VERSI SCIOLTI
SOPRA
IBAGNI DI LUCCA DEL
SIGNOR
ZACCARIA BETTI...
Zaccaria Betti
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AL
CHIARI
S5IMO SIGNOR.DOTTORF
GIUSEPPE BENVENUTI;
:
2ACCARI A BfiTTI.
»«
Uefli pochi Verfij che
alla sfuggita mi uicU rono dalla penna n i tempo felice di mia d
:v
.Ntlquelli celebri Bagni d
.<
.v::
^%
a chi doveano indirizza j ri
a Voi? A Vói [certami,
;»r#.
:no dovuti, come a q ui^
; : ;;vi:J& nv.,)
$
dottamente di
q.uéft-efalubri Ac- que fcrivelte, e con oeujauffl-
ma analiii r indole ne efamina^
fte e
lanatura
,e per
talgoift
maggiormente a loro accrefce-
fte
quel pregio
»che
lerendei
già per tutta Europa famofe,, A
ragione pero dilla Incuta vq-
ftra Patria' Vi fiT affidato X odó- raco incarico di
affiiterecoru Medica cura ai numerofi Infer-
mi che ogni anno a quelte Ter-
me ricorrono
»e
dottrina, e dàlia voitra lunga.»
fperienza ne fu fcoperta ogni minima proprietà, ben debbo*
no quefti aiTicurarii di giovace- ne tanto più, quanto Voi avete
di
e:fe lamaggiore più intima e profonda cognizione
.Ognuno
certamente potrà effere buoru
tcitimonio non fola dell" affidi»
voftra diligenza, ma ancora deli
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$
(V.)®
la fomma virtù voftra
,quando
pure non baftaiTero a celebrare quell'ultima e quelle dotte O-
pere che donafte
allaluce
,o
r autorità di quelle celebri itra- niere Accademie, che del voltro
nome
fifecero un nuovo orna- mento. Io pure mi pregerò ìn^
ogni tempo, ed in ogni luogo
della voftra amicizia, e mi farà grati/lima qualunque occaiìone che mi vogliate prefentare per farvelo maggiormente conosce- re. Intanto ricevete di buon_*
animo quefto piccolo dono, che è voftro per ogni conto
,e
ri-guardatelo come un fincero te-
itimonio di quella ftima, che è ben dovuta
alvoftro merito
,ed
mia gratitudine.
8'goi alla Villa 19. Luglio tfì9.
»
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/
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LO STAMPATORE
A chi Legge.
EBbi
elogjoccafionedelPoema
di fentirche ticelebrareprefetto glida Perjona ben degna difiima, e ben capace di dargiudizio in quejla> ed altre Pik difficili materie, dalla qua\e fui configliato aprocurarne una copiaperpubbli- cario.
Mi
approfittai dell avvi/o, e nonmi
fu difficile ottenere il mio intento, perchè la maggiorparte di quelli che ritro<va<vanfia i Bagni nel prefente anno, la pofiedentano. Il talento dei Signor Zaccaria Betti i noto abbaftanza alle perfine erudite per la bella*Opera de Bachi da feta dal
me
defimo data alla luce , e per altre produzioni del fuohel- lo fpiritoSommamente
gradite dalle <virtuofeA
4Adu-
#
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Adunanzeallequalifùmeritamenteaggregata.
U&ignop
Abbate Leonardi Poeta Arcade<>Au-
tore., de* wèrfi^ggiunti, è parimeute da'dot*
ti lonofciutoper diwrfc compofiziopi pubbli*
cate colleftamfe^ripiene ielpiù fino poetico buoqgufto , e
t
JAla
più fodafilosofia- Gradi- fci qvejlamia
offerta> e <vi*vifelice.t ^
0 P• • »»
VER-
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VERSI SCIOLTI
SOPRA
I
BAGNI DI LUCCA.
TidovealSerchiotninacciofoinriva
Trovò
TErrufca Libertade afiloVivo placidiigiorni,elietoilcore Alla natia fimileaura refpira.
