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CIRC VNCISIONE

DELLE COMEDIE.

SERMONE

,

CHE CONTRO UABVSO DI ESSE Predicò m San Vinccntio

lalèra della

Circuncifio-

ne dell’Anno 1629.

•' -

^ *

IL FjIDSE Gl/I

DelIdC0mpdgmiddiCItSl'

me /LBESTO

dilldCittidilJittfcd,

FITJOR

Z>EL

COILECIO

'

^ ?

rt

STAMPATO IN LERIDA IL MEDESIMO ANNO

ifif.

-

.

E

tradotto diSpagnuoloioItaliano

DAL

,

*1

SIGNOR ALESSANDRO ADIMARI

_

j Gentil’huomoEiorentino l’anno

1

647.

in

Fiorenza

.

^

A

Qonttmfldtiont di

vn

Religiofi SdQtrdtte.

y

|

IN FIORENZA,

Nella StamperiadiGio: Antonio Bonardi.

M. DC.

LXVII<

CtnUftnzddt'

Superiori,

(7)

1.

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1

A;-.

r

AL PIO LETTORE

'

k .

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'

W

' '

L Santo Caidipal Borromeo

ftabilila

maniera

,

è

la

forma de' Sermoni ordinari

al

Popolo nel

fìio

Primo

Si-

nodo

di

Milano con quelle parole

,

nelle quali difpolc

la

ibdisfatione

di

quella inuet- tiuain circullanze diTcpo,diLudgo,c

di

Perfone.

Jìiligemtts,devehtmenttsfimtCodcUndtoresia hitVit^ì,

^

ftecdtis txdgìtàHdis,im ìjmibusmegis voldtdtdmpopuluftf,dut dd$4pr$cUmitTemvfd(mtilo, prdddsetidmeemf*etdditus inue*

hintuTy(jrintdSt mdl* nonvidentnr,tdmenfdctCefte- edndicdnfdmdffcTiint

.

Niuno mi negherà, che quello Statuto non

còl- pilca à

pieno

itratteriimeti ,'che

qui

riprendono, particularmente

felì

riguarda

al

Pegno

,

che Ibno

arriuatij

poiché non Iplamcntc

,

per

l’opera,

fon

rlceuuti

con applaulb

,

mà ancora

inpratica,

e ne*

Circoli vanno

alpari

con

la

parola

di

Dio, come

io ftclTo

hòintelb,eparmi ancora

di

hauerlo vdito

dire,a

quel non men dotto perlècutor

delle

Co- medie

,

che pio difenforc

della Callità,ilP.

Fra Giolèppe diGiesù Maria,

la

cui cenlura mi gioua quiregillrare.

Voler

(

dice

egli

)far

comparatione lènz’alcu- naoccalìone ,ò ombra d’alcun’ momento, dVna

^inuentione tanto infame,

sacrilega

,e

pernitiolà,

CQjn r quella

delle

Comedie

,

con

la

Sacra Predi-

% A

a 'cado-

(9)

4

catione <icirEoangelio, è vna temerità dannoEf^

fima, e

(Jisjcattiuo{ìiono,^Iije

non

ci

e orecchia dinota

,

che non

fifcaruiafizzi

in

ièntiiIo.jE

qui

fi

vede

la

torma

del vitio npira^:cufàrc inoliliiiitci- letti

,

poiché è

arriLiàtó'^taìplaccò.

Aggiungo hor

io ,cliè

cfsehdb Thorà del Scrmon

della(èra,

mi vicn data

liccntia di pigliar

qualfiuo-

glia

argomento',

e così è itato

minor

difetto

Eac- coppiar ilprefentecon THuaiigèlio, emifteriodel giorno

.

' ,

Alcuni han moftrato

voglia,

che

fi

ftampi

:

gra- dilco

il

fauore,con

tuttociò

temo del volgo

in

oo

cafione,

ch’ioli

tronco

iliioigufti

:& me ne con- cento

,

purché qualche dotto,

e

disappalfionato mi giudichi

,

e

qualifichij

non

Iblola

dottrina

,

ma

il

modo ancora

5

accioche

in altra

occafione, che mi

iiprelènti

,polTa

emendare

i

miei

dilètti.

Stasano.

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Voc».

(10)

Vocatum

eft

nomen cius lESVS

.

Lue.Gap.

i.'

^

‘'^NTOfienofi’àdi,loro contrarielaLuce,c

Tenebre,ilGiorno,eia

None,

ilFuoco,cl'/^c- qua;alcrctantofonolaCircuncilione,cleSuper- fluità, Giesù,

&

ilVaneggiare, Compagniadi Giesù,e

Compagnia

diDemoni,dicoriopiù chia- ro ? Chiefa, c Theatro,Sermoni,cComedie,Giefuiti, 6iHiltrio- oi.

Che

bora mailichiegganlePrediche,

&

iVefpri circuncilì;

pcrchcauan^iiltempoallevanità :chefibattezzi col

nome

di Giesùlo fcandalo publico,chefidica,chetanto colà parbene^

ilCiarlatano,che quailPrcdicaorc,cchetantofìaprofittarole quegi,chequelli, èmalacofa:ch’jlvitio,s’impadronifca deicuo- re, echeà

mano

à

mano

firibellico guditio,ochea forzatii ragioni,e didifeorfififaccia forte,nonlon più baftantile foriite, egiia:tacchi,fà dibifognointeramente debellargli;

come

fecero in fimiliocrafìonigli antichi Padti

.

Comparilo

per tantoquellogiornoobligatoàlcggediChri- ftiano,di Sacerdote, dr Predicatore, diReigiofo,ediGitfuita,

Con

leggedi Giefuita fò fronteallalegge d.’

Demoni,

cioède' Comcdianti, checosìlichiama Chrifoftomoi Per leggediRe»

iigiolo, dcteftogli Spettacoli, publica profelfionc de’vki;,fecon-

do

S.Agollino.

Con

legge di Predicatore parlodaviro,contro TArte,cheiLatinichiamandigiuoco,òburlefca.ComeSacer- dote obedifeoalCanoneCauiloncnfe,che m’imponeildillùader a’Fedeliquefte vanità.Per leggediChnltianomi

honorocon

lad'uifa,chemi dannoS.Epifanio, c Ter. ulliano, di

non

appro- uar ’eRapprefentationi

,&

iTheatri;

E

poichéhoggiilFigliuo- lo diMariaèchiamato

GIESV',

autor dellavita,dellasalute,c d'ogni nollrobene.yocàtumtfi

Nomen

cius lefms^

^e.

nonfà- ròingiurìaad alcuno,fedi qu'.ftopaflatcmpodiiò.Vocétitmelf nomtntins Definito.Perditione,e total Perditionc;

però

non

lo d;rò dimia tedi,lo fìancbeggcròcoodiuerfefacultadi, ogni vnadi loroperquantovale.

~

L’Hiftoria dimollrcràcon efempi,efferla

Comedia

vnape/lc della vita

La

Filofofiaconeffettinaturaliconcluderà, ch'ellaè il

(11)

6

ilvelenode’coftumi.

La

ragion Ciuile proueràconleLeggi,cf.

feria routna delleRcpubliche.LaTheoIogia,per

mezzo

de^*

Padri,e delle ragioni, definiri,

come

ellaèiamortedella gratia«

e finalmente ch'ella èoperadiAntichriflo, elofoferiuerà col Tuo lànguc GiesùChriHp, fourano Maeflrodi fcuola,alqualedoN

màdo

licenzadifarequella lettionedipuntilonunidallafcuola/

nongià dal Pulpito,

Etj voiMaeftrade'.Vaeflri,che efsendo VergineJi/adre,ha- uete fatto quellamattina offitiodiPadreapprefToalFigliuolo di

Dio

nelgradodigrandiffimoDottoreintutte lefacultadi,dan«*

doleper fregiata laurealaliureadel

nomedi G(£SV%

alfincho^

fi‘àGiesù,equelleVanitàriconofcala diferencia.

A

voichieg«

go

luce,fauore,

&

intcrcellìoacper la gratta.

Domandiamola*

tutti.

PARAGRAFO PRIMO.

