a n z a .
La seduta è aperta alle ore 10,30.
GIUMMARRA, segretario, dà lettura dei processo verbale della seduta precedente, che.
non sorgedo osservazioni, si intende appro
vato.
Seguito della discussione del disegno di legge:
« Stati di previsione dell’entrata e della spe
sa della Regione siciliana per Fanno finanzia
rio dal 1° luglio 1956 al 30 giugno 1957 » (205).
PR ESIDEN TE. L ’ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di leg
ge: « S tati di previsione dell’e n tra ta e della spesa della Regione siciliana p er l’anno finan
ziario dal T luglio 1956 al 30 giugno 1957 » (205).
Si prosegue nella discussione della rubrica
« Pubblica istruzione ».
Comunico che Fonorevole M arraro ha r i fiato a prend ere la parola. Poiché gli onore
voli Carnazza e Castiglia, che seguono nel tu rn o degli iscritti a parlare, sono assenti dal
l ’Aula, li dichiaro decaduti.
E ’ iscritto a parlare l’onorevole G ram m ati
co; ne ha facoltà.
GRAMMATICO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, lo stato di incertezza e di confusionismo che caratterizzano tu tta la po
litica scolastica svolta in Sicilia d all’en trata in vigore della autonom ia è certam ente d eter
m inato, in modo particolare, dalla m ancata definizione dei rapporti fra lo S tato e la Re
gione sulla m ateria.
Rapporti fra Stato e Regione.
L ’obiettività di questa constatazione è con
validata dal fatto che tan to la relazione di m aggioranza quanto quella di m inoranza m e t
tono in evidenza questo punto. Scrive, infatti, l’onorevole Calderaro relatore di m inoranza:
« l’incertezza dello stato giuridico della scuola e dei m aestri rende necessariam ente incerti i capitoli del bilancio che riguardano questo ram o dell’Am m inistrazione regionale. E così la rubrica « Pubblica istruzione » è costretta a segnare il passo su lim itato raggio d'azione e quindi accontentarsi di lim itatissim i fondi.
L ’onorevole C ardio, relatore di maggioranza.»
p u r minimizzando l’im portanza del problema, non esita ad includere anche egli tra le ne
cessità più urgenti per la normalizzazione del
la scuola, la definizione dei rapporti tra S ta
to e Regione sullo stato giurìdico degli inse
gnanti elem entari.
3547, 3575 3548 355-1 3561
R eso co n ti, f. 496 (7G0Ì
Resoconti Parlamentari 3548,-— Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
Il problem a del passaggio dei poteri, p ro blem a di fondam entale im portanza, sem bra che in questi ultim i m esi sia stato oggetto di p articolari cure da p a rte del Governo reg io nale e che dei passi in av anti siano stati fatti
per giungere alla risoluzione ..definitiva.
L ’Assessore alla pubblica istruzione, m ol
to probabilm ente, ci farà delle dichiarazioni in m erito; com unque, io ho il dovere di so t
tolineare che tale problem a è, per il M ovi
m ento sociale italiano, d irettam en te e s tr e t
tam en te connesso con una sana in te rp re ta z io ne dell’articolo 14 lettere r) ed n ) e d ell’artico
lo 17, lette ra d), dello S tatu to siciliano.
Ho tra tta to altre volte in questa Assemblea il problem a della in terpretazione da dare al
le no stre com petenze sta tu ta rie in m ateria. Lo ho tra tta to sulla base del principio che nello am bito dello Stato l ’educazione debba essere nazionale, cioè u n itaria nei suoi m otivi um ani, sociali, civili patriottici.
- Questo principio per il M ovim ento sociale italiano è fondam entale. Da esso consegue in fa tti che la potestà legislativa di cui all’a r t i colo 14, lette re r) ed n), p u r essendo esclu
siva, deve essere considerata sem pre corno stru m en to atto ad operare in rapporto alla esigenze particolari della Regione, che, dep res
sa sul piano sociale ed economico, lo è so p ra t
tu tto in quelli d ell’istruzione e della cultura.
In a ltri term ini, la-R egione non deve sosti
tu irsi allo Stato n e ll’opera che lo Stato deve alla Sicilia così come la deve e la dà a tu tte le altre regioni d ’Italia; nè tantom eno deve modificare l’ordinam ento di un determ inato tipo d ’istruzione e perciò lo stato giuridico del personale interessato, se non ci sono m otivi validi a ttin e n ti alle esigenze dell’am biente.
E giacché le cause della depressione della istruzione in Siclia sono da individuare nella insufficienza e inadeguatezza di scuole di g r a do preparatorio, di scuole elem entari n orm a
li e speciali, di scuole post-elem entari a tipo professionale, di circoli di cultura, di centri di lettu ra, di biblioteche circolanti ed u n iv e r
sità popolari, è chiaro che è in questi settori che devono essere indirizzati tu tti gli sforzi della R.egione, integrando, s’ntende, l’opera dello Stato laddove si appalesi insufficiente e prom uovendo proprie iniziative laddove, in vece, lo Stato non potrebbe m ai giungere.
P e r quanto attiene la m ateria dei m usei, biblioteche, accademie e antichità e belle a r
ti (articolo 17 lette ra d: potestà legislativa norm alm ente definita concorrente od in te g ra tiva), è evidente che la com petenza deve es
sere rivolta a m igliorarne e svilupparne i ser
vizi; dimodoché, tra tta n d o si di stru m en ti fon
dam entali per la diffusione della cu ltu ra e la elevazione dello spirito, meglio possano agire sulla form azione cu ltu rale e m orale delle po
polazioni siciliane.
Il M ovim ento sociale italiano insiste su q ue
sti concetti perchè essi vengano te n u ti p re senti sia nel corso delle tra tta tiv e per la de
finizione dei rapporti tra lo S tato e la Regione, sia per la determ inazione di una politica sco
lastica che sia veram en te producente ed insoi- rata agli interessi obiettivi del popolo sicilia
no nel quadro degli interessi generali della Nazione.
E ’ vero che negli ultim i anni la Regione si
ciliana, nel carneo della polìtica scolastica, r i
conoscendo la validità di tali principi, consa;
crati in mozioni ed ordini del giorno che il M ovimento sociale italiano ha visto approvati da tu tti i settori d ell’Assem blea, ha cercato di rettificare il prim itivo indirizzo, avviando
si sulla strada da noi indicata; m a è p u r vero che non ha saputo farlo con chiarezza di idee e con energia di decisione.
T anti elem enti di m alcontento sviluppatisi nella classe m agistrale ad opera dì una legi
slazione regionale quanto m eno frettolosa e di un sistem a di applicazione dei provvedi
m enti spesso incerto ed indeciso, continuano, infatti, a perm anere. A questi elem enti di m alcontento sono poi da aggiungere non poche disfunzioni che riguardano la scuola in se stessa.
F a tte queste considerazioni, passiam o ora ad esam inare i nroblem i relativi ai singoli settori dell’istruzione.
Settore pre-elem entare.
La istituzione di asili, di giardini d ’ìnfazia e di scuole m atern e costituisce una necessità sem pre più sentita nella società m oderna. Si tra tta , infatti, di istituzioni che vengono ad assolvere una im portantissim a funzione, in quanto ad essa è legata la soluzione di un pro
blem a di squisita n a tu ra um ana e sociale qu a
le è quello della cura e dell’assistenza della infanzia cui non possono accudire m olti geni
tori, costretti al lavoro nei campi, negli uffici
! e nelle officine.
