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Academic year: 2022

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Si parla di noi Rubrica

Lastampa.it 10/11/2020 L'EMERGENZA COVID SI ABBATTE SULL'INDUSTRIA NOVARESE:

CROLLA L'EXPORT DELLE RUBINETTERIE E DEL SETTO

2

Lavocedinovara.com 10/11/2020 IL COVID SI ABBATTE COME UN MACHETE SULL'INDUSTRIA: CALO VERTIGINOSO DELL'EXPORT

4

Economia locale Rubrica

1 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 11/11/2020 OLTRE DUE MILIARDI DI CREDITI DETERIORATI. IL COVID RIPORTA IL PIEMONTE AL 2014 (A.Rinaldi)

6

Economia nazionale Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 11/11/2020 BILANCIO UE: 16 MILIARDI IN PIU' PER IL 2021-2027 (B.Romano) 8

1 Il Sole 24 Ore 11/11/2020 MANOVRA IMPANTANATA NEI RITARDI, AVANZANO RISTORI-TER E

SCOSTAMENTO (M.Rogari/G.Trovati)

11

11 Il Sole 24 Ore 11/11/2020 PRODUZIONE INDUSTRIALE IN CALO DEL 5,6% NEL MESE DI

SETTEMBRE (G.Mancini)

13

4 Il Sole 24 Ore 11/11/2020 DA INDUSTRIA 4.0, GIUSTIZIA CIVILE E LIBERALIZZAZIONI +6% DI

PRODUTTIVITA' (D.Colombo)

14

1 Corriere della Sera 11/11/2020 Int. a P.Gentiloni: "RECOVERY, PERCORSI SPECIALI" (F.Fubini) 16

17 Il Messaggero 11/11/2020 UE CONTRO AMAZON: FALSA LA CONCORRENZA (A.P.s.) 18

1 Primo Piano Banche 11/11/2020 SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO 19

Prime pagine Rubrica

1 Il Sole 24 Ore 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 25

1 Corriere della Sera 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 26

1 La Repubblica 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 27

1 La Stampa 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 28

1 Il Giornale 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 29

1 Il Fatto Quotidiano 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 30

1 Corriere di Torino (Corriere della Sera) 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 31

1 La Repubblica - Ed. Torino 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 32

31 La Stampa - Ed. Torino 11/11/2020 PRIMA PAGINA DI MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 2020 33

Sommario Rassegna Stampa

Pagina Testata Data Titolo Pag.

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NOVARA

APPUNTAMENTI SCUOLA SPORT ALTRE EDIZIONI

L’emergenza Covid si abbatte

sull’industria Novarese: crolla l’export delle rubinetterie e del settore tessile

La conferma arriva dall’analisi trimestrale di Con ndustria Novara Vercelli Valsesia

PUBBLICATO IL 10 Novembre 2020

ULTIMA MODIFICA

10 Novembre 2020 ora: 12:11

Il secondo trimestre 2020 dell’export nella provincia di Novara è stato condizionato, ancor più pesantemente del primo, dalle misure di lockdown adottate dal governo per arginare il Covid-19. La conferma arriva dall’analisi trimestrale di Con ndustria Novara Vercelli Valsesia Nel Novarese le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) sono risultate in calo del -24,1%. Si segnala un -29% a livello nazionale. Il dato relativo al primo semestre evidenzia una essione dell’export del -14,3% per la provincia di Novara e un calo del -19,1% a livello nazionale. Confermando un primo trimestre meno negativo rispetto al secondo,

Per quanto riguarda i principali Paesi di destinazione, nel primo semestre del 2020 le esportazioni provinciali appaiono ancora in crescita verso la Spagna (+2,4%), seppur a un ritmo inferiore a quello registrato nel primo trimestre, la Polonia (+2,5%) e i Paesi Bassi

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Si parla di noi Pag. 2

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©RIPRODUZIONE RISERVATA

I perché dei nostri lettori (+16,3%).

In essione, invece, l’export verso tutti gli altri principali mercati di sbocco: Regno Unito (-36,2%); Germania e Grecia (-18,7%); Stati Uniti (-17,2%); Francia (-14,9%); Belgio (-2,2%); Svizzera (-0,3%).

La quota complessiva di export diretta verso Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito è pari al 44,7%, in calo del -20,3% rispetto al primo semestre del 2019.

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Novara sono calate del -44,3%, invertendo il trend (ancora) positivo del primo trimestre dell’anno, quelle nazionali del -42,4%. Il dato relativo al primo semestre indica un calo del -18% per l’export novarese, e un calo del -24,5% per l’export italiano del settore.

Il calo generalizzato che ha caratterizzato tutti i principali Paesi di destinazione dell’export novarese di prodotti tessili e abbigliamento, con la sola eccezione della Svizzera che, tuttavia, ridimensiona di molto il ritmo di crescita complessivo del periodo (+4,4%, a fronte del +158,3%

del primo trimestre). Quanto agli altri Paesi della classi ca, l’export verso gli Stati Uniti ette del -47,7%; quello verso la Spagna del -36,5%; Germania -36,2%; Tunisia -33,4%; Regno Unito -31,8%;

Repubblica Ceca -29,9%; Corea del Sud -29,7%; Francia -17,3%;

Giappone -6,1%.

Nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del -26,1%, quelle nazionali del -27,8%, accentuando il trend negativo già registrato nel primo trimestre. Il dato relativo al primo semestre evidenzia un calo del -15,9% a livello delle due province globalmente considerate, e del -15,3% a livello nazionale.

Sandro, Garlenda (SV) ABBONATI A TUTTODIGITALE

Ho comprato per tutta la vita ogni giorno il giornale. Da due anni sono passato al digitale. Abito in un paesino

nell'entroterra ligure: cosa di meglio, al mattino presto, di....

un caffè e La Stampa? La Stampa tutta, non solo i titoli....E, visto che qualcuno lavora per fornirmi questo servizio, trovo giusto pagare un abbonamento.

Sos disabili in pandemia. Uno su due resta fuori dai centri diurni

Meteo, che succede all’autunno in Italia? Le prime proiezioni sull’inverno che verrà

In Perù (primo Paese al mondo per mortalità Covid) è stato destituito il presidente. Negli Usa allarme della Fed. Stato di emergenza in Portogallo

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Il Covid si abbatte come un machete sull’industria: calo vertiginoso dell’export. Secondo i dati forniti da Confindustria Novara Vercelli Valsesia, nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del -26,1%, quelle nazionali del -27,8%, accentuando il trend negativo già registrato nel primo trimestre. Il dato relativo al primo semestre evidenzia un calo del -15,9% a livello delle due province globalmente considerate, e del -15,3% a livello nazionale.

Considerando le sole esportazioni manifatturiere delle province di Novara e Vercelli, risultate

pari a 3,3 miliardi di euro nel primo semestre 2020, esse hanno registrato un calo tendenziale pari al -15,8%.

