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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.46 (1919) n.2352, 1 giugno

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore : M. J. d e J o h a n n i s

Anno XLÌfl - Voi. L Firenze-Roma, 1 Giugno 19191 S

S

?

U

1 2352

1919

II favore dei nostri lettori ci ha consentito di supe-rare la critica situazione fatta alla stampa periodica non quotidiana, dalla guerra, durante quattro anni, nei quali, senza interruzione e senza venir meno ai nostri impegni, abbiamo potuto continuare efficacemente il nostro com-pito. Il periodo di crisi non e ancora cessato nei riguardi delle imprese come te nostre; tuttavia sentiamo di poter proseguire più alacremente e di poter anzi promettere no-tevoli miglioramenti non appena la diminuzione dei costi ci consentirà margini oggi inibiti.

B I B L I O T E C A D E L L ' " E C O N O M I S T A „

STUDI ECONOMICI FINANZIARI E STATISTICI PUBBLICATI A CURA D E L L ' E C O N O M I S T A

1) FELICE VINCI ,

L ' E L A S T I C I T À ' DEI C O N S U M I

con le sue applicazioni ai consumi attuali e prebellici

= L. 2 =

2 ) GAETANO ZINOALI

Di alcune esperienze metodologiche

tratte dalla prassi della statistica degli Zemstwo russi

1

~

In v e n d i t a presso i principali librai-editori e presso l ' A m m i n i s t r a z i o n e d e l l ' E c o n o m i s t a — 56 Via Gregoriana, Roma.

LANFRANCO MAROI

I FATTORI

DEMOGRAFICI DEL CONFLITTO EUROPEO

con prefazione di CORRADO G I N I Volume di 600 pagine — L. 18 S o c i e t à Editrice " Athenaeum „ — R o m a S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA. R caro viveri. '•\sV 8 sa'ar '-iV + vizzera. i Av*

L «• \nire del Porto di Venezia.

Contributo straordinario per l'assistenze civile. Il m nopoiio del caffè.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE. Commercio estero di gennaio 1919. NOTIZIE —COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Buoni del Tesoro.

Relazione della Banca Commerciale Italiana pei 1918. Relazione della Banca Italiana di Sconto pei 1918. Situazioni Istituti di Credito.

PARTE ECONOMICA

Il caro viveri.

E' un r i p e t e r e continuo, negli ambienti familiari e su per i giornali quotidiani, che il Governo do-vrebbe i n t e r v e n i r e p e r far cessare il crescente costo della vita ; si invoca dunque come s e m p r e il Governo quale unico rimedio di qualsiasi male, e si i m p r e c a poi contro lo stesso quando un intervento tardivo, inadeguato, e spesso non convinto, forse deciso solo p e r soddisfare la pubblica opinione, non consegue il risultato sperato.

Eppu re il periodo della g u e r r a è ancora recente, ed esperienze n u m e r o s e d e l l ' i n t e r v e n t o statale sono state fatte per d e d u r n e quanto pericoloso e peggio-rativo possa essere talvolta il fatto che i pubblici po-teri si trovino indotti a c o n t r o v e r t i r e le naturali cor-r e n t i dei tcor-raffici e dei pcor-rezzi. Ma le lezioni della pcor-ra- pra-tica, sono p r e s t o dimenticate e la crescente adora-zione per l'idolo » Stato» sembra malattia psicopatica epidemica, c o n t r o la quale non possono reagire nep-p u r e i ragionamenti nep-più logici e nep-persuasivi. Ad aggra-vare il male, le richieste di alcuni non si limitano ad un intervento dello-Stato, ma a d d i r i t t u r a si vuole che sia provveduto ad un Ministero degli approvvigiona-menti che abbia il compito preciso di far abbassare i prezzi.

Ora anche ammesso che un qualsiasi Ministro, la r i c e r c a del quale s e m b r a oggi diventata preoccupa-zione assai più assillante di qualsiasi rivendicapreoccupa-zione nazionale, abbia la possibilità di o t t e n e r e i mezzi p e r acquistare sui mercati esteri grande copia di generi di prima necessità per gettarli sul mercato italiano a prezzi convenienti per gli acquirenti e forse disa-strosi per lo Stato, non vediamo come un principio di effetto utile p o t r e b b e aversi prima di sette od otto mesi almeno. Si pensi che il nuovo Ministro d o v r e b b e o r i e n t a r s i nel suo dicastero, completare n a t u r a l m e n t e con nuovi impiegati la macchina, farla muovere e fun-zionare, incominciare a t r a t t a r e p e r o t t e n e r e i cre-diti a l l ' e s t e r o o le facilitazioni occorrenti p . r gli acquisti, t r o v a r la m e r c e disponibile e c o n c l u d e r e con tutte le garanzie ben note, i relativi contratti, farsi dare i mezzi di t r a s p o r t o , far t r a s p o r t a r e la m e r c e , organizzare la distribuzione ecc. ecc., non cre-diamo di avere peccato di ottimismo p r e v e d e n d o che p r i m a di otto mesi si possa beneficare del tanto re-clamato i n t e r v e n t o e q u a n d o tutto andasse senza osta-coli.

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252 L'ECONOMISTA 1 giugno 1919 — N. 235 2 Ma il paese, m e n t r e gli economisti r i p e t o n o da

tempo che urge p r o d u r r e , p r o d u r r e molto, e p r o d u r r e possibilmente a prezzi bassi, non trova che ragioni quotidiane per avversare quei semplici e logici av-vertimenti, e con scioperi continui, e non s e m p r e giu-tifìcati, con a u m e n t i di salari, o diminuzione di ore di lavoro, con l'abbandono di qualsiasi senso di ri-s p a r m i o e di economia domeri-stica, con p r e t e ri-s e ri-senza fine, non fa che peggiorare le già d u r e condizioni c o n t r o le quali strilla, e senza che alcuno lo avverta saggiamente, che egli ne è una delle principali e più immediate cause.

P u r t r o p p o la storia non consente rosee previsioni sull'andamento dei prezzi nell'immediato dopo-guerra, scrive un n o s t r o collega.

Prima dell' attuale gigantesco conflitto, il record d e l l ' a u m e n t o dei prezzi era d e t e n u t o,d a l l e g u e r r e napoleoniche. I massimi prezzi f u r o n o raggiunti tra il 1808 e il 1810. Alla cessazione delle ostilità i prezzi s u b i r o n o un notevole ribasso (1814-16); ma per rial-zare ancora f o r t e m e n t e nel 1817 e nel 1818.

Lo stesso f e n o m e n o si r i p e t è per la g u e r r a di Cri-mea (1854-56); m e n t r e d u r a n t e il conflitto il n u m e r o indice non andò oltre 102, cessate le ostilità salì a 105 nel 1857.

Parimenti, la fine delia g u e r r a di secessione ame-ricana fu anch'essa accompagnata da sensibili rincari. Mentre nel c o r s o delle ostilità il n u m e r o indice in o r o salì ad un massimo di 122,5 nel 1864, cessata la g u e r r a esso rialzò a 136,3 nel 1866 e l'anno seguente era ancora a 127,9.

Infine, i r i n c a r i massimi non si e b b e r o d u r a n t e la g u e r r a f r a n c o - p r u s s i a n a (anno 1870-71), ma tra il 1872 e la prima metà del 1874.,

Basandosi su questi insegnamenti il grande eco-n o m i s t a a m e r i c a eco-n o Kieco-ng F i s h e r affermava, eco-nel 1915, che non solo i prezzi s a r e b b e r o progressivamente cre-sciuti per tutta la d u r a t a della guerra, ma che essi s a r e b b e r o ancora rialzati a g u e r r a cessata e che que-s t ' u l t e r i o r e rialzo que-s a r e b b e finito con una crique-si, come quelle a v v e n u t e : nel 1857 dopo la g u e r r a di Crimea, nel 1866 dopo la g u e r r a di Secessione e nel 1874 dopo la g u e r r a f r a n c o - p r u s s i a n a .

La conflagrazione da cui siamo appena usciti es-sendo stata più vasta di tutte le p r e c e d e n t i è n a t u r a l e che più profonde sieno le sue r i p e r c u s s i o n i econo-che. Mai come dall'agosto 1914 fu disorganizzata la p r o d u z i o n e pacifica, i n t e r r o t t a la mondiale catena degli scambi, annientata la ricchezza accumulata. E perciò la spinta al r i n c a r o non comincierà a rallentarsi se non q u a n d o s'inizierà la progressiva eliminazione delle causa che d u r a n t e la g u e r r a inalzarono i prezzi.

Infatti i n u m e r i - i n d i c i dei prezzi all'ingrosso delle m e r c i in Italia, che il prof. R. Bachi va raccogliendo sono a questo p r o p o s i t o eloquenti.

Ecco qui, messi di fronte, gli indici generali dei prezzi all'ingrosso in Italia e in I n g h i l t e r r a :

Italia Inghilterra Aprile 1915 153.3 151.2 Maggio » 159.0 151.2 Ottobre 1918 556.4 282.6 N o v e m b r e » 550.7 282.6 Dicembre » 467.9 277.0 Gennaio 1919 441.3 265.9 Febbraio » 435,1 263 8 Marzo » 442.0 260.1

In Inghilterra il ribasso è stato lento, ma costante dopo il n o v e m b r e 1918. In Italia, invece, dopo un sen sibile ribasso dal n o v e m b r e al febbraio, il rialzo del mese di marzo ci ha r i p o r t a t o press'a poco al livello del mese di gennaio.

