L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I
Anno X L - Voi. XLIV Firenze-Roma, 2 Febbraio 1913 N. 2 0 2 2
SOMMARIO : La Banca d'Italia (Esercizio 1!)12) — Istituto Italiano di Credito Fondiario {Esercizio 1912) — L'interesse è impazienza? {continuazione). — R I V I S T A BIBLIOGRAFICA: [ Prof. Giuseppe Prato, Le do-gane interne nel secolo XX - Aw. Teobaldo Pcrotta, Le Camere di Commercio e 1' Industria - Julcx
Guesde, Questions d'hier et d'aujour d'hui li. Accademia dei Lincei, Cinquant'anni di Storia Italiana]
-Movimento del Porto di Genova nel 1918 - L'assicurazioni del 1912 in Austria - Leggi sul giuoco - Or-ganizzazione operaia - Contro la tassa sulle aree fabbricabili - I 400 milioni di Buoni del Tesoro - Il catasto probatorio in Libia - Regio Decreto sulle proprietà fondiarie in Libia. — NOTIZIE V A R I E : Ban-che Casse, Istituti - Utili, dividendi, interessi (Italia-Estero) - Prestiti ed Emissioni (Italia-Esteio). — MERCATO MONETARIO E R I V I S T A D E L L E BORSE — P R O S P E T T O Q U O T A Z I O N I V A L O R I , CAMBI. E SITUAZIONI BANCARIE.
LA BANCA P' ITALIA
{Esercizio 1912)
È stata pubblicata la situazione al 31
di-cembre 1912 della Banca d'Italia e, come
facciamo ogni anno, vogliamo brevemente
esaminare le cifre che ci sono presentate,
le quali possono in certo qual modo formare
un indizio del bilancio, che sarà a suo
tem-po presentato agli azionisti.
Il 1912 fu un esercizio, sotto un certo
a-spetto fortunoso per la Banca; essa ha
do-vuto seguire, per quanto era possibile, le
vi-cende economiche del paese e rispecchiare
quelle che la guerra veniva imponendo alla
finanza dello Stato.
Abbiamo già avuto occasione di rilevare,
a proposito del desiderio manifestato da
molti che venisse allargata la circolazione
bancaria, il fatto che la Banca, negli anni
più gravi della Finanza dello Stato, quando
gli avanzi non impegnati, erano così alti
e quindi nelle casse del Tesoro si
accumu-lavano i risultati dei diversi esercizi, la
Banca, dicevamo, accusava nella sua situazio
ne persino poco meno di 300 milioni in
depo-siti del Tesoro. Tale cifra notevole non
ren-deva necessario l'aumento della circolazione
per altrettanta somma che la Banca
impie-gava in sconti ed anticipazioni, e per la quale
pagava al Tesoro l'interesse d e l l ' 1 , 5 0 % .
La guerra produsse due effetti: quello di
ridurre notevolmente questo fondo di
dispo-nibilità sulla quale da molti anni ormai la
Banca operava; e in pari tempo quello di
acdTescere i bisogni delle industrie e dei
commerci, i quali meno facilmente
poteva-no, e specie nell'Oriente, riscuotere i loro
crediti.
E' naturale quindi che la Direzione della
Banca si sia trovata nel bivio : o togliere
alla economia del paese l'alimento nel
mo-mento in cui ne cresceva il bisogno; o
for-zare i limiti della circolazione.
Con giusto criterio, e con prudente
mi-sura la Direzione della Banca scelse la
se-conda strada; e da ciò il provvedimento del
Governo che tolse, in parte, la rigida
bar-riera che limitava inesorabilmente la
circo-lazione della Banca.
In pari tempo le condizioni del mercato
monetario internazionale rendevano
neces-sario l'aumento dello sconto, cosicché fu
più sensibile la rarefazione, sul mercato
nazionale, del capitale.
Il momento acuto però di questa situa
zione necessariamente tesa, sembra
sorpas-sato in quanto l'ultima situazione della
Banca, sulla quale appunto brevemente
di-scorriamo, dimostra che la precedente
ten-sione è sensibilmente diminuita.
Già è notevole che la riserva in oro e
ar-gento, e quindi esclusi i titoli equipollenti,
è aumentata dal 31 dicembre 1911 al 31
di-cembre 1912 di 32,3 milioni, il che prova
che la Banca ha saputo approfittare di tutti
i momenti favorevoli per accrescere la
en-tità dell' incasso.
66
L'ECONOMISTA
2 f e b b r a i o 191365 milioni riducendosi a 490,5 milioni,
men-tre non è mutato quello dell'estero, 69
mi-lioni. Ma sono alquanto aumentate le
'anticipazioni da 120 a 129 milioni.
La partita della circolazione, che ebbe
massimi molto alti durante l'anno, è però
discesa, nella parte coperta dal solo 40 %
di riserva, ad 873 milioni, cioè 45 milioni
meno della fine dell'anno precedente, per
contro è aumentata di 52 milioni la cifra
della circolazione con piena copertura. E si
noti ancora che l'eccedenza della circolazione
sul limite normale alla fine del 1911 era
maggiore di quella del 31 dicembre u. s. di
ben 40 milioni.
11 che dimostra, ci pare, un notevole
mi-glioramento della situazione della Banca,
conseguito in un periodo nel quale le
per-turbazioni internazionali hanno aumentata
sui mercati tanta incertezza e tante
diffi-coltà.
Notiamo ancora che la voce « servizi
di-versi per conto dello Stato e delle provincie »,
la quale appunto comprende la somma dal
Tesoro lasciata in deposito alla Banca, è
diminuita a paragone del 31 dicembre 1911
di 38 milioni.
Su tutti questi fatti e sulle cause loro
attendiamo la parola del Direttore Generale
della Banca, che li illustrerà con la solita
lucidità, rendendo certamente interessante il
commento alle variazioni che abbiamo voluto
soltanto indicare.
Istituto Itatiano di Credito Fondiario
(Esercizio 1912)
L'esercizio 1912 non ostante le vicende
politiche che hanno turbato il mercato, fu
normale per 1* Istituto italiano di Credito
Fondiario, il quale, nè per la quantità degli
affari nuovi, nè per l'andamento di quelli in
corso, ha sofferto perturbazioni.
Non è ancora noto l'esito finanziario
del-l'esercizio, poiché il bilancio in questi giorni
presentato ai sindaci, non sarà pubblicato
che verso la metà di febbraio. Ma si
cono-scono alcuni risultati, diremo così statistici,
che facciamo conoscere ai nostri lettori,
ri-servandoci di dare maggiori particolari,
ap-pena, in ordine alle disposizioni di legge, il
bilancio sia di pubblica ragione.
Risulta innanzi tutto che il complesso
de-gli affari conclusi, cioè dei contratti
stipu-lati, fu per il 1912, il massimo dalla
fonda-zione dell'Istituto, in tutti furono 210
mu-tui, per oltre 14,2 milioni, contro 192 mutui
per 16,6 milioni nel 1911. Si aumentò del
numero e la diminuzione dell'ammontare
di-mostra che la media dei mutui, quanto al
loro valore è ridotta da L. 81,000 a L. 67
mila in cifra rotonda.
Comprendendo i mutui stipulati nel 1912,
l'Istituto ha un ammontare di mutui accesi
al 1° gennaio 1913 per 244,2 milioni;
osser-vando le medie dei mutui stipulati nei
di-versi periodi, si ha nel decennio 1891-1900
una media di 8,9 milioni; nel successivo
de-cennio 1901-1910 una media di 12,3 milioni,
i due ultimi anni 1912 e 1913 hanno dato
rispettivamente mutui stipulati per 15,5 e
per 14,2 milioni.
1 244.2 milioni di mutui stipulati, si
di-videvano per la loro durata nel seguente
modo :
Da 10 fino a 20 anni N. 363 per 15,9 milioni » 20 » 30 » » 593 » 26,7 » » 30 » 40 » » 808 » 65,6 » 40 » 50 » » 1271 » 135,9
E in rapporto alla ubicazione degli
im-mobili dati in ipoteca la ripartizione dei
214,2 milioni di mutui risulterebbe la
se-guente :
Italia settentrionale N. 128 milioni 12,6 » centrale » 930 » 92,3 » meridionale • 1,646 » 118,2 » insulare » 337 » 21,1
Necessariamente i mutui a più alto saggio
di interesse sono in minor numero; cioè al
4,50 % sono 776 per 54,8 milioni ; al 4 %
sono 1,035 per 80,3 milioni, al 3,50 % sono
1225 per 107 milioni.
Occorre appena rilevare da queste cifre che
dei 224,2 milioni di mutui ben 139 hanno
la garanzia ipotecaria nell'Italia meridionale
ed insulare, il che dimostra che 1* Istituto
continua la sua opera di redenzione dall'u
sura in quelle provincie in cui maggiore ne
è sentito il bisogno.
pree-L'ECONOMISTA
67
sistenti che pagavano un interesse superiore
all'8 %.
Ora quando si tenga presente che dei 48
milioni così destinati, soltanto 1,3 riguarda
l'Italia settentrionale e 18,2 l'Italia centrale,
si ha la cifra notevolissima di 28,8 milioni
consacrati alia redenzione di altri oneri
nel-l'Italia meridionale ed insulare; cioè il
59,56 % del totale.
