SCULTURE
D
ILITIGI BIElVAIilÈ
DA CARRARA
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SCULTURE
D
ILUIGI BIElVAimÈ
DA CARRARA
DESCRITTE
taesio uaait aicci
DEL
S.o. G.Mormori commissi/tdibm^atlores.AnthoL
ROMA
TIPOGRAFIADELLE BELLE ARTI
MDCCCXSZTIU
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{>s
«
TAVOLA
I.I
DUE
GEI\'I1Possa,o lettoreedaniatorbenevolodelle artibelle, possail
Genio lumeperteresistereinvitto alGenio maligno, cometu vedi scolpito inquestomarmo, che sembra gridare
„ Credete a chi n’hafattoesperimento.
Riconosci infattiilGenio buono,indicato coltitolodi Genio lume, alleformeeleganti,alleacconcemovenze,allamollecapiglia- tura,alle aligrandiose e leggiere,allafacecheimpugnanelladestra.
Ei rischiarailavorielevegliedigiovanedonna(chesimboleggia l’umana intelligenza
)sedente su viva pietra natia d’appressoalGe- nio amico. Ellaharicolmoilpettoadallattareimortali,snellee pieghevolile
membra
: sicopreamezzodellabellapersonad’un
drappo, checoncedevoliavvolgimentilescende infinoalpiede.Regge con una
mano
insuiginocchiunatavola,sullaqualeverga coll’altraarmatadistiloalcune note.Alsasso su cui siede s’appog- giaunalira,dondepassa quasi pereco l’armonia,chelegaidolci studj inmeravigliosaconcordia.Sta neldavantiuncestello, che contienevarjvolumi,suiqualiposavigileerittol’augel diMinerva,ilcui tipocontestagaleatasorgea rimpetto.
Oppone
ilGenio lume in atto di eroicafermezzaunbraccioinvoltoinampiaclamidea rintuzzare, aspaventare, afarfronteal Genio maligno,ilquale conaggrottato volto,conalifalcate dipipistrellohalesembianze d’un putto(chepiùnoncrebbeper nostra ventura).Ei regge colla sinistralabrigliadi bizzarrodestriero,afferracolladestrala scompostacrinieraalcavallochealzauhazampa,inarcalacoda,
giàmetteunnitrito,e giàsisfrenacontroilGenio lume, lascian- dosi indietroiltipomalauguratodel Satiro:etaleè l’impetocon cui s’avanza,chel’auracircostantenetrema, e risospingeildrappo dell’avversariocontroaldiluicorpo,findoveessos’inforca....
Non
temere,amatorbenevolo:ilGeniolume hagià vintoperte.cheguardi e pensi,checompatisciedammiri.
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TAVOLA II.
L’ANGELO CUSTODE
La
veraReligionenonfinseGeni!,ma
vide natantinellaluce alatimessaggieri(come suonaingrecolaparolaAngelo') datida Dioa ciascunaanimaperegrina in questaterra
come
custodi ecom- pagni dellavitaedellavia.L’Angelocustodeeffigiatoinquestomarmo
hasembianzeveramenteirradiatediparadiso,bellissime chiomedilTuseestillantidell’eternarugiada,coronatedalgiunco, cherifiorianunzio di feconditàsullerivedelGiordano;diiegran- diali,di cuisicontanolepenne chesolcan1’etere,unatunica, un drappospazioso,che insofficipiegheaffluentiricadedall’omero destro,etutteinvolge,ma
nondeltuttonascondele angeliche formedell’eternagioventùrilucentiinfinoalpiede. L’Angelo pone amorosamente unamano
sull’omerodibellissimafigurettadisot- tiltunica ricopertafinpocosottoalginocchio, e questa rappresen- talanovellaperegrina delmondo. L’Angeloaleidato custode dol- cemente conunamano
laspinge perlaviadisalute,mentre con amichevoleindustriasporgeunpiede inavanti cercandod’inter- cettarecon questo attolaviadiperdizione,sullaqualegiacein agguatounserpente.Quell’animucciailareebuonasivolge soave- mentea riguardarlasua guida,econleritondettee tenere brac- ciaincrociatesulpettoprega csiraccomandainmodo
,cheognun pensandodisè nelsegreto delsuo cuore,siriconforta a sperare di averpace neldifficilecimentodella vitaedellavia.TÀVOLA III.