Che
lenon
veggio torreggiar fuperbe (i) L' ampie moli diRoma
incontro al Cielo*Almen non odo
il fuflurrar del volgo,E
i mobili Quiriti; e in van mi moftriDonna
delTebro
i lagrimcvol fegni Del tuo prifeo valore, eperme
indarno Gli fcultimarmi
il Campidoglio addita;Che
i queti alberghiaman
le Mufe, eifacri Silenzj delle Selve.A
voimi dono
Verdi colli felici, de*miei carmi
Nò non
andranno inonorati i gorghiA
$ Del-(t) L*Autortfiportò a i Bagni di Latta, ritornando
di Roma. ,
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Della
Lima
orgogliofa(2),or che la cetraLe
volt reonde
falubri a dirmi impara• Sia principio da voi limpide Ninfe,Che
le mediche fonti in guardia avete; %Da
voi che i ciechi Uutuoli varchiDel
fuol(correndo, d'un ignoto ardore,Come
cjettaviAmor,
l'alma accendete:So
che ad occhio mortainon
liceichiulì Penetrar vodri alberghi , e i calti alMondo
Pòfcia ridir mifteriofi amplefli ;
*
E
d' Atteone le ramofe corna,
Miftannoin
mente,ede'fuoicanlo ftormo.Pur
chenon
ofa chi di Pindo i gioghi •Osò
tentarperman
d' Urania? a Voi Soloo
Profani il gran decreto è fcritto.Poflentiflìmo
Amor!
tu guidi in Cielo Per gli obliqui fentier le Stelle a i balli,E'ncontro al fuo fratel muovi la
Luna;
Per te di tanti abitator fon ricche
Del mar
le firade, c per te folca ivaitiCampi
dell'aria al remigar delle ale, L'imtnenfo volgo de'pennuti augelli;Del
tuo vario poter qual fede eternaNon
fan mille fra Jor diverfe erbette? E-voi KobiliDee
di quelle .FontiChe non
ditedi Lui?D'un
foco iftefTo\
Nell'albergo
comun
v'agita , e fcalda,Ma non
pari nel cQr deliavi affetto;E 0}
Fiume che pafa in vicinanza de*Bagni nel quale'fitlanoUatque.de' Mtde/ÌM, é^po aver fervira §1
hro afa
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* (XI.)*
E
qual veggio di Voi fcherzar fulle acqueD'
unpurpureo rojfor le gote tinta, (j)E
/parla il vifo di gentil vergogna ;Qual d'ogni altrapiù ferve,e moftra aperto
11 dtfio che la {truffe, o chi modella fpiegarnegafuefiamme, cinfenleafeonde;
Ne
già lungièil piacer,che ancor tra Voi. Sparge fue grazie il cieco
Nume
alatoi
E
tu lofai Ninfa vezzofa , e bella, 'Che
dallo fcherzo,edalTrastullohainome
;Benché il trifto talor cangiando tempre
Goda
mefeer di fiel le lue dolcezzeE
al trifto difperar altre da in predaE non
fente pietade, ond'é che UretraFra duri lacci, e in cieco career chiufa Quella di un folle ardor rnifera
avvampa
,
E
le le fquallide mura, e rutta fcaldaLa
fua olcura prigion [4],Tu
che lo faiMufa dimmi
il garzon, chei pettiinfiamma Delleaccefe Donzelle; altro che unDio
Effer
non
puote, che fon Dive anch'effe.Quando
fcoiro il tridente osò Nettuno (5)A 6
Vin-Ci) a * àiverfinomi di a!cuce Aquc che fca*
turifeono dal Colle di Corj'cna . Doccia Moj'ta, Trajluliina, Dijperata fot.
(4) SÌ**IH **r
fiparia*? della Grotta, 0Stufadc'Bé»
fni Caldi. . ; , _
CO OH
effetti de9Vulcani, delle Zolfatare, 0 detlu>Acque Minerali ancora, firiducono a quel cangia*
muto dic»je natj dalla untvetjafe corruttore ca- lionata dal Diluvio « Premefta qnejìa teorìa\ fi [eorgela ragionevolezza à' introdurre quefiafa*
vola, chehaperfuabafe laFifica »
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$ (XIÌO 0
Vinti gli argini angufti , il
non
fuo impero Stender nel fen della granMadre
antica ViderG (e Giove lo volca dal Cielo) Degli altri monti, e fu dell'Alpi in vetta Ricercar nuovi Regni i Dei delMare
;E
dove in pria guidò la gregge al pafeoIl capripede Pan, feco traendo Al dolce fuon delle forate canne
I Satiri,e i Silvani,c quanti an cura
De
i facri orror delle temute felve,
Scorgeanfi allor l'orrende forche,e imoftri,
E
Proteo, e Glauco con la verga el corno:Ne
lunge andò,che ornai fentendo il volto Óangiar la Terra, c violato ilgrembo
Porfe a Giove i fuoipreghi, ediife,o PadreChe
più retta dime
? Scorgi deh feorgiQual nuova gente nel
mio Regno
alberghiE
qual rechimi oltraggio;ortutte vediLe
catteDee
che de'miei Fontihan
curaD'
illegittime nozze ordirei nodiE non
dovutidon
porger gli SpofiDi
marine conchiglie a i petti eburni;E
già d*ignoti pefei ornan le nuove [6]Marmoree
menfe variamente pinte,E
di falfi liquor le tazze pieneSdegnano
i primi lorcandidi argenti: Dall'Etereo fuofeggio udì le giufteLun- CO
Ragionevole ?quelJìjiema, che riducelaformazfa*ne de* Crojtacei, e lajabbrica de'Marmi nelle vi*
• [cere della Terra al Diluvi*, dò eh annQ in
inire i 9f* .
