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N. 67.24 marzo 1921.

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N. 67.

24 marzo 1921.

C a r i s s i m e ,

La V enerata nostra M adre G enerale:

Allo scopo di stim olare sem pre più le buone D irettrici e Suore .tu tte non solo a lavorare con zelo p er la salvezza delle anime, ma a m oltiplicare eziandio la loro opera di bene facen­

dosi anche aiutare, come esortò nella C ircolare 'precedente, ritorna più particolarm ente sull’argom ento. ; . V , ;

11 Ven. Don Bosco, sin dai prim ordi delPO ratorio, invitò e trasse a sé alcuni giovani di civile condizione, di buona con­

d otta e già istruiti, i quali da Lui ad d e strati, incom inciarono ad aiutarlo nell’assistere .i suoi : ragazzi, nel conservare l’ordine tra questi, a far lettura ed anche a cantare sacre laudi; cose che rendevano ognor più proficua e dilettev o le, la festiva adunanza.

Q uante delle nostre Case potrebbero fornirsi, più o meno, dèlia ste ssa cooperazione ! Certo ci vuole costanza e perseve­

ranza, : specie negli inizi. Nè si deve abbandonare l ’im presa per delusioni, inevitabili a chi si dedica a ll’Apostolato di azione per la salvezza della gioventù. Se il nostro Ven. F ondatore si fosse perduto di cotaggio, allorché quei, prim i suoi beneficati lo rin­

graziarono dell’o spitalità portando via lenzuola ; e co p erte, noi non avrem m o oggi la bella sorte di chiam arlo P ad re! Ma Egli non si sm arrì e continuò l’o pera sua con m aggior alacrità; anzi si diè attorno per cercare altresì dèi buoni C ooperatori che potessero non solo condividere le sue fatiche, ma supplirlo nella sua assenza, coadiuvarlo p er i catechism i, per insegnare il canto; per accom pagnare in Chiesa, p er p rep a ra re bozzetti e com mediole, per fare la questua a vantaggio dell’O ratorio e provvedere doni per le lotterie periodiche e speciali.

, i Cercò e trovò pure chi lo m éttesse in relazione con persone sulle quali poter contare p er difesa, protezione e aiuti m ateriali.

: t Venendo ora a noi, anche in parecchie delle nostre Case più im portanti si praticano, grazie- a Dio, già , alcune di queste industrie caratteristiche del Ven. Fondatore. Infatti abbiam o

i s t i t u t o

FIGLIE DI DIARIA AUSILIATRICE

NIZZA MONFERRATO.

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delle buone ex-Allieve che si prestano cordialmente* chi per l’insegnam ento della lettura, scrittura, aritm etica ecc. ; chi per cucito, ricamo, sarto ria ; chi ancora p er insegnare pittura, musica^

ginnastica nelle scuole serali, diurne, e festive, ciascuna a capo del proprio gruppo, pei quali tutti è sufficiente la vigilanza di una o due Suore, moltiplicandosi cosi il bene senza sopraffare-il ' personale della Casa, il più delle volte assai ridotto. Abbiamo

altre zelanti ex-Allieve che, in m ancanza di Suore, aprono O ra­

to ri festivi e li sostengono m irabilm ente, prestandosi p er i Catechism i parrocchiali e per tu tto quello che può form are alla pietà le fanciulle dei paesi o delle borgate, ove esse dim orano.

Abbiamo eziandio alunne che- si fanno prom otrici di giuochi, sia negli obbligati intervalli fra una lezione.e l’altra della scuola, sia nelle ore della ricreazione libera: tr a le com pagne esterne ed oratoriane, im pegnando nella ricerca dei giuochi, sem pre sottoposti al giudizio dell’A ssistente, perfino il nonno, il padre e i fratelli, i quali si compiacciono di fare spiegazioni e anche spesùccie per contentare le figliuole, elette' mensilm ente dalle p ro p rie com pagne a sostenere le ricreazioni. E anche qui una sola S uora p er cortile, senza in u t ile spreco di forzé, assiste centinaia di fanciulle, tutte in movim ento riel loro innocente passatem po.

All’opera, dunque, D irettrici e Suore; m ettiam o a disposizione del buon. Dio tutta la buona volontà di cui siamo capaci, per fare il bene,, come ci ha insegnato il V e n .fo n d a tor e ; i n d o r i a ­ moci per form arci delle buone e generose Collaboratrici, inse­

gnando loro come si fa a guadagnare la gioventù, e a m antenerla sul buon sentiero; indirizziam ole a sostituire la S uora nei luoghi ove l’opera diretta della m edesim a non è arrivata, e forse non arriverà. Così sarà sem pre più vero che lo spirito di; Don Bosco crea gli Apostoli.

La Consigliera M adre M arin a:

1. M entre notifica che, uniti alla presente, si spediscono alle buone D irettrici delle Case all’E stero gli stam p ati sull’insegna­

m ento della lingua Italiana, con preghiera di rito rn arli debita­

m ente com pilati, ringrazia di quelli relativi al p.p. anno scola­

stico 1919-20, già pervenuti a q u e s to archivio. N otano : essi il buon risu ltato ottenuto da quante hanno fa tto il loro possibile per assecondare, anche in ciò, il desiderio del Ven. nostro Padre D. Bosco, l'indim enticabile D. Ruay e il Rev. Sig. D. Albera, e sono una1 consolazione: per la Veneratissima M adre; perchè, l’uso di questo mezzo, m oltiplica i l b ene tra gl’italiani all’ E stero, m ostra il diligente desiderio di voler sem pre p iù en tra re nello spirito d ell’istituto, che ha l'italiano p er sua lingua ufficiale, ed è quindi fondam ento a particolare m èrito dinanzi al Signore.

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2. P rega rileggere quanto la n o stra am atissim a M adre Elisa, di venerata m em oria, scrisse nella Circolare del 24 aprile 1916, per invitarci a com m em orare filialmente, nel giornp 14 maggio, la n o stra prim a S uperiora G enerale. O gnuna risponda con fer­

vore., all’invito, e le buone D irettrici procurino non soltanto che anche le Alunne, le O ratoriane, le ex-Allieve e le C ooperatoci si uniscano alle S uore p er ren d ere filiale omaggio alla Serva di Dio, ma facciano pure tu tto ciò che loro è possibile, affinchè la com m em orazione di Lei sia fatta nel modo più degno e profittevole. Una m aggior conoscenza delle sue virtù sp ro n erà più vivam ente ad im itarla, farà rico rrere con più fiducia alla sua protezione, e solleciterà l’o ra d e’ suoi trionfi anche sulla terra.

La Consigliera M adre Eulalia:

P rega le m olte D irettrici che le scrivono p er avere uno sche­

ma di statuto o regolam ento p er l’unione ex-Allieve, e . quelle che le mandano statu ti da rivedere o desiderano schiarim enti circa la form azione di Com itati locali ecc. a voler rileggere quanto, a tale proposito, è scritto nella C ircolare N. 61 e nel Bollettino: Salesiano giugno-luglio 1920; dove precisam ente si tro v a uno schem a di statuto, discusso nel Congresso dello scorso m aggio 1920.

D alle Rev.de Ispettrici, poi, asp etta per il prossim o aprile, e cioè p er l ’onomastico della Ven.ma M adre, quanto E ssa ste ssa : m aternam ente caldeggiò con la C ircolare di novem bre e di- , cembro u. s., circa la form azione dei Com itati regionali e i possibili progetti per il prossim o Cinquantenario.

L’E conom a G enerale:

Fa notare che certi bei gruppi fotografici, che man mano vengono a m ostrare Io svolgimento consolante delle: Opere: del . nostro caro Istitu to , non sem pre rispondono allo scopo p er il quale se ne fece richiesta, nella Circolare N. 60; e perciò, agl’in­

convenienti di ordine m orale educativo, unirebbe quello di non , indifferente spesa inutile. Rinnova, pertanto; le raccom andazioni ~ già fatte al riguardo nella stessa:C irco lare Nv.60; ed aggiunge:, : È bene evitare che in un gruppo, p. es; di cento , giovanette, com paiano tu tte le Suore della C asa; e che le rapp resen tate dalla fotografia siano così tu tte : allineate da ledere il buon gusto e la naturale sem plicità- del q uadro; è conveniente che nei gruppi di alunne, oratoriane, ex-allieve, ecc. dei centri civili, non vengano a figurare bim be ,signorine ecc. sedute a te rra o quasi, a ll’uso proprio dei centri di m issione incipiente; è ne­

cessario che le .pose, il v estire, .ecc.. di chi entra nel gruppo.;

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rispondano ai no stri principi di educazione cristiana c salesiana, e non fissino, invece, la poca serietà, la vanità e peggio delle moderne libertà e dottrine.