V

OcÀtMmefl,é-e. Entriprimieramentein

campo

l’H florii^

e prouicontreragioni,chela

Comedia

è,lapelle della*

vita:perlafuaorimne,perlefue forze.eperlafua reflauratione.

Circal’origine,e iuo principio nel

Romano

Imperio,diceTito Liuio,qualiinquellaforma

.

Neglianni dellafondanonedi

Roma

338.pretefeil

Demo*

niod'introdurre in quellaRepublicaiGiuochifcenici,che nati in Egitto s'eranodiftefipertuttalaGrecia;e perbuona pane delP Italia,

nondimeno

trouandorelìftenza ('nell’accorgimento,enei rigor de*Cenfori,inimici dileggierezza,chefccel'Aftuto ? Si valle dellamegliooccalìone del

mondo

Eratrauagliata

Romi dà

vnalunga,e tcrnbil peftilenza, controlaqualenon giouando nèia medicina,nèleluperftitioni,conlapcitinacia del

malo,

accefeglianimi di ricorrere a gl’idoli.

Onde

va giorno,

nd

più bel de’Sacrifitij,s'vdì vn'occultavoce.

N0H*ff^ttéj]ferndcMHrtmeii$,finchenemnmmettejrete

et

I HiitTÌ»HÌdèTafent$di

Riceuutaconvenerationelarifpofta,fàcilmentefipuòintendere con cheapplaufodoucRcelTcreammeflalanouità foreftiera,ca-

^ionizzata dall'OracoIo> nella qualefolamcntelllmauano appog.

giatoilrimedio. Qui,,

1

(12)

^

Giunfcroimcdc/?miHiflrioni,oftcntarono Icrcrfcncloro incantarococo’ loro anifìciilpopolo:

fiplacòlapelle / Si-

gnorino.

Nee umem

Itiderum

primmm

initium,pr$cttrMHtUs Rtlìgittiibus dutcerp»r*m»rbisUu4mit,

Con-

fcflàT.Liuio.

^

Ecco

qui

come

la

Comedia

,olirealUTciar gli

Animi

inquie-

i»come

eran prima, iu pafloa’corpi,e tratrcniir.emo dellape-

ne

,

pcr^e

già crefeiura>lefuguida,e precurfora .Sia carico di V7iul;o Capitolinoil prouarlo,

- SoggiogandoleProuinciedX)rientel’ImperaforL.

ycro,huomo

da vncantocoli vilc,chclelegioni dc’luoi più bra-

m

Soldatierano meflein

Canzone

da* Ciocolatori, c dalle

Com-

pagnie deRecitanti^ daH'aicro tanto auucnturato,che,pur

come

il iuovalorefclo mcritafle,fe gliarrcndeuanoiRegniinteri

.

Arriuòà Babillonia Cittàben munita,c forte,chefcli

oppo-

fe: Taffedió,lafaccheggiòfenzaperdonareà Sacro,nè à Profe-

no .\nSoIdato

fralialtrifeneentraauaramentenel

Tempio

d’- Apollo,cerca,riconofee,e trpuavnacaflcttiuad’orobenferra- ta,la

rompe,

conpenfierodi trouaruiqualchericca gioia,màii Teforofuvnfiatod’Ariatanto corrotta,cheinvn

momento

ve- cifeilSoldato, appellòtuttalaCittà,&in

vn

fubitotutta la

Cam-

pagna,e tutta l’Afia*

Enota

l'Autore,che douunquepallàuaw, rimperatoreconlcfuc

Compagnie

diComcdianti«cltomarfcne à cafa,pertutto lafciauailuoghiappellati,à fegnod'introdurre l^elTo contagiofindentro

Roma

.

Hauctevillo l’Afia, egranpartedcU'Europa, medianteIcj

C omedic

,clfernella fuamaggior grandezza confegnataallapc- fte ?Vedete boratuttal’Europa,•cgranparte dcH’Afirica,mer- cèdellafua rcllaurationc,melTeà hi difpada

.

.Haueua

il

Gran

CollantinodifcacctatoogniSpettacolo dal

mondo

,

come

anchefaitohaueuanoalcunialtrifuoi fuccef<

fonChrilliani.

Nondimeno

ellendochedel piacere gullatovna

volu

, rcjftifcmprenelcuore

vn

ccr toprucito,

non

quietaronole

Prouincic,nnehe

non

ottennerodall’Imperatore

Honorio

ladc-

^ta

licetu|,fottQ feufa,che cpn quello rimedioterrebbe inpa- pe

l'impq^o^Hebbcro

la grafia,fi

rc^uraconiTheani

tornar.

V‘. II.roqa.

(13)

rPn©ipublicifoIIa2ì:I,&ilfucccflofò,chrrclmn^^rororPruo-' rediefft,

Roma,

Italia.Francia,Spagna, ebuona parteddl'Ai- frìci,cederonoallaviolenza de*Goti,VifeotijORrogoti»

Vandali,Etoli, eLongobardi.

La

quale inondatìonediBarba-^~ ra gente, dice Saluiano, e loconférmaBaronio,eflereftato cui- dente gaftigo del Ciclo,chevolle,che ne medefimi Giuochi Thcatfalifacefléro deglifteflìl’efpericnza

.

Oh'coroepertempo eranopreuenuti quellidifallri,Illomrao Sacerdote

Romano (come

riferifeeS.Agollino)bora andana denegandoilfarPalchi agliHiftrioniforcftieri.HoraiiTribu- nodellaPlebe, Caio Gracco, roninandoinvnanotte tuttiigra-, di intornoallaleena.Giàil vincitor di Nuroantia Scipione,di cui parla Valerio, ottenne dalSenatofmantella.ilTheatro,chc fifàccua.LafeioinTertullianoilgalHgodidue Donne, chepCT cHercHatead vna

Comedia

,entrò addollbinvna

vn Demonio

così fiero,chedaruttigliEforcifinilì difendeua,dicendo. Io fio nellamiacala,c v’entrai,

quand'ella llaua nella mia.All'aD ta apparilamedefimanottevnafpauenteuolFantafma,con vna fintaveliedamorto, ilperchelimorìnel quintogiornoLalcio ìnTrebellioPoUionelamortedell’ImperatorGa'lieno peropera diMartiano,ediEracliano, foiamentepercheTlmperio nonli pcrdelletrà gii oti)delTheatro,fauorìtoda quelnulPrincipe', l^fcioinSurtoniolarouina delTauolatodilidcne,che ceden-

do

algran pelo della gente,lidifciolfecon mortediventimila^

perlone,&agg!UgncTacito, cheframorti, ellorpiati, furono circa cinquanta mila.LafeioinSan Gregorio Miceno JaTrage- diadiNeocefareadiPonto,nel qualCuiifeo affogandoli per la calcalagente,

domandarono

congridaalCiclo di nliatare

vnJ

poco.*ilfruttodelleloro preghiere fùvnacrudcliflimapclle.che glilalciòcontuni della prouinciaaffaibeneallargati, echiarx.

Vtc4tMth€ftmomtntimi J)eftrn£it9.

Mal

Bubonc,emalaPel̫a

èlaComódia. ' >

».«I

Siu.;

ARJGlt A FO SECO

ìt

S Ol

H

OraciprouinoiFilofofi|idanni de’ collumirad 'tacciano i Gaeci^^iLatini;parlivikBafbaro,vn

Goto

coniaidee fo^

L

della naturai Filofofia. Erafi

(14)

.\

Era(ì

Teododo eon

lefue<Anpi loifNulromto ffeUTmpcrio R'‘mano,con roccaitonegìà datadellarcdauratiooedegli Spct> -

tacoU:edcome,conofcend9,griHCQnuenicatiloro,gliharcb*

bc

prohibiti••volendo,:chc.leProuinciefireggeflcrofcnz'cifi;

con

tutto ciòogni cofairtlertg^Cicviglictti

con

mille intcrcef, fiooial

nuouo Rè

.‘Ondeegli anìroirato ditalpazzia,

&

arrefoi*

freghi,vicondefeendè,

mi veggendo

,chelafua repurationo’

correuarifico

con

leperfonefc

nut^dà

latisfattione à

FauRo con yna

lettera, riferita

da

Caifiodoro fuo gran domeftico,quali

cai

; fimigliantiparole.

