• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.744, 5 agosto

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.15 (1888) n.744, 5 agosto"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FIN A X Z A , COMMERCIO, BANCHI, FE R R O V IE IN T E R E SSI P R IV A T I

Anno

XV - Voi. XIV

Domenica 5

IL SAGGIO CELLO SCONTO

Alcuno Camere di Commercio hanno espressi voli perchè il Governo ordini il ribasso dello scolilo; tra queste Camere abbiamo trovata anche, quella di Mi­ lano e ce ne maravigliamo, poiché la Camera di com­ mercio di Milano è consesso serio, competente e che suol deliberare dopo ponderata discussione. Su que­ sta questione però'del saggio dello sconto non ci paro che la riflessione sia stata compagna delle de­ liberazioni. Far voti che il danaro sia a buon mer cato, il che è quanto dire ohe i capitali sieno ab­ bondami, è certamente legittimo, anzi per molti mo­ livi commendevole, ma domandare che il Governo ordini il ribasso del saggio dello sconto, il che vuol dire I’ abbondanza dei capitari disponibili, è per lo meno non serio.

E meno male se la domanda fosse stata suffra- gata da buone ragioni, die però noi non sapremmo immaginare; ma il dire: la Francia e l’ Inghilterra hanno lo sconto al due e mezzo, il Belgio al 3, la Germania al 3 e l’Italia al 3 I/-2, dunque per l’Italia è troppo alto e bisogna decretarne il ribasso è lo stésso che dire: — la Francia è ricca, l’ Inghilterra più ricca ancora, il Belgio ricchissimo, l’Italia è povera; prov­ vediamo a questa ingiustizia, invitando il Governo a decretare che anche .l’Italia sia ricca.

Sembra impossibile che nessun consigliere della Camera di commercio di Milano, e ve ne sono pure di competentissimi, non sia sorto ad osservare che la rendita 2 3/4 per cento inglese è alla pari, che il 3 per cento francese è quotato all 84 e che il 4,54 italiano vale appena 96,30 a Parigi ; il che vuol dire che il prezzo del danaro è mollo superiore in Italia che nei paesi anzidetti, e che domandare un decreto ministe­ riale col quale si ribassi il saggio dello sconto sarebbe 10 stesso che domandare un decreto che rialzi il prezzo del consolidato italiano. E notisi bene che non intendiamo col paragone, di affermare che i due prezzi — quello della rendita e quello del denaro corrano paralleli ; non è mente affatto provato che, se il saggio dello sconto in genere è più alto quando più basso è ¡("prezzo del consolidato, voglia dire per questo che sia tanto più alto quanto più basso è il consolidalo.

È certo però che se domani l’ Italia avesse un cosi cospicuo risparmio da poter ricomperare tutto 11 consolidato che ora è all’estero, il prezzo di que­ sto conso idato aumenterebbe talmente da poter per­ mettere la conversione, e quindi il ribasso dell’inte­ resse. Ma questo fatto non sarebbe altro che la prova di una grande abbondanza di capitali, la quale ab­

Agosto I O

N. 744

bondanza porterebbe un ribasso nel prezzo del da­ naio, cioè nel saggio dello sconto.

Ma a parte anche la assurdità della domanda, giu­ stificata soltanto dal fatto che in altri paesi il saggio è più basso, bisogna domandare se le Camere di com­ mercio, le quali hanno emesso quel voto, credano proprio questo il momento opporlo o per fare en­ trare l’ azione del Governo in un provvedimento di tanta importa za.

Non sono che poche settimane che le Banche di emissione hanno, dopo tante sollecitazioni del Go­ verno e dopo ripetuti voti del Parlamento ristretta la circolazione illegale; ora la eccedenza della circolazione senza la corrispondente riserva non è dessa una prova evidente della eccedenza delle domande di sconto sulle quantità dei capitali disponibili ? — E la crise edilizia che ha imperversato e non è cessata a Roma ed in altre città e per la quale il Governo ha trovato negli arsenali suoi persino I espediente delle piastre borboniche, non è prova ohe le domande di sconto sono superiori ai capitali disponibili ? — Ed i continui lamenti intorno alla agricoltura ed al cre­ dito di cui essa abbisogna, non è ancora una prova della mancanza di capitali di fronte al bisogno di credito? E la difficoltà di collocare le cartelle fon­ diarie, anche se emesse da potenti istituti, non è essa pure una prova che i capitali sono deficienti di Ironie alle domande di cred ito ?— Ora da quando in qua, proprio al momento in cui la domanda triplica, mentre è sempre morta la offerta, potranno diminuire i prezzi?

(2)

510

L ’ E C O N O M I S T A

5 agosto 1888

L’ INIZIATIVA PRIVATA E L’ EMIGRAZIONE

Chiudevamo la volta scorsa l’articolo sulla immi­ grazione italiana agli Stati Uniti esprimendo il voto che l’ iniziativa privata tentasse, seguendo gli esempi dati da alcuni paesi, dalla Germania tra gli altri, di dare alla emigrazione italiana uu carattere, uno scopo e, operando sulle sue cagioni, di raffrenarla. E il nostro voto e desiderio, che risale a parecchio tempo, addietro, ci è sempre stato suggerito dalla ferma opinione che a correggere I’ emigrazione italiana in ciò che avesse, e pur troppo ha, di artificiale e di abusivo più. che una legge, valesse eminentemente l’opera assidua di una o più Associazioni private, mosse dall’umanitario intento di preservare le classi lavoratrici delle città e delle campagne dagli inganni e dai danni ai quali la ingordigia degli speculatori li sot­ topone. Non ritorneremo ora sulle ragioni e sui fatti che ci inducono a riprometterci poco o niente da una legge sulla emigrazione. L’impotenza sua ne pare si sia resa abbastanza manifesta nei paesi dove il legislatore ha voluto armare il braccio del potere esecutivo per li­ mitare o subordinare a certo condizioni, tanto la emigra­ zione quanto la immigrazione. L’esempio che offrono gli Stati Uniti, l’Austria e la Germania valgono meglio ìli qualunque ragionamento. Nò con questo inten­ diamo dire che la legislazione debba restare assolu­ tamente estranea alla emigrazione. Già, esaminando prima il progetto dell’on.'Crispi e poi quello della Commissione parlamentare, pur criticandoli, specie quello ministeriale, per varie disposizioni che non ci paiono accettabili, abbiamo riconosciuto I’ utilità e l’opportunità di alcune misure di polizia e punitive a d hoc. All’infuori di queste, il Governo come non deve favorire, così non ha 1’ ufficio di impedire l’emi­ grazione e tutto ciò che si risolve in un divieto, oltre l’offesa alla libertà individuale che per qual­ cuno sarà forse poca cosa, ma che per noi è il su­ premo bene che vogliamo intangibile, oltre alla le­ sione dei diritti individuali arreca un danno eco­ nomico.

Diversa deve essere la sfera d’ azione dell’ inizia­ tiva privata. Essa, quando sia saviamente ed effica­ cemente diretta, può esercitare una salutare influenza in mille modi.Se limita il suo scopo a sorvegliare l’emi­ grazione, a distorta dalle avventure.se porta in mezzo alle popolazioni campagnuole, allucinate dalle pro­ messe e dalle descrizioni degli arruolatori la luce del vero, la parola leale, disinteressata, le cognizioni facili e accessibili, essa può già conseguire un resultato benefì co.Certo, non è questo uu compitò facile, nò raggiungi­ bile in breve tempo e con mezzi scarsi. Bisogna che l’i­ niziativa privata sappia, e più ancora voglia fortemente raggiungere il nobile intento di salvare centinaia e centinaia di persone per lo più rozze, ignoranti, fa­ cili ad illudersi, a cedere, ai primi impeti, a scorag­ giarsi, dall’incorrere in sorte peggiore di quella dalla quale tentano di uscire. Quando nelle regioni dove più si è fatto grave l’esodo degli italiani si fossero formati sin dal principio dei comitati e col mezzo della stampa, di una continua corrispondenza coi paesi dove si dirigono o possono dirigersi gli emigranti, avessero cercato di mostrare se l’espatriare può es­ sere utile e per dove conviene dirigersi ; in una pa­ rola se l’ iniziativa privata anziché restare muta e inerte si fosse messa alla testa del movimento emi­

gratorio e avesse cercato di allontanare da essò quei vampiri che lo hanno spesso danneggiato, non v’ ha dubbio che molti fatti dolorosi non sarebbero av­ venuti. Ma l’ iniziativa privata può anche allargare il suo campo d’azione e alla tutela della emigrazione può benissimo aggiungere altri intenti profìcui alla economia nazionale, come lo sviluppo delle relazioni commerciali, delle esportazioni, la formazione di co­ lonie e simili.