Resoconti Parlamentari - 3549 ■ Assemblea Regionale Siciliana
I II Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
L ’Italia, purtroppo, non è molto dotata di ta li istituzioni e sarebbe augurabile che al più presto vengano em anati dei provvedim enti a tti a rap p o rtare alle effettive esigenze la creazione di tali istitu ti che costituiscono n el
la legislazione scolastica italiana (articolo 26 del testo unico) il prim o dei tre gradi delTrn- segnam ento elem entare, cioè il grado p rep a ratorio.
T ra le varie regioni d ’Italia, la Sicilia oc
cupa, poi, uno degli ultim i posti. Basta ten er p resente che, secondo le statistiche ufficiali, n e ll’anno scolastico 1952-53 la Sicilia p re se n tava 1’esistenza di 969 scuole di grado p rep a ratorio contro 2664 esistenti in Lom bardia, cioè a dire una percentuale di appena un terzo della to talità delle scuole lom barde. C’è eli più: le scuole di grado preparatorio esistenti in ' Sicilia, nella m aggior p arte dei casi, non offrono quelle garanzie igienico-sanitarie in dispensabili e spesso neppure le garanzie di u n a valida assistenza da p a rte del personale incaricato, atte a dare tran q u illità ai genitori.
Ora, se questa è la situazione, non c’è d u b bio che la scuola del grado preparatorio in Sicilia va risanata, potenziata e fortem ente sviluppata. Le esigenze in questo settore so
no infatti destinate, se avrà luogo l’industria
■lizzazione cìellTsola come è nei voti di tutti!, ad aum entare fortem ente nei prossimi anni.
Compete alla Regione provvedere in tempo utile.
Il Presid ente della Regione, nelle sue di
chiarazioni program m atiche dell’ottobre 1955, non ebbe ad accennare a questo problema;
ma, se il Governo Alessi tende ad a ttu a re v e
ram ente il terzo tem po dell’autonom ia, non può non aggiungere ai suoi impegni program m atici quello di un intervento deciso, in q u e sto settore.
Questo problem a, del resto non è nuovo. Io stesso ebbi a sottoporlo in Assemblea nel 1952 attraverso un ordine del giorno che venne regolarm ente approvato. L ’ordine del gior
no dice testualm ente: « L ’Assemblea regio-
« naie siciliana, considerata la necessità di
« affrontare in senso integrale il problem a
« dell’istruzione in Sicilia, invita il Governo
« regionale ad una m aggiore diffusione delle
« scuole pre-elem entari con la istituzione di
« a sili anche presso i piccoli centri abitati ».
Come si vede, l’ordine del giorno rispecchia una d irettiva chiara e precisa, direttiva che oggi è di inderogabile attualità.
In m erito a questo problem a esiste una proposta di legge di iniziativa parlam entare che riguard a specificatam ente le scuole m a
tern e e che la Commissione per la pubblica istruzione ha già in parte esaminato.
10 form ulo qui l ’augurio che l’elaborato possa venire al più presto a ll’esame dell’As
semblea e che con l’adesione del Governo possa essere approvato in quella form a che sarà rite n u ta più opportuna.
11 problem a della scuola preparatoria è, r i peto, un problem a che va affrontato con ca
ra tte re di urgenza e con larghezza di vedute.
Settore elementare.
Ho dim ostrato più volte che la scuola ele
m entare diurna è lo strum ento natu rale per la lotta a ll’analfabetism o; ed infatti bisogna convenire che, se gli analfabeti in Sicilia con
tinuano ad essere circa un milione, sebbene ormai dei m iliardi nel corso di nove anni sia
no stati investiti nella discutibile scuola p o polare, lo si deve, per m olti aspetti, alla in sufficienza della scuola elem entare diurna nei venire incontro ai bisogni della popolazione seggetta all’obbligo scolastico. L ’esperienza insegna che è attrav erso la scuola elem entare diurna soltanto che può essere com battuto in form a concreta ranalfabetìsm o.
Riconosco che molto è stato fatto dalla R e
gione, in aggiunta a ll’opera dello Stato, nel settore della scuola elem entare, m a bisogna convenire che ancora molto resta da fare.
Nel settore dell’edilizia, per esempio, si av
verte la necessità della costruzione e del com
pletam ento di m olte delle aule scolastiche pro
gram m ate e finanziate attraverso provvidi in
terv enti regionali. L ’aum ento continuo della popolazione scolastica implica poi la costru
zione di altre aule e quindi di altri investim en
ti finanziari da p a rte della Regione. Anche il piano quinquennale sottolinea questa esi
genza.
Non sembra, peraltro, che il num ero m as
simo di alunni previsto per una classe venga ovunque rispettato e neppure che le richieste di sdoppiamento di classi regolarm ente avari-
Resoconti Parlamentari 3550 — Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
zate dai pro v ved itorati agli studi vengano soddisfatte. A com provare questa m ia affer
mazione sta il dato di fatto che il fin anzia
m ento previsto in bilancio p er q uest’anno a questo scopo non p e rm e tte rà raccoglim ento di circa 250 sdoppiam enti. Il che significa su peraffollam ento di determ in ate classi ed ad d irittu ra autorizzazione a ll’evasione a ll’obbli- go scolastico in alcuni centri.
E ’ questo, infatti, il m otivo vero che m i ha spinto a p resentare un em endam ento p er lo aum ento della somma relativ a agli sdoppia
m en ti di classe. Mi auguro che l ’em endam en- to trovi il consenso e raccoglim ento del Go
verno e dei v ari settori dell’Assemblea. Ma il problem a più im p o rtan te del settore e le m en tare resta quello della istituzione delle classi q u a rta e quinta in m oltissim i centri r u rali, ragion per cui, ottenuto il certificato della terza elem entare, m olti alu nn i sono costretti ad ..abbandonare la scuola.
. Un provvedim ento che valga ad assicurare il funzionam ento di tu tte e cinque le classi elem entari si rende, pertan to, quanto m ai n e cessario; così come necessaria è orm ai d iv en ta ta la trasform azione delle scuole sussidiarie in rurali. Io, sem pre nel 1952, ebbi a presen
ta re u n ordine del giorno in questo senso, ma doveva essere destinato a resta re lette ra m o r
ta, come capita quasi sem pre a tu tti i nostri ordini del giorno.
La trasform azione delle scuole sussidiaric- in ru rali va vista anche sotto il profilo di una sistemazione, specie per quanto concerne il m iglioram ento del tra tta m e n to economico degli insegnanti interessati.
Nel settore elem entare vanno anche in d ù se le scuole speciali o differenziate per m ino
ra ti fisici e psichici. Anche questo problem a non è nuovo. Il mio G ruppo politico lo ebbe a prospettare durante la seconda legislatura attrav erso tre proposte di legge: una dell’ono
revole Sem inara, una dell’onorevole Cresci- m anno e u n ’altra, specifica, p er i sordom uti, del sottoscritto.
