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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.40 (1913) n.2046, 20 luglio

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L’ ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XL - Voi. XLIV

Firenze-Roma, 2 0 Luglio 19 1 3

N . 2 0 4 6

SOMMARIO: Come provvedere alle presenti e prossime necessità finanziarie — Le direttive del partito socia­

lista italiano e la prossima campagna elettorale — La pesca marittima industriale, IL E. Z. — RIVISTA

BIBLIOGRAFICA: [Dott. Ro b e r t Re d s l o b, Die Staatstheorien der Französischen National - Leo n e t Ma u­

r ic e Bo n n e f p, Marchands de Folie - Riassunto dei rendiconti delle Casse di Risparmio per l’esercizio

1911 - S. Le Lu m ia, I depositi bancari - Atti del secondo congresso delle Camere di Commercio Italiane

all’estero] — La Cassa di Risparmio della città di Verona — La pesca meccanica in Italia — CRONACA

DELLE CAMERE DI COMMERCIO: Camera di Commercio di Roma - Torino - Venezia - Palermo - Bari - Ales­

sandria - Pisa - Pavia — Un deficit di mezzo miliardo nel bilancio francese — La protezione del risparmio in Francia — Nuovi progetti fiscali nel Belgio — Credito agricolo in Germania — Diminuzione delle nascite in Germania — I giornali in Francia — Un’imposta sul reddito che grava su celibi e nubili negli Stati Uniti - Una legge in Pensilvania per il matrimonio eugenico — Gli scioperi francesi nel 1911 — Concordati collettivi nella Svezia nel 1912 — Erogazione sul fondo degli utili netti dell’azienda per il chinino di Staio — La storia delle industrie tessilL nel mondo e lo sviluppo di quelle italiane — La sanità pubblica nel 1912— NOTIZIE FINANZIA RIE : Banca francese per il Brasile - Prestiti di Costan­ tinopoli, Magdeburgo, Trèves, Barmen, Praga, Uri, Northeim - Ferrovie Russe - Ferrovie Rumena, Greco, Turco - Emissioni in Germania - Società Agganciamento Crescimbeni — MERCATO MONETARIO E RIVISTA

DELLE BORSE — PROSPETTO, QUOTAZIONI, VALORI, CAMBI, SCONTI E SITUAZIONI BANCARIE.

Come provvedere alle presenti

e prossime necessità finanziarie

Il pubblico e la stampa incominciano ad agitarsi nella legittima curiosità di conoscere quali saranno per essere i provvedimenti che il potere legislativo dovrà prendere per ri­ solvere le prossime necessità della situazione finanziaria del paese. Nessuno ormai è illuso che, dopo gli espedienti eccezionali e le si­ stemazioni interinali e provvisorie, adottate in quest’ultimo periodo, la posizione sia ul­ teriormente sostenibile con un indirizzo dello stesso carattere; si riconosce anzi ormai in­ discutibilmente esaurita, per sempre speriamo, la serie dei ripieghi, e si avverte già l’ap­ prossimarsi di nuove necessità che verranno a compulsare con irrevocabile urgenza.

Il problema quindi si presenta di una am­ piezza considerevole, poiché occorre addive­ nire alla sistemazione (alcuno amerebbe me­ glio la parola: rimedio) del passato, e del fabbisogno futuro e non v’ ha chi esita a dichiarare che la nuova domanda del go­ verno dovrà ammontare ad una somma n o ­ tevole, la quale si aggirerà intorno al mi­ liardo, se non lo oltrepasserà.

Ora, poiché il paese deve essere chiamato a compiere un atto, che si suol chiamare sacrificio, ma che meglio ci pare risponda al concetto di riconosciuto dovere, perchè egli fu conseziente e plaudente nel determi­ nare le cause dell’attuale situazione, crediamo

debba essere preferibile che esso sia com piuto con la virilità invocata da noti scrit­ tori, e nella misura pienamente rispondente alle occorrenze. Non solo si eviterà di rica­ dere nel sistema di nuove provvisioni incom­ plete ed insufficienti, ma più facilmente, ulti­ mata la regolarizzazione esauriente ed unica delle necessità presenti ed abbastanza lon­ tanamente future, ritornerà la benefica calma, che segue alla soddisfazione del dovere com­ piuto ed alla certezza che, salvi eventi im­ prevedibili, indisturbata e sicura potrà es­ sere ripresa l’opera di sviluppo delle attività nazionali.

Ma ancorché fosse stabilita la misura della domanda nella quantità sopra accennata, il problema della forma nella quale il potere legislativo coercirà od invoglierà il cittadino a formare le disponibilità occorrenti, richiede prudente esame.

Già le due teorie, della imposta e del de­ bito, incominciano a pesare e valutare con ­ venienze e preferibilità, sia nei rispetti degli oneri collaterali all’onere principale, che pure farebbero carico al paese, sia in quelli della più facile attuazione dell’assetto.

Senza divagare nei confronti colla Francia e colla Germania, che non sempre reggono nei nostri riguardi, apparisce che nell’attuale momento il debito si presenta con qualità e caratteristiche che superano in bene ogni progetto di nuove imposte.

Il nostro paese ha bisogno di conservare --- - .... 4________________________________________________________—

L’opera, lasciata dall’autore, completa anche nelle conclu­ sioni, uscirà fr a breve in edi­

zione nitida ed accurata.

P r o f . A . J . d e J O H A N N I S

A M I D I A a r 4 r 1 1 /" N M o n o g r a fia a n a l i t i c a s u l fe- v n l V l u l U * n \ J l v J I I U n o m e a o d e l c a m b io -a g g io

e s u lle c a u s e c h e p r e s ie d o n o a lle su e v a r ia z io n i F IR E N Z E - T ip . G a lile ia n a 1013

D irig ere rich ieste e v a g lia A m m in is tr a z io n e

dell’ E C O N O M I S T A

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450 L ’ECONOMISTA 20 luglio 1913

almeno quella scarsa elasticità che gli è con ­ sentita dai già ristretti margini, lasciati dai tributi; ha bisogno di non trovare nuovi inciampi fiscali, nella necessità di una libera espansione. Una imposta potrebbe essere oggi un colpo insopportabile, non tanto in sè, quanto perchè si sovrapporrebbe ad uno stato di fatto che, se sopportato, non per questo è meno di ostacolo ad uno sviluppo più largo. Non a torto, crediamo, si afferma che la potenzialità tributaria sia ridotta quasi ai suoi limiti estremi e non conceda, senza grave pericolo, carichi più pesanti. Lasciar le industrie ed i commerci espandersi, vuol dire invece sopra tutto aumentare a grado a grado l ’ammontare dell’imponibile, vuol dire migliorare le condizioni dell’erario, procu­ rando incremento ai proventi, senza costo e senza sforzo; basta, anche colle imposizioni attuali, una tranquilla operosità di traffico, che auguriamo subentri per lungo durare alla presente esitanza, onde costituire un cespite non indifferente, il quale aiuterà gran­ demente nel provvedere anche agli oneri che nel futuro provenissero dal debito. L’imposta oggi potrebbe avere un effetto demoralizza­ tore nel paese, e poiché non sono da trascu­ rarsi i fattori morali, che alcuni vogliono tenuti in gran conto, non pare sia il caso di andare incontro alle conseguenze depri­ menti che deriverebbero dalla soluzione del problema, sulla base di un cespite puramente fiscale.

Dar vita ad una o più nuove imposte, senza una riforma del nostro lamentato si­ stema tributario, sarebbe peggiorarlo e non ne ha davvero bisogno. Scegliere fra i due sistemi la imposta, è sciegliere, a confessione degli stessi fautori di questa forma di solu­ zione, il mezzo più costoso per la economia nazionale.

Ma d’altra parte le quotazioni detl’aggio ci dicono oggi che il paese è alquanto po­ vero di oro, che la carta circola, forse in quantità troppo larga, e, per affermazione dei sostenitori della imposta, noi paghiamo al­ l’estero già un tributo non indifferente per il deprezzamento del nostro credito ; perchè allora non cercare di comprendere nella stessa mira anche l’aumento dell'oro nelle nostre cas­ se ? Un debito creato sulle risorse dell’interno e sull’appoggio dell’estero, calcolato sulle flo­ ride apparenze dei nostri bilanci, graduato in emissioni di larghi periodi, rimborsabile

a lunga scadenza, può forse oggi risolvere un maggior numero di problemi, infastidire meno le condizioni del mercato e della eco­ nomia nazionale, mostrare egualmente quella virilità che tutti sono concordi nel deside­ rare, allorché si affronta un bisogno con ­ creto ed imperioso. 11 paese saprà dare, lo crediamo fermamente, ad esuberanza i mezzi di fronteggiare gli oneri del prestilo, e li darà con maggiore slancio che non se costretto alla durezza dei tributi.

