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Unione dei comuni di Basiano e Masate Comune di Masate Città Metropolitana di Milano. Via Milano, 69 Masate (MI)

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Academic year: 2022

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Città Metropolitana di Milano

Via Milano, 69 – Masate 20060 (MI)

Nuovo PGT adeguato alla Lr. 31/2014 e s.m.i.

ex art. 13 L.r. 12/2005 s.m.i.

Masate, volo GAI 1954

Fonte: Geoportale Regione Lombardia

Documento di Piano

art. 8 L.r. 12/2005 s.m.i.

Relazione

Elaborato modificato a seguito di parere motivato di VAS

Sindaco

Segretario comunale

Dicembre 2021

Via Santa Caterina, n. 41 - 20025 Legnano (Mi) T. 0331822348 – M. info@studiososter.it

www.studiososter.it

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Gruppo di lavoro

Studio SosTer Alberto Benedetti Giorgio Graj

Luca Terlizzi (approfondimenti specialistici) Giovanni Anzanello (collaborazione)

Comune di Masate

Pamela Tumiati Sindaco

Stefano Lai Vicesindaco

Vincenzo Rocco Assessore Edilizia Privata

Ermanno Lamperti Assessore Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente e territorio

Arch. Marco Gorla Responsabile Settore Ambiente e Territorio Arch. Chiara Lissoni Ufficio Edilizia Privata - Urbanistica

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I NDICE

PARTE I

La ricognizione generale e la programmazione strategica

1. L’impalcatura urbanistica per la costruzione del Piano……… pag. 1 1.1. L’impostazione generale per la definizione degli indirizzi amministrativi……… pag. 1 1.2. Il contributo dei cittadini alla pianificazione partecipata: le istanze pervenute………. pag. 2 1.3. Gli orientamenti e le strategie del nuovo Documento di Piano……….………. pag. 4 2. Gli strumenti e gli obiettivi della pianificazione sovraordinata………... pag. 9 2.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) e il Piano Paesaggistico Regionale (PPR)……… pag. 9 2.2. Il recepimento della l.r. n.31/2014 ai fini della riduzione del consumo di suolo……….. pag. 25 2.3. Gli strumenti della pianificazione della Città Metropolitana di Milano………. pag. 32 2.3.1. Il vigente Piano Territoriale di Coordinamento di Milano (PTCP)………... pag. 33 2.3.2. Il nuovo Piano Territoriale Metropolitano (PTM)………. pag. 42 2.3.3. L’adeguamento ai criteri di riduzione del consumo di suolo ai sensi dell’art. 18 del

Piano Territoriale Metropolitano (PTM)……….. pag. 48 2.5. L’insieme degli aspetti naturali e paesaggistici propedeutici alla costruzione del

disegno di Rete Ecologica Regionale (RER) e Provinciale (REP)……….. pag. 57

PARTE II

Il quadro conoscitivo locale

1. La strutturazione urbana e le relazioni ambientali del comune di Masate……….. pag. 64 2. Lo stato d’attuazione del PGT 2017: le trasformazioni del territorio……….. pag. 66 3. Il sistema della mobilità locale e gli itinerari della mobilità debole……… pag. 69 4. Il sistema dei vincoli e le limitazioni d’uso……… pag. 78 5. L’insieme dei beni storico-culturali, paesistici e il repertorio archeologico……….. pag. 81 6. Il sistema paesistico-ambientale e agricolo: gli ambiti destinati all’attività agricola

strategica provinciale e le caratteristiche del Parco Agricolo Nord Est……… pag. 84 7. La sintesi dell’aggiornamento delle componenti geologiche, idrogeologiche e

sismiche………. pag. 90

PARTE III

L’operatività del nuovo Documento di Piano

1. Il documento di indirizzi assunto dall’Amministrazione comunale per la crescita

urbanistica del comune di Masate………... pag. 106 2. La coerenza tra gli obiettivi sovralocali e le azioni di Piano………. pag. 112 3. Il dimensionamento di Piano: dalle quantità di sviluppo complessive previste dal PGT

2017, alla determinazione della capacità insediativa del nuovo Documento di Piano.. pag. 119 4. La verifica del consumo di suolo ai sensi della l.r. n.31/2014……… pag. 123 5 Il Bilancio ecologico……. ……… pag. 130 6. Le politiche di attuazione della Rete Ecologica Comunale (REC)…..……….. pag. 135 7. I termini della compatibilità richiesti dal PTCP e dal PTM della Città Metropolitana di

Milano……… pag. 141

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PARTE I

La ricognizione generale e la programmazione strategica

1. L’impalcatura urbanistica per la costruzione del Piano

Nella prima sezione si dà conto delle scelte strategiche poste in essere nel presente nuovo Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio (PGT) del comune di Masate, propedeutiche alla definizione di obiettivi e azioni per lo sviluppo della località.

1.1. L’impostazione generale per la definizione degli indirizzi amministrativi

Il percorso di condivisione e di formazione del quadro degli obiettivi e delle strategie ha preso efficacia a seguito dell’avvio del procedimento di redazione del Nuovo Documento di Piano e della Variante al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi del Piano di Governo del Territorio (PGT), intervenuto con D.G.C. n. 57 del 16 dicembre 2019 ai sensi dell’art. 13 13 della l.r.

n.12/2005 e smi, del relativo procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), e con la determinazione dei termini per la presentazione di suggerimenti e proposte.

L’Amministrazione comunale ha poi provveduto a deliberare il proprio “Documento programmatico di indirizzi”, approvato con D.G.C. n. 46 del 15 luglio 2020.

In condivisione con la pubblica amministrazione, il percorso di revisione del PGT 2017 è finalizzato ad aggiornare e migliorare gli aspetti operativi, normativi e funzionali del Piano verso un’ottica moderna e sostenibile. In particolare, le procedure urbanistiche sono finalizzate a:

i. revisionare e aggiornare gli Ambiti di Trasformazione;

ii. revisionare e aggiornare il Piano delle Regole, anche al fine di incentivare il recupero delle aree e degli edifici e recepimento delle Definizioni Tecniche Uniformi;

iii. revisionare le previsioni del Piano dei Servizi;

iv. individuare gli immobili di qualsiasi destinazione d’uso, dismessi da oltre cinque anni, che causano criticità ai sensi della L.R. 39/2019;

v. revisionare di tutti gli allegati allo strumento urbanistico;

vi. revisionare l’impianto cartografico a seguito di nuove determinazioni intervenute in sede regionale e provinciale, per errori riscontrati dall’Ufficio Tecnico o da segnalazioni pervenute, per variazioni d’uso o per migliorare la distribuzione delle capacità edificatorie residue;

vii. revisionare le Norme Tecniche di Attuazione per una più pratica consultazione e semplificazione;

viii. revisionare le norme vigenti al fine di renderle maggiormente aderenti alle dinamiche in essere ed alla flessibilità richiesta dal mercato con un’attenzione particolare per gli interventi di recupero;

ix. revisione del Regolamento Edilizio comunale vigente;

x. recuperare gli edifici esistenti mediante l’inserimento di norme che permettano anche interventi volti al recupero di fabbricati non aventi particolare valenza storica e/o architettonica;

xi. valutare la strategicità delle istanze presentate dai cittadini e dai portatori di interessi;

xii. introdurre i meccanismi di semplificazione delle destinazioni d’uso;

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1.2. Il contributo dei cittadini alla pianificazione partecipata: le istanze pervenute

A seguito dell’avvio del procedimento di redazione del Nuovo PGT (secondo le disposizioni di cui all’art.13, comma 2 della l.r. n.12/2005 e smi) in data 16/12/2019, sono stati definiti i termini della consultazione pubblica (60 giorni) tesa alla presentazione di suggerimenti e proposte finalizzate a quanto sopra citato, ai fini della tutela degli interessi pubblici e diffusi.

Alla data del 31/01/2020, termine ultimo per la consultazione pubblica, risultano essere pervenute n. 5 istanze, di cui n.1 da parte della parrocchia insita a Masate, n. 3 di privati cittadini e n.1 di privati cittadini di Masate e dei territori contermini. Le richieste pervenute sono le seguenti:

 ISTANZA n. 1

L’oggetto d’istanza proposta dalla parrocchia riguarda l’immobile di loro proprietà (Villa Staurenghi) e il terreno limitrofo a “verde urbano attrezzato” sito in via Roma al n.17. A fronte di un mancato utilizzo dei beni per l’attività strettamente pastorale, la parrocchia intende disporre i suddetti beni per attività commerciali, al fine di valorizzarli attraverso una gestione economica autosufficiente. A tal proposito, la richiesta è indirizzata verso un cambio di destinazione d’uso dell’edificio “Villa Staurenghi” e della relativa area di pertinenza: da aree per Attrezzature Pubbliche ad aree per Attività Commerciali.