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$
rxriT.)0
Lunghe
querele il Genitor fuperno,E
diè loco a pietà; poi ben tre volte Crollò l'augufto capo, e tutto intorno,
Tremò
l'Olimpo, ed ulularo i Regni Ciechi d'Abiflò, allor che queftiaccenti MolTe contro il Fratello; ornai fien paghi Tutti gli sdegni e la vendetta ceffi;Tu
ritorn'al tuoRegno,
e vengan teco GlialtriNumi
delMar,
che quefti alberghiA
lornon
diè nellagran forte il Fato;Ciò
diflTe e tacque; e alle ritórteconcheI cerulei Trtton tofto dier voce; Viderfiallor quafi fpuntar dalle acque Degli alti monti le cangiate cime,
E
i picciol colli nuovamente forti (7) VintaTonda
nemica erger la fronte;E
tutto al fine (orrida vifta! ) il volto Moitrò la Terra, e lo conobbe appena.
Alle antiche lor fedi, e al
Mar
ritorno Fero iNumi
cosi; ne valfe il pianto Delle terrene lor mifere SpofeChe
il toh*onore del virgineo cintoRammentavano
invan.Ma
tu fra tanti FedeliflimoDio,
che d'alto affettoLe
belle Ninfe di queft'onde amaviQui
( 7) Con M. Bafon fi dividono i mnti altri in prU
tnarj, afio antidiluviani , ci altri in fecondar^
formati dopoilDiluvio . I Collifono perlopiù del*
lafecondaJ'pecie, e come tale deve confiderai-fi il fjoftro di Corj'eno. Si comprende egli formato da unfedìtuento di materia wijìa , no? da un prin»
ci*h *rimlgeno, e fijso
.
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®(XTV.)®
Qui
reftafti tra lor; l'altodecreto.E
di Giove il voler (cordando, e i detti>
E
inon
leciti amplefli ancorfeguendo;Di
che tanta nel petto ira s'accefe Dell'ofFefo Signor,che torto il pregio Del Sale incorruttibls rapirtiVederti a un punto, c le celefti forme Del divino fembiante, e tal che indarno
Pofcia del
Mare
in te cercartiun
Dio. ^ I*
Deh
allor che forti incautoNume
! e qualiI tuoi lunghi lamenti anzi
non
furo!Venere fola que'fofpiri el pianto Udi pietofa, e
rammentò
tua fede,E
di vezzi, e lufinghe armata il volto Per techiedeva al Genitor mercede;Ne
gii tacque d'Europa, e le mentite <Forme
delToro,
ela bugiarda pioggiaChe
aDanae
ilgrembo
fecondò dal Cielo,E
quanto puote in gentil pettoAmore, E
il dolce onor di fedeltànon
tacque;Bella pietade balenò nel guardo Dell'irato Signor,
ma
tanto falloNo non
andrà perme
impulitoo
figlia Dille, niefeendo alle parole il rifo ;Nel
picciol Colle ove an fue Spofe alberga I giorniefule ei tragga, e almar non
torni;E
tanto fol delle marine forme [8JQuan-
di) Daiie /icqna termali di Lucca fé ne ricapa Sateneutro [uniie ai mirabile Glauberiano,e[at- tame»te deferitto daiS/>. DittarBeutenati inun
fti9 Libra pubiicato nell'anno jcorjo , ti quei Sa.'ejìejpcr/Mcntamoitoproficuo indivcrj'ematattie.
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® (XV.) 0
Quanto
aNume
convienfi in le ritenga .Ma
nolmoftri ilfembianre (9); c così detta Baciò la Figlia, e ferenò la fronte.