Se il nostro governo, come ebbe a dire il Ministro del Tesoro a qualche intimo par- lamenlare, ha avuto offerte di miliardi dal­ l’estero ed al tasso del 4, perchè non accet­ tare almeno in parte le spontanee esibizioni e farne tesoro ?

Ma col debito vorremmo contemporaneo un secondo provvedimento : quello di una sana economia .delle spese. Economia che per es­ ser sana deve consistere nel rinunciare o rimandare a tempi migliori, le attuazioni dei progetti che non possano essere totalmente esauriti : non già nel compierli a mezzo, incompleti o male. Si deve saper fare la p o ­ litica virile anche nelle rinuncie ed evitare di ripetere la politica della grettezza e delia miseria, del « vorrei ma non posso », conte nel passato, come nel presente.

Le direttive del partito socialista italiano

e la prossima campagna elettorale La affermazione che è uscita dalla recente riu­ nione della Direzione del partito socialista ita­ liano, si presenta in qualche punto così anor­ male, che invita a qualche breve considerazione, o meglio a qualche esclamazione di sorpresa, poiché difficile sarebbe il trattenersi con serietà di ragionamento su alcuni punti troppo lontani dalle realtà discutibili.

Impressiona in primo luogo il ritorno al ri- voluzionarismo violento che 6 riapparso improv­ viso colla approvazione della condotta tenuta dall’organo ufficiale del partito in occasione del tentalo sciopero di Milano.

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flitto, quello del ’98, del ’ 900 e poco dopo, che pareva dovesse ormai essere giunto allo stadio di massimo esaurimento, attraverso il decennio, nel quale la astuta politica di libertà, abilmente tenuta dal governo, ebbe di mira di sottrarre, per quanto possibile, ogni ostacolo ed ogni re­ sistenza atta ad attrarre l’ impeto delle masse, già sufficientemente eccitate al desiderio di infiammarsi davanti le ostruzioni della legalità.

La Direzione del partito si propone dunque di riprendere il comando di quelle corse affannose del proletariato contro gli ostacoli, la quale era ed è invece creduta dai più esaurita nel vuoto spazio apertole davanti, nella stancante assenza di una barriera immobile, dinanzi la quale ad­ densarsi e raccogliersi per tentare di abbat­ terla.

Seguiranno le masse quella volontà? sono esse in grado di ritornare oggi al punto di partenza per riprendere una nuova marcia, quando già esperte del faticoso deserto che sarà loro sempre aperto sul loro cammino?

L ’ ultima esperienza, il predicato sciopero ge­ nerale, non ammaestra anche abbastanza del poco conto in cui sono tenute certe assolute imperiosità di comando?

Impressiona in secondo luogo di carattere po­ litico che nella lotta elettorale si vuol dare alla impresa libica. Le manifestazioni colle quali il paese, borghese e proletario, si è unanimemente mostralo consenziente alla impresa coloniale, sia col risveglio di sentimento e di orgoglio pa­ triottico, sia colla paziente facilità nell’ assorbire gli oneri derivanti dal fabbisogno finanziario, sia colla disciplina apparsa nell’ esercito accla­ mato, e composto in gran parte di provenienti da quelle masse evolute che l ’ organo centrale del partito socialista predilige se non dirige, non sembrano elementi sufficienti a far ritenere che non esista e soltanto artificiosamente possa crearsi una questione politica interna sulla im­ presa coloniale, sul militarismo o meglio sul militarismo coloniale, come vuol limitare la re­ cente deliberazione?

Impressiona infine che nel consesso dal quale si potevano aspettare invece delle nuove dichia­ razioni sulla migliore soluzione dell’ impellente problema finanziario e quindi tributario, sia stato soltanto formulata la risibile « espropria­ zione del miliardo » , che rimarrà classica nel campo degli avversari come^arraa che si presta a coprire di ridicolo tutto l’ insieme del pro­ gramma.

La inconsiderata ma voluta esagerazione della inverosimile pretesa, toglie perfino il desiderio di discutere gli al ti i capi della deliberazione,

che potevano offrire campo ad apprezzamenti e a qualche considerazione, perchè sembrerebbero anch’ essi infirmati, anche se non lo fossero, della assenza di serietà!

Non è così, ci pare, che si possono far con­ cepire e desiderare alle masse alti ideali, non è con un lai metodo che si mostra di curarne la elevazione intellettuale ed il perfezionamento morale; si può rischiare invece, nel passare le misure e nello sfidare le vette dell’ irragionevole, di far cadere il proletarlato nel ludibrio di tutti, per colpa di pochi.

Ed ecco la deliberazione uscita dal Congresso di Roma.

« La Direzione del Partito socialista italiano,

discutendo sulla prossima lotta elettorale; conferma e richiama:

le disposizioni tattiche e la assoluta intransi­ genza adottata dal Congresso di Peggio Emilia e dalle precedenti riunioni della Direzione;

delibera:

che la imminente lotta elettorale assuma una speciale significazione ed importanza sia per il suffragio allargato sia perchè il Paese è chiamato a giudicare l'avvenimento più importante dell'ultimo periodo di storia italiana, cioè l’impresa libica;

delibera:

di approfittare del periodo di agitazione elet­ torale per prospettare anzitutto dinanzi ai milioni di proletari chiamati per la prima volta alle urne, tutto il programma socialista nei suoi metodi e nelle sue finalità precisando il valore ed il posto dell'a­ zione parlamentare nell’opera complessiva del Par­ tito socialista, affine di non illudere nè deludere le masse;

delibera:

in subordine, di prospettare tutte le disastrose conseguenze di indole politica o finanziaria provo­ cate dal militarismo e dal colonialismo, facendo ri­ saltare le responsabilità delle istituzioni dominanti, accentuando quindi la nota anticapitalistica ed an­ timonarchica;

ritiene:

che la prossima azione parlamentare socialista sulla (piale si chiede l’adesione popolare, debba pro­ porsi, oltre all’affermazione risoluta e continua dei principi socialisti;

1. Una ferma e sistematica opposizione alla

politica di avventure coloniali ed ai bilanci militari;

2. Una politica doganale apertamente libe­

rista, specie in vista delle rinnovazioni dei trattati commerciali, in precisa opposizione al protezionismo industriale ed a quello agrario;

3. Una legislazione sociale che non consista

soltanto nelle parziali ed effìmere riforme, ma in­ vesta risolutamente i più gravi problemi della vita del proletariato, industriale ed agricolo. Così le pensioni operaie, la bonifica delle terre incolte e malsane, Vestensione detta legge sugli infortuni al proletariato rurale:

4. Una politica tributaria di espropriazioni, che permetta di colmare il deficit cagionato dalla guerra, riversandone intero il peso sulle classi ca­ pitalistiche e che consenta la destinazione di un mi­ liardo per dare i mezzi alle reclamate previdenze sociali;

5. Una politica scolastica che dia alle nuove

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452 L ’ ECONOMISTA 20 loglio 1913

l'insegnamento del popolo e che tuteli efficacemente gli interessi e la dignità degli insegnanti;

6. Una pronta. modificazione dell'ultima legge

elettorale, incompleta e difettosa, col suffragio uni­ versale agli adulti d’ambo i sessi, coll’abolire il col­ legio uninominale, sostituendogli un largo scrutinio di lista opportunamente integrato colla rappresen­ tanza proporzionale;

7. Abolizione della legge eccezionale Orispi

e degli articoli del Codice penale che reprimono e colpiscono la libertà di pensiero ed il libero svol­ gimento delle competizioni economiche.

La Direzione invita pertanto le Sezioni, i candi­ dati e le Federazioni Collegiali ad agitare innanzi al corpo elettorale le accennate questioni, collegandole ed animandole sempre con un’intensa propaganda dei massimi principi socialisti, per orientare la coscienza delle masse proletarie;

delibera;

di lanciare in tal senso un manifesto al Paese, non appena saranno convocati i comizi elettorali ».