 ISTANZA n. 2

L’oggetto d’istanza proposta da un privato cittadino riguarda un’immobile di sua proprietà, sito nel centro storico di Masate, da inserire come recupero del patrimonio edilizio ai sensi dell’art. 4 L.r. n. 18 del 26/11/2019

 ISTANZA n. 3

L’oggetto d’istanza proposta da un privato cittadino riguarda le aree incluse nell’ambito di trasformazione ATU-2, con destinazione industriale. Vista e considerata la difficile attuazione dell’ambito, la richiesta si basa sul semplificare la procedura di attuazione per poter realizzare l’intervento urbanistico. In particolare, è richiesto che le aree dell’ATU-2 formino un nuovo P.I.

industriale semplificato con le stesse caratteristiche urbanistiche attuali, ma con una suddivisione in lotti di lottizzazione con opere di urbanizzazione e oneri qualitativi a carico dei singoli lotti in fase di esecuzione.

 ISTANZA n. 4

L’oggetto d’istanza proposta da un privato cittadino riguarda alcune aree dell’ambito ATU-2, destinazione industriale, e le aree dell’ambito limitrofo ACR-1, con destinazione residenziale, che presenta anch’esso difficolta di realizzazione per mancanza di superficie fondiaria per la distribuzione volumetrica e per un alto contributo extra oneri aggiuntivo. La richiesta è indirizzata a aggregare le suddette aree in un unico ambito di realizzazione residenziale con più superficie fondiaria per distribuire al meglio la volumetria dell’ACR-1 e che il contributo extra oneri aggiuntivo venga corrisposto solamente al volume da realizzare.

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 ISTANZA n. 5

Le istanze pervenute presentate sia da masatesi che non, in ordine alla realizzazione di un impianto di compostaggio per la produzione di biogas e biometano da FORSU, esprimono sensibilità in ordine alla possibile realizzazione del progetto di carattere sovracomunale il cui iter autorizzativo risulta in essere.

[SOSTITUIRE CON ISTANZA DA COLLOCARE NEL CENTRO STORICO – Via Montagnetta]

Le istanze sono state cartografate all’interno della Tavola “DP01 – Carta delle istanze pervenute”, al fine di mostrare una descrizione sintetica che riscontra, nel complesso, la distribuzione spaziale degli stimoli pervenuti (dislocati nelle porzioni di territorio che meritano maggior attenzione per lo sviluppo urbanistico del comune di Masate. Si riporta in seguito l’estratto della suddetta tavola.

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1.3. Gli orientamenti e le strategie del nuovo Documento di Piano

Il comune di Masate si inserisce nel contesto territoriale denominato “Est Milanese”, all’interno della Città Metropolitana di Milano. Localizzato nella cintura metropolitana esterna di Milano (settore ovest) e interessato dal sistema paesaggistico della fascia d’alta pianura terrazzata, asciutta e irrigua, il territorio masatese è caratterizzato da un insieme di ambienti diversificati tra loro (prettamente di natura agricola e boscata), ben distinti e preservati dalla forma compatta che ha saputo mantenere il tessuto urbanizzato.

La configurazione spaziale del territorio di Masate si distingue nei tradizionali sistemi urbanistici ordinatori:

o il sistema insediativo, che comprende il territorio urbanizzato (strutture ed edifici a prevalente carattere residenziale, produttivo e aree a servizio), le cascine e manufatti rurali posti nel vasto ambiente agricolo e il tessuto di antica formazione (manufatti storici e NAF);

o il sistema della mobilità, caratterizzato principalmente da un asse viabilistico portante (SP179), in cui si innervano diverse strade locali, a cui si affiancano diversi percorsi legati alla mobilità debole, in primis lungo l’asse del canale Villoresi, che poi sfociano e si agganciano ai sentieri e percorsi interni al Parco Agricolo Nord Est e all’ambiente agricolo;

o il sistema ambientale, che caratterizza la maggior parte del territorio comunale, identificandosi prevalentemente in aree agricole, aree verdi (a servizio o di quartiere) e zone boscate del P.A.N.E.;

A partire da suddetta, al fine di addivenire ad una scelta di pianificazione sostenibile, coerente con le richieste pervenute e compatibili con quanto disciplinato dal recente Piano Territoriale Metropolitano (PTM) di Milano, il corrente nuovo Documento di Piano necessita la definizione di elementi strategici imprescindibili per lo sviluppo futuro del comune, in funzione degli assetti territoriale e delle dinamiche socio-economiche. In tale ottica, sono stati definiti e rappresentati nella “Tavola DP06 – Carta delle Strategie” i principali orientamenti che guidano la crescita complessiva del territorio comunale:

• forma urbana, compattezza del tessuto urbanizzato e potenzialità del canale Villoresi;

• luoghi della produzione, sviluppo del settore industriale e delle attività logistiche;

• agricoltura e tradizione, valorizzazione delle risorse esistenti;

• offerta pubblica, servizi e collettività;

• percorsi ciclabili, servizi e spostamenti;

• sport e tempo libero, attrezzature e aree verdi;

• forme del verde, rispetto e conservazione del vasto ambiente agricolo e di quello naturale;

• relazioni con l’esterno, interazione sovralocale nell’ambito dell’Est Milanese;

Gli orientamenti rappresentano le opportunità e potenzialità di sviluppo presenti nel comune di Masate, riconducibili e suddivisi all’interno nei sistemi territoriali individuati in precedenza.

Tali orientamenti si possono riassumere e declinare in n. 3 macro-strategie per lo sviluppo futuro del territorio di Masate, incentrate su di una pianificazione sostenibile e attenta allo spreco e utilizzo delle risorse.

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Economia, risorse e servizi

Questa macro-strategia del nuovo Documento di Piano si concentra sullo sviluppo e miglioramento della produttività delle aziende ed imprese localizzate nel comune, sull’utilizzo e valorizzazione delle risorse (principalmente legate all’agricoltura) e sul miglioramento dell’offerta di servizi per i cittadini locali e per la popolazione gravitante sul territorio.

Dall’analisi delle dinamiche socio-demografiche (riassunte nel Piano dei Servizi) emerge che, durante gli anni, la crescita costante del numero di imprese e dei livelli occupazionali derivano dalle attività produttive dei comparti industriali e artigianali posti a sud del comune. Il comparto produttivo, già molto esteso negli anni 80’, ha subito una continua evoluzione sia dal punto di vista qualitativo e che quantitativo, incrementando soprattutto le opportunità di lavoro nel settore terziario e in quello dei servizi. In ugual modo, anche gli aspetti legati alla tradizione agricola assumono forte rilevanza all’interno del territorio. Il settore produttivo rappresenta dunque un apporto economico forte sulle dinamiche evolutive del comune, tanto che sono svariati gli utenti propensi a investire a contatto con le attività esistenti. Gli ambiti legati attività agricola ed i servizi ad essa afferenti, oltremodo, devono essere valorizzati al fine di rendere anch’essi parte portante della spinta economica locale e, soprattutto, estendere l’offerta ai territori limitrofi e all’Est milanese, nell’ottica di uno sviluppo futuro della cintura esterna della Città Metropolitana di Milano. In tal senso, la strategia di Piano individua aspetti e ambiti per uno sviluppo armonico del settore economico e agricolo:

- rispetto dei margini urbani e mantenimento forma compatta

- sviluppi industriali e rilevanze agricole all’esterno del centro abitato;

- ambiti di trasformazione;

In generale, la macro-strategia è indirizzata a promuovere iniziative locali per vivacizzare i luoghi del lavoro, del tempo libero, dello sport. Direttamente connesse a tale obiettivo, l’ampliamento e miglioramento dei luoghi dell’abitare è realizzabile attraverso strategie aree di sviluppo interne al centro abitato ed a ridosso del centro storico; oltremodo, vi è la tendenza a migliorare l’offerta di servizi non solo nell’ambito del centro abitato (servizi collettivi, spazi per i parcheggi ecc.) ma anche nei margini del territorio, con la realizzazione di aree verdi e spazi aperti pubblici e con Al fine di ottenere un’offerta pubblica omogenea e variegata, la strategia si articola in:

- sviluppi e centralità all’interno del centro abitato;

- Area strategica centrale di sviluppo lungo il Canale Villoresi e in prossimità dei nuclei storici;

- ambiti a prescrizione specifica, a pianificazione convenzionata e Piani attuativi vigenti.