La sottoscritta:

Fa due confidenze: a) la nostra V enerata M adre ha bisogno di grazie speciali, e le attende, entro aprile e m aggio, dalle preghiere di tu tte le sue figlie, e specialm ente dalle: più. rego­

lari, generose e p ie ; b) la n o stra V enerata M adre d esidera vi­

vam ente che nelle nostre Case regni la santa allegria, lasciataci in.eredità dal nostro V eneràbile F ondatore; e chi. non le vorrà fare, per S. Caterina, i due bei presenti ch’Ella tanto desidera?

E allora, coraggio! tutte e subito, a p reg are sem pre meglio e proprio di cuore; ad essere il più possibile, religiose osservanti, e a d arri alla v era pratica dell’articolo 57 delle Costituzioni.

Affezionatissim a . MADRE VICARIA.

Is titu to delle Figlie di. M aria A usiliatrice.

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IS TI T U TO

FIGLIE Di MARIA AUSILIATRICE

. n . 68.

E-: NIZZA MONFERRATO . 24 aprile 1921.

C arissim e,

: La Venerata nostra M ad re G en e ra le :

.Compie il caro dovere di richiam are sè e le Suore tutte ad un nuòvo risveglio di devozióne e di fervore all’approssim arsi del m ese sacro alla Vergine benedetta, la te n erissima M adre nostra,- la nostra Sovrana Benefattrice, Colei che ha titoli innum erevoli alla nostra gratitudine. A ciò ch e induce altresì la necessità somma che abbiam o del suo aiuto, per poterci sostenere e continuare in- distru rb ate l’opera nostra, in questi, tempi tanto calamitosi;

Cerchiamo, pertanto, di prep arare alla n o stra Celeste M adre un omaggio che Le dica tutto l’affetto delle Figlie su e; e La obblighi, in certa m aniera, a tenerci più strétte ancora sotto il suo manto. Q uest’omaggio, consista nell’im pegno di ognuna per fare sia pure un piccolo passo, ógni giorno verso la perfezione;

m ediante la tradizionale usanza dèi fiorétto giornaliero, esatta­

m ente praticato.

La strenna, cosi eloquente nella sua brevità regalataci dal Rev.mo nostro Superiore, il Sig. Don Albera, si presta efficace­

m ente per form are i fioretti quotidiani, prendendo la medesima per. fioretto generale : Con fervorosa preghiera e con una rego­

lare. condotta, mostrerò al Signore la mia viva gratitudine p er i benefizi ricevuti-, e si potrebbe aggiùnge re: specialmente per avermi chiamala fr a le. Figlie di Maria Ausiliatrice. /

Le buone D irettrici avranno in essa la ' traccia della piccola pràtica di ogni giorno del mese, di M aggio, p er es : dalla fervo-, rósa preghiera potranno ricavare il fioretto, altrettanto semplice quanto subbiim e, di fare bene il segno della S. Croce. D alla m a­

niera di' farlo, si conosce lo sp irito di fede da cui si è anim ale e preparate a fare orazione. Il nostro Ven. P ad re insisteva sovente, perchè i Suoi fossero esatti : nel fare il : ségno della Crocè e la genuflessione. Si legge nelle M emorie biografiche che, essendo Egli infermo, fu visto sovente fare questo segno 'rivolgendosi v erso la Chiesa, in atto di adorazione. ‘ . "

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Potranno ricavare, inoltre, il fioretto delia preghiera propria"' mente detta. A quante di n o i il Ven. P ad re avrebbe, forse, da ripe^:

tere: quello che nel 1861 scriveva ai suoi g io v a n i: Avvi una cosa di grande im portanza da rim ediare, ed è il modo tro p p o accel- lerato con cui, tra di voi, si recitano le comuni preghiere. Se volete fa re a me cosa graditissim a e, nel tem po stesso, piacevole al Signore ed utile alle anim e vostre, studiate dì essere regolati nel pre- gare dislaccando una dall'altra le parole e. pronunciando com- piute: le consonanti e le sillabe che le parole; com pongono ».

Ancora si può: ricavare la pratica relativa al contegno, da te ­ nersi durante la preghiera; contegno che caratterizza la religiosa, veram ente pia. Qui fa pure al caso nostro ciò che sta scritto nel Voi, IV delle M em orie del Venerabile P ad re: «Non ci ricordiam o do v erlo mai visto seduto in chiesa, eccettuato in tem po1 di pre­

dica. Nulla vedevasi di affettato nel ;suo atteggiam ento... Genu­

flesso, immobile in .tutte le parti del corpo, ritto sem pre su lla p ersona, e mani congiunte, appoggiate all' inginocchiatoio od al p e tto , la testa, leggerm ente inclinata, lo sguardo, fisso, il volto sorridente. Niun rum ore che s i facesse all' intorno bastava a distornam elo.- Chi gli- stava vicino* non. poteva fare a; meno di pregar bene anche lui ».

Come sarebbe contenta la M adonna, se tutte le sue figlie risol­

vessero d ’im itare un così edificante esem pio del loro Ven, P adre, La regolare condotta dà argom ento p er altri non meno im­

portanti fioretti su osservanza esatta e puntuale delle C ostitu- zioni e anche, nelle cose più minute ; ad esempio : la prontezza al prrmo toGCG'della cam pana della levatagli trovarsi in Cappella per incominciare- le. preghiere con la Com unità, in refettorio^ p er la benedizione, 'della mensa, in iscuola, sul lavoro, : all’assistenza con pMnteaìità;. il parlare som m essam ente e troncare tosto che è cessato il bisogno; l’ìnterrom pere il lavoro, .lo studio, la ri­

creazione al prim o segnale della- cam pana; ecc.

Lo studio giornaliero f)er avanzare nella perfezione m ediante ia pratica del- fioretto proposto, s a rà iì trib u to della viva grati­

tudine che offrirem o al S ignore p er i benefizi che la sua bontà ci ha elargiti, m assime p er averci poste sotto la speciale tutela della sua M adre SS.m a; e im pegnerem o così questa buona Ma­

dre a continuarci la sua am abile protezione, so tto - l'egida della quale si cammina sicuri,, anche in mezzo alle più spaventose bufere.

La Consigliern M adre M a rin a :

À nome della R everendissim a M adre G enerale, e a com une soddisfazione ed incoraggiam ento nel prom uovere ed esercitare VApostolato dell*innocenza, fa conoscere quanto Sua Eccel­

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le n z a M onsignor Luigi V ersiglia,; V icario A postolico di Shìu Chew nella Cina, scrive alla M adre G enerale, alle Suore e giovanette d ell'istitu to . E aggiunge n u lla alle p arale dello zelantissim o Ve- scovo S alesiano che sarebbe davvero un guastarle, essendo esse così vive e chiare da^m ostrarci tutto ìl conforto; e efficacia del­

l'aiuto che, con le preghiere e le buone opere' noi possiam o dare ai g enerosi M issionari, nei loro grave e difficile ap ostolato.

6 febbraio 1921 Reverendissim a M adre S uperiora Reverendissime: : Suore, ottim e alunne del' collegio di Nizza M onferrato, O gni qualvolta mi viene tra le mani il Bollettino sento un ri­

m orso per non aver ancor compito un dovere,, non dico di g rati­

tudine, ma di giustizia verso di voi e di cotesta Casa B erfedetta.

Io non vi conosco, m a sento che ci fate del bene ed i miei , confratelli sperim entano sensibilm ente l’aiuto che loro p restate, v Quanto è bella la com unione dei Santi n e lla Chiesa Catto­

lica!.., S entite: I nostri bravi m issionari, lavorano, si affaticano e soffrono ; , qualcuno d i essi, sopraffatto dalle difficoltà, avrebbe m otivo per disanim arsi ed abbandonare l’impresa. Ma deve con­

statare che, quanto più gravi sono le difficoltà, tanto più o p p o r­

tuno giunge loro il soccorso: molto sovente nei momenti in cui, um anam ente parlando, meno lo si potrebbe asp ettare; come se qualche buon angelo si prendesse cura speciale di loro. E chi : sarà questo buon an g elo ?.,. Oh Esso è nel vostro istituto, forse- addetto al più umile im piego, occupato nel lavoro più:nascosto. , E sso è tra di voi che p re g a soffre e si: sacrifica per le anime redente da G esù.