E m e n t r e in Inghilterra l'indice generale dei prezzi dall'aprile 1915 è a u m e n t a t o appena da 151.2 a 260.1, in Italia esso è a u m e n t a t o da 253,3 a 442. Cioè, di f r o n t e ad un a u m e n t o di punti 108.9 in Inghilterra sta un a u m e n t o di punti 288.7 in Italia! In altre parole, l'in dice generale dei prezzi è salito in I n g h i l t e r r a sol-t a n sol-t o del 72 p e r censol-to, m e n sol-t r e in Isol-talia è salisol-to del 188 p e r cento.

E ciò spiega la ragione per cui il ribasso inizia tosi nel n o v e m b r e 1918, sia stato notevole in Italia e appena, sensibile in Inghilterra. Perchè nella Gran Bretagna il rialzo era stato p r e c e d e n t e m e n t e meno forte che da noi.

A questo ribasso c o n t r i b u i r o n o principalmente : i minerali e i metalli, che segnarono una diminuzione di oltre il 54 per c e n t o ; ed in m i n o r misura i cereali e le carni (16 per cento), le m e r c i varie (8 per cento) e le fibre tessili (5 p e r cento).

Ma se sono diminuiti nell'indice generale i prezzi dei cereali e delle c a r n i in conseguenza di provvedi-menti governativi, sono viceversa u l t e r i o r m e n t e au-mentati i prezzi delle altre d e r r a t e alimenlari, come prova il seguente s p e c c h i e t t o : Italia Inghilterra Aprile 1915 129.7 146.5 Maggio » 126.7 145.7 O t t o b r e 1918 407.3 260.3 N o v e m b r e » 416.8 2608 D i c e m b r e » 418.4 260.8 Gennaio 1919 440.8 260.8 F e b b r a i o » 451.7 260.8 Marzo » 457.2 260.8

L ' a u m e n t o delle d e r r a t e alimentari dall'ottobre 1918 al marzo 1919 è stato in. Italia del 12 per cento.

E m e n t r e i prezzi dei cereali e carni sono poco più che raddoppiati i prezzi delle altre d e r r a t e ali-m e n t a r i sono più che triplicati, coali-me risulta da que-sta tabella : cereali altri e carni a l i m e n t i Maggio 1915 155 0 126.7 N o v e m b r e 1918 4145 416.8 . Marzo 1919 347.5 457.2 I prezzi del p r i m o g r u p p o sono stati moltiplicati per 2 1(4; i prezzi del secondo gruppo per 3 1[2.

Abbiamo appena bisogno di avvertire i n o s t r i let-tori che il c o n f r o n t o dei prezzi italiani con quelli in-glesi p e r p o t e r avere un significato, a v r e b b e dovuto esser fatto non tanto nelle cifre complessive sibbene nei coefficienti dei prezzi in Italia ed in Inghilterra. P a r a g o n a r e per i prezzi in tempi di eccezionale disagio mondiale un paese che aveva 90 miliardi di ricchezza, che era i m p o r t a t o r e p e r sbilancio di 1 miliardo, "che ha una moneta p e r d e n t e e t r a s p o r t i insufficienti con l'Inghilterra che aveva 780 miliardi di capitale, una vastissima esportazione, una m o n e t a solidissima e tra-sporti r a p i d a m e n t e restaurabili, non si capisce bene che cosa voglia significare.

Un tale e r r o r e di metodo statistico, se è inno-cuo per gli studiosi di cose economiche, è d'altra p a r t e p e r i c o l o s o ; p e r c h è tende a deviare le masse popolari dal giusto a p p r e z z a m e n t o di un problema, che esse stesse, anche più del Governo, debbono e possono risolvere.

Governo e P a r l a m e n t o h a n n o il dovere di siste-mare al più p r e s t o le finanze dello Stato, di accre-scere il n o s t r o c r e d i t o con severi e coraggiosi prov-vedimenti, di migliorare p r o g r e s s i v a m e n t e i trasporti: e così via.

Ma i cittadini alla loro volta hanno altri doveri : e p r i m o fra t u t t i quello di affermare l'abbondanza occultata di m e r c i solo q u a n d o ne siano ben certi e r e s u l t i loro dalle cifre della produzione intervia e della importazione dall'estero. Debbono poi Tcono-scere che gli alti prezzi si vincono in sostar.,a sol-tanto con un mezzo che è in mano loro e non del Governo; cioè con la maggior produzione, i s s i a il maggior lavoro, p e r r i p a r a r e le deficienze accumulate in 4 anni di g u e r r a .

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li-L'ECONOMISTA 3 bera di qualche dozzina di negozianti mossi dai

de-siderio di lucro, che l'azione governativa di qualun-que n u m e r o s o Ministero, anche se qualun-questo avesse alla sua testa un famosissimo fra i maggiori dittatori ai viveri venuti fuori nel mondo d u r a n t e la guerra. Bi-sogna lasciare i m p o r t a r e ed e s p o r t a r e senza impacci, affinchè ognuno possa far venire materie prime dal-l'estero, quando creda di poter t r a r n e guadagno. L'ab bondanza delle merci è sempre favorevole al buon mercato. I divieti di importazione possono sussistere senza danno, solo per cose inutili, di ìusso; e quelli di esportazione p e r talune d e r r a t e alimentari, di pro-duzione nazionale e veramente necessarie alla nutri-zione del popolo.

Bisogna che gli industriali abbiano fiducia nell'av-venire, non si sentano minacciati e ogni momento da agitazioni e da violenze. Solo così la produzione potrà r i t o r n a r e al suo antico livello ed il c o m m e r c o potrà recarla dai luoghi c|i produzione ai luoghi di consumo. Bisogna che la stampa, anziché sobillare e inco-raggiare il paese ai disordini ed gli scioperi, con severi ammonimenti, richiami il paese alla produzione e al presente anche alla pazienza, in modo che si ac-celeri q u a n t o è possibile il r i t o r n o al ritmo normale di vita.

Prezzi e salari.

Le disavventure diplomatiche hanno deviato l'at-tenzione dei cittadini dai problemi economici.

E' una deviazione pericolosa, trattandosi di pro-blemi da cui, più ancora che dalle questioni territo-riali, dipende il n o s t r o avvenire. Fra essi l'aumento dei salari, rivendicato da quanti lavorano p e r conto delle i m p r e s e private e dagli enti pubblici, che ha rag-giunto in Italia proporzioni allarmanti senza a r r e s t a r e , per questo, la crescente irrequietezza delle maestranze che sconsiglia ai capitalisti la r i p r e s a industriale.

L'origine del fenomeno, che minaccia di rovinare le finanze e di escludere il paese dalia vita economica mondiale, è universalmente nota. Il rincaro dei prezzi rende ogni giorno più difficile la vita delie classi pro-letarizzate dalla guerra. Per superarlo era necessario eliminare la carestia dei prodotti che più servono al consumo popolare, aggravata dalla crisi dei trasporti, dalle speculazioni commerciali e dalla carta moneta sproporzionata al volume degli scambi. Si preferì, in-vece, di elevare in misura crescente i salari, onde un progressivo r i n c a r o del costo dì produzione dei beni consumati che accrebbe a sua volta i prezzi. E l'au-mento dei salari per talune classi, pronte alle agita-zioni e agli scioperi, fu tale da c o m p r o m e t t e r e addi-rittura lo sviluppo della produzione che soltanto po-teva r i m u o v e r e la carestia causata dalla guerra. A prezzi raddoppiati c o r r i s p o n d o n o ormai per nume-rose categorie di lavoratori salari più che triplicati. Le m e r c e d i dei buoni operai oscillano in media in-torno alle settecento lire mensili. Da ciò, non aumento, ma una diversa distribuzione di viveri. I lavoratori riusciti a triplicare i loro salari s o t t r a s s e r o i generi di consumo agli operai, agli impiegati, agli stipen-diati i cui onorari vennero appena raddoppiati. Il maggior benessere dei primi affrettò la penuria dei secondi.

Il malcontento, diffuso rapidamente fra tutte le classi sprovviste di redditi elastici, r a p i d a m e n t e au-mentabili, non tardò a t r a s f o r m a r e il problema eco-nomico in una questione politica.

Come risolverla ?

• * *

Più che i prezzi, urge c o m b a t t e r e l'artificioso rialzo dei salari, che ne contrasta la discesa. Se la corsa dei salari non si arrestasse, in luogo dello sciopero del lavoro, si avrebbe all' ultimo la scomparsa del pro-fitto e quindi lo sciopero dei capitali, Invece della ricchezza gli alti salari p r o c u r e r a n n o la miseria.

Così avvenne nella Russia bolscevica. Non appena i salari s u p e r a r o n o il valore del p r o d o t t o le

fabbri-che si chiusero. Per evitare la disoccupazione gene-rale e conservare la misura fantastica dei salari il Governo assunse l'esercizio delle fabbriche colman-done le perdite con ingenti sovvenzioni. Le finanze f u r o n o rovinate senza però salvare le industrie, i cui p r o d o t t i non r a p p r e s e n t a n o neppure la metà delle sovvenzioni.

