L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I , F E R R O V I E I N T E R E S S I P R I V A T I
Anno XIII - Voi. XVII
Domenica 24 Gennaio 1886
N. 612
m i r a i m i i ramisi
È finalmente soddisfatto il vivissimo desiderio olio l ' E c o n o m i s t a ha espresso molte volto e da molto tempo. L a situazione delle finanze dello Stato richiama ormai l'attenzione di tutti, ed il Par-lamento non potrà sottrarsi ad una discussione pro-fonda dell'argomento. In verità a noi pare che le Camere perdano allatto l'ufficio loro, quando non sentono coraggio o competenza sufficiente p e r a f -frontare l'esame e la discussione dei più ardui pro-blemi che interessano lo Stato, appena sorgono dubbi o diffidenze sul modo di interpretare il significato dei fatti ordinari ; ma quando lasciano correre ed ingrossare le questioni senza darsene pensiero, finché l'opinione pubblica prema con tutta la sua violenza, allora l'opera loro, molle volte, diventa meno effi-cace, poiché le deliberazioni delle Assemblee man-cano per lo più di quella calma e di quella impar-zialità che, negli argomenti finanziari sopratulto, sa-rebbero indispensabili.E già sintomi di soverchia precipitazione ed esa-gerazione di giudizi se n e hanno e non pochi ; fino a pochi mesi o r sono la maggioranza non solo m o -strava la sua deferenza verso il Ministro Maglioni, ma era sua alleata in tutti i provvedimenti che da essa stessa erano stati o provocati od applauditi. — Oggi, a leggere i giornali di diverso colore, sembra che l'on. Magliani abbia colpe infinite, abbia ingan-nato Parlamento e paese ed abbia a tutti detto quello che non è. Oggi non v i è più misura nella critica e nel biasimo, quasiché i giudizi in ogni caso do-vessero essere eccessivi. E le cifre del disavanzo che si affetta di scoprire oggi, crescono ogni ventiquattro ore, 3 0 milioni, 6 0 milioni, 8 0 milioni e persino 100 milioni ! !
Noi abbiamo applaudito 1' on. Magliani in molte delle sue opere ; noi abbiamo ammirato la profonda fede che egli mostrava nelle forze del paese, quando lutti di queste forze diffidavano, lo abbiamo ammi-rato quando, davanti a molti e inaspettati ostacoli, da vero uomo di Stato, ha saputo conservare la calma per provvedere ed escogitare espedienti, che hanno l'atto procedere la nave del credito pubblico incolume in mezzo ad ostacoli, che molti credevano i n -superabili.
Colla stessa libertà colla quale lo abbiamo ap-plaudito ed ammirato sino ad alcuni mesi o r sono, e lo abbiamo difeso contro gli attacchi infondati e d ingiusti di molti avversari, abbiamo biasimalo gli ultimi provvedimenti da lui proposti, parendoci —
come ci pare ancora — che essi sieno contrari af-fatto a quel programma che egli a v e v a ripetutamente designato. — M a nel mentre manteniamo f e r m o questo nostro giudizio, nel mentre deploriamo viva-mente che le necessità politiche lo abbiano indotto in una via nella quale non possiamo seguirlo, — non per questo mutiamo i nostri apprezzamenti sulla sua opera passata e meno ancora ci mostriamo c o m e molti fanno, indifferenti o senza preoccupazione di fronte alle esigenze dell'avvenire. Anzi tanto più ci preoccupiamo di questo avvenire quanto più vedia-mo che la leggerezza dei giudizi e la non-cognizione delle cose, impera nella critica.
Molte volle i n queste colonne f u deplorata la mancanza nei nostri uomini di Stato e in quelli che aspirano a divenirlo, di un indirizzo netto e preciso, che, senza fissare giorno per giorno tutti i passi che si debbono compiere, indichi p e r lo meno la meta prossima a cui si vuol arrivare, e , a larghi tratti, quasi pietre miliari, la v i a che si vuol seguire p e r raggiungerla. A questa mancanza di indirizzo noi attribuiamo non solamente la evidente decadenza della affluenza che sulla Camera esercita l'on. Magliani, ma ancora, e peggio, l'ignoto verso cui, o v e si ma-turino g l i avvenimenti c h e o r a si pronosticano, saranno cacciate le finanze.
Il 6 dicembre noi scrivevamo : « Fra pochi giorni l'on. Magliani dovrà fare alla Camera la esposizione finanziaria voluta dalla legge. Affretti quel giorno e ne profitti per rialzare il suo prestigio, il suo nome, la sua iufiuenza. Con quella maestria che gli è pro-pria, con quella elevatezza e lucidità di concetti che gli riconoscono tutti, tracci un chiaro e preciso pro-gramma finanziario, e dica alla Camera, senza sot-tintesi e senza reticenze : — basta di transazioni politiche: questa è la mia via, questo il mio
indi-rizzo, o con questo o su questo. »
E concludevamo : « Crediamo che l'on. Magliani sia ancora in tempo di riafferrare la potenza c h e aveva in altro tempo ; che se, malgrado una e n e r -gica dimostrazione, non riuscisse, l'on. Magliani ca-drebbe sicuro di uno splendido avvenire. Gli attuali tentennamenti invece possono soltanto prolungargli una esistenza incerta e penosa come la attuale, m a apparecchiargli una caduta c h e non sarebbe g l o -riosa. »
Gli avvenimenti dimostrano ora che questi concetti rispondevano ad una situazione che stava m a -turandosi in m o d o inesorabile.
diritto, c h i per tanti anni e con tanti successi ha governate le finanze del paese. A l disopra degli uo-mini, al di là delle sincere simpatie personali, stanno senza dubbio le esigenze del paese e dell'avvenire. E . q u a l i sono queste esigenze? Quale è attualmente la situazione del bilancio? N o i non dividiamo niente affatto gli esagerati timori di coloro che sembrano vedere nelle condizioni attuali del bilancio uno stato disastroso o quasi irreparabile. Con una entrata che si avvicina au un miliardo e mezzo, un deficit di qualche decina di milioni non può in nessun modo legittimare nò le apprensioni, nò i lamenti che oggi si suscitano in gran parte artifiziosamente. Qualche anno di prudente vigilanza è più c h e bastante, col solo maggior gettito delle imposte, a ristabilire l'equi-librio.
