• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.752, 30 settembre

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.752, 30 settembre"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIEN ZA ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BA N CH I. F E R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I

Anno XV - Voi. XIV

Domenica 30 Settembre 1888

N. 752

I liUOVI PRIVILEGI

Il positivismo — almeno quale lo intendiamo noi — ammette come fatale la prevalenza della forza ; e nelle formule che costituiscono il diritto moderno : la eguaglianza dei diritti o la eguaglianza della legge, vede' manifestati piuttosto dei desideri ohe derivano dall’ umanitarismo, che non siano accertati dei fatti sui quali la società abbia base o possa aver base.

Ma ammesso il principio o meglio il fatto della prevalenza della forza, è importante assai notare e seguire la evoluzione che la forma di questa forza va° compiendo, affine di mantenere la propria preva­ lenza, affine di eludere gli ostacoli che lo svolgimento della società umana, specialmente nella parte tecnica, va preparando od opponendo a quelle forme che riveste la forza prevalente e 1e quali a poco a poco per mille ragioni affievoliscono, si logorano e fini­ scono ad essere da altre forme soverchiate.

Oggi non vi ha dubbio una delle principali forme che assume la forza prevalente e dominatrice sulla società è quella della produzione. — Gol pretesto o coll’ artifizio che è la produzione quella che dà la­ voro a molta parte deila società, i produttori len­ tamente, ma con perseveranza, ottengono di essere investili di quei privilegi dei quali altra volta usu­ fruivano alcune caste e che furono abbattuti colla speranza di costituire la società sul regime della eguaglianza di tutti i suoi membri.

In questi ultimi tempi col sistema doganale vigente in quasi tutti gli Stati, si è costituita una condizione privilegiata ai produttori, assicurando loro un minimo guadagno, mostrando che la legge è disposta a in­ tervenire ogni qual volta le vicende economiche minacciassero loro del danno, infine dando ad essi, quello che vien negato ad ogni altra classe della società, la assicurazione della vita economica contro i più gravi infortuni. — E siccome in fin dei conti il dazio non è altro che una imposta che si preleva su tutti i cittadini a favore dei produttori ; voglia o non voglia — e con semplice mutazione di forma — siamo arrivati alle stesse condizioni del medio evo quando il signore imponeva ai suoi vassalli gravezze quante i suoi interessi o capricci domandavano. ^ Sono i produttori di bastimenti o di trasporti marittimi quelli che accusano una deficenza di gua­ dagno? Ecco che lo Stato provvede a spese di tutti aumentando le imposte e dispensando premi alla marina mercantile. — Sono i produttori di grano o di uva quelli che lamentano il buon mercato e quindi la deficenza di utili ? Ecco lo Stato che sgrava

loro le imposte dirette e se ciò non basta, ordina mediante il dazio che il prezzo del grano diventi di 5 lire per quintale superiore a quello che potrebbe essere. — Sono i. produttori di rotaie o di cerchioni quelli che si lagnano ? — Ed ecco lo Stato che au­ menta il prezzo di tutti i ferri del 20, del 30, del >4 00 per cento, affinchè i produttori possano dispen­

sare ai capitalisti che hanno fornito il danaro un sufficente guadagno.

E domani si accorderanno premi per la esporta­ zione del vino o per quella dell’ olio d’ oliva, nè si sa dove potremo arrestarci in questa via dei privi­ legi, la quale non rappresenta altro se non la pre­ valenza in questo momento della classe o casta dei produttori, o meglio di alcuni produttori sopra tutte le altre classi o caste sociali.

E mentre Parlamento e Governo traggono lo Stato per una via così contraria a quei principi sui quali lo Stato e la società moderna proclamano di essere solidamente costituiti, vediamo che gruppi di individui che si dicono socialisti o che alzano la bandiera della eguaglianza, non solo perdono il loro tempo nel culto di assurde utopie o di sterili aspirazioni, ma appro­ vano col loro voto o tollerano col loro silenzio queste disposizioni di legge, che sono in flagrante contrad­ dizione coi sommi principi democratici ed economici ; giacche, è d’ uopo riconoscerlo, nessuna scienz-a so­ ciale è così profondamente democratica come l’ eco­ nomia politica, la quale colle sue dottrine, colle sue armonie, col suo laissez fa ir e , laisses p a ss er, inter­ pretate nel senso scientifico e non nel volgare, ha sempre predicato che a ciascuno dev’ essere dato secondo le sue opere, che soltanto il corpo sociale coll’ istintivo suo apprezzamento è giudice di quanto ognuno si merita, meutre l’ intervento di qualsivoglia potere tendente a sostituirsi al giudizio istintivo, è fonte solo di giudizi erronei, di patenti ingiustizie e di odiosi privilegi.

Queste considerazioni di indole generale ci occor­ sero alla mente leggendo le conclusioni del congresso tenutosi a Venezia in questi ultimi giorni per otte­ nere che sia reso più efficace il principio erroneo della proprietà letteraria.

(2)

re-girne di sana libertà la società pagherebbe a buon mercato.

Noi abbiamo un libro, un romanzo, una poesia, un trattato scientifico capace di produrre i migliori risultati per la educazione ed istruzione della na­ zione; il tipografo e col tipografo l’ autore, doman­ dano che la legge conceda loro di stabilire a questo prodotto un prezzo di gran lunga superiore a quello che si potrebbe ottenere senza l’ intervento della legge stessa.

E lo Stato colla pieghevole sua condiscendenza verso i produttori in ' genere, si dimostra sempre pronto a concedere o ad accrescere i privilegi, sem­ brando convinto che la felicità e la prosperità di una nazione consista non già nell’ ottenere collo stesso sacrifizio la maggior copia di soddisfazioni mediante il buon mercato,' ma piuttosto quando riesca a fal­ si che il produttore ottenga mediante l’alto prezzo del prodotto la maggior somma di benefizio.

Nessuno può sospettare che noi siamo ultimi a lamentare la scarso guadagno che la produzione in­ tellettuale riceve in Italia ; — scarsi i lettori; timo­ rosi i tipografi, mal pagati gli autori. — Ma tutto questo ci fa chiedere non già che venga incoraggiata la così detta tutela della proprietà letteraria, la quale tende a rendere sempre più alto il prezzo del libro, dell’opuscolo ecc. ma anzi a far sì che col buon mercato si diffonda la luce, la scienza, la istruzione. Se non che molli trovano parole commoventi par­ lando della misera condizione dei produttori di cose letterarie — dei letterati cioè — i quali senza la protezione non potrebbero condurre che una vita infelice. E la rettorica non manca di vestire questo stato di cose, che è un fatto, coi colori più vivi. Nè noi neghiamo che sia così ; ammettiamo la esistenza di questo scarso compenso che senza la protezione otterrebbero i produttori di cose letterarie ; ma sib- bene ci domandiamo : — è questa una buona rar gione perchè la legge abbia ad intervenire? — È questa una buona ragione perchè con un artifizio legale si imponga una tassa sui consumatori a van­ taggio dei produttori? Se lo Stato deve intervenire con la legge per aumentare il guadagno di chi lavora, pare a noi che prima di ascendere alle alte classi sociali dei letterati, dei poeti, dei commedio­ grafi, dei compositori di musica ec. ec. i quali al postutto per la coltura e la istruzione che hanno possono trovare modo diverso con cui far fruttare la loro attività, prima cioè che io Stato tassando indi­ rettamente la nazione accordi un privilegio ai pro­ duttori di cose letterarie, pare a noi che la sua azione dovrebbe rivolgersi ad altre classi sociali che mal retribuite, mal nutrite, incerte del presente e dell’avvenire, non hanno per di più il retaggio di quella istruzione e coltura che nella peggior ipotesi può salvare da un completo naufragio.

Se privilegio vi deve essere — e l'Econom ista li combatte tutti i privilegi — cominciamo in verità ad accordarlo a quelle classi infelici per difendere le quali la letteratura versa tanti fiumi di inchiostro nei suoi scritti in prosa ed in rima.

Ma i letterati fanno come i produttori e gli agri­ coltori ; è per i lavoratori che fon. Rossi domandò ed ottenne il dazio sui manufatti ; aumentando i miei guadagni, egli dice, potrò pagar meglio i miei I operai ; — è per i contadini che fon. Lucca do- I mandò ed ottenne il dazio sui cereali; aumentando j la rendita, egli disse, i proprietari pagheranno meglio j

i contadini. Sarà filantropia, ma proprio in questo modo e produttori e proprietari di terre vengono costituiti distributori del denaro pubblico... e, di­ ciamo il vero, senza l’ombra di offesa, noi dubitiamo mollo che le mani degli intermediari da questo ma­ neggio della cosa altrui rimangano pulite.

