L’Amplificatore Operazionale
•
Buona parte dei circuiti elettronici è
costituita da componenti integrati, composti
ciascuno da numerosi elementi attivi e
passivi miniaturizzati, e nei circuiti
analogici questi integrati sono quasi tutti
amplificatori operazionali
L’Amplificatore Operazionale
•
L’Amplificatore operazionale (A.O.) è
essenzialmente, un amplificatore di
tensione, avente le seguenti caratteristiche:
–
alto guadagno;
–
ingresso differenziale;
–
alta impedenza di ingresso e bassa impedenza
Storia
• Il termine di amplificatore operazionale deriva dal fatto che, originariamente, tale dispositivo veniva usato nei calcolatori analogici per svolgere operazioni matematiche (come somme, sottrazioni, moltiplicazioni, integrali, derivate, ecc...) su segnali elettrici.
• I primi A.O. furono realizzati negli anni ‘40 con tubi a vuoto; tali dispositivi erano voluminosi e richiedevano una notevole potenza di alimentazione.
Storia
• Successivamente la realizzazione di A.O. come circuiti integrati monolitici costituì una vera e propria rivoluzione nel campo dell’elettronica analogica.
• Il primo di tali dispositivi fu realizzato intorno agli anni 60’ dalla
Fairchild.
• L’amplificatore operazionale (AO)L’amplificatore operazionale (AO) è un circuito integrato costituito da una rete di resistenze, capacità, diodi e transistori incapsulati in unico contenitore di plastica o di metallo, che viene collegato normalmente al circuito mediante una zoccolatura a pressione.
• L’AOAO può essere definito funzionalmente come un amplificatore amplificatore
differenziale
differenziale, cioè un dispositivo attivo a tre terminali che genera al
terminale di uscita una tensione proporzionale alla differenza di tensione fornite ai due terminali di ingresso.
Considerazioni generali
Potenziale di massa
•
Le tensioni vanno sempre riferite ad un
potenziale comune, detto potenziale di
potenziale di
massa
massa
.
–
Quindi dato un punto di riferimento
B (massa),
B
se in un punto
A si dice che c’è una tensione
A
pari a
V
V
a asignifica che tra
A e
A
B c’è una
B
Simbologia
+ – V V1 V V2 V V++cc V V--cc V V0•
Il simbolo grafico, comunemente, utilizzato per
rappresentare l’AO è il seguente:
Tensioni di alimentazione
• Le tensioni di alimentazione VLe tensioni di alimentazione V++cccc e e V
V--cccc sono frequentemente omesse negli schemi semplificati e il loro valore può essere:
– uguale ed opposto (da ±5 V a ±35 V) nelle alimentazioni alimentazioni
duali duali; – valgono tipicamente V V++cccc = 5 V ÷ 30 V e VV--cccc= 0
Tensione di uscita
• Il segnale di uscita Vsegnale di uscita V00 è il risultato della somma tra il segnale
applicato all’ingresso invertente,
V
V11, invertito di segno e
amplificato di un fattore AA--, con il segnale all’ingresso non
invertente, VV22 , a sua volta
• La differenza tra le tensioni in ingresso è detta tensione tensione
differenziale
differenziale:
V
d=
V
2−
V
1Guadagno di modo comune
Guadagno di modo comune
• Il valore assoluto della differenza tra le due amplificazioni (Ae A+) è definito invece come guadagno in modo comuneguadagno in modo comune:
A
cm
=∣
A
−
A
−
∣
• Poiché il valore assoluto A- dell’amplificazione del canale invertente è di
solito molto vicino a quello dell’amplificazione del canale non invertente A+, si può definire il valore medio o guadagno differenziale a circuito aperto guadagno differenziale a circuito aperto (A(Add):):
Definizioni
Definizioni
• Dalle definizioni precedenti segue che le tensioni in
ingresso e di uscita possono essere espresse in termini di tensione differenziale e
tensione di modo comune:
CMRR
CMRR
•
Il rapporto, espresso in decibel (dB), tra A
de A
cmè
detto
rapporto di reiezione di modo comune
rapporto di reiezione di modo comune
(CMRR).
(CMRR).
•
La sigla
CMRR deriva dalla notazione inglese
CMRR
Common Mode Rejection Ratio. Valore tipico di
CMRR
CMRR è 100 dB.
Zona lineare e saturazione
Zona lineare e saturazione
•
Si è detto che l’amplificatore operazionale
amplifica la differenza di tensione V
dtra le
tensioni in ingresso, ma ciò vale solo quando il
dispositivo opera in
zona lineare, ovvero per
zona lineare
valori molto piccoli di |V
2-V
1|.
•
Per valori di |V
d|maggiori si dice che
l’amplificatore
satura, cioè l’uscita si porta
satura
Zona lineare e saturazione
Zona lineare e saturazione
Zona Lineare e saturazione
Zona Lineare e saturazione
Zona lineare V2-V1 V0
Nella zona lineare, per valori piccoli |Vd|, il
segnale di uscita è proporzionale al segnale differenziale
Zona Lineare e saturazione
Zona Lineare e saturazione
Zona lineare V+cc - 2 V V-cc + 2 V Saturazione Saturazione V2-V1 V0
V
osInput offset voltage
VVos (input offset voltage) è la tensione differenziale che si deve fornire input offset voltage
Input offset voltage
Input offset voltage
•
Nell’analisi semplificata si può trascurare
V
V
OSOSche è dell’ordine dei millivolt.