Qualche altro dei nostri 'confratelli ha tentato tante volte di condurre alla fede un'anim a, che, in apparenza,, ha tutte le disposizioni p e r esservi chiam ata. L’ha istruita, Pha già. quasi persuasa, m a la grazia delia fede n o n e ancora discesa su d f lei.

È persuasa si, ma tentenna ancora, vorreb b e, ma non ha ia forza p er fare il passo. Il M issionario insiste, lavora ed ha già quasi e sau rite tu tte le sue. risorse, ma senza risultato. D ovrà egli di­

s p e ra re ? No. N ella vostra cappella forse n e iro ra in cu i Gesù se ne sta solitario, un’anima offre a Lui volenterosa le sue pene, i suoi travagli, le sue am arezze e non Gli chiede altro compenso.

se non la c o n v e rsio n e di qualche infedele. Ebbene la sua offerta è acce tta ta; una luce im provvisa brilla a quell’animo titubante, un ardore insolito rinvigorisce la sua volontà, essa si arrende, ed il cuore del M issionario ne esulta dì gioia.

Vi sono delle famìglie intiere che, ancor; non tem prate nella fede, incontrata qualche co n trarietà hanno quasi del tutto abbati- donato le pratiche della religione. Quale spina pel povero Mis- sto n a n o ! Egli non lascia passare occasione p er avvicinarle e

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adopera, ma in u tiln ie n te ogni mezzo p er richiam arle sul buon sen­

tiero. Ormai non sa più qual via tentare, e si accontenta di -sof frire e pregare. Ma un bel giorno le. p arti si invertono,runa di

quelle famiglie, la ;più potente, va in corpo a gettarsi : ai piedi del M issionario ed umilmente confessa la sua colpa: «Ah, dice, qualche anim a buona deve certam ente aver pregato per noi. Noi eravam o accecati daiFam or proprio e dalla passione, ma o ra rico-, nosciam o al nostro to rto , non possiam o più resistere e ti scon­

giuriam o dì dirci la parola del perdono. . .» Gli occhi del M issio- nario si riem piono di. lacrime, la mano si alza a benedire quei cari figliuoli, ed il .suo cuore innondato dalla, gioia corre;, corre lontano, lontano; sente che altri dovrebbe parte cip a re di quella esultanza. E non si sbaglia: in mezzo a voi, o m ie Sorelle, egli lo troverebbe facilmente. F orse si incontrebbe con quella buona fi­

gliola che, dinnanzi ad un dovere difficile e rìnerescioso non ha voluto rifiutarsi; lo tro v ereb b e in quell’altra che, trovandosi nel­

l’occasione di com m ettere qualche m ancanza, non ha voluto ce­

d ere ; ed anche in quella che, conoscendo i propri difetti e pur essendovi caduta, .si è sem pre sforzata di rialzarsi, ed ha legato il suo propòsito d i em enda con i sentim enti della più viva carità verso le anime bisognose. Il Cuore di Dio fu tocco da questi atti generosi e la grazia, del r avvedim ento è piovuta, sui pov eri tra^

vlati, (C o n tin u a)

La sottoscritta:

. Ricorda a s e e alle sue, buone Sorelle che l' a m o re ,b e n radi­

cato in ogni Figlia di M aria Ausiliatrice alla Celeste M adre, deve esplicarsi so p ratu tto nel M ese a Lei consacrato, in una soda pietà e in un grande, im pegno a diffonderne la divozione, il più che sia possibile.

A f f .m a in G. C.

MADRE VICARIA.

i

Is titu to delle Figlie dì M aria A usiliatrice.

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NIZZA MONFERRATO 24 maggio 1921,

C arissim e,

La V enerata nostra M ad re G en e ra le;

A sseconda il vivo- desiderio di rivolgere una parola di ringraziam ento a tutte le S uperiore e Suore, che,- nella ricor­

renza del suo Onomastico, vollero: tributarle filiali dim ostrazioni di riconoscente affetto non solo, m a con uria bella somm a di pr eghiere e un bell’elenco di nomi e di cifre, procurarle gradita e confortante soddisfazione.

Vero e grande sollievo sperim entò, poi, l' animo suo, sco­

prendo nelle com pitissim e lettere: individuali e- collettive, che le pervennero, in tale occasione^ come una fioritura di prom esse veram ente consolanti, quasi tutte fondate sul proposito d'inten-1 sificare l’op era di bene, a cui ognuna è addetta, lavorando con zelo crescente a m isura del bisogno, ma in guisa tale che lo sforzo, deila volontà rispecchi sem pre, nel fa tto , lo spirito del Ven. P adre.

Q uest’ultimo sentim ento è quello che la colpì più fortem ente e gradevolm ente. Se siamo ciò che siam o e se qualche cosa di bene il mondo dice di noi, è perchè, grazie a D io, cerchiam o di cam m inare sulle orme d e l Ven. Fondatore. II giorno in cui noi.

facessimo diversam ente, segnerebbe il principio della nostra decadenza, Ciò però, non succederà se, fedeli agli aurei consigli e suggerim enti d e i Rev.di Superiori, ci richiam erem o sovente alla mem oria quanto diceva e faceva il Ven. Padre, per model­

lare su di ciò la nostra condotta. Ed è pure da E ssi che ci viene la preziosa le tte ra di D. Bosco, spedita da Roma nel 1884, in p ro s­

sim ità della Festa di M. A usiliatrice, e delia quale la Ven. M adre m anda copia ad ogni Casa. Ognuna di noi vi troverà, certo, un opportuno indirizzo per tra tta re sem pre più convenientem ente ed anche -salutarm ente con la gioventù, affidataci man mano, dalla divina provvidenza.

La V enerata n o s tr a . M adre: vuole ancora aggiungere una parola di ringraziam ento a tutte per la spontanea e cordiale

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coopcrazione che sono riuscite ad ottenere dalle allieve e dalle ex Allieve. Buon num ero di Signore presidenti vollero rap p rese n ­ ta re la rispettiva Sezione con proye di devozione singolarm ente affettuosa, con il contributo di preghiere, sante Comunioni ed òfferfe speciali ; e questo movimento di cuori e di anime è do­

vuto, in massima, allo zelo delle buone Ispettrici, D irettrici e Suore. Se nè rallegra perciò e ricam bia, raccom andando, la no­

stra grande .Famiglia a M. Ausiliatrice, affinché abbiam o a m an­

tenerci strettam ehte unite ; nella carità reciproca, oggetto della protezione di Lei; che con umile vanto noi chiamiamo la Madonna di D. Bosco, la nostra M adonna! ' - -

.1 1 ; m ese di giugno è prossim o, e la Ven. M adre non sa tra ­ lasciare dal dire una parola in inerito al S. Cuore di Gesù, a cui il mese è dedicato. È anche questo ii mese del fervore e il diviti Cuore ha fatto delle magnifiche prom esse p er chi si appresta ad onorarlo, e fra esse ; noi leggiam o : -—' "Le anime tiepide divente­

ranno fervutili; n le fan/anti faranno rapidi progressi nelle ine' delia perfezione. V/.,'"-,;.;.'"-

, Ora, chi ai noi non vorrà m ettere a prova la fedeltà dei S.

Cuore nel m antenere le sue prom esse, con fare dal canto proprio quanto è in suo potere per onorarlo, am arlo e farlo am are da quanti le si avvicinano? P er riuscire a ciò non occorre soprac­

caricarsi di nuove pratiche; basterà fare l’ora di G uardia con un sentifrìento più vivo d eii’arnorevtli'."Gèsti: per n o i c o l t i v à r è durante ii giorno il pensiero della presenza di Dio, recitando, con la frequenza possibile, orazioni giaculatòrie; assistere so p ra­

tutto alla S. Messa ed accostarsi alla S. Comunione con più ar­

dore di fede,'con più grande um iltà e con rinnovato proposito di riparare le profanazioni e gli oltraggi che l’am abilissim o G esù riceve nel Sacram ento del suo am ore. / - • • ;

■ Sono le nostre pratiche di ogni giorno; ina se questi atti doverosi noi li rivestiam o di sem pre più santi ideali., di rette intenzioni, di zelo, di entusiasm o, quale raccolta di virtù e di preziosi meriti non avrem o guadagnati al term ine del m ese? 1 ;

La Consigliera M a d re -M a rin a:

Come lo indicò nella precedente Circolare, continua e termina, la bellissima lettera di S. Eccellenza M onsignor Luigi Versiglia, nella sua prim a parte, letta con gioia e vera edificazione:

— Vi è una regione im portante dèlia M issione in cui la fède non era ancor penetrata. Molle volte i confratelli avevan tentato darvi l’assalto, ma sem pre indarno. Alcune volte vi furono accolti con indifferenza, altre con ischerno, altre persino con minaccie.