L'Istituto va sempre più sviluppando la
propria attività; le domande di mutuo che
nel 1911 erano state 472 per 35,7 milioni,
nell'anno passato furono 360 per 39 milioni;
la prevalenza della garanzia offerta è sempre
di beni urbani (21 milioni); però anche i beni
rustici hanno una sensibile domanda (16
mi-lioni). Si nota, tenendo conto dei soli mutui
stipulati una diminuzione del medio importo
di ciascun mutuo; nel 1911 si aveva una
media di L. 81,060 per ciascun mutuo, nel
1912 fu di 67,660. Naturalmente questa
ten-denza ha un significato molto relativo poiché
non si può pensare ad una discesa indefinita
della media, e perchè basta un mutuo per
una cifra straordinariamente alta, il quale
non può essere molto frequente, per spostare
sensibilmente la media.
Ma i fatti che a nostro avviso, più
assi-curano l'andamento sempre degno di essere
rilevato è che anche l'esercizio 1912 non ha
portato all'Istituto nessun onere in
conse-guenza delle morosità dei mutuatari ; nessun
bene immobile è passato in proprietà
del-l'Istituto per causa di espropriazione, e questo
è il sintomo più sicuro della oculata azione
della Direzione e del buon ordinamento
del-l'Amministrazione. E ancora va segnalato che
le semestralità arretrate, da riscuotersi, si
mantengono in una cifra molto limitata. Nel
1911 queste riscossioni arretrate
rappresen-tavano l'8,92 per cento delle semestralità da
riscuotersi, nel 1912 la percentuale è discesa
all'8,47 %. La direzione che in modo
par-ticolare segue tutto ciò che riguarda
l'esa-zione delle semestralità, non può che
es-sere soddisfatta dell'esito ottenuto; e infatti
gli arretrati da riscuotersi per gli anni
pre-cedenti al 1912 si riducono a meno di 48
mila lire; cifra veramente trascurabile, quando
si pensi che le abitualità ammontano già a
quasi undici milioni e mezzo.
Un'altro punto dobbiamo notare; durante
l'ultimo decennio, con una somma di mutui
accesi di più che 200 milioni, il bilancio
delle espropriazioni presenta una perdita di
poco più di 8 mila lire ; risultato invero
ot-timo, sia sotto 1' aspetto tecnico che sotto
l'aspetto legale; in questo si comprende come
sieno stati attenti e vigili tempestivamente
l'uftìcio tecnico e l'ufficio legale.
Riservandoci di dare ulteriori notizie
appena sarà reso pubblico il bilancio,
abbia-mo voluto colle cifre suesposte, per quanto
sommarie e incomplete, dimostrare quanta
cura la direzione dell'Istituto abbia posto, e
ponga al buon andamento di tutte le diverse
parti che lo compongono.
L'interesse è impazienza ?
(1)
Supponiamo infine di illustrare cogli
esem-pi questa proposizione : che il tasso di
in-teresse essendo del 5 per cento e il tasso
di impazienza di un dato individuo sia al
principio del 10 per cento.
Allora, in accordo' coll'ipotesi, l'individuo
verrà a sacrificare 100 franchi di reddito
del-l'anno vegnente, per 1 X 10 franchi di
que-sto anno. Ma nel mercato egli non può
ot-tenere un franco di quest'anno, se non
spen-dendo 1,05 dell'anno seguente.
Questa proporzione rappresenta per lui un
prezzo di buon mercato. Così egli trarrà in
prestito per esempio 100 franchi per un
anno e consentirà a rimborsarne 105, cioè
egli contrarrà prestito ai 5 percento, mentre
sarebbe stato del tutto disposto a pagare
anche il 10 per cento. Questa operazione,
aumentando il suo reddito presente e
dimi-nuendo il suo reddito futuro, tende a ridurre
il tasso della sua impazienza, e supponiamo
che lo riduca dal 10 all'8 per cento. In questa
circostanza egli trarrà in prestito un'altra
somma di 100 franchi, essendo disposto a
pagare questa volta l'8 per cento, ma non
essendo obbligato effettivamente che a
pa-gare il 5 per cento. Egli continuerà a trarre
un prestito fino a che il suo tasso di
im-pazienza si ridurrà finalmente al 5 per cento,
perchè per l'ultima o marginale somma di
100 franchi, il suo tasso di impazienza
coin-ciderà col tasso di interesse del mercato.
Come nella teoria generale del prezzo, questo
tasso marginale del 5 per cento, una volta
stabilito, si applicherà invariabilmente a
68
tutte le sue valutazioni di redditi presenti e
futuri.
Nello stesso modo, se un altro individuo,
entrando nel mercato dei prestiti sotto altro
punto di vista, ha al principio un tasso di
impazienza del 2 per cento, esso diventerà
prestante, in luogo di essere prestatore e
consentirà di accettare 102 franchi di reddito
negli anni futuri per 100 di reddito dell'anno
in corso; ma egli può trovare sul mercato
105 franchi in luogo di 102 e siccome
po-trebbe dare in prestito al 5 per cento, sarà
quindi lieto di poter prestare al 2 per cento,
approfittando del momento e luogo
favore-vole; dopo la prima somma di 100 franchi,
ne presterà perciò un'altra ancora. Ma il suo
reddito presente, ridotto per tali operazioni,
acquista un valore più grande di prima,
mentre il suo reddito futuro, che si trova
alimentato, perde di valore. Ne risulterà una
estimazione relativamente più elevata del
presente che, sotto l'impazienza della
addi-zione successiva di somme prestate, si
ele-verà gradualmente tino al livello del tasso
di interesse del mercato.
In questo ideale mercato del prestito dove
ciascun individuo potrebbe dare o prendere
in prestito liberamente i tassi di
impa-zienza dei diversi individui, finirebbero per
diventare eguali fra loro ed eguali al tasso
di interesse.
Le due individualità che abbiamo
imma-ginate si sono presentate dunque con dei
tassi di impazienza differenti dal tasso di
interesse del mercato. Questo era del 5 per
cento allorché il tasso di impazienza della
prima persona era più elevato e quello della
seconda lo era meno. Ma quando esse
eb-bero terminate le loro operazioni di prestilo
o di adattamento dei montanti dei loro
red-redditi a riguardo della loro distribuzione nel
tempo, ciascuna di esse ha messo il suo
tasso di impazienza in armonia col tasso di
interesse e col tasso di impazienza
dell'al-tro. Fintantoché vi sarà un mercato dove
ciascuno potrà trarre o dare in prestito a
volontà al 5 per cento, ciascuno avrà in
ultima analisi un tasso di impazienza del
5 per cento. Nessuno avrà un tasso
d'im-pazienza al disotto del 5 per cento, poiché
se questo tasso è al principio superiore al
5 per cento, l'interessato trarrà un prestito
per tanto quanto occorre per ricondurre questo
tasso al livello del tasso di interesse del
mercato, e nessuno avrà un tasso al disotto
del cinque per cento, perchè, se al
princi-pio questo tasso è inferiore al 5 per cento,
l'interessato darà in prestito tanto quanto
occorre per ricondurre il tasso al livello del
tasso d'interesse del mercato.
Noi vediamo così che anche gli uomini
che differiscono di più fra di loro dal
pun-to di vista della previdenza, dell'impero su
sè stessi ecc. avranno gli stessi tassi
mar-ginali d'impazienza. Questo livellamento
del-la impazienza presso differenti individui si
fa, come abbiamo veduto, col livellamento
dei loro redditi rispettivi, sia che il loro
reddito immediato si accresca a spese del
reddito futuro, sia che il loro reddito
futu-ro aumenti a spese del reddito immediato.
Noi abbiamo supposto, per maggiore
chiarezza, che i cambiamenti nei redditi si a v
-verino per tneizo di prestiti fatti o contratti,
ma in realtà essi si operano anche
attra-verso due altri mezzi. L'uno consiste nella
compera e la vendita di proprietà ; è
evi-dente che quando un uomo compera una
proprietà, come una foresta in sviluppo che
gli porterà dei redditi in un avvenire
lon-tano, o quando vende una proprietà, come
dei mobili o delle azioni, a breve termine
che gli apporteranno un reddito più
imme-diato, queste operazioni possono cambiare
profondamente il carattere del suo reddito
presente e futuro. L'altro mezzo consiste
nel cambiare gli usi ai quali il capitale è
destinato, cioè di cambiare l'uso della terra,
sia facendole produrre delle raccolte
imme-diate, sia facendovi delle piantagioni, che
non rendono che nell'avvenire lontano. Ma
che si modifichi il reddito dando o prendendo
in prestito, acquistando o vendendo,
cam-biando l'impiego del suo capitale, il punto
essenziale è che l'uomo modifica così la
di-stribuzione del suo capitale nel tempo e che
procedendo in tal modo esso eleva od
ab-bassa il tasso della sua impazienza in modo
da metterla in armonia col tasso di interesse
del mercato. (Continua)
RIYI5T/1 BlBLIOQRdFICd
P R O F . G I U S E P P E P R A T O . — Le dogane interne nelsecolo XX (il mercantilismo municipale). Torino,
S . T . E . N . 1 9 1 1 , pag. 5 9 .
2 febbraio 1913
L'ECONOMISTA
69 con c a u t e l a n o n con rigido e s a m e dei fatti, as u f f r a g a r e le s u e tesi, d i m o s t r a che a poco a poco i municipi italiani, con l ' u s o e l ' a b u s o delle tariffe del dazio c o n s u m o , v a n n o c o s t i t u e n d o un vero e p r o p r i o protezionismo delle città con-tro il contado ed a n c h e c o n t r o le a l t r e città.