Son

giiioformafo,checolàfiaqueftopaflàtempo.

Vqp

Spet- tacolo,che sbaodifeelagrauitàdc’coftumi,

yna

occafionlc«». ' gicriifimadicontefe,chelafciailcuorevoto d'honellà,&c.

Cm

, tuttoquello

d hò da

pallàrc,non gii di

buona

voglia,

mi

forza- toda’Popoli,che

amano

piùil-

tempo

perlecole leggieri,che .perlegraui,edigranprpfi^p«, Pocbifiimifon.benquelli, chearriuinoalleragioni,epochiflimigullanodellabuona,

o

l^obabileintentione.lVti l’inuentioni

da

fcacciar penfieri.òque- lle sich'hannodimoitifeguad,iquali fogliondire,chetutto quello,che

hi

fembiantedi diletto,è alcafo perapplicarli alla

^lidti

diquellavitt. .

Oh come

fenataineiite parlaqueftoPrincipe.

B

benché

non

parliin fyecie de*Comedianti,

mi

dicanerediCaualli,contut-

todò

faril’argomentopiùconcludente, fcquello.chcè

meno

.attoa cagionar danno, ècenliirato

come

colaflannof^: fole toq- clwròleprimeparóle,cheC-daranno vn'ek gante.ii'initionc

da

glielTetti.Sapetevoi quello, ch’èlaX^omedia,equalTitololia

buono

perlafacciata delTheatro/ Eccolo.

SptRdeulumexfeatmsnMif^mtstmères

,inHUdmsJeuilkmdf

Treeifctti.Ilprimo sbandirla grautti,elamaturitide*CoJ>

Rumi. Se

è Filofofii naturale,che l’animodi.chia/colta,col drciuto delleparole,cdelle ragioni,riceiù infcfenza auuedcfr iene à

poco

i

poco

la

medefima

temperatura,

humore

,c cond|- tione di colui,cheè afcoltato,efcl'vdirnoftroè coTse vnaval^

.,le,che rimandailgrido,

formando

rEcconcl mpdclinootuono,e

luonodclU

voce, ch'iuiragionaledall’altrapa^e fciMiniUridi

. jii,...

1

(15)

Aliena van'r^ ffctìb'^anWWfti.quantotlh fcan- daloti,&invna>aroIaInfimi,efordidiffim»fecondo»iTjraqucl.

lo jQuai difcepolivcrrannaadanunacftrarein tr^

o

quattroho»

fAdiIcttiohc vditacontanto applaufoi

Lo

diccTullio,

chccod

cànt’ofcbTobrijchiimaCatilina,

ctmtrM* de

ftufcàtMftCome.

iiàMÌ.•

Lo

diceLsttitìo,affermando,che Diogene

Onico

difi- nifcclc

Comediecon

molto honorede' fuoi partial!;Jtf^/»^/«:

mummiràcitld. Gtanmarauigliadegli fciocchi.

Lo

dicein torioCaigula,

chcammazaaua

iSenatori ,cCaualien»P‘

eranoamicidc’Comcdiand. _

11

iuCT\èòi1fi^GCìbÀhtS0fi>héd»U^im^

Io éiccbmf.tliiE'WoncautWtidiillaCdmtOiam>ulation

dKoi^

bwnarfareteforfc iòdi fnageior h

am

retewm'ftimc gate?

Ode

ftosi:Chi

rap>^

iC oniedianu/Ccmecontraftnnoilgarbo^Uapctfooa.il vago della «»l^ritcria?La‘braifima*deIvalore?Et 3 menardelle

mam

conIt^a-lteilaie.tcon|»ericolo^dla^vlta per leggienfsimc ca- EÌoni ?

"

rito,

come

tStipiangcne^'it^

W

W^diquefti^enfI

mbiaw

di

fcrrnsfaddWta&gmtiWlle'foti-

mote

,erecafede,efinne*

ri'édia,Artel’citerfa»che latò»A«ft^lWtrfÌ«'avoto

delpt^

ilrfobalfamòd<ll’hóhefli}rftf»a1àftlrfri?eW^« vna’g'occtola.

ittfulfétmi>idi*»>vs.>IhqueflevflVehàbbtótno'vedutal>bofltfita millevoltcantriata.eftmpfecómiiioira.

,

„ ^

Quel ibeiepuefilafcCràinlatino perhonordelle

Donne.

Multémm

ihifémMftrijt,tnàltM inde

(hmtm

imfvdit*»flirt s

àmhziirediereitkfiieriitèmnilld. Etèilmedcfimo,chedil- fcCirrianoi

AdilmiÉm

dìfciti,r,dim^idetir

,

nrentiefivcdc fappTcftniatonc'gftidifeompofti.

EtUneànéBleidvhtifi-

éheiiit«rtléthn,iU'qitfidieéfirt4

jreidSftadcKÌimM

ii4prpcf/riTnt,yénfrtitirin,ftidied.

E

perche nonfiattnbuifca-

qui-fiiefttiidlladebolezzadeIfeflò,ve*tequel.eher.e tocca

^glihuomin».Parli p?reIperlMia Seneca contuttalagwuita io circoófpcuionediEiioiofb.

(16)

-

Non

cièco(a(4iccegli) uafv te l'an Jarc agliSpettacoliìperciòeh?all*|>ora,

meauntc

ilpi;i*

cere,

apoco

a piVro^fottcnnatM^pii^faciltncntetìvitijnciranimo;

viconfdlb,ch’io inene toroQ à<;?l4più ».più fupet|jQ,

v

•piùluAtirtofo.. ,

4.

W

.. .1.

dirammi alcuno. Padreinqucfti|po,ghuon<^ rojeom^

muouo

niente:

Come

è polsibile?Sentiuanonel defertogliHila- rioni,iGicolami, iBenedetti^ ripo^fiAi wpitne^crmùnella folitudine,nella

Medi

,dauantialSantifsitnoSacramento,

Au-

tore della Purità,sentitequjdche nbelhqneimcriorjer.ef vi moucreteniente,

doue

ftà (^pcopdo TqrtuUiano)i^sacr

jiow Vene

re? Niente, doue comnnc'pep^.ii mpjprcfeqt^nparviuo tantiamorolì ùigavii corti^gianicnu cicerchc,.,y^li^ttù meflaggierìtc queàehe leguc?doiue s’attaccanoal

wpr^

,;col <lol- cedclloftUe.econkconlonaiw.a.<j^ly«;thWfncrpz^e,RapÌpn|, clufìnghe d’innamorati/

doue

pr^fegtanpauantia gli

oedu^

abbcllimemi,ricci, lifó, affimi,

à

vi^arofidolamclcolanzas diVenere,edi

Cupido

/

doue

feinincttcvane,cheaintf\^if rate folamenteà porgerdilettoconlepatrie

nfon

lavoce,cq* cennv co’gefti,co*paffi»ecoBiuttiiraepiÌ>ft ^.ejfcnfilorQ^jfonoarnif belliT&allettamenti della fcnfualità?Doibe,anv^orchcilfuggetr- lofiala vita diqualche Santo,gli Attori,c l’Amici,griotcrmc- di,le Galanterie,leMufiche,dejBalli,fon quintactTenza d. la- ifeiuià?