ECONOMIA&LAVORO

Secondo i dati forniti da Confindustria Novara Vercelli Valsesia, nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni complessive delle province di Novara e Vercelli sono diminuite nel loro insieme del -26,1%

Il Covid si abbatte come un machete

sull’industria: calo vertiginoso dell’export

di Redazione 10 Novembre 2020 Commenti 0

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LAVOCEDINOVARA.COM

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Le esportazioni di macchine di impiego generale (rubinetteria-valvolame) sono risultate in calo del -24,1% a livello provinciale e del -29% a livello nazionale; il dato relativo al primo semestre, che contempla un primo trimestre meno negativo rispetto al secondo, evidenzia una flessione dell’export del -14,3% per la provincia di Novara e un calo del -19,1% a livello nazionale.

Nel secondo trimestre 2020 le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento della provincia di Novara sono calate del -44,3%, invertendo il trend (ancora) positivo del primo trimestre dell’anno, quelle nazionali del -42,4%. Il dato relativo al primo semestre indica un calo del -18% per l’export novarese, e un calo del -24,5% per l’export italiano del settore.

Articolo di Redazione

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CORRIERE TORINO 1+3

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Oltre due miliardi di crediti deteriorati

di Andrea MIMI a pagina 3

I NUMERI

DELLA CRISI Secondo un report di Banca ifis nel 2021 raddoppierà l'attuale stock Ma l'aumento maggiore si registrerà con le sofferenze già in pancia

L'andamento del nuovo deteriorato (Npl + Utp) in Piemonte

Flusso annuale Tasso di deterioramento Piemonte - Tasso di deterioramento Italia

% Flussi au Totale Italia

5,00 4,50 4,00 3.50 300 2.50 200 1.50 1:00 0:50 0,00

5% 5% 5% 5% 5% 5% 5% 5% 5% 6% 6% 7%

4,3% 4,2%

4,5%

2,8%

2020 E 2021 E 6,00

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3,00

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Quotidiano

Economia locale Pag. 6

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11-11-2020

CORRIERE TORINO 1+3

Crediti deteriorati, mina da 2,5 miliardi Il Covid riporta

il Piemonte al 2014

B

anche e società di factoring si rimboc- chino le maniche, la pandemia da Covid- 19 lascerà in eredità nel 2021 un fardello difficile da scrollarsi di dosso: un am- montare di nuovi crediti dete- riorati di oltre 2 miliardi che riportano il Piemonte indie- tro di 8 anni, quando l'Euro- zona stava uscendo dalla crisi del debito sovrano grazie alla massiccia iniezione di liquidi- tà della Bce e in Piemonte si contava uno stock di 2,5 mi- liardi assottigliatosi via via sempre di più, fino a raggiun- gere gli attuali 1,2 miliardi. A sottolinearlo in un report per Corriere Torino è Banca Ifis, gruppo bancario specializza- to in servizi e soluzioni di cre- dito alle imprese e acquisizio- ne e gestione di portafogli di crediti deteriorati.

Oggi nella nostra regione si contano quasi 46mila debitori con un importo pro capite di 85mila eurn '' ' finem ,lolla

media nazi euro, ma p trati su Tc però non è tasso di de elevato par le province

no Cusio Ossola che insieme costituiscono il 7% regionale:

le ragioni sono tutte da indivi- duare nelle difficoltà registra- te dalle imprese nel settore dei servizi, più che dalle fami- glie.

Se è vero che nel 2021 ci aspetteranno 2,5 miliardi di

rrprliti rir tr rinrati —vale a (li- re la somma di sofferenze bancarie (Npl, non perfor- ming loans) e inadempienze probabili (Utp, unlikely to pay) —, il doppio di quest'an- no, c'è un altro dato da pren- dere in esame — avvertono gli analisti di Banca Ifis — e che dovrebbe far drizzare le an- tenne: il tasso di decadimen- to, ovvero il flusso con cui un credito peggiora il suo stato.

«In Piemonte è sempre stato più alto che nel resto d'Italia e continua a esserlo perché in questa regione vanno in crisi meno imprese, ma quando succede precipitano molto ve- locemente, difficile trovare dati così polarizzati», spiega- no da Banca Ifis. Quest'anno il tasso è intorno al 24,7% (con-

propria sofferenza. «Aumen- ta cioè quel pregresso in diffi- coltà e che mi porto dietro da anni».

E nel complesso, sia guar- dando a Utp che a Npl, ad ave- re problemi a rifondere debiti saranno di nuovo le aziende più che le famiglie. Dunque?

Tra quest'anno e l'anno pros- simo Banca Ifis si aspetta oltre un miliardo di cessioni di Npl

— rispettivamente 600 milio- ni alla fine di quest'anno e 500 milioni l'anno prossimo. Ben poca cosa rispetto ai dati presi in esame nel precedente, il 2017-19, quando furono alie- nati 6 miliardi di crediti dete- riorati lordi: 1,3 nel 2017, 2,6 nel 2018 e 2 nel 2019 (il dato 2018 è influenzato dall'accor- do Intesa Sanpaolo-Intrum).

«Le iniziative messe in campo dal governo come il blocco dei licenziamenti e il sostegno alle pmi hanno con- gelato la situazione di crisi — avvertono da Banca Ifis quindi nell'ultima parte del

2020 vedremo un piccolo au- mento di mediti deteriorati

Cessioni Tra quest'anno e il prossimo saranno di 1 miliardo contro i 6 del biennio 2017-19

L'analisi

cli Andrea Risaldi

perché ci sono interventi pub- blici mai visti prima».

Non è detto comunque che questi futuri crediti deteriora- ti saranno classificati tutti co- me Npl puri poiché, rispetto al passato in cui si lavorava su stock pregressi, ora ci si trova di fronte ad una situazione to- talmente diversa rispetto a quella del 2015.

«Le banche dovranno ge- stire una grande mole di posi- zioni deteriorate "miste" e per farlo al meglio probabilmente dovranno rivolgersi al merca- to», è la tesi di Alessandro Scorsone, direttore sales &

marketing di Axactor Italy, in- termediario finanziario con sede a Cuneo e che opera dal 2016 nel nostro Paese. In Pie- monte gestisce crediti per cir- ca too milioni di euro (pari al 10%o circa del totale che supera il miliardo). «Corriamo il ri- schio oggettivo che, princi- palmente a causa del quadro regolamentare ferreo impo- sto dalle autorità di vigilanza

— nuova classificazione de- - dar provisioning zioni espansive di ietaria non si tra- n effettivo poteri- canali di finan- 1 sistema econo- ti bancari alle pic- die imprese in erva Scorsone.

arinaldi@res.it

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II Sole/2

Manovra impantanata nei ritardi, avanzano Ristori-ter e scostamento

CONTI PUBBLICI

La rapida evoluzione dellapande- mia spostal'attenzione sulle pros- sime mosse a sostegno dell'econo- mia. Si tratta di un decreto Ristori- ter, possibile già la prossima set- tiomana, e del nuovo, l'ennesimo, scostamento di bilancio. Tempi e dimensioni del nuovo aumento degli obiettivi di deficit non sono ancora definiti.