Lo spazio non ci p e r m e t t e qui di e s a m i n a r e come p u r v o r r e m m o q u e s t o i n t e r e s s a n t e s t u d i o , m a s a r e b b e d e s i d e r a b i l e che coloro i quali d o r -m o n o d a tanti a n n i s u l l a p r o -m e s s a di u n a ri-f o r m a dei tributi locali e che p u r a v e v a n o ini-ziato un m o v i m e n t o per la t r a s f o r m a z i o n e del dazio c o n s u m o , l e g g e s s e r o q u e s t o lavoro del prof. P r a t o e c o m p r e n d e s s e r o bene che ogni ul-t e r i o r e i n d u g i o r e n d e più difficile e s ul-t i r p a r e la m a l a p i a n t a che ormai i n q u i n a t a n t a p a r t e della vita economica del p a e s e .
A v v . T E O B A L D O P K R O T T A . — Le Camere (li Com-mercio, e l'industria., (Commuto , iiotf tifi \fiP~
,^unft)n|Pe^aro, C o° Pe r a t'v a tipografica, 1911, pag. 100 (L. 3).
L ' A u t o r e p u b b l i c a e c o m m e n t a q u a s i articolo per articolo la n u o v a legge 20 Marzo 1910, sulle C a m e r e di c o m m e r c i o ed il relativo r e g o l a m e n t o del F e b b r a i o 1911.
L ' opuscolo contiene o s s e r v a z i o n i s e n s a t e molte delle q u a l i però s a r e b b e r o s t a t e b e n e nel caso del jure condendo, e s e m b r a n o m e n o utili di f r o n t e ad u n jure condito così r e c e n t e . T u t -tavia p o s s o n o e s s e r giovevoli ad u n a migliore i n t e r p r e t a z i o n e della legge.
J U L E S G U E S D E . — Questions d'hier et
d'aujour-d'hui (Le Beformisme Bourgeois — Les Syn-dicats et le Partis Socialiste — L'antimilita-risme et la Guerre — La question agraire — La cooperation). P a r i s , V. Giard et E. Brière,
1911, pag. 81.
L ' A u t o r e è, c o m e t u t t i s a n n o , s o c i a l i s t a in-t r a n s i g e n in-t e nel s e n s o che n o n a m m e in-t in-t e l'alleanza e n e m m e n o )a collaborazione di altri p a r -titi à coté col socialismo, il q u a l e d e v e cammi-n a r e d i r i t t o al s u o scopo, s e cammi-n z a d e v i a r e per a v e r e aiuti e s t e r n i , senza c o l l a b o r a r e colla bor-g h e s i a , a n c h e se s i m p a t i z z a n t e , fidando unica-m e n t e sulle p r o p r i e forze.
S o p r a t u t t o l ' o p u s c o l o è d i r e t t o c o n t r o il p a r -tito radicale a cui d i c e : le r i f o r m e che voi ci p r o m e t t e t e noi le a c c e t t i a m o volentieri p e r c h è s a r a n n o n u o v e a r m i a n o s t r a d i s p o s i z i o n e c o n t r o di voi.
Va s e g n a l a t o il b r i l l a n t e d i s c o r s o del G u e s d e in cui tenta di togliere a s p r e z z a al conflitto tra socialismo (che egli c h i a m a il solo p a r t i t o
eco-nomico) ed il s i n d a c a l i s m o .
li. A C C A D E M I A DEI L I N C E I . — Cinquant'anni di Storia Italiana. — Milano, U. lioepli 1911.
È d a poco uscito a n c h e il terzo v o l u m e 4" q u e s t a i m p o r t a n t i s s i m a raccolta di m o n o g r a f i e che d à conto del p r o g r e s s o c o n s e g u i t o nei cin-q u a n l ' a n n i s u l l a n o s t r a Italia in t u t t i i rami della scienza.
Di tali m o n o g r a f i e che più s t r e t t a m e n t e in-t e r e s s a n o la m a in-t e r i a di cui si o c c u p a
l'Econo-mista, a b b i a m o a s u o tempo p a r l a t o , di a l t r e
ci p r o p o n i a m o di p a r l a r e in s e g u i t o . Q u i d i a m o l ' i n d i c e dei tre volumi r i c h i a m a n d o s u di e s s o la a t t e n z i o n e d e l lettore perchè, s e b b e n e si p o s s a rilevare q u a l c h e l a c u n a , t u t t a v i a essi costitui-scono un c o n t r i b u t o i m p o r t a n t i s s i m o alla s t o r i a c o n t e m p o r a n e a .
Volume I — B l a s e r n a Pietro : Introduzione ; — De Cesare Raffaele : Sommario di storia politica
ed amministrativa d'Italia ; — B e n i n i Rodolfo: La demografia italiana nell'ultimo cinquantennio;
•Geloria Giovanni e Gliaraas E r n e s t o :
Triango-lazione geodetica e cartografia ufficiale nel Pe-gno ; — F e r r a r i s Carlo F. : Ferrovie; —
Maio-r a n a Q u i Maio-r i n o : Posta, telegMaio-rafo, telofono; — Colombo G i u s e p p e : Trasporto dell'energia ; — K o e r -ner Guglielmo : L'industria chimica in Italia
nel cinquantennio ; — B a l d a n i Luigi : La carta geologica d'Italia ; — Bava B e c c a r i s Firenze : Esercito italiano, sue origini, suo successivo am-pliamento, stato attuale; — Bozzoni G u s t a v o : Marina militare e costruzioni navali ; Millosevich
Elia : Le principali esplorazioni geografiche
ita-liane nell'ultimo cinquantennio.
Volume II — Pigorini L u i g i : Preistoria; — Gatti G i u s e p p e : Archeologia; — Masi Vincenzo:
Istruzione pubblica e privata; — B r u g i Biagio: Giurisprudenza e Indici; Ademollo U m b e r t o : Colonie; Palazzo L u i g i : Meteorologia e Geodina-mica ; — Valenti Gino : L'Italia agricola dal 1861 al 1911 ; — C a r a v a g g i o E v a n d r o : Benefi-cenza pubblica di Stato o legale e privata : —
Besso Marco : La previdenza sociale nel
Kisor-gimento.
Volume III — G r a s s i B a t t i s t a : I progressi
della sociologia e delle sue applicazioni pratiche conseguiti in Italia nell'ultimo cinquantennio ; —
Coletti F r a n c e s c o : Dell'emigrazione italiana ; — S t r i n g h e r B o n a l d o : Gli scambi con l'estero e la
politica commerciale italiana dal 1860 al 1910.
Il movimento del Porto di Genova nel 1912
L'Ufficio di s t a t i s t i c a del Consorzio a u t o n o m o del porto di Genova, i n v i a i d a t i relativi al no-s t r o m a no-s no-s i m o porto m e r c a n t i l e , no-s i n o ai 31 di-cembre 1912.70 L'ECONOMISTA 2 febbraio 1913
anche la r e s i s t e n z a economica del porto di Ge-nova d i m o s t r a n d o n e ia solidità.
, (tome già in altri periodi critici, le condizioni della s u a a t t i v i t à si sono rilevate s u p e r i o r i alle contingenze più d i v e r s e e più gravi di c a r a t t e r e i n t e r n o e di c a r a t t e r e internazionale.
Le c a u s e di d e p r e s s i o n e non m a n c a r o n o in-fatti e f u r o n o serie. Per ciò che concerne la g u e r r a m e n t r e gran parto del materiale requisito dallo S t a t o per i t r a s p o r t i di g u e r r a a p p a r t e n e v a al porto di Genova, ed il s u o a l l o n t a n a m e n t o dovette farvi s e n t i r e c o n s e g u e n z e p e n o s e , vice-v e r s a poco o nulla G e n o vice-v a partecipò dei bene-fici che il movimento di t r a s p o r t i per la n u o v a colonia offerse altrove.
Per q u a n t o r i g u a r d a l ' e c o n o m i a della regione i n t e r n a che a l i m e n t a a p p u n t o il t r a n s i t o del porto di Genova occorre o s s e r v a r e che in quella zona a p p u n t o si t r o v a n o c o n c e n t r a t e la maggior parte di quelle i n d u s t r i e nazionali, che e s s e n d o già in crisi, f u r o n o poi a n c h e più provate dalle speciali condizioni del conflitto italo-turco come l ' i n d u s t r i a cotoniera e quella serica.
Il porto dì Genova, infine, u n o dei maggiori emporii c a r b o n i f e r i del m o n d o e p r i m o del Me-d i t e r r a n e o , n o n poteva non r i s e n t i r e f o r t e m e n t e del g r a n d e sciopero c a r b o n i e r o inglese.
Con t u t t o q u e s t o l ' a n n o 1912 p r e s e n t a un mo-vimento di t o n n . 7,322,000, e cioè un a u m e n t o di tonn. 170,000 in c o n f r o n t o col precedente a n n o 1911.