L'AMORE
DIVINOn
sublime desiderioche innalza l’uomo verso Dio, espressodal grande Alighieri in que’versi(par.i5.)Benignavoluntate in cuisihqua Semprel’amorche drittamente spira
Come
cupiditàfanell’obbliqua,è fedelmente tradottoinquesto
marmo
,chesfavilladell’altissimoDigilizedbyCooglc^
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7«
desio.
IMmM’
divinosivela di lievissima tunica(direiquasiintessu*tade’ primiraggidell’alba),comegelosodisua purissima nudità.
suealibellissimesembranopalpitarperlodesio:chiomesenza studio inanellategliscendonsuldorso:hal’estasidelladolcezza ne*
gliocchi,nellelabbra,nelvoltoversoilcieloimmobilmentesupino:
incrociaalpetto palpitantelebraccia,comechidi sé nullafida,e tuttoinDiosiraccoglie.Eimuoveilpiede securo, enons’arresta cnonguarda,
ma
perdirittosentierononsaisevolio cammini.TAVOLA IV.
DAVIDE
Vediinquesto
marmo
unpastoreaprimoaspetto:taleildi- notaunaspeciedi zaino, cui rozzoguinzaglioraccomandaall’ome- ro,dondeil.rozzodrapposcende in bel disordine a ricoprire in partelemuscolosemembra
giovanili. Ilcrine,chenon beSbe un- guenti,è naturalmentecomposto:lasua fisonomia franca, nobile, de- cisasembra chescopra inluipiù elevatacondizione. Eglialza la destra,dacuipendein contrariolafionda,chebilancia,cheruota, chevibra giàilsasso:portaalfiancoimperiosamentelasinistrache stringealtrosassoad emendar,seoccorra,ilprimocolpo.
Oh come
l’attoè assecondato dallemovenzedelcorpo,dallepieghe agitate dai vestimento,dall’Impostarde’ piedi,chesembranomorderla terra!
A
quelvoltoispirato,a quellanobilefierezza,a quella vigoria senza stento epiù che
umana
riconosciilpastorevincitordi Golia,ilse- condode’re diGiuda,ilpadrediSalomone,ilVatechebebbealle ondedelprofeticoGiordano daquellaconchiglia,cheportacome
eisoleva,legataallacintola.Ilbastone pastorale giacea’suoi piedi, poichéglibastalasua fidanza inDio edilsuo braccio:udiste
un
sibilardifromba?....Giàilcolpoinfallibileparti... Tantoèil
movimento edilcalore,chesispiccadaquestomarmo.
TAVOLA V.
S-
GIOVANNI
SequellaCroce,cheporlal’emblemadell’
Agnel
diDio,se quelvellopendentedaruvidatracollanondicesseabbastanza chi-DigitizedbyGoogle
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maisaràquesto robustofanciullo, cidirebberopur troppoquelle sembianze quasi animatedaunreverbero divino, esser queldesso, cheungiorno sarà voce diDiolàneldeserto.Vagamentenegletta halachioma,gliocchialcielo elevati,semiapertelelabbra,esem- bra chegridi eccoVAffici del Signore,
Con
lebracciaalpetto umilmenteconserte, eirende grazieall’Altissimo,chefindall’utero maternoilfeceeloquenteadannunziar l’Aspetlatbde’ secoli,e chia- mollo a prepararnelevie.Tuttainteralafiguraèsiben composta tramaturità e dolcezza disenno prematuro,cheinquelleforme traspareun nonsoche di meraviglioso e d’arcanofral’uomocDio chet’apreilcuoreallapiù tenera e sublimeemozione.TAVOLA VI.
LISISOCENXA
Questotipo dell’InnocenzafugiàdaFidiascolpito,seilvero attestaquestogrecoepigramma.
BellaInnocenzaantica.