E ciò senza riuscire n e p p u r e ad a r r e s t a r e il rin-caro dei prezzi favorito dalla eccessiva emissione di carta moneta con la quale i salari vengono necessa-riamente pagati. Alla fine di gennaio la carta moneta emessa superava i 345 miliardi di lire, onde un rin-caro vertiginoso dei viveri che, malgrado gli eleva-tissimi salari, ebbe p e r effetto di precipitare le classi lavoratrici nella più squallida miseria. A Pietrogrado, ancora a marzo, secondo il Times (14 marzo) una lib-bra di carne (454 grammi) costava 520 franchi, una libbra di b u r r o 425 f r a n c h i e le aringhe circa 100 fran-chi ciascuna. E si capisce. Il t o r c h i o litografico può a u m e n t a r e i rubli di carta e non già i viveri e le aringhe.

Ora tutto questo si poteva in p a r t e evitare se gli alti salari avessero accresciuto l'efficienza del lavoro. Nessuna industria può elevare le mercédi senza ac-crescere contemporaneamente,con una organizzazione scientifica del lavoro, la produttività delle sue mae-stranze. Gli americani, prima ancora degli inglesi e degli altri nostri concorrenti mondiali, premuti dagli alti salari non mancarono di adottarla, riducendo con vantaggio comune il costo unitario di produzione e quindi i prezzi alla misura minima. Gli operai più lau-tamente pagati, apparvero i più convenienti. Il cot-timo a premio, od americano, che aggiunge alla paga oraria la percentuale di ore che l'operaio r i s p a r m i a p e r compiere un dato lavoro, applicato con i corret-tivi del Willans e del Rowan necessari ad escludere ogni revisione dei cottimi dannosa agli operai, ecci-tando il r e n d i m e n t o delle maestranze e il loro inte-ressamento alla introduzione del macchinario più per-fetto, valse non solo a neutralizzare l'aumento dei sa-lari ma a facilitare la riduzione dell'orario e dei prezzi. Ed egualmente avverrebbe con la partecipazione delle maestranze stesse ai profitti, attuabile ogni qualvolta la percentuale dei dividendi rispetto a l l ' a m m o n t a r e dei salari raggiunga una misura ragguardevole.

Tali i mezzi per eliminare il pericolo che gli al-tissimi salari odierni r a p p r e s e n t a n o per le stesse classi lavoratrici, alle quali, più che il diritto marxi-sta al p r o d o t t o integrale del lavoro, i m p o r t a di otte-n e r e la maggior somma di ricchézza, possibile sol-tanto con la più ampia collaborazione di classe. Il miglioramento del tenore di vita degli operai non si ottiene elevando i salari nominali, ma sviluppando il r e n d i m e n t o dell'industria. Non p e r questo la lotta di classe è esclusa. La ripartizione del p r o d o t t o ecce-dente, dovuta al p r o g r e s s o industriale, sarà s e m p r e il risultato delle libere contese f r a il lavoro e il ca-pitale che limitate a quella eccedenza, non p o t r a n n o mai avere ripercussioni dannose per i due fattori po-duttivi e per la collettività.

« * *

Gli scambi internazionali, ai quali i modesti salari prebellici, compensando la nostra naturale inferiorità produttiva, avevano assicurato all'Italia una parteci-pazione lusinghiera, s a r a n n o fra pochi mesi riattivati.

La r i p r e s a sarà ben dolorosa se i nostri industriali non p o t r a n n o c o m p e n s a r e gli alti salari attuali con un maggior r e n d i m e n t o del lavoro che diminuisca il costo unitario dei p r o d o t t i nuovamente esposti alla c o n c o r r e n z a s t r a n i e r a sospesa dalla guerra. Occorre, perciò, resistere ad ogni u l t e r i o r e a u m e n t o delle mer-cedi m p n e t a r i e ; eliminare la carestia dei viveri e ie altre tre cause che inacerbiscono i prezzi; sviluppare la capacità tecnica o la versalità intellettuale delle maestranze.

(4)

•'•

254

d i m e n t o del lavoro, imposto dall'accumulazione del capitale e dal progresso tecnico, senza distruggere la produzione e rovinare, prima d'ogni altra, la stessa classe lavoratrice, incapace di p r o d u r r e senza le classi dirigenti a cui dobbiamo la miracolosa creazione e or-ganizzazione delle industrie della pace e della guerra. « L a settimana di 40 ore e un ulteriore a u m e n t o del 30 per cento sui salari — cosi, violento ma sincero, VAvanti! del 9 febbraio 1919 (ed. romana) a proposito degli scioperi inglesi — sono inconciliabili col regime capitalistico. T u t t o il sistema degli scambi interna-zionali, organismo delicatissimo che si risente delle scosse più piccole, si scompaginerebbe catastrofica-mente. L ' i n d u s t r i a inglese incapace di resistere alle pressioni della concorrenza s t r a n i e r a precipiterebbe nell'abisso più oscuro, trascinando con sè, del resto, tutta l'economia mondiale ».

E così sarebbe dell' industria italiana.

Per fortuna non sono questi i propositi dei socia-listi più avveduti, della Confederazione del Lavoro e della Unione Italiana del Lavoro, consapevoli per ra gioni economiche, sia p u r e storiche, dell'impossibi lità di disgiungere il destino della classe operaia dalle condizioni della produzione e della economia nazio-nale.

Né potrebbe essere altrimenti. Per ribassare i prezzi, elevare i salari reali, r i d u r r e gli o r a r i non Vi ha che un solo mezzo possibile:

P r o d u r r e .

F E D E R I C O F L O R A .

Crisi Svizzera.

Il Consiglio federale ha pubblicato, in questi ultimi giorni, la sua relazione semestrale sulle misure prese per m a n t e n e r e la neutralità e l'integrità della Confe derazione. Da essa risulta c h i a r a m e n t e che la Svizzera a t t r a v e r s a a t t u a l m e n t e una crisi economica, la quale minaccia di prolungarsi per parecchio tempo.

D u r a n t e la guerra, la grande preoccupazione di questo paese era di p o t e r o t t e n e r e l'importazione di quantità sufficienti di viveri e materie greggie. La esportazione dei suoi p r o d o t t i e, particolarmente de-gli articoli industriali, veniva in seconda linea e non presentava difficoltà gravi, t a n t o è vero che le indu-strie svizzere nella loro generalità, f u r o n o s e m p r e molto occupate dall'autunno 1914 sino v e r s o l'estate del 1918. Soltanto a questa data si notò in alcuni rami industriali una diminuzione delle ordinazioni.

Attualmente si è p r o d o t t o un cambiamento radi-cale: viveri e m a t e r i e greggie sono facili a ottenere, dif-ficilissima, invece, è diventata l'esportazione dei pro-dotti industriali, sia per i divieti e le restrizioni adot-tate dalla maggior parte dei Governi esteri, sia per-chè il cambio tanto elevato del f r a n c o svizzero costi-tuisce, in molti casi, una difficoltà insormontabile per la conclusione di transazione importanti. Infine, due

j mercati che solevano c o m p e r a r e molti prodotti

sviz-zeri, quello tedesco e l'austriaco, non sono più in grado di pagare le merci che v o r r e b b e r o c o m p e r a r e . Altra difficoltà è data dagli ostacoli cui devono sot-t o s sot-t a r e i sot-trasporsot-ti. In molsot-ti casi manca assolusot-tamensot-te il materiale ruotabile, e poi p e r tutte le spedizioni a t t r a v e r s o le Potenze Centrali, si constata s e m p r e più un inconveniente g r a v i s s i m o : quello dei furti, che sulle reti tedesche e austriache avvengono con una f r e q u e n z a impressionante. Perciò la Svizzera si è vista c o s t r e t t a a organizzare dei veri treni cumulativi, che vengono accompagnati da un picchetto militare di sicurezza.

P e r quanto r i g u a r d a i t r a s p o r t i marittimi, il Consi-glio federale constata che essi s u b i r o n o un rallegrante aumento, ma poi si ebbe, p a r t i c o l a r m e n t e , in Cette, un r i g u a r d o di merci, che dura, almeno, parzialmente, cora tutt'oggi Date le condizioni difficilissime dei t r a s p o r t i f e r r o v i a r i i in Francia, non è stato possibile d a r pieno corso alla convenzione franco-svizzera se-condo la quale la Confederazione è autorizzata a far

1 giugno 1919 - N. 2352 circolare giornalmente 5 treni nella direzione di Cette e Marsiglia. Non c'era, d'altronde, più un motivo plau sibile per avviare, come d u r a n t e la guerra dei sotto-marini, t u t t o il traffico marittimo su quel porto, e perciò il Consiglio federale stabilì un accordo con le autorità italiane per r e n d e r e possibile una maggiore utilizzazione dello scalo di Genova In seguito a questi accordi, a datare dal mese di febbraio, il traffico per via Genova è aumentato in proporzioni assai consi-derevoli e con piena soddisfazione delle autorità fe-derali. Da poche settimane è aperta altresì la linea del Reno, che p e r m e t t e di valersi dei porti di Anversa e Rotterdam, specialmente p e r i t r a s p o r t i americani di granaglie e quelli anglo-americani di carboni.