La r e s i s t e n z a del porto a t u t t e le c a u s e di d e p r e s s i o n e s u a c c e n n a t e si m u t ò infatti in ra-pida e forte ripresa non a p p e n a la pace fu con-c h i u s a , e si deve al tempo v e r a m e n t e p e s s i m o che h a t r a v a g l i a t o nelle ultime s e t t i m a n e l'A-tlantico se il r i s u l t a t o non si potè a f f e r m a r e a n c h e più b r i l l a n t e m e n t e . I n f a t t i negli ultimi dieci giorni del d i c e m b r e 1912 si è a v u t o un a r r i v o di t o n n . 1(52,380, di merce in c o n f r o n t o a t o n n . 187,822 del c o r r i s p o n d e n t e periodo 1911, nel q u a l e p u r e era al s u o pieno la g u e r r a .
Ecco del resto i primi dati r i a s s u n t i v i di t u t t o il complesso movimento portuale quali si ap-p r e n d o n o d a l l ' Ufficio di s t a t i s t i c a consortile alle ore 17 del 31 d i c e m b r e 1912.
Per il m o v i m e n t o m a r i t t i m o si e b b e r o : Navi a r r i v a t e 6141 (meno 346 che nel 1911), Navi p a r t i t e 6118 (meno 330 che nel 1911). T o t a l e m o v i m e n t o : Navi 12,259 ossia 676 meno che n e l l ' a n n o precedente. La loro stazza netta ri-sultò per gli arrivi di t o n o . 7,251,674 con u n a differenza di t o n n . 290,978 in m e n o s u quella c o r r i s p o n d e n t e d e l l ' a n n o 1911, per le p a r t e n z e di t o n n . 7,169,170 e cioè t o n n . 333,386 in meno e c o m p l e s s i v a m e n t e f r a a r r i v i e p a r t e u z e
ton-nellate di stazza 14,420,844 (meno t o n n . 624,364 che nel 1911).
11 m o v i m e n t o commerciale m a r i t t i m o ebbe allo s b a r c o t o n n . 6,183,631 di cui t o n n . 3,087,898 di c a r b o n e e t o n n . 3,095,733 di merci v a r i e . Ciò vuol d i r e r i s p e t t o al 1911 t o n n . 89,924 in meno di c a r b o n e e t o n n . 203,180 in più di merci varie.
L e merci i m b a r c a t e f u r o n o t o n n . 1,139,165 con un a u m e n t o di t o n n . 56,630.
Lo s b a r c o ed i m b a r c o r i u n i t i a m m o n t a r o n o quindi a t o n n . 7,322,766 e cioè t o n n . 169,886 più che nel 1911.
Il m o v i m e n t o delle merci a u m e n t ò , tra s b a r c o e i m b a r c o di t o n n . 259,810.
Al m o v i m e n t o ferroviario si ebbero, merci scaricate t o n n . 742,724 (più 67,004 r i s p e t t o al 1911), merci caricate t o n n e l t a t e 4,787,916 (più 59,653 r i s p e t t o al 1911), totale t o n n . 5 , 5 3 0 , 6 4 0 (più 126,657 che nel 1911).
I vagoni scaricati f u r o n o 102,984 (più 5491 che nel 1911), quelli caricati f u r o n o 360,723 (più 1152 che nel 1911). I n totale si ebbe q u i n d i un m o v i m e n t o di vagoni 463,707 ossia 6643 in più che nel 1911.
II carico medio per v a g o n e r i s u l t ò di t o n n e l -late 13.27 ossia t o n n . 0.12 in più che nel pre-cedente a n n o .
P e r il m o v i m e n t o o p e r a i o svoltosi in 304 g i o r n i lavorativi e in 62 festivi si e b b e r o :
Ai c a r b o n i g i o r n a t e 378,704 per gli operai di ruolo (meno 4391), e 5041 per gli avventizi (meno 5233), ed in totale g i o r n a t e 383,745, con g i o r n a t e 9624 in m e n o r i s p e t t o al 1911.
11 movimento alle merci varie diede luogo a g i o r n a t e 443,700 per gli operai di ruolo (più 8134) e g i o r n a t e 13,557 per gli avventizi (più 2224) con un totale di g i o r n a l e 457,257 e cioè
10,358 in più s u l l ' a n n o p r e c e d e n t e .
In complesso alle operazioni commerciali del porto gli operai di r u o l o d e d i c a r o n o g i o r n a t e 822,404 (più 3743), quegli avventizi g i o r n a t e
18,598 e cioè 3009 in m e n o ; in totale g i o r n a t e 841,002 con un a u m e n t o sul 1911 di gior-nate 734.
L'assicurazione del 1912 in Austria
Gli a v v e n i m e n t i politici di cui f u t e a t r o l ' E u ropa ebbero p u r e il loro contraccolpo s u l l ' a n -d a m e n t o -degli affari -d ' a s s i c u r a z i o n e in genere.
71
padre di famiglia per la conclusione di nuove assicurazioni. Bisogna poi riconoscere che le compagnie a u s t r o - u n g a r i c h e f u r o n o specialmente colpite da due avvenimenti di notevole impor-tanza politica ed economica : la g u e r r a in Oriente ed il Monopolio italiano, vale a dire nelle re-gioni dove r i t r a g g o n o la maggior parte del loro lavoro estero. P r i m a a soffrirne è n a t u r a l m e n t e l ' a s s i c u r a z i o n e sulla vita. D ' a l t r a parte tutte le causali precitate invitano i possessori di polizze d ' a s s i c u r a z i o n e sulla vita a chiedere prestiti su polizze od a riscattarle, tanto più che d a t o l'alto saggio d ' i n t e r e s s e del mercato finanziario, questi prestiti sono in definitiva un buon mezzodì cre-dito. La mortalità in genere è d i s c r e t a , però si prevede che la n o t a d a pagare a u m e n t e r à q u a n d o s a r a n n o liquidati tutti i sinistri causati dalla g u e r r a balcanica e che non s a r a n n o indifferenti, in seguito a l l ' a s s u n z i o n e del rischio di g u e r r a d a parte delle grandi Compagnie a u s t r i a c h e ope-r a n t i nelle ope-regioni belligeope-ranti.
U n a preoccupazione assai grave per le Società A u s t r i a c h e è il r i b a s s o dei valori e dei titoli di cui è costituito in buona parte ii loro attivo (circa 800 milioni di corone alla finedel 1911), inconveniente il quale è sempre più difficile far fronte, le riserve speciali già costituite per le oscillazioni di valori essendo già fortemente in-taccate.
P r e n d e n d o perciò esempio dalle C a s s e di Ris p a r m i o , è intenzione delle Società a u Ris t r o u n -gariche di valutare secondo metodi più razionali i valori e titoli per evitare in avvenire forti sva-lutazioni nel loro Bilancio.
Gli affari ipotecari h a n n o poi d o v u t o s u b i r e u n forte a r e n a m e n t o , le Società non e s s e n d o più in grado di corrispondere i fondi necessari e ciò in seguito ai prestiti concessi dallo Stato d a parte delle Società di assicurazione.
A b b a s t a n z a favorevole è invece l ' a n d a m e n t o degli affari incendio e le Compagnie si r i f a n n o poco a poco aelle perdite catastrofiche del 1911. Soddisfacente è pure il corso d e l l ' a s s i c u r a z i o n e i n f o r t u n i : la r e s p o n s a b i l i t à civile s a r à favorita q u e s t ' a n n o (1912) d a un notevole a u m e n t o del portafoglio.
I v e g g i s u l g i u o c o E' noto come il P a r l a m e n t o f r a n c e s e con legge p r e s e n t a t a dal Ministero Clemenceau, avesse provveduto a limitare con speciali concessioni a t a l u n e località, in specie climatiche e bal-neari, l'esercizio del giuoco in appositi Circoli o Casini.
In seguito a l l ' e s p e r i m e n t o f a t t o , in q u e s t o ultimo q u i n q u e n n i o , della n u o v a legge, che non
h a dato luogo ad alcun inconveniente, anzi h a giovato alla c h i u s u r a di molte bische clande-s t i n e , che prima di detta legge p u l l u l a v a n o , aclande-s- as-sicurando nel tempo s t e s s o allo S t a t o e ai Co-muni notevoli concorsi a scopo di beneficenza, o r a il Governo h a elaborato un p r o g e t t o di legge complementare rivolto a meglio disciplinare le n o r m e dei Circoli o Casini, cui d a l l ' a u t o r i t à è permesso il giuoco.
Il nuovo progetto stabilisce un prelevamento sui proventi devoluti secondo la legge Clemen-ceau, allo Stato e ai Comuni d e s i g n a t i , nella misura s e g u e n t e :
Sui profitti lordi inferiori a L. 500,000 il 15 % allo Stato e fino al 15 % ai Comuni : il 30 % r a p p r e s e n t a in questo caso il m a s s i m o preleva-mento.
Segue quindi q u e s t a p r o g r e s s i o n e :
Profitti lordi Stato Comuni d a 500,000 fr. a 3 milioni 25 % 10 % d a 3 a 5 milioni 35 % 5 % oltre i 5 milioni 45 % 5 % Il prelevamento s a r à effettuato in modo pro-gressivo nella m i s u r a e con la tariffa s o p r a in-d i c a t a .
Inoltre le t e s s e r e di a m m i s s i o n e nei detti Cir-coli o Casini autorizzati p a g h e r a n n o un diritto di bollo in relazione alla d u r a t a delia loro va-lidità. Il progetto di legge non porla innovazione a l c u n a sulla destinazione dei fondi provenienti dal giuoco, i quali c o n t i n u e r a n n o ad essere di-stribuiti in aiuti alle Associazioni ed altre isti-tuzioni di pubblica a s s i s t e n z a , di previdenza, d ' i g i e n e o di pubblica utilità, secondo è dispo-sto dalla vigente legge Clemenceau del 15 giu-gno 1901.
