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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.748, 2 settembre

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BAN CH I, FE R R O V IE IN TE RESSI P R IV A T I

Anno XV - Yol. XIX

Dom enica 2 Settem bre 1888

N. 748

POLITICA ED ECONOMIA

In questo momento nel qualejl’ Italia, per l’uno o per l’altro motivo, prende nella politica estera un at­ teggiamento che la pone in maggiore evidenza, sia ptT la maggiore energia colla quale il Governo si comporta, sia per le frequenti prove di considera­ zione che da altri Stati le vengono accordate, non sono inopportune alcune brevissime considerazioni che crediamo dovere nostro di esporre.

A coloro ai quali è sempre ostica la dottrina e ne discorrono con disprezzo quando trattasi di appli­ carla, non sarà discaro se il nostro punto di par­ tenza questa volta sarà straordinariamente pratico.

Ogni amministrazione grande o piccola che sia, individuale o collettiva, ha l’ obbligo, perchè non sia ritenuta come imprudente, di commisurare la propria attività alle forze di cui dispone. Che se, mediante gli artifizi economici è possibile ad un abilissimo amministratore, fare più cose ohe la forza della azienda non conceda, importa che la sua vigilanza raddoppi e tenga presente ad ogni istante che tanto maggiore è il rischio á cui si espone quanto è ec­ cessiva l’ atiività sua.

Ora noi vediamo 1’ Italia, certo per lodevolissimo desiderio dei suoi governanti, spingere la propria attività esterna, e per rimbalzo l ’interna, con un cre­ scendo che ci obbliga a domandare se sia stata bene commisurata questa attività alle forze di cui la nazione dispone, forze che hanno cèrtamente un limito di espansione, ed alle quali non si può attingere senza fine. — Ed impegnandoci noi stessi ad inda­ gare quale possa essere la risposta che a quella do­ manda si può dare, temiamo assai di non andar errati avvertendo che, contrariamente ad ogni più ele­ mentare prudenza amministrativa, vanno in senso inverso due fatti che dovrebbero invece per eguale cammino e quasi di pari passo procedere. — Pare a noi cioè che, specialmente in questi ultim i tempi si manifesti una diminuzione di attività economica, ed un aumento di attività politica. Non sono che sintomi per ora, i quali potranno anche essere pas­ seggeri; non sono che moniti offerti da molteplici e svariali elementi e potrebbero anche cessare; ma è bene tenerne conto fin dal primo loro manifestarsi, affinchè ciò che può essere coincidenza del momento, non divenga movimento costante, che porterebbe od a rimedi gravissimi o ad una catastrofe.

La crisi edilizia che a Roma ed in altre grandi città si trascina senza soluzione; il numero abba stanza notevole di fallimenti, qualcuno colossale, che si verificano in tanti mercati della penisola; qualche

crack di borsa che è sintomo di un risveglio della meno sana speculazione, la quale di solito precede la grandi perturbazioni ; il ristagno del risparmio ; la crisi dell’ agricoltura inasprita dalle conseguenze della politica. doganale internazionale; e più ancora la diminuzione complessiva dei nostri scambi col­ l’ estero, diminuzione che in sette mesi ha quasi rag­ giunti 180 m ilioni e rappresenta quindi 180 milioni di minore attività economica e la perdita conse­ guente che da quei traffici, trattisi di importazione o di esportazione, il commercio e l’industria conse­ guivano ; tutto questo, aggiunto al disordine' finan­ ziario del bilancio, alla necessità stringente di nuovi debiti o di nuovi aggravi, ed-ai pericoli che potranno derivare sempre maggiori dalle perturbazioni che an­ drà subendo il commercio e l’ industria per la rot­ tura definitiva dei rapporti commerciali colla Francia, — tutto questo, diciamo, è per noi sintomo abba­ stanza spiccato di decrescente attività economica.

A questa fa riscontro una attività politica sempre crescente; il nostro contegno verso la vicina Fran­ cia è molto diverso da quello che non fosse qualche anno fa, sebbene anche allora esistessero cause di malcontento; siamo diventati più suscettibili a sen­ tire le offese, più energici nelle rimostranze, più sicuri nel chiedere il giudizio dell’ Europa, più fieri a difendere i nostri diritti. Il che è lodevole, sog­ giungiamo subito, poiché non di solo pane vive l’ uomo; ma non conviene dimenticare che per vi­ vere ha bisogno intanto di pane. I nostri gover­ nanti hanno interviste coi grandi ministri degli altri Stati ; il nostro esercito è spesso in moto, la nostra flotta è più attiva di prima. E sta bene ; vogliamo la considerazione delle altre potenze, vo­ gliamo essere in caso di- esercitare i nostri d iritti colla testa alta e senza titubanza. V i è poi la que­ stione coloniale a cui il Governo in quest’ ultimo tempo ha dato straordinario impulso e intorno alla quale bisognerà pur prendere una definitiva risolu­ zione, che, so non erriamo appagando, i desideri quasi generali, domanderà non piccolo sacrifizio d’uomini e di danari.

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574 L ’ E C O N O M I S T A 2 settembre 1888

IL COMMERCIO ITALO-FRANCESE

(alla R I F O R M A )

Proseguiamo adunque nello studio già intrapreso per dimostrare alla Riforma elle il trattato del 1881 non fu per l’ Italia cosi dannoso come venne affermato, anzi che fu per l’ Italia giovevole. — Oggi le trat­ tative colla Francia per stipulare un nuovo trattato di commercio sono ufficialmente rotte, quindi la di­ scussione diviene più libera e la Riforma può met­ tere in arsenale l’arma usata nel principio della nostra polemica, che cioè apprestiamo argomenti ai nostri avversari, mentre P Economista, specie trat­ tandosi di così importanti interessi nazionali, non ha altro intendimento che quello di dire la verità.

La Riforma ha preso atto delle nostre osserva­ zioni sulla importazione e ci attende all’ esame della esportazione dall’ Italia verso la Francia. Eccoci a mantenere la promesso, e voglia T autorevole gior­ nale romano prestarci la sua attenzione.

La esportazione italiana verso la Francia nel quin­ quennio 1882-86 ha date le seguenti cifre, com­ presi i metalli preziosi :

P er cento E sp ortazion e c o ll’ esportazion e * in F ra n cia totale 1 8 8 2 , . . . . 461. 840. OOO 39 per cento

1 8 8 3 ... 505.872.000 42

1 8 8 4 ... 425.172.000 39

1 8 8 5 ... 513.657.000 46

1 8 8 6 ... 481.533.000 44

Un primo punto adunque vi ù da osservare ed è che se il movimento del commercio italiano verso la Francia è aumentalo in proporzione alla entità del commercio totale, vuol dire per lo meno che il trattato che si era stipulato non ha impedito da quella parte lo sviluppo della nostra esportazione. Vede la Riforma che siamo moderatissimi in questa conclusione, perchè imitandola nella scioltezza di certi sillogismi, avremmo potuto dire che il trattato colla Francia era alla nostra esportazione più favo­ revole degli altri trattati.

Ma la Riforma ci dirà che bisogna tener conto del movimento monetario e per le note ragioni to­ glierlo dal totale del commercio. Ed eccoci a ser­ virla.

Prendiamo, per minor tedio dei lettori, i due estremi del periodo : gli anni 18852 e 1886. Il mo­ vimento di esportazione dei metalli preziosi verso la Francia fu :

1882 1886

O ro ... 1. 155. 000 5. 905.000 A rgen to... 4. 937. 000 32. 479. 000 Totale t>. 092. OOO 38. 384.000

Nel 18852 il totale della nostra esportazione, de­ dotti i metalli preziosi, fu di L. 1,149,575,509 e quindi quello della Francia, dedotti pure i metalli preziosi, ne rappresenta il 39 per cento; nel 1886 il totale della nostra esportazione fu di L. 1,020,948,526 quindi quello della Francia, dedotti sempre i metalli preziosi, ne rappresenta il 45 per cento.

Non vi è alcun dubbio pertanto che la esporta­ zione verso la Francia aumentò, mentre diminuì quella verso gli altri paesi.

La Riforma però affermando che il trattato 1881 fu tanto sfavorevole alla esportazione italiana parlava forse di cifre assolute e non proporzionali; — ve­ diamolo :

Nel 1882 si ebbe una esportazione verso la Fran­ cia di L. 455,748,000 dedotti i metalli preziosi ; nel. 1882 la si ebbe di L. 443,149,000; cioè tutto il gravissimo danno che consigliò la denunzia del tra t­ tato, e portò uno strascico di tanti mesi di incer­ tezza e mise l’ Italia in mano ai protezionisti, tutto il gravissimo danno si ridurrebbe a 12 milioni e mezzo perduti in cinque anni !