Doue

l’attention delvolgo, e P^pplaulbdelle gentigra- uia£Rcuranodal perìcoloi fojlicuaooilcuore. Se a forza dicareze

'2C,cdiregali Iofoitomettonoalvanpiacere ?Doue,

quando

tu- telefudcuccofemanca(fi.ro,la fola noih’a ardente, c teneracon»

ditione,fcrae iPala^edi-«pronealdcfìderio per-prccipiurfìì Auuertite',chefi

come

quei,chevfopoil inoft hro,

non

lofcp- tono,£osi

voinon

fomiteilpuzzo,«;h5bauetc nel cuote. quan-

do

purfia,che prcfentc.poofia|t?piolfftatjda cpfx akutvi,

me-

dianteIfoccupatioo de'fc-nfi;«hefaràpoi,

quando

ritiratiin folitudine,

&

inolio, vififolKueràilfanguc,e piglierannocon- tro di voil’armequelleimmagini,chevifilanciarononella

me-

moria/*

Con

tuttociò,

quando

nè Iforp,i>èpoi couofciaic

,-pericolodiparircofaveintia,.cheinidirete

dfl»^no)ò»

del- -lafigliuola,dclfcruo,ddUt!»nvij:9b«Ùfi.ày

9

.?fa requi(]uppe^

V

ÌB a col

(17)

Tl

,

vbflro cfcnòpiò\vawi(>;

come

vccellettialbeueràtoio,ecafca-

no

nelleretii

Che

delleCameriere*chereftan foleincafa,etut*

talaferaficure,die nonvi tornerete,fenonali aul bora,elar- dateà diferetionloro cipoftc« a guifadiNauedifarmauaiprimo Corfale,chel’incontri fEt/MiuitrhtHtfi/uit•

Honum

tìms

De*

VelenodeVroftumi; <

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5 1 *

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R A G M A F 0 T B R Z

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M

I

sbrigando da*Filófoli,'emenepaflfo a*lurifperid;

conqdelìa

c^one,

cónchePlatone,egualeinquefte

due

Proteffionr, fònecematb àprohibire in quella età primieraogni forte di riaeationepotò'dcCeote.>qMiì’Consi ftAteparole ^

u

'

'Quello male viferpendo ipocoipocò, fetsa chealni lo fen»

ta,eper via digalantenatcomcei

non

faceflealcun

danno*

Quel checiafeunoitiiracon guHo,quellòs’apprende, quello s’ab- braccia,

àqudlo

laNaturainchinaidt<it-vitioinvn fubitodapo- chi trapana infi^ltbilméntè'in molti,&^tta &atsaiafchecatolìi^

erottiilimitidJ^rìt^iparticuiarì;inoeflilceie Lcjggr,

eleRe^

publicheafegnotirporre lecólepaetioidan ve.leconrini

tefottolòpra. illobr-ijm;:jì.'

jf

La

pauradiqaeftó incomiéniente CbftrlntóiSanti^L?gi$latori preueoirloCon Leggiciuili,eeanónichè’,onde con qudle(a>

glundo

ilfiore,

&

tlfrutto,ecOhl’altresbarbandolaradice di quefiapianta,lacòndannàronoalfuoco.VorrJflivedcrqual-

eheLegge

Romana?

'

11Senatofi.eevn* Editto,

dicnè

dentrodi

Roma,

nè millo palli ald’intorno, fiafcoltallcro à federele

Comedic, ma^

rittiinpiede;perche

(come

diceAppiano)

non

s'auiiczaafTero

allemorbidezzede* Greci. Vn*altro EdittoriferifeeAlclTandro, conchei Comedianti furono fempreinfirmi..Tiber

b

fece vna.,

•Legge, fecondo

Ta

ito,chenelTunSenatorecntralTcincafalo- ro;che nelTun Caualiereliponeflc loroi lato, negli guaidallè^

maifuoridelThearro. Claudio,diceilmedefimo Tacito,ordi-

,chefirafficnalfelalicenza delPopoloncll’afcoltargli.

Do-

minano, che nonrapprefenulTeroinpublieo.Onauiano, che niuoa

Donna

y’imcrucmlTe*Tbeodófio, c Valcodauo,chepo-

tcllc

i,._

t

(18)

teflfc cfTcrrqwdiataquella,che fenza licenza^I Maritoglilea«

tiiTe.*

come

intrniennemolto primaallaMogliediSempronio

So*

fo»fecondo ValerioMaflimo;eciò

non

baftando«btfognòche TiberioglifcacciaflèdiRoma.*ilqual

Deaero

chiamato

da^

Baronio

degno dVn

Principe Chriftiano.

Furono

richiamati

da

Caligula»

huomo,

chefolatnenteB vantauad’eiTere feoftu*

maro. E

dinnouoli sbandìilnoftroSpagniolTraiano «del qual fattoè lodato

da

Plinio

Secondo

.

Mà vediamo

borale

Comedie

fuoridi

Roma

.Platonetotal*

'

mente

leprohibifee nellafuaRepublica.11sauioTribunaledegli Areopagiti imcramentelecondanna).1

Lacedemoni non

vollero

mai

aprir loro la porta

,

pernon

ifpalancarla,

come

dice Valerio»

allaLufTuria.IMafilienfiperlamedefìma ragione fonlodatidal

medefìmo

Autore.GliHebreiletennero percoligrandifordi-

oe

>che facendo

Haode

£d>ricarevn Theatroin Ieiwalem.afrer-

ma

Giofeppe» chefelicongiurarono controdiccivalorofìPerfo- naggi« iquali elTendopoi ^feoperti;»diederocolvalor la vita;e dietro di loromoltealtre famiglie

,

pa non veda macebiau

la

' Republicaloro*

Che

dirò iodelle fantiflìmeLeggiIdeilaChiefa?

Oheome

sbarbanodalle radiciquella zrzania,fieauanti all'accettarci

pa

figliuolifiquellopatto

con

eflbnoi.

Che

cofa ciè

domandato

oel.Battefimof Renunti; tùalDianolo«deall'opaefuef

Che

cofa rifpondiamonoi/*Abrenuntio. HauiamorinuntiatOtela*

feiatoandarele

pompe

del

Demonio»

gliSpettacoli»ele

Come*

.die.Quello

nome

èdatolorodaChrifollorao;e viaggiugneSat- inano,che permaggiorefplicationc diquellaparola,laforma.*

f

antica

aa

cosi.lorenuntioalDiauolo.JIilePompe.àgliSpa' .facoli,&aIl'Opi.rcfue.

£

benriconofceelfa quellolofpirito dellaCiucia:poichéconlapropordooe,c6cbe acfceualanoflra

Fede

»andauano feemandoquelleinganneuolifciocchcrie»e*ca- dcuanoiTheatri; e

palo

mcnoiChrillianifen'allontanauano tanto»cheidentiliftimaronoquefteritiratczzefchizzinofeaew anze» cfinteroodell!e»palequali Tertulliano fcriucilTrattato degliSpctucoli>

come

tieneBarooio

.

Coli vedrete,chenel feftoSinodo Generale vienedeltutto prohibicala villadeUe

Comcdicfimza

eccctdoDCdilaici,

ò

di Ecclc-

(19)

*4

Ecclcfiaftici.AIqtiaiCanonepar,chealtudelTeilterzoConcilio Canagincfe,dandoper ^abilito,ch'àmedelìmiLaicieranopro<

bibiti gliSpettacoli.

£ 5

.

Agollmo

ira levere condjtioni.chepo- nedel vcroR(iiiten;e,neallcgna vna, cioè,chefiritiridalle

Co- nw

die,cdagliSpettacoli.Cthibeàtfeà Lmdis,tirr SfttucMlia aafnhfquiptrftììdmvtilt (tnfetjMt grMtiéiitremijJituit,

Che

bi«

fo^noCIlaria d'altriCanoni.fé noiroanteneflimolaprofeffione giàfattanelbattefimoèMàncltnedcfimo tempo, chelacari- tàmancaua,gerroogUauailvitio,c pullulauanole

Comcd

ic,on- deAlforza,chelaChiefavegliaflfeconiConcili) generali,e par- ticolariper gaftigarle.Ilchehàfattocontantacura,chea pena hàlafciatoramodicircóflanzadatagliare;hàcirconcifoìRap-/

prdentanti,gliVditori,imodi,iluoghi,Seitempi.Scorrerò pertuuo.

CirconcideiRapprefentandinmoltemaniere,bora negando lorola

Comunione

:ilConcilioArelatenfci.cap.5.&ilfecon-

do

cap.ao.EtilSinodoAuguAenfecap. ip.horainhabilitan- dolipergliOrdinifacci »

come

prouanoconTautorità de’Tedi ,

jiraiolo,

Tr

'io,

&

altri;bora ponendoliilbauaglio, cioèil contrafegno delllnfàmità>cap. Marit.dift.