Non a caso abbiamo citato nel nostro articolo pre­ cedente l’esempio della Germania. Ivi infatti la grande importanza della questione coloniale condusse nel -1882 alla fondazione in Francoforte dell’A ssociazione ger­ m an ica coloniale. Negli statuti di questa associazio­ ne, (secondo quanto ci informa quel prezioso volume che contiene la S tatistica dell'em igrazione italiana p er gli an n i 1884 e 1885, pag. 293) si legge che il suo scopo è di far conoscere la necessità di di­ rigere il lavoro nazionale nel campo della coloniz­ zazione e di formare un centro ove riunire gli sforzi destinali a tale scopo, nonché di cercare le migliori soluzioni pratiche alla questione, coloniale. Ma prima ancora che si costituisse la A ssociazione germ anica coloniale in Frnucoforte era sorto nel 1878 a Berlino il C en tra l-V erein per opera della iniziativa di poche persone, che impensierite dell’aumento grandissimo della popolazione in Germania e delle proporzioni sempre crescenti che vi andava prendendo l’ emi­ grazione, studiarono il modo di volgere a benefìcio della grande patria tedesca quel rigoglio di forze che sino allora era stato sfruttato nelle lontane co­

lonie da altre potenze.

L’ associazione centrale per la geografìa commer­ ciale e per promuovere gli interessi tedeschi all’estero ( C en tral- Verein fiir Ilan d elsg eog rap h ie und F o r - derung deutscher Interessen im A uslande) fu costi­ tuita, come dicemmo, nel 1878 e nella seduta pub­ blica del 20 novembre il dottor Jannasch svolse gli intenti della società dal punto di vista principalmente dell’emigrazione, dimostrando che la questione rela­ tiva a quest’ ultima è intimamente connessa con quella delle colonie e del commercio tedesco e che la società non m irav a tanto a im pedire la em igrazione quanto a d arle un m igliore in dirizzo affinchè p o ­ tesse torn are u tile e all ecoionie e a lla m ad re p a ­ tr ia a un tempo. Non faremo la storia del lavoro compiuto dal C en tral-V erein ; aggiungeremo soltanto che essa ha uu periodico assai rinomato, l'E xport, che ha fondato un Museo geografico-commerciale, una Banca tedesca di Esportazione (E x p o r t-B a n k ) e dei Depositi commerciali all’ estero, lo queste as­ sociazioni tedesche prevale naturalmente lo scopo della colonizzazione e dello svduppo del commercio germanico. La tutela di cui l’emigrazione tedesca ha bisogno non si può paragonare per molte ragioni a quella di cui l’ emigrazione italiana dimostra la ne­ cessità ; e quindi si comprende il carattere speciale che sono venuti assumendo tanto il C entral-V erein di Berlino che I’ Associazione di Francoforte.

(3)

passo, che può essere di molta utilità colj’incaricare una Commissione di studiare il problema della emi­ grazione. La Commissione ha già estesa la sua rela­ zione ohe ha avuto l’ approvazione dell’ assemblea della Società Geografica e di cui crediamo utile ri­ ferire alcune considerazioni e le proposte finali.

Il mandato conferito alla Commissione venne net­ tamente formulato nella lettera con la t|uale il pre­ sciente della società la convocava invitandola « a studiare un argomento compatibile con le relazioni e i mezzi di cui dispone la società geografica per fare un servizio , di informazioni che possa servire al tempo stesso di guida alla emigrazione e di no­ tizie per noi sulla emigrazione stessa, non esclu­ dendo l’eventualità dell’Intervento anche del Governo nel caso che il tentativo nostro incontrasse un buon successo. »

Il compito della Commissione rimaneva per ciò stesso ristretto a ricercare il m odo in cui si debba procedere per raccogliere utili informazioni. « La Commissione, dice il rapporto, considera in proposito che le informazioni, che maggiormente interessano, sia per lo stadio, sia per qualsiasi direzione pratica dell’ emigrazione, sono specialmente quelle , che si riferiscono alla emigrazione stessa in relazione colle regioni, a cui essa si rivolge. Infatti le circostanze, che possono interessare lo studio della emigrazione in molo e che su questa influiscono, non sono quelle locali, che spingono 1’ individuo ad emigrare, ma piuttosto quelle, che attirandolo verso un determi­ nato paese, o quelle, che rendendogli una via più o meno facile, danno al suo esodo una direzione piuttosto che un'altra, o sulle conseguenze di questo esodo influiscono più o meno favorevolmente.

Lo studio delle condizioni locali iniziatrici della emigrazione, se può avere la sua utilità dal punto di vista sociologico, e se può fornire validi elementi a chi abbia in animo di studiare la utilità o meno della emigrazione per se stessa ed in rapporto al paese di origine, può invece da noi essere lasciato da parte. Poiché noi sulla utilità della emigrazione non intendiamo assolutamente discutere, ed inten­ diamo di occuparci di tale fenomeno in tanto, in quanto di fatto esiste, senza pretendere nè di fre­ narlo, nè di promuoverlo.

Ciò premesso, la Commissione ha consideralo che le informazioni potevano richiedersi a tre diverse classi di corrispondenti , cioè a p riv a ti a u fficiali governativi, a C om itati locali, e dopo breve esame ha riconosciuto, non doversi in linea di massima fare molto assegnamento sulle due prime classi. E ciò per la considerazione, che le informazioni così dei privati, come degli ufficiali pubblici devono ne­ cessariamente riuscire nel maggior numero dei casi incomplete o men ehe precise.

Non è infatti da dissimularsi, ohe questi due or­ dini di corrispondenti si trovano per varie ragioni nella impossibilità di avere essi stessi, con tutta la facilità desiderabile, quelle più complete e sicure in­ formazioni, che noi dovremmo richieder loro. »

Per ciò la Commissione crede meglio di creare i corrispondenti fra corpi collegiali già costituiti, prima che cercare di farne sorgere dei nuovi. La pratica conoscenza dei paesi e del loro movimento, il mag­ giore affiatamento delle istituzioni che hanno già una più o meno lunga esistenza , indussero la Commis­ sione a questo consiglio. Essa poi reputando oppor­ tuno di trovar modo di raccogliere presso le famiglie

degli emigranti le notizie e possibilmente avere le stesse loro lettere più interessanti, nota come mentre la pratica, strada facendo, insegnerà quali potranno riuscire i migliori strumenti, le Congregazioni di Ca­ rità appaiono gli organismi in massima più adatti. La Commissione termina il suo rapporto facendo queste proposte :

« Che la società geografica inizii la raccolta di in­ formazioni sul movimento e sulle sorti della emi­ grazione italiana, organizzando all’ uopo presso la sua segreteria un ufficio con propri impiegati o sotto la direzione di delegati del consiglio ;

Che il lavoro si inizii col ricercare le informa­ zioni all’ estero, specialmente presso istituzioni col­ legiali esistenti, salvo a giovarci, ove sia opportuno, anche dell’ opera di corrispondènti speciali scelti sia fra privati sia fra ufficiali pubblici, ed a giovarci anche di quelle notizie che il governo raccolga per suo conto ed acconsenta a comunicare alla Società;

Che si procuri, specialmente per mezzo delle isti­ tuzioni locali di beneficenza in Italia, e con quegli altri mezzi che I’ esperienza insegnerà, di raccogliere quelle notizie che gli emigranti mandano alle loro famiglie;

Che, a suo tempo, quando questo lavoro iniziale abbia raggiunto un sufficiente sviluppo si stabiliscano le modalità per utilizzare le raccolte informazioni, e si determini quale forma si debba dare in via de­ finitiva all’ organismo destinato a raccogliere e ad utilizzare le informazioni stesse. »

Ci riserbiamo di prendere in esame tanto lo scopo che la Società Geografica si propone, quanto ai mezzi che intende adoperare per raggiungerlo. Qui abbiamo inteso solo di rilevare questo primo risveglio della iniziativa privata, al quale si può unire quello del Ministero di agricoltura, Industria e commercio, che ha deciso di fare una indagine intorno alle cause ed ai caratteri della emigrazione, simile a quella compiuta nel 1 8 8 4

Tutte queste notizie saranno certamente utili e varranno a gettare la luce sulle cause dell’ emigra­ zione italiana. Ma è chiaro che non basta fermarsi li. Per impedire che gli emigranti cadano in mano di intriganti e peggio, due condizioni sono necessarie: che tutto il rigore della legge colpisca gli agenti ed arruolatori che speculano disonestamente sugli emi­ granti; e che a questi vengano aperti gli occhi e sia possibile di trattare con gente umana e onesta. La prima è il compito del governo ; alla seconda è l’Ini­ ziativa privata che può efficacemente cooperare.

LA RELAZIONE DELL’ ONOREVOLE BRANCA

sull’ ordinamento degli Istituti di emissione

III.

il biglietto di banca

(4)

512

L ’ E C O N O M I S T A

5 agosto 1888

« tulio il movimento economico si svolse intorno al « credito cambiario. Anzi si può dire che gli altri « istituti di credito fondiario e mobiliare, o conge­ li rativo popolare, ed altri ordinati a scopi speciali, « che prima esistevano, o che vennero mano a mano « pullulando, si alimentarono, come ad unica sor- « gente, dalla diffusione del biglietto di banca ».