Feo
la prifca Virtude inTe
rirornoCandido Nume
di fermezza efempio,Ne
privo andarti degli onor delMare Benché
ignoti, ed occultif i cafti ampleffi Raddoppiaro le Ninfe, e tutti a garaViders'io Voi fparger lor giazie i Dei
La
Vezzofa Ciprigna i lunghi morbi (10) Vincer vi diè che al fuo piacer fon figliE
la pronubaGiuno
a i freddi SpofiDonò
per Voi fecondità beataE
Marte ifteflò ritrovò conforto Alle inique ferite , ond'egli in doteA
Voi lafciò per voftr*onor gran parte Delleferreefuearmi(u)
. InvanTe
chiamaO
gratiflìmo Spofo, ancor dolente Al leggio antico il Genitor Nettuno,Pur
gratiflìmo affetto a lui ti ftringe,E
fe icorgi ulor lo fpirco, e l'aura,Che
V
(j) Sebbene fi ritmi nelle Acque il Saie, ai guflo non fifentono folate .
Qq) Per il morbogallico,per lo fierilità, perimor*
bt procedenti dàLJaljo vengono celebrati i nofiri
Bagni, ed a ciò alludono guefii verfi. Servono ancora ledocb Stfé fìagbe ferite.lo che fi e*
[prime ne* verfifegùenti # in molte altreinfermi»
tà fono giovevoii, the hrnf* farebbe il volerle fpecificare col verfo•
(11} Allude
fialferro che contengono le Acque,feo*
perto% e dimofirato dal Sig.DottoreBenvenutinei
' tifato fuo Libra.
/
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®
(XVI.)$
Che
dalfalfo fuogrembo
un giornofciolfe, fe fcabra ferpe negliumani
corpi,Tu
quefti purghi, e quella avido fuggi,
E
vinci P ira, ed il parerno sdegno.Or
che giova il più dir? Se Febo ifteflòOgni
medica forza inTe
diffufe?E
da mill'erbe, e mille fiori toltaLor
polente Virtù, la (parfe ingrembo Del
talamo odorato, oveanno
fine I tuoi foavi avventurati ampleflì • Vfvcte anime belle, e mainon manchi
Quell'ónor chevi rende alMondo
chiare^Sorgano invano ad ofcurarlo intefe Invide Ninfe
nuoamente
nate,Ne
mai pioggiacrudel vi turbi ilfeno*O
fredda gelofiamen
caldo rendaQuel
defio che v'infiamma; a noi porgete Col poflente favor l'ufata aita ,£
fra mille devoti inni di plaufoCadranno
innanzi alle voftr'Are, cinti D'Idalio mirto, i più vezzofi Agnelli;Vivete sì, ch'io
me
ne andrò luperbo, Seprimo
ofai cantare i voltii doni Per l'Itale contrade, eun nuovo
fertoDarammi un
dì per voftramano
Apollo*A L
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1 jì: ;-
1
AL CHIARISSIMO SIGNOR DOTTORE
GIUSEPPE BENVENUTI
PROFESSORE
DIMEDICINA.
1DOMENICO V*UCS LEONARDI t. A.
' r
'• t
*
t
A
celefte di Pindoaurea favella(ne Nòdisdegnajnon
pon certo.l'are?*In Epjdauro appr^feArtipoflfejuw Abikadiilillaje.eJotrQl^vene .
-
Puio
diletto, di letizia figlia.L'armonica./bave Poefia
Qtial faitnacb divin fuga, e difperdc
La
torpida Tiiitczza- In len dtftandoLe
fopr rune Febee icintille .D'cl
v^gorc'empie ogni fibra ,On-
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# (XVIII.)©
Onde
più pronta nel volubil fangue,Che
partendo dal cor vi fa ritorno,
Imprime
pel vital corfo, novello Impeto, per cui la si bene oppoftaRagion
dimoto
» e renitenza acquifti iScll'equilibrio fuo maggior virtù te*Ma
benTu
già de i dolci ftudi intendi Il potere,o Giofijfa, e ilnon
fallaceNe'
vaticini fuoi per dubbi fegni Poetico conforto.Ancor
l'auliera Filofofia perman
del fuo Lucrezio .Parteggia i colli Afcret, e di NaturaLe
ignote Leggi, ed i tefor difvelaCantando
all'ombra degli eterni Allori."Ed
ora da novelloalmo
concento L'aer percoflo sì tranquillo, e puro»Che
lieto cingeV
ubertofa Vaile,Ove
d'eletti pefei ricca feorreLa
st rapida Lima, emula fenttDella
Romulea
, Epico fuon fpirante»La non
ignota a i (acri Arcadi bofehi,All' Eliconie Dee> d'eccel/o Vate [i]
Cetra animo/a, cui fedente in riva
Al
patrioAdige fuo, già indon
recollaUn