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Ciclabilità

Questa macro-strategia del nuovo Documento di Piano riguarda la massimizzazione della mobilità debole esistente e l’incremento dei percorsi nel centro abitato e nei contesti esterni ad esso. L’impegno sostenibile del nuovo PGT punta fortemente sullo sviluppo ciclabile, al fine di promuovere un sistema di trasporto ad impatto zero e favorire gli spostamenti quotidiani per raggiungere i luoghi di lavoro, del tempo libero e dell’abitare. L’obiettivo è molto ambizioso e punta a costruire un “circuito” cittadino ciclopedonale che attraversi tutta la città;

di primaria importanza, infatti, è l’implementazione dei percorsi ciclabili nelle parti più interne del centro abitato, che andrebbero a completare ed a innervarsi al tracciato portante lungo il Canale Villoresi ed a quello lungo gli spazi verdi e il centro sportivo nel centro del territorio.

Oltremodo importante è la valorizzazione dei percorsi campestri e dei percorsi interni agli ambiti non urbanizzati, così che la ciclabilità possa rappresentare il filo conduttore di più orientamenti, così che si possa traguardare a:

- potenziamento dei percorsi ciclabili (anche ai fini della costruzione della Rete Ecologica);

- potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali con alberature (Greenways);

- miglioramento della percorribilità all’interno del P.A.N.E. del tessuto agricolo;

- il potenziamento dei tracciati storici e l’incremento della sinergia tra i percorsi.

Connettività

Questa macro-strategia del nuovo Documento di Piano si incentra sul valorizzare e conservare il paesaggio di Masate, ai fini di incrementarne la sostenibilità e della costruzione del disegno della Rete Ecologica. La componente ambientale rappresenta uno degli aspetti di maggior rilevanza per lo sviluppo del Piano urbanistico. Per uno corretto approccio e sviluppo della disciplina paesaggistica, è necessario osservare gli aspetti normativi vigenti di carattere sovralocale e le caratteristiche morfologiche dei diversi ambienti.

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Infatti, sul territorio comunale, si riconoscono due diversi ambiti prevalenti, con conseguenti discipline: il primo (ambiente agricolo/boscato) è il Parco Agricolo Nord Est (P.A.N.E.), Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) interprovinciale nato dalla fusione dei Parchi del Molgora e del Rio Vallone, riconosciuto con D.D.P. della Provincia di Monza e Brianza n.83 del 20/07/2017 e con D.S.M. di Milano n.232 del 07/09/2017, per una superficie di 593 ha (limitatamente alla Città Metropolitana di Milano). All’interno del territorio di Masate, il P.A.N.E. si estende in direzione nord-sud per una superficie di 82.1670 mq (occupando quasi il 20% della superficie complessiva comunale), lungo tutta la porzione occidentale del territorio comunale ed è caratterizzato da superfici agricole a seminativo (riconosciuti come ambiti agricoli strategici), talvolta delimitate da siepi e filari, e da alcune zone boscate lungo il corso del torrente Rio Vallone. Di particolare rilevanza, si ricorda la presenza del “Parco delle Foppe”, area di un certo interesse storico-paesistico, posta in prossimità del centro abitato e del canale Villoresi, essendo una ex cava di argilla rinaturalizzata e divenuta un’area con zone ricreative oppure habitat per specie vegetali acquatiche e anfibi. Il secondo è il vasto ambiente agricolo, riconosciuto dal PTCP e PTM della Città Metropolitana di Milano come “ambiti agricoli strategici”, che occupa una superficie di 3.032.876 mq, pari a circa il 70% della superficie complessiva comunale. Oltremodo, nella porzione meridionale di Masate, tali ambiti agricoli strategici assumono anche il ruolo di ambiti di prevalente valore storico e culturale, riconosciuti come “Ambiti agricoli di rilevanza paesaggistica”.

Considerato il vasto ambiente agricolo, il ruolo assunto da una buona parte di essi come “di rilevanza paesaggistica”, le superfici naturali (boscate) lungo il Rio Vallone e la presenza del Canale Villoresi, elemento portante dell’idrografia di Masate, e del torrente Trobbia, è dunque necessario tutelare gli aspetti paesaggistici e ambientali, migliorando e consolidando il sistema di connessioni ambientali all’interno della località e verso i contesti esterni.

L’obiettivo è favorire la “circuitazione” del sistema del verde e la definizione di un sistema unitario di paesaggio, attraverso la costruzione del disegno di Rete Ecologica a più livelli di pianificazione. Al fine di valorizzare questi ambienti e incrementare il sistema di connessioni verdi, a partire dagli ambienti del P.A.N.E., la macro-strategia è principalmente indirizzata a:

- varchi della RER e mantenimento della continuità del verde;

- penetrazione del verde lungo l’asta del Villoresi e in prossimità del Parco delle Foppe;

- sviluppo e connessioni verdi lungo tracciati campestri e viabilistici;

- Sviluppo del verde interno ed esterno al comune, lungo il P.A.N.E. e lungo l’asta del Villoresi;

In generale, al fine di calibrare al meglio le scelte di Piano è opportuno interrogarsi, da un lato, sull’opportunità, per l’economia del territorio, di valutare le previsioni di sviluppo attuali rispetto ad una dimensione in linea con le dinamiche insediative attuali e trend demografici attesi, e dall’altro, comprendere le possibili strategie in grado di invertire l’attuale tendenza, rimettendo al centro delle trasformazioni del territorio, le ragioni del lavoro e dell’attrattività socio-economica, individuando i più opportuni accorgimenti attuativi volti a semplificare e rendere maggiormente flessibili gli interventi previsti sul territorio, al fine di concretizzare le ricadute pubbliche e di interesse generale connesse all’attuazione del Piano.

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Si ricorda che il processo di revisione dello strumento urbanistico non intende perseguire un ripensamento e/o una ri-pianificazione sostanziale delle previsioni di trasformazione e della disciplina conformativa dei suoli. Anzi, si intende traguardare un complessivo mantenimento dell’assetto urbanistico generale del territorio definito dalla pianificazione del PGT 2014 (disciplina dei tessuti, indici e parametri urbanistici, e gli ambiti previsti) salvo alcune imprescindibili strategie di riprogrammazione urbanistica, che si aggiungono al pacchetto di orientamenti proposti, riguardanti principalmente la riduzione del consumo di suolo e il dimensionamento di Piano. In particolare, i punti su cui sviluppare tali tematiche sono:

- i.) ridurre il consumo di suolo, attraverso la rideterminazione di quote di previsioni di Piano non strategiche e non più attuali per la politica territoriale, ove deputate al mantenimento dello stato ambientale dei luoghi per concorrere sia all’obiettivo di riduzione del consumo di suolo previsto ai sensi della l.r. n.31/2014 e smi, oltre che ridurre le interferenze con le vocazioni agricole e mantenere quanto più possibile la dimensione urbanizzata esistente, diminuendo la crescita su suolo libero;

- ii.) addivenire ad una maggiore razionalizzazione, uniformità ed omogeneità della disciplina dei tessuti all’interno del tessuto urbano consolidato, onde consentire un generale migliore riuso dell’esistente e/o ovviare a classificazioni d’ambito improprie, ovvero maggiormente aderenti allo stato dei luoghi, oltre che una maggiore uniformità attuativa e nella gestione degli interventi ordinari;

- iii.) valutare i margini di contenimento del dimensionamento di Piano attuale in funzione della effettiva strategicità e realizzabilità delle previsioni e destinazioni a servizio;

- iv.) rendere più flessibile e meno onerosa l’attuazione del Piano. In particolare, individuare i più adeguati istituti e sistemi per favorire una maggiore attuabilità delle previsioni di Piano non attuate. Muoversi verso una semplificazione procedurale ed un riequilibrio dell’onerosità delle trasformazioni circa le cessioni per servizi richieste, a fronte di una complessiva riduzione di capacità edificatoria assegnata.