Rogari e Trovati - a pag. s

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La Pa paga in ritardo. "' perle banche 12 miliardi di credhl.

a rischio sofferenza

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D Sole/2

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Manovra impantanata nei ritardi

Avanzano Ristori-ter e scostamento

Conti pubblici. L'evoluzione della crisi spinge il governo ad accelerare su nuovi aiuti e il deficit aggiuntivo per finanziarli. Attesa record per la legge di bilancio in Parlamento, l'arrivo alla Camera è previsto per venerdì

Marco Rogari Gianni Trovati

ROMA

Cresce la tensione sui ritardi nell'arrivo della manovra in Parlamento. Ma nel frattempo la rapida evoluzione del quadro pandemico spostai riflettori sulle prossime mosse necessarie a so- stenereun'economia nuovamente col- pita dalla crisi sanitaria. Si tratta di un decreto Ristori-ter e del nuovo scosta- mento di bilancio, che torna prepoten- temente al centro della scena spinto dallacorsadellemisurerestrittive anti- Covid. Che in soli due giorni hanno cambiato il colore a cinque regioni e hanno messo sotto stretta osservazio- ne altri quattro territori. Mentre tutto lascia pensare che nemmeno queste si- ano le ultime mosse.

In 48 ore, insomma, la cartina dise- gnata dall'ultimo Dpcn sembra già ar- cheologica. E proprio la rapidità di que- sta dinamica spinge ad aggiornare im- mediatamente l'agenda del ministero dell'Economia. Come mostra la lunga riunione che ieri il ministro dell'Econo- mia Gualtieri hatenuto con viceministri e sottosegretari, in cui s i è parlato espli- citamente di un decreto Ristori-ter, possibile già la prossima settimana, e dell'ennesimoscostamentodibilancio.

Tempi e dimensioni del nuovo au- mento degli obiettivididefidtnonsono ancora definiti. Perchéilcompitodidare lemisureallenecessitàdiulteriorifinan- ziamentitoccheràappunto all'assesta- mento del quadro dellemisure anti-Co-

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MILIARDI Nella legge di bilancio in arrivo alla Camera dovrebbe essere ampliato a s miliardi, dai 4 previsti originariamente, il Fondo per i nuovi ristori da distribuire nel 2021

IMAGOECONOMICA

EFFETTO COVI!)

Manovra in ritardo. II premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri

Addio faldoni, manovra via web

Addio ai faldoni di emendamenti trasportati dagli assistenti parlamentari lungo i corridori di Montecitorio durante le sedute delle commissioni. La Camera continua a spingere sul lavoro a distanza e quindi sulla

digitalizzazione dei documenti. Per ora si tratta di un'indicazione che i presidenti delle commissioni potranno fare propria ma non sarà obbligatoria. Nel corso della riunione tra Roberto Fico e i deputati anche il numero uno della commissione Bilancio Fabio Melilli

Castelli. La viceministra dell'Economia Laura Castelli ha annunciato l'inserimento in legge di bilancio di un pacchetto di misure «salva-imprese» per rifinanziare gli interventi a garanzia della liquidità e introdurre un calendario più lungo per piani di rilancio e concordati

ha rivolto un invito a evitare foglie foglietti. Allo stesso tempo, è il ragionamento di alcuni parlamentari, la

dematerializzazione costituisce il primo passo necessario per arrivare magari in futuro a ottenere il voto a distanza nelle commissioni e poi, chissà, anche in Aula. Ciò che però resta necessario, è stato rimarcato anche da Fico, è il rispetto della privacy: i deputati dunque non potranno collegarsi alle sedute dai luoghi pubblici.

z µIRRODdZIONERISERVATA

340 milioni

IL FONDO DEL DL RISTORI BIS

La dotazione prevista per le nuove regioni arancioni e rosse decise tra lunedì e ieri per il 2020. Altri 70 milioni per il 2021

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CONGIUNTURA ISTAT

Produzione industriale in calo del 5,6%

nel mese di settembre

Settembre gelale speranze di una rapida ripresa dell'indu- stria dalla crisi innescata dal Covid. Dopo quattro mesi di crescita e soprattutto dopo il forte rimbalzo di agosto, l'Istat registra infatti un calo della produzione italiana del 5,1% su base annua e del 5,6%rispetto ad agosto.

Ma sarebbe sbagliato vedere in questo calo iprimi effetti della recrudescenza della pandemia: «I dati di settembre vanno letti ancora all'interno dei forte rimbalzo della pro- duzione che c'è stato dopo il primo lockdown e sono da considerare una correzione di questo rimbalzo», osserva Sergio De Nardis, senior fellow alla Sep-Luiss. Lo dimostra il fatto che, nella media del terzo trimestre, il livello della produzione cresce del 28,6%rispetto al trimestre prece- dente e che, rispetto a luglio, settembre segna comunque un aumento dell'1,3%. «Potremmo forse aspettarciunot- tobre ancora tutto sommato positivo: temo che il peggio arriverà con imesi successivi, quando comincerannoafar- si sentire gli effetti della seconda ondata dei contagie delle conseguenti chiusure», aggiunge De Nardis.

Guardando ai singoli settori produttivi, l'Istat registra in settembre riduzioni tendenziali particolar- Dopo quattro mente marcate per le industrie tessili, dell'ab- mes i bigliamento, pelli e accessori (-20,8% rispetto dì crescita, a settembre 2019), così come per ilcomputo arriva petrolifero(-20,4%),Incontrotendenza solo la gelata le attività estrattive (+2,7%) e la fornitura di sulle attese energia (+2%).«In questa crisi anomala gioca- di ripresa no anche fattori di complementarietà tra i delle imprese consumi-osserva De Nardis - per cui non è del tuttovero che i soldi non spesi in un settore più colpito dalla crisivadano poi a beneficio di altri comparii».

Per quanto riguarda i prossimi mesi, tutti gli analisti concordano su previsioni negative per l'ultimo trimestre dell'anno, come rileva una nota del Centro Studi Promotor a commento dei dati Istat di settembre, a causa del «riac- cendersi dell'emergenza Coronavirus e per l'effetto nega- tivo sull'economia (ma non sulla salute dei cittadini) degli interventi per contrastarla». Molte speranze per uscire dalla crisi attuale sono riposte nell'utilizzo del Recovery Fund, dice GianPrimo Quagliano, presidente di Promotor.