Tistringiun anguealseno...
Non
sachesiaveleno Chicolpain sénonha:Ma
chediss’io? qucU’alito,Che
ilmondo
attoscael’etra.Te
semplicetta in pietra Converse, e Fidiailsa.L’Innocenza, che dal
marmo
dee parlareagliocchi, rifuggeda’prestigi dell’arte,^eUa chetuttosanon
«
najconde. Semplicitàclas- sicaspiranellacomposizione: fisonomiaoriginalmenteingenua e soave,chiomescompartite e spianate,obbedienti asottilzona,fre- schezzadimembra
intatte,movenzeposate etranquille,un
sempli- ce e spaziosodrapposcesoda’begliomeri conpieghe spontanee, e raccoltosultornito braccio diquest’angelicadonzella,chesenzaac- corgimento siede su ruvidosasso, cidicono, ch’essa è l’Innocenza.Nè rimanedubbioallorchétremando vediamocom’ellahatra lemani un serpe,chesierigevoluttuoso e carezzevole strisciandole sottoilmen- to,e com’ellailriscaldinelpetto incolpevole,cheperciònonappre- seancora a palpitar di timore.Dìgilizedby
E>9<3
TAVOLA V5S.
L’INIVOCENZA
DOLENTE
L’Innocenza(comescriveaLucianoilsofista)scherzòcollein- nocenti bestiuole,diviseisuoiaffetti,lesue vicende, erise,e pianse, osidolseconesse.
Su
questa ideasembracondottoilmarmo
di cui parliamo.L’Innocenza haperdutalatortorcllacompagna, chegiace estintaalsuo piede. Colei divenutainfelicesiedesudurotroncoal qualefatappetoilmanto cadutoda’suoibegliomeri:ellavestita soltantodelsuopudoreparchefavelli,efacciaforzaalcielo,op- ponendosupinoilsuovoltoalle stellenemiche,ctenendosulmolle femore, oveilmantosiraggruppa, conserteambe
lemanicollebrac- ciamollemente abbandonatein atto dichiederpietà,sembradirpiù omeno
conleparole diMosco:La
tortorellacara Rendete,ostelle,ame.Sel’Innocenza è rara
' Perchè immortai nonè ? Seun’almainduedistinta
Un
soloamorcidiè.Perchè,giàquellaestinta,
Iovivoancor,perchè ? SefulaParca avara.
Chieggo davoimercèj
La
tortorellacara,
Numi,rendete a
me
!TAVOLA VSBI,
niERCURIO
Mercuriosecondolafavolafuillegamentofralevirtù prepo»
tenti,eivizjfortunati.Egli erailDiodell’eloquenza, ilmessag- gicrodiGiove,ildiplomatico deitempimitici, ilpiùastuto della corte diOlimpo.Eccolo copertoditunica all’omero annodata,alfian- coraccolta,su cui poggia in atto impotenteladestraconduedita
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10«ispiegate,comefu rappresentaloPericle.Reggedallasinistrailcadu- ceo:circondaibellissimipiediconalatisandali: verdegiovinezza celestebanelle
membra
enelvolto,ma
un nonsochediumana maliziatimetteinguardia di quelNume
daltimoreartefatto,come simbolo di accorgimento.TAVOLA IX.
AMORE
Amore
,che piegandosi in leggiadrissimoscorcioaguzzauno stralesovraunselce della via, inmovenzapiena di circospezionegen- tile,fugià descritto ne’seguentiversiindirizzaliaS.E. lasignora contessa di Gurieff,laquale a ragione s’innamorò di questomarmo, esiapurquestalaprimalodedell’opera.Già meditando
Amore
Riposte imprese e tali,Che
ilogorisuoistrali Pensò di ritemprar;Ma
di sospettifabbroTemea
fataisorpresa.Sealcunlabella impresa Venisse a disturbar.
Postounginocchioalsuolo.
Togliealturcassoundardo,
E
volge indietro ilguardo Ogniaditoa scoprir:Mulo
,
perplesso arresta FinVaure eglielementi
,
Tendelepiumeai venti,
Semuovano unrespir.