Qui per altro preghiamo la Riforma a voler fare una riflessione che speriamo non giudicherà quale sottigliezza di distinzioni. — Se la proporzione della esportazione verso la Francia col totale della espor­ tazione è aumentata e se ciò nondimeno le cifre as­ solute danno una diminuzione, non vuol forse dire che è il complesso della esportazione che dim inuì e che anzi a questa corrente resistette il trattato del 1881 ? — A noi parrebbe di si; e speriamo sembrerà egualmente anche alla Riforma. Infatti lo dimostrano le cifre. La esportazione totale dedotti i metalli preziosi fu di L. 1,149,575,500 nel 1882 e di sole L. 1,020,948,500 nel 1886; vuol dire che la perdita totale fu di L. 88,625,000 e siccome là esportazione verso la Francia rappresenta il 43 per cento la diminuzione di quella parte della esporta­ zione avrebbe dovuto essere circa di 48 milioni e mezzo, mentre fu di soli 12 milioni e mezzo. Dal che si può concludere che veramente il trattato 1881 impedì che nel quinquennio la tendenza generale del nostro commercio di uscita alla diminuzione, avesse completo corso verso la Francia.

Ciò premesso è chiaro che la nostra analisi non può essere che riassuntiva assai, poiché la esporta­ zione non presenta che degli aumenti e delle d i­ minuzioni che quasi si neutralizzano tra loro, per dare i risultati soddisfacenti che abbiamo notato. — Certo che se la Riforma nota tutte le dim i­ nuzioni e trascura tutti gli aumenti potrà venire a conclusioni molto diverse, ma in tal caso dovrà anche giustificare come mai dieno un vantaggio le cifre totali, se le parziali danno solo delle perdite.

Intanto accenneremo agli aumenti più cospicui i quali sono: — 56 milioni e mezzo . 1 vino in botti ; — mezzo milione nel vino in bottiglie ; — mezzo milione nella canapa e lino pettinati, tessuti o di oggetti c u c iti; 1,300 mila lire di lana greggia; ed un milione e mezzo di filati, tessuti ed oggetti cucili di lana e lino ; — 9 milioni e mezzo di seme di bachi da seta e bozzoli; e quasi 14 milioni di seta tratta; un quarto di milione di stampe e lib ri; — oltre un milione di oreficeria ed orologeria ; — due milioni di pietre preziose ; — quasi 700 mila lire di maioliche, vetri, conterie e smalti ; •— oltre 300 mila lire di pistacchi, mandorle, legumi, erbaggi ; — oltre un milione di pollame; oltre un milione e mezzo di uova di pollame; mezzo milione di piume, capelli ec.; 300 mila lire di ventagli ecc. eco.

In totale le principali voci rappresentano un au­ mento di circa 75 milioni.

Passiamo alle diminuzioni :

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2 settembre 1888 L' E C O N O M I S T A 575 milione di sugo di cedro e medicinali; — 700 mila-

lire di radiche da spazzole eoe.; oltre un milione di canapa e lino greggi e 200 mila lire di filati ; — sul cotone 5 milioni di cotone in bioccoli o massa, e 200 mila lire di tessuti ed oggetti cuciti ; — nella seta 2 milioni di cascami o 300 mila lire di tes­ suti ed oggetti cuciti — poi mezzo milione di car­ bone e legna, quasi un milione di mobili, 200 mila lire di utensili, ed oltre 14 milioni di treccie e cap­ pelli di paglia; tra stracci e carta 600 mila lire ; — un milione di pelli crude e conciate', quasi un mi­ lione e mezzo di guanti ; un milione e mezzo di minerali ; — 700 milioni di ferro di 2a fabbrica­ zione; un milione e mezzo di rame greggio', — un milione di rame lavorato; — 200 mila lire di mac­ chine; 300 mila lire di marmo greggio; — oltre un milione di marmo lavorato ; — 800 mila lire di pietre da costruzione e circa ISO mila lire di zolfo', — 11 milioni di granaglie, un milione e mezzo di farina, crusca e paste ; un milione tra semi e le­ gumi; — un milione di equini; — 24 milioni di bovini ; — un milione e mezzo di ovini, caprini e suini; — 6 milioni di carne fresca e salata; — un milione di latte, burro e formaggio; — 3 m ilioni e mezzo di corallo lavorato; — 600 mila lire di mercerie e mezzo milione di diversi. Si ha così un to­ tale di diminuzioni di circa 90 milioni. La Riforma, se tieu conto di questi 90 milioni, trascurerà i 75 milioni di aumento?

Noi attenderemo volentieri che la Riforma dimo­ stri la erroneità dei nostri calcoli, e che teneudo conto anche delle condizioni sanitarie provi che que­ ste hanno influito più sulla esportazione che sulla importazione.

Infine per conetiiudere osserveremo alfa Riforma che essa, assumendo il linguaggio dei protezionisti ha affermato che il trattato 1881 ci era stato dannoso perchè aveva aumentata la nostra importazione dalla Francia e diminuita la nostra esportazione verso la Francia. Noi abbiamo dimostrato che ciò non è vero : 1. ° perchè la importazione dalla Francia da L. 309,926,000 nel 1882 diventò di L. 310,753,000 nel 1886; ma il totale della importazione italiana essendo stato di 1226 milioni nel 1882 (dedotti i metalli preziosi) diventò 1454 milioni e mezzo nel 1886, cioè la importazione dalla Francia diminuì del 4 per cento essendo scesa dal 25 per cento al 21 per cento del totale e per conseguenza quelle che aumentarono furono le importazioni dagli altri paesi. !

2. ° Perchè la esportazione verso la Francia che era nel 1882 il 39 per cento salì al 43 per cento i aumentando del 4 per cento e per conseguenza quelle che diminuirono furono le esportazioni per gli altri paesi.

In conclusione adunque, secondo il linguaggio della Riforma, col trattato del 1881 messi a con­ fronto il 1882 ed il 1886 e dedotti i metalli pre­ ziosi, abbiamo guadagnato 1’ 8 per cento nel nostro commercio verso la Francia ossendo diminuita pro­ porzionalmente l’importazione ed aumentata la espor­ tazione.

Del resto la Riforma non deve sorprendersi della tenacità con cui YEconomista difende il trattato i del 1881. — Nel 1881, quando venne stipulata e ! portata davanti al Parlamento quella convenzione, l’Economista, l’ ha studiata, trovata buona e difesa encomiando chi la aveva con tanta fatica elaborata ; i fatti corrisposero ai risultati, perchè un trattato

di commercio non può essere giovevole ad una sola nazione se non quando sia imposto colla spada. Oggi noi continuiamo a sostenere le stesse idee del 1881 e in verità non è colpa nostra se ci tro­ viamo ad avere per avversari quasi tutti quelli che si possono chiamare gli autori ili quella convenzione.

LE PREVISIONI SUL RACCOLTO MONDIALE DEL GRANO

e il Congresso internazionale di Vienna

Come di solito verso quest’ epoca dell’ anno, l’ at­ tenzione degli agricoltori e del commercio è richia­ mata sulle previsioni che vengono fatte intorno al raccolto dei cereali e al movimento dei prezzi che ne dipende. Coll’ estensione della coltura dei cereali in quasi tutti i paesi del mondo , può dirsi che in ciascun mese dell’anno avviene il raccolto in qual­ che regione del vecchio o del nuovo mondo, ma è verso la fine d’agosto e il principio di settembre che l ’Europa agricola fa i conti per vedere quali saranno i bisogni dei singoli paesi importatori di cereali, quali le disponibilità dei non numerosi paesi espor­ tatori. Le previsioni si fanno naturalmente anche prima dell’ agosto, ma le vicissitudini atmosferiche tolgono di solito a quei calcoli la loro attendibilità; è solo colla riunione internazionale di Vienna che si hanno dati abbastanza approssimativi sui raccolti ed è quindi possibile di stabilire quale sarà la situa­ zione probabile del mercato granario.

Ora dai dati forniti al Saatenmarht di Vienna, da quelli già pubblicati nei vari paesi o da alcuni giornali quasi sempre bene informati, si traggono delle induzioni non favorevoli. E i prezzi dei cereali lo dicono del resto sufficientemente tin d’ora, chè ad esempio a Londra il prezzo del quarter di grano è salito da 33 a 42 scellini, a P a rig i. da 22 a 28 fr. eco. Le condizioni non favorevoli della stagione hanno fatto sì che il raccolto è in quasi tutti ¡ paesi ai -disotto della media, t ì ’ onde, secondo i computi fatti, risulterebbe un deficit complessivo di 50' m i­ lioni dì ettolitri, cioè una differenza in mòno tra i bisogni dei vari paesi e le disponibilità degli altri stati. E perchè il lettore si possa fare un concetto alquanto meno vago dello stato del raccolto, diamo qui le cifre ragguagliate al raccolto medio di 100, quali risultano dalle notizie ricevute dal Congresso di Vienna :

F rum ento S ega le O rzo

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570 L ’ E C O N O M I S T A L ’ America, sempre secondo la stessa fonte, non

avrebbe che 420 m i ioni di bushels contro 456 mi­ lioni nell’anno passato. E considerando l’Europa nel suo insieme si troverebbe in base ai dati surriferiti, che il raccolto totale è del 95 per cento di un rac­ colto medio, mentre nel 1887 è stato del 110,5 0/0. L ’India invece presenta un lieve aumento tanto sul raccolto medio che è calcolato in 7,197,000 tonnel­ late, quanto su quello del 1887 che è stato di 6.590,000 tonnellate; viene infatti calcolato in 7,255,000 ton­ nellate.