«Quello che accadrà nei prossimi mesi dipenderà ov- viamente dall'andamento della pandemia, ma ritengo che i fondamentali dell'industria siano tutto sommato buoni per tre ragioni - osserva Fabiano Schivardi, ordinario di Economia industriale alla Luiss -:le imprese, soprattutto le pmi, sono arrivate a questa crisi con una strutturafinan- ziaria più solida rispetto aquella del 2007-2008, quindi ri- tengo che siano mediamente pronte aripartire non appena ci saranno le condizioni per farlo». A sostenere la ripresa potrebbero contribuire anche le politiche economiche atti- vate dall'Unione europea e dallo stesso governo italiano che, pur con tutti i limiti, sono improntate a una logica espansiva e non restrittiva come accadde nella crisi prece- dente. «Penso che se ci dovesse essere una prospettiva cer- ta di uscita dalla pandemia, anche non a breve ma sicura, grazie ad esempio aunvaccino, anche le prospettive di cre- scita economica sono buone», conclude Schivardi.

—Giovanna Mancini

Economia . &Imprese

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D Sole/2

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Da Industria 4.0, giustizia civile

e liberalizzazioni +6% di produttività.

Bankitalia. Un paper misura l'impatto di tre riforme sul totale dei fattori: gli effetti benefici sono del 4-8%

sul Pil di lungo periodo, dello 0,4% sugli occupati Davide Colombo

ROMA

Le liberalizzazioni dei servizi intro- dotte con il dl "Salva Italia" del 2011,

le riforme della giustizia civile vara- te a partire dallo stesso anno e il pacchetto "Industria 4.0" lanciato nel 2016 hanno prodotto effetti mi- surabili sia dal punto di vita macro- economico sia sotto il profilo mi- croeconomico. In particolare, al netto delle incertezze sulle stime e ignorando tutti gli choc negativi che hanno colpito l'economia nazionale nello stesso periodo, nel 2019 que- ste tre riforme strutturali avrebbero determinato un aumento del livello del Pil tra i 3 e i 6 punti percentuali rispetto a quello che si sarebbe rea- lizzato senza interventi governati- vi. Nel più lungo periodo la capacità produttiva, stimata in termini di Pil potenziale, grazie alle tre riforme (due delle quali senza oneri per lo Stato) si rafforzerebbe del 4/8%, con effetti positivi anche sul merca- to del lavoro: +0,4% gli occupati;

-0,3 punti percentuali il tasso di di- soccupazione.

In attesa di conoscere quali sa- ranno le scelte dell'Esecutivo in vi- sta dell'adozione del piano anti-cri- si Next Generation EU, la Banca d'Italia accende una nuova luce a favore delle riforme strutturali e lo fa con i risultati quantitativi del Working paper (n.1303) pubblicato oggi nella collana "Temi di discus- sione" a firma di tre economisti del-

I L LAVORO

la nostra banca centrale, Emanuela Ciapanna, Sauro Mocetti e Alessan- dro Notarpietro.

L'analisi si è focalizzata su que- ste tre riforme (e non su altre come il Jobs Act o la riforma della Pa, pure adottate negli ultimi dieci anni) poiché per esse erano disponibili indicatori quantitativi sufficiente- mente dettagliati che ne hanno consentito una valutazione d'im- patto su due variabili chiave: la pro- duttività totale dei fattori (Ptf) e la differenza tra prezzo di vendita e costo di produzione dei beni/servi- zi delle imprese (mark up), indica- tore del livello di concorrenza nel mercato di riferimento.

I risultati sono incoraggianti: le liberalizzazioni nei servizi (per esempio le aperture domenicali dei punti vendita e le possibilità di am- pliare le superfici commerciali, l'abolizione delle restrizioni fiscali e sulla pubblicità dei servizi profes- sionali o, ancora, la liberalizzazione nel settore dei trasporti) avrebbero aumentato la Ptf del 4,3% e ridotto il mark up dello 0,7%. Gli incentivi all'innovazione, che comprendono il super-ammortamento, l'iper- ammortamento, i crediti d'imposta per R&S e la "nuova Sabatini", avrebbero dato un impulso alla Ptf dell'1,4% mentre le riforme della giustizia civile dello 0,5%. Tra il

2010 e 112018, su quest'ultimo fron- te, una delle evidenze empiriche prese in considerazione è il calo del 27% dei fascicoli arretrati e la ridu-

zione avvenuta da 15 a 13 mesi della durata media di una controversia civile o commerciale.

Una volta valutati gli effetti delle riforme su Ptf e mark up è stata rea- lizzata una simulazione sulle varia- bili macroeconomiche di interesse tramite un modello dinamico sto- castico di equilibrio generale (DSGE). Le stime prodotte sono in linea con quelle delle principali or- ganizzazioni internazionali (Ocse e Fini) ma anche con quelle del mini- stero dell'Economia e dimostrano come gli effetti delle riforme strut- turali, ovvero gli interventi sul lato dell'offerta capaci di rimuovere gli ostacoli a produzioni più efficienti di beni e servizi, siano maggiori nel più lungo periodo.

Delle tre riforme esaminate si as- sumono tempi di attuazione varia- bili tra i tre e i sette anni e gli autori insistono nel sottolineare che la quantificazione degli effetti macro- economici va considerata al netto di tutti gli altri fattori che hanno in- fluenzato l'andamento reale dell'economia (l'anno scorso il tas- so di crescita del Pil ha segnato un ristagno attorno allo 0,3%). In altri termini: immaginiamo dove si sa- rebbe fermato il livello del reddito nazionale in assenza di quelle tre ri- forme. Una lezione per i policy maker che dovranno decidere quali leve muovere per uscire dalla reces- sione che ci ha imposto il nuovo co- ronavirus con l'epidemia Covid-19.

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Allarme lavoro in Italia. Oltre un lavoratore su 10 è impiegato in imprese a rischio, e la percentuale sarebbe più alta senza Cig. Nella Ue l'impatto pandemico è peggiore solo in Spagna. Lo rileva uno studio di quattro economisti che la Bce pubblicherà nel suo bollettino

L'impatto delle riforme

GLI EFFETTI STIMATI

RIFORMA SHOCK ANNO TIMING

Liberalizzazione dei Servizi

Produttività totale dei fattori:

+4,31% 2012 7 anni

Markups: -0,72pp 2012 7 anni

Innovazione Produttività totale dei fattori:

+1,37% 2017 4 anni

Riforma della Giustizia Civile

Produttività totale dei fattori:

+0,49% 2011 3 anni

GLI EFFETTI DELLE RIFORME SULLA CRESCITA POTENZIALE

PIL CRESCITA POTENZIALE 10

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GLI OCCUPATI A RISCHIO IN ITALIA

L'impatto dello shock pandemico è peggiore solo in Spagna, fra le economie europee, dove a rischio è un lavoratore su sette.

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INTERVISTA A GENTILQNI

«Recovery, percorsi speciali»

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di Federico Fubini

I

1 commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni: se è necessario bisogna pensare anche a procedure straordinarie per il Recovery Plan italiano. Le spese per l'emergenza, non diventino permanenti. a pagina 13

Primo piano La seconda ondata

L'INT'ERVISTA ll commissario europeo all'Economia:.