La pesca marittima e industriale

i l

« Il mare appartiene a tutti, non basta es­ serne pratico e discendere da seme di marinai cullati dalle onde, bisogna ancora saperlo sfrut­ tare convenientemente. La natura non regala, ma vende. » Così scrive il comandante Somigli, che nel suo libro, come abbiamo visto (l) dà opera tanto assidua e competente per propu­ gnare il risorgimento della pesca italiana. Con la sua scorta, abbiamo già accennato alle cause delle mediocrissime condizioni di essa come in­ dustria; le quali si possono riassumere con queste altre bievi sue parole: « Il nostro mare contiene ricchezze fin qui trascurate, il naviglio pescareccio è antiquato, i sistemi di conserva­ zione del pesce tanto a bordo quanto a terra sono infantili. » Occorre dunque combattere molta ignoranza, organizzare forze economiche che oggi mancano e introdurre un tecnicismo nuovo.

Ma poiché nel nostro paese troppo pochi, nelle classi colte, si occupano di pesca, della nostra inferiorità è bene render noto non solo il fatto, ma anche la misura.

Il consumo annuo del pesce in Italia, tra fresco e manipolalo (cioè salato, affumicato, sott’olio, ecc.) rappresenta un valore di 110 mi­ lioni di lire. La produzione annua invece non supera i 125 milioni. Una vera miseria! La dif­ ferenza non può venire colmata che coll’ impor­ tazione. Di fatti siamo tributari verso l’ estero, tra pesce fresco e salato, per 85 milioni.

In generale, è vero, le nazioni d’ Europa con • sumano più pesce che non ne producano, ma in nessuna la differenza passiva tra produzione e consumo è così forte come in Italia. Quattro

(1) Economista del 13 luglio N. 2045.

poi sono più produttrici che consumatrici: l’ In­ ghilterra, la Norvegia, la Danimarca e l'Olanda. Vediamo la Francia. Anch’ essa, del resto più ricca di noi, consuma pesce più che non ne produca, ma con minor divario. Il suo consumo è larghissimo, ma, in gran parte, di produzione sua propria; e pur importando ogni anno per 62 milioni, se non altro per 30 milioni esporta. L’ Italia non fa che una piccola esportazione a Trieste per 4 milioni.

Regina della pesca è l’ Inghilterra. Fortissima consumatrice del prodotto proprio e delFaltrui, di attività senza pari nello scambio, è impor­ tatrice per80 milioni annui, esportatrice per 125. Siffatte differenze notevolissime si ripercuo­ tono e sui lavoratori del mare e sul pubblico. Così l ’ Italia, come la Francia e l ’ Inghilterra, hanno ognuna circa 100 mila pescatori. Ma i nostri, perchè lavorano meno bene pei motivi già detti, producono pesce per soli 25 milioni e in media non possono venderlo all’ ingrosso per meno di cent. 60 il chilo ; i francesi, che lavorano meglio, ne producono per 117 milioni e lo vendono a cent. 35; gli inglesi, lavorando meglio di tutti, arrivano a produrne per 260 mi­ lioni e possono venderlo a cent. 26.

Così è che i nostri pescatori sono i più po­ veri, ma il pesce in Italia costa anche più che in Isvizzera, tanto è vero che i nostri rivendi­ tori, per convenienza di prezzo, ne fanno spesso venire da Amburgo e da Bordeaux. A Torino, Milano, Firenze, Roma, e nei porti stessi di Genova e Venezia, si paga il pesce assai più caro che a Parigi, Londra, Berlino. Il pesca­ tore in Italia conduce un’ esistenza più misera e più sfruttata che altrove. Il pescatore del Nord d’Europa ha triplicato il prodotto delle sue fatiche e ha sestuplieato il suo guadagno, par­ tecipando anch’egli al benessere della vita mo­ derna.

In quest’ordine di cose, urge provvedere in pari tempo al produttore e al consumatore.

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sceglie i robusti giovanotti per comporre in gran parte gli equipaggi delle navi da guerra. Pro­ teggere la pesca, significa dunque aiutare gli operai di una industria nobilissima, e ad un tempo aumentare la forza difensiva della na­ zione. »

Al consumatore. — In tutto il mondo, per cause diverse, il prezzo delle derrate alimentari, specialmente delle carni, è andato aumentando a tal segno da perturbare l ’economia domestica. « È naturale che ci si rivolga al mare per cer­ carvi l’ alimento igienico, onde l ’ industria della pesca è andata diffondendosi nelle contrade in cui l’ aumentata popolazione si è trovata biso­ gnosa di cibo a miglior mercato. In un paese come l’ Italia, dove la carne ha un prezzo quasi proibitivo, il mare ci può procurare a buon mercato un cibo abbondante, sano e nutriente. * In conclusione, bisogna che la pesca sia aiutata anche dal capitale e bisogna che la macchina sostituisca in gran parte la vela. E non si dica che qui in Italia il carbone costa più caro. Oggi quello che non ha potuto fare completamente il vapore lo fa la carburazione coll’ oliò pesante.

Su questo punto l ’ autore si diffonde in par­ ticolari tecnico-economici, che hanno grande importanza pratica ma che qui non è possibile riprodurre. In quanto al capitale, egli espone un suo progetto inteso alla costituzione d ’ una Società italiana per l’industria della pesca. Sa] rebbe una Società anonima cooperativa, con ca­ pitale illimitato, ma con quello iniziale di L. 500 mila, diviso in carati di L. 1000 fruttanti il 10 % e assicurati sul valore del materiale, svalutato annualmente del 10 % del valore reale. I pos­ sibili interessati potranno esaminare se il pro­ getto sembri loro bene imbastito, chiedere schia­ rimenti e magari avanzare nuove e diverse pro­ poste. Qualche disparere su punti secondari non guasta, e lo scambio delle idee è sempre utile. Ciò che occorre innanzi tutto, è che qualcuno si muova.

Il comandante Somigli mira con ragione a stimolare l ’attività privata. Non è già che non faccia assegnamento anche sull’ azione integra­ trice dello Stato. Per esempio, oggi che le fer­ rovie gli appartengono, opina si abbia il diritto di chiedergli che nel loro materiale siano com ­ presi i carri refrigerati e che questi siano acco­ dati anche ai treni direttissimi. Vediamo però con piacere come egli non sia affatto tra coloro che aspettano tutto dallo Stato ; sicché ci piace terminare questo cenno sul suo pregevole la ­ voro colle seguenti sue parole.

« Il Ministero d ’ Agric. Ind. e Comm da qual­ che anno a questa parte si preoccupa della ri­

forma della pesca . Ha accantonato vistose somme di danaro per premi, ha sollecitato la coopera­ zione tra pescatori per sottrarli alla cupidigia degli intermediari. — Ma non ostante i buoni propositi del Governo, non si otterranno ottimi risultati se il capitale dei privati non si rivol­ gerà alla nuova industria, come è accaduto in tanti altri paesi. »

E. Z.

R

iv is t a

B

ibliografica

Dott. Rob er t Re d s l o b. Die Staatstheorien der Französischen National. —- Versameung von

1879. Verlag von Veit und Co. Leipzig; 1912, pag. 370.

Nei dieci capitoli nei quali l’ autore divide la sua ricerca sulle costituzioni francesi dal 1879 al 1891 esso considera: la libertà naturale, il contratto sociale, la sovranità popolare, i di­ ritti dell’ uomo, il principio rappresentativo, il sistema elettorale, il potere costituente, il po­ tere legislativo, esecutivo, giudiziario, la sepa­ razione dei poteri. Ha voluto limitarsi ai fonda­ menti che alla teoria di Stato della costituzione del 1789 hanno dato le teorie dell’ « epoca dei lumi » ed i principii delle costituzioni inglesi ed americane : gli altri elementi, di origine più re­ mota, sono stati trascurati ; ma l’ opera è di vivo interesse anche per chi non si occupa dell’ argo­ mento in modo speciale.

Leon et Ma uri ce Bo n n e f f. Marchands de Folie.

Marcel Rivières e Co. Paris, 1913, pag. 250, fr. 2.

E’ un nuovo libro sull’ alcoolismo, frutto di investigazioni dirette nelle bettole, negli alberghi di infimo ordine, frequentati sovente dalla mala vita, e con una rappresentazione di sapore mo­ rale, dell’ asilo degli alienati, dove finiscono i be­ vitori di alcool.