P u r prese in esame dalle com petenti com
missioni, le iniziative non giunsero m ai in Assemblea. Pensavam o, in questa terza le g i
slatura, che il Governo, data l’im portanza del problem a, ne assumesse direttam en te la iniziativa. Non l ’ha ancora fatto. Prendiam o, quindi, l’occasicne di questo dibattito p er sollecitarlo in questo senso. Il problem a ha
un aspetto um ano e sociale, oltre ad a ltri aspetti, che non può essere considerato dalla responsabilità del Governo.
Settore post-elem entare e professionale.
Si innesta in questo settore il grosso p ro blem a della scuola professionale. La legge re gionale 15 luglio 1950, num ero .63, inserisce in fatti la scuola professionale regionale, per quanto rig u ard a i corsi di tirocinio, nella 'scuola post-elem entare destinata a soddisfare l ’obbligo scolastico previsto fino al compimen- pim ento del quattordicesim o anno di età. Il Governo regionale, partendo da questa consi
derazione, è venuto nella determ inazione di presen tare Un provvedimento- legislativo, che abolendo la scuola professionale esistente isti
tuisca una scuola post-elem entare di o rienta
m ento professionale. La determ inazione de]
Governo regionale nasce dalla possibilità della utilizzazione degli in terv en ti dello S ta to in questo settore e dal fatto che la scuola professionale regionale, p u r avendo assorbito cospicui fondi, ha dato finora scarsissimi r i
su ltati e non offre garanzie p er quanto rig u a r
da l’avvenire.
Il mio G ruppo politico ritiene che la strada da seguire in questo campo sia non già quella della sostituzione della scuola professionale esistente con un tipo di scuola post-elem en
ta re a cui segua un biennio di qualificazione;
m a l’altra della modificazione della legge M ontemagno, tenendo conto delle carenze r e gistratesi in sede di applicazione ed inoltre della necessità dell’assorbim ento dei fondi m i
nisteriali, in modo che la istituzione non ab bia a pesare in teram ente sul bilancio della Regione. Giacché la scuola professionale la scia a desiderare per il criterio che è stato seguito nella distribuzione delle scuole ed ha dato scarsi risu ltati per la m ancanza di un m otivo di interesse im m ediato negli alunni iscritti ai corsi e per lo stato di incertezza in cui è stato lasciato il personale insegnante nel suo complesso, il M ovimento sociale italiano insiste sin da questo m omento perchè, in se
de dì revisione della legge M ontemagno, que
sti punti trovino la loro n a tu ra le soluzione-.
Questo problem a, quanto prim a, v e rrà allo esame dell’Assemblea e pertanto non è il ca
so di approfondirne il m erito; l’esigenza che però si provveda al più presto alla risoluzione
Resoconti Parlamentari — 3551 — Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
del problem a non può non essere p artico lar
m ente sottolineata. Una regione che si avvia in fa tti sulla strada della industrializzazione non può non preoccuparsi dell’im portantissi • mo problem a della qualificazione e specializ
zazione della m anodopera.
Il piano quinquennale dedica a questa m a te ria uno studio accurato. In sede di esame della legge di modifica della scuola professio
nale sarà certam ente bene tenerlo presente anche se la proposta di affidare la scuola p r o fessionale a ll’Assessorato per il lavoro è una proposta che, secondo il M ovimento sociale italiano, va scartata a priori. L ’istruzione, a n che se professionale, ha sem pre un suo sub strato di sp iritu alità e di cultura che non può essere afferm ato se non dalla scuola ;e perciò dagli organi proposti all’istruzione.
Settore scuole popolari e similari.
.. Anche su questo problem a che interessa lo analfabetism o degli adulti, sia esso semplice che di ritorno, ho espresso altre volte il pen
siero del mio gruppo.
Il M ovimento sociale italiano riconosce la necessità di un intervento in questo senso anche perchè il fenomeno, che in Sicilia ri- garda quasi un m ilione di individui, ha aspet
ti di rilievo, m a avverte altresì che i risu l
tati,, in rapporto ai mezzi finanziari im piega
ti, sono veram ente esigui e spesso anche falsi nella loro esiguità.
Una buona percentuale degli iscritti ai cor
si popolari non è in fatti per niente di analfa
beti, ma di studenti medi, se non a d d irittu ra di un iversitari, che logicamente si presen
tano solo agli esami p er consentire agli inse
gnanti dei corsi di chiudere l’anno scolastico e di ottenere il titolo di servizio. Queste cose sono alla piena conoscenza di tu tti, ma non .ci si pone rim edio e ogni giorno che passa la istituzione cala di tono e di prestìgio. Il pro
blem a è grave e solo un riordinam ento della m ateria, fatto con criterio e con senso di r e sponsabilità, potrà consentire alla scuola po
p o lare di assolvere il sruo compito. Lo stesso non può dirsi per le scuole carcerarie e reg
gim entali e in un certo senso per le scuole estive e festive; esse presentano una situ a
zione economico - giuridica, che riguarda il personale insegnante, che è veram ente incon
cepibile in un paese civile. Ci troviam o di- I
nanzi a retribuzioni che sono semplicemente m ortificanti. Si dirà che la m ateria è regola
ta dallo Stato. E ’ vero, m a la Regione può benissimo intervenire sia in via di sollecita
zione nei confronti dello Stato sia con prov
vedim enti propri a carattere integrativo. Non c’è dubbio, infatti, che la m ateria rie n tra nel
la competenza esclusiva della Regione.
Anche i centri di le ttu ra sem bra siano fal
liti al loro scopo e forse più opportuno sareb
be potenziare le biblioteche circolanti, inca
ricando, per il servizio, il personale inse
gnante fuori ruolo a cui dovrebbe essere data una giusta retribuzione.
Come dicevo poc’anzi, è tu tta la m ateria che presenta del.e carenze ed è quindi tu tta la m ateria che va revisionata e riordinata perchè ingenti somme non vengano disperse inutilm ente.
Settore personale insegnante.
Lo stato di m alcontento che esiste nella ca
tegoria del personale insegnante della Regio
ne sicihana è noto: è stato rilevato più volte in questa Assemblea e, a’cuni giorni fa, la se
sta Commissione legislativa, ascoltando alcu
ne delegazioni di insegnanti, l ’ha potuto co
gliere in tu tta la sua gravità. E ’ uno stato di m alcontento che investe quasi tu tti i gru p
pi della categoria e che si risolve in una si
tuazione grave e pesante che si ripercuote nella scuo-'a e nella sua funzionalità. Si dirà
— e qualcuno lo dice —- che è tipico della categoria non essere m ai contenta del suo stato. La considerazione sarebbe semplicis
sima. E ’ vero che in senso assoluto nessuno è m ai contento del suo stato, m a è pur vero che nessuno si pone mai su un terreno di continua agitazione senza che un motivo rea
le ve lo spinga.
Con questo non voglio dire che tu tte le la- m ente’e degli insegnanti hanno ragion d ’es
sere, ma m olte certam ente sì.