«I negazionisti non saranno mai maggioranza»

Gentiloni: procedure straordinarie per il Recovery plan italiano

Federico Fubini

L'accordo sul bilancio fra i governi europei e l'europarla- mento è fresco di firma e ora Paolo Gentiloni vede la strada in discesa anche per Next Ge- neration EU. «Ci sono le con- dizioni perché il lavoro proce- da più o meno con il calenda- rio previsto», dice il commis- sario Ue all'Economia.

I governi sono concentrati sulla pandemia. Questo può frenare i piani di rilancio?

«In questa fase, l'emergen- za e la prospettiva si incrocia- no. Una difficoltà sia a Bruxel- les che nei singoli Paesi viene non solo dal carattere inedito di Next Generation EU, ma anche dal fatto che non ci sarà uno spartiacque netto tra emergenza e rilancio. Non avremo una crisi a V, non tor- neremo di slancio alla situa- zione di prima. Secondo le nostre previsioni, alla fine del

2022 non tutti i Paesi saranno ai livello pre-Covid e nessuno al livello che avrebbe avuto senza la pandemia, in termini di Prodotto interno lordo».

Dunque i governi, Italia inclusa, devono rispondere all'emergenza e insieme pia- nificare il dopo?

«Purtroppo sì. Se fronteg- giare l'emergenza assorbe tut- te le energie, siamo nei guai.

Sarebbe grave non impostare questa opportunità con lungi-

miranza e questo vale per Bru- xelles tanto quanto per le ca- pitali nazionali. Non ne farei una questione di calendario:

per ora alla Commissione ab- biamo ricevuto solo tre piani nazionali in forma compiuta e altrettanti in forma parziale».

Ci sono osservazioni sul Recovery plan che rivolge- rebbe ai vari Paesi, Italia in- clusa, in questa fase?

«La prima è che il ruolo di garante della Commissione, se non ci fosse, andrebbe in- ventato. Se stiamo lavorando a creare dei binari per i pro- getti, non è per dare dei fasti- di burocratici: per rendere le nostre economie più verdi, in- clusive e digitali, questa occa- sione non vada sprecata. Ri- cordiamoci però che l'esecu- zione si rivelerà almeno im- portante quanto la stesura dei piani: soprattutto per Paesi come Italia o Spagna che han- no una storia di assorbimento dei fondi europei tutt'altro che perfetta. Come si organiz- za dal punto di vista istituzio- nale l'esecuzione di un piano così cospicuo?».

Con procedure straordi- narie?

«Noi le incoraggiamo. Na- turalmente ogni Paese avrà le proprie soluzioni, ma se il va- ro di questi piani non si ac- compagna a qualche elemen- to straordinario di semplifica- zione dei processi decisionali,

il rischio di un assorbimento insufficiente delle risorse è molto grave. Per come è con- gegnato Next Generation EU, il mancato rispetto di tempi e obiettivi del piano rende diffi- cile l'erogazione delle risorse.

Nel momento in cui si lancia il piano, si ha il dovere di riflet- tere alle innovazioni istituzio- nali o organizzative che pos- sono renderlo eseguibile. A meno che non si voglia rinun- ciare a parte dei fondi. Ma noi non lo raccomandiamo. Ab- biamo messo sul tavolo un bazooka, non va trasformato in un mezzo bazooka».

In sostanza niente «busi- ness as usual»?

«Non è business as usual.

Si può pensare a una corsia preferenziale che richiede qualche limatura dei processi decisionali a livello legislati- vo. E bisogna che i piani siano realistici: qui nessuno deve vincere un premio di futuri- smo, servono progetti coeren- ti e realizzabili».

Ma in Italia se ne parla po- co. Che impressione le fa tutta questa segretezza?

«Non c'è un'ora X in cui En- zo Amendola, il ministro che sta coordinando con grande impegno questo lavoro, ci manda un'email e quello di- venta il piano dell'Italia. Lo scambio sarà costante. I Paesi che hanno già mandato i pro-

getti hanno incontri settima- nali con i nostri uffici. Il tem- po c'è. L'importante è avere chiara la necessità di un coin- volgimento degli stakeholder, degli attori sociali e istituzio- nali coinvolti. E difficile im- maginare che anche le sem- plificazioni necessarie fun- zionino, se non sono frutto di una convergenza fra le forze parlamentari e del Paese».

L'impatto economico del- la seconda ondata del virus sarà duro come fu con la pri- ma, o meno?

«Che la seconda ondata non si traduca ín una double dip recession, una recessione con una doppia caduta dell'at- tività, è ancora possibile. Ma non garantito. E possibile perché abbiamo attrezzature sanitarie e una preparazione delle imprese, nella manifat- tura e nei servizi, che consen- tono di tenere aperta una par- te dell'economia più ampia che in primavera. L'orizzonte dei vaccini per il 2021 è reale.

Ma possiamo evitare una dop- pia recessione solo se le misu- re di confinamento inizieran- no a produrre risultati sulla curva epidemica. E questo non è ancora evidente».

Spesa in deficit e sostegno della Bce hanno permesso un rimbalzo estivo dell'eco- nomia. Sono da proseguire?

«Le regole di bilancio sono

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sospese almeno per tutto il

2021 e fino a quando perdura questa caduta eccezionale del prodotto. Le nostre previsioni dicono che potremmo non tornare ai livelli pre-Covid pri- ma di fine 2022. Serve tutto il sostegno necessario, per tutto il tempo necessario. Il che vuol dire anche pensare al fu- turo, non dimenticare la so- stenibilità del debito a medio termine, non immaginare che una crisi prolungata non pos- sa avere rischi anche per i cre- diti deteriorati del settore bancario».

Vuole dire che c'è un limi- te al deficit che si può fare?

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Incoraggiamo spese per l'emergenza, ma che non diventino permanenti Per investire bene i fondi Ue coinvolgere il Parlamento e l'intero Paese

«La Commissione non solo tollera, ma incoraggia spese straordinarie per far fronte al- l'emergenza. Ma invita a una grande cautela nell'evitare che queste ulteriori spese sia- no non necessarie e soprat- tutto diventino permanenti.

Lo stesso vale per quella che qualcuno ha chiamato la ma- no visibile dello Stato. Non deve trasformarsi in un'illu- sione di autosufficienza. Ab- biamo una strategia indu- striale europea. Il fatto che la Commissione oggi sia flessi- bile sugli aiuti di Stato non deve alimentare piccoli stata-

lismi senza prospettiva. L'in- tervento pubblico a volte è ne- cessario, ma non può diventa- re un'ipoteca sul futuro».

La minaccia del trumpi- smo ha spinto noi europei a responsabilizzarci. Il Reco- very fund nasce anche da questo clima. Con Joe Biden torneremo ad adagiarci?