Però le valutazioni presentate ab Congresso vien­ nese sia per essere un po’ premature, almeno per alcuni paesi, nei quali il raccolto non essendo an­ cora maturo, non è possibile stabilire definitivamente nè la qualità, nè la quantità, sia per la tendenza a presentare le cose con una tinta pessimista, non vanno accettate senza qualche prudenza e se vuoisi anche con un po’ di diffidenza. Ma sta il fatto che il raccolto dei cereali è stato pessimo in più d’ un paese, in Francia, in Inghilterra ad esempio, in parte anche in Italia e altrove. La raccolta francese è addirittura pessima e viene calcolata in .85 m ilioni di ettolitri riducibili a 80 per difetto di qualità, sicché il consumo essendo di 120 milioni la deficienza sarebbe di 40 milioni di ettolitri. A ll’Inghilterra occorrerebbero 58 milioni di ettolitri contro 50 nel passato anno ; ’ all’ Italia circa 15 milioni, cifra quasi uguale a quella degli ultim i due anni. I bisogni degli altri paesi d’Europa durante l’ ultima campagna sono stati di circa 30 mi­ lioni, e ritenendo che questa cifra non abbia ad au­ mentare, il che pare difficile con la cattiva raccolta, l ’ Europa avrebbe bisogno 145 milioni circa di etto­ litri di grano ; in cifra tonda per tener conto dei bisogni dei paesi estra-europei si può calcolare so­ pra 150 milioni di ettolitri.

Quali sono invece le disponibilità? In America gli ottimisti calcolano il raccolto com i equivalente a quello dell’ anno scorso, ma pare invece che sia in diminuzione, quantunque non molto rilevante. Ad ogni modo la quantità disponibile viene calcolata tra 100 e 140 milioni di bushels, ma è chiaro che è ancora nn dato troppo incerto per poterlo accet­ tare con fiducia, mentre è un fatto accertato che il movimento settimanale di esportazione dai porti degli Stati U niti è ora assai minore di quello del 1887, e che le riserve esistenti in America sono notevol­ mente inferiori. A questo proposito non ci pare senza interesse di avvertire che gli americani distinguono gli stocks esistenti in visibile e invisibile, cioè ancora presso i farmers, e che il modo di calcolarli non è il medesimo per tutti. Delle valutazioni che si po­ trebbero citare, noi crediamo migliore quella dell’ec­ cellente periodico il Bradstreet's di Nuova York, perchè tiene conto anche dei depositi nei magazzini ed elevatori costruiti lungo molte linee ferroviarie, non che delle quantità in transito sulle ferrovie e sim ili altri stocks trascurati o dalla statistica officiale o dalle valutazioni delle Borse di commercio di New Y o rk e di Chicago. Ora secondo il Bradstreet’s al I o luglio le riserve totali ammontavano a 55 milioni di bushels mentre l’ anno scorso alla stessa epoca erano a oltre 71 milioni. Che se prendiamo invece la statistica pubblicata dal dipartimento dell’agricol­ tura troviamo che lo stock visibile al 28 luglio era di 22,190,867 bushels, contro 33,152,228 bushels. E queste diminuzioni non avrebbero grande impor­ tanza se non fossero congiunte a un raccolto meno

2 setiembre 1888 abbondante dell’anno scorso non soler in Europa, ma anche in America.

La Russia ha un raccolto di poco inferiore a quello del passato anno, ma di qualità meno buona, secondo le ultime notizie officiali. Si presume che questo paese e la Rumania esporteranno insieme 40 milioni di ettolitri. Le esportazioni possibili dell’ Ungheria sono calcolate da persone competenti in 7 milioni di eltolittri. Migliore è stato il raccolto delle Indie e dell’Australia e si ritiene che coll’aumentare del prezzo del grano l’esportazione da quei paesi sarà anche più cospicua ; però non si può calcolar sopra un concorso molto maggiore di quello dato nell’anno passato. Sicché a circa 100 milioni di ettolitri am­ monterebbero le esuberanze disponibili lasciando così un deficit di 50 milioni di ettolitri.

Anche se esso potrà essere colmato è certo che i prezzi, come già hanno fatto, aumenteranno e che la lotta sui mercati per avere il grano non potrà non essere vivace. L’ Europa centrale e occidentale, tanto pel fatto dello scarso raccolto attuale quanto perchè, giova ripeterlo, gli stocks ossia le riserve di grano sono state ridotte a minimi termini dalla scar­ sezza del raccolto delle annate precedenti dovranno sottostare necessariamente a prezzi più elevati degli attuali. Si aggiunga ohe anche i noli marittimi sono da qualche tempo in aumento e non pare abbiano per ora a ritornare alla mitezza di qualche settimana fa. Per dare un esempio, il nolo da San Francisco per 1’ Europa che al principio di Luglio era da 20 a 22 scellini per tonnellata è salito a 30 e 32 scellini; i noli da Calcutta e Bombay per l’ Europa sono pure in aumento e lo stesso deve dirsi di quelli dell’Au­ stralia. Nè basta ; anche i trasporti sui laghi, sui canali e sulle ferrovie degli Stati Uniti sono pre­ sentemente più costosi ; da Chicago a Nuova Y ork la spesa di trasporto che al principio di Luglio era di 9,35 franchi per tonnellata di 2000 libbre è ora di 12,50 franchi. Questo aumento dei noli deriverebbe da considerevoli invii di petrolio in Europa e in Asia. Insomma la prospettiva è che i prezzi abbiano ad aumentare sensibilmente, la qual cosa non mancherà di far sentire ai paesi europei il peso dei dazi pro­ tettori. A certuni parve che l’ Eurc'— fosse minac­ ciata da una vera inondazione di fru/nento e alcuni uomini di Stato, dalle convinzioni elastiche, si sono fatti forti dell’abbondanza della produzione e dei bassi prezzi per giustificare le loro defezioni. Con un rac­ colto generalmente scarso il dazio protettore viene ad aggravare maggiormente la situazione già difficile; sicché parrebbe logico che avverandosi un aumento sensibile dei prezzi, quegli stessi uomini di Stato do­ vessero chiedere l’abolizione del dazio. Ma di questo, salvo casi assai gravi, non si farà nulla e i consu­ matori dovranno pagare ai produttori la protezione accordata loro, con tanta leggerezza, dal legislatore.

Rivista Bibliografica

Carlo Rosati. — Interpretazioni e riforme della nostra

legislazione in ordine alla tenuta dei libri di com­ mercio. — Stadio pel quarto Congresso nazionale dei Ragionieri italiani in Bologna nel 1888. —- Pe­

rugia, tip. di Vincenzo Bartelli, 1888, pag. 60.

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2 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 577 proposto alla Commissione ordinatrice del 4° Con­

gresso dei Ragionieri di aggiungere ai temi già de­ signati pel Congresso stesso anche quello sulla esatta interpretazione della legge in ordine alla tenuta dei libri di Commercio e sulle riforme che la pratica consiglierebbe di introdurre. L ’incarico di rife rire sul tema fu dato allo stesso proponente rag. Rosati e in questa memoria l’ Autore dopo aver riferite le dispo­ sizioni che si trovano riguardo a libri di commercio nelle principali legislazioni, si occupa a lungo del li­ bro giornale per stabilire quale dev’essere secondo lo spirito delle leggi il giornale legale, se uno solo rias­ suntivo o più lib ri giornali ausiliari. Secondo l’ A u ­ tore il Giornale legale, dev’essere l ’insieme dei gior­ nali ausiliari e del riassuntivo ; ma considerando il testo del Codice di Commercio non ci pare conte- stabile che il legislatore vuole un giornale unico e che il Tribunale di Commercio di Milano rifiutando di firmare ad un’azienda più giornali ausiliari ha stret­ tamente interpetrata la legge. Conveniamo però col Rosati che coll’ aver prescritto un libro giornale, ne­ cessariamente unico e riassuntivo, la legge non ha tenuto conto delle esigenze speciali (Ielle grandi aziende.