Quello invece che ci pare urgente, assolutainento urgente, è il sapere dal Ministro delle finanze — qua-lunque esso sia — quale via intenda seguire. — Poiché le v i e sono molte, ma nessuno ancora ha d e t t o : — q u e s t a h o scelta, questa voglio percorrere.
Alcuni, e sono i seguaci di una vecchia e g l o -riosa scuola, che però non troverebbe più il suo tempo ed il suo campo di azione, non sanno dire che una sola parola : pareggio. Bella e nobile preoc-cupazione f u quella di raggiungere il pareggio nel tempo passato, quando il raggiungerlo sembrava quasi impossibile; giusta gloria di un partito è il poter dire di avere i n dieci anni ristabilito l'equi-librio di un bilancio cho segnava un disavanzo di poco inferiore alla totalità delle entrate effettive. Ma ora quel solo programma sarebbe un programma troppo m e s c h i n o , poiché il paese, e giustamente, domanda ben altro che la semplice custodia del pa-reggio.
Potrebbe alcuno vagheggiare una più rigorosa forma di ordinamento del bilancio ; una più severa chiusura del libro del debito p u b b l i c o ; ed affermare che non p u ò dirsi raggiunto l ' e q u i l i b r i o se non quando le entrate effettive coprano non solamente tutte le spese ordinarie, straordinarie ed ullrastaordinarie, ma anche quelle p e r le costruzioni f e r r o -viarie. Si tratterebbe in tal caso di aumentare l'en-trata di circa 100 milioni annui. E , non lo nascon-diamo, sarebbe questo un programma degno di studio; sebbene si potrebbe fin d'ora obbiettare che v i sono forti e legittime ragioni per lasciare ai nepoti una parte di quegli aggravi che derivano da opere di cui essi, in proporzione maggiore ili noi, godranno i be-nefici. Ma ad ogni modo, anche non dividendo un simile criterio direttivo della politica finanziaria di u n o Stato nelle condizioni in cui si trova l'Italia, sarebbe almeno u n indirizzo chiaro e preciso.
Più rispondente forse ai bisogni del paese sarebbe un programma che, profittando dell'inaspettato m a g -gior gettito che danno e promettono le imposte, e da quello che con opportuni rimaneggiamenti si pò-trebbe ottenere, si volgesse ad una graduale trasfor-mazione d e l sistema tributario affine di renderlo meno sensibile alla attività economica del paese.
Ma questo programma, che appunto è stato inau-gurato e seguito così felicemente dall'on. Magliani colla abolizione del m a c i n a t o , del corso forzoso e colla perequazione dell'imposta fondiaria, doveva es-sere fedelmente mantenuto dal Ministro, senza per-mettere che altri provvedimenti venissero a distrug-gere od a contraddire l ' e f f e t t o delle opere intra-prese. Già di per sé un indirizzo di trasformazione
tributaria è, anche in un paese più ricco d e l nostro, più che bastante ad assorbire tutta la elasticità di un bilancio ; — guai se a d esso si aggiungono mi-sure che, come i premi alla marina mercantile, i sussidi ai maggiori comuni, gli sgravi d e i decimi ai proprietari di terre, tendono ad indebolirlo.
Allora e Camera e paese non v e g g o n o più chia-ramente quale sia la meta a cui aspira il Ministro, perdono in lui la fiducia c h e prima ispirava, e non rimanendo più la fede verso un indirizzo preciso, e la speranza di raggiungerlo, ad ogni più lieve evento, che turbi la tranquillità del momento, chiamano — e non a torto — responsabile il Ministro di non aver saputo resistere negando ciò che gli si domandava. E infatti domandiamoci, pensando alle leggi di finanza approvate in questi ultimi a n n i : — quale era nel vasto campo della riforma tributaria 1' indirizzo del Ministro?
V o l e v a poche imposte a larga base, capaci di mantenere l ' e q u i l i b r i o del bilancio? — Voleva ri-durre il bilancio al sistema inglese, appoggiato spe-cialmente ad alcune imposte sui consumi suntua-ri ? — Voleva sgravare le classi meno abbienti, abo-lendo a poco a poco le imposte c h e colpiscono le basse fortune? — V o l e v a imitare la Germania e combinare ad un tempo il sistema delle imposte con quello della protezione doganale, domandando ai dazi di confine il m a g g i o r reddito? — Voleva tenere per base d e l bilancio le imposte meno costose nella per-cezione? — V o l e v a seguire i dettami più rigorosi della scienza delle finanze, cercando nello studio della traslazione, della ripercussione, della incidenza della imposta, il sistema della più equa distribuzione degli aggravi ?
Ciascuna di queste domande è suscettibile di s v o l -gersi in un programma finanziario degno di studio e di considerazione, ma n é il Ministro Magliani nò alcuno dei suoi oppositori, o consumati nell'esame delle cose finanziarie, o giovani desiderosi di distin-guersi, ha mai avuto il coraggio di delineare alla Camera o fuori della Camera una serie di concetti dai quali potesse scaturire un programma.
IL CONSIGLIO SUPERIORE
D E L L A M A R I N A M E R C A N T I L E
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Con R . Decreto pubblicato il 1 6 gennaio è stato istituito presso il Ministero della Marina un Consi-glio Superiore della Marina Mercantile.
Esso, analogamente ad altri Consigli superiori istituiti presso altri dicasteri, ha voto consultivo, dà pareri, inizia studi, apparecchia disegni di legge sulle materie che fanno parte della competenza del d i -castero stesso.
Difatti il Decreto che gli dà vita gli assegna tutte le seguenti attribuzioni. — Esprimere il suo parere sullo riforme da proporro alla legislazione della marina mercantile; sulla parte d e l bilancio preventivo c h e riguarda il servizio di essa; sui progetti di trattati di commercio e di navigazione ; sulla organizzazione amministrativa della marina mercantile e sulle que-stioni relative; sulla classificazione, costruzione e sistemazione dei porti ed altre opere ad imprese m a -rittime che interessano la navigazione c o m m e r c i a l e ; sull' applicazione delle tasse e dei diritti marittimi e delle tasse consolari ; sui provvedimenti relativi alla emigrazione, alle colonie italiane all' estero ed in generale alla espansione delle imprese e dei c o m -merci marittimi nazionali ; sugli ordinamenti relativi all'istruzione nautiea; sui servizi marittimi e c o m -merciali sovvenzionati dallo Stato; sulla esecuzione del servizio marittimo p e r la parte assegnata al M i -nistero della Marina ; sui progetti, m e m o r i e , inven-zioni, ecc. relativi a questioni d' arte c h e possono interessare la Marina mercantile; su qualunque altro argomento che il Ministro della Marina vorrà de-ferire al suo e s a m e ; — oltre tutto ciò, proporre al Ministro della Marina, di propria iniziativa, tutti quei provvedimenti che reputerà utili allo incremento della Marina mercantile.
