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L’Amplificatore Operazionale

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Academic year: 2021

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(1)

L’Amplificatore Operazionale

Buona parte dei circuiti elettronici è

costituita da componenti integrati, composti

ciascuno da numerosi elementi attivi e

passivi miniaturizzati, e nei circuiti

analogici questi integrati sono quasi tutti

amplificatori operazionali

(2)

L’Amplificatore Operazionale

L’Amplificatore operazionale (A.O.) è

essenzialmente, un amplificatore di

tensione, avente le seguenti caratteristiche:

alto guadagno;

ingresso differenziale;

alta impedenza di ingresso e bassa impedenza

(3)

Storia

Il termine di amplificatore operazionale deriva dal fatto che, originariamente, tale dispositivo veniva usato nei calcolatori analogici per svolgere operazioni matematiche (come somme, sottrazioni, moltiplicazioni, integrali, derivate, ecc...) su segnali elettrici.

I primi A.O. furono realizzati negli anni ‘40 con tubi a vuoto; tali dispositivi erano voluminosi e richiedevano una notevole potenza di alimentazione.

(4)

Storia

Successivamente la realizzazione di A.O. come circuiti integrati monolitici costituì una vera e propria rivoluzione nel campo dell’elettronica analogica.

Il primo di tali dispositivi fu realizzato intorno agli anni 60’ dalla

Fairchild.

(5)

• L’amplificatore operazionale (AO)L’amplificatore operazionale (AO) è un circuito integrato costituito da una rete di resistenze, capacità, diodi e transistori incapsulati in unico contenitore di plastica o di metallo, che viene collegato normalmente al circuito mediante una zoccolatura a pressione.

L’AOAO può essere definito funzionalmente come un amplificatore amplificatore

differenziale

differenziale, cioè un dispositivo attivo a tre terminali che genera al

terminale di uscita una tensione proporzionale alla differenza di tensione fornite ai due terminali di ingresso.

Considerazioni generali

(6)

Potenziale di massa

Le tensioni vanno sempre riferite ad un

potenziale comune, detto potenziale di

potenziale di

massa

massa

.

Quindi dato un punto di riferimento

B (massa),

B

se in un punto

A si dice che c’è una tensione

A

pari a

V

V

a a

significa che tra

A e

A

B c’è una

B

(7)

Simbologia

+ – V V1 V V2 V V++cc V V--cc V V0

Il simbolo grafico, comunemente, utilizzato per

rappresentare l’AO è il seguente:

(8)
(9)

Tensioni di alimentazione

• Le tensioni di alimentazione VLe tensioni di alimentazione V++cccc e e V

V--cccc sono frequentemente omesse negli schemi semplificati e il loro valore può essere:

– uguale ed opposto (da ±5 V a ±35 V) nelle alimentazioni alimentazioni

duali duali; – valgono tipicamente V V++cccc = 5 V ÷ 30 V e VV--cccc= 0

(10)

Tensione di uscita

• Il segnale di uscita Vsegnale di uscita V00 è il risultato della somma tra il segnale

applicato all’ingresso invertente,

V

V11, invertito di segno e

amplificato di un fattore AA--, con il segnale all’ingresso non

invertente, VV22 , a sua volta

(11)

• La differenza tra le tensioni in ingresso è detta tensione tensione

differenziale

differenziale:

V

d

=

V

2

V

1

(12)

Guadagno di modo comune

Guadagno di modo comune

Il valore assoluto della differenza tra le due amplificazioni (A

e A+) è definito invece come guadagno in modo comuneguadagno in modo comune:

A

cm

=∣

A

A

• Poiché il valore assoluto A- dell’amplificazione del canale invertente è di

solito molto vicino a quello dell’amplificazione del canale non invertente A+, si può definire il valore medio o guadagno differenziale a circuito aperto guadagno differenziale a circuito aperto (A(Add):):

(13)

Definizioni

Definizioni

• Dalle definizioni precedenti segue che le tensioni in

ingresso e di uscita possono essere espresse in termini di tensione differenziale e

tensione di modo comune:

(14)

CMRR

CMRR

Il rapporto, espresso in decibel (dB), tra A

d

e A

cm

è

detto

rapporto di reiezione di modo comune

rapporto di reiezione di modo comune

(CMRR).