3 3.Taglia poidagli Vditorituttolo ftato EcclcfialLco, vietandolorola

Comedian

;

come

laptohibifeeilConcilioAgatcnfecap. 39.Aquifgranen*

fecap>83.Cauilooenfecap. p.Colonicnfcpar.a.cap. 25.

Nan-

natcnfecap.io.Canagincfe3.cap.ii.Foroiulienfe cap.0.Hit- deshcimenfe,Laodicenocap.54.Lateranenfecap.i5 M.lanefe i.cap.de Armis. Sennoneniecap.2 5, laConflitutione Ratifpo- nenfe, ilSinodo

Magmi

tino cap. 64.il^.Generai.Can.24.

&

il

7.General Can.22.

&

aggiugneil

Laodxeno

alcap. 34.chefe perfonein alcun feftino,

ó

banchetto,vidouefferelTcrdique-

*ftipa(Tatcmpi>fene vadanogliEcclcfiaftici,cglilafcianoRare del tutto.

Quantoal

modo

trouo,cbeilfedo Sinodo Generale comanda, chele

Donne

nonballinoinpublico,cche

l'Huomo

nonfivelia da

Donna

,nòia

Donna

da

Huomo

;SeilMilanefei,chenonfi faccinivtafebetecóhabitLRdigiofi,nèche

b

fomiglino. Etilme- defimo ConcilioprohibifceonninamenteleRapprefenutioni de'Martiri,erAttioni,evitede’ Santi,pcrlofcandalo,chedì liocpuófeguiie.

~

(20)

»5 »

Quanto

a*luoghi.I!Colonienfecomanda.che

non H

rappre*

fcntjnoin Monafteridi

Monache

.ancorchéfieno dicofe/acre»

c dmote.lifiafiiienic»neinCtuefa»nèinCimiteri»neinaltri

luoghi£acrad. '

(^anto

altempo.IlCartaginefe

5.comanda

fono penadi/co*

m

unica,cheigiorni delle

Fede non

filafcinolefolcnniadunane

ze

delleChicle perlav.fiadelìheatro.L'Afhcano»chefi do>

mandi

a* Prìncipidinoti».e pij,chenelle

Domeniche

»«tic

gU

alr trigiorni/efii ui

non

fiiàccinoComcdir.il qual Conciliofu l'an^

11043 2.C

dueadnido^Tl

nofiroSpagnol Jbeodofio

promulgò

la

Legge

chiefiada’Padri:

&

>ii

Concilo

i.Miianefe.cclebrato dalS.Cardinale B3iToineo»

non

ficontentadi

domandar,

Co«

me

fifuolc,

caricapiò la

maro

,dicendo

.

Giudichiamo douetfiatrmcnireiPrincipi,

&

iMagiflrati.cht difcaccinoda* confini deglifiatilorotuttiiCómedianti,iJi/imi»

&

ognialtro Ciarlatano,etutta laturba{difimilgenteperduta.)

e

gafiighino congrauipenegliHofti,chegliraccetuno.

,, Partediquefioeraquello.dicheiofiipplicaiiSignoridclgo*

«terno»che poiché hoggieraildìdi

Capo d'Aimo

nuouo,c di Giubileo,e di tantafiequenzadi Comunione,haueficropiohi*

bitole

Comedie

,cetrefifecel’anno pafiàtOy efifacialcun’lanno inZaragoza^ Et ancora,direBarònio,cheintalgiornoantica-

mente

laChiefa,per opporfialle fettede’Gcntili, vsòdigiunare, dirleLetanie,elafciòrABcluiai

Male

ben

non mi

èfiato fatto fimilfauore,

non

ècolpadiquefiiSignori,che

nehaueuanopiù

dtfidi!io dime.*io

nchò

lacolpa,chenonhòfzitoJ'infianza»

Cene

quefiiCc-ncilijtr.i

comandauano

. Però

mi

fermo qui

.

t A RAGRAFO A R T

O,

G

IA'conofio, chemi'fiateafpcttandoalpafiòpiù firetcodi

'prouarcon

buona T

hcolngia,chela

Comedia

èlamoite deliagrafia ich^l'ificfib,cheilinchinarla perpeteatograue^

Certo

iocemo

à diruiquefio»perchealcunil'harannopermale^.

Però caldamenteVipregoi

non

far capitaledellemieparole,

mi

diquelio.chela

buona

Thoologia con- Auedri,ecagioni vinix>>

-fircri.

Exutndict^ì

che qucfiaitegolagcnbcalenoopatifca oc-

L

* '- Il *.‘11 i ^ccttxo^-

(21)

cettione,

ma

confultardeecon perfonedifaenza>e di cofclen- za»enonfidardelle proprie pafTioni

.

Se

andretecontalriguardo>che

non

corriatepericolo,nèdi confcntimento.nè dimorofa compiacenza, nèdiautenticareil

vino,ncdidareagli altrigiufto fcandalo.nèdimancarperque- fioalleproprie obligationi, io

non

condannoin voi quellaCo*

media;

chel'comunemente parlando)ilfarla,l’vdirla,ilper>

metterla(come hoggidiordinariamentesVfainSpagna )fiacoU

E

agraue;quello è quel,ch'iotemodi dire.Quelloe quei,che ibuonaTheologiamlnfegna. Equaotoagli Autori(prroon^

m'allungare)addurrò folamentequellid*vna Religione(poiché m'auanzerà d’vnafola)e

non

quellidellaCompagnia;ptrcht,*

non me

lialleghiateàfofpato;e sol quattro dellaReligionedel S*Dottor Agoft. vnode'qutdièilP. AlfbnfodeiVendozza, che -nella quellionefQiolibetica, par,cheaccreditile

Comedic

d’«

boggi,

comequelk

delfix>tempo,ch'erano piùmoderare<

E

perciò àqucftogtauiflimoAutoreiodaròilprimo luogodelmio patrocinio,conleproprie parole del lo.oucdice coli.

^

Quando

iComedjanticantan Ariette disbonclle, e perquanto

inloro,atteàfuegliardelìderij,c

mouimend

fenfuali,òqiun*

do

diconparole diqueftaforte,

ò

fimnoActi,òGefddifomiglian-

d

viltà,c balTezze» e certo,che peccano mortalmente, ancorché intalcola

non

babbino verunfincattiuo.

E

dipoifoggiuoge>

.

Che

peccano mortalmentequelli,chelepermettono,potendo prohibirle;coliquelli,chelemirano,leconla vifra,e conla.,

pn

lenza lorolelauorifeono,

ò

cooperano,òficompiacciono

,

ò

fielpongonoàprobabil pericolodi peccare.

Hoc

veggano,fe quifideferiuonogliSpettacolidiquefd tempi

.

Ilfecondo AutoreèilP.MaellroFra Gio.*GonzalesdeCri- lana nella terza parte del Aio Conofeflionario,oue con Autori moderni,egagiiarde ragioni,eprefenti efperienzeconclude, chele

Comedie

dlioggidiperlopiùfon peccato mortale in chi le rapprefenta,leafcola*leapproua,e vi acconlcnte,potendo ritnediarui,ò eflendo probabile,che mediantelaAiacorretnone

non

faràn peggiori:elodailparaedel F.MaellroFraAntonio

d’Ars, Reiigiofo

Domenica

no, cheilcongiunger,òapplicarci Theatrì allo spedale,c fcniirfidi quello«chelenccaua,inbeni- fiziode’pouai,eyDa'fpcuedifaailcgio. 11

(22)

1

17 IITerzo Autoreèi!P.Mieft.o

Fa

LuigidiLitwc,gloria,c splendoredel prcféarcSecolo, ilquale loprailquinto Capitolo

ad

Galatas,dice cosi

.

.

SeSan

Paolodice,chelecartinepratiche

corrompono

ibuoni coftumi, quantopiù gli Spettacoli lafciui«fattida

Donne

per fc ftdkc lafciue, nel parlar varte,nelportamento,c nelguardosfac- ciate

iamo

,che

non

folamcntequel«checirapprefentano,ccl’im.

primorionellSTdito,

ma

conatuoni,egetti,celoportano auan- iragliocchi»e ferrano nell'an inno.