Direzione Gene r a le del Cr edi to edel la Pr e v i­

d e n z a. Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. — Riassunto dei rendiconti delle Casse di Risparmio per l'esercizio 1911.

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454 L’ ECONOMISTA 20 luglio 1913

funzioni tecnico-economiche, la natura giuridica e le norme di diritto positivo che li regolano. Ca m e r a di Com mer ci o i t a l i a n a nel Be l g i o. Atti

del secondo congresso delle Camere di Com­ mercio Italiane all'estero. — Tip. Bandetti,

Bruxelles, 1912, p. 294.

La lassa di Risparmio dalla città di lim a

La Cassa di Risparmio di Verona ci rimette la relazione della sua direzione ai bilancio con­ suntivo del 1912,rt sul quale possiamo segna­ lare soltanto un relativo aumento nei depositi a risparmio, fatto questo del resto comune e do­ vuto a facilità di impieghi molto più rimune­ rativi, fra i quali, in prima linea vanno ricor dati i Buoni del Tesoro, che circondati da tutte le agevolezze possibili, si accaparrarono tutto il favore del pubblico. Non è da lagnarsi se Tallettamento si limitò ad ostacolare l ’affluire di nuovi depositi, senza diminuire quelli già esi­ stenti Certo è che la possibilità di altre investite più vantaggiose non può essere riguardata come causa unica dell’ arresto dei depositi. L ’impresa libica poi, se fu per l’ Italia fortunata e gloriosa, non mancò di assorbire e distrarre non piccola parte di quel numerario che agli Istituti di Cre­ dito sarebbe stato destinato. E di fronte al rin­ caro del danaro le Casse di Risparmio trovansi in condizioni manifestamente inferiori degli Isti­ tuti Bancari, i quali in grazia della elasticità delle loro norme statutarie e regolamentari pos­ sono prontamente adottare i saggi sui depositi e sugli impieghi alle condizioni del mercato, mentre per le Casse ciò non torna possibile che con molta lentezza e in esito all’ esperimento di molteplici pratiche, senza contare che la mobi­ lità del saggio non tornerebbe appropriata alle operazioni ipotecarie che rappresentano ia massa maggiore delle loro investite.

Naturalmente l’ aumento dei depositi costi­ tuisce per gli Istituti in genere la fonte prin­ cipale dei profitti, loro consentendo di usufruire di tutto il distacco fra l’ interesse su quelli e l ’ interesse sull’ impiego, mentre se costretti ad attingere il fido, non possono usufruire che della modica differenza fra il saggio necessariamente elevato di questo, e quello determinato per la reinvestita.

Peggio poi se al fido l ’ Istituto debba ricor­ rere per fronteggiare prelevamenti sui depositi nel qual caso esso non può a meno dal soggia­ cere a una perdita.

Nonostante però la mancanza della detta fonte principale, gli utili di gestione subirono un

sen-8ibile aumento in confronto di quelli dell’ eser­ cizio precedente, e un tal fatto deve altamente soddisfare ove si tenga calcolo della avvenuta conversione della Rendita e dell’ ingente patri­ monio che in tale titolo la Cassa tiene inve­ stito; ove si tenga calcolo del maggior carico di spese varie sostenute nell’ anno fra cui l ’a­ pertura di ben sei nuove Filiali, e la istituzione di nuovi servizi in alcune di quelle già esi­ stenti.

Largamente anche ne! decorso esercizio l’ Isti­ tuto concesse poi il proprio aiuto alle coopera­ tive di Lavoro con un considerevole stanzia­ mento in cambiali ed in conti correnti, e ripri­ stinò anche le Sovvenzioni su Prodotti Serici, operazioni tutte, che per considerazioni d ’ ordine morale, compì al saggio rispettivo del 4,50 e del 4,75, come continuò ad operare le cessioni del quinto da parte degli Impiegati e dei Ferrovieri e all’ interesse del 4,45 e 4,50. Se alla somma considerevole a tali scopi destinata fosse stato applicato un saggio più in rapporto alle condi­ zioni del mercato, certo è che la massa degli utili sarebbe riuscita notevolmente maggiore. Ma, come già accennato, per gli Istituti a ri­ sparmio ai fini speculativi devono prevalere le considerazioni di utilità sociale.

Risulta dalla relazione della Ragioneria come le partite in sofferenza cambiali importassero al 31 dicembre 1912 L. 532,276,01, e come in realtà tale somma debba in oggi ritenersi ridotta a L. 246,006,65. Posteriormente infatti al detto giorno vennero regolate varie delle partite o mediante prestazione di garanzia ipotecaria o mediante effettivi versamenti. E sul detto resi­ duo di L. 246,006,65, altre L. 160,000 stanno per essere regolate negli stessi modi.

La Cassa possedeva in passato un fondo pro­ porzionato alla importanza sua. Nell’ anno 1911 esso saliva a L. 3,923,938,60; i criteri di pru­ denza, sempre usati nella valutazione dei titoli agli effetti del bilancio, concorrevano a rendere il fondo più poderoso ancora e tale da fronteg­ giare ogni più pessimistica eventualità. Quella somma venne impoverita, non per fronteggiare svalutamenti verificatisi in precedenza, ma per incrementare il fondo di dotazione del Credito Fondiario, dalla Cassa gestito, e che si volle fosse non idealmente assegnato, ma effettiva­ mente e separatamente costituito. Per una tale ragione vennero prelevate dal fondo in parola L. 3,500,000 così che al 31 dicembre 1911 esso veniva a residuare in L. 450,000.

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di gran lunga quello di lutti gii anni prece­ denti. E tale attività torna anche più lusinghiera quando si pensi come la zona assegnata all’ Isti- tuto regionale trovisi servita anche dagli altri Istituti nazionali, aventi facoltà illimitata di emissione delle Cartelle e senza determinazione di massimo per i singoli mutui.

Assegnazione degli utili.

Gli utili netti dell’ esercizio 1912 i m p o r t a n o ... L.

con un aumento quindi di . »

su quelli dell’ esercizio precedente. Metà degli utili deve a norma dello Statuto essere portata ad in cremento del patrimonio e cioè L. 592,344,32.

Rimangono così da distri­

buirsi ... » Prelevata la quota del 20 % sull’ ammontare degli stipendi da portarsi ad incremento del fondo pensioni e c i o è ... »

La disponibilità residua in . L. E prelevando 1’ importo delle sopravvenienze passive dipenden­ ti dalla svalutazione delle Carte valore, e rimasto scoperto dalla utilizzazione dell’ impiego della ri­

serva speciale e cioè . . . »

La disponibilità residua a L. Per la ricostituzione,

come già detto; del fon ­ do speciale per la oscil­ lazione valori fu propo­ sto assegnare come pri­

mo stanziamento . L. 100,000 — E alla riserva per le

perdite eventuali fu pro­ posto di attribuire la

somma di . . . » 26,000 — onde portarla alle Li­

re 150,000 — cifra re­ clamata dalla rilevanza dell’ ammontare del por­

tafoglio dai rischi con-__________ seguenti.

» 126,000 —

Così la disponibilità residua L. 280,258,39

La pesca meccanica in Italia

È stato recentemente pubblicato nel Bollet­

tino del Ministero di Agricoltura un’ interessante

relazione del dott. Carlo Paolucci sui risultati del primo esperimento di pesca con battelli a vapore svoltisi nella zona marina di fronte ad Ancona; esperimento che aveva determinato la stessa Camera di commercio anconetana a

sol-lecitare dal Ministero di agricoltura una spe­ ciale conferenza in quella città per l’ istruzione dei pescatori e dei negozianti di pesce.

È da augurarsi che i pescatori intendano bene i doveri nuovi che loro si impongono con queste nuove forme di pesca, perchè non vengano sco­ raggiati i tentativi che volenterosi industriali intendono intraprendere; è necessaria una con­ cordia fra armatori ed operai in questi primi passi diretti alla trasformazione della flottiglia pescareccia.

Il Ministero di agricoltura ha fatto distribuire alle Camere di commercio, ed alle Società di pesca, alle Capitanerie di porto un esemplare della interessante relazione.