Le vendite sui mercati indigeni sono ridotte a mo-destissime proporzioni I grossisti posseggono ancora fortissime provviste di merci, che c o m p e r a r o n o a prezzi elevati e che risultarono ancora più rincarate p e r effetto dei noli elevatissimi, <yii il loro t r a s p o r t o andò soggetto. Ora, p e r effetto di queste circostanze, i prezzi di molte d e r r a t e sono s e m p r e eccessivamente cari ed il pubblico si astiene dal fare qualsiasi acquisto che non sia p r o p r i o necessàrio, per aspettare i ribassi che devono inevitabilmente prodursi. Questo ristagno colpisce anche la produzione industriale indigena.

I Consiglio federale constata nella suaccennata re-lazione, l'esistenza di un pericolo molto serio per le industrie svizzere, che viene dalla inondazione dei mercati indigeni di prodotti industriali a buon mer-cato provenienti p a r t i c o l a r m e n t e dalla Germania e dall'Austria, s o p r a t u t t o dalla prima. La liquidazione del materiale di guerra, il fatto che la industria te-desca può avere carbone e f e r r o a condizioni molto migliori di quella Svizzera e sopratutto, il c o r s o tanto basso del marcò, r e n d o n o possibile agli esportatori tedeschi di offrire sui mercati svizzeri articoli semi fabbricati o finiti a piezzi tanto ridotti da r e n d e r e assolutamente impossibile la concorrenza ai fabbri-canti indigeni. Questa situazione ha letteralmente al larmato molti gruppi di industriali, che indirizzarono al Consiglio federale innumerevoli petizioni p e r do m a n d a r e di colpire l'importazione di detti p r o d o t t i tedeschi con un dazio p r o t e t t o r e . La situazione s'era fatta così minacciosa, e lo è tutt'ora, da spingere il Consiglio federale a n o m i n a r e una Commissione di periti, r a p p r e s e n t a n t i le diverse categorie degli indu-striali. Essa esaminò a fondo la situazione e' venne alla conclusione che almeno per ora, l'introduzione delle restrizioni richieste non è consigliabile. La pro-tezione che d o m a n d a n o tanti fabbricanti è in sè stessa, pienamente giustificata, ma se la Svizzera avesse da segnalare la via delle protezioni doganali e delle li-mitazioni, offrirebbe il d e s t r o a tanti altri Stati a far altrettanto a riguardo dei p r o d o t t i industriali svizzeri e si p o r t e r e b b e così un colpo pericolosissimo alle nostre esportazioni.

Per effetto delle circostanze sopra esposte, la di-soccupazione in molti r a m i industriali è diventata preoccupante assai. Le conseguenze sono ancora ac-cresciute dal fatto che i licenziamenti d'impiegati e operai svizzeri occupati magari da parecchi anni in Francia ed in Inghilterra continuano a p r o d u r s i . In Austria ed in Germania poi non se ne p a r l a : il nu-mero degli Svizzeri clic vi sono ancora occupati è seeso a un minimo che difficilmente può e s s e r e , a n

-cora abbassalo. /

L'avvenire del Porto di Venezia.

(5)

L'ECONOMISTA 255 penetrazione dei suoi porti. Ricchezza di risorse

na-turali, organizzazione perfezionata delle industrie, notevolissima ampiezza della zona pianeggiante, esten sione della rete fluviale navigabile: sono tutti elementi che determinavano una originaria condizione di fa vore dei porti del Nord di f r o n t e ai n o s t r i : i quali danno accesso a una regione priva di miniere, indu-strialmente poco evoluta, solcata da fiumi quasi tutti a breve p e r c o r s o e a regime t o r r e n t i z i o e s e r r a t a subito a settentrione dalla fascia alpina.

Lo svantaggio iniziale tendeva coll'andar del tempo, a diventare s e m p r e più grande, in quanto l'assicurare alle navi in arrivo il carico di ritorno, contribuiva ad a u m e n t a r e u l t e r i o r m e n t e la sfera di influenza dei porti tedeschi e lo sviamento del traffico dal Medi-t e r r a n e o al Mare del Nord. La poliMedi-tica ferroviaria e tariffaria della Germania, e i ' a d e s i o n e sempre più stretta dell'Austria, al sistema economico tedesco, ag-gravavano la nostra situazione.

Alla accennata penetrazione commerciale, in con-seguenza della quale la linea di demarcazione fra il r e t r o t e r r a economico dei due grandi bacini europei correva molto più a mezzogiorno di q u a n t o non sa-rebbe stato determinato dalla ragione p u r a m e n t e geo-grafica, veniva incontro la penetrazione, in senso op-posto, ma solo in p a r t e concorrente, dell'Austria, pa-drona degli sbocchi dell'Adriatico orientale.

Infine, la scarsezza di valichi alpini in senso lon-gitudinale e il c a r a t t e r e trasversale delle valli oltre il vecchio confine (Zeglia, Pusterla, Inn, Drava, Da-nubio) delle quali l'Austria si serviva come di corri-doi per le sue ferrovie di collegamento interno, e di r a c c o r d o col grande sistema centrale, completava quello che si può chiamare l'accerchiamento com-merciale del porto di Venezia. Questo piano veniva praticamente realizzato con l'allungamento fittizio del tratto T a r v i s - P o n t e b b a , mediante l'applicazione di tariffe proibitive, ciò che impediva al n o s t r o porto l'utilizzazione della ferrovia pontebbana per l'approv-vigionamento della zona posta immediatamente oltre il vecchio confine n o r d - o r i e n t a l e ; con la irremovi-bile ostilità ad a p r i r e al traffico internazionale la linea della Valsugana, che tante speranze aveva de-stato fra noi; con le tariffe di favore p e r i p e r c o r s i sulla strada f e r r a t a Villaco-Fortezza (Franzensfesle) che rappresentava il lato destro di questo movimento avviluppante organizzato ai nostri danni. Venezia si avviava così a diventare un porto di importanza quasi esclusivamente interna, funzionante in gran parte da scalo per il carbone i m p o r t a t o dall'amministrazione delle ferrovie dello Stato, e dai privati.

D'altra parte l'Italia si trovava in difficili condi-zioni q u a n t o a lotta di tariffe, poiché, m e n t r e il no-stro traffico con la Germania soggiaceva a una neces-saria servitù di passaggio su t e r r i t o r i o austriaco, le grandi direttrici del commercio a u s t r o - t e d e s c o evita-vano il t e r r i t o r i o italiano, seguendo le vaili trasver-sali cui abbiamo accennato più sopra.

Oggi la situazione è radicalmente m u t a t a ; e i fat-tori di questa trasformazione più i m p o r t a n t i agli ef-fetti dello studio che ci interessa, s o n o :

a) l'acquisizione al nostro sistema economico dei porti concorrenti dell'Adriatico orientale con note-voli tratti delle due grandi ferrovie di penetrazione all'interno ;

b) l'acquisto della grande arteria ferroviaria del T r e n t i n o verso la Germania, per una profondità di 200 Km.

c) il dominio della ferrovia della P u s t e r i a alla sua estremità occidentale.

A queste condizioni di fatto devesi aggiungere la P'.ofonda scossa che il germanismo ha subito per-dendo la g u e r r a . Il prestigio politico è una forza non trascurabile nel campo della concorrenza economica internazionale, e bisogna saper s f r u t t a r e il m u t a m e n t o che s'è venuto f o r m a n d o nell'opinione pubblica del mondo. Il m o m e n t o si rivela p a r t i c o l a r m e n t e propizio per Venezia, la quale potrebbe conquistare la posi-zione di grande c e n t r o di afflusso e di r i f o r n i m e n t o

p e r notevoli zone dell'Europa continentale. Per rag-giungere questo risultato occorre che la buona vo-lontà e la capacità organizzatrice dei nostri commer-cianti sieno i n t e g r a t e :

a) da un completo e regolare fascio di comuni-cazioni marittime facenti capo al n o s t r o porto ;

b) da una buona rete ferroviaria che colleglli il porto con il p r o p r i o r e t r o t e r r a n a t u r a l e ;

c) da un sufficiente attrezzamento portuale, tale da assicurare agli a r m a t o r i la rapidità delle opera-zioni di carico e scarico.

Prima, però, di i n t r a p r e n d e r e lo studio di questi argomenti per stabilire quali sono le concrete esi-genze del nostro traffico, è d'uopo affrontare una questione pregiudiziale: quella dei futuri r a p p o r t i di Venezia col p o r t ò di Trieste. La concorrenza fra i due porti è una necessaria conseguenza della loro rispettiva posizione geografica, e l'annessione di Trie-ste all'Italia, lungi dal sopprimerla, ne rendei à più libero il meccanismo, almeno in quella p a r t e ove è stata eliminata la linea di f r o n t i e r a . Sono altresì di-leguate, è vero, quelle forze che tendevano a favorire Trieste per farne uno s t r u m e n t o di lotta economica ; contro il Regno. Queste varie considerazioni hanno indotto autorevoli personalità a sostenere l ' i d e a di una delimitazione delle zone di influenza dei due porti, ottenuta con l'adozione di un'apposita politica tariffaria. Gii istradamenti s a r e b b e r o per tal modo prestabiliti, le destinazioni r i p a r t i t e e la concorrenza evitata fra i due porti,

Il sistema, che potrebbe r a p p r e s e n t a r e un tolle-rabile c o m p r o m e s s o fra due Stati rivali, non regge alla critica quando venga proposto p e r risolvere il p r o -blema come si presenta oggidì.