S arà un anno, e im a deputazione, con a capo alcuni notabili del luogo, viene dal M issionario e: «Padre, gli dice, vieni o manda

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qualcuno ad istruirci nella religione d i’Dio. D iverse famiglie intendono farsi, cristiane ;,già abbiam o- convertita in cappella una delle nostre sale, prim a, tempio degli antenati; si è incominciato a pregare, ma abbiam o bisogno della tu a guida.»tfn sim ile miH tamenfo era p er noi inesplicabile,,quando nel Bolle'ttino di gen­

naio 1920 ci venne so tt’occhio q u esta nota: Suor Ferraris Maria, nata a Montacuto (Alessandria), morta a N izza Monferrato, in età di anni. 21. D iplomata Maestra, desiderava tanto andare Missio­

naria: in Cina. Il Signore la chiamò a Sè, ed essa fece il sacrifizio della sua vita a vantaggio delle missioni. C ara Suor M aria, ii tuo sacrifizio fu accettato. Dalla tua m orte data il m ovim énto cri­

stiano : nella, regione di Fu Hang. O ra tu da! Cielo veglia su questi volontari, che sono frutto della tua offerta; custodiscili, affinchè arrivino alla desid erata m aturità.

R everenda M adre Superiora, Reverende Suore e mie buone figliuole, non sono: queste invenzioni di fantasia, s o n o : invece sem plice esposizione di alcune opere del vostro -zelo, che,benché*

nascoste, il Signore si è degnato d i.lasciarci intravedere. . v M entre da! profondo dei cuore ve ne, ringrazio, anche a. nome:

dei miei confratelli, e in aspettativa di un, altro aiuto più d iretto = che presto ci darete, vi preghiam o, per am or del Signore, che non ci toniate troppo nascosti i doni del Re, ma che di frequente ci siano , manifesti, affinchè noi ne possiam o tra rre motivo di m aggior incoraggiam ento, ed altri, stim olo all’em ulazione.

Con la più: sincera stim a e più profonda venerazione, dal fondo del cuore, vi mando una delle prim e Benedizioni, che vi ho riserb ato nel giorno della mia Consacrazione Episcopale.

: O bbligatissim o in C. J.

^ * l u i g i ' vescovo.

Dopo la lettura di cosi incoraggianti parole,, certo, ciascuna si sentirà anim ata da un più vivo desidèrio e da un più forte propo- s ito d i d ar sem pre m aggiore increm ento all’Apostolato dell’inno-- cenzfl, È.qui dolce il richiam arci quanto fu detto il 24 dicembré:1915, nella breve relazione sui modo tenuto dalle Educande di Casa M adre,' p er esercitare F Apostolato dell’innocenza: I biglietti sui quali : sono scritti i fio r i di virtù, vengono tutti conservati, per ■ farne una bella fiam m ata, all’aperto, tra il canto d i qualche lode,

nella chiusura del mese di maggio o di giugno. :

Non. è questa come la prim a, gradita idea di una festa che le nostre giovanetfe, m issionarie m èdiante le loro, preg h iere e buone opere, verranno fra b reve a considerare come loro p ropria ; festa che gli'A ngeli C ustodi chiam eranno dell'Apostolato dell’I n ­ nocenza che sarà certam ente uno dei mezzi più efficaci per suscitare e nutrire lo zelo delle nostre alunne,''oratoriane, ecc?

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La Consigliera M. E ulalia:

Sicurissim a che in ogni nostra Casa le singole D irettrici avranno già spiegato tu tta la loro opera solerte, per infervorare le caris­

sime nostre ex-allieve a passare degnamente la gran Festa della nostra Madonna, si perm ette di dare in proposito un suggeri­

mento, che le pare possa tornare s i sem pre maggior gloria alla nostra tenerissim a M adre, M aria A usiliatrice, e risponda allo spirito dell’art. 2, lettera d dello Statuto per le Sezioni d ell’U- nione Internazionale ex-allieve (Bollettino giugno-luglio 1920).

Nell' esortare, tanto in privato quanto in apposita adunanza, le ex allieve a celebrare fervorosam ente la dolcissim a festa della nostra divina M adre, ogni D irettrice consigli di rinnovare non solo esse personalm ente, in tale solennità, quella soave consacra­

zione che, alla M adonna di D. Bosco, solevano fare ogni anno ne’ nosrri Collegi, O ratori, ecc.. ma di associare altresì, a questo efficacissimo atto, i fratellini, le sorelline, i proprii figlioletti...

possibilm ente tutta la loro famiglia. Così le carissim e ex -a llie v e saranno sem pre più nostre C ooperatrici nel diffondere la divo­

zione a quella M adonna che fu l’incanto e la letizia della loro pri­

ma giovinezza ; e, fatte apostole del soavissim o culto, attireran ­ no più copiose le m aterne, celesti benedizioni su loro, sulle loro famiglie e sulla società che tanto sente il bisogno di speciale

protezione e conforto.

La s o tto s c r itta :

Di ritorno dalla Spagna, visitando la benedetta tom ba di D.

Rua e volendo raccogliere per sè e per le sorelle tutte il voto di lui, che godeva tanto allorché, nelle nostre più liete adunanze, poteva paternam ente esclam are: Evviva le mie buone figlie! le è sem brato di sentirsi ripetere la bella espressione di una della sue circolari del 1890: «Don Bosco asseriva continuam ente che la devozione alla M adonna sarebbe stata la nostra maggior gloria in vita e la nostra maggiore consolazione in morte. »

Sulla tom ba, poi, del nostro Ven. Padre e soprattutto nella Basilica di M. Ausiliatrice, in questi giorni di festa- particolar­

m ente uostra, oli! come ha sentito e sente la felicità e la grazia di essere figlia di D. Bosco! e quante volte ha già ripetuto:

M aria Ausiliatrice, accrescete il num ero delle sante vocazioni ! fate che nessuna di noi vi abbandoni!

A ff.m a in G . C.

MADRE VICARIA.

Is titu to delle Figlie di M aria A usiliatrice.

(13)

IS TI T U TO

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

NIZZA MONFERRATO

N. 70.

24 giugno 1921.

C a r i s s i m e ,

La V enerata nostra M adre G en e ra le:

Riflette ed esorta a riflettere sulla fugacità del tem po, p ren­

dendo come punto di partenza il giorno in cui ognuna di noi chiudeva i suoi Esercizi spirituali l’anno testé decorso, con le migliori risoluzioni, con i più confortanti propositi di avanzare nella perfezione, mediante i provvedim enti presi alla viva luce della m editazione e della preghiera, fatta nel silenzio e nel rac­

coglim ento dell’anim a in Dio.

Poco manca ora al term ine di quest’anno scolastico, e nuo­

vamente, per grazia di Dio, ci troviam o alla vigilia dei santi Esercizi. Riandando il passato, può ciascuna verificare se il gua­

dagno fatto è in relazione alle disposizioni prese l’anno prece­

d ente; ma poiché questo esam e fa parte delle occupazioni del santo ritiro, e il buon esito di esso è relativo alla p rep ara­

zione fattane, la Ven. M adre raccomanda caldamente di ben di- sporvisi, e, per non ripetersi, esorta tutte a rileggere nelle Cir­

colari N. 41 e 51 i punti a ciò riguardanti.

Esorta, eziandio, a passare lietam ente e santam ente le pros­

sime vacanze: sono il mezzo che il buon Dio ci offre per ri- staurare le forze intellettuali e m orali e per rinvigorire le forze fisiche. E affinchè esse raggiungano lo scopo è necessario che si segua e q ualmente un orario determ inato per la distribuzione del tem po fra le pratiche di pietà, le occupazioni e le ricrea­

zioni. Se nel citato orario si lascierà uno spazio affinchè ogni Suora possa da s e o in com pagnia di altre, leggere i due vo­

lumi della vita del Venerabile P adre e quello della nostra Ven.