Quindisi ladell’arco Alduro suolpuntello,
E
accorciainsèlosnello Suofianco alabaslrin,
Quinci r ottusafreccia Toltaaldivinturcasso Aguzzaa vivosasso Dell’aridocammin.
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i» 11 Piacquenell’opraa Venere
L’ astutofìglio
; e intanto Pertrattenerlo alquanto L’ opra eilpensierlodòj
E
per serbarmemoria Di quelsegretofatto Alloscultornell’attoUno
scarpeldonò:Egliritrasse
Amore
QualeilveggiamoinquelleForme
emovenzebelle,Caldedell’opra ancor,
E
talguidò la Diva Ildedàlèo strumento,Che
alsuolavoro intentoNon
seneavvideAmor.TAVOLA X.
PSICHE
A
chinon sono purnoteleavventure di Psiche,simbolodell’anima,laqualedall’Alighieri fu detta 1’angelica farfalla
,
dicui
appuntoquesta caraimmagineportaleali?Sposae tiranna di
Amo-
reellaancornonconosce chisia,o creatura amabile, omostrocru- dele.Essa trovò per casounfasciodistralichelesta ritto aipie- di,conlepuntericoperte d’un drappo,chelipreservidallaruggine, evicinoalturcassohaposata aterra la vigilelucerna. Intantolimi*- detta esplora e tenta coldito quasitremantelapuntad’unostrale,come
lavideApulejo:La
giovinettaPsicheD’Amor
tolse unostrale.Ma
quantovaglia, equale Sia quello,ancornonsa:
L’ acutapuntainvano Tentacritentaarditaj
Ma
dalla sua ferita Alfinqualsiasaprà.DigitizedbyGoogle
Bella quanto l’Innocenza,halechiomeleggiadramentecomposteed infrenatedasottilbenda.Alla sua fresca epuranuditàsembrache ilpudoretolgasenso mortale e terreno,chetiributta et’offende.
TAVOLA XI.
AMORE
Dalseguenteepigrammadell’antologia étoltoforseil pensiero cheriluceinquestomarmo;
Due
tortorelleAmore A
Venereinvolò,E
poid’untalliquore Cosileinebriò,Che quandoa Pafo, aGnido
Le
vollerimandar, Piùnontrovaroilnido,E
ingremboaluitornar.Ed
infatticon chiomeinanellateAmore
cinto di mirtoedi rose,congrazioso scorciosedente sovraunoscoglio solleva ungi- nocchio sovra cuiposano duetortorelle,ocolombe,allequalieipo- necarezzevoleunamano
suldorso,eporgelorodall’altramano
unaciottola incui disiosamentcsiabbeverano.Le
forme,lealidelNume
hanpureun non soche deltornitoedellueido di giovine colombosicaroallamadre.Un
drappoassaisofficecoprelarupe sullaqualeAmore
s’asside;e accantoaquesta poggiailturcasso pieno di quellefrecce,collequali sembra amorosamente scolpito questomarmo.TAVOLA Xai.
PSICHE
ARMATA
Colsospetto, che annubila alquantolafronte giàsispianata e serena, labellissimaPsicheirresoluta,soletta, timorosa tacitamente siavanza per nottesenzastelleincercadiAmore.
Ha
nelladestra ilpugnale,chetremaalpalpitopropagato dal cuorealbraccio:ri-DìgitizedbyGooglt
B>15
«
coprecollasinistra lamalfida lucerna:unaleggierasindonecaduta sopra unvasod’unguenti(chefapuntelloal
marmo
conmeravi- gliosoed opportunoaccorgimentodi arte)attcstala confusione in cheladonzellaesterrefatta levossidalleinquietepiume.Ed
èinque- stomarmo
tanta lucediverità,chetifarebbesollecitoatorlapieto- samente d’ingannoparlandoleall’orecchioconque’versidiSimonide;Fanciullaingenua, sealferirnonbadi,
O
furiosa,osceleratacadi.TAVOLA XIII.
