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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.40 (1913) n.2065, 30 novembre

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L’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno X L - Vol. X L I V

Firenze-Roma, 30 Novembre 1 9 1 3

N . 2 0 6 5

SOMMARIO: La parola di un Re democratico — Un grave perieolo mondiala fcowiinii«) — I risultati della

nuova legge inglese sulle assicurazioni sociali - RIVISTA BIBLIOGRAFICA : [Doti. CaRìo D* arolis Le Casse di Risparmio italiane e i loro rapporti cogh Istituti cooperativi di credito - Comune di lano, Dati Statistici a corredo del Resoconto dell’amministrazione comunale - Giuseppe Prezzolisi, La Francia e i francesi nel secolo X X osservati da un italiano - Ulrico Hoepli, nuovo es o unt legge elettorale politica - Jean Birot, Statistique annusile de géographiehumatne comparse - Ernesto Poisson, La cooperation nouvelle - Henry Biget, Le logement de l ouyrter] Il lavoro „ degli adolescenti - I regolamenti edilizi nei Comuni d’ Italia-L a situazione»del Tesoro a fine ott^ r e - Le Casse Postali di Risparmio nel mese di Settembre — RIVISTA DEL COMMERCIO : ^ Com“ ®ie“ liano con l’ estero - il commercio estero degli Stati Uniti - Il commercio estero deilaBohvia-Gommereio estero dell’Inghilterra dal 1900 al 1912 - Il commercio estero della Norvegia - Il commercio " iapP°“ nel 1912 - Commercio estero e navigazione della Germania nel 1912 - Commercio Italo-Franieesie nel 1912 — NOTIZIE FINANZIARIE : Creazione di una Banca di Emissione, Colombia - La circolazione iiduciaria in Corea - Credito fondiario italiano - Credito fondiario francese - Banche coloniali francesi - Banca ipo- tecaria franco-argentina, Parigi - Banca di riporto, Parigi - Prestito di Monaco - res 1 ° * _ n n Prestito bulgaro - Prestito di Praga - Prestito greco - Saggio dello sconto in Spagna — MERLATO MO­ NETARIO E RIVISTA DELLE BORSE— PROSPETTO, QUOTAZIONI, VALORI, CAMBI, SCONTI E SITUAZIONI BANCARIE ... ...

La parola di un Re democratico

Ammesso che sia necessario od anche sola­ mente utile continuare nella consuetudine del discorso della Corona, in omaggio a quella tra­ dizione che non risponde più, o solo in minima parte, alle condizioni del tempo presente, ri­ mane dunque un documento sul quale rivolgere la osservazione, se non altro per scrutare l’ ani­ mo del Sovrano ohe lo legge ed indagare se ar­ monia o contrasto esistano fra l’ indirizzo del Governo ed i convincimenti del Capo della Na­ zione.

Poiché la responsabilità del Sovrano è coperta dal Ministero e quegli può essere costretto infatti a pronunciare un discorso che contenga aspi­ razioni, affermazioni, proposte e speranze, anche contrarie al suo personale convincimento, — tanto è vero che in breve periodo di tempo può

ca-lastico, dove con grande fatica i compilatori si adoperano a disporre parole e periodi in modo da presentare concetti consueti o vaghi, con ap­ parenza di novità.

Questo affermiamo unicamente per rispec­ chiare lo stato di fatto, non già per mancare del dovuto rispetto al Capo dello Stato ed ai membri del Ministero, i quali invece bene si appongono nello eliminare specialmente da qual­ che legislatura, nel discorso della Corona, quelle formali e solenni promesse che lo abbellivano un tempo, senza però che Sovrano e Governo si mostrassero poi neppur lievemente preoccu­ pati del mantenimento.

Il discorso col quale giovedì fu inaugurata la 24a legislatura, considerato soltanto nei lievi indizi esteriori e nei leggeri tocchi, dei quali più sopra accennavamo, per scorgere, diremo così, la psiche del Sovrano, offre un elemento di qualche dergli la contingenza di pronunciarne uno sug­

gerito da un Ministero liberale e più tardi altro consigliato da Ministero conservatore - , ben poca invero può risultare la impronta di personalità ed originalità, la quale, ove vi si trovi, non può apparire che da lievi, sottilissimi indizi, da leg­ gere e sfuggevoli tracce.

Questi elementi quasi reconditi e di necessità

rilievo. E’ stata abbandonata la consueta forma: « Il Parlamento vorrà... »; « il Parlamento sarà chiamato a ...»; « sarà compito della nuova le gislatura ecc. ecc. e ripetutamente è stata sostituita la forma assai più democratica rac­ chiusa nella prima persona plurale del verbo dovere.

« Dovremo quindi perfezionare e completare rari e limitati, nulla hanno a che fare in genere

col contenuto del discorso, il quale, per quanto possa essere pronunciato da un Sovrano intelli­ gente ed anche volonterosamente e seriamente partecipe alla direzione della politica interna ed estera del paese, è pur sempre di fattura altrui e resta quindi per necessità un componimento sco­

la legislazione sociale... »; « Dobbiamo coi mezzi più efficaci assicurare che l’ istruzione popolare sia rapidamente estesa... » ; « Dovremo provve­ dere alla gelosa conservazione del patrimonio ar­ tistico... » ; « Questo equilibrio dobbiamo con­ servare per parte n o stra ...»

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del suo Governo e del Parlamento e propone a sè come alle Camere, il programma da attuare.

Si potrebbe far questione se tale cooperazio­ ne, puramente formale, sia anche costituzionale; ma sarebbe ricerca sterile e vacua. Il Sovrano dei nostri tempi, specialmente nei problemi che toccano da vicino il suo popolo, si deve sentire così vicino ad esso che nessuna costituzione po­ trebbe vietargli di contribuire, anche in modo più tangibile e più diretto che non sia il discorso della Corona, ad un indirizzo nel quale le pre­ rogative ed i privilegi dei governanti, vadano sempre più eguagliandosi ed equilibrandosi colle prerogative ed i privilegi dei governati.

Una semplice questione di forma può essere talvolta sintomo del modificarsi delle sostanze, e perciò in oggi insieme ai socialisti indossanti il frack abbiamo il Sovrano che afferma, « vo­ glio lavorare con voi ». Due fatti superficiali : ma una prova di minorate distanze e di avvicina­ menti sempre più notevoli.

Ecco il discorso della Corona. Signori Senatori, Signori Deputati !

Alla rappresentanza nazionale eletta per la prima volta a suffragio universale rivolgo il mio saluto con la espressione della più completa fi­ ducia che essa, rappresentante di ttìtte le classi sociali, sarà la sicura tutrice dei loro legittimi interessi, e_ delle alte idealità della patria.

Due anni or sono il primo cinquantennio di vita nazionale si chiuse con la rassegna, passata al cospetto del mondo, dei mirabili progressi arrecati all’ Italia dalla unità e dalla libertà.

Il nuovo cinquantennio si aperse con l’acquisto di una Colonia che assicura all’Italia il posto che le spetta nel Mediterraneo e con una legge che ri­ conosce a tutti gli italiani il diritto di partecipare alla vita politica.

Lo splendido inizio di questo nuovo periodo di storia ci affida che sempre più sicuro proseguirà il cammino ascendente del nostro Paese.

L ’impresa di Libia, insieme ad una vasta co­ lonia e ad una posizione politica più forte e più degna, ci ha data la coscienza delle virtù del nostro popolo, della sua sicura e tranquilla costanza, e della serenità con la quale affronta i più gravi sa­ crifizi quando si tratta dell’onore e della fortuna del paese.

Le commoventi dimostrazioni fatte da tutte le classi del popolo, e in tutte le parti d’Italia ai soldati quando partivano per compiere il loro do­ vere, e quando tornavano dopo averlo eroica­ mente compiuto provano quanto potentemente vibri nel popolo italiano il sentimento della Pa­ tria.

Le virtù del nostro popolo ebbero la più alta espressione nell’esercito e nell’armata, ai quali mando il mio plauso, accompagnato da un com­ mosso saluto alla memoria dei prodi che caddero sacrando all’Italia il suolo della Libia.

L ’acquisto della Libia dà all’Italia una grande missione di civiltà, la quale deve avere per primo suo fine quello di renderci sinceramente amiche le popolazioni indigene col rispetto della loro re­ ligione, della famiglia, della proprietà, e facendo loro apprezzare i benefici della civiltà.