M adre M azzarello, sarà un guadagno individuale e collettivo in merito alla vita pratica in contatto con la gioventù.

Se, inoltre, si facesse anche posto per qualche visita di più a Gesù Sacram entato, i cuori si m anterrebbero in buone condi­

zioni di salute spirituale e, si sa, il cuore sano dà vita al corpo e allegrìa allo spirito. Le vacanze così trascorse apporterebbero

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un benefizio su tutta la linea e si ritornerebbe alle ordinarie oc­

cupazioni con la soddisfazione di averle passate alla salesiana, cam biando lavoro più che Casa e ritem prandosi nella pietà.

Acclude, per le Ispettrici, una bellissim a lettera del Rev.mo Sig. D. Albera, nostro Ven. Superiore. È una m iniera di aurei insegnam enti e di consigli pratici sul modo di coltivare le voca­

zioni. A coltivare le vocazioni ci deve stim olare l’am ore verso la M adre Congregazione, alla quale ogni buona figliuola è tenuta a donare non solo tutte le sue energie, ma a procurare altresì, con tu tte le sue forze di accrescere il num ero de’ suoi membri, affinchè possa dilatarsi sem pre più e fare opere che glorifi­

chino il P adre che è nei Cieli.

L’affare delle Vocazioni interessa tutte, S uore e S uperiore;

nè vi può essere chi dica di non aver modo di lavorare a que­

sto scopo, perchè sono in potere di tutte, anche di quelle Suore che si occupano indirettam ente delle fanciulle, ha pratica della scam bievole carità, il buon esem pio, l’orazione e il sacrifizio;

mezzi talora nascosti, ma potentissim i a suscitare e a conser­

vare le religiose vocazioni.

Pertanto, nei vari corsi di Esercizi, dopo le Costituzioni, si p otrebbe leggere la su citata lettera, che può anche eccellente­

mente servire per dividere in punti, cui far tem a di speciale con­

ferenza, così durante gli Esercizi come nella visita alle case durante l’anno.

La C onsigliera Madre Marina:

All’avvicinarsi delle vacanze autunnali, per il m aggior nume­

ro delle nostre Scuole, riporta il seguente tratto che le sem bra particolarm ente persuasivo : Don Cafasso, vedendo Don Bosco abbattuto di forze, lo mandò a respirare l ’aria nativa. Ip o c h i giorni passati a Castelnuovo furono tutti occupati in servizio de’ suoi conterranei, catechizzando i fanciulletti dei Becchi, di Morialdo e di Castelnuovo, e preparando il materiale p er la pubblicazione della Storia Sacra ed Ecclesiastica o di altri librettini adatti all’intelli­

genza dei giovani, libretti che fecero poi un bene immenso in mezzo al popolo. (Memorie biografiche del Ven. G. Bosco, V. 2 ,-p . 125).

Le stesse Memorie in altre pagine e in altri volumi raccon­

tano che il nostro V enerabile P adre non interruppe mai le sue fatiche scolastiche, se non per darsi ad un lavoro anche più intenso, a Sant’Ignazio e a Giaveno, ove recavasi ogni anno per confessare, predicare e far tutto il bene possibile a quelli che, come Lui, vi si raccoglievano per gli Esercizi Spirituali.

Sappiamo ancora che, fin da quando il nostro Ven.le accolse i primi giovani interni, per ottenere che essi trascorressero le vacanze all' O ratorio, ben volentieri, e senza badare nè a spese

(15)

nè a fatiche, procurò loro ogni sorta di sollievi e divertim enti, tra cui le famose passeggiate autunnali che furono feconde di grandissim o bene e di preziose vocazioni. E quando non gli fu possibile im pedire il ritorno di una parte de’ suoi alunni alle proprie famiglie, con la più am orevole previdenza, stabilì che fosse assai breve la loro assenza dall’O ratorio e, con opportu­

nissimi consigli, ricordi ed avvisi, p reraró i suoi giovani ad es­

sere nei loro paesi così pii, raccolti e virtuosi, come lo erano stati presso di Lui, durante l’anno scolastico; e per meglio ot­

tenerlo, li sosteneva anche con i suoi scritti.

Figlie del V enerabile Don Bosco, come potrem m o non sen­

tire in questi paterni ricordi che neppure per noi vi sono tempi e circostanze, che ci dispensino dal lavorare per le anim e?

Come potrem m o non sentirci anim ate dal più vivo desiderio di valerci d’ogni santa industria, affinchè nulla possa interrom pere o dim inuire la benefica influenza dell’opera nostra, a profitto delle num erose fanciulle che, nei prossim i mesi estivi, tr a la s c e ­ ranno di frequentare le nostre Case e S cuole?

Oh di quanto bene può essere sem e; di quanto male, effi­

cace preventivo o rim edio: il trattenere, possibilm ente, in Col­

legio le Educande e le C onvittrici; il prevenire quelle che ri­

tornano in famiglia, sui pericoli che potrebbero incontrare ; il sostituire, per le alunne esterne, le classi di lavoro a quelle di studio, le ripetizioni alla scuola reg o lare; per le une e le altre, l ’assegnare compiti, l’indicare letture sane e dilettevoli, lavo­

rucci utili e g raditi; lo stabilire alcuni giorni di ritrovo e di unione spirituale, quali il 1. venerdì e il 24 d ’ogni mese, e il giorno fissato p er l’A postolato dell’innocenza; il rispondere op­

portunam ente ai loro scritti, l’inviar loro un foglio, un opuscolo, un saluto !

E quale aiuto potrebbero darsi vicendevolmente e ovunque Superiore, M aestre e A ssistenti, se le Direttrici e le Suore dei vari paesi, in cui le nostre alunne han la famiglia, si prendes­

sero il più affettuoso interesse di quelle che vi ritornano per le vacanze, e le invitassero a frequentare l’O ratorio e il Labo­

ratorio, per sostenerle nei loro propositi di m antenersi buone davvero!

La C onsigliera M. E u lalia:

Giorni sono ebbe la fortuna di recarsi con la Ven. M adre e con l’ottim a M. M arina al Camposanto, a pregare sulla tom ba delle no stre care Sorelle, specie della carissim a M. Elisa. E le pareva che questa le ripetesse quelle sue Circolari sullo spirito di fam iglia, le quali tanto bene hanno fatto a ciascuna di noi e che ad essa medesima, allora Ispettrice a Roma, prestarono va­

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lido aiuto per ottenere il buono spirito nelle Case di quella Ispettoria. Gli argom enti le si accum ulavano dinanzi al pensiero e le sollevavano il cuore di gioia.

Di ritorno dal m esto pellegrinaggio, disse alla Ven. nostra M adre quanto aveva ricordato sulla tom ba della indim enticabile M. Elisa, e, siccome alla sua dom anda: «Madre, non gioverebbe a tutte le Suore il riandare sullo spirito di famiglia?» ne ebbe per risposta un b el sì, così ora prega tutte le nostre buone D irettrici a voler far, in un qualche giorno, la lettura spirituale p resc ritta, sulle parole di M. Elisa, nelle C ircolari N. 2 0 -2 2 - 2 4 - 2 5 - 2 6 - 2 7 - 2 9 .

Sono gli ultimi desideri di una S uperiora che ci ha tanto am ato: si p otrebbero chiam are il suo te sta m en to ; ed è certa che, ritornandoceli ancora alla m em oria, sarem o tutte prem u­

rose di prenderli a norm a della nostra condotta.

T erm ina ora con un pensiero del nostro Ven. P adre D. Bosco sullo stesso argom ento: Fra di voi amatevi, aiutatevi, sostenetevi;

il bene e le sofferenze di una siano il bene e le sofferenze di tutte ; e con l’augurio che i nostri cari Santi abbiano sem pre a bene­

dirci dal Cielo.

L’Economa Generale:

Notifica che trovansi ancora giacenti parecchie copie del IX Volume «Memorie biografiche del Ven. Don Bosco» a disposi­

zione di chi avendo già i num eri precedenti, desiderasse la continuazione dell’opera. Attenderà volentieri alla dom anda di chi gliela dirige.