ZEFFIRO
L’amatordiFlora inanellato lechiomedalievebendainfrei nate,veste sottilissimatunicaparial tessuto dinovellina corteccia di giovinepalma.Inun lembodi essa vagamente elevatoconla sinistra
mano
raccogliei fiori ancor freschi estillantidellaru- giada del ovattino:offrenelladestra ilfiordelgranatoincui già turgelagemma
del frutto;muoveil
Nume
cosìleggieroe cosive- loceilpiede, elasnellapersona,cheper vagheggiarlo, perrespirar alquantoconluiilpregheresti di fermarsiunpoco,immemore
della pietraincuistascolto,dicendoalui:Donde
vieni,edovevai ,Zeflìrettolusinghier?
Sol per
me
nontornamaiLa
stagionedelpiacer:Deh
milasciaunfiorchedia Pacealmenoalmiodesir:Ma
tupassi,e dallavia Mirispondiinunsospir!TAVOLA XIV.
LA PASTORÈLLA
Una
gentilPastorellavagamenteacconcia in simmetricogruppo lechiome,hasullafronteilpiù leggiadro pensiero. Ellameditandostu-DigitizedbyCoogle
«>14•« >
diosae tranquilla inclinaalcunpocoda unlatolatestaa rimirare unavaghissima ghirlanda difiori,che tiene sospesada una manoj
eguarda,e squadra,epensa ove abbia a collocarviin bellaarmo- niaunaltrofiornovello,chetiene fralesuedita.
Le
scorreaterra ilmanto, cui piùnonbada(tuttaintenta nell’opera),e sul belcinto siarresta ov’ ellasovraunginocchiosollevatoiltrattiene.Lestaa fianco,posandoalsuolole terga,eritto ne’duepièd’avantiilfido cane,cheergendoilmuso,cuifanno nobilecontrappcsoilunghi orecchi,par che chieda alcuna carezza dalla tenera padrona.Inque- stagiovinepastorella volle forse effigiarloscultore Vantica Glicera,
che Plinio (35. ii.) collocòtra leinventrici delleArti Belle pelme- raviglioso artifizio,ondesolevadisporrelesueghirlandeofferteai templide’Numi.
E
forsequalcunode’grandid’«gg'difraimortali avrà l’immaginedellaPastorella,e aluipotrebbedirsi:Pastorella,qualfioreeloquente Inquelserto io vorrei,tidirò;
Tu
che guardi, che pensi,ponnienteChe
ateFlorasulNewa
ilmostrò:Quelche porta d’Ajaceleimpronte
È
purbello,ma
lietononè;Scegliquello,che specchiasialfonte Gliorli inscrittodel
nome
deire.TAVOLA XV.
TELEMACO
Telemaco, uditoilcomandodelPadre(idi cui accenti suonano '
ancorsichiari ne’vcrsidi
Omero
)edavente incapogià l’elmo,dal qualeaffacciansi lecrespeanclladelcrine,porta sulcapoildestro braccioadindossarla tracolla,dondeèsospesalaspadachealcala- re eiregge alquantoconlasinistra.A’ piedihalacorazza,lavisiera, e quantofad’uopoaduomo
d’armi,che quasi dimenticodelle armi stessesivestedelproprio coraggioalcennodelpadre, chelo infiam- ma,e correa difenderel’onor de’laripaterni.E
questoappuntoèil grand’atto,che vedi balenar neiversidelprimopittordellememorie antiche, e trasfondersi inquestomarmo,dal qualesentiquasiriflcs- so perlontanorumore ilcalpestio dellerobuste piante digiovane eroe,cheva,vola etrionfa.DìgitizedbyGoogljr
&
IS<sTAVOLA XVI.
DIAIVA
Videanch’essp(per sua ventura) IoscultorelavergineDiana in quelmomento,incuilacolse per sua disgraziailcacciatoreAt- teone, diche Ovidioancor parla;
Nuda
uscir dalle chiareonded’argento Vide AttéonlaDea...nonspinseilpasso...