8 2 febbraio 1913
Organizzazione operaia
Dal volume di recente pubblicato dall'Ufficio del Lavoro s o p r a l'organizzazioneoperaia in Italia al 1° gennaio 1911 si rilevano i seguenti dati. Nel 1910 vi erano in Italia 847.530 organizzati, il movimento h a il suo culmine nel!' Italia cen-trale, con 355.883 organizzati. L ' I t a l i a setten-trionale (Piemonte, Lombardia, Veneto) ne h a 303.514 in 2.454 leghe. I socialisti h a n n o 4.806 Camere del lavoro con 488.324 soci cattolici or-ganizzati sono 111.316 (circa il 15 % del totale) e a cifre grosse essi s t a r e b b e r o alle forze so-cialiste in ragione di due terzi contro un terzo. Messe a c o n f r o n t o le organizzazioni cattoliche col totale delle forze organizzate si h a la se-guente tabella :
. . . . Cattolici Totale egiom organizzati organiz. Piemonte . . 5.310 51.820 Liguria . . . 975 23.838 L o m b a r d i a . . 60.146 175.839 Veneto . . . 18.130 52 017 Emilia . . . 672 95.456 R o m a g n a . . 4.879 180.053 T o s c a n a . . . 1.548 34.466 Marche . . . 4.368 16.629 U m b r i a . . . — — Lazio. . . . 1.465 6.525 Abruzzi . . — 1.355 C a m p a n i a . . 666 39.681 Puglie . . . 850 59.946 Basilicata . . — 2 . 4 3 3 Calabrie . . 3.351 6.037 Sicilia . . . 9.014 75.288 S a r d e g n a . . — 3.453 Q u a n t o alla d i s t r i b u z i o n e per i n d u s t r i e , i cat-tolici h a n n o le maggiori reclute n e l l ' a g r i c o l t u r a (46 mila), tessili (35 mila), vestiario (2 mila), f e r r o v i a (2 mila), varie e miste. (16 mila). I so-cialisti p r e d o m i n a n o invece n e l l ' a g r i c o l t u r a , me-tallurgiche, edilizia, laterizi, zolfare, industrie poligrafiche, a r r e d a m e n t o , legno. Ma a n c h e qui la percentuale degli organizzati è s e m p r e mi-nima (62 mila) in c o n f r o n t o agli o r g a n i z z a t i l i (settecentomila).
Meno diffusa è l'organizzazione federale, la quale nel 1911 h a a v u t o uu regresso finanziario.
Nel 1910 i soci delle Federazioni e r a n o valu-tati a 166 mila e le entrate 589 m i l a ; nel 1911 i soci (compresi 55 mila ferrovieri del S i n d a c a t o ferroviario non calcolati nel computo precedente) salirono a 209 mila, ma le e n t r a t e discesero a 478 mila lire.
Il n u m e r o degli operai organizzati nelle Ca-mere del lavoro è : 28.255 soci nel Piemonte ;
132.003 nelle R o m a g n e ; nell' Emilia, 85.919 ; nella L o m b a r d i a , 7 1 . 1 6 6 ; nella Sicilia, 37.280; nella C a m p a n i a , 3 1 . 5 6 4 ; seguono le Puglie, la L i g u r i a , la T o s c a n a , il Lazio, il Veneto, le Marche, l ' U m b r i a . Relativamente al totale degli organizzati per regione la più alta percentuale di organizzati aderenti a Camere del lavoro è d a t a dall' Emilia, coll'89 % dalla C a m p a n i a ; dalla S a r d e g n a ; dalla R o m a g n a ; il Piemonte e t n i a a p p e n a il 35 % ; vengon poi la Lombar-dia, le Puglie, il Veneto, gli Abruzzi, le Cala-brie. Dieci Camere contano più di 15 mila soci, sono quelle di Milano, F e r r a r a , Bologna, Ra-venna, Napoli, Reggio Emilia, P a r m a , Miran-dola, Foggia. T o r i n o h a circa 12 mila s o c i ; Biella 6 mila ; Vercelli ancor meno. Il contri-buto camerale a n n u o va d a un minimo di lire 0 , 3 0 ad un m a s s i m o di L . 5,20.
Contro la tassa sulle aree fabbricabili
Alla Giuuta Municipale di Milano è stato pre-s e n t a t o u n ricorpre-so contro la t a pre-s pre-s a pre-sulle aree fabbricabili d a alcuni piccoli proprietari, orto lani del s o b b o r g o . Si t r a t t a di piccoli proprie-tari di terreno loro p e r v e n u t o a l l ' i n f u o r i di qual-siasi i n t e n t o di speculazione, proprietari che non h a n n o , od h a n n o in piccola m i s u r a , a l t r e r i s o r s e finanziarie. P e r essi la t a s s a è c o m m i s u r a t a al 2 per cento a l l ' a n n o sul capitale, ma su un ca-pitale fittizio, e cioè il prezzo che si potrebbe ricavare d a u n a vendita per uso di fabbrica, così che il cespite t a s s a t o s a r e b b e non un e.ite positivo, ma u n a speranza od u n a illusione.
posse-9 2 febbraio 1posse-913
dei e altri uolevoii redditi o mezzi patrimoniali ; tale presunzione non h a logico fondamento, non risponderebbe alla verità per la classe di pro-prietari accennati.
A coonestare 1' introduzione della tassa fu addotta la necessità per Milano di stimolare la fabbricazione di nuove case e la vendita delle aree occorrenti, aree che si dicevano incettate e t r a t t e n u t e dai possessori per ottenere un rial-zo di prezzi creando la carestia degli stabili ; la tassa doveva essere una vera penalità per chi non fabbricava o non vendeva. Si osservò dagli oppositori d u r a n t e la d i s c u s s i o n e dell'ar-gomeoto che, in u n a città p i a n a come la no-s t r a , la e n o r m e q u a n t i t à d ' a r e a dino-sponibile escludeva (per effetto della concorrenza) la pos-sibilità di un monopolio che creasse, secondo l ' e s p r e s s i o n e dei tautori della t a s s a , la fame delle aree e delle case: ma invano, e la t a s s a fu istituita. B?-Bl r i i l i " j L
La conclamata e s u b e r a n z a di abitazioni of-ferte r i s u l t a dai dati ufficiali, l ' a r r e s t o degli acquisti di terreni per fabbriche è notorio, cosi che lo stesso Comune (certamente non incet-tatore per creare il disagio) non riesce a ven-dere i suoi, come f u ufficialmente d i c h i a r a t o .
Alle difficoltà per la vendita è da a g g i u n g e r s i , _ proseguono i ricorrenti - che la mancanza di capitali h a impedito loro di fabbricare e d ' a l t r a parte q u e s t a m a n c a n z a e la piccola con-sistenza della loro proprietà h a n n o reso impos-sibile a loro di fare spese per a d a t t a m e n t i o d a r e contributi al Comune per ottenere viabilità e servizi pubblici atti a favorire la vendita.
Nel ricorso — riprodotto dal giornale dell'As-sociazione Proprietari di Case - si prosegue poi e s a m i n a n d o la questione generale della conve-nienza di addivenire alia abolizione della t a s s a sulle aree fabbricabili.
I 400 milioni di Buoni del Tesoro
A proposito d e l l ' a c q u i s t o di 400 milioni di Buoni del T e s o r o , d a parte di un Consorzio co-stituito d a Banche italiane, il « Popolo R o m a no » scrive :« Non si può a meno di c o n s t a t a r e con viva soddisfazione q u e s t a n u o v a prova di nazionale solidarietà, d a t a dalle n o s t r e sfere finanziarie e bancarie, che, sotto l'egida del maggiore Isti-tuto di credito, h a n n o a s s u n t o la n u o v a , im-portante operazione del Tesoro, nella forma più a d a t t a per escludere q u a l s i a s i influenza pertur-batrice dei mercato, ad un t a s s o conveniente per lo Stato, e con un o n e s t o beneficio proprio. »
A questo proposito, il « M e s s a g g e r o » s c r i v e :
« La F i n a n z a italiana dà, con q u e s t a operazio-ne, una nuova prova della s u a solidità, del s u o patriottismo e dellu sua b u o n a a r m o n i a . E ' questa u n a buona risposta ai recenti articoli apparsi su giornali e su riviste inglesi, intesi a r a p p r e s e n t a r e sotto foschi colori il presente e l'avvenire economico d ' I t a l i a . »
Anche la « Vita » là rilevare che la collocazione dei nuovi Buoni del T e s o r o tutti a l l ' i n -terno, è la prova più eloquente della positiva potenzialità del nostro Paese ; e che è d a ri-conoscere l ' i l l u m i n a t o p a t r i o t t i s m o degli Isti-tuti e delle persone che c o n t r i b u i s c o n o efficace-mente a q u e s t o r i s u l t a t o t r i o n f a n t e per l ' I t a l i a .