- v.) impostare una revisione delle norme vigenti, al fine di rendere le regole e gli istituti attuativi maggiormente aderenti alle dinamiche in essere ed alla flessibilità richiesta dal mercato, attraverso l’introduzione di procedure semplificate e norme maggiormente flessibili e meno onerose (flessibilità sui termini delle aree per servizi da cedere, parcheggi e facoltà di monetizzazione), così da poter ampliare, semplificare e rendere maggiormente attuabili le previsioni di intervento anche all’interno dell’urbanizzato e delle strutture esistenti, con un’attenzione particolare per gli interventi di recupero.

Il complesso di strategie proposte è poi opportunamente declinato nei temi e obiettivi del nuovo Documento di Piano (riportati nella sezione 1. Parte III).

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2. Gli strumenti e gli obiettivi della pianificazione sovraordinata

In codesta sezione si dà conto della cernita e della relativa organizzazione di tutti gli obiettivi della pianificazione sovraordinata, che devono trovare necessaria e concreta relazione e raccordo con la programmazione urbanistica e territoriale comunale di Masate.

2.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) e il Piano Paesaggistico Regionale (PPR)

Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi lombardi, nel quadro generale del PTR, consolidano e rafforzano le scelte operate nella pianificazione del PGT 2017, in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio e all’integrazione delle politiche del paesaggio negli strumenti urbanistici, ricercando anche nuove correlazioni con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) definisce specifici obiettivi tematici (TM) volti al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile degli assetti territoriali regionali. In seguito si riportano gli obiettivi, di maggior pertinenza rispetto alla scala locale, entro cui ricade il territorio di Masate.

Gli obiettivi tematici del Piano Territoriale Regionale (TM)

TM 1 Ambiente (aria e fattori climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore, radiazioni) TM 1.1 Migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni climalteranti ed inquinanti (ob. PTR 1, 5, 7, 17) TM 1.2 Tutelare e promuovere l’uso razionale delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, per assicurare l’utilizzo della “risorsa acqua” di qualità, in condizioni ottimali (in termini di quantità e di costi sostenibili per l’utenza) e durevoli (ob. PTR 3, 4, 7, 16, 17, 18)

TM 1.4 Perseguire la riqualificazione ambientale dei corsi d’acqua (ob. PTR 8, 14, 16,17)

TM 1.5 Promuovere la fruizione sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei corsi d’acqua (ob. PTR 7, 10, 15, 16, 17, 19, 21)

TM 1.7 Difendere il suolo e la tutela dal rischio idrogeologico e sismico (ob. PTR 1, 8, 15)

TM 1.8 Prevenire fenomeni d’erosione, deterioramento/contaminazione di suoli (ob. PTR 7, 8, 13, 16, 17) TM 1.9 Tutelare e aumentare la biodiversità, con particolare attenzione per la flora e la fauna minacciate

(ob. PTR 14, 17, 19)

TM 1.10 Conservare e valorizzare gli ecosistemi e la rete ecologica regionale (ob. PTR 9, 13, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 21, 23, 24)

TM 1.11 Coordinare le politiche ambientali e di sviluppo rurale (ob. PTR 11, 14, 19, 21, 22)

TM 1.12 Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento acustico (ob. PTR 1, 2, 5, 7, 17, 18, 20, 22) TM 1.13 Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento elettromagnetico e luminoso (ob. PTR 1, 2, 5, 7,

8, 11, 15, 17, 20, 22)

TM 1.14 Prevenire e ridurre l’esposizione della popolazione al radon indoor (ob. PTR 5, 7, 8)

TM 2 Assetto territoriale (infrastrutture e mobilità, diffusione urbana, utilizzo del suolo, rifiuti, reti commerciali, rischio integrato)

TM 2.1 Ridurre i carichi di traffico nelle aree congestionate (ob. PTR 3, 4, 5, 7, 13, 18, 22)

TM 2.6 Promuovere la pianificazione integrata delle reti infrastrutturali e una progettazione che integri paesisticamente e ambientalmente gli interventi (ob. PTR 7, 9, 13, 14, 15, 20, 21, 24)

TM 2.10 Perseguire la riqualificazione e la qualificazione dello sviluppo urbano (ob. PTR 5, 6, 9, 13, 14, 15, 16, 20)

TM 2.13 Contenere il consumo di suolo (ob. PTR 2, 5, 6, 13, 14, 21)

TM 2.14 Garantire la qualità progettuale e la sostenibilità ambientale degli insediamenti (ob. PTR 1, 5, 15, 16, 20, 21, 22)

TM 3 Assetto economico/produttivo (energia, agricoltura, industria, turismo, competitività, fiere) TM 3.3 Incentivare il risparmio e l’efficienza energetica, riducendo la dipendenza energetica della

Regione (ob. PTR 1, 3, 4, 5, 9, 11, 16, 17, 18, 21, 22)

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TM 3.7 Migliorare la sostenibilità ambientale di sistema d’imprese lombarde (ob. PTR 1, 7, 11, 17, 22, 24) TM 3.8 Migliorare la competitività del sistema industriale lombardo (ob. PTR 1, 2, 3, 11, 22, 23, 24) TM 4 Paesaggio e patrimonio culturale

TM 4.5 Riconoscere e valorizzare il carattere trasversale delle politiche inerenti il paesaggio e il loro carattere multifunzionale, con riferimento sia ai settori di potenziale rapporto sinergico (cultura, agricoltura, ambiente, turismo), sia a quei settori i cui interventi presentano un forte impatto sul territorio (infrastrutture, opere pubbliche, commercio, industria) e che possono ottenere un migliore inserimento ambientale e consenso sociale integrando i propri obiettivi con gli obiettivi di valorizzazione paesaggistica del contesto (ob. PTR 5, 10, 12, 13, 14, 18, 19, 20, 21, 22, 24) TM 4.6 Riqualificare e recuperare dal punto di vista paesaggistico le aree degradate o compromesse e

mettere in campo azioni utili a impedire o contenere i processi di degrado e compromissione in corso o prevedibili (ob. PTR 5, 6, 8, 10, 13, 15, 16, 19, 20)

TM 5 Assetto sociale

TM 5.5 Incentivare comportamenti che riducano il rischio derivante ai cittadini da un cattivo utilizzo del mezzo di trasporto privato (ob. PTR 4, 7, 8)

TM 5.7 Promuovere la salute e aumentare la sicurezza della popolazione e dei lavoratori (ob. PTR 4, 7, 8) Dall’indagine condotta il comune di Masate si inserisce nel Sistema territoriale Metropolitano, come mostrato all’interno della Tavola 4 del PTR in seguito riportata.

Le peculiarità del suddetto sistema sono descritte e riassunte nella seguente analisi SWOT.

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SISTEMA TERRITORIALE METROPOLITANO – Ambiente e Territorio

PUNTI DI FORZA Territorio

- Morfologia territoriale che facilita gli insediamenti e gli scambi;

- posizione strategica, al centro di una rete infrastrutturale importante di collegamento al resto d'Italia, all’Europa e al mondo;

- dotazione di una rete ferroviaria locale articolata, potenzialmente in grado di rispondere ai bisogni di mobilità regionale

- dotazione di un sistema aeroportuale significativo - presenza capillare della banda larga e progressiva diffusione della banda ultra larga

Ambiente

- Abbondanza di risorse idriche

- Presenza o prossimità di molti Parchi regionali e aree protette

PUNTI DI DEBOLEZZA Territorio

- Elevato consumo di suolo determinato da una forte dispersione degli insediamenti

- elevata congestione da traffico veicolare e dei mezzi pubblici nei principali poli e sulle vie di accesso ai poli - necessità di allineamento della dotazione infrastrutturale e dei servizi per la mobilità rispetto ad una domanda crescente

- spostamenti nelle conurbazioni e aree periurbane fondati prevalentemente sul trasporto su gomma;

- esigenza di completamento dei nuovi collegamenti delle polarità di nuova formazione (es. Malpensa rispetto alla rete nazionale);

- trasporto merci ferroviario di attraversamento che penetra nel nodo milanese

- difficoltà di "fare rete" tra le principali polarità del Sistema Metropolitano

- mancanza di visione d’insieme e difficoltà di coordinamento tra enti locali per la pianificazione di area vasta e gestione d’impianti di scala sovracomunale;