£però

fenzadubbiofidee

^ndir

dalpopol Chriftiano queltufo»che dacertianniin

qui

pemic'ofamcntes'è introdotio,perche totalmenteèindegno del

nome

Chriftiano,

E

quellicheloptotegano»

come

dice,che vi tteno alcuni ReligiofiiCgente di grauità(fcgentegrauc può, do’ouarlìincosi iofamcpatrocinio)fe Iofanno,è,perchefifo-

no

feordari di lormedefimi,e nc daran conto à

Do

.

Il

C^rto

AutoreéilP.Macftro Fra

Diego

deTappiarella^

ierza'parte,Je parole delqualetralafcio.

La fomma

è*cheleCo-r

medie

di qucftitempi fon peccalo

morule

fìtte, ;vdite, cpel*

mclTei ’l

-

Mi

fenon

badano

gliAutori, vaglianoleRagioni,e fiala^

primala fegurnte. < '

j

,Quei paftàtempifonmortali,laruinatura,

ben

confiderai le drcóftanzc,portaprobabilepericolo digr.me colpa;Quelli del- le

Comedie comunemente

l’arrccano;dunque

com

incmcntt

f^

no

mortali.Ilpericolocpiù.chcprobabilc.cucptrordinario queijchcfirappreftma, fono

Amori

dshoncfti,òvendette{quel,

dic con

vocieffeminateficanta,leggeiezze;quelchefiballai»

«ÉicciaUBginiileparole,l'atrioni.Igeili,gliaffati, el'vlcirdi quegliinfcena,comeditantiZerbini,e di quelle,

come

ditante Ninfe,èvnaiveralafirhiia.| Ipiù degli Alcoieanti poifono gente

giouaned’aà,

c deboledileffo,fimiliad vnvetro fragile;e tuttoilTheatro è vuaicuola d'incontinciua,

&

vnafornace di Babilonia.

Se

Santol!id(yroprohibifcea*Chriftianila Ictiioue de*librifàuolofi,pcrche

fu^luno

incendilafciuinicuore,quan- to maggiorigliaccenderàil

vedac

alviuoqucfti allctiamenu

,

animati con Pcnergiadellavoce,edelle attioni naturali / '

Se

ilvedercin paffandoallasiùggitaIcIptnlicraumcnte vna

C Don-

i

I

(23)

Donn»bCT

compofta,diceS.Nilo Abate, cheècofapiìrpctico- lola divTiafuriofaproceUa^ dallaquale,finalmente l'araordeU;

la falutc ci fafuggire;

ma

daquefiaviftailprimomale,chefirat*

co«lie,l lo dimenticarti dciiapropriaviu,chefaràiluattcntr.

fi ilcibarfi di ftmilioggettiCninuztandoadìarteconglido#

chitutte le fattiooi »igcftè,lìandarc, ilportamentodiquelle

,

^

fonoegualialle

Donne

dipartJto, pernondir peggiori,

^

sTife

chiodrtalmtnrc nell'anitqovn detto lafciuo,ancorthes aicoitt fenra badaruixhcfarà c^?etodo inverfi

A

fhle elegante,

&ad<»

no

,accompagnato davrei dtShene,chC'fecondoLattanti^

àòto

dilettano,checitrasformanofSefarelationefcmplia,.^

piena d'vnamorofo inganno, èdifuanamracotantoinetmiu»»

cheaico-chefiadimatcriadiconfeffioae.edi dolore, configliay noiMaeftrispirimali, ch’ellafilàccifenr* tante circófianzciche faràilmetterliquicumenteà federe, permirareAdulteri;,disho^

neftadi efpn.fl'cne’ balli,chiamati perciòda GiuuenaJe,edial- triAutori imiramenri ,eprcrudij ,

&

rimedidiVenerei

^finaU

metueilfiiocodi

vn

catduodcfidcrio

hi

bifognodicosìpoco pcrmantenerfi eIcuarlafiamma, che benchéinmezzoall'acaim#

&

allencuideli’orarione^ e della penitenza ,coirdificultàfiIpc- gne.chefarà nelfornodelTheatro.douecomcdiceTertulliano^}

quel curi >lbtrattcnimeino-dihuomini,cdi

Donne

,quell<hag- gratiarfi,applaudcndofiIVnl'altro,e fprezrarfi^Mtfieme ,tntto

è

fcffiar vnitinelfuoco,

&

eccitarfauille,e carboni dibruttezze^^

'

Hora

ferria miodifeorrolafecondaragionei . *i .•

Le

Comediecondannateda' Padri amichieranofenzadubbio-

comunemée

p.

o

stograue;comcfiraccoglie dalle loMJ.fcomtb nichc inuetrue.Scriflcro-controdiloro,

&

,in.particolare*

tcontitolo fpirituilerNilo Abate vndilcorfoiovnaOraticMiO

Opriano

vn’altroinvnaEpiftola,

&

vntratu to

deg

Itópptmcò*

li:Lattanlio

vn

buoncapitolo: Ambrólioittrifemonr mteroiriàcs lafioPapa

vnaLmtraal

Senato

Romano

:Saluuxwil'Jibrodt»

Prouidmtia;Tei tullianoiltrattatodeSpcólaculis

Agolbno

granpartedeSermónifChrifoftómoHotnt]iciniere,j Scaztu>

^Idalcri, che ad ognitrattolecondannarono. ' ; Quì'le BoftreCoraedic nonfon miglioridiquelle;dunque fon

pccwio

grauc,

Come

q^til^.

Che non

fieno migliori,loproua

i

j

i

I 4

i

1

h

(24)

^ottantriwè

Don Dtégo

di Cufmaii.Pafrìarc* -deHeIndie,nel- lavita dellaRegina

Donna

Margheritajclaragione mi par chiara,pcrcbe qtiello.chcairhoraviriprcndeuano^iPadri*

^

quello^he breuementetocc a Chriioftooio

.

Rifadi/compoRe.

Pómpe

ricl

Demonio-

Perditaditeinpo^

Meditarioni d’Adultrni. Dottrinadiibmieauone» Maceriadi (chcrni,&elcmpiodil^ttczze. ' > <

Riprendeuano principalmenteiviluppiamoroiìne* fuggetri^

i.moti,6cdetti'ainftboiogici nelle parole, ifoccordilalciuia.»

ne’ gefti .gliaffeni,eievanità nel recitare,lecompiacenze,

Su

catticideimerineglieditori.Tuttoqucftqhoggidìlìritrouain quefte^e

davamaggio^

Quelcanonizarilloldo.cbelìpagaall*

entrare^c-ontitolodiduedanari di limolìna-Queirvfcircon lubitodiKeligiolovnRùtììano.infaroeclc«chidiVituperi.

Quel

rapprelcourlìilcaftiflìmo fponlalìtiodiGiufq>pe,cdi.

Man^

da

duepubliciìnnanaoratt,che fpiranofolamentefctor di luQurioa trameztyardettidi IciocchiconHiilorie di Santi.Qucll’v- dcircosìtardi',chenepatifeela'pace

de gb

huomini.l'bpncfià

<delloDonne,,lavegliadegliRudenti,inegorij publici, eparti- culari:quali

Comedic

degliAntichil'hcbbérgiimai/’Lattantio iFirmia

no

vituperaiCooicdiantidel6io tempo,

per^e

tìfcuii-

•nandola nobiltàd*cirerhuainmi,<conartibeiolìmotti,e veRiti

•ceccauan d’apparir Meretrici.

Che

direbbehoggi,fc vedefle ,

chele

Donne

Comedtanti cercanoilbaule, alcutiieiroèpiùcon*

,ucnicntelaritiratezza,ela

modeRia^

- Pare àS.