Il pacifico accordo con quelle popolazioni pre­ parerà un largo campo alle nostre attività eco­

nomiche e renderà possibile, in tempo non lon­ tano, che le correnti di emigrazione, anziché di­ rigersi tutte verso terre straniere, si volgano an­ che verso quelle vastissime nostre terre.

Mentre il valore dell’esercito e dell’armata por­ tava a compimento l’acquisto della Libia, la sa­ pienza del Parlamento compiva la riforma che chiamò alla vita politica oltre a cinque milioni di cittadini.

Questa riforma avrà come necessaria conseguenza un indirizzo legislativo e un’opera di governo di­ retti ad un tempo a conseguire una più elevata condizione intellettuale, morale ed economica delle classi popolari, e a promuovere una più intensa produzione che innalzi il livello della ricchezza nazionale ; ricordando sempre che massimo coeffi­ ciente di prosperità per un popolo è la pace so­ ciale, e che solamente un’ agricoltura e un’indu­ stria fiorenti possono assicurare il benessere delle classi popolari.

Dovremo quindi perfezionare e completare la legislazione sociale a favore dei lavoratori, pro­ seguire ed intensificare quella politica di lavoro alia quale si devono in molta parte i progressi economici compiuti ; curare i grandi interessi del­ l’agricoltura e dell’industria, e volgere assidue cure alla marina mercantile, potente fattore di prosperità per il commercio e di forza per il Paese.

E poiché il valore di un popolo nel mondo mo­ derno si coni misura dal grado della sua coltura, dobbiamo coi mezzi più efficaci assicurare che l’i­ struzione popolare sia rapidamente estesa a tutti i cittadini e resa sempre più completa ; che si in­ tensifichi l’insegnamento di arti e mestieri e di agricoltura ; che l’istruzione media sia seria, edu­ cativa, adatta all’indole della gioventù italiana e alle necessità della vita ; e che l’istruzione supe­ riore, sempre più profonda, determini un intenso movimento scientifico che risponda alle gloriose tradizioni delle università italiane. E ricordando una delle più pure nostre glorie, dovremo provvedere alla gelosa conservazione del patrimonio arti­ stico, e a rendere degna delle tradizioni italiche la coltura artistica delle nuove generazioni.

Nel campo della legislazione dovrà iniziarsi la riforma del Codice Civile per dare alla donna il posto che le spetta nella famiglia ; la riforma degli ordinamenti della, giustizia civile per renderla più pronta e più accessibile a tutti ; e la riforma della legislazione commerciale affinchè corrisponda alle mutate condizioni del commercio e del cre­ dito, e sia sicura tutela della fede pubblica.

In Italia hanno particolare importanza i rap­ porti fra la Chiesa e lo Stato, sapientemente di­ sciplinati dalle nostre leggi sulla base della più ampia libertà religiosa, la quale però non può mai tradursi in ingerenze della Chiesa nelle fun­ zioni dello Stato, poiché lo Stato, che è il solo rappresentante della università dei cittadini non può ammettere limitazione alcuna alla sua so­ vranità.

In questi ultimi tempi grave turbamento hanno recato a tutta l’Europa le questioni sollevate dagli avvenimenti che, attraverso a sanguinosi conflitti, trasformarono l’assetto della penisola balcanica.

L ’Italia, in pieno accordo con le potenze alleate, in virtù degli ottimi rapporti di amicizia con le altre Potenze, ha validamente cooperato al fine di evitare più gravi conflitti.

Il desiderio, comune a tutte le potenze, di risol­ vere pacificamente le insorte controversie, con­ dusse ad accordi che furono grande fortuna per la causa della pace e della civiltà.

Auguro ora che per i popoli balcanici, così cru­ delmente provati in sanguinose guerre, cominci un’èra di pace e di prosperità.

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30 novembre 1913 L ’ ECONOMISTA 755

ha dimostrato che il raggruppamento delle grandi potenze in alleanza e in intesa, crea un equilibrio di forze, ohe è la maggiore garanzia del manteni­ mento della pace.

Questo equilibrio dobbiamo conservare per parte nostra, mantenendo le forze dell’ Esercito e dell’Armata in proporzioni corrispondenti alla nostra posizione politica.

Il Parlamento, tutore sicuro dei più alti inte­ ressi del Paese, provvederà, ne son certo, entro i limiti delle nostre condizioni economiche, a porre l’eseroito e l’armata in grado di adempiere alla altissima loro missione.

La risoluzione dei grandi problemi che ho ac­ cennati richiede come base necessaria una solida finanza. Il fatto di avere sostenuta una lunga guerra, senza rallentare nè la costruzione di opere pubbliche, nè il miglioramento dei servizi civili, e senza avere ricorso al capitale straniero, ha assiso il credito dell’ Italia, sopra la più salda delle basi.

Questa forza noi dobbiamo mantenere intatta con la più rigida cura degli interessi dell’erario, e affrontando anche i necessari sacrifizi ohe il pa­ triottismo delle classi agiate non ricuserà.

Signori Senatori, Signori Deputati !

La legislatura che oggi si inaugura segna l’i ­ nizio di un nuovo periodo della nostra storia.

L ’impresa di Libia, il suffragio universale e il rapido rinnovarsi del mondo moderno aprono nuovi orizzonti, e affacciano alle vostre delibera­ zioni nuovi grandi problemi.

La bandiera italiana piantata sull’ altra sponda del Mediterraneo significa una partecipazione più attiva alla risoluzione dei problemi della politica estera.

Le nuove terre italiane attendono quell’opera di civiltà in nome della quale le abbiamo occupate.

L ’aver chiamato alla vita politica le numerose falangi di popolo, che prima ne erano escluse, c o ­ stituisce formale impegno di porre in prima linea lo studio dei problemi che più direttamente l’in­ teressano.

Il periodo storico che ora si apre segnerà un nuovo passo verso la prosperità e la grandezza della Patria se sapremo indirizzare a così alti fini le virtù delle quali il popolo italiano ha dato eroica prova.

Dn grave pericolo mondiale <”

Le cause esaminate nel precedente articolo non sono le sole che abbiano contribuito a rialzare il rendimento dei capitali impiegati in valori mobiliari ; si trova infatti, afferma il Thery, lo stesso fenomeno per lo sconto, cioè per i crediti consentiti al commercio ed alle industrie e qui non si possono invocare gli ar­ gomenti che valgono a spiegare il ribasso dèi grandi fondi di Stato europei.

11 quadro che segue ci dà per le grandi piazze d ’Europa e nell’ordine del prospetto che pre­ cedentemente abbiamo pubblicato per i grandi fondi di Stato ; Io) il tasso medio annuale di sconto per gli anni 1903 e 1912 e 2°) il tasso di sconto alle date del 2 gennaio 1900 e del 30

ot-tobre 1913, corrispondente a quelle considerate nelle due tabelle precedenti •

Tasso di sconto in Europa.

Tasso medio Tasso alla data del Piazze annuale 1903 1912 Aumento nel 1912 */. 2 genn. 1903 30 1912°tt- “ s Parigi . . . 3.00 8.38 12.6 3.00 4.00 33.3 Vienna . . . 3.50 5.56 58.9 3.50 6.00 71.4 Pietroburgo . 4.50 5.02 11.5 4.50 6.00 33.3 Budapest . . 3.50 5.56 58.9 8.50 6.00 71.4 Berlino . . . 3.84 4.95 28.8 4.00 5.50 37.5 Bruxelles . . 3.17 4.41‘ 39.1 3,00 5.00 66.6 Londra . . . 3.25 3.75 16.0 4.00 5.00 25.0 Amsterdam . 8.40 4.00 17.7 3.00 5.C0 66.6 Medie generali 3.52 4.58 + 80.1 3.56 5.31 + 49.1

Il rialzo del tasso di sconto, calcolato se­ condo la media annuale degli anni 1903 el912 (30.1 % ) è ormai meno elevata di quella consta­ tata per il tasso del 2 gennaio 1903 e 30 ottobre

1913 (49.100). Ciò proviene dal fatto che il paragone tra le ultime due date subisce il pieno effetto degli avvenimenti che colpirono in que­ st’anno l ’Europa, dopo il settembre 1912, men­ tre la guerra balcanica ha meno influenzato la media dell’anno 1912, poiché essa non, è c o ­ minciata che verso la fine del terzo trimestre. Cionondimeno, ed anche non tenendo conto che del tasso medio annuale, la tabella pre­ cedente prova in una maniera indubitabile che il tasso di collocamento dei capitali pre­ stati al commercio ed alla industria è conside­ revolmente aumentato che non il rendimento dei grandi fondi di Stato dell’Europa.