Ambiente

- Elevato livello di inquinamento: atmosferico, delle acque, acustico, elettromagnetico, del suolo

- Presenza d’impianti industriali RIR

- Frammentazione del territorio: infrastrutture, linee tecnologiche, urbanizzazione

OPPORTUNITA’

Territorio

- Riconsiderazione del sistema di mobilità regionale e riduzione dell'uso dell'automobile; potenziamento dei poli esterni al capoluogo connessa all’entrata a regime del SFR;

- maggiore funzionalità del nodo ferroviario di Milano per il SFR e allontanamento di quote significative di traffico pesante dal nodo metropolitano centrale, attraverso la realizzazione di un sistema logistico lombardo con le relative infrastrutture ferroviarie di scorrimento esterne;

- sviluppo della RFN per il traffico merci in cooperazione con la realizzazione delle nuove vie ferroviarie transalpine svizzere;

- valorizzazione della polarità urbane complementari (assetto territoriale più sostenibile rispetto al modello insediativo attuale) - possibilità di riconvertire le aree dismesse di grandi dimensioni - ridisegno in senso multipolare della regione metropolitana con sviluppo insediativo più sostenibile attraverso la realizzazione del Corridoio Mediterraneo

- riequilibrio territoriale e produttivo connesso al funzionamento di Malpensa

- “POST EXPO” – rafforzare le connessioni dell’Area dell’ex sito EXPO e Nuova Fiera Rho-Pero con Milano, promuovendo una nuova centralità vitale;

- possibilità di completare la copertura della banda ultra larga mediante reti multifunzione, nella prospettiva “smart city”

Ambiente

- possibilità di ottenere buoni risultati nella riduzione delle differenti tipologie di inquinamento cui è sottoposta l’area attraverso la ricerca, in particolare sfruttando modalità innovative

MINACCE Territorio

- Rischio di non affrontare direttamente il problema della generazione del traffico alla radice a causa della rincorsa continua al soddisfacimento della domanda di mobilità individuale

- rischio di un depotenziamento del polo di Milano a causa della mancanza di un progetto complessivo per il Sistema Metropolitano

- congestione traffico merci per un mancato sviluppo della rete nazionale prima dell’entrata in funzione a pieno regime delle nuove vie ferroviarie transalpine svizzere (San Gottardo, Sempione-Lötschberg) - “POST EXPO” – incrementare la congestione delle aree in carenza del coordinamento e

dell’armonizzazione delle iniziative di rafforzamento dell’accessibilità

Ambiente

- Ulteriore riduzione della biodiversità a causa della tendenza alla progettazione di insediamenti e infrastrutture su un territorio saturo;

- rischio idraulico elevato in mancanza di un'attenta pianificazione territoriale e di una maggiore tutela della naturalità dei corsi d'acqua;

- peggioramento della qualità ambientale verso limiti irreversibili a causa del mancato intervento decisionale in materia di sostenibilità;

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SISTEMA TERRITORIALE METROPOLITANO – Fattori socio-economici, culturali e paesaggistici

PUNTI DI FORZA Economia

- Presenza del polo fieristico italiano a maggiore attrattività e di un importante sistema fieristico;

- eccellenza in alcuni campi produttivi ed innovativi;

- presenza di molte e qualificate università e centri di ricerca;

- presenza di forza lavoro qualificata e diversificata;

- presenza del principale centro finanziario italiano;

- sistema ricettivo importante e presenza di fattori di attrazione turistica di rilievo (affari e cultura);

- forte attrattività turistica della città di Milano;

- presenza di un vivace centro di produzione culturale, editoriale, teatrale e televisiva;

- elevata propensione all’imprenditorialità;

- apparato produttivo diversificato, diffuso e spesso avanzato;

Paesaggio e patrimonio culturale

- Presenza di parchi di considerevoli dimensioni e di grande interesse naturalistico;

- numerose città d’arte e prestigiose istituzioni espositive;

- aste fluviali di grande interesse dal punto di vista ambientale, paesaggistico e turistico;

- presenza di una realtà paesaggistica di valore, centri storici con una propria identità culturale, rete di navigli di interesse storico-paesaggistico;

Sociale e servizi

- Sistema scolastico complessivamente buono, anche in termini di diffusione sul territorio;

- integrazione di parte della nuova immigrazione;

- rete ospedaliera di qualità;

PUNTI DI DEBOLEZZA Economia

- Mancanza di un polo congressuale di rilevanza internazionale;

- percezione mancata o debole della complessità e dei problemi emergenti e irrisolti che devono essere affrontati per far fronte alle sfide della competitività internazionale;

- diffusione produttiva e tessuto caratterizzato da aziende di piccole dimensioni che non facilita ricerca e innovazione;

- elevata presenza di un’agricoltura di tipo intensivo ambientalmente non sostenibile;

Paesaggio e patrimonio culturale

- Bassa qualità degli insediamenti e dell'edificazione recente, dal punto di vista formale, funzionale e della vivibilità

- scarsa attenzione alla tutela del paesaggio e tendenza alla tutela del singolo bene paesaggistico estraniandolo dal contesto - edificazione diffusa a bassa densità, che porta all'erosione di aree verdi, a parco, agricole o di pregio;

- scarsa qualità architettonica e inserimento paesaggistico delle opere infrastrutturali che contribuisce al loro rifiuto da parte delle comunità interessate;

- percezione di un basso livello di qualità della vita, in particolare per la qualità dell’ambiente e la frenesia del quotidiano, in un’economia avanzata in cui l’attenzione a questi aspetti diventa fondamentale;

Sociale e servizi

- Difficoltà a facilitare l’integrazione della nuova immigrazione;

- Presenza di sacche di marginalità e disparità sociale, in particolare in alcune zone delle grandi città;

OPPORTUNITA’

Economia

- Presenza di aree industriali dismesse di grandi dimensioni e di elevata accessibilità per insediare impianti produttivi e servizi;

- possibilità di valorizzazione territoriale e produttiva connesse all’operatività della nuova fiera;

- possibilità di cooperazione con altri sistemi metropolitani italiani/europei per obiettivi di innovazione, condivisione di conoscenza, di competitività, di crescita sostenibile

- ottimizzazione nell’utilizzo delle risorse, condivisione di servizi e intervento comune nell’affrontare i problemi del sistema, migliorandone nel complesso la competitività;

- consolidamento della matrice rurale dell’area metropolitana quale azione strategica per contenere il consumo di suolo e definire un modello di sviluppo urbano-rurale più equilibrato che trovi nella multifunzionalità del territorio e nella diversificazione dell’attività agricola una risposta ai nuovi bisogni di cibo, energia, qualità ambientale e rigenerazione del paesaggio;

- “POST EXPO” – sviluppare e promuovere il sistema dei servizi, riorganizzare e rafforzare il sistema della ricettività nelle diverse tipologie, privilegiando la qualità dell’offerta;

Paesaggio e patrimonio culturale

- Maggiore fruizione e visibilità anche in termini turistici attraverso la creazione di una rete tra istituzioni culturali;

- Miglioramento della qualità di vita attraverso la realizzazione di una rete di parchi e aree a verde pubblico;

- POST EXPO: garantire che il progetto di riqualificazione dell’ex area EXPO sia occasione per promuovere la qualità progettuale dell’inserimento paesistico; strutturare la rete del verde regionale, mettendo a sistema le risorse ambientali e paesistiche;

MINACCE Economia

- Rischio che le città e aree metropolitane europee in competizione con Milano attuino politiche territoriali, infrastrutturali e ambientali più efficaci di quelle lombarde e che di conseguenza l’area metropolitana perda competitività nel contesto globale;

- abbandono da parte di investitori e organizzazioni scientifiche avanzate, e incapacità di attrarne di nuovi a causa di problemi legati alla qualità della vita;

- “POST EXPO” – benefici sullo sviluppo di nuove attività limitato alle aree più prossime;

Paesaggio e patrimonio culturale

- Rischio di una banalizzazione del paesaggio con perdita di importanti specificità storiche e culturali a causa della mancata attenzione al tema paesaggistico;

- riproduzione delle caratteristiche negative che hanno spinto all’allontanamento dai luoghi di intensa urbanizzazione per ricercare una migliore qualità della vita (ambientale, sociale) nelle località di destinazione;