Così i letterati; domandano di essere protetti — cioè di avere assicurato il guadagno affine di aver mezzo di istruire ed illuminare il paese. Gran mercè della vostra buona intenzione, ma diteci un poco: chi è che vi dice letterati e produttori di opere intellettuali lo quali occorra proteggere affine di istruire ed educare il paese? — Questo privilegio, die voi domandate, lo accorderemo al prodotto dello : scienziato che dopo aver sudato molti anni sopra la 1 equazione di una curva produce un opuscolo di tre pagine in cui illustra brevemente la sua formula, la quale riuscirà grandemente utile al mondo? Egli non domanda protezione perchè sa benissimo che | nessuno riprodurrà in una edizione clandestina il suo I scritto, per quanto sia una vera rivelazione che per­ metta di fare un grande passo nel progresso della tecnica. Eppure, se vi è produzione intellettuale che meriti privilegio, è appunto questa, la quale costa molto lavoro e non trova compenso, forse anzi do­ manda un mondo di noie, perchè trovi chi voglia pubblicarla.

Oppure proteggeremo in nome della educazione e della istruzione popolare le produzioni letterarie di

Ponson de T erail, o le edizioni più finamente illu­

strate del Tem pietto d i V enere?

Non vorremmo che il nostro pensiero fosse frain­ teso. Con queste nostre considerazioni noi abbiamo voluto soltanto ricordare che malgrado la etichetta posta in fronte al Congresso di Venezia: tutela della proprietà letteraria, malgrado la rettorica abbondante colla quale si infarcisce la misera condizione dei letterati ed il bisogno di luce del paese, a Venezia si è domandato un accrescimento di privilegio a

favore di una classe di produttori.

ANCORA IL DISCORSO M LL’On. ELLENA

(a ll’

Industria

)

Violenza di linguaggio, ferocia di ortodossia, su­ perbo disprezzo, supina ignoranza, pettegolezzo per­ sonale ed altre belle cose consimili ha trovato fi I n ­

du stria (giornale protezionista di Milano fra i cui

collaboratori figura appunto fo n . Ellena) nell’ arti­ colo che noi abbiamo scritto intorno a! discorso di Anagni nel numero del 16 corrente.

Abbiamo motivo di credere che l’ In d u stria con quella sua risposta non abbia voluto provocarci a perdere la nostra calma abituale; se fi Econom ista avesse voluto veramente usare la violenza del lin­ guaggio ed il pettegolezzo personale, avrebbe trovato ben altra materia e ben altri argomenti per mettere in luce la inopportunità che l’ onorevole Ellena ve­ nisse a parlare di dazi e di tariffe, e che poi l’ono­ revole Ellena in quel modo difendesse l’operato del Governo.

(3)

L’ E C O N O M I S T A 039

V ' - '

30 settem b re 1888

¡rasi, vuoi dire elle la sua competenza in economia ed in storia contemporanea non eguaglia la sua dui- trina tecnica.

Noi persistiamo a ritenere che la condotta di co­ loro i quali dopo avere elaborato e stipulato il trat­ tato del 1881, e dopo aver preso parte alle trattative del 1887 e 1888 per rinnovare un trattato colla Fran­ cia, si sforzano di dimostrare che la applicazione delle tariffe generali era la conseguenza di una situazione economica ed industriale preveduta ed analizzata e che i risultati che dalla guerra di tariffe si ottengono sono tali da soddisfare per il presente e da fornire liete speranze per 1’ avvenire, noi persistiamo a credere che una simile condotta racchiuda una così flagrante contraddizione da mostrare o la leggerezza di mente in coloro che governano le cose economiche, o la esistenza di secondi lini ai quali ci ripugna di pre­ star fede.

Lasciamo un poco che le illusioni, non sempre con buona fede destate ed alimentate dai protezio­ nisti nel paese, svaniscano, ed allora vedremo come i’ on. Elleno e la In d u stria risponderanno al formi­ dabile problema che tutta la nazione istintivamente formulerà rileggendo il verbo protezionista di Anagui.

Se è vero che la industria italiana e la costitu­ zione economica del paese hanno subito una tale trasformazione da domandare un completo cambia­ mento nella politica doganale seguita fin qui; se è vero che le tariffe generali applicate da noi contro la Francia e dalla Francia contro di noi hanno tro vato un terreno così pronto a dar frutti che in po­ chi mesi si hanno notizie « da tutte le parti d’Italia che la produzione industriale si rinfranca e si rimette in via » — come mai si erano intavolate e proseguite trattative colla Francia per la rinnovazione di un trattato che, a confessione di coloro che lo discute­ vano, non sarebbe stato molto dissimile da quello del 1881 ?

La convinzione che il paese era in tale situazione economica ed industriale da esigere questa trasfor­ mazione nel regime doganale, non doveva suggerire la leale dichiarazione che un nuovo trattato non si voleva stipulare?— L ’ essere stati in procinto di sti­ pulare un accordo, non mostra o l’ignoranza delle pretese condizioni del paese, o la disposizione a tra­ dirne gli interessi ? — E T ampollosità colla quale si parla dei magnifici risultali ottenuti in soli sei mesi, non chiude logicamente la porta a future tratta­ tive, a possibili stipulazioni ?

Noi vediamo con terrore che il buon senso sia così facilmente sostituito in paese dalla cupidigia di guadagno di una sola classe sociale ; noi ci ram­ marichiamo profondamente delie illusioni colossali che si suscitano nel paese che lavora ; e lasciando agli interessati di difendere coloro che così provviden­ zialmente dispensano favori e guadagni, non cesse­ remo di gettare il grido di allarme contro una po­ litica doganale la quale tende a creare intorno a sè una folla di interessi e di interessati.

È su questa falange di clienti lucranti che si cal­ cola per resistere alle pressioni che il paese eser­ citerà contro l’artificiosa distribuzione del guadagno; e quando alla fine dell’anno troveremo che il nostro commercio internazionale, che già segna la penul­ tima quota per abitante dei paesi civili, sarà sceso di 4-00 milioni e ci metterà al disotto dei più .poveri paesi, allora, in nome delle industrie sorte con questi artifizi, si domanderà il rispetto per i fatti compiuti.

A questo soltanto tende il discorso di Anagui e come tendenza manifesta a rendere impossibile la ripresa delle trattative, noi dobbiamo giudicarlo una cattiva azione, della quale non ci saremmo occupali se fon. Elleno, invece che essere soltanto deputato, non facesse sventuratamente parte del Governo, e non avesse parlato in nome del Governo stesso.

LE LEGGI E I REGOLAMENTI

È da un pezzo che si fatino vive e fondate la­ gnanze sul modo con cui sono compilati i regola­ menti. Questi destinati per ufficio loro a dare esecu­ zione alla legge e quindi a fissare le norme secondarie, di indole pratica, le disposizioni che agevolano la ! osservanza della volontà del legislatore non dovreb- ! bero mai ledere od usurpare le prerogative della | legge, nè quindi aggiungere nuove restrizioni o im ­

pedimenti, rendere più gravosi quelli già determi­ nati , sconvolgere la compagine dell’ ordinamento creato o modificato per legge ; in una parola i re­ golamenti non devono sovrapporsi alla legge, sostituirsi ad essa e quasi rendere nulla la legge.

Nella realtà non sono rari, ma anzi frequentissimi i regolamenti che esorbitano dalla loro funzione. Un ministro che si è visto respinto da un ramo o dal­ l’altro del Parlamento, una disposizione alla quale invece ci tiene, tenta di metterla nel regolamento ; un altro ministro si riserva di interpretare un arti­ colo di legge a seconda delle sue vedute personali nel regolamento che metterà in esecuzione la legge ; un altro chiamato a mettere in vigore una legge fatta approvare da un predecessore, avversario più o meno dichiarato della riforma tenterà di renderla frustranea col mezzo di prescrizioni regolamentari ; e via di­ cendo. Nella storia legislativa italiana e straniera non sarebbe difficile raccogliere parecchi esempi per cia­ scuno di questi e degli altri casi che si possono facilmente immaginare. Che se mediante il controllo legale del Consiglio di Stato alcuni di questi rego­ lamenti fatti a volontà, per non dire a capriccio, del Ministro non sono poi messi in atto (e .informino per tutti le peripezie del regolamento sul Credito Agrario) è anche incontestabile che non sono pochi i regolamenti in vigore, che contengono diposizioni le quali se non con la lettera certo urtano con lo spirito della legge a cui si riferiscono.

Questo riguarda più' particolarmente i regolamenti, ma e questi ultimi e le leggi offrono poi insieme argomento a censure severi; per la loro compila­ zione. Dire che questa è spesso confusa, ambigua, contraddittoria è dire poco ; bisogna aggiungere che I non è raro il caso che in uno stesso articolo di I legge o di regolamento si abbia o l’assurdo o la ! contraddizione e che è poi frequentissima 1’ antino­

mia tra due arti -oli della medesima legge o dello | stesso regolamento. Anche a questo riguardo le la­

(4)

d’ un punto. Il poggio si è che mentre si conoscono e si mettono in luce i mali e i guasti, la ricerca dei rimedi non dà alcun frutto o almeno nessun resultato serio.