L'istituzione di siffatto Corpo è, crediamo, la ri-sultante di due diversi desideri vagheggiati da molti e di due diversi progetti sostenuti da taluno. 11 primo di essi consisteva nello staccare dal Ministero della Marina, preposto più che altro alla marina da guerra, la direzione e i servizi di quella di c o m m e r c i o per affidarli al Ministero di agricoltura industria e com-mercio ; il secondo consisteva nel creare addirittura un nuovo Ministero della marina mercantile.
Instituendo un apposito dicastero per questa forma di attività nazionale, le si sarebbe certamente dato un grande impulso e se n e sarebbe facilmente con-seguito un rapido progresso. Ma se c e n e volesse uno per ciascuna forma di attività nazionale, e son tante dove si andrebbe a finire?
Il progetto poi di staccare l'amministrazione della marina mercantile da quella della marina da guerra e porla sotto la dipendenza del Ministro del C o m -mercio, aveva il suo perchè. L a prima n o n serve come la seconda alla difesa dello Stato. Una ha ca-ratteri e ordinamenti militari, l'altra ha caca-ratteri e ordinamenti economici. L o spirito militare e il tec-nicismo che informano l'amministrazione della prima non bastano da soli a sostituire quello spirito di in-trapresa, quella sottile e continua ricerca di mezzi intesi al fine del lucro, che sono 1' anima della se-conda. Sotto questo rispetto la marina mercantile, j
il cui eseroizio è una industria ed è uno degli stru- I
menti del commercio, sembrerebbe meglio collocata sotto l'amministrazione di quel dicastero c h e alle industrie e ai commerci del paese presiede e dà lumi, notizie, aiuti, n o r m e e suggerimenti. Ma d' altra parte souo cose tecniche la costruzione delle navi e quella sorveglianza sulla costruzione stessa c h e I' Autorità governativa, a tutela della sicurezza pubblica, ha diritto di esercitare ed esercita di fatto ; sono tecnici gli studi necessari p e r imparerò a dirigere le navi ed hanno carattere tecnico le scuole ove siffatti studi si compiono ; e in pari tempo il personale della marina mercantile, dal capitano al mozzo, è orga-nizzato militarmente e, so non in modo identico, certo con discipline mollo analoghe a quelle dell'eser-cito e della marineria da guorra.
Pertanto si è pensato di non sottrarre al Ministro della marina la soprintendenza sulla marineria mer-cantile, ma di introdurre, a benefizio di questa, nel suo dicastero, quegli elementi amministrativi ed eco-nomici che v i mancavano, mediante l'istituzione del Consiglio superiore in discorso.
A comporlo infatti sono chiamati prima di tutto 25 membri come segue : D u e eletti dal Consiglio dell' Industria e del C o m m e r c i o , otto scelti fra le persone per dottrina o per esperienza più c o m p e -tenti nelle materie più sopra enumerate, cinque a turno fra i Presidenti delle C a m e r e di C o m m e r c i o delle regioni marittime d e l Regno, tre a turno fra i presidenti di Associazioni marittime economiche e di incoraggiamento allo sviluppo c o m m e r c i a l e e m a -rittimo d e l paese ; — c h e fanno 18. E questi con-siglieri saranno nominati c o n decreto reale, rimar-ranno in carica per un triennio e potrimar-ranno essere riconfermati. A completare il n u m e r o vengono d e -stinati sette membri di diritto, che sono i seguenti: — il Segretario generale del Ministero della Slarina, il Direttore generale della Marina mercantile, il Direttóre generale dei consolati e del commercio, il Direttore generale delle gabelle, il Direttore della scuola superiore navale, il Direttore capo della d i -visione industria e c o m m e r c i o .
In seno al Consiglio v i sarà un Comitato perma-nente.
Il nuovo Consiglio superiore può dunque fare e molto. S e fosse stato istituito più presto, i suoi studi e un suo voto particolareggiato sarebbero giunti opportuni sul n u o v o trattato di navigazione da stipularsi colla Francia entro il termine — c h e speriamo sia l'ultimo definitivo — del 3 0 aprile. Ma i negoziati oramai sono molto inoltrati. D e l resto lo v e d r e m o alla prova i n altre cose.
P e r parte nostra, d u e argomenti a v r e m m o da suggerirgli, entrambi quanto mai confacienti alla sua indole e al suo scopo.
Il primo è il riordinamento dei servizi postali marittimi sussidiati, oggi disimpegnati dalla Società di navigazione generale e per una sola linea dalla Peninsular and Orientai C o m p a n y . Essi, meno que-st'ultimo, furono determinati colle convenzioni po-stali d e l 1877, data g i à relativamente antica, e non sono p o i altro che quelli stabiliti con altre conven-zioni nientemeno che del 1862, con alcune modifi-cazioni. M a intanto sono trascorsi di molti anni, le relazioni dell'Italia con altri paesi si sono modifi-cate e moltiplimodifi-cate e i servizi stessi non sono più quali ci vorrebbero oggi.
prima della loro scadenza ? L a è cosa c h e tra d u e parti contraenti, che sieno d'accordo sulla massima, si può sempre fare. — S e le nostre informazioni sono esatte ; la Società assuntrice dei servizi n o n ha nulla in contrario, i n massima, a venire ad una revisione d e i contratti da cui è vincolata e ci pare che di cotesta revisione, che dovrebh'essere poi ap-provata dal Parlamento con una legge, il G o v e r n o nell'interesse del pubblico dovrebbe prendere l'ini-ziativa.