- diffusione, anche all’estero, di una percezione distorta del vivere nel Sistema Metropolitano lombardo, un’immagine grigia che potrebbe oscurare la bellezza del grande patrimonio storico-culturale ivi presente;

- “POST EXPO” – limitata attenzione al contesto paesistico/ambientale nella realizzazione degli interventi;

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Per il suddetto sistema territoriale e per i territori al suo interno, il PTR definisce specifici obiettivi (ST) di declinazione locale all’interno della pianificazione comunale (i più attinenti al territorio di Masate), in seguito richiamati:

Gli obiettivi del sistema territoriale metropolitano (ST)

ST1.1. Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini riducendo le diverse forme di inquinamento ambientale (ob. PTR 7,8,17)

I. Prevenire e ridurre i livelli di inquinamento acustico generati dalle infrastrutture di trasporto e dagli impianti industriali soprattutto in ambito urbano

II. Ridurre l’inquinamento atmosferico, con una specifica attenzione alle zone di risanamento per la qualità dell’aria, agendo in forma integrata sul sistema di mobilità e dei trasporti, sulla produzione ed utilizzo dell’energia, sulle emissioni industriali e agricole

III. Promuovere la gestione integrata dei rischi presenti sul territorio

IV. Tutelare il suolo e le acque sotterranee dai fenomeni di contaminazione e bonifica dei siti contaminati anche attraverso la creazione di partnership pubblico-private sostenute da programmi di marketing territoriale

ST 1.2. Riequilibrare il territorio attraverso forme di sviluppo sostenibili dal punto di vista ambientale (ob. PTR 14, 17), tra cui:

I. Sviluppare la RER attraverso la tutela e il miglioramento della funzionalità ecologica dei corridoi di connessione e la tutela e valorizzazione delle aree naturali protette, con particolare riguardo a quelle di cintura metropolitana, che rivestono un ruolo primario per il riequilibrio per la fruizione e la ricreazione dei residenti costituendo ambiti privilegiati per la sensibilizzazione ambientale e fattore di contenimento delle pressioni generate dalla tendenza insediativa

II. Favorire uno sviluppo rurale nelle aree periurbane in grado di presidiare gli spazi aperti e di contrastare il consumo di suolo, attraverso la capacità dell’attività agricola di generare funzioni multiple oltre a quella produttiva, contribuendo al riequilibrio ecosistemico, ambientale e paesaggistico oltre a creare occasioni di servizio alla città (manutenzione del territorio, punti vendita, fruizione, turismo, etc)

III. Promuovere l’efficienza energetica nel settore edilizio e della diffusione delle fonti energetiche rinnovabili; in particolare il geotermico a bassa entalpia, sfruttando la disponibilità di acqua di falda a bassa profondità e il solare termico

ST 1.3. Tutelare i corsi d’acqua come risorsa scarsa migliorando la loro qualità (ob. PTR 16, 17) I. Ripristinare gli alvei dei fiumi e realizzare politiche per la tutela dei fiumi e per la

prevenzione del rischio idraulico, anche attraverso una maggiore integrazione degli interventi con il contesto ambientale e paesaggistico

II. Ridurre l’inquinamento delle acque e riqualificare i corsi d’acqua innalzando progressivamente la qualità delle acque

ST 1.7. Applicare modalità di progettazione integrata tra paesaggio urbano, periurbano, infrastrutture e grandi insediamenti a tutela delle caratteristiche territoriali (ob. PTR 3, 4, 5, 9, 14, 19, 20, 21), tra cui:

I. Applicare sistematicamente modalità di progettazione integrata che assumano la qualità paesistico/culturale e la tutela delle risorse naturali come riferimento prioritario e opportunità di qualificazione progettuale, particolarmente nei programmi di riqualificazione degli ambiti degradati delle periferie

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II. Valorizzare la rete delle polarità urbane minori preservandone i valori storico-culturali messi a rischio dalla pressione insediativa derivante dallo spostamento della popolazione dai centri maggiori a più alta densità, alla ricerca di più elevati standard abitativi

III. Recuperare e rifunzionalizzare le aree dismesse o degradate, con attenzione a previsioni d’uso che non si limitino ad aree edificate, ma prendano in considerazione l’insediamento di servizi pubblici e di verde

IV. Tutelare il suolo libero esistente e preservarlo dall’edificazione e dai fenomeni di dispersione insediativa, in particolare per quanto riguarda le aree agricole periurbane V. Valorizzare il sistema del verde e delle aree libere nel ridisegno delle aree di frangia, per il

miglioramento della qualità del paesaggio urbano e periurbano ed il contenimento dei fenomeni conurbativi, con specifica attenzione alle situazioni a rischio di saldatura

ST 1.9. Sviluppare il sistema delle imprese lombarde attraverso la cooperazione verso un sistema produttivo di eccellenza (ob. PTR 11, 23, 24)

ST1.10. Valorizzare il patrimonio culturale e paesistico del territorio (ob. PTR 5, 12, 18, 19, 20) I. Valorizzare gli elementi paesaggistici costituiti dal sistema delle bellezze artistiche,

architettoniche e paesaggistiche diffuse nell’area, costituite da elementi storici diffusi e da presenze riconoscibili del paesaggio agrario (cascine, tessitura della rete irrigua, filari, molini, navigli) al fine di percepirne la natura di sistema atto a contribuire al miglioramento della qualità ambientale complessiva, a produrre una maggiore attrazione per il turismo e a favorire l’insediamento di attività di eccellenza

II. Aumentare la competitività dell’area, migliorando in primo luogo l’immagine che l’area metropolitana offre di sé all’esterno e sfruttando l’azione catalizzatrice di Milano

Uso del suolo

I. Limitare l’ulteriore espansione urbana

II. Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio;

III. Conservare i varchi liberi, destinando le aree alla realizzazione della Rete Verde Regionale IV. Evitare la dispersione urbana

V. Mantenere la riconoscibilità dei centri urbani evitando le saldature lungo le infrastrutture VI Realizzare nuove edificazioni con modalità e criteri di edilizia sostenibile

VII Nelle aree periurbane e di frangia, contenere i fenomeni di degrado e risolvere le criticità presenti, con specifico riferimento alle indicazioni degli indirizzi di tutela del Piano Paesaggistico

Da ultimo, si ricorda che il Piano Territoriale Regionale (PTR) è aggiornato annualmente mediante il Programma Regionale di Sviluppo, oppure con il Documento di Economia e Finanza regionale (DEFR). L'aggiornamento può comportare l’introduzione di modifiche ed integrazioni, a seguito di studi e progetti, di sviluppo di procedure, del coordinamento con altri atti della programmazione regionale, nonché di quelle di altre regioni, dello Stato e dell’Unione Europea (art. 22, l.r. n.12 del 2005).

L'ultimo aggiornamento del PTR è stato approvato con D.C.R. n. 766 del 26 novembre 2019 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia, serie Ordinaria, n. 50 del 14 dicembre 2019), in allegato al Documento di Economia e Finanza regionale 2019.

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Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) è sezione specifica del PTR e disciplina paesaggistica dello stesso. Il suddetto Piano mantiene comunque una propria compiuta unitarietà ed identità, e presenta una duplice natura (art.10 c.1 Nta):

o il PPR come quadro di riferimento per la costruzione del Piano del Paesaggio Lombardo;

o il PPR come strumento di disciplina paesaggistica del territorio.

La disciplina paesaggistica del PPR si sviluppa rispetto a un concetto di paesaggio più ampio maturato a seguito della Convenzione Europea del paesaggio (2001). L’assetto e la funzionalità di paesaggio fanno riferimento ai seguenti punti:

1) Il paesaggio come gestione delle trasformazioni e dello sviluppo

Per cui spetta al paesaggio una particolare tutela, la cui attuazione deve costituire la premessa ineludibile di ogni programma di sviluppo che si proponga di conseguire gli obiettivi di sostenibilità e durevolezza

2) Il paesaggio come fenomeno culturale (ampiezza e complessità del tema)

Gli Enti locali, nello sviluppare considerazioni di compatibilità paesaggistica si dovranno sempre rapportare ad una concezione del paesaggio quanto più possibile ampia nello spessore tematico e nella complessità delle relazioni, perché questo è il solo modo di cogliere un fenomeno culturale complesso come il paesaggio

3) Il paesaggio come “contesto”

Per cui la tutela del paesaggio “si attua non solo attraverso la tutela e la qualificazione del singolo bene, ma anche attraverso la tutela e la qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua sopravvivenza, alla sua identificabilità e alla sua leggibilità”

4) Il paesaggio come “contesto”

“passare da una rappresentazione del paesaggio come mero ‘repertorio di beni’ a una lettura che metta adeguatamente in evidenza le relazioni tra i beni stessi, e in particolare quelle relazioni di continuità e di contiguità spaziale e visiva che costituiscono lo specifico della dimensione paesaggistica in quanto distinta dalle dimensioni storica, naturalistica, geomorfologica, ecc.”. Contesto che costituisce anche lo spazio utile a garantire la conservazione della trama relazionale di vario ordine (biosistemico, di struttura storica, di configurazione visuale ed estetica, di connessione sociale), considerata quale struttura portante del contesto stesso.