«Non direi che Donald Thunp in quanto tale sia stato il coagulante. Ci sono state Brexit, la crisi migratoria, la pandemia. Non credo che l'Europa avrebbe preso in ma- no le decisioni in modo così risoluto altrimenti. Biden del resto non sposterà l'attenzio-

ne degli Stati Uniti, che è sulla Cina. Ma darà grande discon- tinuità sul Covid e sul clima, rientrando negli accordi di Parigi. Per l'Europa si aprono spazi, non si chiudono».

Antilockdown e negazio- nismo saranno la nuova benzina del populismo?

«Non sottovaluto questa piaga, ma la partita dei no mask non sarà mai maggiori- taria. Avendo perso il suo lea- der di riferimento, Trump, il nazionalismo populista ha subito una sconfitta notevo- le».

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Paolo Gentiloni, 65 anni, è commissario europeo all'Economia dal 2019 In precedenza è stato presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 12 dicembre 2016 al 1° giugno 2018, ministro delle Comunicazioni nel governo Prodi II e ministro degli Affari esteri nel governo Renzi

CORRIDELLA SERA..

Il governo chiede più chiusure

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Ue contro Amazon: falsa la concorrenza

>Secondo l'Antitrust europeo ha utilizzato i dati ►Vestager: abuso di posizione dominante in Francia dei rivenditori per promuovere i propri prodotti e in Geiinania. L'azienda replica: «Accuse infondate»

L GASO

BRUXELLES L'Antitrust Ue ha mes- so sotto tiro Amazon accusandola in via preliminare di pratiche anti concorrenziali perché trae indebi- tamente profitto dai dati dei detta- glianti indipendenti che usano il suo sito Internet.

Inoltre ha avviato una seconda inchiesta per pratiche anti concor- renziali con il sospetto di tratta- mento preferenziale delle offerte Amazon o dei venditori nella piat- taforma che usano i suoi servizi di consegna. La commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ha inviato al colosso Usa una "let- tera di addebiti" nella quale spiega come abusa della propria posizio- ne dominante in quanto fornitore di servizi di scambio in Germania e Francia, i suoi due mercati più grandi nella Ue. Amazon ha il du- plice ruolo di gestore di mercati che consentono a venditori di ter- ze parti di offrire prodotti ai consu- matori e rivenditore sulla propria piattaforma: in tal modo compete

con i venditori terzi (spesso picco- le e medie imprese) che si affidano alla sua piattaforma per offrire i lo- ro prodotti. Dall'analisi di oltre 80 milioni di transazioni e circa 100 milioni di elenchi di prodotti sui mercati europei di Amazon è emerso che dati aziendali granula- ri e in tempo reale relativi agli elenchi e alle transazioni di vendi- tori di terze parti sulla piattafor- ma alimentano sistematicamente gli algoritmi per le vendite al detta- glio del gruppo, sulla base dei qua- liAlazon decide quali nuovi pro- dotti lanciare, il prezzo di ogni sin- gola offerta, la gestione delle scor- te e la scelta del miglior fornitore per un prodotto. Ha spiegato Ve- stager: «Le nostre preoccupazioni riguardano le informazioni che Amazon Retail ha sui dati azienda- li sensibili di un particolare vendi- tore e quelle sui dati aziendali di oltre 800 mila venditori che copro- no oltre un miliardo di prodotti».

Se non sono "big data" questi....

Mentre i rivenditori investono

La commissaria Ue Margrethe Vestager

molto per identificare i prodotti da offrire assumendosi dei rischi quando investono, Amazon ha la strada aperta usando i dati del ven- ditore di terze parti per le proprie strategie. Ilgruppo si dichiara non d'accordo con le conclusioni di Bruxelles indicando di rappresen- tare meno dell'i% del mercato al dettaglio globale e che «in tutti i Paesi in cui operiamo ci sono ri- venditori più grandi».

I DETTAGLI

Quanto alla nuova inchiesta, Ama- zon è sotto tiro per pratiche che potrebbero favorire artificiosa- mente le proprie offerte al detta- glio e le offerte di venditori sul mercato che utilizzano i suoi servi- zi di logistica e consegna. Sotto esame i criteri per selezionare il vincitore della "Buy Box", la casel- la nella pagina dei dettagli del pro- dotto in cui i clienti possono avvia- re la procedura di acquisto aggiun- gendo prodotti ai carrelli di spesa (più venditori possono offrire lo stesso prodotto): essere scelti per

occuparla è fondamentale dato che da lì viene generata la stra- grande maggioranza di tutte le vendite.

Non va sottaciuto il rilievo poli- tico delle nuove mosse della Ue, che ha fatto del contrasto delle pratiche anticoncorrenziali dei gruppi digitali uno dei terreni di intervento più importanti. Insie- me agnello della tassazione dei co- lossi del Web. Mentre Vestageran- nunciava la decisioni contro Ama- zon, la presidente von der Leyen lanciava un'offerta rivolta al futu- ro a Biden per rafforzare la part- nership transatlantica. Una nuova alleanza Ue-Usa come «spina dor- sale di una nuova alleanza globa- le». Avvisando però che, in assen- za di un accordo internazionale sulla tassazione dei colossi digita- li, l'Europa procederà da sola. Solo all'inizio del 2021 si capirà come Biden intende gestire questo fron- te.

A.P.S.

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SCENARIO BANCHE E RISPARMIO GESTITO Ue — banche in risoluzione: Gli Stati europei sono al lavoro per trovare una soluzione a un problema aperto dell'Unione bancaria il possibile deficit di liquidità per le banche che vengono sottoposte a risoluzione. Questi istituti potrebbero fronteggiare un buco dovuto a fughe di depositi o assenza di collaterale attraverso cui chiedere liquidità al mercato o alla Bce Secondo un'analisi della Bce appena pubblicata gli attuali strumenti di supporto alla liquidità sono «insufficienti». Il deficit medio in uno scenario avverso sarebbe di 10,8 miliardi, circa la metà del sostegno che Santander ha fornito a Banco Popular dopo la risoluzione del 2017. Ma questa cifra è spinta al ribasso dagli istituti che non avrebbero problemi In alcune banche il buco di liquidità calcolato da Francoforte arriverebbe a 184 miliardi di euro. In una crisi sistemica il fabbisogno di liquidità potrebbe superare 313 miliardi. L'11 settembre l'Eurogruppo ha chiesto a una task force tecnica un report che è stato poi presentato nella riunione del 3 novembre. I ministri finanziari torneranno sul tema nel primo semestre del prossimo anno.