E invero non avrebbe esso ragione alcuna di ap plicazione per quanto r i g u a r d a le zone di influenza assoluta di ciascun porto. Il Veneto occidentale, il Trentino, la Svizzera orientale, le regioni sud-occi-dentali della Bavi.era, fanno parte del r e t r o t e r r a na-turale di Venezia, o tutt'al più qualcuno degli anzi-detti Paesi, p o t r à essere servito da altri porti, ma non da quello di Trieste. Egualmente la Venezia Giu-lia, la Stiria, la Boemia sono di competenza esclusiva di Trieste e Venezia non vi ha n o r m a l m e n t e a che vedere.

Esiste invece una zona intermedia, c o r r i s p o n d e n t e all'ingrosso alla regione compresa dal Friuli alla Ba-viera centrale, ove la concorrenza fra Venezia e Trieste è efficace e qui, secondo la teoria enunciata, dovrebbe delimitarsi il confine economico f r a i d u e porti. Ora la Camera, che si è manifestata costante-mente c o n t r a r i a alla politica monopolistica sotto qua-lunque torma, non può d a r e il suo voto all'artificio p r o p o s t o che, per il presente, costituirebbe un vio-lentamento delle naturali c o r r e n t i di traffico, a d a n n o » di esso e a definitivo vantaggio, forse, di qualche ac-canita c o n c o r r e n z a e s t e r a ; p e r l'avvenire s a r e b b e un ostacolo alla costruzione di nuove s t r a d e o fer-rovie, che altrimenti r i u s c i r e b b e r o a e s t e n d e r e il r e t r o t e r r a di un porto forse anche a scapito dell'al-tro, ma a vantaggio s e m p r e del c o m m e r c i o in ge-nerale.

Senza r i c h i e d e r e vantaggi esclusivi, senza preten-dere la soppressione di una c o n c o r r e n z a che riposa nella n a t u r a stessa delle cose, Venezia non può che d o m a n d a r e la parità di t r a t t a m e n t o coi p o r t i suoi competitori, sia nei r i g u a r d i delle condizioni tarif-farie e dei servizi cumulativi f e r r o v i a r i o - m a r i t t i m i , sia in quello delle franchigie doganali che venissero eventualmente concesse per c e r t e merci o per certe destinazioni.

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6 L'ECONOMISTA 1 giugno 1919 — N. 235 2 favore concesso dallo Stato ai suoi concorrenti,

fa-rebbe sorgere p e r lei il diritto a provvedimenti di compenso.

L'assetto ferroviario. — Massima importanza ha per l'avvenire del p o r t o la questione delle comunicazioni f e r r o v i a r i e fra Venezia e il suo hinterland, s o p r a t u t t o in seguito all'avvenuta conquista dei nostri confini naturali. Nè qui intendiamo t r a t t a r e delle grandi co-municazioni internazionali, r i g u a r d a n t i in particolar modo il servizio viaggiatori, come s a r e b b e la pro-gettata linea detta del 45° parallelo, poiché la que-stione è già stata risolta con un principio di appli-cazione pratica. Vogliamo invece c o n s i d e r a r e le fer-rovie che i n t e r e s s a n o d i r e t t a m e n t e il n o s t r o porto.

Svanita quella f e r r e a pressione che l'Austria, nel modo dianzi accennato, esercitava così vantaggiosa-mente contro di noi, la n o s t r a Regione deve risolu-t a m e n risolu-t e approfirisolu-trisolu-tare del nuovo srisolu-tarisolu-to di cose, p e r collegarsi più i n t i m a m e n t e coi nuovi t e r r i t o r i che ne-c e s s a r i a m e n t e v e r r a n n o a f o r m a r p a r t e del n o s t r o re-t r o re-t e r r a p o r re-t u a l e : il T r e n re-t i n o , l'Alre-to Adige, la Sviz-zera orientale, la Baviera meridionale.

Il valico del Gottardo, sul quale qualche assegna-m e n t o in favore di Venezia si era p u r fatto all'epoca della sua a p e r t u r a ; si è p e r ò d i m b s t r a t o pratica-mente di mediocre i n t e r e s s e p e r l ' i n c r e m e n t o del n o s t r o -traffico portuale, il quale non ne ha profit-tato che saltuariamente, e soltanto in ragione delle difficoltà e degli ingorghi del p o r t o di Genova

Egualmente può dirsi p e r i nuovi valichi alpini dei quali si è spesso parlato in passato, e che r i t o r nano oggi in discussione contendendosi la preferenza, ma che r a s e n t a n d o nella loro traiettoria verso l'Italia, il limite e s t r e m o delia zona d'influenza del n o s t r o porto, non possono r a p p r e s e n t a r e p e r esso un con-siderevole elemento di r i s o r s a ; alludiamo allo Spugla ed al .Greina.

Ciò non significa tuttavia che noi dobbiamo del t u t t o disinteressarci della campagna che si a n d r à a r i a c c e n d e r e per il p r i m a t o dell'uno sull'altro di questi due valichi.

P r e s e n t e m e n t e il p o r t o di Venezia ha una sola grande arteria f e r r o v i a r i a che oltrepassa completa m e n t e la cerchia alpina e sia capace di servire al traffico internazionale; ed è la P a d o v a V e r o n a T r e n t o -B r e n n e r o . Senonchè il g r a n d e a r c o ch'essa descrive nella pianura, con notevole a u m e n t o della distanza, e il suo traffico già soverchiante, la r e n d o n o poco atta a una utilizzazione molto più intensa di quella attuale.

La ferrovia della Valsugana, c o s t r u i t a con grandi sacrifici p e r volere della Regione Veneta, r a p p r e s e n t a la corda del g r a n d ' a r c o f e r r o v i a r i o P a d o v a V e r o n a -T r e n t o e realizza un r i s p a r m i o di oltre 40 Km. La Valsugana è il c a r d i n e di t u t t e le n o s t r e comunica-zioni con l'Europa Centrale, e la sua sistemazione al di là del vecchio confine è il più u r g e n t e fra gli interessi f e r r o v i a r i del porlo. Ritenuto che durante la g u e r r a venne già p r o v v e d u t o al miglioramento della linea nel t r a t t o Mestre-Primolano, a r a d d o p p i di binario, piano c a r i c a t o r i ecc.; o c c o r r e ora proce-d e r e sollecitamente al r a proce-d proce-d o p p i a m e n t o proce-del binario e s o p r a t u t t o alla rettifica del suo tracciato in alcuni t r a t t i del p e r c o r s o in t e r r i t o r i o t r i d e n t i n o , alla ri-duzione di alcune curve e al r a f f o r z a m e n t o del fondo che allo stato attuale non sopporta t r e n i molto pe-santi.

La completa utilizzazione della Valsugana, m e n t r e avvicina a Venezia tutte le regioni a n o r d di Trento, a p r e nuove possibilità anche verso occidente, a mezzo di un razionale s f r u t t a m e n t o e c o m p l e t a m e n t o della linea già in esercizio, che da Bolzano segue la,Val Venosta sino a Mais.

E invero da molti anni viene caldeggiata nei cir-coli c o m m e r c i a l i della Svizzera orientale e centrale la c o s t r u z i o n e di un r a c c o r d o f r a Mais e L a n d q u a r t , stazione sulla linea dell'Engadina. Il progetto che, a q u a n t o s e m b r a , è già stato elaborato in massima,

im-[ porta la costruzione di due gallerie: quella del-| l'Uina, di Km. 17,9 e l'altra del Silvretta di Km. 13,8

Questo lavoro o p r i r e b b e una comunicazione di-retta e rapida fra Calais e Venezia; costituita dal vecchio i s t r a d a m e n t o dell'espresso dell'Engadina fino alla stazione di Landquart, e di qui, con la congiun-zione per Bolzano e Trento, e p e r la f e r r o v i a della Valsugana, fino a Venezia.

L'Austria-Ungheria ha s e m p r e ostacolato tale pro-getto; e ciò per lo stesso motivo per cui era con-traria all'ammissione del servizio internazionale sulla Valsugana. La uuova condizione di cose determinata dagli ultimi avvenimenti politici p e r m e t t e di raffron-tare la questione con maggiori probabilità di riu-scita.

La nuova linea acquisterebbe al p o r t o di Venezia i ricchi e industriali mercati della Svizzera orientale: essa inoltre a u m e n t e r e b b e il t r a t t o di t r a s p o r t o com-piuto sul t e r r i t o r i o italiano di f r o n t e al t r a n s i t o di Chiasso (417 km. invece di 303). La diminuzione del p e r c o r s o totale per alcune delle principali destina zioni svizzere è data dal seguente p r o s p è t t o :

VIA GOTTARDO

a Chiasso Chiasso-Venezia Totale

Zurigo . . . 244 308 547

S. Gallo . . . 328 303 631

W i n t e r t h u r . 269 303 572

Costanza. . . 332 303 635

VIA MAIS

a Landquart Landquart Venezia Totale Differenza

Zurigo . . 107 4 1 7 5 2 4 23

S. Gallo . 9 9 4 1 7 5 2 9 102

W i n t e r t h u r 120 4 1 7 5 6 6 12

Costanza . 118 4 1 7 , 532 105

La costruzione del t r a t t o nuovo, sopraccennato, i n t e r e s s e r e b b e in gran parte il t e r r i t o r i o s v i z z e r o ; la galleria dell'Urna p e r ò v e r r e b b e a sboccare in ter-r i t o ter-r i o nazionale.