•
Molti operazionali dispongono anche di
terminali per l’azzeramento di
V
V
ososInput offset voltage
•
Il valore di
V
V
os osdipende anche dalla temperatura e
dalla tensione di alimentazione, la sensibilità a
questi parametri viene misurata rispettivamente
come :
∂
V
os∂
T
: V
ostemperature coefficient tipicamente
di qualche
µ
V/K
PSRR(
Power Supply Rejection Ratio) =
ΔV
ccImpedenza
Impedenza
•
L’AO ha una elevata impedenza di ingresso
(
Z
Z
inin≈
10
÷
1000 M
Ω
) e una bassa impedenza di
uscita (
Z
Z
outout≈
10
÷
1000
Ω
).
•
Quindi le
correnti di ingresso
correnti di ingresso
I
I
bb(input bias
current) possono essere trascurate in prima
Rise Time e Slew Rate
Rise Time e Slew Rate
• Il rise time è il tempo
necessario affinchè l’uscita passi dal 10% al 90% del
valore finale quando in ingresso si applica un segnale a gradino
t Vin t Vout 10% 90% rise time t Vout dV dt slew rate = dV/dt massimo
•Lo slew rate e la massima velocità di variazione
L’AO ideale
•
L’
AO ideale
AO
utilizzato nell’analisi semplificata consiste nelle seguenti approssimazioni:Ideale
Ideale Reale Reale
L’AO ideale
•
Per capire il funzionamento di un circuito
costruito con AO (o per progettarne uno)
conviene sempre impostare l'analisi
partendo dall’approssimazione di
AO
ideale
.
•
Solo in un secondo tempo si prenderanno in
L’AO ideale
•
A prima vista il modello AO ideale
AO ideale
sembrerebbe inutilizzabile in modo lineare
dato che per A
A =
∞
qualsiasi segnale
differenziale in ingresso produce
saturazione.
•
Si vedrà di seguito che, utilizzando una
rete
L’AO come elemento di circuito
•
L’AO, lo si può usare per diversi scopi:
• con la Controreazione si possono creare operazioni algebriche su segnali di tensione (somme, sottrazioni, derivazioni, ecc...)
• Aggiungendo una retroazione positiva a quella negativa , si possono ottenere oscillatori, sfasatori.
• Facendo lavorare l’AO fuori dalla zona lineare, lo si può usare come rivelatore di soglia temporizzatore,
AO come elemento di circuito
•
Procederemo ora all’analisi delle
configurazioni elementari :
– amplificatore invertente
– amplificatore non invertente
•
Si passerà poi allo studio
AO Controreazionato
Amplificatore invertente
•
Consideriamo il seguente circuito detto
amplificatore invertente
, tale circuito ci servirà
come modello per diversi studi:
Massa Virtuale
• Questa semplice configurazione permette di chiarire un aspetto fondamentale per AO che è quello della massa virtuale.
• Infatti, se consideriamo l’AO precedente come ideale(A+ =A- =A), ricordando che
Vo=A(V2-V1)
otterremo che in zona lineare, :
Massa Virtuale
•
Perciò, in un amplificatore ideale, la retroazione
tende a portare l’ingresso invertente allo stesso
potenziale dell’ingresso
non invertente
.
•
Se l’ingresso
non invertente
è posto a massa,
l’ingresso invertente viene detto a
massa virtuale
, in
quanto, per effetto della retroazione, ha lo stesso
+ -Ri R0 R V2 V1 Ii I0 Ib1 Ib2 V0 Vi Quindi: V1 = V2 = 0
Applicando il concetto di AO ideale otterremo: IB2 = 0 V2 = -IB2R = 0
+ -Ri R0 R V1 Ii I0 Ib1 V Vi V1 = V2 = 0 (Vi - V1)/Ri = (V1 - V0)/R0, ma V1 = V2 = 0 allora V0 = -(R0/Ri)Vi, quindi G = -R0/Ri V0 = -(R0/Ri)Vi
Conclusioni
•
L’amplificatore invertente, dato un segnale di
ingresso, lo amplifica di un fattore R
0/R
i,
invertendone la fase di 180°:
V
0=−
R
0R
iV
i•
Ne deriva che il valore di G, non dipende da A, e
Lo stesso risultato può essere ricavato più esplicitamente, applicando il principio di sovrapposizione per esprimere V1 in funzione del segnale di entrata Vi e del segnale di uscita V0.
0 0 0 0
1
R
R
R
A
R
R
R
V
V
i i i i+
+
+
⋅
−
=
Siccome Ib è molto piccola, trascurabile posso scrivere: V1 = Vi R0/(Ri + R0) + V0Ri/(Ri+R0) (*)
V0 = A(V1 - V2) e V2 = Ib2R = 0 da cui V1 = V0/A (**)
Amplificatore non invertente
•
Una seconda configurazione elementare è
l’amplificatore non invertente ed il suo schema è
riportato in figura sotto.