La sottoscritta:

P ropone un pensiero di M adre M azzarello: Preghiamo spesso il Signore che ci faccia sentire molto la voce della coscienza, an­

che per le piccole cose, che cosi non commetteremo peccati,farem o più osservanti delle Costituzioni, e più di buon esempio a tutti.

Che il sacro Cuore di Gesù ci faccia degne di ricevere que­

sta bella grazia; e sarà una delle consolazioni più grandi per la nostra carissim a e V enerata Madre.

A ff.m a in G. C.

MADRE VICARIA.

Is titu to delle Figlie di M aria A usiliatrice.

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IS TIT U TO

FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

NIZZA MONFERRATO

N. 71.

24 Luglio 1921.

C a r i s s i m e ,

La V enerata nostra M adre G en erale:

Dà uno sguardo attorno e vedendo un mondo insensato che, specialm ente in questa stagione, sem bra preoccuparsi unica­

mente di passatem pi e di svago, pensa alla gioventù nostra, fino a ieri frequentante le nostre Scuole e i nostri O ratori, oggi in vacanza. P ensa, ripeto, ai pericoli che questa cara gio­

ventù potrebbe incontrare per la salute dell’anima, m entre cerca di ritem prare le forze fisiche, e, ricordando il detto del Ven. P a­

dre che le vacanze, non inform ate allo spirito cristiano, sono la fucina di ogni male, vorrebbe evitarne, per quanto è p o ssi­

bile, l’avveram ento, almeno per riguardo alle n o stre alunne.

Raccomanda, perciò, a tu tte, specie alle buone D irettrici, di accudire ancora più del solito, se è loro possibile, ['O ratorio e di adoperarsi con sante industrie per avvicinare il maggior num ero di giovanette durante queste vacanze per trattenerle piacevolm ente lontane dai divertim enti pericolosi. Anche nei giorni feriali vedere se viene fatto di radunarle e di tenerle occupate con un po’ di studio o di lavoro concedendo, in ore opportune, di espandersi e di ricrearsi a loro bell’agio, alla sola condizione di non fare peccati, come soleva ripetere ai suoi giovani il nostro Ven. Padre.

Uno dei principali scogli alla m oralità della n o stra cara gio­

ventù lo costituisce, in questo momento, l’indecorosa maniera di vestire che, sotto il pretesto della moda, ha varcato i limiti di ogni più elem entare discrezione. G enitori buoni e all’appa­

renza tim orati di Dio, accecati d all’accettazione generale di que­

sta moda invereconda, perm ettono oggidì alle loro figliuole di presentarsi in pubblico in una foggia di vestire che le nostre mamme non avrebbero tollerato neppure nell’interno della casa, perchè l’Angelo Custode se ne sarebbe adontato grandem ente.

Purtroppo, non sarem o noi le fortunate che potrem o m et­

te re un argine a questa sconvenientissim a usanza. T uttavia la

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V enerata M adre esorta ogni Figlia di M aria A usiliatrice a va-, lersi dì ogni occasione p er ricordare alle fanciulle che il loro, .più bell’ornam ento consiste nella sem plicità e m odestia' cristiana del vestire, com e del trattare e del conversare. Nelle adunanze delle Figlie di M aria, delle giovanette dei nostri circoli, trovare m odo di dire : sem pre una parola circa la m oderazione nella scollatura, nell’uso deg li,ab iti quasi senza maniche, o con ma­

niche troppo trasparenti, ecc. Ed affinchè le nostre esortazioni sortano il loro buon effetto, procurare di farle senza asprezza, con prudenza e serenità di spirito, anim ate d am ate rn o com pati­

mento, insistendo sopratutto sul rispetto e sulla riverenza dovute alla Casa di Dio, e nell’accostarsi ai SS. Sacram enti per ottenere che niuna vi si presenti senza essere decentem ente vestita.

A questo proposito, si com piace rip o rtare qui quanto le scri­

veva lo scorso m ese, da Buenos Aires una delle nostre ex-Allieve di Nizza appena giunta colà ed invitata a una Comunione generale in im a delle n o stre Case: . . . al vedere stamane tutte le Signore deporre il cappello nel parlatorio e mettersi il velo p e r entrare in Chiesa, e la: Presidente con spillini chiudere le scollature che erano limitatissime, m i sentiva, stringere il cuore . dalla commozione !»

È un detto antico Calunniate, calunniate qualche cosa rimarrà sempre. Facciamo noi altrettanto in senso contrario. Non stan­

chiamoci di anim are , le n ostre : giovinette a seguire le massime della vita cristiana, rendendogliele facili quanto -più sia possi- , bile; non otterrem o sem pre, non otterrem o tutto, ma la buona pa­

rola farà ognora breccia sull’anim a delle nostre uditrici; se non si arrivasse che a persuaderne una sola, sarebbe sem pre un’a­

nima di più m essa sul sentiero del dovere, sulla via del Cielo.

La Consigliera M adre M arin a:

T anto volentieri accenna a qualche lavoro, che p o trà esser fatto, durante le vacanze, a vero profitto di quello che; il buon Dio ci p repara per il prossim o anno scolastico.

Sovente la principale causa dell’insufficienza dei vantaggi m orali arrecati alle fanciulle e alle giovanette, dalle', n o stre bi­

blioteche circolanti, è l’im possibilità in cui c i si trova, durante l ’anno, di occuparci p er provvedere opportunam ente libri nuovi, educativi ed interessanti. Q uanto sarebbe, quindi, necessario apr

•profittare delle vacanze, p er dedicarci alle nostre bibliotechine e rio rdinarle e d . arricchirle secondo il bisogno,: a norm a di

quanto fu d e tto e richiam ato nelle circolari del 24 giugno 1915 e del 24 luglio 1920!

La preparazione del program m a didattico particolareggiato dell’insegnam ento affidatoci, quanto più : accurata e com pleta riuscirebbe, se fosse fatta in questo tempo di minor lavoro e

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che ci trova ancor sì fresche delle esperienze, più o memo con­

solanti, fatte d urante i! p. p. anno scolastico, e ancor meglio riconosciute al term ine di esso I Sopratutto, è del program m a dell’insegnam ento religioso che dovrem m o occuparci in quésti m esi,' particolarm ente p er aver; tem po e modo di studiare, così nella vita del Ven.le D. Boscg e dei suoi Figli che meglio l’i­

m itarono, come in quella della Ven.ta M adre M azzarello, quei fatti ; ed esem pi, che soli possono dare al nostro insegnam ento religioso quel carattere salesiano, che non gli deve m ancare per

; riuscire proficuo alle nòstre alunne. C hissà quante, durante l’anno, desiderarono invano un po’ di tempo p er questo!

, Anche le feste, i trattenim enti accadem ici o ricreativi riu­

scirebbero assai meglio al loro scopo di educare divertendo se, fin d’ora, interrogando, chiedendo consiglio a chi di dovere, si stabilisse preventivam ente quali drammi, commedie, farse, boz­

zetti, ecc. potrebbero recitarsi nelle v arie circostanze del p ro s­

simo anno scolasiico.

: \ Tutto ciò che ha scopo educativo non può e non deve essere fatto senza almeno un po’ di preparazione, senza un qualche coordinam ento con gli altri mezzi, che debbono condurre allo stesso fine.

E cco il Sistema Preventivo, al cui studio ogni Figlia di M aria A usiliatrice deve applicarsi con m aggior diligenza durante i santi Esercizi, tem po di speciale, riflessione ed esame, di istruzioni più frequenti e di; m igliori occasioni ; di consigliarsi con i RR.di Superiori e le S uperiore. Ecco il Sistema Preventivo, che dob­

biam o studiare, non nei santi Esercizi soltanto, ma sem pre, e specie durante le vacanze, leggendo: le poche pagine che di esso scrisse il V en.le Don Bosco, e, più ancora, la vita di Lui, la quale è lo svolgim ento più, com pleto e l’applicazione più giusta e più m eravigliosa di quelle poche pagine; il nostro M anuale che, per o g n i;n o stro menomo dovere, ci dà una norm a sicura, é piena dello spirito del P ad re ; -la vita della V en.ta M adre M azzarello, tanto capace d ’im itare il Ven.le D. Bosco da m eri­

ta re d ’esser chiam ata ad insegnarci, a praticare, per le fanciulle quello che Egli fece per i giovanetti.