Qui occorre appena rilevare la esagerazione del concetto e la scarsa conoscenza dei fatti. E verissimo che in Italia esistè sempre dal 1866 in poi scar­ sezza di moneta metallica e che durante e dopo il corso forzato il biglietto di banca sostituì veramente nell'uso ordinario la moneta. Ma è proprio non co­ noscere i reciproci effetti dei fatti economici, è non averli osservati, quali si sono effettivamente svolti in Italia, per non comprendere che, appunto la man­ canza delle scorte metalliche da una parte, la limi­ tazione quantitativa del biglietto bancario dall’ altra dopo il 1874, determinarono lo sviluppo insperato di tante altre forme di titoli di eredito, i quali in mezzo alla abbondanza delle specie metalliche e dei biglietti di banca si sarebbero molto meno genera­ lizzati. Come può credere l’on, Branca che dopo la circolare Castagnola del 1875, sparito quello sciame di biglietti ohe tutti avevano emessi, il commercio avrebbe potuto accontentarsi delle scarse scorte me­ talliche o dell’esistente quantità di biglietti?

Ricerchi l’on. Branca quanlo si sia sviluppato in Italia l’uso degli chèques negli ultimi quindici anni ; -— indaghi lo sviluppo delle fedi di deposito; — faccia qualche calcolo sulla efficacia dei vaglia cambiari; — tenga conto della creazione delle stanze di compensa­ zione ; — medili sulla crescente quantità di obbliga­ zioni, di azioni, di cartelle fondiarie, e vegga se la sua affermazione non sia arricchita al punto da po­ tere — relativamente alle condizioni in cui era f Italia — dire tutto il rovescio, che cioè la povertà delle scorte metalliche e la limitazione del biglietto bancario facilitarono il generalizzarsi dell’uso di tutti quegli stromenti di credito che soltanto i paesi molto ricchi e molto civili adoperano in grande quantità.

Ma dove è necessario fermarsi alquanto è quando l’on. Branca vuol fare esso pure della teoria ed intraprende niente altro che ad esporre quella del biglietto di banca. Ormai vi sono tanti trattati, anche elementarissimi, moderni o vecchi, sul biglietto di banca, che chiunque abbia In pazienza di leggere le poche pagine che discutono sull’argomento si per­ suade che in proposito la scienza, meno qualche suo eccletico cultore, è stata sempre concorde a de­ terminare la funzione del biglietto di banca e ad indicarne la teoria. Ma l’on. Branca confondendo probabilmente le analisi che sono siate fatte sulla fun­ zione del biglietto colle definizioni che gli economisti hanno dato del biglietto stesso, volle esporre un concetto che gli parve nuovo ed esatto e, ciò che è più curioso, volle, con un preambolo richiamarci so­ pra l’attenzione dei lettori.

« Tutti sanno — scrive 1’ on. Branca — che il « biglietto di banca, anche teoricamente, è varia- « mente considerato. Avvi chi crede che esso non « abbia altra funzione all’ infuori di un vero ed « esclusivo buono di cassa, il quale circola sol per « che il primo possessore, invece di esigerlo egli « stesso ad un altro sportello della banca emittente « trovi altri che lo tolga in pagamento e così di « seguito, finché dopo un lungo giro non torni alla

« cassa, su cui era stato emesso. Avvi invece chi « attribuisce al biglietto una vera e propria funzione « di moneta, quasi che possa giungere a supplire la » moneta metallica e fungere quale vero capitale « circolante. »

Dove abbia trovata una simile distinzione l’ ono­ revole Branca noi non sappiamo invero; certo che l’economia politica ha consideralo separatamente la natura del biglietto di banca e le condizioni colle quali può funzionare nei successivi scambi, e la funzione del biglietto stesso quando abbia la natura voluta e trovi ìe condizioni necessarie. La natura del biglietto sta nella fa c ile sua trasm issibilità per cui può essere consegnato da uno all’altro senza bi­ sogno nè di girata, nè di gara' zia ; la condizione che riassume tutte le altre è la fid u cia del pubblico, la quale deriva da una serie di fatti più o meno con­ comitanti, che qui non riporteremo per non fare un riassunto di quegli elementi di economia politica che si trovano in tante anche scolastiche pubblicazioni. Quando poi il biglietto abbia il supremo carattere suo della trasmissibilità e trovi le condizioni volute nel mercato, allora acquista una funzione che è quella di so­ stituire la m oneta al punto da essere ad essa preferito e talvolta al punto di sostituirsi ad essa, quando la mancanza di moneta metallica e la conseguente scarsa convertibilità del biglietto, siano vinte dalla suprema necessità di avere una certa quantità di medio circolante.

L’on. Branca non sospetta nemmeno questo intimo legame che passa tra i due fatti e crede di poterne fare due teorie, mentre I’ economia politica non ne ha fatto che due momenti dello stesso fenomeno ; l’on. Branca non comprende il rapporto che passa tra la circolazione fiduciaria e quella a corso forzato e crede o sospetta che il biglietto di banca sostituisca la moneta quando essa è scarsa. Nulla di più ine­ satto ; la funzione del biglietto di banca è semplicis­ sima ; è fiduciario fino a tanto che è ritenuto con­ vertibile facilmente ad ogni richiesta ; è a corso for­ zato appena che intervenga la legge o la prepo­ tenza, o l’arbitrio, o la limitazione a non renderlo convertibile e spendibile sempre ed in tutti i casi come dovrebbe essere. Tutto al più si potrà distin­ guere il biglietto a corso forzato legale o d i diritto e quello a corso forzato semplicemente d i fatto.

Così, nelle attuali condizioni d’ Italia, si può dire senza timore di errare che non vi è m a i stato nel vero senso d ella p a r o la il corso fid u ciario dei b i ­ glietti d a l 1866 in p oi. Quando lo Stato, dichiarando

(5)

[| rettore modestamente dichiara che non vuole ad­ dentrarsi in controversie tecniche — e p o u r cause, di­ ciamo noi, ma aggiunge con ingenuità maravigllosaj « egli è ('erto che il biglietto di banca in qualunque « modo considerato, e pur ammettendo come vera « soltanto la teoria restrittiva ed ortodossa, ha una « certa funzione, sua ma la quale non si può eon- « fondere con quella di ogni altro titolo rappre- « senlativo del credito ».

* Il biglietto di banca sin pure da mille lire, può « correre cóme moneta e saldare ogni sorta di pa­ ci gamento, anche se speso da persona no i nota a cc chi lo riceve, purché sia ben noto ed accreditato « l’ istituto cui il biglietto appartiene. Questo fatto » caratteristico che cade S"tto gli occhi di ognuno « spiega con quanta facilita il pubblico possa co « fondere il biglietto bancario con la moneta effet­ ee feltiva, e come in mancanza di altro medio circo­

li lame sia avidamente richiesto pei bisogni sì del « commercio che della vita giornaliera ».

Non ci credano soverchiamente meticolosi i lettori se ci fermiamo un poco su questo sforzo d’ ingegno regalatoci dall’ on. Branca ; è il caposaldo dal quale, parte per provare la necessità de I’ aumento di eir- colazmne sorvolando ¡ti pericoli che tale aumento può produrre, vai quindi la pena di farne una ana­ lisi completa.

E proprio vero che il biglietto di banca presenti il fatto caratteristico, che lo distingue da ogni altro titolo rappresentativo di credito, di poter essere speso da persona non nota a chi lo riceve, purché sia noto ed accreditato I’ istituto cui il bigi ietto appar­ tiene ?

Se I’ on. Branca avesse anche una sola volta esaminato il portafoglio di una banca avrebbe ve­ duto che per la banca stessa e per tutti quegli altri istituti o banchieri a cui fossero rimessi gli effetti poco importa di conoscere tutte le firme che talvolta ingombrano le cambiali, bastando che ne sia ben nota ed accreditata una la quale è suffìcente a dar valore al titolo ; — se conoscesse l’ uso dei w arran ts, dei chèques e di ogni altro titolo di credito, saprebbe che è caratteristica di un titolo di credito qualun­ que di avere un valore relativo alla fiducia che ispira I’ Istituto emittente od in qualunque modo la firma garante. Le obbligazioni del prestito Bevilacqua La Masa che qualche tempo fa si vendevano a pesò di carta, hanno riacquistato quasi il loro valore nominale solo perchè vi ha apposta la firma un gruppo di banchieri ben noto ed a c c r e d ita to ; le azioni di certi istitu'i oggi caduti in rovina, riacquisterebbero domani tutto il loro valore quando vi fosse la firma di un potente istituto, e di un grosso b anchiere;— e forse l’ ono­ revole Branca non ignora come da un giorno all’altro, solo per l’ intervento finanziario dell’ Inghilterra, sa­ lissero ad alto prezzo le azioni del canale di Suez.