ChriloRomo

bruna cola .chela

Comediante

efca.«

fuori Icapigiiata,e lenzaveli;i.hcdiria,fclavcdcirevlcitinhabi-

•to corto,cappello,calacca.ecalzonidanzi»lo tornei,

caduU

ieridiMarte/*

ammetteTcrtulUla IcufadeGcntili,iheUcc- uano feudo condire,chent’lorgiuochioirervaAianojc circóltin*

zc

del luogo, e del tépojcbc dircbbe,fc vcócìl'c.chequcRigiuochi (intranoperleChicle,es’auanzano

m’gioinipù

teftui/* ,

II

mcdebmo

TertuiUano,detriti la nuìitiadi cheper -difcudcr da* Cenforiil fuo Colifco, viedibcófoptail

Tempio

Venere»in

nomedi

cut,e

non

diTbeatro1

q

vollededicate.

Chedirebbe

hoggi,cheioSpedaleèl’appoggiodelTheutro,c

,

ebe

cllluido le iei partideli’valeperlo

vmo,

eialeuixna C>laper

~

C

a laou- -

(25)

19

iamifericordìa.fibatttzxiropcracohmolodilOT^ ^ S.Anodinofivnal^ omeliacaricandola

mano

fopra queiPa- dri,che permettonoa’ figliuolii'andarcà quefte vanità:chete- rebbe,fevedeffeiPadri,cleMadri conduruiifigliuoli,elefi.

cliuolt/TheofiloAleflàndrino prohibifeea*Chriftianiilveder 5appreftntareifotticrudeli diThiefle,i figliuolidiThertó mangiari.cgliadulteridegliDci.

Che

direbbe,fevedeOefimili fchifeaze* attaccate,e polle ifopra quelli,che

vencnamo

per Santi?TieneSaluiano,chefieno alto peggiori leComcdieiaf Chriftiani,chea'Gentili, perchequellecranofattecon opini^

nedibuone,

^

quefte conofoioifcpesdannofe.•'Che direbbe,le vedefle,

come

hoegififrequentano,nonoftantc tante inucttiue de’ Padri, prohibitionidiConcili), egaftighi manifcfti ?Pian- ceCipriano, es'affligge,che vadano untialTheatro,publico efterminio dellaftiodeftiàpublica,^

&

vniuerfiti di laidezze:la cui dottrina è di praticareio fecreto,quatoio publicosèimpara- tojcchcfra leleggi s'infcgni tuttoqucllo,chele leggi conoradi- cono.

Che

dircbfcfcvedclTefucccdcr

omo

quefto,oucpiùfio-i rifee lafacultàdelle leggi.oues'allieuano quelli,chele

hanno

dadare.&interpetrara’Regni/ .

Chiama

Ezechicl quefte fraudi Idoli,

«

inuennonidEgitto; sìperche fonoeffettidell’Idolatria,

come

vienechiaramen- te prouato da'San--.fiancheper l’aumento, nelqualegiornalme^

tes’auanzano.Fnmfymiff: tcmUrumfu0rnmalifcut,

&

inId$lisAtgjptinotilepoUni.

Doue

S.

G

troiemo.peropmfiotutt

\cz^t4hmtndtioì$es,^tldo(M\e%%ii4dtnnentioneiiCftx efl^

inte°ndcla villadelTh. airo,ddCerchio, e dcl-'Anfitheatto.Ol- fenfion d'occhi,cuetantibruttamentedannod'occhio.

Abomi- naoon

div.fta,oueilvederle folamentc èabominatione.Idoli di bruttezze,oueidolatranogliamici del proprio gufto,Iprw-

zando

la

donrma

dtll’Euangilio,

ò

per lo

meno

btlanaandol^

conl'OpcrcdiLope,diPlauto,edrTerentio. InucntiomdE- citto,cheinvtce d’andatfifminuendo,vanno(

come

ilcompi- ei,chedalia Faraone)i>iù crefccndo,

&

aggrauandofi,p«u tiglio,piùfafto,pnigalahoggi,chchieii;dipiufpcfo.cdiph»

elquifitczzailpcrtamento:più v/cinaallimitauone ddialal»

uia ladanza; iaauaicadiOiOtp,di«)nuapunw,c^larolcplut^.

I Fipin»

-J

(26)

/

i!vtrA)|iià corrcpte,<inc]!aco!4o<lflc più pettinata, 4

l^^^onrodato

aU'ylaoj-aH concetti tatopiùpwuocatiùi.quaft.

|t>più ina^hcrati dimodeftia.•irioolgitnenti,egliartifi^ddla.*

|>^Ù4irillaaciiilfoluerinodelliCoqcupifecnaanegliVdito^

ripiùrafjfùiato,cpiù difpoAoàpigliar:fuoco.Poichéfcquelle»

Comedieandchc.cfscndopoqcribartchidi bottegai princtpiamii baueuanfigrand'eccdlid'allettamcnti,,x;heconragioqcinocirf^

nano

nell’iodign^ooc,cCcnfyLcde’P^tdri;chefarao quelli imbanditi

d

'ogni più(uaue mercantiadidolcezza,difapon,c di piccantc/Qtìpftcsi,^be,lot^4oici;ytil/W)ddla grada,

i -b ' . ,r. ,

quantodifèientt fonpinuentioni.c le tnanicre diBetleme^

Sii/

ouenafee,

pù^e,

patifeefreddo,nudità, folitudinc,e

•qoliallo^uel,che vieneà darcitutto-ilbenedei.

Odo

««della*

•Terra,^hrifloGiesù.QuellifichefonoSpettacolidegni del Thpatrodel

Mondo

..d^iùdegli occhidi ciafeunojenonquegli dngannid'Atiticbrillo,che'imbrogliaooiiipopolo. Paragonata .attentamcntei'vno,e l^trocapprelcRtaote.*l*vno,e l'alno paf- iatempo,c vedretechiaramente,quali fatanno.imigliori,

«di

squalidóuctepriuarui:poiché

non

fono piùcompatibili invna -Rcpublica, chefiain

vnTcmpiorArcaddTellamcnto,

eJ*l- {dolodi Uagone. Colàfi:ruonorinuent>ooijd*£giQo,chevuoldi*

.,aeAnguftja:pcrcheàguifa diTragedie,quanto,più nel principio .fi

colmano

di piacere, tanto più nel fine fon ripieni d’affannì.Quà .jGritrouanorinucntionidiBetlcme, chelignificaCala dicolul- jo.c Caladi paneinfieme: che quantopiù. lupeifiuità tagliano, ,ò Icemano,

u

nio piùroba raccolgono,e'meuoooiocafa.

Co|à

.tappro(<?ita

laiCompagniad*^qto<

coj.luo prinpipalAutoreti

<PÒo,tflde*>^it^ijilPijindpe delle

tcn^ej

geme, che vàper|o

^jyiopdoconjrlue aitiZingarelchc,cauandoibei venti,e trenta i.lCMdipgni;dÌ,ftnpithdol'ariadiPcfte,icoftumidiviti),laRe-

upubJ|ca<druine.,l’animedipeccatlila.Cluelà dipcifecutioni .

,

Qui

la Qompagnia.dc'iìctleqiiri,Angioliiityolto.hunianoiva barabi-

•»»v no.

(27)

OD, che

non

ci ^ Ai>rindiscontinua^

Bficnte coirtio{]tfig4Ì4,^còtila(a*>vjta-,leconlaialureidc ogni' bene.Coli tunoèoiftfadV>icchi

,gale# éAtagale#

vae^

>epiò chevanità.Qintuttoèniodé Aià;e lemparanza',e^eciè^tofa

^

•Danzo#è foln^fHncoinodità della vita.

Che

Tronoper vn

Ri

f

\

nPrelepio.

Che

Pontihcal pervn Papa^

pezze,

e

lefafcie.

Che

Ciclo pervnDiò' 9

Vna

StallaCòtifinalmenteì'Aodienza fitrasforma inlóuelto^àcheellabtcta•>inIdoli d'Egitto, in for- Rne,cfimulaCridi iafciuie,ecotnpiacenric6Afentiroenti.‘CK]uando eiònonfia,vifon mal'cfcinpi,eperiomeiMparol«-onofe, tempoi

«danaro maleipclo, Scaltre colpe veniali.