E ntrando nel m erito, il problem a generale ha uno sfondo ed è quello che ho indicato al
l'inizio, cioè quello di un a legislazione regio
nale incerta, difform e e comunque sfasata nel tem po con quella nazionale. Vanno inqua
drate sotto questo profilo infatti le lam entele degli insegnanti dei ruoli speciali transitori in attesa dì nomina, quando già da anni tu tto il gruppo dei transitoristi in campo naziona-
Resoconti Parlamentari — 3552 — Assemblea Regionale Siciliana
' ì l i Le g i s l a t u r a CXXXV SEDUTA 31 Ot t o b r e 1956
le risu lta sistem ato; vanno inquad rate, sem p re sotto questo profilo, le lam entele degù idonei e le altre dei « fuori ruolo » che ve
dono rita rd a ti in form a veram ente notevole i concorsi. Le a ltre lam entele riflettono varie istanze e v arie rivendicazioni. Ed è certam en
te giusta la rivendicazione degli insegnanti delie scuole sussidiarie, popolari, carcerarie e reggim entali ai quali è data una rem u n e
razione che in m edia è di appena un quinto della rem unerazione di un operaio dell’indu
s tria del Nord; e non si trovano sul terren o tìeH’ìllegalità gli insegnanti e il personale delle scuole professionali che reclam ano, do
po cinque anni dalla istituzione della scuola, uno stato giuridico ed economico che valga a tranquillizzarli.
Accanto e queste lam entele che, ripeto, sono giuste e che io faccio mie p e r sottoporle a ll’attenzione del G overno regionale, ve ne sono a ltre che riguardano sem pre il .perso
nale insegnante anche se sotto u n profilo diverso. Sono lam entele che si agganciano a ll’incertezza di determ inate disposizioni as- sessoriali. Di esse, però, è bene p arlarn e a parte.
Quello che qui prem e m ettere in evidenza è la necessità che al più presto, su un piano di sanatoria, tu tte queste situazioni di anor
m alità vengano elim inate e che la legislazione regionale non perda più oltre tem po nel m et
tersi al passo con quella nazionale.
.Non vi sono, infatti, m otivi perchè i concor
si non abbiano a svolgersi ogni due anni, in contem poranea con quelli del o Stato e con le stesse m odalità. Non mi nascondo che in un prim o tem po si incontreranno m olte difficol
tà, m a non c’è dubbio che possono essere su
perate con degli accordi responsabili con lo S tato e che quanto prim a spunterà il sereno ed un senso di tra n q u illità e di fiducia si d if
fonderà n ell’anim o degli insegnanti e quindi nella scuola. La serenità della classe m ag i
strale è elem ento indispensabile perchè la scuola rito rn i ad essere all’altezza del grande compito educativo a cui è preposta. Il pro blem a va visto anche sotto l’aspetto finanzia
rio, perchè dobbiamo avere il coraggio di ri
conoscere che l ’indirizzo seguito dalla nostra legislazione ha perm esso — in u ti'e andare a v edere se a torto o a diritto —• lo storno di m iliardi che lo Stato aveva il dovere di in
v e stire in Sicilia e che non ha investito se r
vendosi di questa speciosa scusa.
D isfunzioni varie.
Ho accennato, nel corso del m io in terv en to, a disfunzioni varie che non perm ettono il regolare funzionam ento e la regolare funzio
n a lità della scuola della Regione. Q ueste di
sfunzioni rigu ardano l’inizio delle lezioni, il ritard o n e ll’attuazione di determ inati p ro v vedim enti' legislativi, la funzionalità dei pa
tro n ati scolastici e degli uffici anagrafici sco
lastici e le ordinanze p er gli incarichi e le supplenze.
Anche se in tu tte le discussioni di bilancio è stata m essa in evidenza la necessità che col prim o ottobre abbiano ad avere inizio re golarm ente le lezioni e non abbiano a verifi
carsi m u tam en ti del personale insegnante nel
le varie classi, ciò purtroppo contìnua a non avvenire. Siam o già alla fine del mese di ot
tobre ed in fatti in quasi tu tte le provinole di Sicilia sono ancora da nom inare gli incari
cati; nè si giustifica il m otivo p e r cui i v in
citori dell’ultim o concorso sono stati nom ina
ti solo in parte, m entre per gli altri p are che per q u est’anno non ci sìa possibilità di nom i
na. E’ chiaro che u n a legge non può che tro vare totale applicazione in ogni circostanza.
Mi auguro che l ’Assessore alla pubblica istru zione voglia dare le opportune disposizioni perchè le nom ine, anche se in via provviso
ria, vengano fatte per tu tti i vincitori.
L ’inizio dell’anno scolastico viene, però, quasi sem pre rita rd a to dal problem a delle assegnazioni provvisorie. E ’ questo un p ro blem a che come un bubbone si è inserito nel
la nostra scuola fino a m inarne la s tru ttu ra interna. Esso va visto, in fatti non solo per il criterio con cui le assegnazioni provvisorie vengono fatte, m a anche in rapporto allo sbandam ento in cui viene posta la scuola, che non può più contare su insegnanti stabili e quindi non può più assolvere ì compiti del
la didattica che la scuola stessa informa. P e r risolvere radicalm ente il problem a non c’è che una via: quella dell’abolizione delle as
segnazioni provvisorie. Il nuovo trattam en to giuridico del personale insegnante prevede infnnite agevolazioni tanto per m otivi di fa
m iglia quanto per m otivi di salute. Non c’è ragione, perciò, perchè i provvedim enti di as
segnazione provvisoria abbiano luogo. T uf
f a i più è da esam inare la possibilità perchè annualm ente si abbia a registrare un a la r
ghezza nei provvedim enti di trasferim ento.
Resoconti Parlamentari — 3553 — Assemblea Regionale Siciliana
III Le g is l a t u r a CXXXV
P e r quanto riguard a gli incarichi e le sup
plenze c’è da dire che le ordinanze devono essere, sia per quanto riguarda gli incarichi, sia per quanto riguarda i titoli di valutazio
ne, in linea con quelle nazionali.
P e r quanto concerne i p atro n ati scolastici occorre rim ediare al fatto increscioso che i comuni non soddisfano, per la loro p arte, la legge vigente: non versano, cioè, la quota di loro spettanza. E il patronato, che è senza dubbio una im portantissim a istituzione, ha bisogno di mezzi p er potere esplicare le sue a ttiv ità di assistenza scolastica. N ell’in te r
vento svolto lo scorso anno ho messo in luce la necessità di una collaborazione tra p a tro nato scolastico e ufficio anagrafico scolastico.
Non sem bra questa collaborazione ci sia sta ta; p e r quanto concerne questo anno scola
stico, poi sem bra ad d irittu ra che le cose si m ettano peggio. Occorre, pertanto, in terv en i
re perchè nella lotta all’analfabetism o l ’uffi
cio anagrafico scolastico è chiam ato a svolge
re u n ’azione di prim aria im portanza.
P e r quanto concerne i ruoli in soprannu
m ero, la cui legge è in vigore ormai da più di un anno, non si giustificano le rem ore sia p er la nom ina delle commissioni che debbo
no procedere alla eompdazione delle gradua
to rie relative alle alìquote del 60 per cento nè le altre che riguardano la modifica della legge p er la parte che interessa l ’aliquota del 20 per cento, legge che orm ai da parecchie settim ane è stata esitata dalla Commissione legislativa e p resen tata a ll’Assemblea con una relazione favorevole del sottoscritto. Vorrei tra rre lo spunto da questa occasione p er p re gare il P residente dell’Assemblea di volere inserire il disegno di legge n e ll’ordine del giorno perchè abbia ad essere discusso in uno dei prossimi giorni.