Questa nuova direttissima internazionale non in-teressa esclusivamente il p o r t o di Venezia p e r il fatto che lo ravvicina in modo notevole al nodo delle comunicazioni f e r r o v i a r i e e dei più cospicui mercati dell'Europa c e n t r a l e ; ma ha altresì grande impor-tanza per t u t t o il mezzogiorno d'Italia, e p e r il ver-sante Adriatico p a r t i c o l a r m e n t e ; donde le esporta-zioni agricole p o t r a n n o più speditamente i n o l t r a r s i verso i c e n t r i del loro maggiore consumo all'estero. Avremo quindi dei buoni alleati nel mezzogiorno di Italia-oltre che nel T r e n t i n o nostro, a favore di questa comunicazione.

A quella guisa che il progetto di una comunica-zione direttissima Bordeaux-Odessa venne p r e s e n t a t o alla Conferenza di Parigi, s a r e b b e o p p o r t u n o che anche su questa comunicazione, che interessa tutti gli Stati dell'Intesa (poiché anche le nuove provincie francesi v e r r e b b e r o p e r tal m o d o avvicinate all'Adria-tico) avesse a p r o n u n c i a r s i in modo favorevole la r a p p r e s e n t a n z a delle Nazioni.

Non è, infatti, chi non veda, un'ultima, ma non certo meno i m p o r t a n t e finalità a sostegno delle co-municazioni f e r r o v i a r i e richieste, e cioè un più in-timo collegamento f r a le vecchie e le nuove provincie italiane, specie le tridentine, con risultati di altissimo valore morale e politico.

Venezia ha bisogno di un'altra comunicazione trans-alpina indipendente e rapida verso Nord, e basta dare un'occhiata alla carta p e r vedere come il suo per-corso t r a e la sua logica d e t e r m i n a z i o n e sia da ragioni geografiche, sia d a l l ' a n d a m e n t o delle f e r r o v i e esi-stenti. Si t r a t t a infatti di c o s t r u i r e due r a c c o r c i : l'uno t r a la ferrovia Treviso-Udine e quella del Ca-d o r e e p r e c i s a m e n t e f r a Conegliano e P o n t e Ca-delle Alpi; l'altro fra Sottocastello (Pieve di Cadore) e Dobbiaco, sulla linea p r o v e n i e n t e da Fortezza, per avere il più diretto collegamento, t r a c c i a n t e quasi una verticale, col Tiròlo e la Baviera Meridionale.

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ir-L'ECONOMISTA 257 razionale giro per Belluno, con un risparmio di 28 km.

è già costruito nel tratto di Conegliano a Vittorio. Il tronco da Vittorio a Ponte nelle Alpi, già approvato e iniziato nel 1918, fu sospeso nell'anno seguente in seguito alla penuria di mano d'opera e alla asserita necessità di r i p r e n d e r e gli studi tecnici per q u a n t o riguarda la costruzione della galleria di Fadalto.

Fin dal tempo dei primi studi sulla ferrovia del Cadore, era stato ripetutamente accennato all'impor-tanza di una diramazione che, partendo dalla stazione di Pieve di Cadore, risalisse Val Boite fino a Cortina, ove doveva a r r i v a r e la linea di Dobbiaco, secondo il progetto austriaco di allora. L'Austria si è ' i i m i t a t a a c o s t r u i r e una ferrovia economica da Dobbiaco a Cortina; ma ora che la comunicazione fino a Pieve di Cadore è compiuta e abbiamo in n o s t r o possesso la testa di linea sulla Pusteria, r i m a n e facilitata l'ese-cuzione dell'intero p r o g r a m m a .

Un'altra linea di grande comunicazione è la Me-stre-Copparo-Portomaggiore, la cui concessione era stata già chiesta prima della g u e r r a dalla provincia di F e r r a r a . Questa linea, oltre a] vantaggio di abbre-viare il p e r c o r s o Venezia-Roma, avrebbe quello, no-tevolissimo, di d a r e un'altra comunicazione per Ve-nezia all'Emilia, utile s o p r a t u t t o al servizio delle importazioni ed esportazioni marittime.

Per completare il q u a d r o delle f e r r o v i e di inte-resse regionale, accenneremo alla vagheggiata comu-nicazione a t t r a v e r s o il Mauria per collegare il Ca-dore con la Carnia; di cui finora esiste il solo t r a t t o Stazione per la Carnia-Villa Santina. Di f r o n t e al presumibile estendersi dell'hinterland di Trieste fino al Tagliamento, in conseguenza della soppressione del confine, è lecito r i t e n e r e che la ferrovia in pa-rola p o t r e b b e acquisire a Venezia buona parte del-l'Alto Friuli, oltre ad essere d'inestimabile vantaggio per le due zone che v e r r e b b e r o collegate.

Per analoga ragione deve e s s e r e vivamente racco-mandata la ripresa dei lavori per la pedemontana Sacile-Pinzano col r a c c o r d o Sacile-Vittorio.

Assetto portuale. — Le migliorate comunicazioni ferroviarie poco o nulla gioverebbero a Venezia, senza un decisivo miglioramento della sua situazione por-tuale.

Gli Enti locali h a n n o già chiarito a sufficienza il loro pensiero su questo argomento, chiedendo ripe-tutamente che le n o s t r e banchine vengano largamente dotate di binari, di congegni m o d e r n i di carico e scarico, di magazzini, in modo da assicurare un ra-pido e regolare svolgimento delle operazioni por-tuali. Il problema dell'attrezzamento della Marittima ha fatto un notevole passo verso is sua soluzione con la istituzione del P r o v v e d i t o r a t o del P o r t o e con lo stanziamento fatto a suo favore dal Governo della somma di 25 milioni.

E' quindi da a u g u r a r s i che, s u p e r a t o così lo sco-glio finanziario, non si abbiano u l t e r i o r i ritardi nella elaborazione dei progetti esecutivi da p a r t e dell'am-ministrazione f e r r o v i a r i a e nell' effettivo inizio dei lavori.

La Camera si è p u r e r e c e n t e m e n t e resa i h t e r p r e t e delie preoccupazioni destate negli ambienti commer-ciali e m a r i n a r i di Venezia in seguito ai r i t a r d i con-tinui frapposti alla ripresa dei lavori di escavo ai fondali del Porto. Nonostante le esplicite formali assicurazioni ricevute dal Ministro dei Lavori Pub-blici su questo punto capitale, è necessario insistere nuovamente sulla urgente necessità che le operazioni di dragaggio vengano riprese, considerando che <?gni giorno di ritardo contribuisce a diminuire s e m p r e più l'efficienza portuale.

8u questo aspetto del problema generale relativo alla riscossa economica di Venezia, il Presidente della Lamera, in concorso con altre rappresentanze, ha avuto r e c e n t e m e n t e occasione di i n t r a t t e n e r e perso t a l m e n t e S. E. il Ministro dei T r a s p o r t i , r i m e t t e n -dogli anche un particolareggiato memoriale ove sono state così esposte le seguenti richieste più

imme-tti In linea di massima, le superstiti flotte mer-cantili italiane ed austriache, già adibite ai servizi dell'Adriatico, abbiano a r i m a n e r e all'Adriatico;

b) Ripristino, appena sarà possibile di tutte le linep austriache e italiane da e per l'Adriatico, esistenti prima della guerra, con toccate a Venezia;

c) In via di maggiore urgenza si è chiesto: 1) Sufficiente regolarità nei servizi della linea Genova-Bari-Venezia-Trieste, settimanale, con oppor-tuna pubblicità degli o r a r i e delle toccate per n o r m a del commercio.

2) Siccome in nessuna delle linee attualmente fissate per la Dalmazia è compresa Venezia, m e n t r e il traffico di Zara, Sebenico e Spalato interessa più particolarmente ìa valle padana (cementi, carbone, legnami) per il problema delle ricostruzioni e ripa-razioni in zona di guerra, si è chiesto che la linea Trieste-Pola-Lussin piccolo-Zara-Sebenico tocchi Ve-nezia.

3) Ripristino sollecito della linea Venezia-Calcutta, con toccata a Bari.

4) Ripristino sollecito della linea Venezia-Ales-sandria con toccata a Bari e P o r t o Said.

5) Che il servizio s t r a o r d i n a r i o del vapore « Or-seolo» per Bombay — data la possibilità di carichi di r i t o r n o — faccia toccata a Karachy.

6) Che si ripristini almeno una linea per il Levante, con partenza da Venezia e toccata a Bari, per attivare i traffici col Mar Nero.

7) Che si fissino comunicazioni marittime rego-lari fra l'Adriatico e l ' I n g h i l t e r r a , f r a l'Adriatico e l'America e fra l'Adriatico, il T i r r e n o e la Spagna.