Qu^

reftiamo,

come

diceS.Paolo,IhQircmnfifitnt Cirifli cinfctmltieiim afcofi, de iDcÒiphiiti ÌnjChrifto''dt^l Ibtiè,VclftrìlKi^fiamopiù quello,chenoicrauamo,

non

vani,nondifcompoftt,nonamici di pazzie(

mi

fiamoquello,

chei ChHAò

ipuri,cafti

,

ti./«C/rrjrwMyJiiveC/b'//i.PerchequelcoltdÌo, bC^remhìjff^

aiecorporale, chetaglia à Cbriftovnaparte

dd

fuo Corpestfinp- ua(anguedaeflb^tagl a'ànoialtri

nmoil

fouerchio

ddl'^ima

,'c cidi vn bagno,checilafoiada capoappiedi imporporati nel

^

diCluiAoycco»1rag^delfirònomoincoronandella fui fa^

lutrjddiafua vitk,ddielue'Vlttù,*de^fooi

meri^

dellelue gra- fie,pereficrepoi etcrhamcotedella iua glòria*

'

La’dottrinadiqneAo

Sermone M

operato (freaiaiTal d;fArcn

*ti/econdqladtfercmedìlpofitione degli Afcoltanti. Alcuniban*

noapetfo^li^hiiperchiiKkTliallaviniià,&allc

menzogne

i

akri,fentho,ChefipTohibifeono loro1diporti,forfè (conforme allorcrcdè^ hòncÀilehanprocuratoodione’circol), nel

Con-

figliodella Città peneduili,enelTribunal ficclefiallicoCenia- te,(che tantolehaucua dacoftarc IViTcrconofciuca)contuttociò mercèdelCielo,c de*Buoni,ellaconfoaue patrocinio è foften- tataindenne.Etè obligata perlamaggio)^ parte delfùo benillè- rea Mònfig. Vcfcouo;perche egliiaaa.zzodclcontraftoleiid dato

huorc{&

àmefteOb,ch'era qualilifoliitodichetarndfcfie era tacito di lprezzarla)hidatoanitnod‘àbbiacciarfa.*emi

rincoralo,dicendoquel,chedilfe

Dio

adEfoia cap, 58.t ,C/m-

m4

,ne(effts, ijMMfitiàdtxtUtMvectmìmim:

E

nondir lufinghb,

Icuagli

abufif^XMaMàapipd^^ arm

,d*-Z>#mwì

(28)

%9

- léuohfeecàtétetrum.PcofpCTÌ Ditvoofi

buon

principio di Prtfa»

tira:)quefto^iliTrociTer Viicc

Quifto

..cbe»fecondolavifìòn dell’Apocalidc,

npn

rolanvatcpaflcggilBàironte {copertaìxiu fc|tc:fandellìeri d’oro^rfiBìboloidinoi»che perofficiodùnnluct^

a|,p<^loj,tnà potràocUa'^ftrai iato fiamme» quaiftc-Hc

r^y

iapcodecooi> ocattRicarci]ie^fi>(&C€nuentfote,perappoggiare

E

tenutaanironq ia,graq>pancjdct ÙK^hOflore

a’^bori dcK^eroo

»chcin q ue^

lUtutb^oocf&rotnoriphpofauif

come

conftitBrcaingiiKliiio;

Ubatnnoirattaia

ooni^tAapQdbmrioo^rpnidenzat.^é^^

'

loarcacaii; alKoffitkipubUcobiièaUtamor deitrRdigionc^da\vtuk partebannovditolequerele» dall*altrafeitta mettefle>incihutpi»

ritnellóle àMonfignore,cbe iilSerafino,chefoldiAia

mano

pu>

rificaconl’apparentcfiioc

p^etcathone

iiabbrrbalbuzzicnti d*- Efaia,lenzachevis^nterponga

opaa

di Secolare,

ò

d’altroPro»

feta.Sirk»n»A*»nc!pr»j(i^,^i9-k?eMale^pcrf<me4>atii|}ubrl|

che vidolaneltraaodiqucftofi^O»-fi fan degnaudiifaudrirln^

qj^^pcoqarlai

onde

gliodiidel foftinitigàti ,7

M^pcr-

chelaiwggiorjfiirzaddla^rjcfcVCQqi^ioneoooiijftcin pynro» chete.Conaediedi qiKdi tcmptficA^compneflncbteauqi (^peccatogntuc*cofa-ci:?aaa

¥K^qoailxal|s^«fi^ia»aggiih gr^rò,t)Qpi.|W foldameatPìtfcallfSfolà/Ua>.bcacneconbreuii>

trocapiàconftnnatioft di queftafentcwca»

I^.11prtmo.l<iH^piicheintoim>«<pteUo<c^em*^lhKo^i»rpofto»

ll(ec(^d(P^(iciKegok[noraliiaqpeftsàuuq:»^

EacifEoaoii

pareriaptkhi, ebaodalDi» »*''1"'^''i,orit:i}IÌ!)pKlv .inoìjni,3'V.jGiOilj .

y

'

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1u

X £ F X l' C

TVrj., i lir.;n- ì ili

^Q'fifleruatovarie rifpofte,che fonofiatedatealìc

mie.Rv

giooii ridttcendoleàquattro.*le^poodacrò

ad

vna

ad

prcpbohcrbtfUnupuoJ '

vii à

MI SF OSTA FM Ili A,

»*•* .0

>11

He

gliAutorlAgofiinianiallegad»aoa ibnfamofi

Theo»

k)gl. . j ..

;U.

(29)

Màio

rcpHcoprimicrirntfnté^.’cdico.‘Miportinod’vnafoljt’

Religionealtrctanti,etaliAueori^che dicanoincontrario,e

dP

poi

h

porremoinbilancio.Sectmdariarnentci Critano,

cTap- pùyfon

flatiMacftrincirOrdinékirojlunlettondleprlmf CatJl te<hcd*c(1o,vannoattorrio'fta*ip«i^efenoo mttigliconofcono* fono

comf

lepietre pretioft .AèilcMil'auoHifec

U GaModi

Efo-i»

eo,

benchélerfnuoiganclftngty^ /«^«aoiafroni Opere,chepoflinio accreditareogniTheologo». Dilailgi diijio-^

De

parlano gh^ScTÌttoci coDfifpeito'Del Rio^ Icichlama

€rdimisfm,Suaccat

in

SslnùBU» Thnlò^à^dtiinm n

xseniiittim

hM

'

9xfir**tMevMdeinfigMÌs^ ' I I

4

- .

IttSPOST'A SBCONDÀ,

_ , JM *

\'V''.rì

L e

leggi Ciuili,eCanotik:he',parlknofolamentede’Comc- dianti,e degliSpettacoli antfctój'’

,

* .

“Màioreplicoé

Eperchenon

incorade* módcmi.feeflfifono Itticdeiimi,àie

Comedic

fonoriftelfc/

E

particularmcntepcr- dtcmoiri de* Concilif ,di'io cito;fon moderni.IlSenonenfefi eeli/

61

*anttoif 53d;cTaltroTannoi cTAguftenfeTanno

15481

il

Ma^ntino

Tanno1549.ilMilanefeTanno1565.

Ma

Còncediamo,^chctuttifieno antichi;concediamo anchequello,

<i««on'èvcib4'chegEHiflrioHÌ moderniworthabbianoalcun ecceflodivitìo-oegliefctcilijloroifSarà

nondimeno

affai,pon- trouerfaquiftione,fefienoco'Tinrefi dallo fiiddotte leggi;pf^r-

chefebenealcuniprobabilmente tengono,cheiDecretiantichi, chcncgauanlorSla

Cotnumóne

(lupradicheita lanuggior difficultà)lanegaaanofolamentcàcoloro,cherapprefentaua- Docofepernieiofe)tuttauiaèprobab deilcontrario.Ilche 10-

«liohora prouarconqueftcragioni.

La

prima,perchelaChic»

iaconla med-fimageneralità delle fueLeggicfcludeiComici dallaComunione, edall'Ordine facrojdunquecolmedelìmori- goredetteLeggi slianoodauucnilci e,

&

otlcniarc;dunque,co- n e

TOf

d nesacro,cosi la

Comunione

è probi bita loro,fen z differenza d'vfobuono, òcattinodelTArtc Comica

.

La

fecondaragione è,percheuii Concilaparlanoindiffiniu-

. mente

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