Non è vero quindi che I’ uscire da un istituto ben nolo ed accreditato sia un fatto caratteristico, che permette di non confondere la funzione del bi­ glietto con quella di ogni altro titolo rappresentativo di credito, ma quel fatto caratteristico è proprio di qualunque titolo di credito poiché, ne è essenziale qualità.

Non altre sono le ragioni per le quali il biglietto di banca è accettato dal pubblico come moneta ; e queste ragioni sono all’ incirca quelle slesse che contraddistinguono il m etallo coniato in moneta dallo stesso metallo sotto qualsivoglia altra forma; — il ta­

glio, il colore, la forma, la convertibilità a vista, ec. ee. (tutti quei caratteri (die I’ on. Branca può trovare indicati ordinatamente nei trattateli'! di economia po­ litica che si usano nelle scuole), sono quelli che fanno circolare il biglietto; ed ih quei trattatelli l’ono­ revole Branca troverebbe avvertito che non sareb­ bero altrettanto facilmente accetti i biglietti se si emettessero per cifre spezzate come L. 515.96 ov­ vero 2 1 2 .8 5 ; se avessero la stessa forma, lo stesso colore, qualunque fisse il taglio, se la somma che rappresentano non fosse chiaramente indicata.

Del resto pare Impossibile che l’ on. Branca non abbia saputi certi fatti notissimi e rilevati da tutti coloro che studiano i fenomeni economici. Nei mer­ cati del Piemonte, per esempio a Canelli, difficilmente l'on. Branca troverebbe modo di spendere un bi­ glietto del Banco di Sicilia, sebbene vi sia ben noto ed aereditato l'istituto cui il biglietto appartiene; ma il contadino di Cinedi accetterebbe probabilmente il bi­ glietto del Bmco di Sicilia se gli fosse dato dalla Teso­ reria di Alessandria, o dalla Banca Nazionale di Torino, o da altro intermediario da Ini conosciuto. Nò do­ vrebbe igorare l’or). Branca che nella vita ordinaria italiana affi.ita da otto specie di biglietti, se si in­ contra difficoltà in qualche luogo a spendere una delle lai te, specie, non vi cerca già di vincere la difficoltà parlando dell'istituto, che ha emesso il biglietto, ma accennando alla persona ed ad’ ufficio che ci ha consegnato il biglietto.

L’on. Branca spiega col fatto caratteristico sopraci­ tato il motivo per il quale « in mancanza di altro me­

li ilio circolante il biglietto sia avidamente richiesto per

« bisogni sì del commercio che della vita giornaliera ». Ma anche una superficiale riflessione avrebbe fatto nascere al relatore ¡1 dubbio molto verosimile, che non già il fatto caratteristico, ma sibbene la neces­ sità urgerne produce simile fenomeno. Non ricorda l’ on. Branca che nel 1866, sparita tutta la moneta metallica e non ancora stampati i nuovi biglietti, le m arche da bollo e la ca rta bollata funzionavano da moneta ?

Terminiamo su questo punto promettendoci di dare all’un. Branca un consiglio disinteressato: Ap­ profitti delle vacanze parlamentari per rivedere la nozione del biglietto di Banca ; è possibile che alla Camera qualche ortodosso sollevi la questione, ed è conveniente che il relatore di così importante pro­ getto si mostri bene preparato.

1/ ORDINAMENTO DELLA TASSA SULLA VENDITA

D E L L ' A L C O O L

Fra i provvedimenti finsi ziari approvati con la legge del 12 luglio u. s. vi è come è noto, una nuova tassa sull’ alcool. L ’ importanza di questo nuovo tri­ buto e più ancora le polemiche che essa ha susci­ tato negli scorsi giorni ci consiglierebbero a ripro­ durre la legge, ma preferiamo invece di darne qui un sunto che meglio possa informare i lettori dei- I’ organamento di questo nuovo tributo.

(6)

514

L ’ E C O N O M I S T A

5 agosto 1888

La nuova legge colpisce l’ alcool in consumo quando esce dalle dogane, dai depositi doganali pro­ priamente detti o da quelli assimilati, e quando esce dalle fabbriche o dagli opifici di rettificazione. Quindi, di regola, il momento del pagamento della tassa coincide con quello della uscita dell’ alcool destinato al consumo nell’ interno dello Stato sia dalle dogane — se il prodotto è di provenienza fo­ restiera — sia dalle fabbriche di prima o di secooda categoria — se il prodotto è nazionale.

Per I’ alcool di provenienza forestiera, la tassa di vendita è pagata insieme ai diritti di confine.

Per 1’ alcool di fabbricazione nazionale, all’infuori dei casi, di cui appresso diremo, nessuna quantità di spirito che passa al consumo.può essere estratta dalle fabbriche di prima o di seconda categoria, dagli opifici di rettificazione e dai magazzini assi­ milati ai depositi doganali, se prima non è stata pagata la tassa di vendita, e se, pagata la tassa, non è stata eseguita la Unificazione del genere che deve entrare in consumo.

La riscossione della tassa è affidata : a ) alle dogane,

l ) ai magazzini di deposito dei generi di pri- rativa,

c) alle agenzie delle, imposte dirette. Riscossa la tassa, I’ ufficio finanziario rilascia alla parte la bulletta d i pagam en to. 11 possesso di questa bulla dà diritto all’ estrazione dell’ alcool dalle fabbriche o dai depositi, salva la verificazione del genere per parte degli agenti ai quali è commessa la vigilanza.

Il legislatore ha voluto tutelare la finanza contro il danno del contrabbando e delle frodi a cui le al­ tissime ragioni dei tributi sull’ alcool danno luogo. Con una tassa di fabbricazione di 180 lire per et­ tolitro di alcool e con una lassa di vendila aggiunta di 60 lire — le quali diverranno 75 dopo il 50 giu­ gno 1880 — lo stimolo al contrabbando e alla frode è divenuto straordinariamente acuto.

La B u lletta d i pagam ento viene rilasciata a chiun­ que leva gli spiriti dalle dogane, dalle fabbriche o da­ gli opifìci di rettificazioni per portarli in consumo. Nessuna difficoltà dunque di far accompagnare questi spiriti dalla bulla medesima, la quale con­ terrà le seguenti indicazioni:

a) nome, cognome e domicilio del destinatario; b) qualità dell’ esercizio al quale è diretta la merce ;

c) termine utile per raggiungere la destina­ zione ;

d) autorità, dalle quali la bulla deve essere vi­ dimata durante il viaggio ;

e) qualità e numero dei contrassegni eventual­ mente apposti sui recipienti.

L ’ efficacia dell’ accompagnamento con bolla ande- rebbe perduta, se questa non avesse un termine di durata e se la sua validità eccedesse il tempo ne­ cessario al trasporto dalle dogane o dalle fabbriche al luogo di destinazione. Qui giunto, il genere, o entra immediatamente nel minuto consumo, o è de­ stinato con o senza trasformazioni, ad essere spe­ dito ai trafficanti minuti o ai consumatori privati, ma in partite le quali eccedano un quantitativo d: quattro litri. Come avviene nella pratica, la legge distingue i negozianti all’ ingrosso da quelli al mi­ nuto, e ai primi impone obblighi che non hanno i secondi.

Appunto i negozianti all’ ingrosso debbono tenere

speciali registri, ne’ quali sarà messo in evidenza il movimento giornaliero degli spiriti e delle bevande alcooliehe.

E poiché, come si è detto, non è ammessa cir­ colazione di spirito senza bulla dì accompagnamento così la logge- prescrive che gli spiriti e le bevande alcool iche, i quali escono dai magazzini dei nego­ zianti all’ ingrosso, in quantità superiori a 4 litri, sieno accompagnati da bulletta di circolazione.

Questa bulla legittimante il trasporlo del genere che ha già pagato la tassa di vendita, va rilasciata in base alla bulla di pagamento e deve contenere le medesime indicazioni prescritte per questa. Per I’ alcool puro, In bulla di circolazione sarà sempre rilasciata dall’ ufficio finanziario, cioè secondo i casi, la dogana, il magazzino di deposito delle privative, 0 1’ agenzie delle imposte dirette. Invece per le be­ vande alcooliehe, la bulla potrà essere rilasciata dai negozianti stessi, quando sieno autorizzati dall’ in­ tendenza di finanza : con che il commercio resta di molto agevolato.

Ili queste varie formalità può essere liberato il commercio degli spiriti e delle bevande alcooliehe nei Comuni chiusi che saranno designali con De­ creto del ministro delle finanze.

Dispone espressamente l’ articolo 16 della legge testé pubblicata, riguardante la tassa di vendita del- 1’ alcool, che il governo del Re è autorizzato a prov­ vedere, perchè si esegua alla entrata dei comuni medesimi il riscontro delle bulle di pagamento, di cauzione e di circolazione accompagnanti gli spiriti e le bevande alcooliehe. In questo caso la circola­ zione degli spiriti e dello bevande alcooliehe ncl- f ambito dei comuni chiusi è libera, e i negozianti all’ ingrosso sono così dispensati dall’ obbligo di iden­ tificare i loro locali di deposito e di trasformazione come di tenere gli speciali registri per il movimento di entrata e di uscita del genere.