(CMRR).

La sigla

CMRR deriva dalla notazione inglese

CMRR

Common Mode Rejection Ratio. Valore tipico di

CMRR

CMRR è 100 dB.

(15)

Zona lineare e saturazione

Zona lineare e saturazione

Si è detto che l’amplificatore operazionale

amplifica la differenza di tensione V

d

tra le

tensioni in ingresso, ma ciò vale solo quando il

dispositivo opera in

zona lineare, ovvero per

zona lineare

valori molto piccoli di |V

2

-V

1

|.

Per valori di |V

d

|maggiori si dice che

l’amplificatore

satura, cioè l’uscita si porta

satura

(16)

Zona lineare e saturazione

Zona lineare e saturazione

(17)

Zona Lineare e saturazione

Zona Lineare e saturazione

Zona lineare V2-V1 V0

Nella zona lineare, per valori piccoli |Vd|, il

segnale di uscita è proporzionale al segnale differenziale

(18)

Zona Lineare e saturazione

Zona Lineare e saturazione

(19)

Zona lineare V+cc - 2 V V-cc + 2 V Saturazione Saturazione V2-V1 V0

V

os

Input offset voltage

V

Vos (input offset voltage) è la tensione differenziale che si deve fornire input offset voltage

(20)

Input offset voltage

Input offset voltage

Nell’analisi semplificata si può trascurare

V

V

OSOS

che è dell’ordine dei millivolt.

Molti operazionali dispongono anche di

terminali per l’azzeramento di

V

V

osos

(21)

Input offset voltage

Il valore di

V

V

os os

dipende anche dalla temperatura e

dalla tensione di alimentazione, la sensibilità a

questi parametri viene misurata rispettivamente

come :

V

os

T

: V

os

temperature coefficient tipicamente

di qualche

µ

V/K

PSRR(

Power Supply Rejection Ratio

) =

ΔV

cc

(22)

Impedenza

Impedenza

L’AO ha una elevata impedenza di ingresso

(

Z

Z

inin

10

÷

1000 M

) e una bassa impedenza di

uscita (

Z

Z

outout

10

÷

1000

).

Quindi le

correnti di ingresso

correnti di ingresso

I

I

bb

(input bias

current) possono essere trascurate in prima

(23)

Rise Time e Slew Rate

Rise Time e Slew Rate

Il rise time è il tempo

necessario affinchè l’uscita passi dal 10% al 90% del

valore finale quando in ingresso si applica un segnale a gradino

t Vin t Vout 10% 90% rise time t Vout dV dt slew rate = dV/dt massimo

Lo slew rate e la massima velocità di variazione

(24)

L’AO ideale

L’

AO ideale

AO

utilizzato nell’analisi semplificata consiste nelle seguenti approssimazioni:

Ideale

Ideale Reale Reale

(25)

L’AO ideale

Per capire il funzionamento di un circuito

costruito con AO (o per progettarne uno)

conviene sempre impostare l'analisi

partendo dall’approssimazione di

AO

ideale

.

Solo in un secondo tempo si prenderanno in

(26)

L’AO ideale

A prima vista il modello AO ideale

AO ideale

sembrerebbe inutilizzabile in modo lineare

dato che per A

A =

qualsiasi segnale

differenziale in ingresso produce

saturazione.

Si vedrà di seguito che, utilizzando una

rete

(27)

L’AO come elemento di circuito

L’AO, lo si può usare per diversi scopi:

• con la Controreazione si possono creare operazioni algebriche su segnali di tensione (somme, sottrazioni, derivazioni, ecc...)

• Aggiungendo una retroazione positiva a quella negativa , si possono ottenere oscillatori, sfasatori.