L ' a l t r o argomento che il Consiglio potrebbe stu-diare, sarebbe un ritocco alla recente legge sui provvedimenti per la marina moreantile. D e i suoi difetti, e non son pochi, abbiamo parlato a lungo altro volte. Qui diremo soltanto che, poiché essa ha voluto largire premi alla navigazione, n o n do-vrebbe conferirli, come fa, a chi prova d'avere navigato per un certo numero di leghe in certi dati oceani, ma solo a chi provasse d' avere navigato con una data frequenza e regolarità fra u n porto italiano e certi altri di là dagli oceani, da determinarsi dal Governo. Dal G o v e r n o e non dalla legge, giacché le leggi non possono mutarsi ogni momento e i n -v e c e può mutarsi l'opportunità di incoraggiare l'at-tivazione di regolari comunicazioni marittime fra la madre patria e un paese transoceanico, quando la esperienza fatta consigli di attivarle piuttosto c o n un altro paese e diverso. Già che si vuol premiare, si saprebbe almeno c i ò che si premia, anzi si ver-rebbe soltanto a destinare il premio a una cosa che si fosse riconosciuta e dichiarata i n qualche m o d o utile al paese.
Parrà strano l'invocare così presto una riforma a una legge nuova. Ma quei lettori che ci onorano di un poco di assiduità sanno che la legge di cui si tratta l'abbiamo su questo punto più volte com-battuta quando era allo stato di progetto. — Ora che c ' è il Consiglio superiore della marina mercan-tile, ad esso ci rivolgiamo, tornando a battere sullo stesso chiodo.
SULLA FUNZIONE ECONOMICA DELLO STATO
A coloro i quali non hanno perduta la memoria delle questioni che dieci anni o r sono sorsero in Italia ( eco di quelle di Germania) fra g l i economisti e nelle quali VEconomista prese parte v i g o -rosa, anzi da esse ebbe vita, non può essere sfuggito un recente articolo d e l l ' o n . Senatore F e d e l e L a m -pertico sulle leggi naturali economiche ').L a c o n t r o v e r s i a , spogliata di tutti gli accessori, può essere riassunta in queste brevi espressioni: — esistono delle leggi naturali economiche che i m p e -rano sulle società indipendentemente dalle leggi po-sitive che l'uomo, m e r c è i poteri che ha costituiti, può proclamare? Se esistono queste leggi e sono gene-rali, cioè imperano su tutte le società civili, può I' u o m o arrestarne o deviarne il corso mediante le sue leggi positive? Infine se può produrre questo impedimento definitivo o parziale al corso di tali leggi, facendolo n e riceverà danno o vantaggio ?
Gli economisti parvero dividersi i n due c a m p i : —
') Giornale degli Economisti, voi. I, fase. I .
Gli uni che, ammettendo le leggi naturali economiche, affermavano che la tendenza dell'uomo doveva essere quella di adattarvisi il più possibile per risparmiare lo sforzo di sospenderne l'effetto ed il danno d e r i -vante dalla sospensione, ed aggiungevano c h e se non in tutti, in moltissimi casi, il vantaggio che pa-reva conseguirsi dall' infrazione alle leggi naturali era più apparente che reale, poiché gli effetti della infrazione erano danni o celati o remoti. — Gli altri asserivano che la esistenza delle leggi naturali era una utopia ; che l'uomo, libero della sua volontà, po-teva ordinare la società a suo piacimento, che sol-tanto le leggi positive potevano e dovevano regolare la economia pubblica; che era quindi merito o colpa di queste se una nazione prosperava o no ; che in-fine, non esistendo leggi economiche naturali, man-cava anche la ragione di una economia universale, ma ciascuna nazione doveva provvedere a sè stessa, alla propria ricchezza indipendentemente dalle altre od anche contro tutte le altre nazioni.
Da questi due diversi gruppi nacquero però una serie di altre suddivisioni nel modo con cui consi-derare la scienza economica e la funzione sua, e si può dire che tanti scrissero in proposito, tanti ma-nifestarono differenti concelti. A d ogni m o d o dalla lotta che nel campo scientifico puro aveva i due
li-miti sopra indicati, scaturirono nel campo pratico due diverse tendenze. Quelli c h e ammettevano la esistenza delle leggi naturali combattevano come i l -lusori, inefficaci o dannosi tutti quei provvedimenti coi quali si pretendeva c h e lo Stato cercasse la felicità dei popoli : — perciò combattuti i dazi protet-tori, combattute le casse di risparmio postali in mano dello Stato; le leggi speciali sulle assicura-zioni per la vecchiaia e per gli infortuni del l a v o r o ; le leggi sul lavoro delle donne e dei fanciulli; combattuti i premi a certe industrie, comcombattuti i m o nopoli industriali e via discorrendo , tutto un p r o -g r a m m a di fedeltà a quei primi principi, scientifici che parevano aver trionfato con Smith e con S a y e che rappresentavano la ragione di essere della scuola manchesteriana. Quelli invece che negavano la esi-stenza delle leggi economiche naturali, seguendo il concetto di una possibile economia nazionale accet-tarono il concetto opposto e, coli',ammettere nello Stato la potenza di determinare o n o la prosperità di una nazione, vollero suggerire ed attuare una serie di atti, coi quali questa prosperità mediante leggi positive si conseguisse. Nella crise delle indu-strie proposero dazi protettori o premi industriali ; — nella igiene delle industrie proposero leggi che limitavano il lavoro delle donne, dei fanciulli ed il riposo della domenica; nella lotta tra capitale e la-v o r o , proposero le casse di risparmio postali, le leggi di assicurazione per la vecchiaia e p e r le d i -sgrazie ; nella contesa per la funzione dello Stato vollero questo industriale, che fabbrica tabacco, che costruisce ed esercita ferrovie, che fa il commissio-nario per la spedizione dei pacchi, che fa l'incasso delle cambiali, ec., e c .
Nelle denominazioni i primi si chiamarono liberali, e p e r dispregiativo gli avversari gli chiamarono dot-trinari ; i secondi si denominarono socialisti della cattedra, o d economisti-storici, od economisti etico-storici, e p e r dispregiativo si dissero autoritari.
sconfitta ; domina da qualche tempo in Francia dove il protezionismo va crescendo di vigore ; si va d e -terminando anche in Inghilterra. Ma in Italia la cosa è diversa; qui non abbiamo, fatta qualche eccezione e di uomini politici non v i è forse da citare che il nome di Alessandro Rossi, non abbiamo economisti che sorgano a difendere il protezionismo od il Sociali-smo della cattedra, o, ripudiando le idee liberali, si dichiarino convertiti a quelle autoritarie; in Italia ab-biamo un movimento che ha bisogno di essere rileva-to, non solamente per istruzione nostra, ma anche perchè sia valutato all'estero.