Ad ogni modo il segnalare gli inconvenienti de­ rivanti dalla pessima compilazione delle leggi e dei regolamenti è diventato necessario e doveroso, af­ finchè si proceda a eliminarli. Gli è per questo che abbiamo veduto con piacere la Camera di Com­ mercio di Firenze occuparsi dell’argomento e indi­ rizzare una Memoria al Ministro di Agricoltura, In­ dustria e Commercio intorno alla compilazione delle leggi e dei regolamenti relativi. Benavvisato fu il Consigliere Costantino Forti a richiamare l’attenzione della Camera su questo, tema ; le Camere di Com­ mercio anzi dovrebbero proporsi tutte il compito di segnalare al Governo gli errori incorsi nella compi­ lazione delle léggi e dei regolamenti di indole eco­ nomica e fiscale. Esse ohe ne seguono, o dovrebbero seguirne, la diuturna applicazione sono meglio in grado di avvertire quegli errori.

Or bene la Camera di Commercio di Firenze nella sua Memoria richiama giustamente l’attenzione del Ministro sopra alcuni degli inconvenienti verifi­ catisi nell’applicazione di leggi recenti. E dopo aver rammentato a quali rilievi clamorosi diede luogo la legge per la tassa sulla vendita degli spiriti espone estesamente l’ inconveniente a cui diede luogo la recente legge, malamente redatta, sul bollo. Yale la pena di riprodurre qui le parole stesse della Me­ moria : « Ci piace pure di far cenno di un altro fatto che, a nostro parere, rappresenta il colmo di ciò che è reso possibile dallo stato di cose che la­ mentiamo. Alludiamo alla tassa di bollo di d ieci

centesim i che, abusivamente e contrariamente alle

precise disposizioni del paragrafo C articolo 24 della legge N. 4702, del 14 luglio 4 887, si esige sugli assegni bancari emessi dagli Istituti d i Credito, men­ tre a tali Istituti la legge suddetta vuole mantenuta la tassa di favore di cinque centesimi, stabilita dnl- l’art. 20 della legge 7 Aprile 1884 N. 133 (serie 5 a). Infatti all’epoca della promulgazione della sopra citata legge N. 4702 del 4 4 luglio 4887, attualmente in vigore, lo stato della legislazione, intorno agli assegni bancari, agli effetti tributari era il seguente :

« I<a legge 7 Aprile 4881 N. 433, per l’abolizione del corso forzato, all’oggetto di diffondere l’uso del­ l’assegno bancario, aveva stabilito che gli assegni

em essi d a Istituti legalmente costituiti o tratti sop ra d i essi fossero tassati nella modice misura di cinque centesimi. Con legge posteriore del 5 luglio 1882

N. 951 (serie 3a), ed in occasione della pubblicazione del nuovo Codice ili Commercio, si estese questo privilegio a tutti quanti gli assegni bancari emessi in conformità del Codice suddetto e così, per meglio dire, venne a sopprimersi il privilegio già stabilito a favore degli Istituti di Credito, perchè tutti quanti gli assegni bancari, chiunque ne fosse 1’ emittente, furono sottoposti alla medesima ed unica tassa di bollo di cinque centesimi.

« Così stavano le cose allorché l’ultima legge, ora in vigore, dopo avere ripristinato, all’art. 13, la tassa di bollo di dieci centesimi, col seguente art. 24 che contiene le eccezioni da farsi alla legge stessa, pone fra queste, alla lettera 0, le disposizioni speciali per la tassa di bollo di cinque centesimi stabilita dal - l’art. 20 della legge 7 Aprile 1881 che concedeva appunto agli Istituti questa tassa di favore. Ora è

evidente che, se non si voleva rinnovare questo pri­ vilegio. la legge avrebbe taciuto, e cosi anche gli assegni emessi dagli Istituti di Credito sarebbero stati senz’altro, sottoposti alla regola comune; ma poiché la legge parla e parla nel senso di restituire agli Istituti il privilegio di coi prima godevano, no­ tando appunto questo privilegio fra le eccezioni della nuova legge non si comprende come questa dispo­ sizione tassativa possa essere stata soppressa da una semplice norm ale della Direzione Generale delle Tasse e del Demanio. »

Le lagnanze della Camera di Commercio di F i­ renze per questo fatto sono giustissime e le vivaci parole della Memoria non sono meno giustificate. Ma noi non siamo soliti nè a illuderci nè a illudere gli altri e ppr questo non nascondiamo alla Camera di Firenze che la sua Memoria, opportuna e ragionevo­ lissima, ci pare destinata a lasciare, come si dice, il tempo che trova. Si, è verissimo, questo metodo di far leggi senza sufficiente preparazione, senza stu­ dio delle conseguenze che ne possono derivare, dei rapporti che i progetti di legge hanno con tutta la legislazione esistente equivale à sostituire al regime costituzionale e parlamentare il regime assoluto; è pure esatto dire che dal nostro Parlamento escono in oggi proposte di leggi, non leggi, chè tali non divengono, se non dopo essere passate attraverso il vaglio del potere esecutivo e degli agenti finanziari; ma questo stato di cose olio deploriamo ha tutte le probabilità di continuare per un pezzo. Occorre che il Governo e il Parlamento siano meno invasi dalla smania di legiferare, e che quando si accingono a farlo vi mettano quella cura e quello studio serio che usavansi un tempo ; occorre che il legislatore sdegni un po’ meno di entrare nei particolari e faccia opera meno incompleta ; in una parola è necessaria nel Parlamento una maggiore consapevolezza del proprio dovere e dei proprii diritti. Allora con minor nu­ mero di leggi, sarà possibile di averle meno imper­ fette. Ma per ora aspettiamoci di sentire i letterati lagnarsi del linguaggio barbaro ed oscuro, i pratici degli abusi e delle incertezze, i teorici degli errori scientifici.... il tutto a maggior vantaggio dei causidici.

R ivista (Economica

Le im p ortazion i di gran o e farin e in F r a n cia e in I t a lia - La C a ssa n azion ale d’ a ssic u r a z io n e p er g li in fortu n i d eg li o p era i su l lavoro a l 3 0 giu­ gno 1888.

In questo momento in cui la questione del dazio sui cereali esteri è vivamente discussa tanto in Fran­ cia che da noi, riescono interessanti i dati relativi alle importazioni di grano e farine. Da essi si può desumere quale è stato negli ultimi anni ii movi­ mento commerciale derivante dal bisogno del primo prodotto alimentare e quali sono stati i paesi che hanno contribuito a saldare il fabbisogno di cereali. Cominciando dalla Francia, l’ultimo fascicolo di quella eccellente pubblicazione, che è il Bulletin d e Stati-

stique et de L égislation com parée pubblicato dal Mi­

(5)

30 settem bre 1888 L’ E C O N O M I S T A 641 di farine importate pel consumo della Francia dal 1877

a tutto agosto del corrente anno :

Anni Grano Farine

1 8 7 7 ... Quintali 3,397,462 63,437 1 8 7 8 ... » 13,873,473 74,437 1 8 7 9 ... » 22,170,966 119,252 1 8 8 0 ... » 19,999,437 280,643 1 8 8 1 ... » 12,852,054 235, 693 1 8 8 2 ... » 12,946,981 326, 656 1883... •> 10,117,673 430,890 1 8 8 4 ... » 10,549,219 503,491 1 8 8 5 ... » 6 ,4ñ7,861 298,348 1 8 8 6 ... » 7,097.486 252,643 1 8 8 7 ... » 8,967,143 190,727 1 8 8 8 otto mesi » 7,124,996 145,740

È opportuno avvertire che la tariffa applicata ai grani e farine è stata modificata tre volte da! 1877 in poi. Prima del 1881 il dazio d’entrata sul grano era di fr. 0,(52 il quintale e fr. 1,25 il quintale di farina; con la legge dei 7 maggio 1881 i due dazi furono portati rispettivamente a cent. 60 e fr. 1,"20, con la legge del 28 marzo 1885 a fr. 5 pel grano e 6 per la farina di grano e finalmente con la legge del 29 marzo 1887 a fr. 5 e fr. 8 rispettivamente.

I prodotti algerini rimasero però sempre esenti. Dal punto di vista delle provenienze le importazioni di grano del 1885, 1886 e 1887 si ripartivano nel seguente modo : PROVENIENZE 1885 1 1 1886 1887 . A lgeria... Quintali 9 5 8 ,4 6 3 1,182,947 1,087,514 Stati Uniti (oceano

A tlan tico... 1,084,342 2,031,957 3,283,988

Stati Uniti (oceano

P acifico).. ... 405,869 476,812 865,164

Russia (Mar N ero).. 1,856,995 1,700,450 1,973,962

India inglese... 787,160 960,%7 638,933

R u m en ia... 123,989 151,595 279,850

T u rch ia ... 611,378 352,044 258, 710

Australia... 383,269 34,238 134,454

Altri paesi... 246.396 206,476 444,568

T ota li.. . . Quint. 6,457,861 7.097,486 8,967,143

Non è superfluo richiamare l’ attenzione dei let­ tori sul fatto che i grani dell’ Algeria sono esenti. Questa eccezione non è senza importanza perchè 1’ Algeria entra nell’importazione complessiva per una quantità non piccola.