' Da questo studio uscirem o più salde e più vive nella nostra vocazione. Così afferm ava anche qualche buona Suòra, al ter­

minare delle p. p. vacanze autunnali: M p are d ’aver capito bene come si esercita lo zelo, secondo lo spirito di Don Bosco, e coinè si diffonde, i! regno di Gesù Cristo nelle anime : noi dobbiamo mor­

tificare la natura con le sue v oci, e lasciar trionfare là grazia con una carità generosa e una rettitudine non rigida e austera, ma dolce, affabile, quale la praticò il Ven.le nostro Padre. Con l ’aiuto della Vérgine: A usilia tr ic e e delle Venerate Superiore, io spero di saper anche, qualche volta, tradurre in pratica tanto convincimento

(20)

un benefizio su tu tta la lin e a e si ritornerebbe alle ordinarie oc­

cupazioni con la soddisfazione di averle passate alla salesiana, cam biando lavoro più che Gasa e ritem prandosi nella pietà.

Acclude, p er le Ispettrici, una bellissim a lettera de! Rev.mo Sig. D. Albera, nostro Ven. Superiore. È una miniera di aurei insegnam enti e di consigli pratici sul m odo di coltivare le v o ca -, zioni. A coltivare le vocazioni ci deve stim olare l’am ore verso la M adre Congregazione, alla quale ogni buona figliuola è tenuta a donare non solo tu tte le sue energie, ma a procurare altresì, con tutte le sue forze di accrescere il num ero de’ suoi membri, affinchè possa dilatarsi sem pre più e fare opere che glorifi­

chino il P ad re che è nei Cieli.

L’affare delle Vocazioni interessa tutte, S uore e Superiore;

nè vi può essere chi dica di non aver modo di lavorare a que­

sto scopo, perchè sono in potere di tutte, anche di quelle Suore che si occupano indirettam ente delle fanciulle, fa pratica della scam bievole carità, il buon esem pio, l’orazione e il sacrifizio;

mezzi ta lor a nascosti, m a potentissim i a suscitare e a conser­

vare le religiose vocazioni.

Pertanto, nei vari corsi di Esercizi, dopo le Costituzioni, si po treb b e leggere la su citata lettera, che può anche eccellente­

mente servire per dividere in punti, cui far tem a di speciale con­

ferenza, cosi durante gli Esercizi come nella visita alle case durante l’anno.

La Consigliera M adre M a rin a :

All’avvicinarsi delle, vacanze autunnali, p er il maggior nume­

ro delle nostre Scuole, rip o rta il seg u en te tratto che le sem bra particolarm ente persuasivo.: Don Cafasso, vedendo Don Bosco abbattuto d i forze, lo mandò a respirare Varia nativa. I pochi giorni passati a Castelnuovo furono tutti occupati in servizio de' suoi conterranei, catechizzando i fanciultetti dei Becchi, di Morialdo e di Castelnuovoy e preparando i l materiale per la pubblicazione della istoriai Sacra ed Ecclesiastica ,o di altri librettini adatti all’intelli­

g en za d ei giovani, libretti che fecero p oi un bene immenso in mezzo al popolo. (M emorie biografiche del Ven; G. Bosco, V. 2 .-p . 125).

Le stesse Memorie in altre pagine e in altri volumi raccon­

tano che il no stro V enerabile P adre non interruppe mai le sue fatiche scolastiche, se non per darsi ad un lavoro anche più intenso, a Sant’lgnazio e a Giaveno, ove recavasi ogni anno per confessare, predicare e far tuito il bene possibile a quelli che, come Lui, vi si raccoglievano p er gli Esercizi Spirituali.

Sappiamo ancora che, fin da quando il nostro Ven.le accolse i primi giovani interni, p er ottenere che essi trasco rressero le vacanze all’O ratorio, ben volentieri, e senza badare nè a spese

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nè a fatiche, procurò lo ro ogni so rta di sollievi e div ertim enti, tra cui le fam ose passeggiate autunnali che furono feconde di grandissim o bene e di p reziose vocazioni. E quando non gli fu possibile im pedire il ritorno -di una parte de’ suoi alunni alle p ro p rie famiglie, con la più am orevole previdenza, stabili che fosse assai breve la loro assenza dall’ O ratorio e, con opportu­

nissim i consigli, ricordi ed avvisi, p reraró i suoi giovani ad es­

sere nei loro paesi così pii, raccolti e virtuosi, come lo erano sta ti presso di' Lui, d urante l’anno scolastico; e per meglio ot­

tenerlo, li sosteneva anche con i suoi scritti. .

Figlie del V enerabile Don Bosco, come potrem m o non sen­

tire in questi paterni ricordi che neppure p er noi vi sono tem pi e circostanze, che ci dispensino dal lav o rare p er le anim e?

Come potrem m o non sentirci anim ate dal più vivo desiderio di valerci d ’ogni santa industria, affinchè nulla possa interrom pere o dim inuire la benefica influenza d ell’opera nostra, a profitto delle num erose fanciulle che, nei prossim i mesi. estivi, tr a la s c e ­ ranno di frequentare le nostre. Case e S cuole?

Oh di quanto bene può essere se m e ; di quanto male; effi­

cace preventivo o rim edio: il trattenere, possibilm ente, in Col­

legio le E ducande e le C onvittrici; il prevenire quelle che ri­

tornano in famiglia, sui pericoli che potrebbero inco n trare ; il , sostituire, per le alunne estèrne, le classi di lavoro a quelle di studio, le ripetizioni alla scuola regolare ; per le un$. e le altre, l’assegnare compiti, l’indicare letture sane e dilettevoli, lavo­

rucci utili e graditi; lo stab ilire alcuni giorni di ritrovo e di unione spirituale, quali il 1. venerdì e il 24 d ’ogni mese, e il giorno fissato p er l’Apostolato dell’innocenza; il rispondere op­

portunam ente ai loro scritti, l ’inviar loro un foglio, un opuscolo, \ un saluto!

. E quale aiuto p o trebbero darsi vicendevolm ente e ovunque v Superiore, M aestre: e A ssistenti, se le Direttrici e le Suore dei .

vari paesi,: in cui le no stre alunne han la famiglia, si prendes­

sero il più affettuoso interesse di quelle che vi ritornano per le vacanze, e le in v ita sse ro 1 a frequentare l’O ratorio e il Labo- ratorio, per sostenerle nei loro propòsiti di m antenersi buone davvero!

La Consigliera M. E ulalia:

Giorni sono ebbe la fortuna di recarsi con la Ven. M adre e con l’ottim a M. M arina al Camposanto,, a p regare sulla tom ba delle n o stre care Sorelle, specie della; carissim a M. Elisa. E le pareva che questa le ripetesse quelle sue Circolari sullo spirito di famiglia, le quali tanto: bene hanno: latto a ciascuna di noi e che ad essa medesima, allora Ispettrice a Roma, prestarono va- _

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in una condotta che: si adatta, fin dove è permesso dalla Regola, al pensiero altrui, che compatisce e dimentica e non si sente of­

fe sa di nulla; che corregge; ove occorra con quella calma e quella fo rza che non irrita mai e non umilia troppo, bènsi dona, il p ro ­ posito dell'emendazione. li un’altra: Ho capito che non possiamo educare g li altri, se noi stesse non ci mettiamo sotto la guida della Verità Suprema. Piti studio là vita nostra, e p itim i persuado che è possibile unire all’azione l'unione con Dio, come c’insegna Don Bosco, poiché unirci à Dio è un mezzo potente p er aumen­

tare le nostre attività a prò del prossimo.

La s o tto s c ritta :

P rega di cuore e fa voti perchè i frutti dei prossim i santi Esercizi siano copiosi, costanti e tutti secondo il desiderio del Cuore di Gesù ; e del nostro Ven.le P ad re D, Bosco. E sorta poi ognuna a farli oggetto di esam e quotidiano e d ’im porsi una piccola penitenza ad .ogni m ancanza loro contraria.

A ff.m a in G. C.

Ma d r e Vic a r ì a.

Istitu to , delle F iglie di M aria A usiliatrice.

(23)

IS T IT U T O

=[GLIE DI WIRRIft ftUSILlftTRICE

n . t i .

NIZZA MONFERRATO 24 Settembre 1921.

:

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e C a r i s s i m e ,

) La V enerata nostra M adre G en erale:

.Vj.-ì:-- ■'

I. Ancora sotto la dolorosa im pressione p ro v ata nel leggere,

? sul Momento del 10 co rr., la repentina scom parsa di Sua Ecc.