Alcune opzioni sono già sul tavolo. Un ruolo centrale dovrebbe essere svolto dal Single Resolution Board (Srb). che potrebbe emettere titoli e prestarli alle banche in risoluzione, che così avrebbero collaterale per ottenere liquidità dall'Eurosistema (il modello

«Fiat»). Un'alternativa è una garanzia del Srb alla Bce passività della banca. che avrebbe simili effetti Ci sono però al momento alcuni nodi tecnici da sciogliere

Vigilanza Bce — Deutsche Bank/1: A causa dell'elevato rischio di insolvenze dovuto alla pandemia. la vigilanza bancaria europea ha messo nel mirino i leveraged loans. ovvero i prestiti a leva finanziava elevata già trattati dalle linee guida dell'SSM Bce del 2017. Tra le più attive del settore. Deutsche Bank sarebbe stata invitata - fino al collaudo di un sistema di gestione del rischio - a 'sospendere alcune transazioni leveraged chiave' secondo FT le precauzioni non sono state adottate alla lettera. altre fonti dicono che la misura si riferisce ai leveraged inutilizzati. Il portafoglio di DB equivale a 11 miliardi (2% del portafoglio totale). 4 dei quali ancora non utilizzati a marzo 2020 Preoccupa particolarmente il mercato secondario dei LL europei e americani:

Bce stima che l'esposizione totale delle 26 vigilate a fine 2019 si attestava sui 417 miliardi (il 20% dei prestiti alle imprese).

Vigilanza Bce — Deutsche Bank12: La Bce avrebbe richiesto qualche mese fa a Deutsche Bank di adottare criteri più prudenti nel delicato segmento dei leveraged loans. ma la banca avrebbe respinto al mittente l'invito.

ritenuto troppo restrittivo rispetto agli standard adottati nell'industria La Bce definisce questo comparto come quello che riguarda imprese la cui esposizione totale supera di sei volte il profitto lordo (Ebitda): la Bce include nell'esposizione totale le linee di credito non utilizzate. mentre Deutsche Bank si trincera dietro la pratica fin qui seguita dalle grandi banche internazionali, che invece non ne tengono conto. Il caso riveste un'importanza che va molto al di là di una semplice dialettica fra controllori e controllati_ E infatti in gioco la credibilità dell'azione di vigilanza proprio in questa delicatissima fase in cui la pandemia sta aumentando l'incertezza con una progressione non inferiore a quella dei contagi.

con conseguenze inevitabili sulla stabilità finanziaria complessiva II caso propone tre questioni cruciali. Primo: l'inevitabile peggioramento delle prospettive economiche per il 2021 accentua i rischi di un settore che da tempo era sotto la lente delle autorità di vigilanza dei principali paesi II secondo terna è che in circostanze come quella che stiamo vivendo.

l'organo di vigilanza ha non il diritto. ma il dovere di imporre criteri più stringenti di quelli adottati dall'industna. perché è dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che nelle fasi di ottimismo (come quella indotta dal permanere dei tassi estremamente ridotti) il miraggio dei profitti immediati porta fatalmente le banche ad abbassare la guardia e a dimenticare che la legge impone di seguire una "sana e prudente gestione" Ed è dovere della vigilanza richiamarle all'ordine Ma c'è un aspetto ancora più delicato la Bce come organo di vigilanza deve acquistare credibilità. così come avvenuto nel campo della politica monetaria.

Brexit — alert Bankitalia e Ivass: In virtù dell'imminente scadenza (31 dicembre) dell'Accordo su Brexit. Bankitalia ha invitato le banche. gli istituti di pagamento e gli istituti di moneta elettronica britannici - operanti in Italia - ad informare i loro clienti in maniera adeguata.

dato che in caso di mancata autorizzazione nel nuovo regime 2021 le loro attività diverranno abusive Lo stesso ha fatto l'Ivass con le compagnie assicurative Uk. chiedendo loro di informare i clienti italiani che a meno che non ottengano l'autorizzazione. non potranno più

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stipulare o rinnovare contratti a partire dall'1 gennaio.

Bankitalia — Bollettino statistico: I dati diffusi ieri dalla Banca d'Italia con il supplemento al Bollettino statistico "Banche e moneta" indicano in settembre un nuovo balzo dei depositi dell'8,3%

sui dodici mesi_ in accelerazione rispetto al +7.1%

registrato in agosto. Quindi calo dei redditi. vincoli alla mobilità e. soprattutto la grande incertezza sugli sviluppi della crisi sanitaria continuano a frenare i consumi delle famiglie e le spese delle aziende e a far crescere. per conseguenza. i depositi bancari Ora i depositi delle famiglie hanno superato i 1.079 miliardi: una situazione inspiegabile se non fossimo in una recessione che non ha origini economiche o finanziarie e che ha colpito.

contemporaneamente il lato della domanda e quello dell'offerta. Basti dire che a fine giugno il rapporto tra risparmio e reddito disponibile è arrivato al 18.6%. secondo gli ultimi dati (stat. un valore più che doppio rispetto alla media e alla mediana osservate nel 2019 A settembre. scrive la Banca d'Italia. i prestiti alle imprese sono aumentati del 6.8% rispetto al +6%

registrato in agosto I prestiti alle famiglie, invece, si sono mantenuti sui ritmi di agosto: +2%

sull'anno rispetto al +1.9 per cento di agosto In rialzo anche la voce complessiva dei prestiti al settore privato che cresce del 3.8% sui dodici mesi rispetto al +3.6% del mese precedente_ Alla fine del trimestre estivo. con un'economia nazionale che metteva a segno un rimbalzo congiunturale del 16.1%. i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni.

comprensivi delle spese accessorie. si sono collocati all'1.61 per cento in settembre (1.67 in agosto)), mentre quelli sui nuovi crediti al consumo sono saliti al 7.89% (7.82 nel mese precedente).

In lieve rialzo anche i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle aziende non finanziarie (+1.31 per cento contro il +1.15 di agosto). In particolare i prestiti su finanziamenti fino a un milione di euro sono stati pan a►l'1.71% mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore si sono fermato allo 0.98 per cento. Nel mese le banche hanno continuato ad alleggerirsi dei crediti deteriorati anche grazie alle cartolarizzazioni' le sofferenze sono diminuite del 14 2% sui dodici mesi, mentre in agosto la riduzione era stata del 14.7%.

Bankitalia — working paper: II working paper n_1303 di Bankitalia sulle riforme strutturali si focalizza in particolare sulla liberalizzazione dei servizi (DI -Salva Italia") e la riforma della giustizia civile introdotte nel 2011. oltre che sul pacchetto

"Industria 4 0- del 2016. L'elevata disponibilità di indicatori quantitativi hanno consentito una valutazione del loro impatto (risultato positivo) in chiave Ptf e mark up.

E

stata poi varata una simulazione tramite DSGE che ha dimostrato maggiori effetti macroeconomici nel lungo periodo In attesa delle nuove misure è bene per i policy maker tenere in considerazione le dinamiche di tali riforme.