Da parte sua il Ministro ha segnalato le maggiori difficoltà che si oppongono alla immediata attuazione del p r o g r a m m a prospettatogli; la crisi, cioè del ton-nellaggio e del carbone, pure dando assicurazione del suo massimo interessamento per s o r p a s s a r e tali

difficoltà. 1

Senza disconoscere la portata di queste superiori ragioni, non devesi per questo rinunziare di rappre-sentare al Governo la necessità di fare anche poco, ma tutto quello che è possibile, in materia di linee di navigazione in un periodo tanto propizio p e r av-viare nuove c o r r e n t i di traffico, e m e n t r e è gene-rale la gara p e r la conquista dei m e r c a t i trans-marini.

Considerevole i n c r e m e n t o riceverà p u r e il movi-mento portuale di Venezia dallo sviluppo della navi-gazione interna per la quale sono in corso provve-dimenti da tanto tempo caldeggiati, d ' i m p o r t a n z a decisiva. Questo fattore avrà p e r ò influenza soltanto sul movimento delle merci povere, m e n t r e il pro-gramma f e r r o v i a r i o da noi p r o s p e t t a t o interessa più p a r t i c o l a r m e n t e tutte le altre.

Pure rendendosi conto delle difficoltà di c a r a t t e r e finanziario che il Paese attraversa, appare p e r t a n t o necessario di sostenere dinanzi al Governo, l ' i n t e r o programma che abbiamo rapidamente tratteggiato e nel quale t r o v e r e m o c e r t a m e n t e concordi gli inte-ressi commerciali organizzati di tutta la Regione e gli Enti chiamati a tutelarli.

Le devastazioni che la crisi bellica ha a p p o r t a t o alla compagine economica di Venezia e di notevole parte del Veneto, sono state così vaste ed ingenti, da dare un c a r a t t e r e di rilevantissima produttività a qualunque spesa che abbia lo scopo di r i p r i s t i n a r e le normali condizioni economiche della regione. Le opere p r o p o s t e v a r r a n n o c e r t a m e n t e a p o r r e in ef-ficienza il n o s t r o P o r t o , m e t t e n d o l o in condizione di servire ad un vasto r e t r o t e r r a , avvicinandolo a grandi mercati di produzione e di consumo che sfuggono ancora alla sua influenza economica per deficienza di comunicazioni. Così soltanto s a r à possibile di realiz zare un m i n o r e squilibrio fra le importazioni e le esportazioni; e di o t t e n e r e come immediata conse-guenza una diminuzione dei noli p e r Venezia contri buendo ad i n c r e m e n t a r e il traffico portuale.

(8)

all'av-258 L'ECONOMISTA venire del Porto, che è tanta parte dell'avvenire

eco-nomico di Venezia, dovrà c o n t i n u a r e a f o r n i r e o p e r a arriorosa e indefessa.

Contributo straordinario

per l'assistenza civile.

La Gazzetta Ufficiale del 23 maggio ha pubblicato un decreto luogotenenziale con cui è stato p r o r o g a t o fino al 31 dicembre 1919 il termine per l'applicazione del contributo s t r a o r d i n a r i o per l'assistenza civile e rispettivamente sono stati prorogati fino al 31 dicem bre 1920 il t e r m i n e per la erogazione del c o n t r i b u t o e fino al 31 gennaio 1921 il t e r m i n e per la presenta-zione del rendiconto.

Intanto sono state dall'Esattore notificate agli in-teressati le cartelle per il pagamento del contributo 1918 inscritto nel ruolo principale 1918, pubblicato p e r ò soltanto nell'anno c o r r e n t e : e da parte sua il Municipio ha notificato ad essi l ' a m m o n t a r e del con-t r i b u con-t o pel quale si con-trovano iscricon-tcon-ti nelle macon-tricole dell'anno stesso.

Di questo contributo straordinario, che è poi so-stanzialmente una vera sovraimposta, istituita col d e c r e t o luogotenenziale 31 agosto 1916, n. 1090, all'A, modificato coi decreti 14 dicembre 1916 n. 1809, 26 aprile 1917, n. 789, 9 s e t t e m b r e 1917, n. 1449, e 9 di-c e m b r e 1817, n. 1968, r i t e n i a m o o p p o r t u n o t r a t t a r e brevemente.

P r i m a colla imposta militare e poi col c o n t r i b u t o s t r a o r d i n a r i o di guerra, il Governo ha voluto che i cittadini, i quali personalmente o con m e m b r i della famiglia non davano alla patria il tributo di sangue, c o n t r i b u i s s e r o in m o d o speciale, in ragione dei loro averi, alle spese della guerrd.

Ma poiché lo stato di guerra, colle inevitabili con-seguenze di generale disagio, oltre alle spese militari ha rese necessarie nei vari Comuni del Regno a l t r e e n o r m i spese s t r a o r d i n a r i e per assistenza sociale, il Governo ha imposto per questo fine un a l t r o contri-buto s t r a o r d i n a r i o a carico di tutti i c o n t r i b u e n t i iscritti nei ruoli delle imposte comunali per una im-posta non inferiore a L. 15 annue.

Diciamo ruoli delle imposte comunali p e r c h è a dif-terenza del c o n t r i b u t o di guerra, che consiste in una addizionale del 25 p e r cento sulla imposta erariale, il c o n t r i b u t o p e r l'assistenza civile viene applicato, mediante una scala graduale, sull' a m m o n t a r e delle imposte e tasse pagate al Comune.

In d e t t o a m m o n t a r e è da c o m p r e n d e r s i la sovraim-posta comunale sui t e r r e n i e sui fabbricati, la quota spettante al Comune sulla tassa automobili, tutte per i n t i e r o ' l e varie tasse comunali (tassa famiglia, tassa v e t t u r e e domestici, tassa esercizio e rivendite, tassa m o s t r e e vetrine, ecc. ecc.).

L'imposta di ricchezza mobile essendo intieramente dovuta allo Stato non d o v r e b b e e n t r a r e per nulla nel conteggiò pel c o n t r i b u t o assistenza civile, e così infatti si era r i t e n u t o in base alle letterali disposi-zioni dei decreti 31 agosto e 16 d i c e m b r e 1916. Ma essendosi poi riconosciuto non giusto che, m e n t r e al contributo sono soggetti gli altri contribuenti, ne ne dovessero a n d a r e esenti i possessori di redditi mobiliari (che poi non sono affatto i c o n t r i b u e n t i mag-giormente gravati dalle imposte) si stabilì col d e c r e t o 9 s e t t e m b r e 1917 che alla somma r a p p r e s e n t a t a dalle imposte e tasse pagate al Comune si debba, p e r eia scun c o n t r i b u e n t e iscritto nei ruoli della imposta di ricchezza mobile, aggiungere la somma c o r r i s p o n -dente ai 60 centesimi della imposta mobiliare.

Stabilito il complessivo a m m o n t a r e delle imposte e tasse costituenti la base p e r l'applicazione del con-tributo, questo viene liquidato alla ragione del:

5 p e r cento pei c o n t r i b u e n t i soggetti ad imposte e tasse comunali per un i m p o r t o

1 giugno 1919 — N. 235 2 da L. 15 a L. 25,99 7 . . 26 » 50,99 10 . . 51 » 200,99 15 . . 201 » 500,99 20 . . 501 » 1000,99 25 . . 1001 » 2000,99 30 . . 2001 in più.

• Sono esenti dal c o n t r i b u t o coloro che pagano meno di L. 15 d'imposte e tasse comunali, coloro che risul tano ammessi al sussidio governativo in dipendenza del r i c h i a m o sotto le a r m i di un m e m b r o della pro-pria famiglia, gli enti morali aventi per fine l'assi stenza agli invalidi ed agli orfani di guerra.

Il c o n t r i b u t o p e r l'assistenza civile era stata, come gli accennammo, limitato ad una sola volta (decreto 31 agosto 1916) e con deliberazione da p r e n d e r s i non oltre il 31 d i c e m b r e 1916. Ma col decreto 1 agosto 1918, n. 1178, il t e r m i n e concesso ai Comuni p e r valersi della facoltà di i m p o r r e il contribato venne proro-gato al 31 d i c e m b r e 1918 e venne inoltre data facoltà ai Comuni che lo avessero già applicato una volta, di applicarlo una seconda volta entro il 30 giugno 1918, t e r m i n e che poi, col d e c r e t o pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 23 u. s. venne p r o r o g a t o fino al 31 di-c e m b r e 1920.

E n a t u r a l m e n t e non è detto che questa sia l'ultima proroga, ed anzi non è detto n e p p u r e che il contri-buto debba un giorno a cessare.

Il monopolio del caffè.

A d e c o r r e r e dal 15 giugno 1919 lo Stato assumerà in p r o p r i o e con diritto di esclusività l'approvvigio-namento e la vendita nel Regno del caffè di ogni spe-cie e qualità.

Dal giorno indicato nessuno p o t r à i n t r o d u r r e o vendere c-afìè per il consumo nel Regno se non in c o n f o r m i t à alle disposizioni coòtenute nel decreto di monopolio. Il Commercio di transito e di riesporta zione del caffè r i m a n e tuttavia permesso con le mo-dalità e con le cautele stabilite dalle vigenti disposi-zioni doganali, ma è ammessa la immissione del caffè destinato alle riesportazione soltanto nei depositi franchi.