Le farine importate in Francia provengono prin­ cipalmente dall’Austria Ungheria e dal Belgio.

Quanto ai dazi percetti nel 1887 i 7,879,629 quin­ tali di grano importati da tutti i paesi, meno l’Al­ geria, avevano prodotto 53,649,353 franchi (il dazio essendo stato di tre franchi per tre mesi e di cinque franchi durante nove mesi) le farine di grano ave­ vano pagato inoltre 1,264,360 franchi, sicché l’ en­ trata totale per questo titolo ammontava a 31,913,713 franchi.

- Rispetto all’Italia possiamo dare queste cifre per la importazione del grano e frumento dal 1872 a lutto agosto 1888: 1872 tonn. 329,528 1881 tomi. 147,358 1873 » 268,778 1882 » 164,600 1874 » 364,360 1883 » 232,405 1875 » 311,126 1884 » 355,146 1876 » 328,869 1885 » 723,586 1877 » 209,567 1886 » 936,233 1878 » 346,229 1887 > i ,005,860 1879 » 488,399 1888 (8 mtii) 491,325 1880 » 229,958

11 dazio su 1 grano estero è stato di 14 lire per

tonnellata dal 1878 sino al 1887 quando, non ostante il risultato della inchiesta per la revisione della ta­ riffa doganale, venne portato a 30 lire; col decreto del 10 febbraio di quest’anno, convalidato poi con la legge sui provvedimenti finanziari, veniva fissato in 5Ò lire. L’effetto derivante . da questo aumento, come era facile prevedere, è stato una minore im­ portazione la quale, congiunta ora alla scarsezza del raccolto farà restringere il consumo. 15 anche a notarsi che dal 1885 in poi l’ importazione del grano è stata sempre supcriore al mezzo milio ie di ton­ nellate mentre dal 1872 e anche dal 1862, fatta ec­ cezione del 186-4, non arrivò alle 500,000 tonnellate. Le provenienze del grano importato in Italia negli anni 1886 e 1887 si possono desumere da questo prospetto : Pa e s i di Pr o v e n ie n z a A u stria ... tonn. 40,876 16,488 F ran cia... » 88,509 ■ 7,719 Gran Brettagna. . . » 11,582 391,958 5, 597 R u s s ia ... » 553, 223 Turchia Europea . . » 108,004 148,939 » Asiatica . . » 28,152 25, l ó l

Asia possedim. inglesi . America Stati Uniti e

» 171,657 184,681 Canada ... » 15,859 22,800 Tunisi e Tripoli . . » 33,551 19,850 A lgeria ... 5> IO, 839 2,190 R u m e n ia ... » 15,170 20,136 Altri paesi... » 20,076 99,136 Totale . . . . tonn. 936,233 1,005,86°

L’ aumento più importante è nella importazione dalla Russia, mentre le provenienze da altri paesi, come la Francia, l’Austria, Tunisi, Tripoli, l’Alge­ ria, ecc., presentarono nel 1887 sensibili diminu­ zioni. È indubitato che nel corrente anno questi spostamenti saranno anche più notevoli stante il rac­ colto scarso in quasi tutti i paesi d’Europa. A questi si sostituiranno i paesi transoceanici.

— La Cassa nazionale d’ assicurazione per g i in­ fortuni degli operai sul lavoro la quale ha, come è noto, un fondo di garanzia di un milione e mezzo, procede lentamente, ma costantemente nel suo svi­ luppo. Nel mese di maggio essa ha emesso 96 po­ lizze per 3437 operai; nel mese di giugno, ultimo mese pel quale si ha la statistica, ha emesso 384 po­ lizze per 11,212 operai.

(6)

Dedotte le polizze estinte per regolare scadenza o ! per annullamento (anche se poi rinnovate), al 30 giu­ gno 1888 rimanevano in (¡orso 1883 polizze per 67,394 operai.

Nel mese di maggio vennero denunciati 263 in­ fortuni è nel mese di giugno 311. Cosi complessi­ vamente gl’ infortuni denunciati da quando la Cassa Nazionale venne fondata ascendono a 3707, dèi quali vennero liquidati 3 2 8 4 ; per questi ultimi si ebbero a costatare 130 casi d i morte, 6 d ’ invali­

dità perm anente assoluta, 202 d'invalidità p er m a ­ nente p a rziale, e 2920 d ’ inferm ità tem poranea.

Ce indennità liquidate sommano a lire 291,721.04. Ad illustrazione di queste cifre gioverà qualche confronto fra le operazioni del 1° semestre 1888 e ! quelle del I " semestre 1887.

Ecco la produzione dei due semestri:

1° Semestre 1888 1° Semestre 1887 j

Polizze emesse... N. 898 590

Operai assicurati. . . . 29,448 20,129

Indennità ass. p. morte. L . 34, 832,820. 00 19,342,008,00 Sussidio giornaliero.. . « 29,830.34 14,380.48 Premio annuo... « 103.841.64 64,106.71

Nò meno sensibile è l’ aumento nelle polizze in

corso alla line dei due semestri :

1’ Semestre 1888 1* Semestre 1887 Polizze in corso. . . . . N. 1,885 Operai assicurati .. . . >» 67,394 Premio aimuo... . I . 246,039. 75 1,086 38,273 145,076. 38

Quanto agli infortuni, i due semestri presentano questi risultati:

l'LSem. 1888 I o Sera. 1887

Infortuni denunciati, id. liquidati .

/Morte. . constatate (Invalidità assolata .

I » parziale , Infermità temporanea X. 1,425 1,362 20 2 45 1195 Indennità liquidate

S

per merle . per invalidità assoluta . . » ». parziale . / » infermità temporanea \Totale indennità. I. 185.20 » 3,250. 00 » 19.828.50 » 27,508.46 » 69,106.96 654 ; 579 ! 27 1 I 39 512 25,738.00 2,160.00 13,175. 95 11,670. 67 52,744.62

Apparisce da queste cifre che lutto l’aumento nella spesa — aumento però inferiore alle previsioni — è dovuto agli infortuni di minore, gravità, e ciò si spiega coll’ aumento degli operai assicurati e colla riduzione della franchigia, pel sussidio in caso di infermitcà temporanea, da 40 a soli S giorni ; onde non si denunciano molti infortuni lievissimi che prima sfuggivano alla statistica.

IL C O M M E R C IO I T A L I A N O

nei primi otto mesi del 1888

Ecco le cifre sommarie che ci dà il bollettino della statistica sul nostro commercio internazionale ne primi otto mesi. — L’ agosto ebbe una impor­ tazione di L. 83,163,429 con una diminuzione di

L. 37,040,943 sullo stesso mese dell’ anno prece­ dente; l’esportazione un valore di L. 63,328,180 con una diminuzione di L. 2,796,427.

Complessivamente pertanto negli otto mesi si ot­ tennero le cifre seguenti :

1888 Importazione 773,680,841 Esportazione 618,472,296 Totale. . 1,394,133,137 differ. col 1887 178,947,322 40,382,036 219,529,338 In questo movimento sono esclusi i metalli prezio­ si, i quali diedero una importazione di L. 50,314,300 ed una esportazione di L. 30,397,300.

Continua quindi la diminuzione del commercio in­ ternazionale; tale diminuzione è molto più forte alla importazione che alla esportazione, ma nel complesso raggiunge quasi 220 milioni, il che vuol dire che negli otto mesi del 1888 l’ Italia ha perduto quasi il decimo del suo commercio coll’estero.

Tutte, le categorie hanno contribuito alla diminu­ zione della importazione ; 3 milioni i vini, quasi un milione lo spirito, due milioni, e mezzo gli oli fìssi, un milione il petrolio, un terzo di milione le essenze, e nell’ insieme costituiscono gli 8 milioni di meno deila prima categoria ; — nella seconda vi è il caffè per un milione, lo zucchero per 18 milioni, il pepe per due milioni, in totale 21 milioni, che rimangono 19 per I’ aumento di entrata del tabacco ; — I’ acido acetico, la potassa e la soda, gli ossidi, il carbonato di soda, il cloruro di calcio, il nitrato di soda , il solfato di soda e di potassa, la polvere da caccia, il sapone e le profumerie danno la diminuzione di quasi tre milioni nella entrala dei prodotti chimici, compensata dall’ aumento di un milione e mezzo nelle gomme e resine ; — i colori in genere della IV categoria danno una diminuzione di un milione e mezzo.