Nel 1876 in Parlamento per occasiono della di-scussione sull'esercizio ferroviario venne trattata a fondo la teoria della ingerenza e della funzione dello Stato ; 1' on. Spaventa rappresentò gagliardamente le idee dei socialisti della cattedra c h e in Italia si erano da poco tempo affermati, raccolti e d affiatati; molti altri, tra i primi l'on. Cenala, affermarono la dottriua opposta, e per qualche giorno f u un vero e proprio torneo economico. — 1 principi liberali nettamente .posti e formulati trionfarono, e questo trionfo determinò la caduta del partito, che per sedici anni aveva avuto quasi senza interruzione il potere pubblico. In un altro paese questo avvenimento avrebbe allontanato dal Governo tutti quelli che fos sero notoriamente confessi di professare idee c o n trarie affatto a quelle che il Parlamento a v e v a a c -cettate e per le quali aveva anzi creata una nuova maggioranza. Anzi gli stessi uomini compromessi nello dottrine che erano state vinte avrebbero osten-tata la loro separazione dagli uomini che avrebbero dovuto governare coi nuovi principi e si sarebbero apparecchiati alla riscossa, colla propaganda fuori del Parlamento, colla evangelizzazione del paese.
Accadde tutto il contrario e si manifestarono due curiosissimi fenomeni. — Il primo che i liberali, saliti al potere, si servirono nell applicare le dottrine li-berali di quegli stessi uomini, certo esperti e compe-tenti, ma che avevano con grande ostentazione e con solenni manifestazioni dichiarato di accettare le dot-trine autoritarie, ed avevano anzi cercato di appli-carle con un primo tentativo sull'esercizio governa-tivo delle strade ferrate.
Il secondo fenomeno è che questi stessi esperti e competenti u o m i n i , o ispirati da abilissimo calcolo per devozione alle dottrine che professano nell' in-timo, o per altre cause che sarebbe ozioso cercare, determinarono, prima timidamente, poi apertamente e con arditezza, una nuova scuola economica che non ha riscontro in alcun altro paese e che tuttavia i n Italia ha fatto fortuna. E questa scuola nuova con-siste n e l dire tutto il contrario di quello che si fa, e nel fare tutto il contrario di quello che si dice.
E valga il v e r o ; dopoché nel 1876 il partito che aveva sposato manifestamente il socialismo della cat-tedra , cedette il p o t e r e , quella lotta vivacissima, colla quale gli avversari delle teorie liberali a v e v a n o tanto contribuito a mantener viva in Italia l'inclina-zione agli studi economici, — quella lotta, come per incanto si sedò; — i fuochi si spensero ; non più congressi, non più a c c a d e m i e , non più organi dei socialisti cattedratici. E dopo breve periodo di silenzio, ecco sorgere di nuovo isolatamente qua uno, là l'altro, oggi Tizio, domani S e m p r o n i o a protestare che era una calunnia il giudicarli protezionisti od autoritari o socialisti della cattedra, che anzi professavano il culto più profondo e più sentito p e r le dottrine
li-berali, che se in certi e rari casi discordavano dalla scuola liberale, ciò era nella pratica ed anche non sempre, ma che nella teoria non cessavano di a m -mirare la scienza economica, quale era stata inse-gnata dai classici, ec., e c .
Poi a poco a poco dimostrarono, con altre inter-mittenti ed isolate manifestazioni, che questa distin-zione di liberali ed autoritari non esisteva se non per lo spirito intransigente dei sedicenti l i b e r a l i , i quali esageravano il loro stesso liberalismo e perciò meritavano il nome di dottrinari; — che adunquo dottrinari non voleva dire liberali; che essi, accusati di socialismo cattedratico, erano i veri liberali. — E di questa rapida ed abilissima evoluzione non o c -corrono nò prove, nò citazioni, n ò documenti, ossa si ò svolta alla vista di lutti e tutti no hanno v e -duto il modo o gli effetti.
Quali sono infatti g l i effetti?
Gli uomini che sono oggi al potere sono uomini di provate e dichiarate dottrine liberali : — l'onore-vole Maglioni, l ' o n . G e n a l a , l ' o n . Grimaldi hanno tutto u n passato che gli ascrive tra coloro che oggi si chiamano dottrinàri. Ebbene dal 4 8 7 6 in poi, cioè essi o il loro partito governando, abbiamo avuto :
la legge sulle casse di risparmio postali, per la quale l o Stato fa il banchiere n ò più nò meno, e d ha crealo un v e r o reggimento di nuovi impiegati ; — la l e g g e per l'assicurazione p e i casi di infortunio sul l a v ó r o , che è un primo tentativo, il quale do-manderà pur troppo d' essere completato con altre usurpazioni dello Stato ; — la fabbricazione dei ta-bacchi rivendicata allo Stato; — la legge sui p r e m i alla marina mercantile; — la legge sul lavoro dei fanciulli ; ec., ec., e siamo minacciati dalla rinnova-zione dei trattati di c o m m e r c i o in senso protezio-nista ; — dalla legge sul lavoro delle donne ; — dalla l e g g e per l o sconto o l'incasso delle cambiali affidati alla posta, ec., c c .
E si fa questo, mentre si attende invano una legge sulle tramvie, una l e g g e sui t e l e f o n i , il riordina-mento delle Banche di emissione, il riordinariordina-mento della istruzione superiore, la nuova legge comunale e provinciale.
Che potevano fare di più e di più apparecchiare coloro che, per bocca dell'on. Spaventa, avevano for-mulato u n programma autoritario n e l 1 8 7 6 ?
N ò si dica che infrattanto la Camera o d il paese hanno mutato d'avviso ; c h è anzi durante la discus-sione delle convenzioni ferroviarie — il solo v e r o trionfo che abbia avuto la dottrina liberale del 1876 in poi — i partigiani dell'esercizio governativo non raccolsero che 8 5 voti sul loro ordine del giorno.