Quale è la causa di questa differenza ? L ’e ­ norme sviluppo che le operazioni di sconto hanno preso in Europa negli ultimi anni e la rarità relativa del numerario disponibile per dette operazioni.

La tabella che segue ci permette di meglio precisare la questione :

Situazione dell'incasso oro, della circolazione fidu­ ciaria e del portafogli di sconto di tutte le banche di emissione dell’Europa alla fine dell’anno 1902 e 1912. Designazioni 81 die. 1902 81 die. 1912 Aumenti nel 1912 Incasso oro ... 8.752 13.152 + 50.3 Circolazione fiduciaria . 16.215 25.175 + 55.3 Conyers. d’oro in biglietti 54 «/. 5 2 ”/« — 3.9 Portafoglio di sconto . . 6.939 11.758 + 69.4

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europee circa 28 miliardi di franchi d ’oro alla fine del 1912, contro un p o ’ più di 18' miliardi dieci anni prima.

Inoltre si sa che il portafoglio commerciale di una banca d ’emissione qualunque non pre­ senta che una debole parte della totalità degli effetti di commercio scontati nel paese. In Fran­ cia il portafoglio della Banca di Francia raggiunse appena 25 % della massa scontata e questa proporzione discende a meno del 15 % per la Banca dellTmpero Germanico e sotto il 5 % per la Banca dell’Inghilterra. Ammettendo il 15 % per l ’insieme dell’Europa:cioè 46.250.000.000 effetti scontati alla fine 1902 e 78.353.000.000 alla fine 1912 si dovrebbe essere prossimi alla verità.

Ma non bisogna dimenticare che, dopo il 6 settembre 1873 data nella quale fu soppressa la coniazione libera dell’argento in Francia, l ’oro è divenuto Tunica base degli scambi in Europa e che esso è oggi la base monetaria di tutti i paesi dell’universo, dice il Thery, salvo la Cina.

Malgrado i mezzi perfezionati di regolamenti che le banche hanno immaginato, i biglietti di banca, chéques, cambiali etc, mezzi che, grazie a delle compensazioni ed a delle appli­ cazioni successive permettono di ridurre l ’im­ piego delle specie metalliche in proporzioni straordinarie, il numerario oro resta il punto d ’a p ­ poggio di tutte le operazioni di ordine com mer­ ciale o finanziario che si effettuano nel mondo civilizzato.

Un effetto di commercio è scontato in nu­ merario oro, anche quando il beneficiario riceve dei biglietti, perchè esso ha la facoltà di farsi rim ­ borsare questi biglietti in oro o, se è in Francia, in pezzi di 5 franchi aventi realmente il valore di un quarto di luigi d ’oro. Il portatore di un titolo di 1.000 fr. di rendite francesi s’immagina che egli può procurarsi, coll’aiuto di questo ti­ tolo 86 o 87.000 franchi, e si può affermare che i portatori di 500 o 1000 miliardi di franchi di valori mobiliari, circolanti attualmente nel mondo, fanno lo stesso ragionamento, perchè, in tempi normali, questi valori possono real­ mente convertirsi in numerario, secondo il loro corso nel pubblico mercato. I valori mobiliari sono dunque delle promesse di numerario-oro, da ricevere sotto forma di cuponi d ’interesse o di dividendi, di ammortamenti o di realizza­ zioni in borsa ; lo stesso come i biglietti di banca, gli chèques, le lettere di cambio, gli effetti di commercio ecc. sono delle promesse di oro a vista od a scadenza.

Risulta da questi fatti che se, per una ra­ gione qualunque le masse dei titoli mobiliari

e degli altri istru menti del credito aumenta in una proporzione ben più considerevole delle masse di numerario oro che serve loro di base, la potenza d ’acquisto del numerario-oro, au­ menterà e questo accrescimento di potenza si tradurrà fedelmente in un rialzo proporzionale del tasso di prestito di questo numerario, cioè da un rialzo dei tassi di sconto e da un ribasso dei valori mobiliari o rendite fisse. Per conse­ guenza, in presenza del ribasso generale dei grandi fondi di Stato europei, e del rialzo non meno ge­ nerale del tasso di sconto sotto tutti i grandi mercati finanziarii delTEuropa, si è condotti a domandarci se la massa di numerario che! ’Europa possiede in questo momento è realmente suffi­ ciente per l’insieme dei suoi bisogni particolari o per i bisogni dei paesi che traggono imprestiti, dei quali la Francia, lTnghilterra, la Germania, il Belgio e 1 Olanda sonò i banchieri abituali.

(Continua)

l risultati della nuora legge inglese

sulle assicurazioni sociali

Ci siamo occupati alcune settimane or sono (1) dei resultati della nuova legge inglese sulle assi­ curazioni socia li , e crediamo di continuare an­ cora nello esame, con speciale considerazione alla Consegna dei libretti di disoccupazione. La c onsegna del libretto non si effettua sulla semplice d o­ manda dell’operaio ; essa esige una constata­ zione preliminare sul suo passato, la apertura di un conto a suo nome nel Fondo di disoccupa­ zione infine la det erminazione dell’industria nella quale deve essere inscritto, essendo ciascun libretto contrassegnato di un numero e di una lettera che indicano l ’occupazione e l ’industria, nonché il numero d ’ordine del libretto.

Inoltre quando un’operaio domanda un li­ bretto, se è stato precedentemente occupato in una industria assicurata, egli è invitato a d o­ mandare di essere accreditato delle gratifi­ cazioni addizionali : questa misura ha per effetto che la indennità di disoccupazione essendo limi­ tata ad una settimana per ogni cinque quotazioni settimanali, se l ’operaio provi al Ministero del Commercio di essere maggiore di vent’u n a n n oe che prima della entrata in vigore della legge egli ha lavorato abitualmente in una industria assi­ curata, il numero delle quotazioni che ha effet­ tivamente pagate sono aumentate fino alla concorrenza di 25 in ragione di 5 quotazioni per trimestre o porzione di trimestre

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30 novembre 1913 L ’ ECONOM ISTA 757

tenente al periodo del suo lavoro anteriore. Queste domande di quotazioni addizionali sono redatte al terzo del formulario di domande del libretto di disoccupazione ed una contabilità speciale deve essere tenuta per ciascuna di queste domande negli uffici divisionari ; di qui un lavoro considerevole per questi ul­

timi.

Questi dettagli pratici possono sembrare di una minuzia eccessiva : ma essi hanno una im ­ portanza essenziale per i paesi dove le istituzioni desiderassero organizzare un sistema di assi­ curazione analogo al regime inglese.

Le domande di libretti ricevute negli uffici locali, sono inviate all’ufficio centrale in vista della attribuzione di un numero e poi sono ri­ tornate all’ufficio divisionale per la consegna dei libretti e l’apertura dei conti agli operai sul fondo di disoccupazione nei libri divisionali.

11 numero dei libretti rilasciato si è elevato a 2.508.959 dai quali 2.168.652 per le borse di lavoro e 340.287 dalle agenzie locali : ecco un elenco dei gruppi principali di operai che hanno ritirato i libretti — al 10 giugno 1913.

C ostruzioni... 861.408 Carpentieri... 186.260 Costruzioni n a v a li... 274.228 Costruzioni di macchine e fonde­

rie di ferro... 865.563 Carrozzeria... 216.028 Segheria... 19.118 Altre in d u strie... 86.334 Totale... 2.508.939 È interessante per i paesi che vogliono fare delle previsioni prima di istituire le assicurazioni nella disoccupazione di paragonare questi resul­ tati a quelli che erano stati annunciati nel corso di elaborazione della legge inglese. Nel rapporto attuariale, che accompagna il progetto di legge, il numero probabile degli assicurati era stato valutato al marzo 1912 in 2.425.000 ; in seguito ai cambiamenti apportati dinanzi alla Camera di Commercio e specialmente per avere ammessi gli operai da 16 a 18 anni, la valuta­ zione ha dovuto essere aumentata a 2.532.000 il 15 luglio 1912. Era inoltre stato previsto che questo numero si accresceva di circa il 2 per cento per anno ossia di 50.000.

Di più, tenendo conto degli operai che la­ sciano il lavoro, sia per decesso, sia per altro m o­ tivo, il numero dei nuovi libretti da rilasciare cia­ scun anno, era stato valutato da 75.000 a 100.000; di modo che si era previsto che al 12 luglio 1913 sarebbero stati consegnati circa 2.630.000 li­ bretti.