Nei filali di lino la diminuzione è di 6.5 milioni, e di oltre 2 milioni i tessuti di canapa e lino in­ trodotti ; del cotone greggio vi è un aumento di en­ trata di 4 milioni ; di tre milioni i filati ; di 21 mi­ lioni è diminuita l’ importazione dei tessuti greggi imbianchiti, a colori o stampati, le mussole, i tulli, ee., mentre leggermente aumenta l’ entrata dei tessuti operati e damascati e dei tessuti misti con seta, lana, ecc. Nella lana vi è diminuzione sensibile nella entrata della materia prima (2.7 milioni) nei tessuti di lana scardassata e pettinata (11 milioni) e negli oggetti misti (1.8 milioni) mentre aumenta quella dei tessuti stampati per mezzo milione. La categoria della seta dà un milione e mezzo di diminuzione nei boz­ zoli, 4.8 milioni di seta tratta, 6.7 milioni nei tessuti, 5 milioni nei pizzi e tulli, 2.6 milioni negli oggetti cuciti ; vi è invece aumento nella seta tratta torta e tinta per oltre un milione, nel nastri e galloni per 2.2 milioni.

(7)

mi-30 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 643 lioni), dal ferro battuto in verghe o spranghe (3.1 mi­

lioni) le rotaie per ferrovie (2.6 milioni), gli uten­ sili e stromenti (2.6 milioni), il rame, ottone e bronzo (2 milioni), i gioielli (3.8 milioni), i fornimenti di orologeria (1.6° milioni). La tredicesima categoria è la sola che dia aumento di importazione, 3 milioni di pietre preziose, 6 milioni del carbon fossile; le altre voci terraglie, porcellane, lastre di vetro, specchi, lavori di vetro diminuiscono.

Nella categoria decirnnquarta la diminuzione è di 22 milioni di minore entrata del grano e granaglie, 3.8 milioni dell’avena, 6 del riso, 1.2 delle farine, 3 milioni di semi ; nella decimaquinta 7.7 milioni in aumento nei cavalli, 3 milioni di meno nei bo­ vini, 3 milioni di meno nel formaggio. Nell’ ultima categoria 13 milioni di meno nelle mercerie.

Più brevemente parleremo della esportazione dove le differenze sono molto minori e si restringono a poche categorie. Nella prima sono 36 milioui di cui 29.4 di vino, e 7.6 di olio d’ oliva di meno intro­ dotte ; nella terza un aumento di esportazione di 1.2 milioni di tartaro e feccia di vino; nella quinta 3.8 milioni in più di canape greggia e quasi un mi­ lione nei filati e tessuti ; nella categoria del cotone l’aumento è di un milione, di cui mezzo di materia prima ; nella categoria seta vi sono 16.6 milioni di aumento sulla seta tratta ed una diminuzione di 2 milioni in quella da cucire; nella categoria decima 2.8 milioni in più per lavori di carta e di cartone ; nella categoria decimaquarta una minore uscita di riso per 11 milioni, di aranci e limoni per 10 mi­ lioni; nella decimaquinta, vi è per tre milioni e mezzo di diminuzione di equini, bovini, eco., un mi­ lione di pollame; e finalmente nell’ ultima categoria 5 milioni di meno nelle mercerie fini.

E diamo ora lo specchio delle categorie:

IMPORTAZIONE

CATEGORIE

secondo la tariffa doganale

I. II. III. iy. v. vi. V II. Vili. IX . X. X I. X II. X1IJ. X IV . XV. X V I. ¡Spiriti, bevande ed o l i i ... ¡Genericolon., droghe e tabacchi.

Prodotti chim. generi medicinali, i resine e profum erie...

Colori e generi per tinta e per c o n c ia ... ... Canapa, lino, juta ed altri vege­

tali filamentosi esci, il cotone. Cotone...» • • • Lana, crino e peli... ¡S eta ... Legno e paglia... ¡Carta e l i b r i ... Pelli... .. Minerali, metalli e loro lavori. Pietre, terre, vasellam i, vetri e

cristalli... Cereali, far., paste e prodotti ve-

get.,non compresi in altre categ. Animali,prodotti e spoglie di ani­

mali non compresi in altre cat. Oggetti d iversi... Valore delle merci importate nei primi otto mesi dell’ anno 1888 -Differenza col 1887

E SPO RTA ZIO N E

20,268,536 - 40,062,122 -8,019,342 19,392,027 26,989,313 — 1,821,575 14,503,373 — 1,450,505 X V II.

Totale delle prime 16 categorie Metalli p reziosi... ... Totale generale. 14,290,976- 105,468.450- 47.502;73i> - 49,461,209,- 31,839,302 - 7,629,719 - 27,045,195 . 113,251,678 83,201,517 124,024,834 55,583,700 14,558,168 775,680,841 50,314,590 825,995,341 8,871,224 . 17,865,774 . 10,023,305 • 18,740,196 ■ 12,485,534 ■ 4,131,801 . 1,265,905 ■ 18,702,464 • 1,966,995 - 37,449,240 - 830,481 - 14,864,944 C ATE GO RIE

secondo la tariffa doganale

I. II. I I I . IV . V. VI. V II. Vili. IX. X. X I. X II. X I I I . X IV . XV . X V I. Valore delle merci esportate nei primi otto mesi dell’ anno 1888

Spiriti, bevande ed olii... Generi colon, droghe e tabacchi. ¡Prodotti chim .,generi medicinali,

resine e profum erie... ■Colori e generi per tinta e per j concia... Canapa, lino, juta ed altri vegc i tali filamentosi, esci, il cotone. | Cotone... ¡Lana, crino e peli... Seta...| Legno e paglia... . Carta e li b r i ... I P e lli... Minerali, metalli e loro la v ori.. | Pietre, terre, vasellami, vetri e

cristalli... ! Cereali, fa r., paste e prodotti ve­ getali, non compr. in alti'e cat. Animali, prodotti e spoglie di ani­ mali, non compr. in altre categ.' Oggetti d iv e rs i...j 97,588,046 3,459,989 33,586,254 6,504,975 Differenza col 1887 + -I-X V II. 29,691,765 -+• 13,764,202 5,822,773 204,792,805 32,632,279 8,197,091 13,749,120 17,912,962 34,773,631 50,585,569 61,109,855 4,300,980

Totale delle prime 16 categorie. Metalli p rez iosi...

Totale generale. 618,472,296 50,397,300 36,532,975 1,006,268 1,953,134 207,362 4,116,450 1,146,812 124,563 14,669,815 1,425,695 3,322,041 194,725 . 3,622,559 • 2,769,854 - 19,325,271 - 4,518,261 - 3,971,743 — 40,582,036 — 37,090,400 668, 869, 596 — 77,672,436

I prodot!i doganali furono i seguenti : Titoli di riscossione 1888 Dazi d ’ Importazione 113.631,989 D azi di Esportazione Sopratasse di fa bb ri­ cazione... Diritti di bollo . ■ Diritti marittimi . • Proventi diversi . . 4, 220, 231 2, 262,243 961,421 3,753,706 776,977 1887 137.933,519 3,772,363 3,517,502 1,070,962 3,721,077 802,998 Differenza — 24,301,530 -i- 447,918 — 1,255,259 — 109 541 4 - 32,629 — 26,021 T ota le. . . 125,606,617 150,818,421 . 25,211,801 LA PRODUZIONE E LA CRISI nel commercio dell’ olio d’ oliva italiano

—178,947,322 — 17,325,800

—196,273,122

La coltivazione dell’olivo, e l’oleificio hanno per il nostro paese segnalata importanza, giacché I Italia non è soltanto la più ricca produttrice di questi olj, ma è indiscutibilmente la piu abile produttrice, es­ sendo i nostri olj ricercati, e i meglio pagati nel commercio mondiale, per la loro intrinseca qualità. Epperò i coltivatori dovrebbero far di tutto per te­ nerla in credito, impedendo qualunque causa che possa farla decadere nella estimazione del mondo

commerciale. .