Da che deriva adunque questa condizione di cose così anormale per la quale governano i vinti e sog-giacciono i vincitori ?
L o ripetiamo, dai due fenomeni testò accennali : — a fianco del G o v e r n o anche dopo il 1 8 7 6 r i m a -sero sempre agli stessi uomini ; solamente siccome il G o v e r n o nel 1 8 7 6 cambiò bandiera economica, stimaromo opportuno auegli uomini ripiegare la loro, accettare a parole la bandiera degli avversari, m a continuare imperterriti nella loro via. E d a questo sono veramente riusciti.
uomini compiono, l'Italia è dominata dal socialismo della cattedra.
Queste riflessioni ci sono occorse alle mente leg-gendo l'articolo del senatore Fedele Lampertico, sulle leggi naturali economiche, articolo nel quale d i -chiarando di non aver trovalo nel vocabolario del T o m m a s e o n è la parola liberista nè quella autori-torio, afferma di ambire soltanto al nome di econo-mista. L a quale dichiarazione ci ricorda quella di un battagliero deputato, il quale giunto al portafoglio e domandato se al partito liberale od al conserva-tore appartenesse, rispose : — i o sono ministro.
Infatti c h e possono desiderare di più i socialisti della cattedra in Italia ? Sono essi c h e impongono al G o v e r n o il loro indirizzo, proprio nel momento in cui il G o v e r n o dichiara di non accettare le loro dottrine.
A . J. DE JOHANNES.
Rivista Bibliografica
P. Leroy-Beaulieu. — De la colonisation chrz les
peuples modtrnes - 3 ™ (•dition. — Paris, Guillamin,
1886, pagine 766.
L'epigrafe posta dall'Autore in fronte al suo v o -lume, desunta dai Principii di economia politica del Mill, potersi affermare cioè che, nello stato attuale del mondo, la fondazione di colonie è il migliore affare nel quale si possano impiegare i capitali di un paese vecchio e ricco ; questa sentenza c h e g l i serve di criterio fondamentale nelle sue ricerche, spiega chiaramente quali siano le opinioni dell'Autore sulle colonie e sulla politica coloniale. Invero que-st'opera d e l valente Direttore AoW'Economiste fran-Qais, per lo spirito che v i predomina e per le con-clusioni alle quali giunge, è in contrasto assoluto con quelle brillanti Lettres sur la politique colo-niale del Guyot, sulle quali ci siamo già intrattenuti. I due libri segnano due scuole e due t e n -denze affatto opposte tra l o r o ; l'una propugna senza alcuna peritanza una politica coloniale attiva e se ne ripromette grandi vantaggi ; l'altra la condanna perchè dannosa finanziariamente e n o n ritiene le colonie atte a raggiungere uno sviluppo rilevante, opponendovisi ragioni varie, d'ordine climatologieo, etnografico, economico. Tuttavia il Leroy-Beaulieu, se si addimostra caldo propugnatore delle colonie, non è però disposto ad approvare la politica seguita dalla Francia, specialmente in questi ultimi anni,
per accrescere i propri possessi d ' o l t r e m a r e . N o n . solo; ma l'egregio Autore ammette esplicitamente che
è raro assai che una colonia dia un reddito netto alla madre patria e che lo stabilimento di colonie è necessariamente costoso ; il che però non gli pare un ostacolo alla colonizzazione da parte di una na-zione ricca. Ma questo modo di considerare l'utilità delle colonie ci pare veramente difettoso, perchè si risolve nell'ammettere che uno Stato, pel solo fatto che è ricco, deve consumare parte delle proprie ricchezze nelle colonie. Ora se v i è una ragione che possa in qualche modo legittimare la politica coloniale essa non può essere che l'utilità, se n o n immediata certo prossima, c h e economicamente la
colonia presenta. Diversamente, essa potrà soddisfare l'orgoglio nazionale ma non recherà alcun vantaggio e domanderà non lievi sacrifici ai contribuenti.
Comunque, molti sono i punti sui quali le o p i -nioni del L e r o y - B e a u l i e u offrirebbero campo di di-scussione e non è q u i che possiamo neanche bre-vemente occuparcene. Convien piuttosto esaminare
il libro, il quale dividesi in due parti : la prima è dedicata alla storia e v i tratta della colonizzazione anteriore al X I X secolo e di quella propria al no-stro secolo. Nella seconda parte, molto più breve, si occupa delle dottrine relativamente all' influenza delle colonie sulle metropoli e al miglior r e g i m e applicabile agli stabilimenti coloniali.
La storia della colonizzazione spagnuola, porto-ghese, olandese, inglese, francese e danese è condotta assai bene, ma specialmente il capitolo 5° dove tratta dell'Algeria e della colonizzazione francese è notevole per la cura c o n c u i riferisce minutamente i pro-gressi dell'Algeria e p e r le proposte c h e i'Autore formula onde certi lamentati inconvenienti ( c o m e la scarsissima immigrazione francese) siano eliminati. Nella parte.storica, in questa terza edizione, si trovano ora riferiti i fatti più recenti della politica coloniale: l'Italia e la Germania v i figurano quindi pei loro primi tentativi, ed è interessante conoscere il giudi-zio che l'Autore reca in proposito. « I n questi ultimi anni, scrive il Leroy-Beaulieu, i tedeschi hanno mo-strato molta velleità di colonizzare. Sfortunatamente per essi, entrano un po' tardi nella v i a ; quasi tutto il globo è preso. L a maggior parte delie contrade ancora senza abitanti, non sono contrade senza pa-droni. S u quasi tutte le isole e sopra tutti i conti-nenti sventola la bandiera d'una potenza europea. Con dei progetti precisi e chiari e con la risolutezza che mostrano quando hanno un'idea chiara, i tede-schi avrebbero potuto ancora farsi la loro parte nelle contrade nuove. Solo essi hanno in materia di c o -lonizzazione delle idee confuse. Questo egli scriveva già nel 1 8 8 2 ; oggi, nota che le ambizioni coloniali germaniche hanno assunto una maggior precisione e coesione, ma ritiene che presto o tardi il G o v e r n o tedesco dovrà procedere come quello francese e fi-nire per amministrare più o m e n o direttamente e completamente i popoli barbari, in mezzo ai quali avrà piantata la propria bandiera.
colonie. N e i riguardi del regime migliore applicabile alle colonie, tratta del regime della mano d' opera e della terra, specialmente del sistema Torrens.