La legge dei 12 luglio corrente, per la lassa sulla vendita dell’alcool, esige:

a) che il negoziante all’ ingrosso a al minuto di spiriti e di bevande alcooliehe debba essere prov­ veduto di particolare licenza;

b) che gli spiriti prodotti dalle fabbriche di prima categoria o da quelle di seconda categoria aventi carattere industriale sieno custoditi in appo- posito locale annesso alla fabbrica ;

c) che gli opifici di rettificazione — i quali sa­ ranno soggetti alla vigilanza permanente dell’ autorità finanziaria — siauo denunziali all’ Intendenza di fi­ nanza della rispettiva provincia;

d) che i negozianti a]l’ ingrosso di spirito e di bevande alcooliehe debbano identificare i loro locali di deposito e di trasformazione ;

e) che gli spiriti e le bevande alcooliehe esistenti, il giorno nel quale entrerà in vigore la legge, nelle fabbriche, negli opifici di rettificazione, negli stabi­ limenti per là preparazione del cognac e dei vini liquorosi, nonché presso i negozianti all.’ ingrosso e 1 rivenditori al minuto, siano inventariati agli effetti della tassa di vendita.

Siffatte disposizioni domandano adunque un cen­ simento compiuto delle fabbriche, degli opifici, de­ gli stabilimenti e degli esercizi esistenti in paese. Non diciamo che la bisogna sia facile; ma nessuno potrà disconoscere dato l’ intento della legge che essa sia necessaria.

(7)

ter-mini, per non incorrere in equivoci. Entrata in vi­ gore la legge del 12 luglio, gli agenti della finanza, come ufficiali di riscossione, non si occuperanno delle trasformazioni a cui andrà soggetto lo spirito desti­ nato, in varie forme, ad essere consumalo in paese. Essi lo coglieranno quando escìrà dalle degane, dalle fabbriche, dagli opifici di rettificazione o dai depositi, rispetto ai quali dovremo spendere appresso qualche parola.

La lassa verrà accertata e riscossa in quel mo­ ménto, e da quel momento essa entrerà nel costo di produzione dei genere che i negozianti forniranno ai consumatori, sia in forma di spirito puro, sia in forma di liquori, di vini preparali, vermouths, e si­ mili. Laonde, se l’ inventario oggidì si estende, oltre­ ché all’ alcool, ai vini liquorosi (cioè preparati con lo spirito) e ai liquori; è necessario fissarsi bene in mente che tale estensione trae origine solamente dal fatto che tutto 1’ alcool esistente in paese — quindi anche quello che è già entrato come elemento dei vini liquorosi e dei liquori — è soggetto alla nuo­ va tassa di vendita. Se così non fosse, l’ erario si vedrebbe sfuggir di mano un introito tutt’ altro che spregevole, gli effetti finanziari della lassa sarebbero notabilmente ritardati, e riescirebbe assai difficile, per non dire impossibile, regolare senza danno delle industrie o senza perdite gravi per il fisco i rim­ borsi di tributo per i generi destinati a uscir di paese.

Siccome poi l’ entità della tassa che i grossisti do­ vrebbero pagare in base all’ inventario, sarebbe forte così l’Amministrazione finanziaria ha disposto che i fabbricanti di liquori e di vini liquorosi, per le quan­ tità esistenti al momento della attuazione della tassa di vendita avranno facoltà di optare o per il paga­ mento immediato della tassa, liquidata sulle quantità medesime, ovvero per l’ introduzione di queste in ap­ posito magazzino pareggiato ai depositi doganali, nel qual caso il pagamento avrà luogo via via che i pro­ dotti passeranno in consumo, a meno che noti ne sia fatta l’ esportazione all’ estero.

Quanto alla numerazione delle fabbriche, dei rmri stabilimenti considerati dalla legge e degli esercizi di vendila all’ ingrosso e al minuto, giova avvertire che rispetto alle fabbriche la denunzia non è ne­ cessaria perchè esse sono perfettamente conosciute dall’ autorità finanziaria.

Ma poiché l’ art. 6 della nuova legge del 12 luglio, allo scopo di agevolare l'applicazione della tassa di vendita, obbliga tanto le fabbriche di prima catego­ ria quanto quelle di seconda categoria aventi carat tere industriale, a tenere appositi magazzini con­ siderati come locali di fabbrica, epperò soggetti alle discipline della legge doganale pei depositi privati, la denunzia di questi magazzini è necessaria.

Cosi è necessaria la denunzia degli opifici di ret­ tificazione e dei rispettivi depositi. E tanto per le fabbriche, quanto per gli opifici di rettificazione, è obbligatorio il passaggio immediato degli spiriti nei magazzini di deposito, com’ è obbligatoria la i s t i ­ tuzione del magazzino.

Ea legge del 24 giugno u. s. riguardante la fab­ bricazione degli alcools e dei vini crea tre ruove specie di depositi, assimilati a quelli doganali. Cioè:

а ) magazzini per la custodia dello spirito-delie fabbriche industriali di seconda categoria, destinato alla preparazione del cagnac ;

б) magazzini dì spiriti mescolati ai vini e ai mosti;

c) magazzini per la custodia degli spiriti distil­ lati dalle fabbriche di seconda categoria.

Questi magazzini non sono obbligatori, anzi la durata di quelli considerati alle lettere b e c è li­ mitata a tutto l’ anno 1889 soltanto, nella ipotesi che nel frattempo vengano a cessare le cause de­ terminanti i provvedimenti eccezionali testé appro­ vati a favore dell’ industria enologica; ma la de­ nunzia dei magazzini medesimi .è assolutamente ne­ cessaria se si vogliono instituiré.

Quanto ai negozianti all’ ingrosso e al minuto, la dichiarazione del commercio è indispensabile, se in­ tendono di conseguire la licenza per continuare la compra e vendita degli spiriti e delle bevande al- cooliche: ben inteso che chi intende di esercitare tanto il commercio all’ ingrosso quanto il commercio al minuto, deve far domanda per due licenze, av­ vertendo che agli effetti della legge del 12 luglio è ritenuta vendita al minuto quella esercitata per quan­ tità non superiore a 4 litri di liquido.

L’atto di vendita al minuto è considerato come l’apertura di un esercizio non autorizzato e dà luogo a contravvenzione.

Alla nuova tassa sono soggetti, come si disse, gli spiriti destinati al consumo dello Stato ed essa è commisurata alla reale ricchezza alcoolica del liquido. Una sola esenzione è ammessa dalla legge e riguarda gli spiriti destinati a rialzare la forza alcoolica na­ turale dei vini, in relazione alle disposizioni dell’art. 7 della legge 24 giugno, di cui diamo il testo preciso : « Fino a tutto l’ anno 1889 è accordata la ridu­ zione del 25 0|0 della tassa di fabbricazione sullo spirito impiegato nell’ alcoolizzazione dei vini e dei mosti fermentali, alle seguenti condizioni:

a) che lo spirito sia destinato a rialzare il ti­ tolo alcoolico dei vini o mosti fermentati sino al grado da determinarsi per decreto reale, che è ne­ cessario alla loro conservazione:

b) che lo spirito aggiunto alle miscele non ec­ ceda due litri di alcool anidro per ogni ettolitro;

c) che le miscele si operino sotto la vigilanza degli agenti finanziarii, nei depositi autorizzati di spi­ rito o, con speciali permessi, nei magazzini privati di consorzi di produttori e commercianti di municipi o altri corpi locali, e sotto quelle discipline e cautele che saranno stabilite per decreto reale ».

Se il legislatore ha creduto di ridurre di 43 lire la tassa di fabbricazione a vantaggio dell’ industria enologica, sarebbe stato enorme che egli avesse poi gravato la mano colla nuova tassa, la quale ascenderà a 60 lire per ogni ettolitro di alcool anidro nel primo anno di applicazione e sarà portata a 75 lire col I o luglio 1889. Onde l’esenzione intera espressamente sancita da! secondo capoverso dell’articolo 3 della legge 12 luglio corrente.

(8)

516

L’ E C O N O M I S T A

Questa bolla oltreché dagli uffici autorizzati al­ l'emissione del'e bollette di pagamento e di circo-, lazinue, può essere rilasciata da altri agenti ; cioè, presso le fabbiicbe e negli opifici soggetti alla vi­ gilanza permanente del fisco, le bollette ili cauzione e i certificati di scarico saranno emessi dagli stessi agenti delegati alla delta vigilanza.

^Gli spirili e bevande alcnoliche non possono cir­ colare sul territorio dello Stato senza bolla di p a ­ gamento d i circolazion e o d i cauz'one. I- articolo della leuge del 12 luglio, imponendo espressamente quest’obb igo per i trasporli sulle sirade ferrate, sta- hibsce che le bulle devono essere contrassegnate dalle amministrazioni ferroviarie, al momento nel quale la merce è presentala per la spedizione e al momento nel quale è. consegnai»' al desti alano. Per gli spiriti che vengono trasportati sulle strade comuni, le boi e possono "essere riscontrate lungo il viaggio, e al mo­ mento dell’arrivo devono essere presentate all ultizio finanziario n, in sua assenza, al sindaco del comune di destinazione.