fauito Genio ecckator diCarmi
•Odi
£i)
8
Sig.Zaccaria BiniVerone[e, Valentifirn Poe*ta, 9 già noto per
r
elegònte Poema, che ba^M per titolo~B
.co da Seta=
Stampata in Verona,il i7J** io dicui bella Edizione dall' Autore è fiata arricchita d' utili, edotteAnnotazionifui*
lacogitazione del Gelfo, e full'educazione ed indole del preziojo Infetto il Baco da Seta,
®fXIX.)0
Odila pur temprar le corde d'^ro,
Che
di tremorearmonico
ri tnpie QuelDio,
che fpira gli Apollinei dettiiPer cui
nome
maggiore avrannoorquelle>Cui
Tu
qualnume
tutelar prefiedi (2) CelebriTerme,
eie perenni veneDi
calda in AiaforgenteOnda
falubreTul
fenticome
inveftigandoi primi Profóndi feni>ove nafeendo invadelaUn
pungente fottìi vapor fatino, (3)Che
la mi/lacon leicandidaManga Tenacemente
abbraccia, e amica aiTorbc >E
altrui lo ferba a falutarriftoro,In note al vulgo afeofe
adombri
i tantiMalori1 che per lei fon
domi
,evinti,
O
fia cheinampio
lago,(4) che circondaO
»
Cx) Al Sfa Dottor Benvenuti con pubblico onorevole fiipendio fono fiate meritamente affidate tutte le incombenze mediche di'Bagni, onde viene da lui regolato Vufo de9medefimi a tenore dell'efigcnM di ciafebeduno.
£>] Sulla natura de9foli delle no/IreAcque Termali^ e iella Marga bianco, 0 fa Agarico minerale, che tra lefefie * mìfchiato, veggofiilbel Trae»
tato De Lucenfium Thermarum fale ce. locft J7<8. produzione del Filofofico; e per altre Ope«
re Meaicbe eonofcìuto talento del nominato Sig*
Dottore Benvenuti .
(4} E' noto il doppio ufo ,scbe proficuamente fi fa di quefie Acque minerali, cioè, per immersone ne*
Bagni, e/per violenta pera/pone nella pnrtein*
ferma petr le docce.
£53 Tra i Perfonaggi d%alta diftinzione, accorfi <là fare [perimento di §uefie nofire Acque, deefitir-
i
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Beo
(culto,e terfoalpar chePàtio,marmo, Con
verfa giaccia, e nelTuo caldogrembo Di
fperata falute avidi accolgaSedenti in giro fofpirofi infermi;
E
riftretta tra angufte*ecieche vieDi
prolungatiTubi
* impetoaccrefcaAl
già natio veloce corfo, e a(TaigaNella
medefma
lordolente fedeI lunghi
Morbi
* c gli urti» eli conquida.E
bene ai faggi detti acquifta fedeII
non
vantato invan, donatoa mille Trilli , ed egri languentialmo
ritornoAl
bramato primier vigor di vita;Ond'i
che il grido di virtù Peonia Qiunfe di lei fin la dove fuperboPer
pingui palchi» e per fecondiArmenti
Scorre tra l'ampierive il gonfio Nieper Talché aleivenne,immenU
viavarcando,
r>onna(})cbeaun fangueiljuftre,ead unali Feliceingegno,egUalDeltacongiunge,[fero
A
ricerca*^d'altronde indarno attelo,Al
fianco infermo allevia cor conforto.TP j
tmtnit tunoutare Madama la Marcfetalia Mal- fece*, nata Contifia di Bruti la quale orna- ta di
Uno
xiò the ad uno fpirito fuperiorepuò fare acquifareunailluftre educazione con inaudita iusnittoja fpefa, regolata dalla fingiate dilei ma+gnificenza, è venuta in queft'Anno dalle diflon*
ti Regioni della Polonia per fatarfi da male d fanco, avendo protato malto foliievo dal frane
Juo incomodo dall'ufo de'Eagni, e dalle bibite, di §uejìc Acque minerali.
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0 (XXL) ©
T'allegra or
dunque
, che fu lei primiero Spàrga tefor dinon
fofpetta lodeStranieridaun
Dio
fpirato,accefoingegno,ET
immortai Dirceolavoroincida Bellaper re riconofeenzaamica Su itronchi annofi dell'antiche felve,Che
aicelebrati,e inlorvirtudealteri9 TepidiFonti,fann'ombra
, ecorona,
Acciò Vonordeibeniodati prcgj
Tra
fettevoli darue,eallegri cantiRinovin
Najadi>eNapee
concordi »Cui*(cordando il crudel vetufto affanno,
Da
folirariegrotteEco
risponda.DigitizedbyGoogle