Comunque sia di ciò, lo studio dell’ egregio rag. Ro­ sati, nel quale sono pure esaminate altre questioni sulla forza probatoria, sul libro degli inventari e su quello dei soci, ci è sembrato pregevole e degno di essere preso in seria considerazione.

J. Laurence Laughlin. — The History o f Bimetallism in

thè United States. — New York, Appleton, pag. 257.

Idem. — The Study o f Politicai Economi/ ; hints to

students and teachers. — New York, D. Appleton

and Co., pag. 153.

Idem. — Gold and P rices since 1873. — Boston,

Ellis, 1887, pag. 39 -X V II.

L’ autore di questi tre scritti è professore in una delle primarie università degli Stati Uniti, in quella di Harvard a Cambridge, nel Massachusetts, e si è

già acquistato un posto distinto tra gli economisti contemporanei per la accuratezza delle ricerche, la novità o l’ importanza degli argomenti presi a trat­

tare, la bontà del metodo, informato a un giusto cri­ terio positivo. Non crediamo quindi un fuor d’opera il presentare questi scritti ai nostri lettori, sia pel loro merito intrinseco, sia perchè il movimento scien­ tifico americano ha assunto in questi ultim i tempi tanta importanza che il trascurarlo, eome si è fatto sinora specie dai nostri germanisti, non è nè giusto, nè utile.

La Storia del bimetallismo agli Stati Uniti del prof. Laughlin è un lavoro di molto interesse sto­ rico e dottrinale perchè l’Autore risale fino ai pri­ mordi, quando cioè agli Stati U niti nel -1792 fu isti­ tuita la zecca e adottato il doppio tipo per venire giù giù fino ai nostri giorni. E l’esperienza che gli Stati U niti hanno fatta del bimetallismo è stata unica, per­ chè come dice il prof. Laughlin « nessun esperimento bimetallista è stato inaugurato in circostanze più fa­ vorevoli al suo successo, e nel suo corso andò cosi esente dalle ostilità e dai sospetti. Un terreno migliore di prova non potrebbe trovarsi e il suo andamento in tali condizioni rende la sua storia peculiarmente istruttiva » (pag. 8).

L ’ Autore divide la sua narrazione in cinque periodi: 1792-1834, periodo dell’argento,— 1834-1853, pe­ riodo dell’ oro, — 1853-1873 periodo dell’ o ro , — 1873-1878 tipo unico aureo — 1878-1885 periodo

di transizione. Egli premette però alcune dilucida­ zioni sugli argomenti usati dai bimetallisti e dai mo- nometalìisti, e se non si pronuncia esplicitamente, certo è implicita la sua adesione al monometallismo. Del resto il prof. Laughlin non si è proposto di so­ stenere l’ una piuttosto che l’altra teoria, bensì di far opera da storiografo e per la copia di notizie, la si­ curezza delle fonti, la obbiettività delle analisi, il suo libro può essere preso a modello per uno studio im ­ parziale e dotto.

La materia del volume è divisa in tre parli : nella prima l'Autore espone la storia monetaria degli Stati Uniti nel periodo 1792-1873; nella seconda ricerca le cagioni del ribasso nel valore dell’argento, v e rifi­ catesi dal 1873 in poi e considera I’ azione eserci­ tata dalla politica monetaria della Francia, Germania, India e Unione Latina sul rapporto tra l’oro e l’ar­ gento. A questo riguardo il Dr. Laughlin dice di non poter credere che il ribasso dell’ argento debba at­ tribuirsi soltanto alia politica della Germania o solo alla sospensione della coniazione dell’ argento per parte dell’ Unione Latina (e caso mai egli ritiene più efficace quest’ ultimo fatto, che il primo) ; ma pensa che debba spiegarsi pel fatto della sostituzione dei- fi argento col nuovo oro prodotto dopo il 1850 in quantità tale da poter deviare la tendenza a servirsi dell’argento. Nella terza parte si occupa degli avve­ nimenti monetari degli Stati Uniti nel periodo 1873- 1885. In appendice dà molte tavole statistiche e le più importanti leggi monetarie di alcuni Stati, men­ tre nel corso del volume sedici diagrammi, in ge­ nerale ben fatti, illustrano le statistiche che l’ Autore presenta.

— Nel volumetto sullo Studio dell’ economia politica, il Laughlin si è proposto di mostrare non solo l’ im ­ portanza e l ’utilità reale della scienza economica per ogni cittadino, ma anche il suo potere disciplinare e le qualità di mente che sono necessarie per uno studio fruttuoso.

In cinque capitoli fi Autore tratta « della guerra civile quale causa di un nuovo interessamento nella scienza economica », del carattere dell’ economia con­ siderata come studio, del suo potere disciplinare, delle sue relazioni con il diritto, il governo, e il gior­ nalismo e per ultimo dei metodi di insegnamento dell’economia politica. Sono tutti di molto interesse, ma in special modo gli ultim i tre capitoli nei quali il Laughlin tratta argomenti se non affatto nuovi, certo generalmente trascurati. Le acute considera­ zioni che egli svolgo sul potere disciplinare dell’ e- conomia politica e sui metodi migliori per insegnarla, meriterebbero di essere riprodotte in questo perio­ dico, ma la mancanza di spazio ci costringe a lim i­ tarci a raccomandare caldamente questo libretto agli insegnanti perchè siamo persuasi che vi troveranno più d’ una buona idea da accogliere e da applicare.

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578 L’ E C O N O M I S T A 2 settembre 1888 serie di circostanze e di fatti d’ordine tecnico ed econo­

mico. L'autore ha condotto il suo studio con molla diligenza e ha fatto una delle più perspicue trattazioni di un tema, certo assai intricato e complesso. La copia dei d a ti, attinti a numerose pubblicazioni di vari paesi, la critica incisiva e concludente della tesi monetaria sostenuta dal GifTen,dal Goschen, dal De La- veleye, eco., fanno di quelle pagine un contributo pre­ zioso a una letteratura certo quantitativamente ricca, ma spesso di .qualità scadente.

L ’egregio Autore ha pure pubblicato una edizione dei Principi del M ill, abbreviata, avendo omesso lutto quanto riguarda piuttosto la sociologia che lo stretto campo economico ed arricchita di note critiche, bio­ grafiche, ecc., e recentemente ha dato per le stampe un proprio volume di « Elementi della economia politica » su cui torneremo un’ altra volta.

Notizie. — Nuove pubblicazioni pervenuteci: Augusto Mortara.— I doveri della proprietà fon­ diaria e la questione sociale, premessa una lettera di Achille Loria. — Edizione accresciuta di un nuovo studio dell’Autore sul « Problema agrario in Italia. » Milano, A. ßrigola e G. editori, pag. L V I-3 8 5 .

Dr. Georg Adler. — Die Frage des internationa­ len Arbeiterschutzes nebst einer K ritik der Ansieht Gustav Cohns - Separat - Abdruck aus den Annalen des deutschen Reichs. - München, und Leipzig, Hirth, 1888, pag. 113.

Cobden Club.— Sir Lyon Playfair on Industrial Gompetition and Commercial Education — London, 1888, pag. 1(3.

J. Ronssel Endean. — The public education of Austria, primary, secondary, technical, commercial,ec. London, Simpkiu and Go, 1888, pag. 37.

George Gnnton. — Wealth and Progress — A criticai examination of the wages question and tis economic relation tu social reform. •— London, Mac­ millan and Co., 1888, pag. 382.

Bulletin de l’ Institut International de Statistl- que. — Tonte III, livraison, Annèe 1888, Rome, Botta.

Table des matiéres: Giulio lieloch. — La popola­ zione d’Italia nei secoli X V I, X V II e X V III. — E. Würzburger. - - La statistique criminelle de l’empire allemand. — G. Ricca Salerno. — Il debilo pubblico in Europa e agli Stati Uniti d’America. — E. Raseri.

— Il 4° Congresso internazionale per la demografia te­ nuto in Vienna dal 26 settembre al 2 ottobre 1887. Sui lavori presentati e sui voti espressi dal medesi­ mo- — U. Guérin. — De le méthode des monographies de famille, ecc.

Carroll D. Wright. — Third Annua! Report of thè Commissioner of Lubor, 1887. Strikes and L o ­ ckouts. — Washington, 1888, pag. 1172.

Edoardo Rosina. — La Ragioneria Generale ela­ borata sul sistema delle funzioni amministrative. — Corso di lezioni espositivo—sinottiche ad uso degli studenti della sezione di Commercio e Ragioneria de­ gli Istituti Tecnici. — Torino, Loescher, 1888,pag. 367. Nicolò Mantlca. — Relazione al Congresso del­ l’Associazione agraria friulana sopra i forni rurali, il pane e la pellagra in F riu li. — Udine. G. Seitz, 1888, pag. 128.