R,spello a questi obblighi la legge è ferrea; essa stabilisce che gli spìriti e le bevande ah-oo iche che vengano trasportati senza accompagnamento delle belle o con bolle per le quali il tèrmine di scadenza sia passato, saranno sottoposti al pagameli«) del dazio .li confine, della su ratassi di labbrlcaziime e della tassa di \ondila, (PIre a una limila esle sibilo dal doppio al decuplo dei ... Invali tributi insieme riuniti.

Rivista (Economica

I l commercio ¡tato-francese e la République française

La statistica delle foreste nei vari paesi ¿Eu­

ropa L’inchiesta del comitato sull’immigrazione agli Stati Uniti.

Quantunque un mese sia già trascorso dalla fine del primo semestre, non abbiamo ancora ricevuto la statistica del commercio dell’ Italia coll’ estero nei primi sei mesi ilei l’anno. Non possiamo quindi in­ traprendere quell’ esame del nostro commercio che ci pare tanto più nScessario dacché la stampa fran­ cese continua a mettere in chiaro che dalla guerra di tariffe chi ha perduto meno è la Francia, e non occorre dirlo, chi ci ha perduto piu sarebbe il no­ stro paese. Non intendiamo di accogliere in materia così importante e ardua i giudizi dei diari francesi, e quindi riserbiamo, ora come in passato, il nostro giudizio sulla situazione quale risulta dalle statisti­ che j ma per seguire la situazione non possiamo pas­ sare sotto silenzio quanto scrive la République f r a n ­ çaise nel numero de! 30 luglio.

Il diario francese fa quésta volta il conto della Francia, come prima aveva fatto il conto dell’Italia e fermandosi ai prodotti manifattura«, vuol provare che la Francia non ha punto risentilo quel danno enorme che gli italiani si ripromettevano, la avrebbe condotta a capitolare. La Francia, dice la République fr a n ça is e, esporta da 760 a 801) milioni di franchi in prodotti tessili, manifattura« ; in ques'a cifra I Italia entra per 30 a 53 milioni, cioè un poco più del 1 per cento ; ora dice, è interessante di vedere se dalla guerra di tariffe in poi si è prodotta una breccia equivalente nella esportazione generale dei filali e tessuti. È il contrario, dice il citato giornale, quello

5 agosto 1888

che è avvenutole questa esportazione che per i sei mesi del 1887 raggiunse i 361 milioni nel primo semestre del 1888 salì a oltre 566 milioni e mezzo; anzi rimine lo fu es-.«aulente di 5,735 000 franchi.

La République fra n ça ise non si ferma qui, ma per meglio determinare le differenze, presenta questo pro­ spetto :

MERCI

Sei primi mesi^

1887 1888

chi log. ehilog.

D iffe r e n z a in m eno n el 1>88 q u a n tità v alo re

c h il. fra n ch i

Filati di canapa e di lino ru l i ... . 241.183 Tessuti di seta e cascami

di seta..... 21,004 O getti c u c iti... 2,449 Tulli di s e ta ... 8 482 Passamani erta di s e t a .. 5,395 S t.ffe... 171,093 Stoffe d iv ers e, di lana

m o ir e , eoe... 352,223 Stoffe miste... 166,360 Tessuti di co'on e, per­

ca! i, calieots c r u d i.. . 133,900 Tessuti fiu ti... 116,900 » misti... 134,800 30,891 201,202 357,000 10 358 IO 3i6 745,000 848 1,601 173.500 2 183 6,299 566- 900 1,024 4,371 184,000 106,800 64,893 817,600 197.000 155,123 1,085,800 40,600 125.760 2,379,-00 66,100 67,800 183,000 61 900 55 000 193.000 42.000 93,800 742.000 T o t a le ....fr . 7,433,700

« Do queste cifre si vede, dice lo R épublique, che i donili maggiori li hanno risentiti i tessuti di lana e le stolto ni .Inni «zinne di i milioni, e questo deve colui..re di gioia il senatore Rossi. Bisogna dire tut­ tavia che se gli industriali francesi sono stali colpiti da q esto l a t o , hanno avuto dei compensi cori altre

categorie. È per questo che malgrado la perdila che hanno siibìio m Italia, le esportazioni francesi di stoffe sono salite da 65 a 71 milioni in aumento di 6 mi­ lioni, quelle di lanerie sono salile da 55 a 42 mi­ lioni in aumento ili 7 milioni, eoe. ».

li giornale francese cónchiude domandando se gli italiani possono dire altrettanto pei loro prodotti che la Francia non acquista più. Come abbiamo detto la volta scorsa vedremo se vi sono stati dei com­ pensi eguali ; intanto non possiamo sconoscete che il ragionamento della R epublique F ra n ça ise, dal suo punto di vista, non è certo inlondalo.

— Un rapporto presentato alla Camera francese con­ tiene alcuni dati i teressanti sulle foreste nei vari paesi che riassumiamo qui appresso. Le foreste co­ stituiscono coinè è noto pel tesoro di parecchi stati un reddito di qualche importanza. Le ricchezze fo­ restali dell’Europa si ripartiscono nel seguente modo ;

Estensione Abitanti Fores e Superficie delle f reste — , per a bitui te Stati in ettari in eitari m ilioni Ett. are

(9)

I paosi d’ Europa dal punto di vista didle loro ricchezze forestali sono divisi dalla relazione in due gruppi :

1° I paesi nei quali la produzione è inferiore al consumo e sono la Francia, l’ Inghilterra, il Bel­ gio, l'Olanda, l'Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Danimarca

2° Quelli nei quali la produzione è uguale od anche superiore al consumo e sono la Russia d’Eu­ ropa, la Svezia, la Norvegia, l’Austria, la Ungheria, la Germania, la Svizzera.

Quanto alla Francia il rapporto contiene maggiori notizie. Le foreste appartenenti allo Stato hanno una superlìeie di ettari 997,768, quelle apponenti ai co­ muni ed agli stabilimenti pubb ici hanno una super? ficie di 1,939,717, quelli appartenenti a privati di 6,500,000 sicché in totale le foreste comprendono in Francia 9,457,315.

La proprietà forestale dei privati non ha sull'ilo, in Francia delle variazioni molto sensibili. Nel 1781 questa proprietà era di 6 milioni di ettari, nel 1803 di 5,738.080 ettari, ned 184-4 di -4,707,000 ettari, nel 1850 di 5,708,000 ettari. Lo stesso può dirsi della proprietà forestale dello Stato.

Due fatti caratterizzano l'amministrazione delle fo­ reste negli ubimi 20 anni cioè la dimi uzione delle entrate e Patimenti) delle spese. Queste ultime infitti nel 1822 ammontava o a 3 milioni erano nel 1866 a 8 milioni e mezzo, nel 1877 a quasi 13 milioni, nel 1884 a oltre 16 milioni, per contrario le en­ trate che nel 1873 ammontavano a 42 milioni scen­ devano a 35 milioni nel 1884.

Questa diminuzione nei proventi delle foreste dello Stato deriverebbe da parecchie cause, dal l'aumento del prezzo della mano d’opera, dalla concorrenza del legnarne estero importalo in Francia, dalla diminu­ zione del consumo del legname da ardere e da co­ struzione. Il primo è infatti sostituito sempre più dal carbone e il secondo dal ferro o dalla ghisa.

— Più presto di quello che non si credeva si è radunata la Commissione a Nuova York per indagare sulle condizioni dell’ immigrazione ed ha comi iciato ad occuparsi subito degli italiani. Per compitare le cifre che abbiamo date nell’articolo sulla « immi­ grazione italiana tigli Stati Uniti » pubblicato nel numero precedente diamo qui le cifre degli immi­ granti durante l’ anno fiscale 1° luglio 1817 30 giu­ gno 1888. Il numero totale fu di 539 818 di cui 107.624 della Germania, 83,432 dell’ Inghilterra e Galles, 73,238 dell’ Irlanda, 72.915 della Svezia e Norvegia, 51,075 dell’ Italia, 33,407 della Russia, 25,884 dell’ Austria, 24,396 della Scozia, 19,927 del- 1’ Ungheria, 8,981 della Danimarca, 7,737 della Sviz­ zera, 6,427 della Francia, 5,845 dei Paesi Bassi e 5,816 della Polonia.

L’ Italia occupa, come vedesi, il quinto posto., ma come prevedevamo il numero degli immigranti è aumentato a paragone del 1887 perchè nell’ anno fiscale chiuso il 30 giugno 1887 ammontarono a 47,352; l’ aumento è stato adunque di 3,723.