Ma
slanciarsieferirfuunsolmomento
IncheisuoiveltriIolasciardisasso!Sorpresa nelbagnolairacondaDiana con chiomein leggiadro aggruppamentoraccolte,coldiademainfronte vario-trapunto distel- le,inmezzoallequalicampeggiailsuo pianeta, lanciauno sguardo sdegnososulcacciator,chefuggi..•
Con
ladestrasifavelopudico, econla sinistrabellamente inclinata raccoglieillino,che parte ancor celadella celestepersona. Ella siede esiritraesullarupe delbagno contraendo unginocchio,mentrel’altropiedealsuoloappuntella.Non
guaiola,ma
fiutaemeditaloslancioilfidocane,chetesele orecchie,sta rittoindue zampeaccantoal sasso, cheoffreruvido sgabelloallapadrona.Ma
quando anco nonvi fossescollo(comebe- nevista) questocompagnofedeledellaCacciatricesevera,noilarav- viseremmoalpudordell’attoedelleforme,all’iinpero dellamovenza, ondeargomentasi qual fosselasorpresa del cacciatore inconsapevole.TAVOLA XVII.
LA
BACCAIVTEQuantunque unasialabeltà,checomecosaceleste dovrebbe essersempre purac scevradisensoterreno
,voluttuoselòrme,
ma
nonoscenemai, halagiovinedonnaseguacediBacco, laquale giacesumorbidavellosa pelle,che dall’ugne dinotalatigre.Lechio-me
ordinatamentescompostesonocompresse da untralciodiellera:ildileivoltomanifestafebbrez/.a: lavoluttàtraspiradagliocchimez- zo chiusi c lievemente supini,dallaboccascniiaperla,dal voltolan- guidamenteaberrato. Poggiaunbracciosull'otrepressoalqualevc-
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»
16«3desiiltirsoabbandonato^ econ una
mano
reggeappenalatazza,mentrestendel’altrobraccio el’altra
mano
tenendoancora un’anfo- ra d’elegante grecafatturaper rifonderenellacoppailliquore,di cui nonèsatolla,ma
pressochévinta.Inmezzoaltrasportodell’ebbrezza spira tanto riposonellacomposizione, tanta freschezza e puritàna- tianellamedesimanudità,ch’ellapuòessere collocatanelle sale de’grandiconquestoscritto:
Donnacaraa Lièotraisuoi seguaci.
Cheorviviinpietra,e della pietra haipoco.
Non
sorgerno,ma
tiriposa,etaci, Chèaidilettide’Numièsacroilloco.TAVOLA XVm.
LA BACCANTE DANZATRICE
Devota
ma
nonservadiBaccoè questa Baccante danzatrice, allaqualeilliquoreprepotentenontolseancoral’agilitàdelle gra- zie,equelbrio,chefatuttigliorgani eloquentinelladanza. Co- ronatalechiomebendispostedifrescaedera,ebemettelesuegra- ciliuve,serbal’aspettosvegliatoesereno in un’estasidi vivopia- cere,Una
tunicalieveche informasi della bellapersonascende da duenodisugliomeri,innanzialpettomollementecedevolealmovi- mentodellebraecia edellemani, in cuibalenanoisistri.Laleg- gerissima tunica giungeappenaalginocchio,chebellamentes’incur- va suduegambetornite,chesipreparano e simodellanoal ballo.Non
siaspetta,chelosquillode’sistri,ond’ellasispicchialprimo salto.Tuttoinquel corpo, libratoalprimoslancio,è leggerezza ed armonia;enelle lineedelmarmo
cne’contornimorbidissimisfug- gel’ideadelpeso natio,e vedicompendiati inunsolattoisuc- cedentivezzi delladanzatranquillaedecente.Un
picciol troncoin- trodotto per sostegno ragionevole(come sempre opportunamentefa l’autore delle descrittesculture)eperappoggiodelmarmo
determi- naforse,ed accennalaprospettivadellascena campestre, cuila dan- zatriceBaccante trasfondenelsuomovimentoquasianimaevita,co-me
laLicoricollocatanelfondo del rustico pacsetto,cheancorver- deggiane’ versidell’immortal Mantovano.Dìgitizedby
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