(Rivista (Economica

Il discorso dell’ on. Grimaldi al concorso agrario regionale di Aquila. - La situazione del mercato

finanziario tedesco. - La questione della pesca tra H Canada e g li Stati Uniti d’America - / possedi­ menti coloniali della Francia.

Inaugurandosi il 25 agosto il Concorso agrario regionrde di Aquila, ed in pari tempo la Esposizione industriale e la Mostra didattica degli Abruzzi, fon. Grimaldi, ministro di agricoltura, industria e com­ mercio, ha fatto un discorso in cui il fiore dell’ ot­ timismo vi si trova largamente profuso. Non vo­ gliamo dire che le parole laudative dirette agli I Abruzzi fossero im meritate; tutt’altro ; in quella re­ gione le iniziative ardite e feconde che da qualche tempo si possono notare sono promesse notevoli di progressi avvenire nell’ agricoltura e meritano ogni elogio. Chiamiamo ottimismo, quanto Fon. Grimaldi j ha detto, a proposito della crise e dei Consorzi Agrari. Il ministro ha voluto infatti confortare g li agricol­ tori presenti all’ inaugurazione col vaticinio della fine dei tristi giorni che l ’agricoltura attraversa, in parte per fatto e volontà del Governo. Le cause delle at­ tuali sofferenze, ha egli detto, non sono durevoli la crise cesserà e tutte queste trasformazioni benefiche e necessarie, tutte queste utili ricerche saranno la semenza fecondatrice dell'avvenire. Sembra davvero | una ironia questo discorso in bocca del ministro dell’agricoltura, il quale, forse per favorire con nuovo metodo il febbrile lavorìo di alcune regioni d’ Italia, ha contribuito a recare nuovi danni all’ agricoltura, danneggiando l ’esportazione. Meno male che la molla dell’ interesse agendo come sempre con molta forza, ! spingerà gli agricoltori a cercare compensi ai danni

che il ministero ha provocati ; ma non è certo l ’ono­ revole Grimaldi, per quanto abile oratore, che può fare il profeta e difendere la sua assurda politica do- : ganale con delle rosee previsioni.

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2 settembre 1888 L ' E C O N O M I S T A 579 da quella elementare, dove abbiamo ancora cosi

lungo e arduo cammino da percorrere. Ma si capisce l’ amore pei Concorsi ; essi sono una buona occasione per fare un discorso di più e riscuotere i facili ap­ plausi.

— La posizione che il mercato finanziario tedesco ha saputo conquistarsi in questi ultim i anni e che tuttora mantiene- è uno dei fatti che più meritano l’attenzione del mondo degli affari. V i è chi dubita che la piazza di Berlino abbia sviluppato sino al­ l’esagerazione negli ultim i mesi del 1887 e durante quest’ anno la funzione di mercato centrale dei valori internazionali sul continente e vuoisi che abbia finito per misconoscere le cause e la natura di questa pre­ ponderanza, eh’ essa deve alla sua situazione e alla politica.

Berlino è essenzialmente una piazza di arbitraggi pei fondi di Stato e i grandi prestiti internazionali. Essa è situata favorevolmente per servire di anello di congiunzione tra l’ Oriente, il Nord e l ’ [Occidente dell’ Europa ed ha ricavato durante questi ultim i anni dei vantaggi seri e una potenza incontestabile dalla sua partecipazione a tutte le grandi emissioni del­ l’estero assunte con l ’alleanza e la cooperazione delle forze finanziarie d’altri paesi, specialmente della Fran­ cia e dell’ Austria. Berlino ha esteso il circolo delle sue operazioni persino al di là della sua sfera naturale di influenza ; ha deviato in parte dal mercato fran­ cese gli affari italiani, spagnuoli, portoghesi, egiziani; ha tolto al mercato inglese il monopolio dei pre­ stiti degli Stati dell’America meridionale.

In questi ultim i sei mesi specialmente, vari valori esteri diversamente garantiti e di una solidità non sempre incontestabile sono stali introdotti dai grandi stabilimenti finanziari tedeschi, particolarmente sulle piazze di Berlino e Francoforte. Prestiti italia­ ni, portoghesi, egiziani, messicani, americani sono stati ammessi allo borse e tenuti a corso alto dalla speculazione. Si è visto qualche prestito, quello mes­ sicano ad esempio, sottoscritto in proporzioni rile­ vantissime, che si possono dire chimeriche, quando si considera che la base materiale, vale a dire i ca­ pitali in cerca di impieghi permanenti mancavano spesso per cotesti prestiti e che il collocamento de­ finitivo di quei valori non si è realizzato se non che in proporzioni quasi infinitesimali.

Nel medesimo tempo che le grandi potenze finan­ ziarie tedesche attiravano dal di fuori masse ingenti di valori esteri, non collocati, che restano quasi so­ spesi sul mercato, abusando forse della forza di cui dispongono impegnarono, per ragioni di ordine po­ litico, una lotta spesso accanita contro il credito della Russia. Quantunque questa lotta sia stata più volte ripresa e sospesa non pare che ad essa la finanza tedesca abbia punto rinunciato ; la politica sarà quella che deciderà in proposito. Ma quello che im­ porta notare si è il fatto che coll’espulsione dei va­ lori russi la banca tedesca si è sempre più caricata di rendite e di valori di ogni specie spesso anche di qualità inferiore. E quando si rifletta alle somme perdute dal mercato inglese in passato per prestiti fatti a stati secondari, dell’America in ispecie, non si può cacciare ogni dubbio sulle perdite probabili ri­ serbate anche al mercato tedesco. Osservasi inoltre che la potenza finanziaria del mercato tedesco non ha dietro di sè per assicurarla e sostenerla, quel pub­ blico capitalista, quel risparmio accumulato che serve di fondamento al mercato francese e inglese e che

ha permesso ad essi tante volte di resistere a delle scosse violenti e di riparare prontamente gli errori e gli eccessi della speculazione o i disastri causati da avvenimenti interni ed esteri. Date queste con­ dizioni di cose c’ è perfino chi prevede a scadenza più o meno lunga, secondo gli avvenimenti politici, un hrach analogo a quello del 1873, se non egual- j mente intenso, pel quale i valori degli Stali esteri, j fatta eccezione di quelli della Francia e dell’ Inghil­ terra, subiranno gli effetti in gravi proporzioni. F, da augurarsi che questo non si verifichi ; ma ò an- j che indubitato che sia pel genere d’affari al quale si è dato il mercato berlinese, sia per la situazione politica, i timori non sono infondati e la prudenza anche a Berlino non sarebbe inopportuna. Val la pena di notare per ultimo che certe previsioni pes­ simista partono dalla stampa finanziaria francese, la quale et pouf cause non può vedere di buon occhio l'espansione, i progressi, la preponderanza del mer­ cato tedesco, mentre Parigi ha nelle operazioni fi­ nanziarie internazionali una parte sempre minore.

— La disputa intorno alla pesca sorta tra gli Stati Uniti e il Canadà , sulla quale abbiamo altra volta informato il lettore (v. L ’ Economista n. 721) ha preso un aspetto inatteso dopo ebe il Senato degli Stati Uniti con 30 voti contro 27 ha respinto la con­ venzione stipulata con l’intermediario del sig. Cham- berlain tra il gabinetto di Washington e il governo del Canadà. Tutti i repubblicani del Senato hanno votato contro la convenzione, e i democratici in fa ­ vore. La decisione della maggioranza non è che una conseguenza delle lotte elettorali prossime per­ chè non si è voluto avere neanche I’ apparenza di fare delle concessioni all’ Inghilterra, allo scopo di guadagnarsi g li elettori Irlandesi ostili al governo di Londra e al signor Chamberlain.