Ora al 27 luglio 1912 non erano stati rila­ sciati che 1.901.830 libretti, numero notevol­ mente inferiore alle previsioni (2.532.000) ; il numero relativo al 12 luglio 1913 (2.508.939) è egualmente inferiore alle previsioni, ma tende ad a vvicina rvisi ; in altri termini, mentre alla entrata in vigore della legge, non fu rilasciato che un numero di libretti inferiore a quello che ra previsto, l ’aumento settimanale dei libretti fu più rapido delle previsioni, perchè a partire dalla fine di settembre 1912 esso rappresentava circa 10.000 libretti per settimana, in luogo di

2.000.

R

i v i s t a

B

i p l i o q r a f i c a

Dott. Ca r l o Db Ca r o l i s. — Le Gasse di R i­

sparmio italiane e i loro rapporti cogli Isti­ tuti cooperativi di credito. Relazione presen­ tata al XYII Congresso dal Credito Popolare in Francia. 1913, Roma, Befani, pag, 11. Il De Carolis, pone il problema nella sua breve monografia se le Casse di risparmio medie e specialmente le grandi debbano esercitare diret­ tamente il credito agrario, industriale e com­ merciale, o se non pure lo debbano esercitare attraverso il tramite di istituti cooperativi lo­ cali, cui sarebbero da praticare tassi di favore, in compenso delle maggiori garanzie proprie da essi offerti e della semplificazione amministra­ tiva che ne deriva alle Casse di Risparmio, e conclude in favore di questa seconda tesi.

Co m u n e d i Mi l a n o. — Dati Statistici a corredo

del Resoconto dell'amministrazione comunale. 1912, Milano, Stucchi, pag. 500.

E’ una raccolta di dati e documenti intorno al maggiore centro italiano che danno un qua­ dro completo dello svolgersi di tutti i suoi mo­ vimenti ed attività. E’ redatto con cura ed egre­ giamente ordinato ed è un modello sul quale le statistiche comunali potrebbero utilmente uni­ formarsi.

Gi u s e p p e Pr e z z o l i n e — La Francia e i fran­

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osservazioni del Prezzolini, sono un po’ viziate da un preconcetto candidamente confessato. Il che del resto non toglie pregio e sopra tutto interesse al libro che ricco di dati e di notizie si legge facilmente e con vero profitto.

Ul r i c o Ho e p l i. — Il nuovo testo unico della

legge elettorale politica. Milano, 1913.

E’ un dono che la casa Hoepli ha fatto ai suoi clienti, sotto forma di uno dei soliti ma­ nuali il pregio dei quali è troppo noto, perchè debba essere nuovamente proclamato.

Je a n Bi r o t. — Statistique annuelle de géogra-

phie humaine comparée. 1913, Paris, Hachette, p. 32,

Una raccolta comparata e rapida, senza com­ menti di dati statistici riferentisi all’ attività umane, i più variabili. Sono raccolte notizie sulla popolazione, l’ agricoltura e la industria il commercio, le finanze e le guerre di tutti i paesi del mondo. In 32 pagine non si poteva condensare maggiore materia.

Er n e s t o Po i s s o n. — La cooperation nouvelle.

Marcel Rivière et C.i Paris, 1914, pag. 65, fr. 0,75.

Niente di più curioso dell’ evoluzione del mo­ vimento cooperativo in Francia da qualche mese: unità cooperativa, fusione, cooperazione auto­ noma.

I cooperatori hanno da elaborare nel labora­ torio sociale che loro appartiene molti problemi del domani e dalla futura organizzazione so­ ciale. Quali saranno i rapporti fra produttori e consumatori ? Quali sono le condizioni fatte a questa o quella delle cooperative? Quali sono le regole ed i principi che prevarranno ? A ll’in­ domani del Congresso cooperativo di Reimsche ha votato una risoluzione stabilente i rapporti col personale, opponentesi agli scioperi, racco­ mandante i contratti collettivi, l’ arbitragio, la Cooperation nouvelle contiene tutti gli sviluppi del pensiero ispiratore della mozione. Le pagine di attualità sono scritte da un militante e nel cen­ tro nel quale si agitano tutte le questioni del­ l ’ ambiente cooperativo.

J. He n r y Bt g e t. Le logement de Vouvrìer. Étude

de la légishtion des habitations à bon mar- ché en Eranee et à l’étranger. —- Marcel Rivière, 1913, pag. 482.

Alla ricca letteratura straniera sulle abita­ zioni a buon mercato si aggiunge quest’opera di Henry Biget.

Quantunque non possa dirsi che sia un la­ voro completo suH’argomento —ed è difficile che qualsiasi studio lo sia — pure è una guida preziosa per lo studioso del problema. Ha scopo principalmente pratico, ed è per questo che si limita ad essere una rassegna schematica, ma abbastanza chiara ed ordinata, di quanto si è fatto pel miglioramento della casa popolare nei principali Stati Europei. Con speciale cura vi è trattata la legislazione francese che, dopo le ultime modificazioni, può dirsi una delle più perfette.

Dopo aver notato che, ad onta della dimi­ nuzione della natalità in Eranoia - e come in Francia, d o v u n q u e -la popolazione urbana si sviluppa a continuo danno della popolazione rurale, determinando così i gravi fenomeni della mancanza di braccia per l ’agricoltura e del sovraffollamento nelle città, l ’A. giusta­ mente si preoccupa, fin dalle prime pagine del suo libro, di un lato del problema sempre fino ad ora trascurato. Egli si limita al suo pae­ se, ma la mancanza è generale e non è mai troppo insistervi.

Lo Stato, i Comuni, le Società, gli Enti di beneficenza, le Casse di risparmio e tutti gli altri istituti con scopi filantropici si propon­ gono la costruzione di case nuove, belle e sane; ma provvedono così ad una sola classe della popolazione che ne ha bisogno: a quella il cui stato economico è ancora relativamente buono, che ha un salario fisso ed aumentabile e può destinarne perciò una parte ad abitar meglio e più igienicamente; non hanno ancora pensato, invece, alla classe infima, al popolo minuto che vive miseramente ed abita peggio, che occupa i quartieri più luridi delle grandi città ove non regna che la desolazione e la morte; non si sono preoccupati ancora contemporaneamente alla creazione di quartieri nuovi ed igienici, di fare sparire quelli vecchi ed infetti che co ­ stituiscono la vergogna di tutte le nostre belle metropoli e sono una continua minaccia per la salute generale.

E ’ necessario che quei quartieri scompaiano, che siano abbattuti o almeno risanati, e questo non è possibile, dice l’A ., finché il legislatore non avrà dato allo Stato, ai dipartimenti ed ai Comuni il modo ed i mezzi per farlo.

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30 novembre 1913 L ’ ECONOM ISTA 759

svegliare, ed in virtù della quale una vasta e grandiosa politica si apre per i Comuni, gli unici Enti che sono in grado di conoscere i bisogni della città e provvedervi, senza scopi di speculazione o di guadagno.

Dell’A. ci piacciono, perciò, quelle pagine nelle quali mette in evidenza i progressi della nuova politica edilizia Comunale nei vari Stati di Europa, politica che ci sembra tanto più opportuna e necessaria per quanto si è dimo­ strata insudiciente da per tutto l ’iniziativa privata e cooperativa.

In Germania, ove la crisi degli alloggi, il Wolinungnoth, è determinata da un notevole accrescimento di popolazione e da una rapida concentrazione industriale, i Comuni non hanno più alcuna prevenzione contro il sistema della costruzione diretta e per questa via e con una saggia politica fondiaria vanno ottenendo ri­ sultati importanti.

In Inghilterra è stata la legislazione stessa ad incoraggiare l ’iniziativa municipale, fiorente ora a Londra, la quale ha fino ad oggi impie­ gato un capitale di 72.625.000 fr. in costru­ zioni che danno alloggio a 60.000 persone, e già iniziata da tempo a Liverpool e Glasgow ed in altri importanti centri. Anzi Liverpool è la città che più di tutte le altre ha compreso come il problema degli alloggi sia principal­ mente il problema della classe più povera della popolazione.

Nel Belgio, ove fino a poco tempo fa i Co­ muni si erano limitati a semplici aiuti indiretti, va segnalandosi una corrente municipalizza- trice che in varie città, come a Bruxelles, e a Gand, è già divenuta azione previdente e be­ nefica.