Il catasto probatorio nella Libia
Il Ministro on. Bertolini h a dato istruzioni ai Governatori per la sollecita attuazione delle disposizioni contenute nel fi. D. sul riordina-mento della proprietà fondiaria nella Libia, che più avanti pubblichiamo. I nuovi uffici ca-tastali, o fondiari, vengono istituiti nei centri principali della Colonia, quali Tripoli, Bengasi, B e r n a , H o m s , Misurata etc. ed anche in quelli, dove il Governo turco non era riuscito, per la tenace opposizione delle popolazioni, non e r a riuscito ad istituirli. La c a u s a di questa oppo-sizione proveniva dalle conseguenze fiscali del catasto, che doveva servire u n i c a m e n t e di base per le contribuzioni fondiarie, che il Governo turco si proponeva e s c l u s i v a m e n t e di percepire. Ora col decreto Bertolini viene organizzato un nuovo catasto col sistema probatorio ai soli fi-ni giuridici, onde poter c o n s e g n a r e ai proprio-tari il titolo r a p p r e s e n t a t i v o del fondo, che valga sia per gli affitti, come per i contratti di cessione della proprietà. L' ufficio di Tripoli è già in via di formazione e s a r à affidato ad un giovane m a g i s t r a t o , che per gli studi d a lui compiuti sui luoghi e per aver esercitato più anni la giustizia nelle colonie, ha n a t u r a l m e n t e speciale competenza in m a t e r i a di diritto a r a b o . Il catasto probatorio dei beni di libera proprie-tà (mulk) s a r à ricostituito in b u o n a parte coi documenti che si poterono r i c u p e r a r e m a l g r a d o l'azione d e v a s t a t r i c e delle A u t o r i t à turche, che b r u c i a r o n o s t u p i d a m e n t e gli uffici, man m a n o che si r i t i r a v a n o n e l l ' i n t e r n o . A l t r a parte di do-cumenti si s p e r a di avere dal Destener Kanè (specie di archivio speciale) dove, per la legi-slazione o t t o m a n a e r a n o inviati i duplicati deiTapiù, cioè delle iscrizioni catastali con
carat-tere definitivo. T u t t e le altre immatricolazioni pei nuovi registri fondiari si p o t r a n n o compiere mercè la r a p i d a e s i c u r a p r o c e d u r a fissata dal
10 2 febbraio 1913
r e c e n t e Dec r e t o. E ' s p e r a b i l e che in b r e v e tempo l ' o p e r a i n i z i a t a d a l l ' o r i . B e r t o l i n i v e n g a p o r t a t a a c o m p i m e n t o . A l l o r a le n u o v e r e g i o n i a -v r a n n o un o r d i n a m e n t o g i u r i d i c o d e l l a p r o p r i e t à a s s a i p i ù p r o g r e d i t o del n o s t r o , che a g e v o l e r à di molto il m o v i m e n t o d e l l a vita e c o n o m i c a di q u e l l e p o p o l a z i o n i .
IL REGIO DECRETO
PER L'ASSETTO DELLE PROPRIETÀ FONDIARIE
in Tripolitania e in Cirenaica
11 Ile h a f i r m a t o il s e g u e n t e d e c r e t o , p r e -s e n t a t o dal M i n i -s t r o delle Colonie, o n . Ber-:olini : Vittorio E m a n u e l e 111, ecc. Vista la legge 125 f e b b r a i o 1912, N. 8 3 ; Visto il N o s t r o D e c r e t o 2 0 n o v e m b r e 1912. N. 1205; R i t e n u t o c h e , a n c h e p e r c a u s a d e l l a d i s t r u -zione o d i s p e r s i o n e , a v v e n u t a d u r a n t e la g u e r r a , degli a t t i e d o c u m e n t i r e l a t i v i a l l ' a s s e t t o della p r o p r i e t à f o n d i a r i a nella T r i p o l i t a n i a e nella Ci-r e n a i c a , allo s c o p o di a s s i c u Ci-r a Ci-r e il Ci-r i s p e t t o dei d i r i t t i e s i s t e n t i , e di f a v o r i r e , con la certezza dei p o s s e s s i , lo s v i l u p p o e c o n o m i c o del p a e s e , è n e c e s s a r i o ed u r g e n t e p r o v v e d e r e a l l ' a c c e r t a -m e n t o delle p r o p r i e t à e a l l a r i c o s t i t u z i o n e dei relativi titoli ; S e n t i t o il C o n s i g l i o dei Ministri ; S u l l a p r o p o s t a del N o s t r o M i u i s t r o S e g r e t a r i o di S t a t o per le Colonie ; A b b i a m o d e c r e t a t o e d e c r e t i a m o : A r t . 1. — È d i s p o s t o l ' a c c e r t a m e n t o dei di-ritti f o n d i a r i e s i s t e n t i nella T r i p o l i t a n i a e nella C i r e n a i c a . Le r e l a t i v e o p e r a z i o n i s a r a n n o ini-z i a t e nelle d i v e r s e l o c a l i t à , s e c o n d o che s a r à d e t e r m i n a t o con speciali Decreti del G o v e r n a -t o r e , p r e v i a a u -t o r i z z a z i o n e del M i n i s -t r o delle Colonie.
A r t . 2 . — S a r a n n o a l l ' u o p o istituiti nei prin-cipali c e n t r i d e l l a C o l o n i a , uffici f o n d i a r i , che p r o v v e d e r a n n o a g l i a c c e r t a m e n t i ed a l l a c o n s e r -v a z i o n e della p r o p r i e t à f o n d i a r i a .
Il Capo dell'Ufficio f o n d i a r i o s a r à n o m i n a t o con d e c r e t o del M i n i s t r o delle Colonie.
P r e s s o c i a s c u n ufficio s a r à i s t i t u i t a u n a com-m i s s i o n e c o n s u l t i v a di n o t a b i l i , n o com-m i n a t a con d e c r e t o d e l G o v e r n a t o r e . L e n o r m e p e r il f u n z i o n a m e n t o degli uffici f o n d i a r i s a r a n n o s t a b i l i t e a t e n o r e dello a r t i -colo 17.
A r t . 3 . — P r e s s o gli uffici f o n d i a r i s a r à isti-t u i isti-t o un r e g i s isti-t r o g e n e r a l e , c h e d o v r à c o n isti-t e n e r e t u t t e le i n d i c a z i o n i n e c e s s a r i e p e r la e s a t t a de-t e r m i n a z i o n e dei f o n d i e degli a v e n de-t i d i r i de-t de-t o sui
m e d e s i m i ; e cioè : la d e s c r i z i o n e d e l l ' i m m o b i l e , i confini, la s u p e r f i c i e , la n a t u r a del d i r i t t o ed il titolo, le g e n e r a l i t à del t i t o l a r e , i d i r i t t i r e a l i g r a v a n t i s u l l ' i m m o b i l e , i p a s s a g g i con le indi-cazioni r e l a t i v e ai n u o v i t i t o l a r i , ed in c a s o di a t t i a titolo o n e r o s o il prezzo p o r t a t o n e l l ' a t t o . Il s u d d e t t o r e g i s t r o s a r a d i v i s o in d u e p a r t i , u n a p e r la p r o p r i e t à u r b a n a , l ' a l t r a per q u e l l a r u s t i c a , e s a r à t e n u t o p e r o r d i n e c r o n o l o g i c o e r e d a t t o in i t a l i a n o ed i n a r a b o . A r t . 4 . — O l t r e il r e g i s t r o g e n e r a l e c o n t e m -plato n e l l ' a r t . 3, p r e s s o o g n i ufficio f o n d i a r i o s a r à t e n u t o un s e p a r a t o r e g i s t r o : а ) pei b e n i d e m a n i a l i (miri) ;
б) pei b e n i delle f o n d a z i o n i pie (vacuf) ; c) pei b e n i di g o d i m e n t o collettivo di t r i b ù e villaggi ( m e l r u k e ) ; d ) pei b e n i di p r o p r i e t à l i b e r a ( m u l k ) . A r t . 5. — P e r q u a n t o r i g u a r d a la s u s s i s t e n z a e la n a t u r a dei d i r i t t i p r e e s i s t e n t i al r e g i o decreto 5 n o v e m b r e 1911, N. 1247, gli a c c e r t a -m e n t i s a i a n n o fatti s e c o n d o le d i s p o s i z i o n i delle leggi a l l o r a in v i g o r e . A r t . 6. — F a r a n n o p r o v a a s s o l u t a della p r o -p r i e t à l i b e r a ( M u l k ) : 1. — I r e g i s t r i f o n d i a r i o t t o m a n i , che s i a n o a n c o r a s u s s i s t e n t i o c h e si p o s s a n o a l t r i m e n t i r i c o s t r u i r e ;
2. - I titoli definitivi di p r o p r i e t à (tapiu) g i à r i l a s c i a t i dal c a t a s t o o t t o m a n o ;
3. — I titoli p r o v v i s o r i r i l a s c i a t i dai ces-sati uffici c a t a s t a l i l o c a l i ;
2 febbraio 1913
75
Il nuovo titolo s a r à rilasciato al titolare dietroesibizione del vecchio titolo, salvo che ne ri-sulti lo s m a r r i m e n t o o la distruzione. 11 vecchio titolo sarà a n n u l l a l o e s a r à conservato a cura dell'ufficio.
Art. 8. — I diritti accertali in via definitiva s a r a n n o iscritti, in conformità del n u o v o titolo, nel registro generale e nei libri fondiari.
Gli effetti giuridici delle iscrizioni e dei nuovi titoli d e c o r r e r a n n o dalla d a t a del titolo a n n u l l a t o 0 sostituito.