Lo scacco che ha subito il presidente Cleveland non si può contestare, perchè il trattato era stato conchiuso dal suo gabinetto. La maggioranza del Senato ha inteso anche di biasimare il Governo per essersi mostrato troppo conciliante col Canadà, ma all’attacco dei repub­ blicani i democratici, per mezzo del loro capo, non hanno tardato a rispondere. Due giorni dopo il naufragio della convenzione, il presidente Cleveland indirizzava al Congresso un messaggio col quale domandava per il potere esecutivo la facoltà di interdire il transito in franchigia tra i porti degli Stati Uniti e il Canadà. Se, come è probabile, le camere accordano al Presi­ dente le armi che egli chiede, e se egli ne fa uso, la lotta non potrà mancare, ma può avvenire anche che il Canadà ne soffra meno degli Stati Uniti. Oggi una gran parte delle sue importazioni ed esportazioni passa per gli Stati U niti specialmente per Boston e Nuova Y o rk ; si calcola a ISO m ilioni di franchi l’ anno il valore delle merci in transito e questo cesserebbe certamente se non potesse effettuarsi più in franchigia. I giornali di Montreal, di Toronto, d’Ot­ tawa si consolano delle misure progettate dagli Stati U niti osservando che le ferrovie o la navigazione del Canadà, che i porti della Nuova Scozia, di San Lorenzo e la nuova linea del Pacifico ne trarranno i non piccolo vantaggio. Forse c’ è qualche esagera­

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580 L ’ E C O N O M I S T A 2 settembre 1888 rate degli Stati U niti del Nord Est che per il Ca­

nada. Come avviene spesso, queste rappresaglie eco­ nomiche faranno più male ai loro autori che alle loro supposte vittime. Del resto in tutto questo affare il merito intrinseco della convenzione, per la quale il sig. Chamberlain si è tanto occupato, c’entra ben poco; sono le preoccupazioni di partito, g li accordi elettorali quelli che dominano la situazione. Si tratta di rendere sospetto, impopolare il presidente Cle­ veland per mettere al suo posto un repubblicano e la questione della pesca è un pretesto e niente altro. Questo prova, ci pare, che certe malattie politiche non sono speciali alle vecchie nazioni europee,

— Il ministero francese della marina e delle colonie ha pubblicato recentemente la nomenclatura delle colonie francesi, la loro popolazione e superficie. Ecco il prospetto che in questo momento di fervidi studi coloniali ha un vivo interesse :

Asia

S u p erficie in ch ilom etri P op ola zion e qua drati

Tonkino, Annaffi, Cambodge ,

Cocincina... 18,000,000 510,000 India... 275,000 508 A frica R i u n i o n e ... 180,000 2,500 Sainte-Marie . . . 8,000 165 D i e g o ... 3,000 — N o s s i ~ B é ... 11,000 293 M ayotte... 10,000 336 Comores... 53,400 1,766 O b o c k ... 22,000 10,080 Sénégal e dipendenze . 3,000,000 805,000 Congo e Gabon . . . . — 600,000 America M artinique... 170,000 988 Guadalupa e dipendenze. 180,000 , 1,870 G u y a n a ... 26,500 121,000 Saint-Pierre e Miquelon . 6,300 225 Oceania Tai'ti e dipendenze . . . 26, 500 4,200 Caledonia e dipendenze . 57,000 20,000 W a l l i s ... 3,500 — F u t u n a ... — —

Nuove Ebridi (protetto!-, misto) 64,000 13,000

Complessivamente il dominio coloniale della Fran­ cia ha adunque una superficie di 2 m ilioni di chi­ lometri quadrati contenente una popolazione di 22 milioni di abitanti, non compreso il Congo. Nel pub­ blicare queste cifre officiali, tolte dalle statistiche più recenti, il ministero francese dà inoltre le cifre delle relazioni commerciali delle colonie con la metropoli. La Martinique e la Guadalupa sono le colonie che danno la maggior quantità di merci alla Francia ciascuna fornendo per 17 milioni di franchi in merci, zucchero, cacao, campeggio, acquavite, uccelli, frutti conservati. L ’ India vien subito dopo con 16 mi­ lioni per importazione di caffè, pistacchi e olii di pistacchi, pepe, tamarindi, tessuti e pelli. Saint-Pierre e Miquelon mandano in Francia per 15 milioni di merluzzo e olio di fegato di merluzzo. Il Sónégal for­ nisce 14 milioni di merci, come gomme, piume, arachidi, frutti, ecc. La Riunione concorre alle im ­ portazioni francesi per 10 milioni in zucchero, vai- niglia, ecc. La Guyana per 5 milioni in oro, piume, cacao, ecc. Le altre colonie danno insieme 8 milioni di franchi. L ’ Algeria e la Tunisia non sono com­ prese in questa statistica, ed è pel .loro concorso che le colonie forniscono alla Francia tante merci per oltre 100 m ilioni di franchi. Nè il loro commercio

si limita a quella somma, perchè vendono all’estero per altri 127 milioni.

Notiamo per ultimo che Spossessi coloniali della Francia, non compresa l ’Algeria e la Tunisia, rag­ giungono ora per l’ importazione e l’ esportazione riu ­ nite, quasi un mezzo miliardo, ossia 474 milioni di franchi.

IL MOVIMENTO ECONOMICO DI ROMA

La Camera di Commercio di Roma ha pubblicato una relazione statistica sul movimento economico del distretto di Roma durante il 1887 ponendolo a con­ fronto coi resultati ottenuti nell’ anno precedente. La relazione si compone di 5 quadri, nel primo dei quali sono raccolti i dati che si riferiscono alle caldaie a vapore esistenti nel distretto ; il secondo indica l’im ­ portazione e la esportazione delle m erci; il terzo comprende il movimento della navigazione per le operazioni di commercio, e delle merci sbarcate e imbarcate nei porti di Fiumicino, di Anzio e Terra- cina; il quarto riassume le quantità dei generi in ­ trodotti dalle ricevitorie del dazio consumo in Roma; il quinto finalmente comprende il corso medio, per mesi, della rendita italiana e dei cambi su Parigi e Londra, nonché il riassunto delle liquidazioni men­ sili della Borsa di Roma.

Le caldaie a vapore esistenti nel distretto a tutto il 1887 erano 304, e la maggior parte di quelle in esercizio entro la città erano destinate alla tipografia, industria che Ita preso nella capitale un grande svi­ luppo.

Le altre, eccettuate quelle per i motori dei mulini, per l'illuminazione e per i grandi lavori, sono eser­ citate dalla piccola industria, la quale ancora a Roma conserva un indole modesta, ed esclusivamente ca­ salinga.

Abbondano invece le locomobili a servizio delle trebbiatrici nella campagna romana ; locchè indica un progresso notevole nella industria agricola sui sistemi prim itivi e rudimentali, e prova la economia che si verifica, specialmente nei latifondi e nelle grandi te­ nute, prevalenti nell’ Agro, coll’ uso delle macchine agrarie.

I dati raccolti dalla Camera che si riferiscono ai movimento di importazione e di ««Donazione, e al dazio consumo, dimostrano alla evuènza, cerne, tolti alcuni generi agrari, come 1’ olio e il vino , il d i­ stretto di Roma sia eminentemente una piazza di con­ sumo. Percorrendo le varie categorie della importa­ zione dalle quali però sono escluse le merci prove­ nienti da altre città italiane o sdaziate al confine, si nota una diminuzione generale in tutte le categorie.

Quanto alla esportazione diretta, stando ai dati che abbiamo sott’occhio, si riduce a ben poca cosa. Lo provano le cifre seguenti :

1886 1887 544 68 141 2,276 650 420 620,000 740,000 — 468 63 3,646 139 239 1,070 1,119 1,842,000 930,000 Vini iu botti e caratelli. ettol.

V in i in bottiglie . . . num. Spiriti in bottiglie . . » Ammoniaca, potassa e soda chil. C o r d a m i ... » Ogg. cuciti, lino, juta, ec. Coperte, tappeti, cuciti

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2 settembre 1888 L ’ E C O N O M I S T A 581 Seguono i legnami comuni e da ebanisti intar­

siati, im piallacciati, i lib ri stampati ecc, per quan­ tità di poco momento.

Una esportazione relativa piuttosto considerevole è quella delle pelli di agnello e capretti che nel 1886 fu di chil. 15,306 e nel 1887 raggiunse i chilo­ grammi 35,882.

Considerevole è pur sempre il commercio di espor­ tazione degli oggetti artistici da collezione, che è rappresentato nel 1886 da un valore dichiarato di [,. 157,4-20 e nel 1887 di L. 130,190, ma per questi oggetti non sarà inutile il notare che la mas­ sima parte di essi, sfugge a qualunque controllo.

Le cifre statistiche che si riferiscono al dazio consumo stanno in rapporto diretto col movimento demografico, e seguono naturalmente la curva di aumento segnata dall’ accrescersi della popolazione.

Il movimento di navigazione nei tre piccoli porti del distretto per operazioni di commercio è rappre­ sentato dalle seguenti cifre complessive :

Navi a vela e a vapore :

1886 1887

Num. M erci tonn. N um . M erci ton n .

Fiumicino 1897 114,564 1567 108,388

Anzio 874 53,610 962 46,102

Terracina 902 17,321 1262 17,706

Totale 3673 165,495 3791 172,196

Fra le merci sbarcate a Fiumicino dalla naviga­ zione internazionale, figurano specialmente il car- bon fossile per 3400 tonnellate e il cemento per 1230 ; fra quelle imbarcate il legno segato per ton­ nellate 7000.

La navigazione di cabotaggio sbarcò per tonnel­ late 30,000 di carbone e 10,000 di vino ed imbarcò per tonn. 50,000 di pozzolana.