In rapporto a questo movimento a vantaggio della pesca meccanica l ’on. Nitti ha fatto diffon­ dere consigli ed istruzioni per la costruzione di motobarche porta pesee, cioè di battelli a vela con motore ausiliario a scoppio, i quali possono rendere segnalati servigi alla classe pescareccia ed al mercato del pesce.

Le prime due motobarche, sono siate costruite con motori a benzina (tipo S. Marco) p e r e n to delle Cooperative di S. Benedetto del Tronto e Porto S. Giorgio ; la terza è stata costruita a Venezia con motore di circa 100 HP (tipo Diesel); una quarta a Camogli per conto di quella Coo­ perativa di pesca Santi Fortunato e Prospero con motore tipo Triton. Altre motobarche sono ora in costruzione sempre in Italia, per le Coope­ rative di Spadafora S. Martino (Messina) e di Elena (Caserta), ed infine per altre ancora sarà presto iniziata la costruzione, avendo il Mini­ stero di agricoltura già assicurato il suo con­ corso finanziario, e queste motobarche sono de­ stinate ai pescatori di Mazzara del Vallo, Pa­ lermo ecc.

Sappiamo essere intendimento de! Ministro Nitti di presentare alla ripresa della Camera, una nuova legge per l’ industria peschereccia in modo di avere i fondi necessari per continuare gli aiuti governativi a favore della pesca mec­ canica, che potrà avviare ad un nuovo avvenire più florido e sicuro l’ industria della pesca na­ zionale, facilitando così i tentativi di nuove forme di pesca in alto mare, come già si opera in altre nazioni compreso il Giappone che sta ora, facendo tentativi con la pesca di specie ma­ rine abissali, e cioè di pesci e di altri animali che vivono nel mare a grandissima profondità.

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t

*56 L’ ECONOMISTA 20 luglio 1913

Cronaca delle Camere di Com mercio

Camera di C om m ercio di Rom a. — Per

l’ elenco degli abbonati ai telefoni dello Stato.

— Fra le altre comunicazioni, il presidente ha partecipato circa i molteplici inconvenienti lamentati nella pubblicazione dell’ elenco degli abbonati ai telefoni dello Stato, che la Dire­ zione Generale dei telefoni dichiara che la stampa di detto elenco è regolata da una con­ v e n z io n e r à che per quanto riguardagli impe­ gni assunti mediante detta convenzione, l ’ Am­ ministrazione ne esigerà l’ esalto adempimento, avendo già presi i provvedimenti all’ uopo ne­ cessari, in base ai quali si ha ragione di rite­ nere che la stampa del nuovo elenco non darà luogo a giustificati reclami.

Termini pei protesti cambiari. — Il Consigliere

Minerbi ha interpellato la Presidenza sulla li­ mitazione praticata da molti istituii bancari in confronto all’ art. 296 del Codice di Commercio circa i termini dei protesti cambiari, ed ha ri­ chiesto talune facilitazioni, specialmente per gli effetti inferiori alle Lire cento.

Borse di commercio. — Sono state ammesse

alla quotazione ufficiale di Borsa le azioni della Società romana per il formaggio pecorino e della Società per l’esercizio degli Stabilimenti G. Vianini e C.

Consorzio per Vistruzione industriale e profes­ sionale in Noma. — In merito alla costituzione

di un Consorzio fra Comune, Provincia e Ca­ mera di Commercio per il riordinamento delle Scuole professionali e commerciali facoltative, ai sensi della recente legge sull’istruzione pro­ fessionale, il Consiglio ha aderito in massima a partecipare al Consorzio medesimo.

P e r ii Comitato Italo-Spaglinolo. — Preso atto

con compiacimento dell’ avvenuta costituzione del Comitato Italo-Spagnuolo, ed in considera­ zione dell’ opera che il medesimo si propone di esplicare nel campo economico onde sviluppare nel reciproco interesse i rapporti commerciali fra le due nazioni, la Camera ha deliberato di entrare a far parte del Comitato stesso, iscri­ vendosi fra i soci onorari.

Camere di Commercio italiane all'estero. — La*

Camera ha deliberato la propria associazione alla Consorella di Costantinopoli ed ha concesso a quella in Ginevra un contributo straordinario, oltre la quota annuale d ’ iscrizione.

Camera di Commercio di Torino.— Le imposte e tasse su l’energia elettrica e della concorrenza che fa la energia elettrica estera in territorio ita­ liano, hanno formato oggetto di studio alla Camera, e furono fatti voti perchè siano diminuiti gli odierni gravi oneri fiscali e perchè l’energia elettrica stra­ niera importata in Italia sia posta in condizioni di parità con la italiana, mediante l’obbligo del con­ seguimento della concessione governativa, da ac­ cordarsi, caso per caso, sentito l’avviso della Ca­ mera di Commercio e degli altri Enti pubblici in­ teressati.

Camera di Commercio di Venezia. -— Nella se­ duta del 18 Giugno il Consiglio Camerale discute intorno al progetto di nuove tariffe ferroviarie. Il progetto è inaccettabile per alcuni; altri esprime l’avviso che la Commissione della Unione delle Camere di Commercio debba compilare una Rela­ zione unica e comprensiva dei voti delle varie Ca­

mere. Altri ancora ritiene che data la particolarità degli interessi ferroviari-postali di Venezia, questi debbano essere propugnati indipendentemente dagli altri Enti. In fine l’argomento è rinviato. ' Risulta pure rinviato un altro argomento impor­ tante, circa i provvedimenti proposti per la tutela del risparmio. Con ciò è rimandata la votazione sul seguente ordine del giorno ispirato al concetto della libertà bancaria. « La Camera di Commer­ cio e industria di Venezia, fa propria la relazione della Deputazione di Borsa in merito alle proposte per la tutela del risparmio, ne adotta le conclusioni, ed esprime, come principio, l’opportunità e la ne­ cessità che lo Stato non abbia ad invadere si­ stematicamente il campo dell’economia nazio­ nale ».

Camera di Commercio di Palermo. — Col patro­ cinio delle Camere e mercè l’opera di apposito Co­ mitato ordinatore si è tenuta una importante riu­ nione regionale « prò mutualità agraria » con di­ scorso inaugurale dell’on. V. E. Orlando. La mutua­ lità agraria italiana si è già utilmente affermata nella difesa contro le malattie e la mortalità del bestiame, contro gli incendi, la grandine e gli in­ fortuni sul lavoro agricolo, ma ha ancora lunga via da percorrere, specie nel Mezzogiorno. La riu­ nione di Palermo dimostra che anche nelle regioni meridionali si vuol progredir in questo campo.

Camera di Commercio di Bari. — La Camera, esaminato il nuovo progetto di tariffe ferroviarie, formula molti voti dei quali ecco i più importanti: sia tenuto conto degli interessi della provincia, acchè, nelle nuove forniture, il parco ferroviario sia proporzionalmente dotato di vagoni da otto, che il progetto di riforma tende invece ad abolire con danno delle Puglie, ove circa il 50 per cento dei carri in uso ha precisamente la portata di 8 tonnellate, come la Camera di Commercio stessa ha potuto dimostrare; che pel servizio di grovpage sia soppresso l’inciso « e non viceversa », e di conse­ guenza siano ammesse le spedizioni raggruppate dal Sud al Nord (minimo 6000 chili distanza mi­ nima 650 km) allo stesso trattamento di quelle dal nord al sud; che per tutte le nuove tariffe, che sur- x-oghino quelle locali, speciali ed eccezionali in vi­ gore, sia mantenuto assolutamente l’estremo del­ l’attuale peso minimo tassabile, richiesto dal fra­ zionamento del lavoro in genere ed in ispecie di quello del Meridionale pel costo degli articoli e per le speciali condizioni del credito generale.

Camera di Commercio di Alessandria. — La Camera, presi in esame i disegni di legge, ministe­ riale e della Commissione della Camera dei depu­ tati, su la riforma della procedura dei piccoli fal­ limenti esprime una lunga serie di voti intesi a me­ glio tutelare i diritti dei terzi creditori, e a chiarir la distinzione fra « piccolo commerciante » e « pic­ colo fallito » in modo che venga sottratto alle san­ zioni della bancarotta semplice il piimo, che sia co­ nosciuto veramente tale, sia per la esiguità e natura del suo commercio sia per le sue personali condizioni e che non abbia un passivo superiore alle 5000 lire, esonerandolo daH’obbligo della regolare tenuta dei libri: e venga invece sottoposto alle sanzioni del vigente Codice di Commercio il dissestato che, pur avendo saputo ridurre al limite delle lire 5000 il proprio passivo, in realtà abbia avuto un com­ mercio di discreta importanza.