L ' A u t o r e chiude il suo libro, sotto molti aspetti utile, interessante e commendevole, avvertendo c h e non intende fare un ditirambo; ma non si astiene dal riassumere c o n tinte r o s e e , troppo r o s e e , il suo giudizio sulle colonie. Egli dichiara c h e la c o -lonizzazione è la forza espansiva d' un popolo, è la sua potenza di riproduzione, la sua dilatazione e moltiplicazione attraverso gli spazi ; è la sottomissione dell'universo, o di una vasta parte, alla sua lingua, ai suoi costumi, alle sue idee o alle suo leggi. Termina proclamando questa semplice quanto ardita e pericolosa sentenza ; « il popolo che colonizza di più è il primo popolo; se non lo ò oggi, lo sarà domani. » N o n possiamo non aggiungere che l o stesso libro del L e r o y - B e a u l i e u ci lascia molto pro-plessi sul valore di tale giudizio.
R . D . V .
RIVISTA ECONOMICA
L'espansione commerciale all'estero — / dazi sul be-stiame e la Società di economia politica belga — Il progetto per la riforma della legislazione sugli alcools in Francia e in /svizzera — Il bimetallismo in Germania.
La ricerca dei mezzi più adatti a dare i n c r e -mento alla esportazione è la cura assidua di quanti in Francia si occupano c o n amore degli interessi economici del paese. C' è persino chi non ha man-cato di far notare che se il c o m m e r c i o francese non si mette all'opera sarà vinto e schiacciato sui mer-cati esteri dai commercianti tedeschi, e la Francia vinta già sui campi di battaglia, sarebbe ora nuova-mente sconfìtta nella gran lotta economica internazio-nale. D i qui l'appoggio e la simpatia c h e la stampa francese accorda ad una società p e r l ' i n c o r a g g i a -mento del commercio francese di esportazione, la quale, fondata da un gruppo di alte notalibità commerciali, si propone di favorire la espansione c o m -merciale all'estero accordando il suo appoggio ai giovani c h e si recano in lontane regioni per crearvi stabilimenti commerciali. Quest'opera è certamente utile e patriottica. Dalla sua fondazione a oggi la Società ha già ottenuto risultati abbastanza seri e positivi. Essa è venuta in aiuto a 8 2 persone con a p -poggio morale e materiale. E di questi 8 2 giovani, 28 si sono stabiliti in Asia, 5 in Africa, 11 n e l -l'America del Nord, 51 nel-l'America del Sud, 5 in Oceania e 2 in Inghilterra.
E d è moltiplicando gì' invii annuali di questi gio-vani, dice il rapporto presentato all'Assemblea gene-rale della Società, che noi giungeremo a impiegare sui mercati esteri un'eletta schiera di agenti commerciali abili e sperimentati i quali, studiando le risorse e i bisogni del paese dove saranno installati, v i f a -ranno valere i nostri modelli e i nostri campioni, vi diffonderanno le nostre marche e il nostro gusto nazionale e contribuiranno così ad aumentare il m o -vimento dei nostri affari. »
È un' impresa veramente utile e v o r r e m m o che anche da noi, dove pur si cerca di estendere fa istru-zione commerciale, si procurasse dai nostri maggiori commercianti di fare qualche cosa di utile per loro e pel paese in questo campo di attività. L a stessa nostra vita sociale ne avrebbe vantaggio. Bisogna infatti c h e la nostra gioventù possa intravedere un altro ideale di attività diverso da quello delle professioni liberali, o peggio degli impieghi a m -ministrativi. Il negozio internazionale merita di tentare i giovani che una lodevole ambizione porta alla ricorca della fortuna. V i sono su tutti i punti del globo buone posizioni da conquistare e d è d o -loroso elio oggi quella stessa Italia la quale sapeva nei secoli del medio e v o , ottenere il primato com-merciale su tanti punti del globo, si tenga completa-mente, o quasi, in disparte e notisi giovi delle altitu-dini eccellenti che alla natura italiana n o n fanno difetto. È questa l'opera della iniziativa privata illu-minala e animata dal sentimento.del proprio d o v e r e ; I' intervento governativo, sotto qualsiasi forma, non potrebbe che rendere meno fruttuosi i nobili tenta-tivi, scemando la coscienza della propria responsabi-lità in chi si accingesse a quest' utile impresa.
— L a proposta di alcuni deputati belgi tendente ad elevare la tariffa doganale sul bestiame, di cui parlammo in una precedente Rivista, ha provocato da parte della Società di economia politica di Bru-xelles una interessante discussione sull' argomento. La riunione era presieduta dal sig. L e H a r d y de Beaulieu, vice presidente della Camera dei R a p p r e -sentanti, il quale segnalò la violenta corrente di reazione contro il libero scambio che si è manife-stata da qualche tempo. I produttori s' immaginano che i dazi protettori porterebbero un gran sollievo ai loro mali ; alle obbiezioni rispondono respingendo la teoria e appellandosi alla pratica ; agli esempi più chiari oppongono una resistenza passiva e in-vocano nuovi tentativi. Spetta dunque, così conchiuse, alla società di economia politica il chiarire i p r o -blemi che si collegano a questa questione.
L'oratore che seppe meglio esaminare la questione fu il prof. Denis dell' Università di Bruxelles. Egli richiamò anzitutto l'attenzione della riunione su qual-cuna delle grandi tendenze economiche del mondo moderno ; ad esempio i prezzi dei bovi, dei mon-toni e del maiale tendono incessantemente ad au-mentare. N e l Belgio questo aumento costante dei prezzi coincide con un accrescimento pure costante delle importazioni. C o m e si potrebbe dunque inferirne che il libero scambio ha nociuto ai produttori?
Il libero scambio ha moderato i prezzi, m a ha permesso l'estensione del consumo. Nel 1846 si fece una inchiesta e si valutò a 8 o 9 chilogrammi per abitante il consumo della c a r n e ; esso oggi ammonta a 1 2 o 1 3 chilogrammi ed è ancora un consumo assai scarso e appena la metà di quello d e l l ' I n g h i l -terra.
dei popoli ben nutriti. N o i siamo popoli mal nutriti e non è certo con progetti a tinte protezioniste c h e 10 nutriremo meglio.