In Anzio fra le merci sbarcate primeggiano i mat­ toni, tonn. 5000 e il carbon fossile 4500 ; e fra quelle imbarcate il legname per tonn. 14,258 e la pozzolana per 15,500.

Viene ultima Terracina, dove furono sbarcate ap­ pena 500 tonn. di generi diversi contro 17,206 tonn. imbarcate, in massima parte costituite da carbone, legnami e cereali.

Anche la Borsa di Roma nel 1887 ebbe un mo­ vimento abbastanza notevole e dall’ ufficio telegrafico di essa furono accettati 17,572 telegrammi per . im­ porto di L. 44,572 con una media di 57 telegrammi al giorno.

La Camera poi ammise a quotazione durante il 1887 le Obbligazioni ferroviarie 3 per cento, e le cartelle di Credito fondiario del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli.

Dal complesso dei dati che abbiamo esaminato se non risulta ancora quel movimento che è nel desi­ derio generale venga raggiunto dalla capitale, vi è però ragione a bene sperare in un avvenire anche

prossimo.

-IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO

a l 3 0 g iu g n o X8SS

Alla fine di giugno p. p., cioè a dire alla fine del­ l’ anno finanziario ' 1887-88 il debito pubblico ita­ liano ascendeva alla somma di L. 488,262,770.41 di

rendita, corrispondente ad un capitale nominale di L. 9,976,045,457,79.

Questa rendita e quel capitale dividevansi come segue :

R en dita C a pitale G ra n L ib r o ...L . 448,807 ,45 9.52

R en d ite da tra

scii-v e rs i n el Q-. L ib r o » 440,872.98 R en d ita in nom e

d e lla S. S e d e . . . . » 3,225,000.00 D e b iti in clu si separa­

tam ente nel Gl. L . » 22,178,195. 33 C on ta b ilità d iv e r s e . * 14,110,942.63 9 ,0 5 1 ,5 5 1 ,8 2 3 .0 6 8 ,8 4 2 ,1 4 1 .0 5 64, 500, 000. 00 4 9 7 ,080 ,68 5.03 354,070, 808. 65 T ota le L . 488.262,770.41 9 ,9 7 6 ,0 4 5 ,4 5 7 .7 9 Confrontando questa situazione con quella resul­ tante alla fine di giugno 1887 cioè alla fine dell’ anho finanziario 1886-87 apparisce che durante l’eserci­ zio 1887-87 il debito pubblico italiano è aumentato di L . 390,114.77 di rendita.

Il Gran Libro comprende rendita consolidata 5 per cento e rendita consolidata 3 0 /o ; la prima al 30 giugno p. p. ammontava a L. 441,902,262.07, e la seconda a L. 6,405,197.45. Confrontando questi re­ sultati con quelli esistenti alla fine di marzo dell’ anno incorso, si trova che nell’ ultimo trimestre la rendita 5 per cento è cresciuta di L. 509.69,

Le rendite da trascrivere nel Gran Libro d im i­ nuirono nell’ultimo trimestre di L. 68,68.

Nella rendita creata a favore delia S. Sede nes­ sun cambiamento.

I debiti inclusi separatamente nel Gran Libro sono quelli contratti dagli antichi stati italiani, e dal Regno italiano anche, i quali ultim i riguardano le obbliga­ zioni ecclesiastiche, e le obbligazioni delle ferrovie Novara, Cuneo e Vittorio Emanuele. In questi debili nell’ ultimo trimestre avvenne una diminuzione di L. 1,256,390 di rendita.

Nelle contabilità diverse, nelle quali sono com­ prese varie categorie di obbligazioni ferroviarie, e le obbligazioni per i lavori del Tevere, non si ebbe nell’ ultimo trimestre alcuna variazione.

LA STATISTICA DEGLI STATI UNITI

È stato recentemente pubblicato a Nuova Y o rk un riassunto statistico contenente tutti i dati nume­ rici raccolti dal Bureau di statistica di Washington concernenti le finanze, la circolazione _ monetaria, il commercio, l ’ immigrazione, la navigazione, il ser­ vizio delle poste, la popolazione, le strade ferrate ecc. agli Stati Uniti.

Quei dati rimontano per alcuni capitoli fino al 1791, per altri al 1820, 1838 e 1860. Gli specchi meno estesi comprendono il periodo degli ultim i 10 anni, riavvicinati e condensati nella forma la più chiara e più precisa.

Noi ne toglieremo da quel riassunto alcune cifre comparative de! più alto interesse, riguardanti le f i ­ nanze, la popolazione, l’emigrazione ecc. ecc.

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582 L’ E C O N O M I S T A 2 settembre 1888 raggiungeva nel 1866 il suo punto culminante di

2,381 milioni di dollari di capitale, importante un peso annuale di 131 milioni di dollari ossia 753 m i­ lioni di lire italiane.

Da quell’epoca il debito consolidato fu ridotto con una rapidità progressiva tantoché nel luglio 1887 ascendeva soltanto a 1,022 milioni di doli. (11 mi­ liardi e 906 milioni di lire) in capitale e 41,780,000 dollari (200 milioni di lire) fra interessi e ammor­ tamento.

Questo debito (di cui 200 milioni di doli, circa sono stati ancora riscattati e ammortizzati da dopo quella data) si componeva come segue : 250 m i­ lioni di doli, in rendita 4 1/2 per cento, 738 mi­ lioni in 4 0/o, e un po’ meno di 34 milioni in 3 0|0. Le entrate ordinarie del bilancio 1886-87 si ele­ varono a 371 milioni di doli, e le spese ordinarie a 220 milioni, ciò che viene a costituire un soprap- più nelle entrate per la ingente cifra di 151 m i­ lioni di doli, cioè a dire di 755 milioni di lire.

Se si aggiunge ai debito dell’ Unione Americana, il debito senza interessi, il debito non ancora rim ­ borsato, ma che ha cessato di essere fruttifero, la carta moneta e i certificati metallici del Tesoro si ar­ riva a un totale di 1,657 milioni di dollari, di cui un terzo circa è compensato dall'incasso del Tesoro pubhlico che si elevava al 1° giugno 1865 a 482 milioni di dollari.

Oltre il debito federale, bisogna tener conto del debito degli stati particolari e dei territori dell'Unione delle contee e dei municipi, di cui il totale va fino a doli. 1,056 milioni ossia 3 miliardi e 280 m i­ lioni di lire.

Il debito federale rappresenta un peso medio di doli. 19,58 in capitale, e 0,70 in interesse per cia­ scun individuo della popolazione degli Stati Uniti e i debiti locali doli. 21,07 in capitale. L ’ insiemedei de­ biti pubblici rappresenta 205 lire circa per ciascun abitante degli Stati Uniti.

La rapidità con la quale diminuisce il debito pub­ blico agli Stati U niti non ha riscontro che nella progressione in senso inverso della popolazione. Il seguente specchietto che contiene i censimenti de-cennali officiali di cui 1’ultimo ebbe luogo nel 1880 dimostra la popolazione

senza interruzione:

dègli Stati U niti crescere Cen sim enti P op ola zion e Censim enti P op olazion e

1800... 5,308,483 1850. . . 23,191,876 1 8 1 0 ... 7,239,881 1860... 31,441,321 1820.. , 9,633,822 1870. . . 38,558,871 1 8 3 0 .. . 1 8 4 0 .. . 17,069,45312,866,020 1880... 50,165,783

Dal 1880 a tutto il 1887 si calcola che sia salita a oltre 60 milioni. L ’ immigrazione di Europa e di a ltri stati Americani vi entra per mollo in questo aumento prodigioso della popolazione degli Stati Uniti. Dal 1864 al 1888 l'E uropa ha inviato in America da circa 4,560,000 emigranti, che vanno fino a 5,400,000 circa se vi si aggiungono i con­ tingenti del Canadà, del Messico, dell’America del 1 Sud, e di altre località.

CRONACA DELLE C A IR E D! COMMERCIO

Notizie. — La Camera di Commercio inglese a Costantinopoli ha mandato recentemente un rapporto al suo Governo sul commercio della Turchia cogli Stati europei, nel quale facendo dei confronti fra le annate 1878-82 e 1882-86 constata che le impor­ tazioni inglesi in Turchia scesero dal 45,30 per cento al 44,30: che del pari scesero quelle di Francia, 15,30 al 13,50: che viceversa aumentarono dal 14,90 al 19,50 quelle dell’ Austria e Germania.

Riflettendo su queste diminuzioni e su questo au­ mento, la Camera spiega la diminuzione del com­ mercio inglese, messa a paragone dell’ incremento del commercio tedesco in alcune cause, che non è inopportuno riportare, perchè la loro [indicazione può esser utile anche per l’ Ita lia , per quanto le nostre esportazioni per la Turchia restino relativamente pic­ colissime.