Non manca l’A. di ricordare che anche l’I ­ talia nel campo della costruzione e della ge­ stione diretta da parte dei Municipi ha con ­ seguiti notevoli risultati; ed infatti l’azione dei Comuni di Venezia, di Milano, di Parma può, in tale campo, essere di esempio e di m o­ dello. L’opera dei Comuni in Italia, però, si integra con quella degli Istituti autonomi, geniale creazione della legge del 1913.

All’esame della legislazione francese l ’A. dedica la massima parte del suo libro. Ea notare come la legge Siegfried del 1894 avesse per principale scopo quello di facilitare all’ operaio la costru­ zione o l’acquisto di una casa individuale; per cui gli effetti furono insignificanti. La legge 12 aprile 1906, modificata di recente da quella 23 dicembre 1912, ha invece, e giustamente, sanzionata la regola che, indipendentemente dalla costruzione di case individuali, di cui la

proprietà non può essere accessibile che agli operai benestanti, i poteri pubblici e special- mente i Comuni debbono preoccuparsi di c o ­ struire abitazioni per operai che sono in grado soltanto di pagare un tenue fitto.

Invece di seguire l ’A. attraverso il minuto e diligente esame delle ultime leggi del suo paese, concluderemo - e la conclusione riassume l’insegnamento che emerge dal presente libro e da tutti gli altri che si sono pubblicati sul­ l ’argomento - c h e in questo, come in generale nei grandi problemi sociali, le leggi sono utili e necessarie solo in quanto vengono applicate con grande amore di bene e con fede sincera.

L. M.

Il lavoro delle dome e degli adolescenti

Dal 15 al 24 settembre scorso si è riunita in Berna, per invito del Consiglio federale sviz­ zero, la conferenza internazionale per esami­ nare le soluzioni da darsi alle due questioni concernenti l ’ interdizione del lavoro industriale di notte degli adolescenti e la fissazione della giornata di lavoro per gli adolescenti stessi e per le donne.

Il 25 settembre ebbe luogo la firma dell’atto finale della conferenza. In conseguenza di que­ sto atto che fu sottoscritto dai delegati del- l’ Austria-Ungheria, del Belgio, della Germania, della Gran Bretagna, della Francia, dell’ Italia, dei Paesi Bassi, della Norvegia, del Portogallo, della Svezia e della Norvegia (il delegato della Russia non era autorizzato a sottoscriverlo) i delegati decisero di pregare il Governo federale svizzero a voler rendere cortesemente note ai governi degli Stati firmatari le proposte che co­ stituiscono il risultato delle deliberazioni della conferenza e che formano le basi delle conven­ zioni internazionali non ancora concluse e ciò in vista dei negoziati diplomatici che essi giudi­ cheranno utile aprire.

L’ atto finale contiene le seguenti principali disposizioni qui appresso riassunte: disposizio­ ni che si riferiscono a tutte le imprese indu­ striali dove si trovano occupati più di dieci operai ed operaie ; e non a quelle imprese che occupano soltanto i membri della famiglia.

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una parte e l’ agricoltura e il commercio dal­ l’ altra.

Riguardo all’ interdizione del lavoro notturno degli adolescenti occupati nelle industrie fu con­ venuto che il lavoro industriale notturno sarà interdetto agli adolescenti fino all’ età di 16 anni compiuti. L’ interdizione è assoluta in tutti i casi fino all’ età di 14 anni compiuti.

Il riposo notturno avrà una durata di 11 ore consecutive almeno. In tutti gli Stati contraenti queste 11 ore dovranno comprendere 1’ inter­ vallo dalle 10 della sera alle 5 del mattino, per l’ industria della panificazione negli Stati dove la legislazione nazionale proibisce il lavoro notturno per tutti gli operai occupati in questa industria ; potrà essere sostituito da quello che va dalle 9 della sera alle 4 del mattino.

L’ interdizione del lavoro notturno potrà es­ ser tolta per gli adolescenti aventi un’ età su­ periore ai 14 anni se l’ interesse dello Stato o un altro interesse pubblico lo esige in maniera assoluta ; ovvero in caso di forza maggiore , quando in un’ impresa, avviene un’ interruzione di esercizio impossibile a prevedersi e non avente carattere periodico.

Queste disposizioni sono applicabili alle ope­ raie di età inferiore ai 16 anni ogni volta che queste disposizioni assicurino loro una prote­ zione più estesa di quella della convezione del 26 settembre 1906.

Negli Stati fuori dell’ Europa, come pure nelle Colonie, nei possedimenti o protettorati, quando il clima o la condizione delle popolazioni in­ digene lo esigeranno, la durata del riposo in­ interrotto potrà essere inferiore al minimo di 11 ore, a condizione che sieno accordati dei riposi compensatori durante il giorno.

La convenzione entrerà in vigore due anni dopo la chiusura del processo verbale di depo­ sito delle ratifiche. Il termine per l’ entrata in vigore dell’ interdizione del lavoro industriale notturno dei giovani operai al disotto dei 14 anni sarà portato a 10 anni : nelle vetrerie, per gli occupati ai forni (di fusione, di ricottura e di tempere): nei laminatoi e nelle ferriere che lavorano il ferro e l ’ acciaio a fuoco continuo, per gli operai occupati ai lavori in diretto con­ tatto con i forni; in ambedue i casi, tuttavia, alla condizione che il lavoro notturno non si applichi che ai lavori che sono atti a favorire lo sviluppo professiouale degli adolescenti e non presentano dei particolari pericoli per ta loro vita o la loro salute.

Riguardo alla fissazione della giornata di lavoro per le donne e per gli adolescenti occupati nelle industrie fu convenuto che la durata mas­

sima del lavoro industriale delle donne, senza distinzione di età, e degli adolescenti fino al l’ età di 16 anni compiuti, sarà, riserva fatta per le eccezioni qui appresso, di 10 ore al giorno. Il limite della giornata di lavoro può anche essere determinato in ragione di 60 ore per settimana lavorativa, con un massimo di 10 ore e mezzo al giorno.

Le ore di lavoro saranno interrotte da uno o più riposi, da regolarsi dalla legislazione na­ zionale, con le due riserve seguenti : nel caso in cui la durata della giornata di lavoro non superi le 6 ore, non sarà obbligatorio alcun riposo, quando la giornata di lavoro superi questa durata, sarà prescritto, durante o subito dopo le 6 ore, un riposo di mezz’ ora almeno.

La durata massima della giornata di lavoro potrà essere prolungata con delle ore supple­ mentari: a) se l’ interesse dello Stato o un altro interesse pubblico lo esige in maniera assoluta; 6) in caso di forza maggiore, quando in un’ im­ presa si produce un’ interruzione di esercizio impossibile a prevedere e non avente carattere periodico; c) nei casi in cui il lavoro si appli­ ca sia a materie prime sia a materie di lavora­ zioni suscettibili di alterazione rapidissima, quando ciò sia necessario per salvare queste materie da una perdita inevitabile, d) nelle in­ dustrie soggette all’ influenza delle stagioni ; e) in casi di circostanze eccezionali, in tutte le imprese. Tale proluugamento si effettuerà con le seguenti rserve: il lavoro effettivo totale, ore straordinarie comprese, non potrà oltrepassare le 12 ore al giorno, salvo per le fabbriche di conserve di pesce, di legumi e di frutta; i pro­ lungamenti d ’orario potranno raggiungere il to­ tale di 140 ore per anno civile ; essi potranno arrivare a 180 ore per le industrie dei mattoni e delle tegole, degli abiti da uomo, da donna e da bambini, degli articoli di moda, piume e fiori artificiali e per le fabbriche di conserve di pesce, di legumi e di frutta ; in nessun caso potranno essere autorizzati prolungamenti per i giovani operai dei due' sessi di età inferiore ai 16 anni.

Queste disposizioni non si applicano alle let­ tere a) e 6) di cui sopra.

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SO novembre 1913 L ’ ECONOM ISTA 761

età e degli adolescenti occupati nelle industrie raggiunge ancora undici ore, purché, salvo le deroghe sopra previste, la durata del lavoro non oltrepassi le 11 ore al giorno e i e 63 per settimana.

I reoolamenfi t iz i nei Comuni d'Italia

II Bollettino dei Lavori Pubblici reca una circolare del ministro onor. Sacchi diretta ai Prefetti del Regno intesa a dettare norme pre­ cise sui regolamenti edilizi comunali.