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appro-vando un ordine del giorno eoi quale si fa voto, in via principale, perchè, nello stabilire il nuovo regime di dazi differenziali a favore delle merci nazionali o nazionalizzate, tanto per le importa­ zioni quanto per le esportazioni fra dette colonie e la patria nostra; in via subordinata, perchè siano esentate dal dazio di importazione nelle nuove colonie i prodotti metallurgici nazionali, specie in riguardo alle nuove costruzioni e perchè siano pure largamente protetti i prodotti nazionali ne­ cessari alle costruzioni stesse (laterizi, calci, ce­ menti, ecc.) unitamente a tutti quei prodotti mag­ giormente necessari agli indigeni. Il Consiglio fa infine voti perchè siano introdotti nel regno, colle massime facilitazioni possibili, i cereali ed il be­ stiame da macello, nonché i prodotti agricoli con­ siderabili come materie prime per le industrie, quali, ad esempio, lo sparto, il cotone, le pelli ecc.^

Camera di Commercio di Pavia. — La Ca­ mera ha deliberato di associarsi alle proposte delle consorelle di Bologna, dirette ad ottenere

1) la pereq'uazione dell’aliquota della tassa per la luce elettrica ed il gas, tenendo conto del prez­ zo di vendita che potrà avere l’energia elettrica con la sua continua diffusione; - 2) l’ abolizione della tassa sul riscaldamento per ogni uso; - 3) la tassazione del jorfaits in base ad una tassa per KW impegnato e non per candela, coll’estensione a tutti i comuni del limite massimo fissato ora per i comuni di popolazione inferiore ai 1000 abitanti.

Un deficit di mezzo miliardo

nel biltmelo francese Il Governo francese si trova da alcuni anni di fronte ad un bilancio disastroso. Convenzio­ nalmente, le cifre delle spese e delle entrate che vengono citate in Parlamento quadrano ; infatti il bilancio del 1913 si è chiuso con un attivo ed un passivo di 4 miliardi e 665 milioni. Ma la verità è ben altra.

11 senatore Gervais crede che il deficit di que­ st’ anno sia di 550 milioni. 11 senatore Gauthier lo fa salire a 762 milioni, e non già con cal­ coli fantastici. Egli nota che ai crediti votati bisognerebbe aggiungere anzitutto 210 milioni di spese per mantenere nel Marocco, nell’ anno in corso, 75,000 uomini, poi : 200 milioni di crediti supplementari per assicurare il funzio­ namento di quei servizi che h am o dotazioni insufficienti, 70 milioni per il mantenimento sotto le armi della classe che avrebbe dovuto essere liberata in ottobre e per i 25,000 uomini chiamati quest’ anno in servizio, 58 milioni per l’ esecuzione del programma navale, 10 milioni per l’ applicazione della nuova legge a vantaggio delle famiglie numerose, 12 milioni di crediti concernenti l’ amministrazione dei telefoni, cosic­ ché il totale delle spese del 1913 si trova por­ tato da 4 miliardi e 655 milioni a 5 miliardi e 225 milioni.

E’ la prima volta in trent’ anni chela Francia si trova in una situazione così imbarazzante.

Ma anche maggiore sarà il deficit nel 1914

poiché alle spese previste, in bilancio s’ aggiun­ geranno 895 milioni di nuove spese, mentre le entrate saranno inferiori di 215 milioni a quelle dell’ esercizio in corso. 11 disavanzo sarà quindi, fra un anno, di più d ’ un miliardo, senza tener conto che per l’ esecuzione del programma che concerne la difesa nazionale il Governo non potrà spendere 1800 milioni.

Che cosa bisognaconcludere? si chiede il se­ natore Gervais. Ecco : che sarà necessario di fare uà prestito di due miliardi per le spese militari e, per assicurare l’ equilibrio del bilancio, di domandare più d ’ un miliardo d’ imposte.

La protezione del risparmio in Francia

Il Governo francese da qualche tempo viene studiando i mezzi per difendere il risparmio nazionale contro le insidie di alcune intraprese, che sotio i nomi più diversi e mediante l’ aiuto di combinazioni ingegnose, organizzano opera­ zioni finanziarie (emissioni di azioni, obbliga- z oni, etc. etc.) che assai spesso si risolvono in vere e proprie truffe, delle quali specialmente i piccoli risparmiatori rimangono più facilmente vittime.

Nell’ intento appunto di studiare un programma di riforme legislative dirette ad assicurare la possibilità di un controllo su siffatte imprese e quindi a rendere più rigorosa ed efficace la protezione del risparmio e, sopratutto, del pic­ colo risparmio, è stata nominata una Commis­ sione, sotto la presidenza del ministro del lavoro. Essa commissione comprende; un professore della facoltà di diritto; il sostituto incaricato della sezione finanziaria al Parquet della Senna; nn giudice istruttore al Tribunale della Senna, nonché infine i rappresentanti dei ministeri della giustizia, dell’ interno e delle finanze ; il capo del Controllo delle Assicurazioni private e il consi­ gliere giuridico di questo stesso servizio al Mi­ nistero del lavoro. In Italia non si farà niente di simile?

nuovi progetti fiscali nel Belgio

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esat-458 L ’ ECONOMISTA

20 luglio 1913

tessza delle denuncie fatte potrà essere control­ lala mediante indagini del fisco nei libri di com­ mercio. 1 titoli stranieri saranno colpiti da una tassa del 2 % , e i titoli di Stato stranieri da

mezza tassa.

L’ industria automobilistica risentirà grave mente l ’onere delle tasse che la colpiscono. In­ fatti, il tasso del nuovo tributo a profitto dello Stato è stabilito in 12 fr. per ogni cavallo va­ pore, e in 30 fr. per ogni serie di 12 pesti, trat­ tandosi di veicoli d ’ imprese pubbliche di tra sporto. Quanto alle automobili impiegate nel Belgio da persone che non vi abbiano fissa di­ mora, la tassa è di 1 fr. per ogni cavallo-vapore e per ogni mese di soggiorno, ma ogni vettura straniera impiegata nel Belgio durante un pe­ riodo inferiore a sedici giorni è esente da ogni tassa.

Quanto alle imprese cinematografiche, poi, esse non sono meno gravemente colpite : la tassa generale equivale a l fr. per film e per spettacolo, con una sopratassa di 10 cent, ogni 10 metri per qualsiasi film che abbia oltre 130 metri di lunghezza.

Credito agricola in dermania

Il Board o f 'Brade ha pubblicato un « blue hook » contenente una relazione del signor J. R. Cachil sulle istituzioni di credito agricolo in Germania.

Da questo studio risulta che entro i confini dell’ Impero germanico esistono 17,000 banche agricole cooperative, con un movimento in conto credito a capitale di sterline 201,655.000. Queste cifre si riferiscono ai 1910.

Il grande movimento cooperativo agricolo in Germania è cominciato un quarto di secolo fa e 17 anni addietro il Ministro delle finanze prus­ siano, in un suo notevole discorso, prevedeva 11 giorno in cui ogni comune agricolo tedesco avrebbe avuta la sua Banca cooperativa. Questa profezia si può dire oggi avverata, e l ’effetto è stato estremamente benefico per l ’ agricoltura tedesca.

Lo sviluppo di queste istituzioni di credito fu aiutato dal fatto che la Germania non pos­ sedendo Casse postali di risparmio, i risparmi delle classi lavoratrici hanno affluito verso le istituzioni rurali. Il successo delle banche di credito cooperativo si può desumere dal fatto che, durante gli ultimi 16 anni, soltanto 19 hanno fallito.

Il Cachil crede che un sistema consimile po­ trebbe benissimo prosperare anche in Inghilterra con immenso vantaggio delle popolazioni rurali e della agricoltura in genere. Il Cachil passa

quindi ad esaminare gli altri gruppi di istitu­ zioni cooperative fiorenti in Germania e cita le latterie, le Società perl’ allevamentodelbestiame, quelle per la vendita delie uova, quella per la compera e la distribuzione delle sementi, e così via. notando che di tutte queste istituzioni l’ In­ ghilterra ha bisogno urgente.