Dice dunque la Camera inglese che una delle cause per le quali segua un aumento il commercio tedesco deve essere riconosciuta nel modo veramente ammirevole, con cui i tedeschi si adattano a pre­ starsi a tutte le esigenze del commercio di dettaglio; oltre di che il fabbricante tedesco mostra maggior trattabilità nei suoi affari che non l’inglese, e si sforza di appagare ognor più i suoi clienti, specialmente col fornir loro prodotti, che intrinsecamente non hanno maggior valore degli inglesi, ma che appaiono belli e risultano di minor prezzo.

Una seconda causa di successo pei tedeschi è detto essere il sistema, a cui essi ricorrono, di mandar grandissimo numero di viaggiatori, che provocano naturalmente l’ acquisto dei prodotti tedeschi: m ala Camera inglese dubita che questo sistema dispendioso e disagevole riesca alla luuga più efficace di quello del ricorrere all’ opera di agenti locali.

Una terza causa è il relativo buon mercato di ceri prodotti austro-ungarici, come ad esempio i filati rossi di Elberfeld.

Una quarta causa è da riscontrare nella evidente riluttanza dei fabbricanti inglesi a tenere agenti lo ­ cali per la vendita delle loro specialità.

Una quinta infine sta nel maggior credito che con­ cedono i tedeschi al confronto degli inglesi, che trat­ tano il commercio colla Turchia.

— La Camera di commercio di Carrara ha pub­ blicato un prospetto statistico della esportazione dei marmi da quella città e da Massa nel 1887 col con­ fronto degli anni precedenti. Da tale prospetto rica­ viamo i dati che seguono:

E s p o rt. d i m arm o da

(11)

■ ■ VVy.'; .-V - i l

2 settem bre 1888 L’ E C O N O M I S T A 583

Mercato monetario e Banche di emissione

La liquidazione mensile allo Stock Exchange di Londra ha provocata una domanda piuttosto attiva di danaro pel mercato inglese dove il saggio dei pre­ stiti giornalieri raggiunse sino il 5 0/0 e le domande dirette alla Banca per anticipazioni sopra valori fu­ rono anch’esse alquanto più importanti, ma nel com­ plesso la situazione del mercato monetario inglese non ha mutato. Le esportazioni di oro sono state sospese nella settimana, ma ai prim i di questo mese pare che dovrà essere inviata una somma rilevante a Buenos Ayres; per questo motivo sono fatti molti sforzi allo scopo di attrarre oro dall’estero e infatti dalla Francia, non ostante una lieve diminuzione nel cambio, è stato esportato oro per l’ Inghilterra.

Rispetto all’avvenire si ritiene che specialmente le larghe importazioni di grano richiederanno invii di moneta all’estero ; ma resta a vedersi se aumen­ teranno anche le esportazioni dei prodotti inglesi.

La Banca di Inghilterra al 50 agosto aveva l’ in ­ casso di 20,835,000 sterline in aumento di 531,000, la riserva a 12,630,000 in aumento di 703,000 ster­ line; il portafoglio era aumentato di 388,000 i depositi del Tesoro di 414,000 e quello dei privati di 720,000 steri.; la situazione era adunque abbastanza buona. Nes­ suna variazione nel saggio officiale dello sconto. Lo sconto a tre mesi sul mercato libero è a 2 3 /4 , 2 7 /8 ; il saggio di interesse pei prestiti oscilla tra 2 e 3 0/0.

Il mercato americano non presenta nulla di nuovo, se si eccettua un lieve rincaro nel prezzo del danaro, la qual cosa è del resto normale in quest’ epoca dell’anno. La carta commerciale a tre mesi è stata negoziata da 3 a 5 0/0, le anticipazioni a breve sca­ denza da 2 a 5 0/0. I cambi coll’estero continuano ad essere favorevoli all’ America, quello su Londra è a 4.84 3/4, su Parigi a 5.23 1/8. Le Banche Associate di New Y ork al 25 agosto avevano l’ incasso a 87,200,000 dollari in diminuzione di mezzo milione di dollari, il portafoglio era cresciuto di 800,000 dol­ lari, i depositi diminuirono di 3 milioni e mezzo, sicché la riserva eccedente da 21,675,000 era scesa a 20,950,000; le esportazioni di specie metalliche ammontarono a 29,554 doli, in oro e 148,407 in argento.

Il mercato tedesco è forse quello che conserva la sua buona posizione con maggiore tenacità ; il da­ naro è abbondante e a basso prezzo, tanto che la Banca imperiale al 25 agosto ha portato al 2 0/0 il saggio dello sconto al quale compera effetti com­ merciali sul mercato; e su questo lò sconto è al d i­ sotto del 2 0/0.

La situazione della Banca imperiale al 23 agosto indicava l ’incasso a 974 m ilioni di marchi in d im i­ nuzione di 1,785,000; il portafoglio era aumentato di 2,685,000 marchi ; la circolazione era diminuita di due milioni.

A Parigi la condizione del mercato monetario si mantiene buona, e il mercato libero ha potuto sod­ disfare le domande di oro provenienti dall’ In g h il­ terra senza inconvenienti. Lo sconto è a 2 1/4 0 /o ; il cambio su Londra a 25,39 1/2, il cambio sul­ l’Italia a 11/16 o /0 di perdita.

La Banca di Francia al 30 agosto aveva l’ I’in - casso aureo in diminuzione di 3 milioni e mezzo e quello di argento in aumento di 2 milioni e mezzo; il portafoglio era aumentato di 61 m ilioni e 1/2 nella

quale cifra deve tenersi conto degli effetti aIl’incasso i conti correnti dei privati crebbero di 35 milioni quelle del Tesoro di 227,000 franchi.

La situazione dei mercati italiani non offre argo­ mento a considerazioni diverse da quelle fatte in passalo. 1 cambi e lo sconto sono sempre alti e questa condizione di cose non potrà variare per molto tempo. Gli è perciò che non si comprendono certe domande di ribasso nel saggio dello sconto. Quand’ anche il che non crediamo possibile — il ribasso potesse essere accordato, la forza delle cose costringerebbe poco dopo ad aumentare lo sconto con disturbo maggiore del commercio e delle indu­ strie. Il cambio in Francia a vista è a 100.70 su Londra è a 25,58 II cambio a tre mesi su Berlino è a 123,90.

Le situazioni degli Istituti di emissione al 20 ago­ sto non sono ancora state pubblicate tutte.

Situazioni delle Banche di emissione italiane

Banca Nazionale Italiana

Attivo ( Cassa e r is e rv a ... 20 agosto 294.644.989 differenza -f- 12,247,714 \ Portafoglio... 375,259,510 — 13,763,680 ) A n ticipa zion i... 67,634,894 — 34,028 V Moneta metallica... . 248,250,416 -H 8,280,620 / Capitale versato... 150,000,000 _ —

S Massa di rispetto... 39,588,000 — —

) Circolazione... 588,657, 638 — 7,116,100

- h 5,487,820

\ Conti corr. e altri deb. a vista» 62,429,413 B a n c a N a z i o n a l e T o s c a n a i Cassa e ris e rv a ... 20 agosto 40,165,653 differenza -+- 821,104 \ Portafoglio... 4 9,0S8,195 — 476,523 1 Anticipazioni... 7,129,828 — 331,120 1 Oro e A rgen to... 31,493,228 - f 33,539

f Capitale... 21, 000,000

_ _

| Massa di rispetto... 2,204,186 — —

1 Circolazione... 75,591,254 - 1,708,825 V Conti cor. altri debiti a vista* 562,406 — 17,538

Situazioni delle Banche di emissione estere.

Banoa di Francia

80 agosto

Attivo ( In cas8° [a rg e n tò

I P o rta fog lio...

\ A n ticip a zio n i . . . . F ra n ch i 1,095.439.000 ... » 1 ,2 31.190,000 ___ 648,050,000 . . ... * 3 y 8 .865,000 f C ir c o la z io n e ... ... » 2 ,5 47,577.000 Passiva/ Conto c o r re n te d ello Stato» 356,814.000

J * » del p riv a ti* 444,282.000

\ R a p p .tr a la c ir é , e l ’ incasso 89,11 % +

Banca d’ Inghilterra

30 agosto ( Incasso m e ta llic o ...S terlin e 20,835,000 -f-Attivo J P o rta fo g lio ...* 18.822,000 -f-( R ise rv a totale... » 12,630,000 •+•

Ì

C ir c o la z io n e ... * 24.405, 000 —

Conto co rre n te d ello S t a t o . .. » 3 ,558,000 -+• » * dei p r i v a t i . . . » 24.838, 000 4 -R app. tra la ris e r v a e g l ’ i m p . . . 4 4 , 1 7 %

Banca Imperiale Germanica

23 agosto

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