Il ministro dei Lavori Pubblici dopo aver ricordato che quasi tutti i regolamenti edilizi comunali inviati dalle Prefetture contengono disposizioni illegittime e che il Ministero non ha mai annullato pur potendolo, tali disposi­ zioni, ma le ha semplicemente rinviate per le modifiche del caso, impartendo all’uopo parti­ colareggiate istruzioni, dice che ha preferito riassumere le principali massime che infor­ mano la materia e le critiche che più frequen­ temente occorre fare piuttosto che pubblicare un regolamento tipo ritenuto inopportuno, per riguardo alla varietà e alla diversità dei bisogni locali e in omaggio al principio dell’au- tonomia comunale.

Tali massime, dettate dall’esperienza e dalla giurisprudenza amministrativa formatasi in materia, dovranno servire di guida ai Comuni nella compilazione dei suddetti regolamenti edilizi e alle Giunte Provinciali amministra­ tive nell’esame di merito loro deferito.

Le norme riguardano : Il Contenuto dei re­ golamenti edilizi, la formazione delle Commis­ sioni edilizie consultive, la determinazione del perimetro dell’abitato a cui si devono inten­ dere circoscritte le prescrizioni del regola­ mento, le costruzioni, i restauri, le demolizioni, gli scavi e conseguenti depositi di materiale : gli obblighi relativi dei proprietari, acciochè non sia impedita o resa pericolosa la viabilità e non sia deturpato l ’aspetto dell’abitato, l ’in­ tonaco e la tinta dei muri e delle facciate, il rispetto degli edifici di carattere monumentale si pubblici che privati, le sporgenze di qua­ lunque genere sulle vie e piazze pubbliche ; i lavori da eseguirsi nel pubblico sottosuolo e la forma delle ribalte, che si aprono nei luoghi di pubblico passaggio, la posizione e la conser­ vazione dei numeri civici, le altre servitù pub­ bliche, la formazione, la conservazione e il restauro dei marciapiedi, dei portici, dei lastri­ cati nelle vie e piazze, nel caso in cui tali opere possano, a termini di legge, porsi a carico dei privati.

Le norme sono impartite pure per le visite da farsi ai lavori da un delegato del Municipio al fine di constatare che nell’esecuzione delle opere si osservino le disposizioni delle leggi e dei regolamenti nonché l ’applicazione dei rego­ lamenti agli edifici e la rimozione delle spor­ genze sul suolo pubblico, le contravvenzioni, le responsabilità, l ’esecuzione delle opere a carico dei contravventori.

Uno speciale capitolo della circolare si o c­ cupa dei regolamenti edilizi dei Comuni della Calabria, dei circondari di Messina e Castro­ reale e di quelli del c ire ondario di Patti.

Con tali norme il ministro spera di poter rendere più agevole alle Amministrazioni lo­ cali ed alle Autorità tutorie il compito ad esse affidato dalle leggi in materia d ’edelizia.

La situazione del Tesoro

a f i n e O t t o b r e 1913.

Confrontata con le precedenti la situazione del Tesoro a fine ottobre u. s. era:

in m ig lia ia 31 D ie. 1912 30 G iu g n o 131 L u g lio Fondo cassa 211.132 241.238 126.281 Cred. Tesor. 1.276.767 968.186 1.176.606 Deb. Tes. 811.252 899.435 940.870 Ecced. att. 676.647 309.989 362.017 Fondi estero 77.714 84.863 73.889 Buoni or. Tes. 236.061 287.035 294.345 F. aureo b. St. 241.150 116.017 117.917 Cred. di Tes. 722.143 639.634 687.185

in m ig lia ia

SI A gosto 30 S ettem bre 31 O ttobre

Fondo cassa 205.572 187.740 192.886 Crediti Tesoreria 1.236.721 1.186.215 1.192.330 Debiti Tesoreria 974.884 841.006 854.330 Eccedenza attiva 467.409 532.949 530.885 Fendi all’estero 93.190 82.809 88.724 Buoni ord. Tes. 299.082 263.744 271.988 F. aureo b. Stato 117.917 117.917 117.917 Crediti diversi Tes. 688.331 693.166 680.777 La Cassa è migliorata in ottobre di circa 5 milioni ed i buoni ordinari del Tesoro sono riaumentati di 8.244.000 lire.

Le entrate ed i pagamenti furono :

E n tra te ord in . E n tra te straord. P a ga m en ti in m ig lia ia

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in In ca ssi E sborsi in m ig lia ia Dicembre 1912 857.967 909.095 Gennaio 1913 1.036.943 899.605 Febbraio 759.050 675.952 Marzo 706.063 639.125 Aprile 606.201 661.245 Maggio 493.223 502.355 Giugno 1.002.914 793.822 Luglio 493.385 659.364 Agosto 376.614 402.722 Settembre 639.355 702.460 Ottobre 621.574 614.369 1 debiti contratti ed ammortizzati (movimento capitali) sono stati :

A cces i P a ga ti in m ig lia ia in Luglio 142.139 16.519 » Agosto 32.747 1.056 » Settembre 85.435 45.302 » Ottobre 15.744 16.551

Il credito dei depositanti era : fine Gennaio » Febbraio » Marzo » Aprile » Maggio » Giugno » Luglie » Agosto » Settembre 1.944.648.810.39 2.001.072.261.32 2.004.581.820.36 2.001.785.114.39 1.999.847.497.26 2.001.502.231.85 2.018.690.978.02 2.024.708.127.30 2.027.076.071.04 L ’ aumento è consolante, specialmente di fronte alle cifre poco liete dello scorso anno e più di due anni or sono ed attesta di una migliore si­ tuazione dell’ economia nazionale di cui le Casse postali di risparmio sono un indice certamente importante.

Rivista del Commercio

Totale 276.068 79.444 La passività netta contratta nel quadrimestre ammonta a L. 196.623.937. La Cassa Depositi e Prestiti ha fornito nel mese al Tesoro altri 34 milioni in conto infruttifero ed in rubrica debiti di Tesoreria, con un totale nel quadri­ mestre di 83 milioni in conto infruttifero e 11 in conto fruttifero.

Le Lasse Postali di Risparmio nel mese di Settembre

I depositi continuano nel loro notevole mi­ glioramento come si desume dalle cifre se­ guenti : migliaia di lire 1911 1912 1913 Gennnaio + 27.965 + 20.741 + 27.182 Febbraio + 8.775 — 181 + 8.054 Marzo + 3.198 — 7.212 + 3.509 Aprile + 916 — 2.878 — 2.796 Maggio + 2.918 — 4.697 — 1.937 Giugno + 2.995 — 2.864 + 1.654 Luglio + 20.529 + 12.115 + 17.188 Agosto + 5.662 + 1.367 + 6.017 Settembre — 3.972 — 5.311 + 2.367 Ottobre — 9.281 — 2.422 Novembre — 9.158 + 7.001 Decembre

. --

2.357 + 12.675

Il miglioramento mensile è stato cioè in con­ fronto dei mesi dello scorso anno:

nel Gennaio 1913 di L 6.441.035 » Febbraio » » 8.236.153 » Marzo » » 10.721.981 » Aprile » * 82.015 * Maggio » » 2.760.253 » Giugno » » 4.518.920 » Luglio « » 5.072.925 » Agosto * » 4.649.886 » Settembre » » Totale L. 7.679.875 50.163.043

Il Commercio italiano con l’estero

A cura dell’Ufficio Trattati e Legislazione doganale presso il Ministero delle Finanze è stata pubblicata una relazione sul commercio dell’Italia con l’estero nell’anno 1912. Nel 1912 il commercio complessivo dell’Italia con l’e ­ stero toccò cifre fino allora mai raggiunte, avendo superato per la prima volta, fra impor­ tazioni ed esportazioni, il cospicuo valore di 6 miliardi di lire, superiore di 502 milioni a quello già altissimo del 1911. Paragonate con quelle inedie del quinquennio 1901-1905 che precedette l’eccezionale rapido ingrossamento dei nostri commerci con l’estero, le importazioni del 1912, si trovano più che raddoppiate e le esportazioni appariscono aumentate più della metà.

Si è potuto constatare che ad ingrossare nel 1912 il valore del nostro commercio con l’e­ stero, specie all’importazione, ha in buona parte contribuito l’alzata generale dei prezzi, che si è verificata in detto anno riguardo a gran numero dei più importanti prodotti; ma è stato pure accertato che a spingere così in alto quel valore contribuì più ancora la maggiore quantità di merci acquistate nel 1912 a confronto di quelle del 1911.11 movimento totale di importazione nel 1912, fu di 3701.9 milioni di lire, con un aumento di 312,9 milioni sul 1911, corrispondente a 9.2 per cento. La maggior contribuzione a questo aumento l’han data le materie prime, e, fra le derrate alimentari, i cereali.