Un altro problem a che va messo in eviden
za è quello della sorveglianza nella scuola.
E ’ questo un problem a più volte dibattuto dalla stam pa e sì tra tta di un problem a di essenziale im portanza. M olte del e disfunzio
ni hanno luogo perchè nella scuola manca una adeguata sorveglianza. Non è il caso di vede
re qui, in onesta sede, se il problem a debba essere risolto con la creazione dei vice-diret
tori o con l’aum ento delle direzioni d id atti
che; è certo, però, che il problem a ha in Si
cilia una sua particolare fisionomia, s’inseri
sce n e ll’am biente siciliano in cui troviam o una infinità di scuole, che, per la loro ubica
SEDUTA 31 Ot t o b r e 1956
zione e per la depressione che la Sicilia p re senta nel settore della viabilità, sfuggono al controllo delle direzioni didattiche. In questi ultim i anni il raggio dell’istruzione sì è for
tem ente ampliato, m a non si è provveduto per niente ad allargare il raggio della sorve
glianza.
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, i problem i della istruzione in Sicilia sono mol
teplici e non possono perciò essere affronta
ti nel corso di un intervento; mi avvio, per
tanto, alla conclusione, chiedendo scusa alla Assemblea per essere stato in tu tta la tra t
tazione piuttosto fram m entario.
La conclusione del mio inervento non può.
non agganciarsi alla situazione di bilancio che, per la pubblica istruzione, viene presen
tato dal Governo al nostro esame.
La sintesi del mio intervento è, infatti, che da parte del Governo e da parte d ell’Assem
blea nei lim iti di competenza debbano essere seguite le direttive chiare per una precisa r i
nascita della scuola e dell’istruzione in Sici
lia, direttive che possono essere basate sui se
guenti punti:
1) risanam ento, potenziam ento e sviluppo della scuola del grado preparatorio, tenendo presenti le esigenze dei centri rurali;
2) istituzione di nuove scuole elem entari diurne, strum ento n atu rale della lotta allo analfabetism o; com pletam ento dei corsi ele
m entari con la istituzione delle classi q u ar
ta e quinta in tu tti i centri rurali; trasform a
zione delle scuole sussidiarie in rurali; istitu zione di scuole speciali per ciechi, sordomuti e m inorati fisici e psichici in genere;
3) riordinam ento delle scuole popolari, revisione della legge M ontemagno e incre
m ento delle scuole professionali secondo un piano organico;
4) proseguim ento dell’azione di sanatoria ai fini della' sistemazione definitiva delle si
tuazioni degii insegnanti del ruolo speciale transitorio e degli altri gruppi che si sono trovati in una situazione di anorm alità; n o r
malizzazione dei concorsi con svolgimento biennale in contem poranea con quelli nazio
nali; abolizione delle assegnazioni provviso
rie; emanazione di provvidenze che, senza apportare alterazione allo stato giuridico ed economico degli insegnanti vigenti in sede nazionale, valgano a m igliorarne le condizio
ni anche sotto il profilo della preparazione professionale (case per i m aestri e i direttori
Resoconti Parlamentari 3554 — Assemblea Regionale Siciliana
I I I Le g is l a t u r a C X X X V
didattici, corsi speciali, in d en n ità di disagiata residenza, etc.);
5) em anazione di provvidenze, sul piano della integrazione d ell’opera dello Stato, per il m iglioram ento dell’attrezzatu ra degli isti
tu ti di istruzione m edia ed universitaria, con particolare riferim ento agli istitu ti ad in di
rizzo tecnico - professionale; potenziam ento dei servizi e dell’opera di ricerca e conserva
zione di antich ità e belle arti.
P erch è una tale linea politica trovi la pos
sibilità di attuazione anche graduale, è chia
ro che gli stanziam enti finanziari previsti nel bilancio del presente esercizio finanziario sono del tu tto insufficienti.
In sede politica noi moviamo, infatti, il r i lievo che il Governo non sem bra dia al set
to re della istruzione qu ell’im portanza p rim a ria che esso ha.
Non credo sia il caso che io indichi, capi
tolo per capitolo, come ha fatto l’onorevole C alderaro, l’inadeguatezza delle somme. E ’ tu tta la rubrica che presenta una consistenza finanziaria tale da non potere p erm ettere l’a t
tuazione di un a politica a largo raggio come le necessità della scuola e della cu ltu ra im pongono.
Qualche anno fa,- chiudendo u n in terv en to sul bilancio della pubblica istruzione, io ebbi a dire che ì fondi im piegati p er la p u bbli
ca istruzione non sono m ai im produttivi in quanto i fru tti si riversano, e con larghi in
teressi, in tu tti gli altri settori della v ita di un popolo. Q uesta afferm azione, che è antica, che nasce dalla esperienza di secoli, va rib a dita e sottolineata.
Il rinnovam ento cu ltu rale e m orale del po
polo siciliano sta alla base della rinascita economica e sociale della nostra Isola. E la strada per a ffretta re 1 tem pi ritengo sia q uel
la indicata. Incam m iniam oci allora, con passo sicuro, con coraggio, con fede, con amore, su di essa e le generazioni ven ture non p o tra n no che benedire la nostra opera. (Applausi dal settore del M ovim ento sociale italiano)
PRESIDENTE. E ’ iscritto a parlare l’ono
revole Lo Magro. Ne ha facoltà.
LO MAGRO. Onorevole P residente, onore
voli colleghi, non sarei voluto in terv en ire su questo bilancio; non sarei voluto intervenire perchè disanim ato da u n ’atm osfera di accidio
SEDUTA 31 Ottobre 1956
sa indifferenza che, quando spinge i depu
ta ti fuori d all’Aula, la rivela squallidam ente vuota, quando la tro va fortunosam ente pie
na, la denuncia m iseram ente sorda.
Due congiunture, tu ttav ia , m i spingono a questa T ribun a p e r in tra tten e rm i, co n traria
m ente a quanto è sem pre stata mia p red ile
zione in precedenti discussioni per il bilàn
cio, su argom enti che non sono di n a tu ra eco
nomica: la m aggiore dim estichezza con l’am biente e con i problem i della scuola, neces-' san am en te conseguita alla m ia carica di P r e sidente della Commissione legislativa della pubblica istruzione, nonché la maggiore co
scienza acquisita dei gravi e delicati proble
mi che vi si agitano, da una parte; il dovere, dico il dovere, m orale di rim e ttere alla cono
scenza ed alla valutazione d ell’Assem blea una esperienza am m inistrativa che va irrim edia
bilm ente riv edu ta, d a ll’altra.
Chiunque, invero, s’affaccia a considerare oggi la vita o le condizioni in cui versa la scuola prim aria in Sicilia, sem pre che lo fac
cia con intelletto d ’amore, non può non con
statare con dolore la disorganizzazione totale della sua attività, la precarietà, la provviso
rietà, la discontinuità, la ineluttabile non re d ditività del servizio che il corpo insegnante è chiam ato a p restare; oserei definire il feno
m eno una vera e p ro pria form a di discrasia am m inistrativa.