• Facendo lavorare l’AO fuori dalla zona lineare, lo si può usare come rivelatore di soglia temporizzatore,

(28)

AO come elemento di circuito

Procederemo ora all’analisi delle

configurazioni elementari :

– amplificatore invertente

– amplificatore non invertente

Si passerà poi allo studio

(29)

AO Controreazionato

(30)

Amplificatore invertente

Consideriamo il seguente circuito detto

amplificatore invertente

, tale circuito ci servirà

come modello per diversi studi:

(31)

Massa Virtuale

• Questa semplice configurazione permette di chiarire un aspetto fondamentale per AO che è quello della massa virtuale.

• Infatti, se consideriamo l’AO precedente come ideale(A+ =A- =A), ricordando che

Vo=A(V2-V1)

otterremo che in zona lineare, :

(32)

Massa Virtuale

Perciò, in un amplificatore ideale, la retroazione

tende a portare l’ingresso invertente allo stesso

potenziale dell’ingresso

non invertente

.

Se l’ingresso

non invertente

è posto a massa,

l’ingresso invertente viene detto a

massa virtuale

, in

quanto, per effetto della retroazione, ha lo stesso

(33)

+ -Ri R0 R V2 V1 Ii I0 Ib1 Ib2 V0 Vi Quindi: V1 = V2 = 0

Applicando il concetto di AO ideale otterremo: IB2 = 0 V2 = -IB2R = 0

(34)

+ -Ri R0 R V1 Ii I0 Ib1 V Vi V1 = V2 = 0 (Vi - V1)/Ri = (V1 - V0)/R0, ma V1 = V2 = 0 allora V0 = -(R0/Ri)Vi, quindi G = -R0/Ri V0 = -(R0/Ri)Vi

(35)

Conclusioni

L’amplificatore invertente, dato un segnale di

ingresso, lo amplifica di un fattore R

0

/R

i

,

invertendone la fase di 180°:

V

0

=−

R

0

R

i

V

i

Ne deriva che il valore di G, non dipende da A, e

(36)

Lo stesso risultato può essere ricavato più esplicitamente, applicando il principio di sovrapposizione per esprimere V1 in funzione del segnale di entrata Vi e del segnale di uscita V0.

0 0 0 0

1

R

R

R

A

R

R

R

V

V

i i i i

+

+

+

=

Siccome Ib è molto piccola, trascurabile posso scrivere: V1 = Vi R0/(Ri + R0) + V0Ri/(Ri+R0) (*)

V0 = A(V1 - V2) e V2 = Ib2R = 0 da cui V1 = V0/A (**)

(37)

Amplificatore non invertente

Una seconda configurazione elementare è

l’amplificatore non invertente ed il suo schema è

riportato in figura sotto.

(38)
(39)

+ -Ri R0 R V2 V1 Ii I0 Ib1 Ib2 V0 Vi Ib1 = 0 allora Ii = I0 ne deriva: -V1/Ri = (V1 - V0)/R0 V1 = V2 = Vi

Sostituendo Vi ad V1 ed esplicitando V0 si ha: V0 = (1 + R0/Ri)Vi

(40)

Guadagno di un AO non invertente

• Dalla precedente relazione risulta quindi che l’uscita dell’amplificatore non invertente dipende dall’ingresso

in base alla seguente relazione:

V

0

=

1

R

0

R

i

V

iAnche nel non invertente, come nell'invertente, il guadagno è indipendente da A, finché A è abbastanza grande, ed è

determinato solo dai valori usati per la rete di reazione.

(41)

Inseguitore

Un caso semplice di amplificatore non invertente

si ha per Ri =

(circuito aperto), tale circuito

viene detto inseguitore.

(42)

V1 = Vi IB2 = IB1 = 0, allora V1 = V0, ne deriva: V0 = Vi -V V0 R0 _

Dall'analisi risulta che per ogni valore di R0 si ha Vi =V0 e cioè G =1.

(43)

Amplificatore differenziale

Amplificatore differenziale

L’amplificatore

differenziale può

essere visto come la

(44)

La tensione in uscita è la somma del

contributo dell’invertente con il contributo del non invertente

(45)

_ + V0 Ri1 Ri2 R02 R01 Vi1

Contributo dell’invertente (Vi1 acceso e Vi2 spento): V01 = -(R01/Ri1)Vi1 , (come dimostrato precedentemente)

(46)

Ricordando che per il non invertente: V0 = (1 + R0/Ri)V2, occorre calcolare V2.