+ -Ri R0 R V2 V1 Ii I0 Ib1 Ib2 V0 Vi Ib1 = 0 allora Ii = I0 ne deriva: -V1/Ri = (V1 - V0)/R0 V1 = V2 = Vi
Sostituendo Vi ad V1 ed esplicitando V0 si ha: V0 = (1 + R0/Ri)Vi
Guadagno di un AO non invertente
• Dalla precedente relazione risulta quindi che l’uscita dell’amplificatore non invertente dipende dall’ingresso
in base alla seguente relazione:
V
0=
1
R
0R
i
⋅
V
i •Anche nel non invertente, come nell'invertente, il guadagno è indipendente da A, finché A è abbastanza grande, ed èdeterminato solo dai valori usati per la rete di reazione.
Inseguitore
•
Un caso semplice di amplificatore non invertente
si ha per Ri =
∞
(circuito aperto), tale circuito
viene detto inseguitore.
V1 = Vi IB2 = IB1 = 0, allora V1 = V0, ne deriva: V0 = Vi -V V0 R0 _
•Dall'analisi risulta che per ogni valore di R0 si ha Vi =V0 e cioè G =1.
Amplificatore differenziale
Amplificatore differenziale
•
L’amplificatore
differenziale può
essere visto come la
La tensione in uscita è la somma del
contributo dell’invertente con il contributo del non invertente
_ + V0 Ri1 Ri2 R02 R01 Vi1
Contributo dell’invertente (Vi1 acceso e Vi2 spento): V01 = -(R01/Ri1)Vi1 , (come dimostrato precedentemente)
Ricordando che per il non invertente: V0 = (1 + R0/Ri)V2, occorre calcolare V2.
I = Vi2 /(Ri2 + R02), quindi V2 = IRO2
V2 = Vi2(RO2/Ri2 +R02)
i2
Siccome Ii2 = I02 = I perché Ib1 = 0, allora:
Amplificatore differenziale
•
Dalla precedente analisi risulta che il
contributo del non invertente è dato da:
V
02=
1
R
01R
i1
V
i2Amplificatore differenziale
Amplificatore differenziale
•
Per il principio di sovrapposizione degli effetti
l’uscita V
0è data dalla somma dei segnali V
01e V
02:Circuito Integratore
Vo = Q/C e Vi Ri Vo -+ CQ=-
∫
Iot dt
Ioma Io(t) = Ii(t) = Vi(t)/Ri
Vot =- 1
RiC
∫
Vit dtIi
Nella pratica occorre inserire una resistenza R in parallelo a C perché con tensioni continue manca la controreazione e anche se Vi è nulla, la presenza di Vos o correnti in ingresso non nulle carica C
Vo(t) = -Ro Io(t) ma Vi Ro Vo -+ C Iot =Iit =- dQt dt =-C dVit dt Io
Vot =- RoC dVi t dt
Ii
Nella pratica occorre inserire una resistenza R in serie a C per ridurre gli effetti di alta amplificazione
Vi Ro Vo -+ Vi = Vd e
I
d=
I
oe
KV d IoVot =- K
e
KVi t =-K∗e
KVi t Id
Vd
Correnti di polarizzazione
•
Per correnti di polarizzazione, I
b1e I
b2, si
intendono rispettivamente la corrente di entrata nel
canale invertente e la corrente di entrata nel canale
non invertente.
•
Come si vedrà in seguito nell’approssimazione
ideale tali correnti potranno essere considerate
nulle.
– + Ib1
e dello sbilanciamento V
os•
Vediamo ora quale approssimazione si è
fatta supponendo che le correnti di
polarizzazione siano nulle e trascurando l’
offset voltage
V
V
osos.
•1) V1) V22 = V = V11
•2)V2)V2 2 = -I= -IB2B2R - VR - VOSOS
•3)-V3)-V11/R/Ri i = (V= (V11-V-V00)/R)/R00 + I + IB1B1
•eliminando Veliminando V11 e V e V22 : :
•(-I(-IB2B2R - VR - VOSOS)/ R)/ Ri i = (-I= (-IB2B2R - VR - VOSOS- V- V00)/ R)/ R00 + I + IB1B1
•VV0 0 = -V= -VoSoS(1 + R(1 + R00/R/Rii) + R) + R00IIB1B1- R(1 + R- R(1 + R00/R/Rii)I)IB2B2
•ed esplicitando Ved esplicitando V00::
Effetto di V
os
e delle correnti I
b
Quindi, la tensione di uscita è influenzata dalla tensione Vos e dalle correnti Ib in base alla seguente relazione:
Vo=-Vos
1Ro Ri
−RoIos[
Ro−R
1 Ro Ri
]
Ib2 Amplificazione non invertente di Vos Si annulla se R=RoRi/(Ro+Ri) Ios << IbConclusione: per minimizzare l’effetto delle correnti di