Art. 9. — Gli accertamenti compiuti in via definitiva p o t r a n n o essere impugnati d a chiun-que vi abbia interesse, s o l t a n t o per dolo, falso, e r r o r e sostanziale di fatto, o q u a n d o si sia ri-cuperato un d o c u m e n t o decisivo, che n o n siasi potuto prima p r o d u r r e per fatto delle p a r t e con-t r a r i a o per caso di forza maggiore, ovvero q u a n d o l'accertamento sia c o n t r a r i o ad altro relativo al medesimo oggetto.
Le impugnative non nuocciono ai terzi, che a b b i a n o precedentemente a c q u i s t a t o diritti sul-l'immobile a titolo oneroso ed in b u o n a fede.
Le impugnative s a r a n n o promosse d a v a n t i l ' a u t o r i t à giudiziaria locale in c o n t r a d d i t t o r i o delle persone, a cui favore lu compiuto l'accer-tamento. Il Capo dell'ufficio fondiario avrà sem-pre facoltà di intervenire in giudizio.
Delle i m p u g n a t i v e p r o d o t t e e del loro esito s a r à fatta annotazione sul registro generale e sui libri fondiari.
Art. 10. — I n caso di m a n c a n z a o di imper-fezione dei titoli indicati n e l l ' a r t . 6, gli accer-tamenti s a r a n n o fatti, in via provvisoria, a ri-salire dal p o s s e s s o a t t u a l e , in base a tutti gli elementi dimostrativi della proprietà, f r a i quali 1 certificati (il muhaber) degli Iman e dei M u k h t a r , e a s s u n t e le a l t r e informazioni ; il t u t t o con le forme e le garanzie d a stabilirsi a tenore del-l'articolo 17.
Compiuta l ' i s t r u t t o r i a , s a r à pubblicata u n a s o m m a r i a notizia dei suoi risultati, con invito a c h i u n q u e vi a b b i a interesse a p r o d u r r e oppo-sizione presso l'ufficio fondiario entro il termine di tre mesi.
Su tutte le opposizioni prodotte deciderà il Capo dell'ufficio fondiario, sentite le parti e l'av-viso della Commissione consultiva.
In conformità della decisione si p r o c e d e r à al-l'iscrizione in via provvisoria, e s a r à rilasciato al p r e s u n t o titolare del fondo un titolo provvi-sorio, redatto in modo analogo a quelli definitivi.
L a iscrizione e il rilascio del titolo provvi-sorio s a r a n n o resi pubblici.
Art. 11. — E n t r o d u e a n n i dalla pubblica-zione, prevista d a l l ' u l t i m o comma dell'articolo
precedente, c h i u n q u e vi abbia i n t e r e s s e potrà impugnare l ' a c c e r t a m e n t o provvisorio avanti la a u t o r i t à giudiziaria locale.
Trascorsi i d u e a n n i , q u a l o r a non sieno stale prodotte impugnative o sieno s t a t e respinte, la iscrizione diventerà definitiva e s a r à rilasciato al titolare il titolo definitivo.
Art. 12. — Qualora non siasi potuto proce-dere ad alcun accertamento per m a n c a n z a od Insufficienza di elementi, tutti coloro il cui di-ritto non sia s t a t o riconosciuto p o t r a n n o farlo valere davanti l ' a u t o r i t à giudiziaria locale in confronto del Capo dell'ufficio fondiario.
A r t . 13. — In tutti i giudizi relativi agli ac-certamenti il Capo dell'ufficio fondiario e la pub-blica Amministrazione non p o t r a n n o mai essere condannati nelle spese od a r i s a r c i m e n t o di d a n n i .
A r t . 14. — T u t t i i passaggi o attribuzioni di proprietà, sia per atti tra vivi che per c a u s a di morte, per divisione o società e t u t t e le costi-tuzioni e i p a s s a g g i di diritti reali, d o v r a n n o , per l'avvenire, essere iscritti sui registri e i libri fondiari e sul titolo, e non a v r a n n o effi-cacia, neanche f r a le parti, se non dalla d a t a d e l l ' a v v e n u t a iscrizione.
Dovranno a n c h e essere iscritte le d o m a n d e giudiziarie e le sentenze, che si riferiscono ai diritti sopra indicati.
Qualora si t r a t t i di passaggio o di attribuzioni di proprietà o di costituzione o t r a s f e r i m e n t o di diritti reali, riferentisi ad un immobile per cui non siasi a n c o r a provveduto a l l ' a c c e r t a m e n t o definitivo ed a l l ' i s c r i z i o n e nei libri fondiari, la relativa iscrizione non p o t r à farsi se p r i m a non siasi provveduto alle formalità s u d d e t t e .
Art. 15. — Con decreto ministeriale, d a pub-blicarsi dopo compiuto l ' i m p i a n t o dei registri fondiari, s a r à fissata la d a t a a d e c o r r e r e dalla q u a l e le iscrizioni contemplate nel primo e nel secondo c o m m a dell'articolo precedente s a r a n n o eseguile nei registri medesimi.
F i n o a tale d a t a le iscrizioni s a r a n n o fatte provvisoriamente in speciali registri presso gli uffici fondiari, e presso gli altri uffici che po-t r a n n o essere designapo-ti.
Art. 16. — 1 libri fondiari sono pubblici e se ne potrà p r e n d e r e visione ed ottenere estratti nei modi d a stabilirsi a tenoredel l'articolo successivo. Art. 17. — Le n o r m e per l ' a t t u a z i o n e del pre-sente decreto, n o n c h é i diritti per le operazioni fondiarie, s a r a n n o stabiliti con decreto del Mi-nistro delle Colonie.
Art. 18. — Sono a b r o g a t e le disposizioni con-t r a r i e al p r e s e n con-t e decrecon-to.
70 L'ECONOMISTA 2 febbraio 1913
N O T I Z I E V A R I E
Le omissioni nel 1912. — Nel primo semestre, quando i tassi d'interesse non erano ancora troppo ostili al collocamento di nuovi valori, le emissioni in Inghil-terra furono di sole 110,343,600 lire sterline, restando addietro non solo confronto ulle alte cifre del 1910, ma anche a quelle molto più modeste del 1011. Le emissioni durante i primi sei mesi dei quattro anni precedenti furono infatti di 117,483,800 sterline nel 1911, di 188,077,000 sterline nel 1910, di 121,073,600 sterline nel 1909 e di 109,673,510 sterline nel 1908. Invece al principio del secondo semestre ci fu un risveglio nelle nuove emissioni ; ma poi, sotto l'in-fluenza degli insuccessi per il caro prezzo del de-naro, per la esuberanza di materiale non ancora as-sorbito dal mercato e per lo sfavorevole atteggia-mento delle Borse, si ridussero i tentativi di colloca-mento di nuovi valori. In novembre le fondazioni e gli aumenti di capitale di anonime e di società a garanzia limitata in Germania ammontarono a coro-ne 104,1 milioni di marchi, contro 119 milioni di marchi nel novembre 1911. In Inghilterra le nuove emissioni, nonostante i molti ostacoli, furono tutta-via superiori a quelie del 1911, ammontando a tutto dicembre a sterline 210,850,156 contro st 191,759,352 nell'epoca corrispondente del 1911.
Se le condizioni del mercato imposero riservatezza, non per questo si possono dire diminuiti i bisogni che ancora attendon copertura, specialmente da parte degli Stati. Continuò, infatti, anche nel 1912 — è hòn poteva accadere,diversamente — la corsa all'incre-mento dei bilanci dello Stato e le finanze pubbliche ricorsero e dovranno ricorrere ulteriormente al mer-cato monetario per sommo ingenti.
Abbiamo avuto, per i soli prestiti pubblici, emis-sioni fortissime da parte della Germania (80 milioni di rendita germanica e 420 milioni di rendita prus-siana), della Svizzera (83 e tre quarti milioni), del-l'Austria (prestito di 330 milioni) della Francia (300 milioni di obbligazioni ferroviarie), della l'russia (prolungazione di 80 milioni di buoni del Tesoro, di Parigi (300 milioni), del Belgio (300 milioni di ru-pie), dell'Austria e dell'Ungheria (250 milioni di buo-ni del Tesoro, ecc. ecc.
Un prestito che destò molta sensazione e sollevò grande scalpore fu quello concluso quest'anno dalla Cina con la Casa bancaria inglese C. Birch Gisp. e Co., contro ai deslderii del sindacato bancario delie sei Potenze e nonostante l'opposizione del « Foreign Office ».
Ma, solo una parte dei grandi bisogni di capitale potè esser soddisfatta quest'anno e la pace, scrive nella sua ultima rassegna mensile una Banca del Regno, segnerà il momento di una ressa grandiosa sul mercato monetario, in cui molti Stati faranno a gara per accaparrarsi il concorso dei capitalisti al-l'assestamento del proprio bilancio, ed al compimento di opere pubbliche lungamente meditate ed a forza rinviate. Si calcola che il fabbisogno della Turchia sarà di 400 milioni di franchi, della Serbia di 100 milioni, della Bulgaria di 180 milioni, della Grecia
di 75; mentre anche la Rumenia chiederà al mercato 250 milioni. L'Austria e l'Ungheria, sempre bisognose di denaro avranno d'uopo di 300 milioni almeno; e ci sono, fra gli Stati europei, la Norvegia che medita un prestito di 50 milioni, la Svezia di 50 ; mentre, fuori d'Eoropa, l'Argentina abbisogna di 125 milioni, e la Gina si fa avanti con grosse domande di pre-stiti, che alcuni valutano a più di un miliardo, men-tre altri restano circa su questa cifra, bisognerà ras-segnarsi a fare dei fortissimi tagli. Nè vogliamo te-ner conto della Spagna, la quale progettava un pre-stito di 1500 milioni per consolidare vari suoi debiti ed assestare le sue finanze ; ma, visto il rincaro del denaro, pare si sia rassegnata ad un programma ri-dottissimo di 300 milioni di pesetas.