II T im es del 28 in un telegramma da Filadelfia riferiva estesamente le deposizioni fatte dai testimoni chiamati dinanzi alla Commissione del Congresso. Tra gli altri fu interrogato il vice-console italiano a Nuova York sig. Monaco. Egli disse che migliaia di italiani erano tradotti in America con false lu­ singhe da alcuni speculatori, che gli derubavano e gli abbandonavano quindi in una condizione deplo­

revolissima, dovendo questi lavoranti, appena trovato un collocamento, detrarre dalla misera mercede gior­ naliera il prezzo del loro viaggio dall' Italia in Ame­ rica non solo, ma un grosso interesse sul'a somma sborsata in anticipazione da quelli speculatori. Co­ storo tengono un Banco che porta il nome di Banco italiano, in Mulberry Street, ove ricevono le paghe degli immigranti già impiegati, detraggono il denaro per il viaggio, i frutti ilei capitale l’ alloggio, il vitto, e danno agli immigranti il resto, se ne avanza.

Il sig. Monaco aggiunge che nel presente anno 5000 immigranti italia i ricorsero al Consolato per aver soccorsi, che egli diede, avendo ricevuto dal Governo ili Roma 1090 dollari : che la maggior parte rii questi immigranti sono delle provinole nie- ridinnali, gente inferiore per varie ragioni a quella del settentrione; aggiunse che adesso si trovavano probabilmente 2000 italiani miserabili in Nuova York fra 70,000 che dimorano i i quella città 23,000 es­ sendo nel distretto di Mulberry Street in una regione chiamata la« piccola Italia ». Di questi 70,000 italiani, terminò a dire il vice-console, 55,000 arrivarono quest’ anno.

Il sig. Rober, che è alla testa della Società del— l’ immigrazione italiana a New-York, duratile la sua deposizione presentò una lista di speculatori che esigo ¡0 la commissione dall’ individuo impiegato e ila colui che lo impiega ; e in vari casi il povero immigrante, dopo aver pagato delle commissioni a sei o selle persone, non trova l’ impiego. Narrò fi­ nalmente che alcuni ili questi inlraprenditori hanno orribile reputazione ed in una occasione potè veri­ ficare che quegli immigranti per avere un pane sottoscrissero di pagare ciascuno 65 dollari ad un tale Unzaro per un prestito di 21 dollari.

Altre importanti descrizioni seguirono a queste e l’impressione che n’è derivata è stata a Nuova York grandissima. Il Comitato d’inchiesta ha pure comin­ ciato ad occuparsi dell’ immigrazione tedesca e ha potuto constatare che sono stati inviati agli Stati Uniti dei delinquenti e dei poveri con sussidi.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 30 gòng-no 1888

Il conto del Tesoro al' 30 giugno p. p. dava i se­ guenti resultati :

A t t i v o : Fondi di Cassa alla chiusura del­

l’esercizio 1886-87... L. 342,276,005.03 Entrata ordinaria dal 1° luglio

1887 al 30 giugno 1 8 8 8 .... » 1 ,5 8 9 ,618.627.82 Idem straordinaria... » 341,570,441.88 Per debiti e crediti ai Tesoreria » 2,21 0 ,9 1 2 ,0 7 8 .3 2 Totale. L . 4,4 8 4 ,3 7 7 ,1 5 3 .0 5 P a s s i v o :

Pagamenti dal 1° luglio 1887 a

lutto giugno 1888 ... L. 2 ,0 1 3 ,8 1 7 ,3 8 9 77 Per debiti e erediti di Tesoreria » 2 ,2 4 4 ,3 0 0 ,2 2 5 .3 5 Fondi di Cassa al 30 giu­

(10)

518

L ’ E C O N O M I S T A

5 agosto 1888

La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria è indicata dal seguente specchietto :

30 giugno 1887 30 giugno 1888 Differenza Conto di cassa L. 342, 276,005. 03 226,229,537.93 -116,046,467.10 Situa«, dei cre­

diti di Tesor.a 66,777,386.20 79, 929,399. 21 4- 13,152,013.01 Tot. dell’attivo L. 409,053,391. 23 306,158; 937.14 +102,894,454.09 Situaz.dei debiti di T esoreria.. 496,121,940.95 475,885,806.93 + 20,236.134.02 Differ. attira L. » passiva » 87,068,549.72 169,726,869 79 — 82,658,320.87

Gli incassi nell’anno finanziario dal 1° luglio 1887 a tulio giugno 1888 fra entrata ordinaria e entrata straordinaria ammontarono a L. 1,931,189,069.70 con una differenza in più sull’esercizio 1886-87 per l’importo di L. 175,107,010.83 e i pagamenti am­ montarono a L. 2,013,847,589.77 , cifra che rap­ presenta una maggiore spesa di L. 273,038,423.59 in confronto dei pagamenti fatti nell’ esercizio pre­ cedente.

Il seguente prospetto contiene la cifra degli incassi fatti nell’esercizio 1887-88 in confronto con la previ­ sione del bilancio, e con gli incassi fatti nell’eser­ cizio 1 8 8 6 -8 7 .

Entrata ordinaria neli’ eserciz.Incassi 1887-1888 Differenza col bilancio preventivo Differenza con gl’ incas. d ell’ eserciz. 1886-1887 Redditi patrimoniali. .. L. 80,968,148+ 3, 655,259+ 1,986,795 Imposta fon d ia ria....

Imposta sui redditi di

rie-174,132,323 768,9659,710.320 chezza m o b i l e ...

Tasse in amministrazione del Ministero delle

Fi-218,919,437+ 1,445,910 4 - 8,440,793

nanze... Tassa sul prodotto del mo­

vim ento a grande e

pie-199,262,527 +11,892,527 +10,980,493

cola velocità sulle ferr. D iritti delle Legazioni e dei Consolati a ll’estero Tassa sulla fabbric. degli

17,621,898-+ 214,857+ 1,489,627 794,325—■ 26,624 -+ 334,994 spiriti, birra, eco... 33,503,026 942,453 + 2,015,173 Dogane e diritti m a r iti.. 244,789,091 271,321 +23,007.289 D azi interni di consumo. 81,500,195 76,904 + 851,477 Tabacchi.... 186,664,2459.373-4723,311.685 S a l i ... ... 59,200,130 291,423 4 - 243,096 Multe e pene pecuniarie. 12-578 + 7,803 4 - 3,598 L o t to ...... 83,978,2622,790,777 4 - 8,602,031 Poste... 43,547 058 400,322 4 - 1,196,882 Telegrafi... 15,567,539 4- 78,218 4 - 2,855,628 Servizi d iv e rs i... 18 202,881 — 1,226.868 — 119,712 lllm b. e conc. nelle spese. 28,667.165—- 2,829,514 4- 8.516,969 Entrate diverse... 9,962,241-f 1,790,216-f- 1,885,429 Partite di giro...

Entrata straordinaria

92,325,552 — 1,154,911 — 307,621

Entrate effettiv e... 27,376,974 — 38,821,053 4-20,305,556 Movimento di ca p ita li. . . 39,824,773 —21,138 121 — 82,184,200 Costruz. di strade ferrate

Capitoli aggiunti per

re-274,078,073 — 84,458,321 4-174,470,177 sidui a t t iv i... .. 290,620 290,620 — 3,436,590 T o t a le ... .E . 1,931,189,069 —153,077,442 +175,107,010

Gli incassi dell’ esercizio finanziario 1887-88 fu­ rono inferiori di L. 153,077,442 alle previsioni del bilancio, e superiori di L. 175,107,010 alle entrate ottenute nell’esercizio precedente.

Il seguente prospetto contiene i pagamenti fatti nell’ esercizio 1 8 8 7 - 8 8 raffrontati col bilancio pre­ ventivo della spesa, e con quelli compiuti nell’eser­ cizio 1886-87. ■--- Differenza Pagamenti Differenza col bilancio coi pagam.i fatti Pagamenti nel preventivo neli’eserciz.

1887-88 della spesa 1886-87 Ministero del T esoro.. L. 857,122,354 — 21,155,967 + 68,779,661

Id. delle finanze . . 181,806,182 —23,528,618 4 - 1,846,319 Id. di graz. e giust. 34,024,061 — 206,958 + 311,638 Id. degli affari est. 8,977,847 — 126.471 4 - 1,495,832 Id. dell’ istruz.pub. 38.110,293 — 8.158,233 4 - 3 098,434 Id. dell’ interno . . . 67,123,286 —18,009,018 4 - 5,965,484 Id. dei lavori pubb. 365,714.875 — 120,497,640 4-100,901,920 Id. della guerra. .. 322,567,445 — 27,462,421 4 - 61,797,722 Id. della marina .. 123,006,073 — 16,218,627 4 - 29,073,931 Id. di agric. indus.

- f 1,787,479 e commercio. 15,394,970 — 3,091,000

Totale... L. 2,013,847,389 —238,454,958 +275,058,425

I pagamenti nell’esercizio 1887 88 furono inferiori di L. 258,454,958 alla previsione del bilancio della spesa e superarono quelli effettuati nell’ esercizio precedente per l’importo di L. 275,038,421.