Il Quadro di Riferimento Paesaggistico contribuisce alla programmazione regionale, in quanto costituisce l’orientamento (art.12 c.2 Nta) della tutela paesaggistica. Nello specifico:

- tratta i temi relativi alle specificità paesaggistiche del territorio lombardo, alle sue articolazioni interne, alle strategie utili a conseguire gli obiettivi di tutela;

- propone, nel dettaglio, letture strutturate e articolate del territorio e dei paesaggi lombardi, segnalando i valori e i fattori di identità, ovvero i processi di degrado, proponendo le opportune azioni di tutela e di recupero;

- i contenuti del Quadro di Riferimento Paesaggistico hanno un valore indicativo.

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Nello specifico, il Quadro di Riferimento Paesaggistico del PPR (art.11 Nta) con cui il nuovo PGT deve confrontarsi per la costruzione del quadro di riferimento paesaggistico locale, è costituito dai seguenti elaborati:

- Abachi delle informazioni di carattere paesistico-ambientale articolato per comuni Volume 1 – “Appartenenza ad ambiti di rilievo paesaggistico regionale”

Volume 2 – “Presenza di elementi connotativi rilevanti”

- I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici (Volume 2) - L’immagine della Lombardia (Volume 2)

- Osservatorio paesaggi lombardi (Volume 2bis)

- Principali fenomeni regionali di degrado e compromissione del paesaggio e situazioni a rischio di degrado (Volume 2)

- Analisi delle trasformazioni recenti (Volume 3) - Repertori (Volume 2)

- Cartografia di Piano (si veda di seguito)

Quanto segue è la schedatura di sintesi dell’impianto cartografico del PPR, a cui seguirà la restituzione degli estratti, per identificare le caratteristiche inerenti al comune di Masate.

ELABORATO INQUADRAMENTO COMUNALE INDIRIZZI DI TUTELA VIGENTI

Tavola A

Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio

Fascia Alta Pianura:

paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta;

Alta pianura irrigua

(cfr. Indirizzi tutela, Parte I, punti 4.1)

(cfr. indirizzi di tutela Paesaggi Lombardia Vol. 2 par. 4.4., par.

VIII) Tavola B

Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico

Rete idrografica naturale;

Infrastruttura idrografica artificiale della pianura:

canali e rogge

(cfr. art. 20 delle Nta PPR Titolo III)

(cfr. art.21, c.5 delle Nta PPR Titolo III)

Tavola C

Istituzioni per la tutela della natura

-

Tavola D

Quadro di riferimento della disciplina paesaggistica regionale: aree di particolare interesse ambientale - paesistico

P.A.N.E. Parco Agricolo Nord Est

Idrografia superficiale

(cfr. Indirizzi Tutela Parte II p.to 1.1.)

(cfr. art. 26 delle Nta PPR Titolo III)

Tavola D1 a

Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici: Lago Maggiore e Ceresio

- -

Tavola D1 b - -

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ELABORATO INQUADRAMENTO COMUNALE INDIRIZZI DI TUTELA VIGENTI

Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici: Lago di Lugano, di Como e di Lecco Tavola D1 c

Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici: Lago d’Iseo

- -

Tavola D1 d

Quadro di riferimento delle tutele dei laghi insubrici: Lago di Garda e Lago d’Idro

- -

Tavola E

Viabilità di rilevanza paesaggistica

- -

Tavola F

Riqualificazione paesaggistica:

ambiti ed aree di attenzione regionale

Area del sistema

metropolitano lombardo con forte presenza di aree di frangia destrutturate

Indirizzi di Tutela, Parte IV, parr.

2.1

Tavola G

Contenimento dei processi di degrado e qualificazione

paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale

Area del sistema

metropolitano lombardo con forte presenza di aree di frangia destrutturate;

Indirizzi di Tutela, Parte IV, parr.

2.1, 2.3.

Tavole H

Contenimento dei processi di degrado paesaggistico:

tematiche rilevanti

Area del sistema

metropolitano lombardo con forte presenza di aree di frangia destrutturate, neo- urbanizzazioni (incremento della superficie urbanizzata maggiore del 1% nel periodo 1999-2004), interventi di grande viabilità

programmati, aree industriali dismesse.

(Cfr. Elaborato “Principali fenomeni di degrado e

compromissione del paesaggio e situazioni a rischio di degrado”) (cfr. Indirizzi Tutela, Parte IV, p.ti 2.1, 2.2., 2.3., 4.5. )

Tavole I (a b, c, d, e, f, g) Quadro sinottico tutele paesaggistiche di legge – articoli 136 e 142 del D. Lgs.

42/04

Aree di rispetto dei corsi d’acqua tutelati e territori contermini ai laghi

Artt. 14 e 15 Nta PPR (adeguamento 2017)

Quanto segue è la sintesi cartografica del PPR, in cui si riscontrano le caratteristiche che contraddistinguono il territorio di Masate all’interno del paesaggio lombardo.

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(22)
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Gli indirizzi di tutela del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), desumibili dagli atti di programmazione regionali, possono essere sintetizzati in base agli ambienti individuati nel comune di Masate.

I PAESAGGI DELLA LOMBARDIA

Il territorio regionale è stato suddiviso in 6 fasce longitudinali corrispondenti alle grandi articolazioni dei rilievi, che partendo dalla bassa pianura a nord del Po, si svolgono attraverso l’alta pianura, la collina, la fascia prealpina fino alla catena alpina. Entro queste fasce sono identificati i caratteri tipologici del paesaggio lombardo. La fascia di paesaggio ove si colloca il comune di Masate è l’Ambito geografico n.8 “Brianza e Brianza Orientale”

n.20 “Milanese” e, e l’Unità tipologica di paesaggio della Fascia di Alta Pianura: Paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta.

Paragrafo 3.8 BRIANZA E BRIANZA ORIENTALE

Il territorio della Brianza è da limitare entro un ambito molto più ridotto di quanto la notorietà del nome abbia potuto amplificare specie negli ultimi decenni. L’eccessiva estensione dell’area ha peraltro fatto accostare al termine proprio (Brianza) la specificazione delle zone di relativa influenza: Brianza monzese (Monza, Vimercate), Brianza lecchese (Oggiono), Brianza comasca (Cantù, Mariano Comense). Le colture del gelso e della vite, le coltivazioni sui terrazzi naturali (“ronchi”), il disegno insediativo composto da una miriade di piccoli nuclei rurali, la trama diffusa delle residenze nobiliari, la morbida connotazione dei rilievi specchiantisi talora in piccoli o piccolissimi laghi, l’inviluppo della vegetazione a cingere i colli e a discendere i solchi fluviali, tutto ciò componeva il pregio e il valore ineguagliabile di tale paesaggio. L’involuzione della Brianza raggiunge l’apice negli anni ‘80 con la quasi generale rimozione di connotati, scenari, ambienti che possano, entro certi limiti spaziali, identificare i caratteri costitutivi di questo paesaggio. Caratteri peraltro non deboli, ma di forte consistenza (basti pensare solo al sistema delle residenze nobiliari se inteso nella sua articolazione spaziale che spesso debordava oltre lo spazio proprio della villa per abbracciare i dintorni con filari, fughe prospettiche, pertinenze campestri ecc.), che probabilmente hanno ceduto sotto l’eccezionale dinamismo produttivo di questa zona negli ultimi decenni. In alcuni casi, i vincoli paesaggistici, peraltro diffusi, hanno saputo preservare almeno in parte l’integrità del paesaggio ma non forse la riproposizione di un canone interpretativo delle modificazioni più vicino alla lettura storica del territorio. Valgano a questo titolo le troppe realizzazioni di aree residenziali a bassa densità e con largo consumo di suolo, contro il degrado e lo spopolamento dei vecchi nuclei rurali; oppure l’evidentissima dissonanza delle moderne tipologie industriali non solo rispetto alla tradizione vetero-produttiva della zona, capace di ragguardevoli modelli, ma anche fra loro stesse nell’uso di materiali, forme e stili.