I = Vi2 /(Ri2 + R02), quindi V2 = IRO2

V2 = Vi2(RO2/Ri2 +R02)

i2

Siccome Ii2 = I02 = I perché Ib1 = 0, allora:

(47)

Amplificatore differenziale

Dalla precedente analisi risulta che il

contributo del non invertente è dato da:

V

02

=

1

R

01

R

i1

V

i2

(48)

Amplificatore differenziale

Amplificatore differenziale

Per il principio di sovrapposizione degli effetti

l’uscita V

0

è data dalla somma dei segnali V

01

e V

02:

(49)

Circuito Integratore

Vo = Q/C e Vi Ri Vo -+ C

Q=-

Iot dt

Io

ma Io(t) = Ii(t) = Vi(t)/Ri

Vot =- 1

RiC

Vit dt

Ii

Nella pratica occorre inserire una resistenza R in parallelo a C perché con tensioni continue manca la controreazione e anche se Vi è nulla, la presenza di Vos o correnti in ingresso non nulle carica C

(50)

Vo(t) = -Ro Io(t) ma Vi Ro Vo -+ C Iot =Iit =- dQt  dt =-C dVit  dt Io

Vot =- RoC dVi t  dt

Ii

Nella pratica occorre inserire una resistenza R in serie a C per ridurre gli effetti di alta amplificazione

(51)
(52)

Vi Ro Vo -+ Vi = Vd e

I

d

=

I

o

e

KV d Io

Vot =- K

e

KVi t 

=-K∗e

KVi t 

Id

Vd

(53)

Correnti di polarizzazione

Per correnti di polarizzazione, I

b1

e I

b2

, si

intendono rispettivamente la corrente di entrata nel

canale invertente e la corrente di entrata nel canale

non invertente.

Come si vedrà in seguito nell’approssimazione

ideale tali correnti potranno essere considerate

nulle.

– + Ib1

(54)

e dello sbilanciamento V

os

Vediamo ora quale approssimazione si è

fatta supponendo che le correnti di

polarizzazione siano nulle e trascurando l’

offset voltage

V

V

osos

.

(55)
(56)
(57)
(58)

•1) V1) V22 = V = V11

•2)V2)V2 2 = -I= -IB2B2R - VR - VOSOS

•3)-V3)-V11/R/Ri i = (V= (V11-V-V00)/R)/R00 + I + IB1B1

•eliminando Veliminando V11 e V e V22 : :

•(-I(-IB2B2R - VR - VOSOS)/ R)/ Ri i = (-I= (-IB2B2R - VR - VOSOS- V- V00)/ R)/ R00 + I + IB1B1

•VV0 0 = -V= -VoSoS(1 + R(1 + R00/R/Rii) + R) + R00IIB1B1- R(1 + R- R(1 + R00/R/Rii)I)IB2B2

•ed esplicitando Ved esplicitando V00::

(59)

Effetto di V

os

e delle correnti I

b

Quindi, la tensione di uscita è influenzata dalla tensione Vos e dalle correnti Ib in base alla seguente relazione:

Vo=-Vos

1Ro Ri

RoIos

[

RoR

1 Ro Ri

]

Ib2 Amplificazione non invertente di Vos Si annulla se R=RoRi/(Ro+Ri) Ios << Ib

Conclusione: per minimizzare l’effetto delle correnti di

(60)

Effetto dell’amplificazione finita

Consideriamo (Ad = A+ = A -= A ≠ ∞) e Ib=0Ponendo β = R0/(Ri+RO) avremo V2=0 e V1 = β V0 + (1 - β)Vi + -Ri R0 R V2 V1 Ii I0 Ib1 Ib2 V0 Vi V0=

1−1 β

Vi 11 =

R0 Ri

Vi 11 = G 11 Vi

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