A lla base di quanto lam entato, esiste un sottofondo giuridico-costituzionale: il m an
cato passaggio dei poteri dallo Stato alla Re
gione secondo la lette ra r) dell’articolo 14 dello S tatuto che rig u ard a l’attribuzione del
la potestà legislativa piena, in m ateria di pubblica istruzione, alla Regione Siciliana.
Non dico che la lacuna costituzionale sta al disordine am m inistrativo in rapporto di cau
sa ad effetto; m a vero è che essa fa da degna cornice di contraddittorietà giuridica ad un quadro autonom o di cattiva am m inistrazione locale. Da oltre nove anni la lette ra r) dello articolo 14 (così come, prim a della legge di riform a am m inistrativa, l’articolo 15) a tte n de di tro v are attuazione.
In un articolo del 20 ottobre 1956, pubbli
cato dal « G iornale d ’Italia », intitolato « S ta to di diritto e stato di fatto », Luigi Sturzo denunciava il malvezzo democratico, anzi a n tidem ocratico e com unque antigiuridico, del
la esistenza di leggi ordinarie o ad dirittu ra
Resoconti Parlamentari — 3555 — Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1958
di articoli della Costituzione per la cui a t
tuazione è predisposta l ’em anazione di altre leggi ordinarie, in attesa delle quali ultim e, leggi e Costituzione restano lette ra m orta.
Nel quotidiano « Il G iornale d ’Italia » del 20 ottobre ’56, il senatore Luigi Sturzo in dicava alcuni esem pi che lasciano pensoso chiunque è veram ente ansioso p e r lo svilup
po della democrazia in Italia:
« La legge del 9 agosto 1954 non potè es
sere a ttu a ta che dopo l’approvazione del r e golam ento, andato in vigore nel febbraio passato, a un anno e mezzo di distanza »...
« P e r a ttu a re il disposto dell’articolo 13 del
la Costituzione circa le retribuzioni alla li
b e rtà personale, si è attesa Un’oggi la p resen tazione al P arlam en to del disegno di legge;
il che è avvenuto in seguito alla decisione della Corte Costituzionale sulla illegittim ità d e ll’ammonizione di polizia »...
« Il colmo di tale m etodo può essere in d i
cato dalla non esecuzione degli articoli 39 e 40 della stessa Costituzione ».
E così concludeva: « a che cosa si deve t a n ta carenza governativa? A nzitutto alla poca vigilanza del cittadino elettore ». Io direi quindi, a maggior ragione, alla poca v ig ilan za del cittadino deputato. E di questa insuf
ficienza non mi voglio ren dere colpevole.
E continua ancora Sturzo, concludendo:
« E ’ deplorevole che l ’Italia sia rid o tta ad uno stato di fatto fuori del binario legale, con la graduale attenuazione di quella che è la concezione e la realizzazione dello stato di diritto ».
Queste considerazioni faccio quale prem es
sa, perchè mi pare che rappresentino un po’
la cornice entro la quale si inserisce questo mio intervento e le ragioni stesse della mia critica in sede eli intervento.
Invero le cause delle carenze gravissime che l ’am m inistrazione della pubblica istru zione, neU’esercizio di quella p arte di pote
ri che ha già assunto, presenta, sono di n a tu r a diversa. Non si tra tta di ampiezza di spe
sa ad una voce piuttosto che ad u n ’altra, non è questione di concordare o meno col Gover
no o con la Commissione che ha deciso di t r a sferire dal capitolo 5G7 al capitolo 527 e cioè dalla rubrica « Solidarietà sociale » alla r u brica « Pubblica istruzione » i duecentoset- ta n ta m ilioni di l;re allo scopo di destinarli alla gestione e funzionam ento della refezio
ne nelle colonie istituite d all’Assessorato tra m ite i P atro n ati Scolastici. Il problem a ha r a dici più profonde e causali più remote.
Bisognerà coraggiosamente affrontare il problem a deiranali'abetism o, d ’un canto, e della inoccupazione dei m aestri, dall’altro.
Gli Istitu ti M agistrali licenziano ogni anno disoccupati e noi dobbiamo raccogliere que
sto grido di allarm e.
Esiste un disegno di legge, d ’iniziativa p a r
lamentare,. per l’istituzione di duem ila clas
si elem entari in Sicilia. Non mi im porta da quale settore provenga; anche se proviene da sinistra, ho il dovere di sostenere qualsiasi iniziativa p arlam entare che sia obbiettiva
m ente onesta.
L a proposta è forse eccessiva nella sua am piezza rispetto alle pratiche disponibilità fi
nanziarie dell’erario regionale, anche perchè essa im plicherebbe ulteriori oneri sul piano dei lavori pubblici in m ateria di edilìzia sco
lastica; m a la proposta va comunque esam i
n ata con attenzione e responsabilità.
Bisognerà approvare u n ’a ltra legge d ’in i
ziativa parlam entare, già esitata dalla Com
missione legislativa com petente, relativa ai conferim ento dei posti di ruolo degli inse
gnanti elem entari, vacanti per effetto dello esodo volontario (legge dello Stato 27 feb braio ’55, num ero 53) e dei posti dì ruolo in soprannum ero, vacanti a ll’ inizio dell’ anno scolastico 1957-58; definire la graduatoria dei ruolo soprannum erario, avendo già la Com
missione competente provveduto alla rettifi
ca dell’articolo 8 della legge regionale num e
ro 40 del G maggio 1955: esaurire al più p re sto la graduatoria principale e quella supple
m entare del ruolo speciale transitorio per in
segnanti elem entari (non si capisce peraltro perchè si chiam a supplem entare); e. se me lo consente l’onorevole Assessore alla pubblica istruzione, autore di un impopolare provvedi
m ento sospensivo delle iscrizioni al prim o an
no delle scuole professionali regionali, il po
tenziam ento — altro che provvedim enti defa
tigatori intesi a m ettere nel nulla con atto am m inistrativo la volontà sovrana delPAssem- blea *— il potenziam ento, dicevo, delle scuo
le professionali a carattere tecnico e in d u stria le. Se ci sarà a tal uopo da modificare la leg
ge M ontemagno (15 luglio 1950, num ero 63 e 14 luglio 1952, num ero 30) lo si faccia, ma non si faccia perire una iniziativa che, quan
te e quali che siano le lacune e le insilili-
R e so co n ti, f, 497 (700)
Resoconti Parlamentari III Legislatura
— 3556 — Assemblea Regionale Siciliana
CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
cìenze verificatesi, rap p resen ta sem pre uno sferzo notevole e proficuo verso uno dei più grandi, gravi, u rg en ti bisogni della nostra Isola: la specializzazione delle m aestranze.
Se lo S tato vuol creare a sue spese altre scuole in Sicilia a carattere professionale, lo faccia chè saranno ben accette, m a non sa
rebbe saggio nè responsabile distruggere il certo nella prom essa dell’incerto, senza con
siderare p eraltro che noi abbiam o bisogno, data l’ampiezza delle nostre esigenze, delle une e delle altre.