N on sorprenderà che al detto aumento par­ teciparono assai più assolutamente e proporzio­ nalmente, ì paesi extra-europei che non quelli del vecchio continente, giacché i primi più dei secondi versano sul nostro mercato, materie prime e largamente contribuiscono, specie nel

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30 novembre 1913 L ’ ECONOMISTA 763

1912 per ragioni di produzione, a fornirci di cereali.

Neirinsieme, bisogna cercare solo oltre Atlan­ tico i Continenti extra-europei ai quali l’Italia richiese nel 1912 valore maggiore di mercanzia ; alle due Americhe per 172.9 milioni in p iù ; all’Austria per 17.7 ; invece l ’Asia diede 14.7 milioni, in meno l’Africa 1.2.

L ’esportazione del 1912 ebbe un valore di 2396,9 milioni di lire, paragonata a quella dell’anno prima essa accenna un aumento di 192.6 milioni, vale a dire di 8.7 per cento. A questo contribuirono in più larga misura con cifre assolute i paesi d ’Europa, con cifre propor­ zionali gli extra-eruropei. Infatti nel 1912 la esportazione verso paesi europei fu di 1514.6 mentre nel 1911 era stata di 1408,3 ; un aumento cioè di 106.3 milioni; l’esportazione verso paesi extra-europei fu di milioni 882.3 con un aumento cioè di 86.3 rispetto a quella del 1911 che era stata di 796 milioni.

Ma trattando dei traffici italiani d ’esporta­ zione del 1912 bisogna tener conto di un ele­ mento dipendente da un fatto sfortunatamente transitorio, la guerra italo-ottorna na, che operò in due opposti sensi : quasi annullando la no­ stra corrente di traffici verso le due Turchie, ingrossando con invii di materiale e di derrate, che non possono essere considerati vere espor­ tazioni commerciali, i valori alle merci dirette in Tripolitania e Cirenaica, poiché l ’ammontare del meno che afflisse la prima, soverchia quello del più che gonfiò i secondi ; astraendo da tale fenomeno, in definitiva può dirsi che il commercio italiano d ’uscita del 1912 fu molto attivo ; e la maggior parte della più attiva cor­ rente i traffici appare diretta, tanto assolu­ tamente quando proporzionalmente ai paesi europei.

Un cenno speciale fa la relazione circa gli effetti prodotti sui nostri commerci d ’uscita verso la Turchia sia d ’ Europa che d ’Asia, in seguito alla guerra libica. L ’esportazione verso la Turchia, che fu nel 1911 di 95.4 milioni, scese pel 1912 a 6.5 ; una differenza in meno cioè di milioni 88.9. Ma non è a credere che questa differenza di 88.9 sia stata completamente a n o­ stro scapito. Infatti fra il 1911 e il 1912 la n o­ stra esportazione verso l’Austria-Ungheria salì da 184.8 milioni a 219.2, cioè di 34.4 m i­ lioni. E ’ assai probabile che una parte di que­ sto aumento rappresenti merci italiane le quali, non potendo accedere per il dazio differenziale sul territorio ottomano, vi furono dirette a t­ traverso il territorio austro-ungarico, essendo ivi nazionalizzati o solo traversando i suoi de­

positi. Sta il fatto che molte delle maggiori diffe renze in meno che si riscontrano nelle spedi­ zioni di alcune merci alle due Turchie, hanno a fronte qualche aumento in quelle verso l’A u­ stria-Ungheria.

In complesso nel 1912 il commercio dell’Ita ­ lia coll’estero è stato floridissimo.

11 commercio estero degli Stati Uniti.

— Nel­

l ’ esercizio, che va dal 1° luglio 1912 al 30 giu­ gno 1913, il commercio estero degli Stati Uniti si è elevato a 4.278.400.000 dollari (1 dollaro = L. 5,18), contro dollari 3.857.000.000 nel 1911-1912.

La seguente tabella permette di valutare pie­ namente i progressi e le fluttuazioni del com­ mercio estero degli Stati Uniti negli ultimi 23 anni :

Esportazione Importazione Totale Dollari migliaia di Dollari Dollari 1891 884.060 835.000 1.720.000 1892 1.029.000 817.000 1.847.000 1893 847.000 854.000 1.701.000 1894 891.000 647.000 1.539.000 1895 807.000 731.000 1.539.000 1896 882.000 779.000 1.662.000 1897 1.050.000 764.000 1.815.000 1898 1.231.000 616.000 1.847.000 1899 1.227.000 697.000 1.924.000 1900 1.394.000 849.000 2.244.000 1901 1.487.000 823.000 2.310.000 1902 1.381.000 903.000 2.285.000 1903 1.420.000 1.025.000 2.445.000 1904 1.460.000 991.000 2.451.000 1905 1.518.000 1.117.000 2.636.000 1906 1.743.000 1.226.000 2.970.000 1907 1.880.000 1.434.000 3.315.000 1908 1.860.000 1.194.000 3.055.000 1909 1.663.000 1.311.000 2.974.000 1910 1.744.000 1.556.000 3.301.000 1911 2.049.000 1.527.000 3.576.000 1912 2.204.000 1.653.000 3.857.000 1913 2.465.000 1.813.000 4.278.000 La media del quinquennio 1891-95 era di 892 milioni di dollari all’ esportazione e di 777 mi­ lioni di dollari all’ importazione ; la media del quinquennio 1896-1900 era di 1.157 milioni di dollari all’ esportazione e di 741 milioni di d ol­ lari all’ importazione ; la media del quinquen­ nio 1901-1905 era di 1.453 milioni di dollari all’ esportazione e 972 milioni di dollari all’ im­ portazione ; la media del quinquennio 1906-1910 ascese a 1.778 milioni di dollari, all’ esporta­ zione e a 1.344 milioni di dollari all’ importa­ zione.

li Commarclo estero della Bolivia

— Il

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alla importazione e 82.6 milioni di bolivars alle esportazioni. Il commercio estero della Bolivia, che nel 1902 ascendeva a 42.184.919 boliviani (14.1 milioni di bolivars alle importazioni e 28 milioni di boliviani alle esportazioni) è au­ mentato di 98.817.661 bolivars in dieci anni, con una progressione annuale media di circa 35 % . La Bolivia, che fino a poco fa non era con­ giunta al mare che dalla linea di Antofogasta Bailway, ha ora la linea d ’ Arica e La Paz. Pa­ rallelamente alla moltiplicazione delle comuni­ cazioni marittime e terrestri che facilitano la spedizionedei prodotti indigeni, sono state messe in valore molte miniere locali, segnatamente di stagno, argento, bismuto, rame ed altre, i cui minerali costituiscono, insieme coi caucciù e con la coca la base dell’ esportazione boliviana.

Per farsi un’ idea più esatta del movimento commerciale della Bolivia, è d ’ uopo tener pre­ sente che dalle cifre succitate relative alle im­ portazioni sono escluse le merci introdotte esenti da diritti doganali come l ’acciaio greggio in verghe o in lamine, i fili di ferro per le tra­ smissioni elettriche, il carbon fossile, i vagoni delle strade ferrale, le macchine industriali, la poivere, la dinamite ; il cui ammontare rappre­ senta 44 milioni di bolivars all’ incirca.

Commercio estero deU’laghllterra dal 1900

al i912.

Importazioni Esportazioni 1900 Ls. 459.893.000 Ls. 291.192.000 1901 » 454.148.000 » 280.022.000 1902 » 462.576.000 » 282.424.000 1903 » 473.026.000 » 290.800.000 1904 * 480.735.000 » 300.711.000 1905 » 487.240.000 » 329.817.000 1906 » 522.786.000 » 375.575.000 1907 » 553.866.000 » 426.035.000 1908 » 513.329.000 377.104.000 1909 » 533.360.000 » 378.180.000 1910 » 574.496.000 » 430.385.000 1911 » 577.399.000 » 454.119.000 1912 >> 633.059.000 » 487.434.000

li commercio estero della Norvegia.

— Il

commercio estero della Norvegia nel 1912 è stato in totale di 8.658.993 tonnellate, e cioè 4.836.825 tonnellate all’ esportazicne.

Il valore totale del movimento commerciale è stato di 861.407.800 corone (1 corona = L. 1.39), e cioè 525.735.200 corone per le importazioni e 335.672.600 per le esportazioni.