La Direzione Generale dei Monopoli Commerciali p r o v v e d e r à all'approvvigionamento del caffè occor-rente nel t e r r i t o r i o del Regno mediante acquisti di-retti all'origine; però, fino a c o n t r a r i a disposizione, potrà valersi dell'opera di privati i m p o r t a t o r i .

La distribuzione del caflè destinato al consumo i n t e r n o sarà effettuata a mezzo di un Consorzio di c o m m e r c i a n t i e di cooperative che provino, mediante certificati delle rispettive Camere di c o m m e r c i o ed altri d o c u m e n t i equipollenti, di esercitare, da almeno due anni, il c o m m e r c i o di tale d e r r a t a . Il Consorzio avrà la sede legale in Roma, e sarà a m m i n i s t r a t o da un Consiglio composto di 4 m e m b r i eletti dai consor-ziati e di un Presidente n o m i n a t o dal Ministro delle Finanze. Lo s t a t u t o del Consorzio deliberato dai con-sorziati dovrà essere a p p r o v a t o con d e c r e t o del Mi-nistro delle Finanze e t u t t e le n o r m e regolamentari d o v r a n n o essere comunicate p e r la ratifica alla Dire zione dei Monopoli Commerciali.

(9)

L'ECONOMISTA 259 I prezzi per la cessione del caffè al Consorzio e

quelli per la vendita al pubblico vengono statuiti me-diante apposite tariffe emanate dal Ministro delle Fi manze, a termini dell'art. 2 del d e c r e t o 18 novera bre 1918 N. 1721.

Le diverse qualità e tipi di caffè debbono essere distribuiti dal Consorzio negli imballaggi coi quali vengono cedati dall'Amministrazione dei Monopolii Commerciali, e debbono essere posti in vendita dai ri-venditori sotto le deminazioni ed ai prezzi indicati nella tariffa.

E' vietata qualsiasi manipolazione e adulterazione della d e r r a t a ed è p u r e vietata la rivendita al minuto a prezzi superiori di quelli massimi stabiliti dalla ta-riffa. I contravventori saranno puniti con una ammenda da L. 100 a L. 1000 ed in caso di recidiva col divieto di vendita della e r r a t a per un periodo di tempo fino a sei mesi.

Le contravvenzioni vengono contestate dai funzio-nari dell'Amministrazione finanziaria o dagli agenti della forza pubblica. Le sanzioni sono applicate dal Direttore Generale dei Monopolii Commerciali. Il Mi-nistro delie finanze decide sugli eventuali reclami con provvedimento definitivo.

La torrefazione del caffè c r u d o immesso nel con-sumo è consentita senza alcuna limitazione. Tuttavia i prezzi massimi di rivendita al m i n u t a del caffè tor refatto non pòtranno essere superiori che di un 25 per cento dei prezzi fìssati per il caffè crudo.

II pagamento delle partite di caffè cedute al Con-sorzio per la distribuzione deve essere effettuato, contro consegna della merce o dei relativi documenti, per contanti o mediante a p e r t u r a di credito a favore del Ministero delle Finanze, Direzione Generale dei Monopolii Commerciali.

Il Consorzio costituito ai sensi dell'art. 2 dei de-creto 15 settembre 1913, n. 1334, presso il Ministero degli approvvigionamenti e dei consumi avrà vigore fino a sei mesi dopo la pubblicazione della pace.

La esecuzione degli acquisti è affidata a speciali Commissioni locali nominate dal Direttore Generale dei Monopolii Commèrciali. Per gli acquisti medesimi e per le successive cessioni al Consorzio si segui-ranno, in massima, le modalità già adottate per le partite requisite.

E' soppressa la facoltà delle Commissioni di requi-sizione di rilasciare atti di svincolo per le partite di caffè ancora disponibili nei vari porti del Regno.

Dal 15 giugno 1919 sono devolute al Ministero delle Finanze, Direzione Generale dei Monopolii Commer-ciali, tutte le attribuzioni ed i poteri spettanti al Mi-nistero per gli approvvigionamenti e i consumi ali-mentari in virtù del d e c r e t o 15 s e t t e m b r e 1918, n. 1334.

Le disposizioni del decreto 15 s e t t e m b r e 1918, n. 1334, r i m a r r a n n o in vigore fino a sei mesi dopo la pubbli-cazione della pace. Rimarranno del pari in vigore sino a sei mesi dopo la pace le disposizioni del decreto 29 agosto 1918, n. 1261, in forza delle quali la impor-tazione del caffè nei depositi f r a n c h i per conto dei privati è subordinata alla autorizzazione del Ministro del tesoro, sentito il parere della Giunta Tecnica In termiiiisteriale per gli approvvigionamenti.

A partire dal 15 giugno 1919 è abolita la tassa di consumo sul caffè naturale stabilita dai decreto 13 mag-gio 1917, n. 736, allegato A. Essa continuerà tuttavia ad essere dovuta sulle partite di caffè già svincolate dalle Commissioni di requisizione e che alla data del presente d e c r e t o si trovino tuttora depositate nei ma gazzini doganali.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

C o m m e r c i o e s t e r o di g e n n a i o 1919. — Diamo, come di consueto, il p r o s p e t t o dei dati relativi al no-stro c o m m e r c i o estero nel gennaio dell'anno in corso, facendone il paragone con i dati relativi al corrispon-dente del 1918. Gennaio 1919 Importazione : Francia . . . . 24,5 Gran Bretagna . 130,1 Spagna . . . . 11,0 Svizzera. . . . 7,3 India britannica. 58,2 Egitto 8,3 Argentina . . . 139,2 Stati Uniti. . . 416,0 Esportazione : Francia . . . . 67,6 Gran Bretagna . 27,1 Spagna . . . . 1,3 Svizzera. . . . 15,2 India britannica. 2,8 Egitto . . . . 2,4 Argentina . . . 3,7 Stati Uniti. . . 5,2 Gennaio Differenza 1918 (milioni di lire) 56,4

100,1

6,2 11,6 22,0 3,5 27,1 143,4 62,1 23,7 1,9 22,7 1,3 6,1 5,7 0.0 — 31,9 + 30,0 4,8 — 4,3 36,3 -I- 4,8 + 112,1 + 272,6 -i- 5,5 + 3,4 — 0,6 - L5 + 1,5 - 3,7 - 2,0 — 0,8 Le importazioni segnano aumenti considerevoli per quasi tutti gli Stati importatori, ad eccezione dalla Francia e delia Svizzera, le cui importazioni si sono ridotte rispettivamente per 31,9 milioni e 4,3 milioni. E n o r m e è stato l'aumento delle importazioni dagli Stati Uniti. (+272,6 milioni) e dell'Argentina ( 112,1 milioni). Aumenti meno sensibili ma pur rilevanti si registrano per gli altri Stati, e cioè India britannica, 36,2 milioni; Gran Bretagna, 30,0 milioni; Spagna 4,8 milioni; Egitto, 4,8 milioni.

Le espm-tazioni che in complesso sono diminuite, considerate p e r i diversi Stati di destinazione delle merci, segnano un aumento di 5,5 milioni per la Fran-cia, 3,4 milioni per la Gran Bretagna. La diminuzione più sensibile si registra invece p e r la Svizzera con 7,5 milioni alla quale fan seguito l'Egitto con 3,7 mi-lioni, l'Argentina con 2,0 milioni e la Spagna e gli Stati Uniti, con differenze pressoché insignificanti.

NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI

Buoni del Tesoro. — In merito al collocamento dei buoni del Tesoro, che incontrano lanto favore nel pubblico, come dimo-strano gii ottimi loro corsi quotidiani sulle principali borse del Regno, riportiamo le seguenti cifre relative all'ammontare della loro circolazione a fine di ciascuno degli ultimi sei mesi.

31 dicembre 1918 . . L. 14.338.411.550 31 gennaio 1919 . . . » 15.536.739.425 28 febbraio 1919 . . . » 16.653.666.025 31 marzo 1919 . . . » 17.982-382.975 30 aprile 1919 . . . » 19 939 130.975 27 maggio 1919 . . . » 19.495 660.150

Banca Commerciale Italiana

(1)

.

Il collocamento del nuovo capitale, per quelle azioni che even-tualmente non venissero optate, e assicurato da quegli stessi Enti finanziari e industriali che già nello scorso esercizio assunsero, p e r il precedente a u m e n t o di capitale, f u n z i o n i ed obblighi di Consorzio di garanzià.

Per quanto riflette la modifica dell'art. 37 dello Statuto, essa ha per iscopo di d i m i n u i r e la percentuale riservata al Consiglio di Amministrazione. Stimiamo doverosa codesta r i f o r m a in ar-monia alla cresciuta entità del capitale sociale.

* « *

In relazione, quindi, agli oggetti indicati nell'avviso di con-vocazione dell'odierna Assemblea, parte straordinaria, Vi invi-tiamo a votare il seguente

ORDINE DEL GIORNO :

L'Assemblea Generale degli Azionisti della Banca Commer-ciale Italiana :

udite le comunicazioni del Consiglio di Amministrazione e a p p r o v a n d o n e gii i n t e n d i m e n t i e le proposte ;

ritenuto che l'attuale capitale sociale di L. 208.000.000 è ver-sato per intero, e che il Consiglio si è già assicurato il colloca-m e n t o del nuovo ecolloca-mittendo capitale per la parte che non venisse optata dai Soci ;

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