Fallimenti in Germania. — Si nota un aumento sen-sibile del numero dei fallimenti in seguito alle crisi monetarie. Ciò apparisce delle seguenti cifre : 1909, 7924; 1905, 7681; 1906, 7756; 1907, 8236; 1908, 9384;
1909, 8619; 1910, 8300; 1911, 8742; 1912, 9218. Fallimenti In Austria. — I fallimenti avrebbero rag-giunto il trainerò di 460 con un attivo di 182 milioni di corone, non compresi i fallimenti inferióri a 100,000 corone. Del totale 160 fallimenti con 73 milióni di passivo si riferiscono all'Ungheria e 65 con 19 milioni alla Galizia. La maggior parte dei grossi fallimenti riguardano l'industria tessile con 250 per 78 mi-lioni.
Fallimenti negli Stati Uniti. — I fallimenti hanno raggiunto il numero di 15,452 contro 13,441 nel 1911 con UH passivo di 203,117,391 doll.contro 191,061,865 nel 1911. Le banche fallite furono 107 contro 79 con un passivo totale di 24,219,522 doli, contro 25,511,608. Fallimenti nel Canada. — I fallimenti hanno rag-giunto il N. di 1357 contro 1332 nel 1911 con un passivo totale di dollari 12,316,936 contro dollari 13,491,196 nel 1911.
Congrosso Internazionale di Agricoltura. — Dal 5 al 13 del prossimo giugno avrà luogo a Gand nel Belgio, il 1° Congresso internazionale di agricoltura. Questo congresso comprenderà tre sezioni distinte, e cioè: Produzione; Commercio; Legislazioni doganali. Verranno trattati argomenti sulla politica agraria in-ternazionale, sulla migliore utilizzazione e commercio dei prodotti agrari, ecc. Le autorità e le associazioni agrarie, i professori di agricoltura e tutti quelli che hanno interessi in questo vasto ramo, sono invitati al Congresso di Gand, organizzato dall'ex presidente dei ministri di Francia, sig. Mèline. Le domande di ammissione accompagnate dall'importo di fr. 20, vanno indirizzate all'ispettore sig. Vandervoeren a Bruxel-les - Chaussee d'Alsemberg 224. Verranno organizzate numerose escursioni agricole.
Nello stesso mese verrà pure inaugurato a Faud, l'Esposizione Agricola internazionale.
B A N C H E , C A S S E , I S T I T U T I .
2 f e b b r a i o 1913 L ' E C O N O M I S T A 77
abruzzese che ancora si dibatte tra le anemie dei vec-chi sistemi e le spire delle usure.
U T I L I , I N T E R E S S I , DIVIDENDI.
Italia.
Banca Pop. Agraria, Commerciala Coop de la Lomel Una. Mortara. — 11 bilancio dell'esercizio 1912 di que-sta Banca, testò approvata dal Consiglio d'Ammini-strazione permette dopo larghe svalutazioni un divi-dendo di L 5,25 por azione del valore nominale di L. 50 come nell'esercizio precedente, mandando Lire IO 000 alla riserva ordinaria. 11 patrimonio sociale chiude in L. 3.940.000 contro L. 3 030,000 del 31 di. cembro 1911 e precisamente 2,064,800 lire di c a p i , tale e L. 1,875,000 di rise;ve. I depositi fiduciari au-mentarono nell'esercizio di L. 700,000.
Banca Piccolo Credito S. Alberto. Lodi. — Al 31 no-vembre l'Istituto aveva un capitale sociale di lire 126 530 e riserve ordinarie e straordinarie di Lire 49.016.79. 1 depositi fiduciari ammontano a Li-re 4,749.202.85. Per contro il portafoglio ragguaglia L. 1,637,070.50 ed i conti qorreqti garantiti a lire 2,19!}((ì!44.1f},. 1 valori posseduti dalla Banca sono di L. 840,168.37.
Credito Fondiario Italiane. — Si dice che il divi dendo per l'esercizio scorso sarà probabilmente come-pel 1911 del 24 per cento.
Banca di Credito Agricolo e Induci ialo. Conog iano — L'esercizio 1912 (18" della fondazione) si chiude con un utile netto di L. 32,080.65. I conti correnti am-montavano a L. 387,391.59 e quelli di risparmio a L. 309,891.93 e quelli vincolati a L. 1,432,950.97.
Banoa Cooperativa Commercialo. Milano. — Il Con-siglio considerati gli utili per l'anno scaduto e do-tate largamente le riserve ed i fondi di beneficenza ha deliberato di dare come l'anno precedente il 6 % agli azionisti.
Estero.
Credit Industriel et Commercial - Pa'is. — Il bilancio al 31 die. 1912 assunse un beneficio netto di 4.052,376 franchi, contro 3,962,778 nel 1911. Riporto anteriore compreso, il saldo disponibile ammontava a 4,403.782 franchi in luogo di 4,272.684.
Maklerbank - Hamburgo. — Il beneficio netto del 1912 ha ammontato a 300.272 marchi superando di 158.935 marchi quello 1911. Il dividendo è stato elevato al 10 per cento, benché il capitale sia passato da 1.200.000 a 1.800.000 marchi.
Banca di Baviera. — La Banca ha deciso di pro-porre all'Assemblea generale la distribuzione di un dividendo del 12 % contro quello del 10 per cento nel 1911.
Bankerein de Gelsenkurehen. — I conti dell'eser-cizio scorso annunciano un beneficio netto di 281,499 marchi inferiore di 29,097 a quello 1911. Il dividendo sarà ridotto d.il 6 1(2 al 6 OjQ.
Grundcredit bank. Konigsberg. — A l l o scopo di am-mortizzare immediaiamente la perdita di 68,768 mar-chi, il Consiglio di amministrazione ha proposto di ridurre il dividendo 1912 dal 9 al 6 1(2 per cento.
Credito fondiario Cubano — li dividendo proposto per l'esercizio scorso è di dollari 6,60 per azione e
di 2 dollari par part mentre nell'anno precedente non era stata effettuata alcuna ripartizione di divi-dendo.
Bayorlaoho Notonbank. Munloh. — Il dividendo pro-posto quest'anno è del 12 por cento in luogo di 10 per cento distribuito nel 1911.
National Bank ol South-Atrica. — Il consiglio pro-pone di distribuire per l'esercizio scorso un dividen-do del 6 por cento, di riservare Lst. 20,000 per l'am-mortizzo del prezzo di acquisto della Banca Nazio-nale della colonia di Grange, di versare Lst. 25,000 al fondo delle pensioni, di dotare la riserva di una somma di Lst. 130,000, portando così questo fondo a 500,000 Lst., infine di riportare a nuovo L. 20,000.
Vattrlàndische Bank. Budapest. — L'utile del 1912 è di Corone 1,653,386 e supera di Cor. 913,903 quello dell'anno precedente. 11 dividendo è mantenuto all'8 per cento, ossia 16 corone per azione per l'aumento del capitale da 32 a 40 milioni di corone.
Banca Com. Ungherese di Pest — Malgrado un au-mento sensibile degli utili netti il dividendo del 1912 sarà mantenuto al 17 p. c. o 170 corone per azione, essendo il capitale aumentato da 50 a 62 1|2 milioni di corone.
Comptoir d'escompte, Mu.house. — Il dividendo proposto per il 1912 è dell'8 per cento come per l'anno precedente.
Banca depositi e prostitl, Ginevra. — Il dividendo che sarà proposto all'assemblea del 27 febbraio è del 5 per cento ossia 25 franchi por azione come nell'e-sercizio precedente.
P R E S T I T I , E M I S S I O N I .
Italia.
Emissione dei 400 milioni di buoni del tesoro. — Un consorzio presieduto dalla Banca d ' I t a l i a e composto degli Istituti di emissione, dell'Associazione delle Casse di risparmio, delle Casse di risparmio delle provincie lombarde, della Banca Commerciale, del Banco di Roma, del Credito Italiano, della Società Bartdària Italiana, delia Società italiana di credito provinciale della Ditta Za caria di Pisa; e di altri Isti-tuti e Ditte, ha acquistato a f e r m o , alla pari, e senza pubblica sottoscrizione, i buoni quinquennali del Te-soro al 4 per cento netto pel totale ammontare di 400 milioni, autorizzato dalla legge 29 dicembre 1912 per provvedere alle spese di aumenti patrimoniali delle ferrovie dello Stato, per effettuare il pagamento di SO milioni dovuto all'Amministrazione internazio-nale della Cassa del debito pubblico ottomano, e per continuare la ricostituzione dei materiali militari tra-sportali in Tripolitania e Cirenaica e le riparazioni straordinarie alle regie navi.
Estero.
Pie tifo dì Amburgo. — Il gruppo della Scehandlung h a preso fermo a 97 % per cento la metà del nuovo prestito 4 per cento, ossia 30 milioni di marchi, la emissione dei quali avrà luogo prossimamente a 98 % per cento