Il nuovo paesaggio della Brianza è un paesaggio d’importazione, contaminato dalle tentazioni metropolitane, ridondante d’immagini e messaggi fino a costruire nuove forme di percezione e di fruizione. Già oggi si avverte la decadenza del paesaggio urbano delineato nella Brianza da non più di tre decenni or sono: i vecchi mobilifici e la teoria dei loro spazi commerciali espositivi, il tessuto dei villini di prima espansione, la trama delle strade vicinali.

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Paragrafo 3.8 BRIANZA E BRIANZA ORIENTALE

Indipendentemente da considerazioni sull’attuale estensione dell’area metropolitana milanese, i limiti del Milanese storico comprendono una larga fascia fra Ticino e Adda, con tratti più incerti a nord (con il Varesotto, il Comasco, la Brianza) ed a sud (il confine con la provincia di Pavia, di tradizione medievale, con il Fosso Ticinello; e quello con il Lodigiano).

La presenza di centri di una certa consistenza e con forte tradizione municipale o particolari condizioni ambientali portano a riconoscere “spicchi” o ambiti dotati di una certa individualità: Monza e la Martesana, fino all’Adda; la Bassa, dalla Strada Rivoltana alla Vigevanese; l’Abbiatense; il Magentino; l’Alto Milanese, altresì detto Seprio Meridionale. È in sostanza il territorio che è sempre stato sotto la diretta influenza della grande città lombarda, ne ha seguito i destini e da essa ha tratto il necessario rapporto economico, fondato sui tradizionali scambi fra città e campagna. Basti pensare ai sistemi delle residenze nobiliari dei navigli, o ai navigli stessi come importanti vie di comunicazione.

Basti pensare al disegno strategico delle fortificazioni viscontee poste sui confini del territorio milanese, sul Ticino e sull’Adda; oppure ai vastissimi possedimenti fondiari di enti religiosi e istituzioni milanesi nella Bassa. Basti pensare, ancora, alla potente rete infrastrutturale (stradale e ferroviaria) sulla quale si è ancorato il sistema produttivo industriale milanese fine ottocentesco, specie nella direzione dell’alta pianura asciutta. La classica distinzione fra alta pianura asciutta e bassa irrigua, e la posizione di Milano nella fascia intermedia fra queste due importanti regioni agrarie, aveva determinato in passato il vero assetto del paesaggio, ma anche le forme dell’insediamento (accentrate e lineari nella pianura asciutta, disperse e apparentemente casuali in quella irrigua), quelle colturali e dunque economiche. Tale segno distintivo, di fronte alla macroscopica espansione metropolitana, non è oggi più avvertibile in quanto altri segni, altri elementi dominanti, di esito più o meno discutibile, caratterizzano il paesaggio del Milanese: in sostanza, un paesaggio edilizio di scarsa identità a cui sottostanno i segni deperiti di un paesaggio industriale, ovvero vetero industriale in via di trasformazione o abbandono, e quelli del tutto incontrollabili di un paesaggio commerciale, per sua stessa definizione effimero, transitorio, ma in grado di trasmettere un fortissimo messaggio ideologico. Di fronte a tale processo, appaiono quantomeno riparatorie le iniziative di tutela delle fasce fluviali maggiori (Adda e Ticino) e minori (Molgora, fontanili, ...), mentre del tutto insondabile appare il futuro destino del parco agricolo del Sud Milano, l’unica risposta per ora possibile rispetto alla salvaguardia del più straordinario patrimonio di cultura agraria del nostro passato. Un dialogo fra conservazione e sviluppo per quanto necessario e urgente non risolve comunque i problemi più generali del paesaggio milanese che vanno risolti propri nei luoghi della sua nuova espressione: le grandi strade commerciali, i nuovi quartieri periferici e metropolitani, il disegno delle infrastrutture, i “vuoti” industriali, i nuovi comparti terziari. È una questione di armonia estetica, la stessa armonia che fece trasognare più d’un osservatore del passato.

Le caratteristiche principali dell’unità tipologica del paesaggio in cui ricade il comune di Masate sono riportate negli estratti dei documenti del Piano paesistico regionale (PPR).

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Paragrafo 4.4 Fascia dell’alta pianura

VIII Paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta

Nella parte occidentale della Lombardia il passaggio dagli ambienti prealpini alla pianura non è repentino. Vi si frappongono le ondulazioni delle colline moreniche ma anche, in un quadro ormai definito da linee orizzontali, le lingue terrazzate formatisi dalla disgregazione delle morene terminali dei ghiacciai quaternari. Il successivo passaggio alla fascia dell’alta pianura è quasi impercettibile risultando segnato perpendicolarmente solo dallo spegnersi dei lunghi solchi d’erosione fluviale (Olona, Lambro, Adda, Brembo ecc.). La naturale permeabilità dei suoli (antiche alluvioni grossolane, ghiaiose- sabbiose) ha però ostacolato l’attività agricola, almeno nelle forme intensive della bassa pianura, favorendo pertanto la conservazione di vasti lembi boschivi - associazioni vegetali di brughiera e pino silvestre - che in altri tempi, assieme alla bachicoltura, mantenevano una loro importante funzione economica. Il tracciamento, sul finire del secolo scorso, del canale irriguo Villoresi ha mutato queste condizioni originarie solo nella parte meridionale dell’alta pianura milanese, in aree peraltro già allora interessate da processi insediativi. È su questo substrato che si è infatti indirizzata l’espansione metropolitana milanese privilegiando dapprima le grandi direttrici stradali irradiantesi dal centro città (Sempione, Varesina, Comasina, Valassina, Monzese) e poi gli spazi interclusi. I segni e le forme del paesaggio sono spesso confusi e contraddittori. E se il carattere dominante è ormai quello dell’urbanizzazione diffusa l’indicazione di una tipologia propria desunta dai caratteri naturali (alta pianura e ripiani diluviali) è semplicemente adottata in conformità allo schema classificatorio scelto, rimandando a notazioni successive una più dettagliata descrizione dell’ambiente antropico (vedi paesaggi urbanizzati).

Per quanto riguarda, invece, gli indirizzi e le tutele che si rifanno al suddetto paesaggio dell’alta pianura, seguono le seguenti informazioni derivanti dal PPR:

Caratteri generali e indirizzi di tutela dei “Paesaggi dei ripiani diluviali e dell’alta pianura asciutta”

Nella parte occidentale della Lombardia il passaggio dagli ambienti prealpini alla pianura avviene attraverso le ondulazioni delle colline moreniche e delle lingue terrazzate formatesi dalla disgregazione delle morene terminali dei ghiacciai quaternari. Il successivo passaggio alla fascia dell'alta pianura asciutta è quasi impercettibile, risultando segnato perpendicolarmente solo dallo spegnersi dei lunghi solchi d'erosione fluviale (Olona, Lambro, Adda, Brembo, ecc.). A occidente dell'Adda l'alta pianura è meno estesa poiché la fascia delle risorgive si avvicina al pedemonte. Il limite naturale dell'alta pianura verso sud è stato modificato dal sistema dei canali e dalle irrigazioni che hanno consentito un'espansione verso nord della pianura irrigua. La crescita urbana ha quasi completamente cancellato, nella parte occidentale della fascia, i caratteri naturali del paesaggio che, invece, permangono nella ristretta fascia orientale. Vanno tutelate le residue aree di natura e la continuità degli spazi aperti. Vanno riabilitati i complessi monumentali (ville, chiese parrocchiali, antiche strutture difensive) che spesso si configurano come fulcri ordinatori di un intero agglomerato.

Il suolo e le acque

L’eccessiva urbanizzazione tende a compromettere il sistema naturale di drenaggio delle acque nel sottosuolo. Devono essere previste adeguate operazioni di salvaguardia dell'intero sistema

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