Pagamenti Pa — potenziali sofferenze bancarie:

Il potenziale ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. concomitante ad alcune normative europee come quelle sul default e sul «calendar provisioning» e ad altre complicate leggi italiane potrebbe innescare una tempesta per le banche e le imprese italiane, oltre che per il debito pubblico nazionale. Secondo le stime di Assifact l rischio é che trai 7 e112 miliardi di crediti alla Pubblica amministrazione acquistati dalle società di factoring e dalle banche possano improvvisamente finire in default nei loro bilanci. Portando in un terreno minato l'intera esposizione che le banche hanno verso l'amministrazione pubblica inclusa quella in BoT e BTp. Non perché lo Stato sia davvero insolvente

— la Pa paga. in ntardo ma paga sempre -. ma per un cortocircuito normativo. che rischia di creare un paradosso proprio mentre a macchina dei pagamenti pubblici stava iniziando a marciare meglio che in passato. E proprio mentre le banche si preparano ad affrontare una vera ondata di crediti deteriorati. causati dal Covid Ancora ancora oggi si può stimare in 25-30 miliardi (fonte Abi) l'arretrato di fatture della Pa non saldate nei tempi E nei cassetti delle amministrazioni più lente. gli ultimi monitoraggi calcolano 3.7 miliardi di fatture per così dire storiche. che hanno visto scadere di almeno 12 mesi i termini di legge per la liquidazione. Quindi il ministero dell'Economia e Bankitalia stanno lavorando a pieno ritmo per trovare con Bruxelles una soluzione normativa da infilare nella manovra. nel corso del suo esame parlamentare La soluzione va mandata in Gazzetta Ufficiale entro fine anno prima che la nuova normativa europea sui default entri in vigore. Altrimenti un cortocircuito figlio di una Babele normativa rischia di creare un effetto a valanga paradossale. in grado di rendere più difficile l'accesso al credito perle imprese che lavorano conia Pa. di riempire di crediti deteriorati

"fittizi" le banche e di colpire addirittura la gestione dei titoli di Stato_ Tutto nasce dalla nuova definizione europea di default. che uniforma per tutte le banche del Continente questo concetto a partire dal 1` gennaio. La regola è semplice- passati 90 giorni dal mancato pagamento di un

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prestito con importo oltre una certa soglia (che diventano 180 se il debitore è la Pubblica amministrazione), una banca deve considerare quel credito scaduto Cioè insolvente E da quel momento parte la "clessidra" prevista da un'altra normativa europea quella sul «calendar provisioning». La banca deve cioè svalutare quel prestito in bilancio. con date ben definite. fino a portarlo a zero in tre anni qualora sia senza garanzie Considerando quanto lenta sia la Pubblica amministrazione a pagare (180 giorni sono irraggiungibili per molte realtà), è evidente che questo sia un problema- il rischio è che da gennaio venga considerato insolvente nei bilanci bancari un pezzo dello Stato italiano Cioè una parte dei crediti verso la Pa che le banche acquistano tramite operazioni di factoring.

Proroga prestiti garantiti: Il ministro dello Sviluppo economico. Stefano Patuanelli, annunciando l'intenzione di prorogare fino a giugno le garanzie sui crediti ha spiegato che è

«fondamentale» per sostenere l'accesso al credito di imprese e famiglie. Il titolare del Mise.

quindi_ apre alla proposta dell'Abi di estendere lo strumento per garantire liquidità fino al prossimo 30 giugno. come permesso dall'Unione europea con la proroga delle misure all'interno del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato Patuanelli ha inoltre ribadito l'intenzione di inserire in manovra un «forte potenziamento» di Industria 4.0, intervenendo sia sull'aliquota di detrazione sia sui massimali_ Quanto al superbonus al 110% per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici.

finanziato già per tutto il 2021. sarà prorogato oltre il prossimo anno

Cessioni crediti deteriorati: Le banche italiane stanno concludendo le ultime cessioni di crediti deteriorati del 2020. Nelle prossime settimane infatti si chiuderanno le principali operazioni avviate nella seconda metà dell'anno e verranno incardinati alcuni deal che entreranno nel vivo l'anno prossimo. Molti di questi progetti sono cartalarizzazioni garantite (gacs), uno strumento assai utilizzato ormai da qualche anno nel sistema bancario italiano In dirittura di arrivo ci sarebbe la cessione da parte di Unicredit di un portafoglio di crediti in leasing dal valore nominale di circa 2

miliardi su

cui sarà applicata la garanzia dello Stato Nell'agenda dei banker ci sarebbero poi già diverse gacs per il 2021, a partire da un jumbo deal da circa 8-10 miliardi di valore nominale che dovrebbe essere lanciato da un primario istituto italiano Un'altra asset class a cui le banche stanno guardando con particolare attenzione è

quella degli unlikely to pay: i crediti non ancora in default e proprio per questo bisognosi di attenzioni particolari da parte dei gestori. Se Credito Fondiario e Amco si sono fatte avanti per il portafoglio corporate Django da un miliardo di Banco Bpm. a breve Unicreclit dovrebbe annunciare la cessione del portafoglio Dawn da circa 600 milioni ad Illimity. la challenger bank fondata da Corrado Passera E invece

in fase di finalizzazione l'operazione Hydra di Mps, la scissione delle sofferenze e degli utp della banca senese e la loro vendita ad Amco.

L'operazione (curata da Lazard) costituirà un tassello prezioso per la privatizzazione dell'istituto diretto da Guido Bastìanini anche se al momento l'unico pretendente al tavolo della trattativa (Unicredit) appare piuttosto freddo. Per il 2021 il mercato attende una nuova ondata di crediti deteriorati. anche se per il momento ogni stima appare prematura_ Quel che è certo è che non solo le banche. ma anche ì grandi ser✓icer si stanno attrezzando per gestire i nuovi flussi Servicer: In audizione alla commissione d'inchiesta sulle banche. l'ad di Intrum Italy - Marca Knothe - parla degli effetti di questa seconda fase panclemica sul sistema bancario.

come l'aumento del tasso di default o il calo del 20-30% degli incassi che però è in linea con le percentuali del settore. Previsto invece un npe ratio del 12% ben più alto della media Europa (5%). Entro un paio d'anni è previsto un nsiko di aggregazioni che cambieranno lo scenario

`aumentando i volumi ma diminuendo i giocatori" - spiega Knothe - mentre in Italia è previsto un forte aumento degli Npl (tra 60 e 100 miliardi) nei prossimi 18 mesi. I banchieri chiedono infine flessibilità alla. Bce a causa delle difficoltà dovute al calendar provisioning il quale impone svalutazioni anche sugli Utp

Amco: Il direttore hr - Luca Battagliero - ha parlato del piano assunzioni di Amco: `dal 2017 le risorse sono quadruplicate (da 70 a 270. ndr) e saliranno a 400 nel 2022". formate soprattutto in competenza ed esperienza. Tutto il personale (nuovi assunti compresi) ha una scheda con target personali e societari. L'età media di Amco è 42 anni. mentre la percentuale di occupazione femminile è pari al 42% (31% nella fascia dirigenziale) Tutte le fasi - comprese onboarding e induction. spiega Battagliero - avvengono per via telematica e i dipendenti vengono subito dotati di smartphone e laptop. I profili più ricercati sono gestori di asset. Utp ed Npl e provengono per lo più da direzioni business. operations o di staff.

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