Nell’esercizio che si chiude al 30 p. p. i paga­ menti superarono gli incassi per l’ importo di L i ­ re 82,658,320.08 mentre che nell’esercizio precedente gli incassi avevano superato i pagamenti per la somma di L. 17,293,095.19.

IL COMMERCIO DELLA RUSSIA NEL 1887

Dal Jo u r n a l de St-P etersbourg togliamo, riassu­ mendoli, i risultati del commercio internazionale della Russia durante il 1887.

Il movim. generale del commercio estero della Rus­ sia nell’anno decorso raggiunse la cifra di 901,759,178 rubli (di cui 568,519,724 rubli per 1’ esportazione e 333,239,454 rubli per l’ importazione), di fronte a 819,414,408 rubli nel 1886 (436,5 m. per l’espor­ tazione e 382,9 m. per l’ importazione).

Per ciò che riguarda le esportazioni, queste sono aumentate su tutta la linea, favorite dal deprezzamento della carta moneta e da un certo ribasso dei prezzi che l’amministrazione delle dogane valuta, compara­ tivamente al 1886, al 2,1 °/0 sugli articoli alimen­ tari, al 15 % sugli articoli manifatturati, al 0,1 °/0 sulle materie prime necessarie per l’ industria.

L’ aumento ò stato assai sensibile sui cereafi, di cui sono stati esportati P anno scorso 376,985,000 puds (di fronte a 260,802,000 puds nel 1886). Sono stali esportati :

M ilioni di puds M ilioni ili rubli

1887 1886 1887 1886 Frumento . . 130,6 86,6 140,0 90,7 Segala . . . 77,5 65,0 54,3 47,5 Orzo . . . . 58,5 41,2 54,6 25,9 Avena . . . 61,0 54,6 40,7 26,4 Miglio . 2,7 2,5 2,5 2,2 Mais . . . . 29,7 19,7 19,3 12,6 Piselli . . . 4,2 1,8 3,9 1,6 Fagiuoli . . . 0,9 0,3 1,3 0,5 Tritello . . . 1,3 0,6 1,7 0,8 Farina di segala 1,3 0,9 1,0 0,9 Crusca . . . 6,4 4,3 5,4 2,2

(11)

(totale 2,350 puds), e di circa 100,000 puds sulle altre farine.

Un aumento considerevole rilevasi nell’esportazione dei prodotti del nafta, che da 10,8 milioni dì puds nel 1885 hanno raggiunto 15 milioni di puds nel 1886 e 18,987,000 puds nel 1887. (11 petrolio raf­ finato figura in quesfultima cifra per 11,820,000 puds).

Gli altri principali articoli di esportazione furono: ova, caviale , pesce, zucchero raffinato, tabacco in foglie, alcool e acquavite, prodotti delie foreste, seme di lino e di canape, semi oleosi, altre semenze, re ­ sidui di semi oleosi, lino, stoppe di lino, canape, stoppa di canapa, pelli, cuoi non preparati, ossa, se­ tole di maiale, penne di uccelli, sego, crine, lane diverse, platino, pollame, bestiame e biancheria.

Per ciò che concerne il commercio di importa­ zione troviamo che esso è diminuito progressiva­ mente da 308,2 milioni di rubli nel 1884 a 237,9 m. nel 1885, a 232,9 m. nel 1886, e finalmente a 180,4 m. nel 1887. Comparativamente al 1884 l’am- montare delle importazioni ha perduto il 40 °/0. Egli è vero che il ribasso nel corso del rublo rende sif­ fatta perdita meno sensibile, però esso non ha certo mancato di produrre il suo effetto negli introiti do­ ganali.

Il solo articolo di cui l’importazione continua a progredire, non ostante le sopradette sfavorevoli cir­ costanze, è il cotone. Crediamo utile di mettere in confronto le cifre dal 1881 al 1887.

L’ importazione media annuale è stata: Qu a n t it à Va l o r e

Migliaia di puds Migliaia di rubli

del 1881-1885 . . . 7,135 78,584 del 1886 ... 7,248 71,986 del 1887 ... 10,055 96,436

Gli altri articoli di importazione sono: thè, vini, naturali, aringhe salate, caffè, tabacco, frutta fresche e secche, pepe, noci e nocciuole, sale, riso, lana, colori e materie coloranti, carboni minerali, olio di oliva, seta, ghisa, cuoi diversi, piante diverse, pro­ dotti farmaceutici e droghe, ferri, gomme, prodotti lorestali, soda e potassa, acido muriatico, oli diversi, luppolo, rame in verghe, tenders, apparecchi contro l’ incendio , oggetti in ferro, acciaio, e latta, mac­ chine diverse, Ianerie, articoli di lino, articoli di orologieria, cotonerie, macchine agricole, vetri, libri e stampati, articoli di cartoleria , seterie, lavori da falegname e tornitore, stromenti musicali, bian­ cherie, ecc.

Riassumendo, i risultati del 1887 per le quattro principali categorie d’importazione e di esportazione, si hanno le cifre seguenti :

1887 1888 rubli ru bli 50,396,569 89,024,451 224,404,442 221,407,002 498,420 616,236 57,950,023 71,851,503 333,239,454 382,899,192 Importazioni

Articoli per l ’alimenta­ zione... Materie prime per l’ in­

dustria ... Animali... Articoli m anifatturati.. T otale..

Esportazioni

Articoli per l’alimenta­ zione... Materie prime per l’ in­

stria ... Animali... Articoli manifatturati.. 1887 rubli 350, 639,591 193,262,080 11,990,560 12,627,493 1886 rubli 252,572,215 160,839,144 11,330,403 11,773,454 Totale.. 568,519,724 436,515,216

LE PREVISIONI SUL RACCOLTO GENERALE

d eg li zucch eri di b a rb a b ie to la

Il commercio degli zuccheri di barbabietola es­ sendo uno dei più importanti non solo per l’esten­ sione del .consumo, ma anche perchè è uno degli articoli sul quale si lavora abbondantemente per scopo di speculazione, non sarà inutile il far conoscere le previsioni che si fanno intorno alla produzione della barbabietola.

In Francia le ultime pioggie risultarono molto dannose alle barbabietole, le cui foglie principiano ad ingiallire in diverse località, le erbe cattive cre­ scono ed il ritardo va ognor più accentuandosi. Urge che il tempo si ristabilisca, altrimenti la qualità sarà molto difettosa.

Anche in Germania il tempo è costantemente pio­ voso, per cui le barbabietole fanno insignificanti progressi. È vero che le foglie si sviluppano in modo piuttosto soddisfacente, ma la radice è in ritardo e la zizzania incomincia ad invadere i campi. A meno che il tempo si ristabilisca prontamente, non si spera che una resa piuttosto mediocre.

Ciò che abbiamo detto per la Germania si applica eziandio all’ Impero austro-ungarico colla differenza che il ritardo è più pronunciato.

Nel Belgio da un mese il tempo è continuamente piovoso ; havvi eccesso d’ acqua e mancanza di ca­ lore. Quindi l’ ineguaglianza delle barbabietole è vieppiù aumentata, giacché nei terreni buoni e ben concimati la barbabietola già abbastanza forte pro­ fittò dell’ umidità per créscere vigorosamente. La foglia è magnifica, ma generalmente accompagnata da radici piccole e corte. I campi mediocri, tardivi ed umidi, ebbero invece a soffrire ed il loro pro­ gresso lascia molto a desiderare.

In Russia la condizione dei campi è soddisfaciente e la superficie seminata sarebbe maggiore della supposta.

Riferimenti

Documenti correlati

doganale internazionale; e più ancora la diminuzione complessiva dei nostri scambi col­ l’ estero, diminuzione che in sette mesi ha quasi rag­ giunti 180 m ilioni

— Dal_ complesso delle notizie avute dai prin­ cipali mercati dell’ interno apparisce che le transa­ zioni ebbero minore estensione delle settimane pre­ cedenti, e

Canada pretendeva di computare le tre leghe della zona ri­ servata a partire dalla linea collegante, due promon­ tori di ogni baia o porto; questo principio era

Chiusa 1’ asta, saranno restituiti i depositi fatti dai concorrenti, meno quelli dei due migliori offerenti. Quello dell’ aggiudicatario sarà trattenuto fino

— In questi ultimi giorni quasi tutti ì mercati cotonieri furono in rialzo ma il miglioramento non si dovè esclusivamente al merito intrinseco del cotone per la sua

— Il capitale utile alla tripla emissione 6 1’ ammontare dei biglietti in circolazione (dedotti la corrispondente riserva metallica esistente in cassa, le

Eoli infatti dopo avere chiarito nella in tro d u ­ zione lo scopo che si è proposto, e m ostrato in qual senso debba intendersi la dem ocrazia socialista della

1 8 8 8.. Le disponibilità sono sufficienti, perchè i bi­ sogni sono presentomente scarsi.. L’ occupazione di Zula compiuta dalle truppe italiane e la risposta del