Diminuzione delle nascite in Germania

Il fatto che da qualche tempo anche in Ger­ mania si verifica una diminuzione, suscita nelle sfere del Governo e del Parlamento, come nella stampa e tra gli economisti, una viva inquietu­ dine e una gara nella ricerca dei mezzi più atti a sradicare sollecitamente il male.

I risultati del censimento del 1912, attesi con viva impazienza, confermano che la diminuzione della popolazione continua ad accentuarsi.

Su 42 città principali solamente in 6 le na­ scite superano quelle dell’ anno precedente: nelle altre 36 si constata una nuova diminuzione, piuttosto sensibile a Francoforte, dove sopra 1000 abitanti il numero dei nati fu di 20,9, mentre nel 1911 era stato di 22,1: nella Nuova Cologna. sulla Sprea da 25,9 per 00/00 si scese a 23,7.

In molte città, dove l’ aumento della popola­ zione fu sempre costante e considerevole, il nu­ mero delle nascite è ora più debole di 10 anni addietro. 1902 1912 Lipsia 14922 13400 Dresda 12712 11301 Colonia 14621 14321 Breslavia 14424 13961 Norimberga 10373 9025 Halle 5268 4550

— Anche nei centri meno importanti si rile­ va una diminuzione nelle cifre assolute delle na­ scite: ma anche la percentuale delle morti va diminuendo. Nel 1912 si può calcolare che il numero delle nascite in Germania ha superato di mezzo milione quello dei decessi.

I giornali in Francia

Da una statistica del Min. Interni risulta che in Francia si pubblicano 6417 giornali, dei quali 2588 a Parigi. È degno di nota che di questi 2588 che si pubblicano a Parigi 80 soltanto sono quotidiani politici e d ’ informazioni, mentre ve ne sono 195 finanziari e 206 sono giornali di medi­

cina, onde a ragione il Figaro si domanda: Siamo

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UN’ IMPOSTA SUL REDDITO

cli<ì grava su celibi e nubili negli Stati Uniti

Secondo i l ‘ volo della Commissione finanzia­ ria del Senato, la nuova imposta sul reddito colpirà in modo speciale i celibi e le nubili e favorirà invece le famiglie numerose.

11 progetto di legge per l’ imposta sul reddito nella sua forma originale stabiliva una imposta progressiva sul reddito a partire da 20,000 lire. Maquandoil progetto passò all’ esame dellaCom- missione del Senato il senatore Cool del Missis- sipi, che ha una grossa famiglia, propose uno speciale emendamento a favore dei padri di nu­ merosa prole con il risultato che il progetto fu tutto modificato. Ora esso stabilisce che i red­ diti dei celibi e delle nubili debbano essere col­ piti a cominciare da 15,000 lire. Coloro invece che hanno moglie pagheranno l ’ imposta progres­ siva a partire da 20,000 lire, con una dedu­ zione di 2500 lire per ciascun figlio minorenne; ma la deduzione totale non può essere supe­ riore alle 5000 lire.

U n a legge in P e n s ilv a n ia

per il matrimonio eugenico

Una importante legge è stata approvata dal Senato di Pensilvania: la legge per il matrimo­ nio eugenico, approvata con 30 voti contro 5, e che è acclamata entusiasticamente da tutte le Società scientifiche dello Stato.

La legge vieta la concessione delle licenze matrimoniali a tutte le persone affette da ma­ lattie infettive o trasmissibili a chi sia sotto tutela o sia soggetto ad accessi di alienazione mentale o semplicemente di imbecillità per quanto innocua.

« Nessuna persona di sesso maschile — dice la legge — potrà sposarsi se per un periodo minimo di cinque anni sia stato ricoverato in un manicomio, a meno che non possa provare in modo soddisfacente che le cause che resero necessario il suo confinamento nel manicomio sono completamente scomparse ».

Altri Stati americani intendono approvare una legge simile. Anzi a Chicago si è riunito un congresso di psichiatri per discutere 1’ argo­ mento.

Gli scioperi francesi nel 1911

Nel 1911 si ebbero in Francia 1471 scioperi, che r,guardavano complessivamente 230,646 ope­ rai, di cui 209,800 uomini, 15,239 donne e 5607 ragazzi, occupati in 16,148 stabilimenti ; le gior­ nate di disoccupazione furono 4,096,393, di cui

500,779 riguardavano 21,881 operai che non scio­ peravano e 3,595,614 operai in sciopero. I 1502 scioperi del 1910 avevano portato4,381,285 giorni di disoccupazione per ogni scioperante, media mantenutasi costante per il 1911. 11 maggior numero di scioperanti è dato AeAV edilizia con 468 e 93,616 scioperanti; vengono poi le indu­ strie tessili con 203 scioperi e 18,95 > sciope­ ranti ; i trasporti con 168 e 39,176 ; la metal­

lurgica con 160 e con 15,524 ; 1’ industria della lavorazione del legno (rami non compresi nella

edilizia) con 72 e 7194; l’ agricoltura con 104 scioperi e con 13,519 scioperi.

Concordati [Dilettivi nella Svezia nel 1912

Il numero del contratti collettivi conclusi nel 1911 si è elevato a 219, e si può calcolare che abbiano fissato le condizioni di lavoro di 33,688 operai. Nell’ industria forestale furono conclusi due contratti collettivi per 800 operai; 102, in­ teressanti 16,808 operai nelle manifatture; 74 riguardanti 1 1,127 operai nell’ edilizia; 4 per un complesso di 70 operai nei servizi pubblici e 37 per 4823 operai nel commercio e nelle comuni­ cazioni, Come sempre, il maggior numero di contratti conclusi e rinnovati si riscontra nelle manifatture, nell’ edilizia e nei trasporti.

Al principio dal 1911 si avevano 1617 con­ tratti collettivi in vigore, che vincolavano circa 8700 padroni e 251,625 operai; alla fine del­ l’ anno il numero dei contratti era sceso a 1476 e rispettivamente a 8300 e a 229,792 quello dei padroni e operai da essi impegnati. Si è avuta quindi una diminuzione di 141 contratti e di 21,833 operai. Se si tiene conto inoltre che nel numero dei contratti collettivi conclusi nel 1911 e in vigore alla fine dell’anno, ce ne erano 25, riguardanti 2083 operai, che erano stati conclusi in località dove fino allora non ne erano mai stati fatti, si vede che non furono meno di 166 (23,916 operai) quelli scaduti e non rinnovati durante l’anno.

Erogazione sul {ondo degli utili netti dell’azienda

per il chinino di Stato

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nel-460 L ’ ECONOMISTA 20 luglio 1913

1’ intesa che per l’ anno venturo i sussidi in de­ naro per la lotta anti-malarica nei comuni sa­ ranno tutti elargiti in anticipazióne dalle pre­ fetture sopprimendo naturalmente la spesa fino ad ora sostenuta per rimborso posticipato ai sin­ goli comuni; L. 168,000 a favore della Croce Rossa Italiana per servizio antimalarico in Si­ cilia e nelle Paludi Pontine; L. 300,000 a fa­ vore delle miniere di Montevecchio (Cagliari) a titolo di premio per l ’ attuazione di difese mec­ caniche contro la malaria. La Commissione ha inoltre preso in esame la relazione della sotto­ commissione nominata per lo studio di varie proposte tendenti a perfezionare i servizi del­ l’ azienda in rapporto alla esecuzione delle leggi contro la malaria e sul chinino di Stato.

La storia dille industrie tosili nel mondo

e lo sviluppo di quelle italiane Per il mondo industriale, il Times del 27 giu­ gno scorso fu un avvenimento. 11 magno gior­ nale uscì in 84 pagine, dedicandone 62 a una rassegna ordinata, accurata e completa delle industrie tessili antiche e moderne in Inghil­ terra e per tutto il mondo. Naturalmente, la parte storica del gigantesco studio, al quale po­ sero mano i più insigni specialisti in materia, è assai succinta in confronto dell’ esame del la­ voro che i telai mondiali vanno compiendo da mezzo secolo in qua e che stanno prodigiosa­ mente intensificando oggi. Pure, le colonne che il Times dedica alle tessiture di cui furono fa mo8Ì l ’ Egitto e la Grecia dell’ antichità, ai mi­ racoli delle tessiture orientali, da quelle di tap­ peti in Persia e in Turchia a quelle sete in Cina, al Giappone e in India, sono fascinanti. Ma il vero, il grande romanzo moderno delle industrie tessili perfezionate, il cui primo capi­ tolo fu scritto nell’ Inghilterra del Nord nel se­ colo scorso, ci interessa anche di più. Esso palpila d ’ avventura meccanica, di sforzi finan­ ziari, di successi strepitosi, di concorrenze im­ ponenti. Vi si travede il prodigio della quantità non disgiunto dal miracolo della qualità. Oggi si tesse su scala immensa, e si tesse alla per­ fezione. La meraviglia è duplice. E non si può considerarla senza pensare quanto grande sia in realtà la vita industriale contemporanea.