(8)

Secondo le più recenti statistiche pubblicate dalla Direzione generale dell’agricoltura, l’olivo è coltivato nei territori di 5120 comuni sopra una estensione di 907,898 ettari, da cui si Ita una produzione an­ nuale di ettolitri 3 ,5 i8 ,9 0 l come meglio apparisce dal seguente specchietto:

R EG ION I S u p e rf ìc ie c o lt iv a ta Produzk media ani « O ne male os-$ © l-© Cù Nu m e ro d e i co m u n i n e i q u a li si c o lt iv a R a p p o rt o p e r m il le d el le s up er fi ci e o c c u p a te da gl i o li v i |a q u e ll a t e r r it o r ia le Lombardia... 2,414 4,701 1,95 1 83 1,027 V e n e to ... 2,991 6,577 2,90 921 1,275 i ,iguria... 55,064 153,248 2,78 ‘257,77,972 Emilia... 5,034 5,591 1 ,1 1 35 2,454

Marche e Utnbr. 67,849 165,y85 2,45 331 35,088

T osca n a ... 108,673 253,675 2,23 217 48, 791 Lazio ... 43,753 98.746 2,26 21036,715 Merid. Adriatico. 316,271 1,233,611 3,91 53780,042 » Mediten-. 177,159 701,337 3,96 bS J 38,573 Sicilia... 114,452 659,326 5, 76 336 39,141 Sardegna ... 17, 238 66,104 4, 34 148 6,260 R egn o... 907,898 3,348,901 j3, 69 3,120 30,639

I comuni nei quali l’olivo non viene coltivato sono 5137. Come abbiamo veduto la coltivazione, dell’olivo si estende attualmente su di una superficie di 907,898 ettari. Nel 1879 questa superficie non èra che di 600 mila ettari, cosicché nel periodo di pochi anni si sa­ rebbe estesa di circa altri 300,000 ettari, e l’au­ mento, per quanto afferma l’It a lia ag ricola da cui togliamo queste informazioni, apparterrebbe a quasi tutte le provinole meridionali, e specialmente alle Puglie, e alla provincia di Salerno.

Tanto nella coltivazione dell’olivo quanto nell’estra­ zione dell’olio, da alcuni anni a quésta parte è av­ venuto un notevole miglioramento, sia perchè con maggior cura si praticano gli innesti e le potature, sia per la diffusione dei torchi perfezionati, sia in­ fine per l’impianto di nuovi stabilimenti di oleificio, condotti da persone che alla pratica, accoppiano la necessaria istruzione tecnica.

La Toscana tiene sempre il primato nella produ­ zione degli olj di oliva , ma pare che non ci sieno progressi, se si tolgono gli ultimi perfezionamenti negli olj di Maremma, che oggi hanno poco da in­ vidiare a quelli del Pisano e del Lucchese. Dopo la Toscana per la qualità del prodotto vengono le Pu­ glie, e specialmente la terra di Bari e la terra di Otranto, l’Umbria, l’Abruzzo e il Chietino, ove il pro­ gresso è continuo e intenso. Vengono poscia il Lazio e la Sicilia, ove per quanto le condizioni generali sieno rimaste in gran parte immutate, da alcuni anni in qua si è intrapresa la fabbricazione degli olj fini. Ma la industria olearia attraversa oggi una crise abbastanza aspra ed è opportuno darne qualche notizia.

Le cause della crisi sono molteplici, ma la prin­ cipale secondo alcuni è questa : la limitazione degli usi industriali, a cui serve oggi l’olio di oliva, giac­ ché gli oli di semi lo hanno quasi cacciato dal mer­ cato prendendone il posto nelle fabbriche, e nelle manifatture, e minacciano di cacciarlo anche dal mercato degli oli commestibili, sia per il loro basso prezzo, sia per la loro innocuità alla economia umana forse molto minore di quella dei cattivi oli di oliva.

A queste cause bisogna aggiungere la frode di ta­ luni commercianti che vendono per oli di oliva oli raffinati di sesamo, o di cotone, o la così detta miscela.

La importazione degli oli d’ oliva in Italia è poco rilevante e tende a diminuire. Nel 1871 ne furono importati 33,157 quintali, 81,195 nel 1875; 11,643 nel 1878 ; 181,521 nel 1885 ; 52,954 nel 1886 e 45,327 nel 1887.

L’ esportazione ha subito sbalzi curiosi che deri­ varono forse dalla quantità dei raccolti: essa è effet­ tivamente in diminuzione di fronte a quella che era nel passato decennio, ma negli ultimi tre anni au­ mentò di nuovo. Nel 1871 l’ esportazione ascese a quint. 578,348 di oli che salirono a 926,673 nel 1 8 7 5 ; scesero a a 514,127 nel 1878 e a 359,349 nel 1885. Nell’ ultimo biennio 1886-87 è poco meno che rad­ doppiata, avendo toccato la cifra di quint. 648.001 e di 610,730.

Da uno specchietto che fa parte della pubblica­ zione fatta dall 'Italia A gricola si rilevano due fatti. L’ uno che la Francia in primo luogo, l’Inghilterra e la Russia in secondo luogo sono stati dal 1876 al 1887, i mercati più importanti della nostra pro­ duzione olearia e vengono poi l’Austria, la Germania, l’America e l’ Olanda. L’ altro fatto è che I’ esporta­ zione non è in sostanza diminuita, ma ha risentito le vicende proprie della ulivicultura nazionale. Sic­ ché la crise che oggi subisce la produzione olearia del nostro paese, più che alla diminuzione della esportazione, e alla concorrenza estera, come per il grano, devesi attribuire principalmente al diminuito valore del prodotto. E da ciò I’ egregio scrittore dell’ It a lia A gricola ne trae la conclusione che 1’ obiettivo principale deve consistere nella attuazione di tutti quei provvedimenti, che possono dare un serio impulso alla trasformazione degli oli inferiori, i quelli costituiscono i quattro quinti della produzione totale, in oli fini commestibili, non che ad una più larga esportazione di questi.

CRONACA ECONOMICA D ALLE PROVINCIE

Foggia, Settembre 1888.

Come i lettori dell’ Econom ista, senza dubbio co­ noscono i raccolti in Italia del pari che all’ Estero, e nella Provincia di Foggia forse più che nel resto d’ Italia, sono stati scarsissimi.

Principale prodotto di questa Provincia sono i ce­ reali, a cui tengon dietro, ma ben da lontano, i vini, i formaggi, le lane, gli oli, gli agrumi.

Anche l’ anno scorso i cereali dettero una scarsa resa: e quindi il nuovo colpo di questo anno, cadendo sopra omeri già deboli, è stato risentito più grave­ mente. Nel 1888 pochi fortunati possono vantarsi di aver conseguito il 50 ° /0 della media: i molti hanno dovuto rassegnarsi a molto meno.

Ma quello che impesierisce sul serio è l’ incontro di due circostanze avverse, quali la scarsezza dei ricolti e la restrizione degli sconti.

(9)

Coo-30 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 645 perativa) hanno a do Italo un sistema parsimonioso.

Nè si potrebbe biasimarli: però ora sembra che le cose vengano spinte un pò troppo agli estremi.

Terra vuota non paga padrone, dice l’adagio; ed è pur d’uopo che queste terre vengano seminale se si vuol sperare un prodotto, e non incontrar a cuor leggiero una sicura diminuzione di ricchezza, così privata che pubblica. Quali i mezzi per far ciò se i cattivi ricolti hanno stremato le riserve e se gl’i­ stituti hanno quasi abolito gli sconti?

Senza dire del ceto commerciale, presso del quale per effetto del presente disagio avvengono di giorno in giorno dei fallimenti, non è a dubitare che col tener la corda tesa i nostri maggiori Istituti di cre­ dito non fanno il bene proprio nè quello della po­ polazione.

È inutile parlare di sicurezza dei capitali impiegali giacché rigorosa è semp e la cerna delle firme,' e per lo più gl’ istituti maggiori riscontano la carta dei minori, ottenendo così una ulteriore garanzia nella responsabilità di questi ultimi.

È inutile pure parlare del tasso, che il pubblico accetta senza osservazione tornando quello degl’isti­ tuti di credito senza paragone più vantaggioso di quello dei privati. E poi se la Banca di Inghilterra ha il suo sconto al 4 0«) e si prevede che quanto prima dovrà elevarlo ancora, nessuno qui sarà per dolersi del saggio dello sconto quale che possa essere.

Occorre solo che dopo tante larghezze e tanti in­ coraggiamenti passati, gli Istituti smettano un po’ la loro gran paura di oggi. Il coraggio e la fiducia in tempi difficili hanno formato la fortuna della Banca Nazionale. Se ora il tempo non è sereno, la mag­ giore probabilità non è però che abbia a seguire tra poco la burrasca : e un po’ di maggiore coraggio e di fiducia, mentre allieverebbero le presenti dillì- coltà, metterebbero questi centri produttori in grado di trovarsi meglio robusti quando più o meno lon­ tanamente dovesse scoppiare la tempesta.

IL DEBITO VITALIZIO IN ITALIA AL 00 GIUGNO 1888

L’ ufficio centrale delle pensioni ha pubblicato non è molto la situazipne delle pensioni vecchie e nuove al 30 giugno 1888, cioè a dire alla fine dell’eser­ cizio finanziario del 1887-88.

Nel riprodurre le cifre che riguardano ambedue le specie di pensioni, abbiamo pensato di prendere un termine di paragone affine di meglio vedere il cammino retrogrado fatto dalle prime, e quello in avanti operato dalle seconde.