In questi dati non sono compresi i prodotti importati dalla Svezia in Norvegie per ferrovia per essere imbarcate nei porti norvegesi a de­ stinazione dell’ estero. Tali prodotti, come la celluloide, la pasta di legno, la carta per im­

ballaggio, il ferro, rappresentano un totale di 2.903.718 tonnellate con un valore di 35.068.900 corone; di cui 2.843.082 tonnellate e 28.420.800 corone sono date dal ferro.

Il commercio del Giappone nel 1912. —

Dalle statistiche pubblicate, dal Governo impe­ riale sul commercio nel Giappone, si hanno questi dati.

esportazioni yens 506.582.000 importazioni » 603.715.000

Confrontando queste cifre con quelle del 1911 si ha un aumento sulle esportazioni di yens 75,068,000; sulle importazioni 105.600.000.

Osservazioni evidenti che scaturiscono dalle suddette statistiche sono: Aumento costante, mese per mese, dalle cifre corrispettive dell’ anno precedente. Cifra di affari, su tutte le piazze, superiore a quella del 1911. Il montante di im­ portazioni e esportazioni colla Corea che rag­ giunge una cifra finora unicacon 63.000.000 di yens.

Commercio estero e navigazione della Ger­

mania nel 1912.

— Il commercio della Ger­

mania ha progredito notevolmente nel 1912. Le importazioni han raggiunto la cifra di 10,292 milioni di marchi e le esportazioni quella di 8888 milioni di marchi.

Questa eccedenza di importazioni si compen­ sa con gli investimenti fatti all’ estero, con i servizi marittimi, con i capitali introdotti dai viaggiatori e ancor più con l’ uso magari tem­ poraneo di argento straniero in Germania.

11 trattato commerciale del 1892 con la Co­ lombia è stato denunciato pel 9 luglio 1913, quello con la Turchia è stato prolungato fino al 1914 e quello con ia Bulgaria fino al 1917.

Il Consiglio federale ha ridotto da 3 marchi e 60 ad 1 marco e 50 i diritti sugli oli mine­ rali e il rincaro dei viveri ha determinato l ’ ab­ bassamento di tariffe commerciali e di addolci­ mento sulla polizia veterinaria.

Le ferrovie hanno avuto 150 milioni di mar­ chi in più del 1911 per le merci e 60 milioni in più per i viaggiatori.

L ’ attività dei pórti germanici è aumentata comparativamente a quella del 1911 del 4.6 % ad Amburgo del 7 % a Brema. Nel 1911 la ma rina mercantile Germanica aveva tonnellaggio netto di 2,888.200 tonnellate, contro 1.416.300 nel 1891, ossia un aumento del 104 % .

L’ industria della navigazione marittima ha saputo profittare di un insieme di circostanze che si hanno difficilmente: Aumento di esporta­ zione di oggetti fabbricati, buoni raccolti nei paesi ultra-oceanici.

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30 novembre 1913 L ’ ECONOM ISTA 705

stati costruiti 633 vapori di 1,455,988 tonnel­ late. Bisogna riandare al 1906 07 per trovare la cifra di 1.484.722 tonnellate che portò ad una crisi immediata che durò lino al 1911-12 ; anno in cui fu potuto utilizzare questo sovrap­ più di tonnellaggio. Anzi si deve aggiungere che nonostante ciò l’ attività dei cantieri nei

1912 è stata superlativa.

Questo fatto però non deve garantire che la situazione marittima debba proseguire a essere sempre così prospera.

Ecco qualche cifra che riguarda lo stato deile principali compagnie di navigazione ger­ maniche :

in allestimento in costruzione Vap. Tonn. Vap. Tonu. Hamb. America 163 922.165 14 249.500 Nord Lloyd 117 663.942 8 88.500 Hansa 58 290.989 9 45.600 Hamb. Sud-Am. 44 218.361 7 66.800 Deutsch. Austr. 45 2,112,842 10 64.250 Kosmos 30 152.439 5 35.000 D. Levante 54 141.929 2 7.400 D. Ostafrika 25 105.661 2 870 Le ordinazioni date ai cantieri sono. come si vede, molto interessanti.

Le compagnie hanno proceduto anche ad au­ menti di capitale sociale e hanno esteso il nu­ mero delle linee.

Gli aumenti di affari, oltre quelli accennati, sono stati determinati da altre ragioni pure in­ teressanti, come miglioramento di affari agli Stati Uniti, rimpatrio dei sudditi balcanici ri­ chiamati per la mobilitazione. La Hamburg-Ame­ rika sola ha trasportato 45.000 emigranti in più, il Lloyd 51.000 in più della cifra normale.

Questo il movimento in generale della navi­ gazione nel 1912 per non tener calcolo di tutto il movimento anche interessante i bastimenti indipendenti.

Le imprese hanno avuto spese però più ele­ vate per il rialzo del prezzo del carbone, pel rincaro della mano d ’ opera e per la tassazione più elevata delle assicurazioni.

Commercio Italo-Francese nel 1912.

— La

Direzione gen. degli affari commerciali (Mini­ stero esteri) pubblica i seguenti dati più completi intorno al commercio fra V Italia e la Francia nel 1912.

Il valore delle merci scambiate tra l ’ Italia e e la Francia raggiunse la somma di franchi 510,388,000. Questa cifra si suddivide in fran­ chi 207,276,000 di merci italiane entrate in Francia e in fr. 303,112,000 di merci francesi e di origine extra europee spedite dalla Francia in Italia.

Confrontando queste cifre con quelle del pre­ cedente anno si osserva che le merci italiane entrate in Francia nel 1912 aumentarono di fr. 17,024.000, e quelle francesi e di origine extra europea aumentarono di fr. 25,298,000.

Per le merci italiane si osservano le seguenti variazioni in confronto a quelle importate in Francia durante il 1911:

Merci italiane in aumento Fr. 27,203,000 Merci italiane in diminuzione » 10,179,000

Differenza in più Fr. 17,024,000

N O T I Z I E F I N A N Z I A R I E

Creazione di una Banca di Emissione* Co­

lombia. — Si annuncia che un contratto sa­

rebbe stato stipulato fra il Presidente della R e­ pubblica Colombiana, ed un gruppo parigino in vista della creazione di una banca d ’emissione col capitale di 10 milioni di pesos-oro. E ’ progettata anche una banca ipotecaria di Stato, col ca­ pitale di 3 milioni di pesos-oro con sede sociale a Bogotá e succursali in tutti i dipartimenti della repubblica colombiana.

La circolazione fiduciaria in Corea. — I

primi biglietti di banca Coreani furono quelli della Dai-ichi Ginko messi in circolazione nel 1901. Nel gennaio 1905 il governo coreano sanzionò officialmente il corso legale illimitato di questi biglietti nelle transazioni pubbliche e private. Esistevano a quell’epoca dei biglietti di 6 denomi­ nazioni differenti, e cioè 10 yen, 5 yen, 1 yen, 50 sen, 20 sen, e 10 sen. In seguito quando la moneta sussidiaria fu messa in circolazione, il governo coreano decise di non emettere dei biglietti ‘ da 50 sen a meno. Quando la Banca Coreana fu stabilita nel 1910,

Credito Fondiario italiano, — Il tasso dei

prestiti ipotecari, compreso interesse, tassa di ricchezza mobile, diritti erariali, provvigione,, quote di ammortamento del capitale è di L. 5,74 per ogni 100 lire per mutuo della durata di 50 anni e prestato in cartelle ; di L. 5.97 per i mutui in contanti superiori alle L. 10.000 e L. 5.92 per quella fino a L. 10.000.

Credito fondiario francese. — Dal 15 no­

vembre il tasso di prestiti ipotecari è stato portato da 4,65 a 4.85 per cento.

Banche coloniali francesi. — il progetto

di legge portante la soppressione del privilegio dello banche coloniali non potendo essere discusso in tempo utile al parlamento è stato presentato un progetto di proroga per 1 anno.

Banca ipotecaria franco-argentina - Parigi.—

L ’esercizio chiuso il 30 giugno 1910 si è saldato con un beneficio netto di 6.314.366 fr. contro 3.636.260 per il 1911-12. Riporto compreso il disponibile si eleva a 7.441.363 fr. (4.591.755 l’ anno scorso) sui quali l’assemblea del 6 dicembre sarà chiamata a deliberare.

Banca di riporto - Parigi.— E ’ stato firmato a Parigi l’occordo per l’aumento del capitale da 25 a 40 milioni con diritto di preferenza agli antichi azionisti.

Prestito di monaco. — La municipalità ha deciso

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