: Rev.m a Mqns. C ostam agna, da questa valle di esilio, si fa do- j vere di p artecipare il luttuoso annuncio alle Case dell’Antico e : Nuovo ; C ontinente, alle quali tu tta v ia . non , fosse pervenuta

la triste notizia. - ’

Sua Eccellenza ha ben m eritato dal nostro Istituto, p r im a , in M ornese, poi nelle Americhe e segnatam ente nelVArgentirta, dove, in modo particolarissim o, esplicò tutto il suo.: zelo ardente e attivo p er procurarne il massimo, sviluppo, e dove era sem pre poco quello che -faceva. e insegnava a fare, p er attirare quanta gioventù :era possibile alle nostre. Case. Scegliere e coltivare le vocazioni p er le Figlie di M aria Ausiliatrice, era p er Lui una : sollecitudine tale, che solo può com prendere chi ha sete di

| • anim e e non cerca che gl’interessi del buon Dio.

ì È quindi sacro dovere il rendere m anifesta la no stra più viva ) riconoscenza a questo am ato e più che insigne Benefattore, soc- 4* correndo largam ente l’anim a Sua benedetta con quei mezzi che

ognuna ha in suo p o tere e che la p ietà filiale e la gratitudine suggeriscono. F. siccome Egli amò tanto l’istituto in vita, pre­

gando p er Lui, raccomandiam oci, affinchè ci ottenga di zelare, f anche noi, come Lui, la salvezza delle anim e; di am are tanto, come

' Lui, la nostra Celeste M adre M aria A usiliatrice; e, come Lui, di

; considerarla ognora qualg ragione di tutta la nostra speranza, c II. Accenna all’avvenim ento a cui ci stiam o prep aran d o ; al

Q inguantenam y cioè, della fondazione d el-n o stro Istitu to .'i:JL S . agosto- d eL prpssim oj=1922 :ric o rd e rà :a tutte come cinquantanni innanzi, nella p o v e r a m a ; devota ' Cappella: di M o rn ese ,. il;'tfen.lè - P ad re Don Bosco dava l’abito religioso e riceveva i Voti delle ' prim e Figlie d'i M aria Ausiliatrice;--^ prim a' tra esse, M adre M azzarello,

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Simile avvenim ento ci deve riu scire di grande consolazione;

deve ispirarci grande fiducia, e invogliarci ad en tra re in quelle disposizioni d’animo che assicurano i maggiori frutti d i'b e n e . Le feste, solite a celebrarsi in talFcircostanze, producono: sem­

p re il loro buon effetto; ma questo po treb b e anche ridursi a sole im pressioni superficiali, quando lo spirito non sostenesse e fortificasse le interne disposizione del cuore.

Perchè ciò non abbia ad avvenire tra noi, la Venerata Madre desidererebbe che, durante tutto qu est’anno C inquantenario, uno fosse l’impegnò di tu tte : migliorare se stessa in relazione alla

santa Carità. - .

Mai si dirà abbastanza in m erito a questa virtù teologale e salesiana; e, forse, nessuna di noi potrà c re d e re di esercitarla già nella m aniera che la praticarono il nostro V en.le P adre, la nostra Ven.ta M adre M azzarello. Facciamo pertanto ritornare i cari tempi di M ornese, e cerchiam o di stabilire nelle relazioni fra di noi sorelle quella sem plicità, quella cordialità, quella ge­

nerosità e larghezza di cuore; che form avano l’incanto della vita di allora, nonostante la ricca p overtà che regnava nella

C a sa-M a d re , Culla dell’istituto. .

È dunque alla Carità che si direbbe domestica q u e lla c u i intende riferirsi la Ven.ta M adre G enerale; e, difatti, entrando un po’ nei particolari, la stessa am atissim a : n o stra M adre aggiunge: Che bella cosa sarebbe se ogni Figlia di M aria Au­

siliatrice lavorasse intorno a sè p er addivenire un angelo di carità, specialm ente nella p ropria C a sa; sapesse evitare ogni sorta di critiche; stesse a tten ta alle sue parole, p er non semi­

nare mai la minima d iscordia; si m ostrasse affabile e piena di rig u ard i verso di tutte, com prése, e, quasi si vo rreb b e dire, mas­

sim e verso le Sorelle di passaggio; sapesse riconoscere il me­

rito delle altre, specie delle anziane, e godesse nel darlo a conoscere; si m antenesse sem pre uguale a se stessa, buona e gioviale così d a contribuire a fare della C asa ove ella si tro v a un vero paradiso in te rra !

La preghiera umile e fidente, la vigilanza sulla propria con­

dotta, l’esam e particolare s u l l a Carità domestica, a seconda delle attribuzioni di ciascuna, assicureranno l’esito della indubitata, generale adesione al vivissim o desiderio della M adre n o stra ; e sa rà questa la più; efficace preparazione atla solenne celebrazione del nostro Cinquantesimo.

III. Esorta, inoltre, a p reg are anche per l’am atissim o nostro Superiore, il Signor Don Albera, il cui sensibilissim o e teneris­

simo cuore sente im m ensam ente sii vuoto che gli si va facendo con la p erdita dei primi Figli dell’O ratorio, a Lui. stretti in sì intime relazioni. Si, chiediamo p er Lui i divini conforti; e p er la P ia Società, cui presiede, num erose vocazioni dì tem pra

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veram en te salesiana, le quali vengano ad occupare il posto di quei valorosi che, già carichi di virtù e di m eriti, furono chia­

mati al prem io eterno, a fare corona al Ven.le Fondatore e, con Lui, cantare perpetuam ente le glorie di M aria A usiliatrice.

La Consigliera M adre M arin a:

Con il più vivo desiderio che la conferenza di cui all’art.

566 del Manuale, riesca sem pre più efficace, si perm ette far ri­

saltare qualche norm a che, pur essendo fra le più ■ im portanti e neccessarie, è forse anche fra le meno com prese e praticate.

L’art. 622, sebbene direttam ente rivolto alle M aestre, pure è norm a tale che deve servire per ogni Suora - qualunque oc­

cupazione ella abbia - che si trovi nelle Case dove sianvi infanzia e giovinezza da educare.

La verità è molto chiara e forte: alla buona riuscita dell’o­

pera educatrice è indispensabile unità di metodo come dì giudizio e di azione. Infatti, per ben com piere il lavoro di form azione della mente e del cuore delle nostre fanciulle, noi dobbiam o proprio e solo lavorare secondo lo spirito del nostro Istituto, con la guida delle nostre C ostituzioni e dei nostri Regolamenti.

Se nell’ educare non terrem o tutte conto di ciò, noi non coglie­

rem o i buoni frutti voluti, come non riuscirem m o mai ad eseguire bene un lavoro qualsiasi, quando parecchie di noi dovessim o farlo insieme e volessim o farlo con criteri e gusti diversi, se non addirittura opposti. S arà pur accaduto qualche volta! E forse allora, trattandosi di conseguenti malanni visibili e ma­

teriali, abbiam o provato m aggior disgusto e sofferenza di quello che dovremm o sen tire ogni volta che v’è disaccordo fra di noi nel giudicare la stessa azione di una giovanetta e in ogni caso in cui una opera diversam ente e fo rs’anche contrariam ente al­

l’altra, davanti a uno stesso dovere da com piere, nelle stesse circostanze, in relazione alle ste'sse alunne.

Eppure, disaccordi del genere quali danni producono, e ta­

lora quanto gravi, intorno a noi! Parecchie delle nostre Alunne si dovranno abituare a cam biar contegno ad ogni scambio di M aestre e di A ssistenti, e non si form eranno, perciò, mai un sodo carattere: altre, perdendo la conveniente stima per l’opera delle loro Educatrici, vi si sottom etteranno solo p e r forza e si appiglieranno all’ipocrisia, e, allorché potranno sottrarsene, si abbandoneranno al capriccio, e avranno solo p er loro guida una falsa coscienza.

È dunque della massima ed urgente im portanza che le D irettrici aiutino le Suore a form arsi un solo criterio nel giudicare i fatti, le cose e le persone; a seguire costantem ente e serenam ente, per se e p er altri, le stesse norme, e a m antenersi nello stesso spirito, m ediante la ricerca d ’un solo fine, con gli stessi mezzi.

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