Quali che siano le giustificazioni e i p re testi più o m eno infantili e giuridicam ente inaccettabili da Lei addotti, onorevole A sses
sore, non vi è dubbio che u n suo provvedi
m ento di sospensione delle iscrizioni al p ri
mo anno delle scuole professionali equivale sostanzialm ente alla inibizione della iscrizio
ne alle scuole professionali. Onorevole A sses
sore, o il G overno ha elem enti a carico di singole scuole o di tu tte le scuole, ed allora sulla base di questi elem enti em etta dei p ro v vedim enti m otivati, giustificativi di un atto am m inistrativo che può essere perfino quel
lo della chiusura delle scuole stesse; o il G o
verno non ha questi elem enti, ed allora il pretesto dei provvedim enti sospensivi della iscrizione al prim o anno delle scuole profes
sionali regionali, sine die — m agari seguito da promesse verbali di revoca, dei provvedi
m enti stessi, a t u tt ’oggi p eraltro non m an te
nute — equivale ad una interferen za del po
tere esecutivo negli effetti della norm a legi
slativa e quindi ad u n a contraddizione alla volontà legislativa espressa dall’Assemblea Regionale siciliana.
V orrei ancora in tra tten e rm i su altri argo
m enti particolarm ente rilevanti m a io mi so
no ripromesso di tra tta re solo gli argom enti essenziali, di fondo, quelli la cui m ancata so
luzione finiscono col diventare, come dicevo, d'serasia am m inistrativa; ed allora so rv olan
do sui tem i della refezione scolastica e dei patronati, delle innum eri ed indiscrim inate dispense d all’insegnam ento, delle scuole m a
terne, dei program m i scolastici, dei libri di testo, passo a tra tta re delle assegnazioni prov
visorie, dei comandi e dei trasferim enti n o n ché delle scuole sussidiarie e popolari, l’aspet
to cioè patologico della attu ale politica sco
lastica.
E ’ da sottolineare che per la « disciplina
dei trasferim en ti e delle assegnazioni provvi
sorie di sede dei m aestri elem entari nella r e gione siciliana » nonché per il conferim ento di incarichi nelle scuole sussidiarie, popolari e m aterne, l ’onorevole Im palò ed io p resen tam m o alcuni mesi addietro i disegni di leg
ge num eri 252 e 251 convinti com pravam o e come siamo che le ragioni di m aggiore tra v a glio fisico, m orale, educativo, pedagogico della scuola risiedano oltre che, p er come già d et
to, nel m ancato increm ento del num ero del
le classi, nella m ancanza di disciplina legi
slativa dei due sopram enzionati settori della scuola, e mi piace citare a tal uopo la te sti
m onianza resipiscente dell’onorevole Calde
raro che, p u r dissenziente in sede di discus
sione dei due disegni di legge in commissio
ne, tu ttav ia così si esprim e nella sua re la zione di m inoranza:
« E potrei chiudere questa affrettata rela-
« zione, che però ha avuto sem pre presente
« l ’interesse unico della scuola, se non mi u r-
« gesse p rep o te n te .il desiderio di non lasciar
« passare occasione senza indicare una delle
« più gravi piaghe che affliggono la scuola
« prim aria: la instabilità del personale inse-
« gnante.
« Con o u an ti sunerbi fasci di retorica infic
« riam o l’altare della scuola è a tu tti noto; m a
« è a ltretta n to noto che, nella realtà, della
« scuola vien fatto spesso mezzo per accon-
« te n ta re i più disparati desideri, a volta ur-
« genti e seri, m a spesso derivanti dall’andaz-
« zo delle cose, lanciato a tu tto danno della
« scuo’a stessa. Questo cam biar di sede ad ogni
« pie’ sospinto; questo appagare i desideri
« senza prevedere il grave danno di un ritor-
« no nella vecchia sede a fine aprile, col con-'
« seguente licenziam ento dei supplenti, come
« è avvenuto, per questo anno scolastico; que-
« sto non ten er conto del fatto re educativo che
« ha bisogno di unicità di indirizzo e che di-
« viene vano — se non dannoso — ogni qual
« volta al complesso classe-m aestro viene sof
fi tra tto il m aestro, sostituito da altro ed altro
« m aestro ancora, questo irrid ersi dei tan to
& decantati cicli e della nobile lotta ingaggia-
« ta contro la ripetenza; questo non ten er
« conto dell’adozione del libro di testo, fatta
« da un m aestro a fine d ’anno e quasi sem pre
« im posta al nuovo m aestro ad inizio del nuo- fi vo anno, tu tto questo e non noco altro an-
« cora dà alla scuola carattere di provvisorie-
« tà, di incertezza, di abbandono.
Resoconti Parlamentari — 3557 — Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
« Ecco perchè, n e ll’esortare chi dì ragione
« ad un passo più svelto e sicuro neH’amm i-
« nìstrazione della no stra scuola, condiziono
« l ’approvazione di questa ru b rica del bilan-
« ciò, che si esam ina, ad una più precisa vi-
« sione dei fini da raggiungere, ad u n a più
« oculata scelta dei mezzi da approntare, ad
« una m aggiore severità nel subordinare gli
« interessi di p a rte a ll’interesse della scuola
« di Sicilia ».
: Non v ’ha dubbio che tu tta la irrequietezza del corpo m agistrale, la sua insoddisfazione, spesso il risultato scadente del suo ren d im en to che trov a riscontro nei fenom eni di m o
desto livello istruttivo, educativo o di rip e
tenza tra e in gran parte la sua origine nella m ancanza dì norm e giuridiche certe, che r e golino le assegnazioni provvisorie o i tra sfe rim en ti degli insegnanti, nonché gli incari
chi nelle scuole sussidiarie, popolari o m a
terne. Mi duole tu ttav ia ricordare che q u a n do nella passata sessione parlam entare, (giu
gno o luglio, non ricordo bene) chiesi la p ro cedura d ’urgenza n e ll’esam e dei pred etti di
segni di legge, l’onorevole Assessore alla pubblica istruzione se ne lam entò con m e e con i responsabili del Governo di cui fa p a r
te, e mi fece sapere, ore tondo che, comun
que, nel caso di m ia insistenza, la mia ric h ie sta sarebbe rim asta in m inoranza in Assem blea perchè i deputati dei più disparati set
tori l'avrebbero bocciata. Non lo avrei cred u to se esponenti autorevoli dei v ari settori, evi
dentem ente influenzati dagli argom enti del
l ’onorevole Assessore, non m e lo avessero conferm ato, talché fui costretto a non insi
stere nella richiesta di procedura d ’urgenza.
T anta ostilità verso la regolam entazione le
gislativa dei rapporti essenziali che ca ra tte rizzano oggi la vita della scuola, m i ha lascia
to profondam ente perplesso. Ho voluto rileg gere alcune osservazioni sui due disegni eli legge così come espresse da un alto funziona
rio che stimo p er serietà, preparazione, intel
ligenza, onestà, disinteresse: il P rovvedito
re Lelio Rossi, il quale fu chiam ato a p a rte cipare, in qualità di tecnico, ai lavori della Commissione.
. P e r le scuole popolari (disegno di legge nu m ero 251) così si espresse: « il disegno di leg
ge è veram ente opportuno, poiché determ ina
to da una gravissim a questione di giustizia.
Ne] settore in esame, infatti, ciò che è dato
ad uno è praticam ente tolto ad un altro. Lo avere avuto un incarico può costituire in fatti un titolo, p er curisi può essere inclusi nei ruoli speciali transitori a preferenza di a ltri ».