Al 31 dicembre 1886 la situazione del debito v i­ talizio era la seguente:

Pensioni vecchie

Id. nuove

N. 70,751 per L. 42,696,085.73 » 24,459 » » 22,670,296.62 T o t a le ...N . 95,210 per L. 65,366,382.35

Al 31 giugno 1888 la situazione era la seguente:

Pensioni vecchie N. 64,235 per L. 37,914.171.39

Id. nuove » 30,699 » » 28,844,663.41

Totale...N. 94,844 per L. 66,758,834.80

Confrontando queste due situazioni resulta che al 30 giugno 1886 cioè nel corso di 18 mesi le

pensioni vecchie diminuirono di n. 6,516 e il loro ammontare presenta una diminuz. di L. 4 ,7 8 1 ,9 1 4 .3 4 . Le pensioni nuove al contrario aumentarono ili n. 6,130 e il loro importo si accrebbe di L. 6,174,366.79.

Cumulando insieme pensioni vecchie e nuove re­ sulta che il numero dei pensionati in diciotto mesi diminuì di 366, e l’ importo delle pensioni aumentò di L. 1,392,452.43.

Chiuderemo questi confronti col riportare I’ am­ montare delle pensioni per ciascun ministero col respetiivo numero di pensionati esistenti al 30 giu­ gno 1888 cioè alla fine dell’anno finanziario 1887 88.

Annualità in corso a l l» l u g l i o 1888 Cl a s s if ic a z io n e d e l l e p e n s io n i Numero delle partite Importo I Pen sion i vecchie Ministero delle F in an ze... 12,367 6,888,244. 18

Id. di Grazia e Giust.. 4,199 3,584,276. 67

Id. d e 'li Affari Esteri. 86 161,395. 30

Id. dellTstruzione Pub. 962] 787,180. 28

Id. dell’ Interno... 6, 276 3,762,228. 38

Id. dei Lavori Pubblici 2,464 1,517,774. 85

Id. della Guerra... 29,451 16,689,979. 99 Id. della Marina... 3,332 2,042,687 75

Id. d’Aer., Ind. e Coin. 462 276,330. 16

4,636 2,2 04,07 3.83

Totale. . . . 64,235 37,914,171. 39

Pensioni nuove

Ministero delle F in an ze... 6,602 5,584,540.39

Id. di Grazia e Giust.. 2,516 3,292,947. 38

Id. degli Affari Esteri. 51 116,949.70

Id. dellTstruzione Pub. 820 1,112,674. 95

Id. Id.

3,402 2,865,227. 85

1,583,111.61 dei Lavori Pubblici 1,679

Id. Id.

12,112 11,887,240. 27 1,705,787. 30 della M arina.. . . 2^231

Id. d’ Agr., Ind e Com. 224 270,505. 51

972 425,678.45

Totale. . . . 30,609 28,844,663.41

IL M OVIM ENTO COM M ERCIALE E M A R IT T IM O

della città e porto di Livorno nel 1887

La C am era di com m ercio d i L ivorn o ha pubbli­ cato una lunga relazione sul movimento commerciale e marittimo di quel porto durante il 1887, del quale scendiamo a fare un breve riassunto.

Cominciando dal com m ercio apparisce che il mo­ vimento generale di importazione e di esportazione ascese nel 1887 a L. 126,579,006 e fu maggiore di L. 4,176,877 a quello ottenuto nell’ anno pre­ cedente.

(10)

che provenienti dagli altri porti del Regno vennero sbarcate 194,485 tonnellate di merci, e imbarcate 141,501 si ha un complessivo movimento interno di 336,076 tonn. le quali aggiunte alle tonn. 506,921 che rappresentano le merci sdoganate a peso per il commercio di importazione, esportazione e transito, si ha che il movimento generale di Livorno ascese nel 1887 a circa tono. 842,997 di merce, superando quello dell’ anno precedente di tonn. 65,575.

Il movimento del commercio speciale d’ importa­ zione di Livorno ascese nell’anno 1887 a L. 81,443,137 e superò di L. 7.316,146 quello dell’anno precedente.

Il movimento del commercio speciale d’ esporta­ zione ascese nel 1887 a L. 38,231,807, con una differenza in meno di L. 4,684,243 su quello del 1886, che fu di L. 42,916,050.

Le merci sdoganate a peso ascesero nell’anno 1887 nell’ importazione a tonn. 443,270 e nell’esportazione a tonn. 58,009, mentre nell’anno 1886 erano ascese le prime a tonnellate 382,958 e le seconde a ton­ nellate 6 1 ,0 7 2 ; quindi nell’ anno 1887 si ebbe un aumento nell’ importazione di tonn. 50,312 ed una diminuzione nell' esportazione di tonn. 3,063.

Gli aumenti più notevoli nell’ importazione si ri­ scontrano nelle acque minerali, negli spiriti dolcifi­ cali, negli zuccheri di 2* classe, nella juta,-nel legno comune, nei rottami di ferro, e ghisa, nel carbon fossile, nelle monete d’ argento, nei semi oleosi, nei pesci secchi e affumicati, ec., ec.

Le diminuzioni maggiori furono nei vini, negli oli di oliva, nel tabacco in foglie, nelle rotaie per ferrovie, nelle pietre e terre minerali non metalliche, nelle bottiglie comuni, nei grani e altri cereali, ecc.

Gli aumenti maggiori nelle esportazioni si ebbero negli oli fissi, di oliva, nei legni, radiche, corteccie, licheni, ecc., nelle canape e juta greggie, nelle pelli, nelle scorie provenienti da fusioni di minerali, nel marmo e alabastro in tavole, ecc.

Le maggiori diminuzioni all’ esportazione avven­ nero nei vini in bottiglia, nei cappelli di paglia, nel marmo lavorato, nei laterizi, nei prodotti vegetali, non nominati e nell’ uova di pollame.

Il movimento del commercio, di transito è stato nell’anno 1887 all 'entrata del valore di L, 3,352,031. Paragonandolo con quello avvenuto nell’ anno 1886 che ascese a L. 2,579,544, si riscontra una diffe­ renza in più di L. 7 7 2 ,4 8 7 .Facendo il confronto delle merci sdoganate a peso si rileva una differenza in più nel 1887 di chil. 2,942,840. La medesima differenza si verifica nell’uscita essendo questa uguale all’entrata. Il movimento d i navigazione presenta i seguenti resultati :

I bastimenti arrivati e partiti durante il 1887 ascesero a n. 8,325 della complessiva portata di tonn. 2,688,978 e con 767,842 tonnellate di merce : confrontate queste cifre con quelle ottenute nel 1886 si ha nel 1887 una differenza in meno di 134 ba­ stimenti e di 98,727 tonn. di stazza e un aumento di 44,679 tonn. nel movimento delle merci.

Dei suddetti 8,325 bastimenti n. 1472 vennero impiegati nella navigazione internazionale e 6,853 in quella di cabotaggio.

I bastimenti addetti alla navigazione internazionale

sbarcaron o tonn. 387,181 di merce, di cui tonnel­

late 52 ,7 1 3 dalle navi a vela e tonn. 334,468 da quelle a vapore, ed im barcarono tonn. 44,585, di cui tonn. 17,920 nelle navi a vela e tonn. 26.665 in quelle a vapore.

1 bastimenti addetti alla navigazione di cabotaggio

sbarcaron o tonn. 194,485 di merci, di cui tonnel­

late 90,724 dalie navi a vela e tonn. 103,761 da quelle a vapore, ed im barcarono tonn. 141,591 di cui tonn. 48,122 nelle navi a vela e tonn. 93,469 in quelle a vapore.

Confrontando questi resultati con quelli dell’anno precedente si riscontra nella navigazione interna zionale un aumento di 38 bastimenti e di tonnel­ late 32,241 di merci imbarcate e sbarcate, e un aumento di tonn. 12,438 di merce imbarcate e sbarcate.

Nel 1887 i bastimenti a vela furono 4,537 con­ tro 4,635 nel 1886 e i bastimenti a vapore 3,788 contro 3,824.

I bastimenti di bandiera italiana impiegati nella navigazione internazionale furono 322 e quelli di bandiera estera 1,150 e i bastimenti italiani nella navigazione di cabotaggio 6,203 e gli esteri 650.

II seguente specchietto contiene il numero dei ba­ stimenti di bandiera estera arrivati e parliti a se­ conda della loro nazionalità.

NAVIGAZIONE DI

BANDIERA Cabotaggio' Internazionale

1886 1887 1886 1887 A ustriaca... 9 2 23 16 E lle n ic a ... 9 3 38 33 F ra n cese... 299 4 959 539 Germanica... 89 78 8 . 8 In g le s e ... . 463 429 367 490 A ltre... 132 131 61 64 N. 1,001 650 1,096 1,150

Le costruzioni n avali eseguite nel compartimento di Livorno nel 1887 consisterono in n. 26 basti­ menti della portata di tonn. 1,021 e in due piroscafi rimorchiatori di tonn. 64 di registro netto.