Forse, il ramo delle industrie tessili è quello che meglio ne pone in risalto la ascensione, la grandezza e la prosperità generale. Non occorre dire che la vita industriale inglese, in questo ramo, si serba alla testa di tutte le altre. Fu in Inghilterra, nell’ Inghilterra del Nord, che i primi telai meccanici, mossi dal vapore, ven­

nero alla luce, operarono vittoriosi, e si posero all’ avanguardia di tutte le tessiture mondiali. Il

Times passa in rivista gli inventori e le inven­

zioni che determinarono questo trionfo, e studia tutte le forme e le fasi che lo caratterizzano oggi nei diversi bacini tessili del paese, dal Laneashire al Yorkshire, da Glascow a Bradford, È un minuto studio della massima attività in ­ dustriale inglese, che culmina nelle tessiture di cotone, stendentisi intorno all’ instancabde Man­ chester. In queste, l’ Inghilterra mantiene un primato che non ammette discussione; ed è istruttivo esaminare nel Times come sia con­ dotta la grande industria cotoniera del Lan- cashire, quali ne siano le regole e i salari, gli espedienti tecnici e l ’ educazione delle maestranze, i rapporti fra capitale e lavoro e gli effetti so­ ciali.

Su scala minore, il Times sviscera poi alla stessa maniera le altre industrie tessili inglesi e quelle affini. Ci stende sotto gli occhi in ogni loro elemento le tessiture di lana e quelle di tappeti, quelle di lini e quelle di seterie. Ci conduce a visitare praticamente e tecnicamente le fabbriche di stoffe e di flanelle, di soppedanei e di trine, di biancherie e di mantiglie, di li- moleums e di jute, di cappelli e di calze, e fi­ nanche di reticelle d ’ amianto pei becci ad incan­ descenza.

Particolareggiato, documentario e spirante autorità da ogni riga è da ultimo lo studio che il Times fa del presente e dell’ avvenire delle industrie tessili nei più operosi paesi del mondo attuale; in Italia, in Francia, in Germania, in Austria, in Russia, nel Belgio, in America e nelle colonie britanniche, nonché nell’ Estremo Oriente.

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già iu grado di conlendere il terzo posto ». Il

Times, però, osserva giustamente che la princi­

pale industria tessile in Italia i quella della seta, e dichiariamo che « nella produzione mon­ diale della seta greggia, l’ Italia è sorpassata soltanto dalla Cina e dal Giappone ». Dove in­ vece l’ industria italiana non ha fatto i pro­ gressi stupefacenti che possono renderla orgo­ gliosa nei riguardi della seta e del cotone, è nella tessitura della lana. Le manifatture di la­ nerie si sono estese e si vanno estendendo più lentamente delle alti e; tuttavia, il Times è co­ stretto a constatare che anche in questa branca l’ Italia ha già fatto un sostanzioso progresso, diminuendo notevolmente le importazioni di ma­ nufatti di lana, e tendendo ad aumentare la propria esportazione degli stessi articoli.

La sanità pubblica nel 1912

E’ uscita la Relazione del Direttore Generale comm. Lutrario al Consiglio Superiore di Sanità sui più notevoli fatti che riguardano l’ igiene in Italia durante l ’ anno 1912.

E’ un volume ricco di dati statistici e di con­ fronti dimostrativi. Conforta in primo luogo ap­ prendervi il reale progressivo miglioramento che si è venuto affermando nel campo della mortalità in genere ed in ispece della mortalità per ma­ lattie infettive, in nesso col progrediente affi­ narsi della nostra organizzazione sanitaria: la quale è giunta ora al punto da non aver nulla da invidiare a quella di altri Stati, notoriamente fra i più progrediti in materia.

Sintesi dell’ efficacia dell’ opera è stata la di­ minuita mortalità, che da 613 in cifra assoluta, quando era ad es. in gennaio a Tripoli, discese a 146 in settembre e tende sempre più a discen­ dere, nonostante l ’ aumento sempre progressivo della popolazione europea'e indigena.

La Relazione tratta ampiamente della profilassi del vaiuolo, ciò che ha fornito argomento per indagare sul modo come procede il servizio di vaccinazione nel Regno e per escogitare i mezzi più atti ad intensificarla, i quali convinsero in ultimo sulla necessità del ripristino del vacci­ nogeno di Stato, che, auspice S. E. Giolitti, sarà quanto prima_messo in funzione.

— Quanto all’ ileotifo la stessa Relazione ac­ cenna alla diminuzione, che si va mantenendo per le migliorate condizioni degli abitanti e della provvista di acque potabili, favorita da mezzi speciali.

Di non minore importanza è la esposizione delle misure adottate per dominare il flagello della malaria, misure che hanno avuto come risultato di far scendere il quoziente della m or­

talità per questa malattia a 12.7 per 100,000 abi­ tanti, da 53.6 che, era nel 1888.

— Quanto alla pellagra, l ’applicazione rigo­ rosa della legge 21 luglio 1902 ha portato a una diminuzione di oltre due terzi della mortalità, in confronto al 1898.

— Oggetto di speciale interessamento da parte dell’ Amministrazione sanitaria sono stati altresì: la tubercolosi, il tracoma, l’ anchilostomiasi, ed altre malattie, per le quali furono anche pro­ mossi studi e ricerche, e accordati sussidi in denaro per la profilassi e cura.

Sempre nel campo delle malattie infettive, la Relazione si sofferma a parlare delle malattie e della loro diminuzione. I risultati conseguiti oltre alla migliorata educazione igienica delle masse, si devono anche alla più alacre organiz­ zazione dei servizi e'allo indirizzo liberale dato al trattamento dei malati.

NOTIZIE FINANZIARIE

Ranca francese per il Brasile. — Il primo eser­ cizio sociale ha dato un utile netto di 80.770 fr. In vista dell’assorbimento di un istituto bancario brasiliano il capitale è stato portato da 15 a 25 milioni.

Prestito della Città di Costantinopoli. — Do­ po laboriose negoziazioni il prestito 5 % della città di Costantinopoli è stato finalmente concluso colla Banca Percer di Parigi ed approvato con un iradè imperiale. La prima parte di 150.000 L. T. dal totale di 650.000 sarà emessa prossimamente al prezzo del 97 per cento.

Spese governamentali Russe. — La Duma del­ l’ Impero ha approvato il progetto di legge col quale si destinano 58.780.000 rubli alla costruzione di nuove navi da guerra ed a stabilire dei cantieri di Stato.

Prestito della Città di Magdeburgo. — Le au­ torità della città mettono in sottoscrizione 6 milioni di marchi di obbligazioni 4 per cento. Questa emis­ sione costituisce il primo gruppo di un prestito di 28 milioni e mezzo di marchi deliberato il marzo scorso.

Prestito della Città di 'Iròves. — L ’amministra­ zione comunale progetta un nuovo prestito di

14.100.000 marchi.

Prestito della Città dijBarmen.— Questacittàha progettato un prestito di 8 milioni in obbligazioni 4 per cento, male meschine offerte pervenute hanno fatto rimandare le emissioni ad epoca più favore­ vole.

Prestito della Città di Praga. — La municipa­ lità ha deliberato di contrattare un prestito di 25 milioni di corone.

Prestito del Cantone d’ Uri (Svizzera). — Il cantone lia proceduto all’emissione di un prestito di 1.500.000 fr. in obbligazioni 10 /z per cento e 99 per cento, per aumentare il capitale di do­ tazioni della Cassa di risparmio di Uri.

Prestito della Città di Northeim (Hannover). — Il giornale dell’impero pubblica l’autorizzazione accordata alla città di Northeim dì contrattare un prestito di 2.800.000 M. in obbligazioni 4 per cento.

Riferimenti

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