E sul disegno di legge num ero 252 r e la tivo alla assegnazione provvisoria ed ai tr a sferim enti, si esprim e letteralm ente così:
« Il disegno di legge ha il lodevolissimo
« proposito di ordinare una prassi estrem a-
« m ente caotica, fonte di m alcontenti e di in-
« giustizie effettive. Se è vero che l'assegna-
« zione provvisoria è u n istituto giuridicamen-
« te inesistente e che perciò sem bra strano
« volerla ordinare in term ini legislativi, è an-
« che vero che essa, per lo sviluppo che ha
« assunto e per le influenze nefaste sul rego-
« lare funzionam ento della scuola, non può
« essere lasciata senza una lim itazione che ne
« stabilisca almeno i term ini cronologici. D ’aì-
« tra parte, se l ’assegnazione provvisoria era
« opportunam ente discrezionale quando era
« un provvedim ento eccezionale, diventa ora
« un aspetto notevolissimo del m ovimento m a
te gìstrale, la sua discrezionalità implica ine-
« luttabìlm ente abusi e sperequazioni che dan
te reggiano con la scuola, il costume dell’inse-
« gnante e il prestigio deiram m inistrazione.
« Il disegno di legge m i pare che soddisfi que--
« sta esigenza; ed esso sarà tanto più efficace
« in quanto per la lim itazione dei posti di
ti sponibili che effettivam ente si determ inerà tt — sia p er effetto dei lim iti cronologici che
« il disegno di legge opportunam ente fissa, sia
« per le disposizioni della legge delega sui cii-
« stacchi e comandi, sia per l’impiego degli
« insegnanti in soprannum ero — la ressa de-
« gli aspiranti sarà più convulsa e disperata
« del solito ».
Fin qui Lelio Rossi. Non si è voluta la leg
ge e si è avuta la celere sotto il portone della Assessorato per la pubblica istruzione.
Che preciso ecl ingrato profeta fu il P ro v veditore Rossi: q uest’anno le assegnazioni provvisorie sono state fatte m entre in via Sgarlata, dinanzi all’Assessorato per la pub
blica istruzione, la polizia era m obilitata per regolare il flusso vorticoso degli insegnanti elem entari che m inacciava di trasform are un pubblico ufficio in una bolgia infernale.
Ella non gradisce l’imperio della legge p e r
chè lim itativo della sua discrezionalità polì
tica, onorevole Assessore.
Io ho riflettuto molto sull’opportunità di
Resoconti Parlamentari — 3558 — Assemblea Regionale Siciliana
III Legislatura CXXXV SEDUTA 31 Ottobre 1956
in te rv en ire su questo bilancio. Le dirò, a n z i,, che avevo pensato di non in terv en ire ad on
ta delle m olte cose che non condividevo in linea di principio. Convenienza vorrei dire diplomatica...
FRANCHINA. T erritoriale.
LO MAGRO. ...anche p er un omaggio ai r a p po rti di cordialità che sono sem pre intercorsi fra di noi. La mia perplessità era d e te rm in a ta, peraltro, dal fatto che una m ia im posta
zione polem ica alquanto severa potesse ap pa
rire indelicata nei confronti di un Governo di cui Ella si tro va a fa r p a rte e, forse, p e r
sonalistica.
BOSCO. Alla destra del Governo.
FRANCHINA. E che ha il costum e di velare la Costituzione e le leggi.
LO MAGRO. Quando però ho constatato la triste e sem pre più grave piega che p ren d e vano le cose nella vita della scuola ed ho v i
sto, ad esempio, istru tto ri pratici delle scuo
le professionali riassunti in servizio, p u r d o po un giudizio di inidoneità della Commissio
ne da Lei costituita — e ciò al di fuori di a l
cuna prassi am m inistrativa o norm a di legge
— ed altri invece irrim ediabilm ente bocciati dalla sullodata Commissione con atteggiam en
to palesem ente discrim inatorio, che non con
ferisce certo m aggiore prestigio alla Pubblica A m m inistrazione; quando ho visto che in se
guito ad una mia mozione, in cui si chiedeva il riesam e totale di questa m ateria, Ella, ono
revole Assessore, mi faceva la prom essa espli
cita di ren dere giustizia a qu an ti istru tto ri pratici nelle scuole professionali erano stati con ta n ta leggerezza estromessi, a condizione che io ritirassi la mozione presentata. Ma (avendo io controproposto ed E lla accettato il ritiro della m ia mozione solo successiva
m ente alla rein teg ra in servizio degli inse
gnanti estromessi) d etta prom essa Ella non m anteneva, anzi si constatava la stranezza che ben sei firme di deputati su nove venivano ritira te dalla mozione...
CANNIZZO, Assessore alla pubblica istru zione. E che colpa ne ho io?
FRANCHINA. Non gliene fa una colpa, ma un m erito.
LO MAGRO. O norevole Assessore, la p re go di non in terrom p ere nel suo interesse.
Può farlo perchè è consentito dalla prassi p arlam entare dem ocratica, m a nel suo in te resse non glielo consiglio, perchè mi m ette in tentazione: mi suggerisce di soddisfare la sua curiosità dicendole che gran parte di queste lettere, intese a ritira re la firm a di un a mozione già sottoscritta, le ha consegna
to' lei stesso alla S egreteria generale di que
sta Assemblea.
Quindi mi ferm erò soltanto a ll’essenziale degli argom enti.
Q uando ho constatato, dicevo, che si v eri
ficavano queste stran e cose n e ll’am biente del
le scuole professionali e lo strano modo in cui era stato condotto il concorso m agistrale in Sicilia —- e la prego, p e r carità, di non in terro m perm i questa volta per non costringer
m i a rib a tte re precisando fatti e casi che non intendo denunciare per rispetto alla se rietà ed alla dignità propria del pubblico di
b attito in questa Assem blea legislativa — ■; quando ho visto, in tem a di assegnazioni prov
visorie. negata la sede a persone che vi p e r
m anevano da 8-9 anni (padri allontan ati dalle figlie e viceversa, m ariti dalle mogli); qu an do ho constatato questo doloroso florilegio am m inistrativo, ho cominciato a ripensare al
la legittim ità o m eno del mio silenzio.
Quello che più mi ha im pressionato è slato il suo rifiuto di regolare per legge, in un q u al
che modo, questo gravissim o problem a delle assegnazioni provvisorie e dei comandi da un lato, delle scuole popolari e delle scuole sus
sidiarie d all’altro. Se le dicessi lo stato d ’an i
mo di certi .insegnanti che vedono approssi
m arsi la fine d ell’anno scolastico e l’inizio del nuovo come l’apice di un dram m a del
la propria vita, p er la prospettiva delle dif
ficoltà, della separazione fam iliare o a d d irit
tu ra delia denegazione di un diritto al p a ne, come per il caso delle scuole sussidiarie è delle scuole popolari!!! Vi è gente che. ha pianto e invocato un qualunque intervento;
vi è gente che si è fa tta prom otrice di m o
zioni, che ha convocato Sindacati autonom i e comitati Sinascel ed io richiam o, al rig u a r
do, l’attenzione degli onorevoli colleghi del
la Commissione legislativa della pubblica istruzione che erano presenti alcuni giorni ad