Il movimento fe rro v ia rio nel 1887 si riassume nelle seguenti cifre :

A grande velocità messaggerie, bozzoli, derrate alimentari quint. 24,583 in p a rten z a e quintali 57,198

in a r r iv o ; oggetti di finanza lire 973,999 in p a r ­ tenza e lire 936,046 in a rriv o ; bestiame : capi 134 in p arten za e capi 6,303 in arriv o.

A piccola velocità m erci: tonn. 128,909 in p a r ­

tenza e tonn. 51,984 in arrivo.

Il com mercio speciale dell’ Isola dell’ F.lba con l’ estero ascese nell’ anno 1887 all ’im portazione a chilog. 45,900, a litri 100, a n. 1,651, a metri cubi 21, a ettolitri (capacità) 26 ed a paia 6, ed al- I’ esportazione a chilogrammi 170,909,000, di cui chil. 170,898,000 minerali di ferro, e chil. 10,000 ghisa in pani ; ed a litri 446,400' di vino.

(11)

30 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 647 AH’ attivo le cifre principali sono le seguenti :

Portafoglio L. 2 ,7 7 3 ,7 1 2 ; Beni stabili L. 7 3 ,0 0 0 ; Valori L. 5 1 1 ,8 9 6 ; Sofferenze L. 35,094 e i Cre­ diti L. 403,554.

Al passivo figurano le seguenti: Capitale ver­ sato L. 4 4 2 ,8 4 6 ; Riserve L. 8 7 ,1 5 5 ; Depositi L. 2,246,050.52.

Gli utili dal 1° gemi. 1888 a tutto agosto am-mon- tarono a L. 152,831.69 e le spese a L. 123,690.36.

La situazione complessiva della Banca alla data sopra indicata era di L. 4,552,026.96 tauto al pas­ sivo che all’attivo.

La Banca fino dal settembre 1886 fù autorizzata a fare operazioni di credito agrario.

DELLE

t i .

Notizie. — Le Camere, d i Commercio in In ghil­

terra. — La istituzione delle Camere di commercio

in Inghilterra è dovuta alla iniziativa di un italiano, il compianto prof. Leone Levi, che stabilitosi nel 1840 a Liverpool riusci a convincere i negozianti di quella città a riunirsi e a fondare una Camera di Com­ mercio. L’ esempio di Liverpool lu seguito da molte altre città commercianti inglesi, ed oggi le Camere ammontano a 86. Esse sono completamente indi- pendenti e possono quindi combattere e criticare senza ritegno le proposte del governo. Sono in ge­ nerale formate da un numero piuttosto scarso di soci e questo è veramente strano, considerata l’ im­ portanza del commercio inglese. Londra con 4 mi­ lioni di abitanti non ha che 2500 membri della Ca­ mera di Commercio. Quanto alle altre il numero dei componenti è naturalmente minore come può ve­ dersi da questi dati :

Popolazione Numero degli aderenti Per 1000 abit. Entrate annuali L . ster. Spese annuali L. st. Aberdeen .. 87,409 212 2.42 230 223 Birmingham 400,457 170 0.42 207 229 Bristol... 206,503 213 0. 96 444 463 D ublin.. . . . 249,602 1,135 4.05 2,112 2,129 D undee.. . . 140,239 149 1.05 2,921 2,626 O lasgow .. . 511,415 1,119 2. 19 1,000 546 L eed s... 309,126 180 0. 58 209 215 Liverpool. . 552,425 532 0.97 543 614 Londra. . . . 3,832,441 2,442 0. 64 5,012 4,906 Manchester. 341,508 927 2.07 1,405 1,205

— L a C am era d i Comm ercio d i B uenos A yres nell’ultimo numerò della sua raccolta pubblicava una importantissima e dettagliata memoria del biennio 1 8 8 6 -8 7 coll’alto scopo di far ben conoscere in Ita­ lia il florido e ricco paese della Repubblica Argen­ tina e la sua importanza come produttore e come consumatore; affinchè quelli che hanno o desiderano intraprendere relazioni di affari coll’ Argentina, ne abbiano un esatto concetto e possano con tutta fi­ ducia dedicarsi a qualsiasi genere di commercio con quell’ importantissimo mercato, che trovasi ormai in giornaliero contatto coll’ Italia col meczo di po­ lenti e numerose compagnie di navigazione, nazio­ nali e straniere, ed offre un vastissimo campo al­ l’esercizio dell’ attività commerciale ed al proficuo impiego dei nostri cap itali p e r l'aumento p r o g r e s ­

sivo dei n ostri scam bi. — In questa memoria tro-

vansi pratici consigli ed utili ammaestramenti perciò che riguarda il consumo ed il commercio dei varii e principali nostri articoli di consumo. — Era gli altri meritano una speciale attenzione quelli riguardanti I’ imballaggio essendo pur troppo noto come la mas-, sima parte dei nostri esportatori non abbia ancora saputo o voluto convenientemente imballare le merci da esportare. Osserva in proposito che fatte pochis­ sime eccezioni, tutte le casse contenenti i campioni destinati alla mostra campionaria della Camera giun­ sero in deplorabilissimo stato. I cassoni pesanti lu- rono quelli che soffrirono di pili, infatti tutti i colli contenenti laterizi, liquidi ecc., salvo pochi, arrivarono in frantumi, delle casse contenenti cristalli neppure una ne giunse con la mercie intatta. E lo stesso si verifica in tutte le spedizioni di merci italiane in­ viate a particolari. Da questo la Camera ne trae la conseguenza che gli italiani non conoscono l’arte e suggerisce a tal’uopo alcune uorme. E a questa lagnanza della Camera di commercio italiana si a s­ sociano alcune camere italiane, fra cui principalmente quella di Modena.

Mercato monetario e Banche di emissione

Una grande incertezza ha dominato sul mercato monetario inglese nella decorsa settimana. Ciò dipese da varie circostanze le quali non lasciarono vedere nettamente quale poteva essere la situazione in un prossimo avvenire. Tra gli altri ebbe molto peso il fatto del ritiro eseguito dalla Casa bancaria Baring Brothers di 500,000 sterline dalla Banca di Inghil­ terra per conto della Russia ; i Baring avevano già ritirato prima 600,000 sterline e questi fatti susci­ tano qualche apprensione. Inoltre l’ esportazione di oro per l’ America del Sud pare debba riprendere vigore quantunque in misura lieve. Date queste pre­ visioni un aumento del saggio ufficiale è probabile ; però le operazioni finanziarie ora in corso e tra le altre l’ introduzione di un prestito della Repubblica Argentina faranno ritardare una simile misura, dato che divenga necessario.

Lo sconto sul mercato libero ha continuato a sa­ lire ed è ora a 3 3/4 0/0, questo anche per effetto della liquidazione mensile.

La Banca di Inghilterra al 27 corrente aveva l’incasso a 20,804,000 sterline in aumento di 235,000 e la riserva a 12,214,000 in aumento di 265,000. Il portafoglio era aumentato di 733,000 sterline, i depositi privati di 464,000 e quelli del Tesoro di 510,000 sterline. La situazione della Banca si è adunque rinforzata.

Il mercato americano si trova in condizioni mi­ gliori per effetto degli acquisti di obbligazioni del debito federale fatto dalla Tesoreria. I saggi dello sconto e delle anticipazioni sono alquanto diminuiti e toccano il 2 0/o e ¡1 4 0/p per lo sconto e 1 1/2 e il 2 1/2 0/o per le anticipazioni.

Riferimenti

Documenti correlati

Vi sono non poche Casse di risparmio, e fra que­ ste talune delle meglio ordinate e più reputate, le quali da lungo tèmpo fanno il servizio dì cassa alla

doganale internazionale; e più ancora la diminuzione complessiva dei nostri scambi col­ l’ estero, diminuzione che in sette mesi ha quasi rag­ giunti 180 m ilioni

24, (Palazzo ex Litta) si procederà, dinanzi al Direttore Generale o chi per esso, e coll’intervento di un rappresentante del Regio Ispettorato delle strade

— Dal_ complesso delle notizie avute dai prin­ cipali mercati dell’ interno apparisce che le transa­ zioni ebbero minore estensione delle settimane pre­ cedenti, e

L ’on. Luzzatti nella sua relazione sul bilancio di assestamento, si mostra certo più avveduto dell’ on. Giolitti, ma anche in quella relazione all’ esame freddo

Canada pretendeva di computare le tre leghe della zona ri­ servata a partire dalla linea collegante, due promon­ tori di ogni baia o porto; questo principio era

— Il capitale utile alla tripla emissione 6 1’ ammontare dei biglietti in circolazione (dedotti la corrispondente riserva metallica esistente in cassa, le

In Francia il paragrafo 5 dell’ultima legge cbe fissò il dazio sul grano a cinque lire stabilisce cbe « in circostanze eccezio­ nali e quando il prezzo del