Altri oratori insistettero sui danni che i m m a n c a -bilmente produrrebbero le misure protezioniste presantate alla Camera belga dalla deputazione di N i -velles e il presidente riassunse la discussione osser-vando risultare indubbiamente che 1' adozione della proposta avrà per conseguenza l'aumento del prezzo della carne, il quale si farà sentire specialmente sul popolo. Il consumo diminuirà, l'allevamento pure e l'agricoltura n e soffrirà. L a vita del paese n e sarà colpita. Il diminuire la forza produttrice di ogni individuo porta una perdita grandissima per un paese. Questa discussione della Società di Economia po-litica di Bruxelles ha posto in chiaro ancor una volta la fallacia del sistema protezionista. Essa non sarà stata certo senza influenza sulle decisioni ministe-riali, le quali, a quanto si afferma, sono oggi asso-lutamente contrarie a qualsiasi innovazione. Si credeva quindi che la Camera belga respingesse i dazi d'en-trata sul bestiame straniero; ma contrariamente alle previsioni la Camera ha accolto i nuovi dazi. C i ò non scema nel Ministero il dovere di opporvisi e la discussione davanti al Senato gliene darà occasione. Auguriamoci dunque che il Belgio si mantenga f e -dele ai sani principi economici e continui ad essere un esempio degno di imitazione in questa materia, come lo è i n tante altre.
— Il solo annuncio del progetto pel monopolio im-periale della vendita dell'alcool, proposto dalla Prus-sia, ha rimesso a galla alcuni progetti consimili in altri paesi. E non è da maravigliarsene ; anzi se 11 principe di Bismarck riescirà a stabilire i n Ger-mania questo nuovo monopolio, il malo esempio tro-verà subito imitatori i n altri Stati. I n Francia, ad esempio, dove si è di fronte a un Budget squilibrato in m o d o ben altrimenti più g r a v e del nostro, c'è chi acca-rezza l'idea di proporre quanto ha ideato la mente del Cancelliere tedesco e il deputato Giulio R o c h e si propo-ne infatti, a quanto affermasi, di studiare in Russia e in Germania questa quistione per presentare alla Camera francese un progetto sul monopolio dell'alcool. L ' i n d u stria dell'alcool è i n v e r o abbastanza fiorente in F r a n -cia, dacché nel 1 8 8 0 la sua produzione è stata di etto-litri 1,556,325, nel 1881 di 1,790,730, nel 1 8 8 2 di 1,732,967, n e l 1 8 8 3 di 1,971,434, nel 1 8 8 4 di 1,872,532, e nel 1 8 8 5 di 1,795,469. Nella regìa dell'alcool si avrebbe naturalmente un pretesto p e r aumentare g l i impiegati e rafforzare ancor più l o S t a t o ; m a è giustificata la speranza che questo at-tentato al principio della libertà commerciale, della libertà industriale e della libertà professionale non troverà nella patria di Quesnay e dei suoi più illu-stri discepoli quel favore che il paese del cesarismo economico è forse disposto ad accordargli.
In Svizzera come n o t a m m o ancora, per combattere, la peste dell'alcoolismo, il g o v e r n o ha ottenuto dal voto popolare la facoltà di modificare la legislazione dell'alcool e di porre limitazioni alle industrie r e l a -tive. Ora il Journal de Gèneve] ci informa appunto che la Commissione del Consiglio federale incaricata di elaborare la l e g g e sulla vendita e la f a b -bricazione dell'alcool, riunita a Berna, ha discusso parecchie questioni relative alla nuova legislazione, quali il sistema di tassazione, il controllo sui pro-dotti pel consumo e la repressione delle sofistica-zioni, il saggio dell' imposta e l'organizzazione della
percezione dell'imposta, e l'imposta sulla vendita. L e divergenze non mancano, in ispecie sull'ultimo punto, non volendosi turbare il commercio che il meno possibile; ma su questi vari punti ritorneremo quando saranno note le proposte concrete.
— È noto che i bimetallisti tedeschi pretendono di essere sostenuti nelle loro domande pel ritorno al doppio tipo dagli agricoltori. Parebbe invero che questi avessero interesse acchè l'argento crescesse di valore anche artificialmente, perchè così sarebbe impedita fino a u n certo punto l'importazione dall' India e d'altra parte perchè gli strumenti della circolazione mo-netaria sarebbero aumentati. Ora i bimetallisti sono stati recentemente battuti in seno al Consiglio di Agricoltura, organo centrale delle associazioni a g r i -cole. È una istituzione non ufficiale, ma tenuta in gran conto dal G o v e r n o e i cui voti hanno una importanza considerabile. I bimetallisti avevano fatto una proposta richiedente elio il G o v e r n o tedesco riaprisse i negoziati coll'Inghilterra e gli altri Stati in vista di una ripresa della coniazione dell'argento. L a proposta è stata respinta a una grande m a g -gioranza e fu adottata una risoluzione consigliante il G o v e r n o di restare fedele alla politica seguita fino ad ora.
È questa una seria sconfitta pel bimetallismo.
Il Bilancio delle ferrovie Meridionali austriache
T r a le società ferroviarie dell' impero Austro-un-garico quella delle ferrovie meridionali austriache (Siidbahn) occupa un posto preminente p e r l'entità dei proventi e la solidità sua. La Siidbahn ha inoltre rapporti così frequenti e così i m p o r r m i colle f e r -rovie italiane che crediamo utile esaminare qui brev e m e n t e la situazione di quella società alla fine d e l -l'anno ora compiuto. Nessuno p u ò anzitutto disco-noscere che il periodo di tempo trascorso dalla fine dell' anno a oggi è troppo breve p e r poter compi-lare un bilancio definitivo trattandosi di imprese, le quali hanno da regolare una molteplicità di conti con altre amministrazioni ferroviarie. C i o n o n d i m e n o , m e r c è la regolarità colla quale periodicamente la Siidbahn pubblica i prodotti delle sue linee, essa ha potuto nella prima settimana del mese corrente far noto il proprio bilancio provvisorio per l'eserci-zio 1885, il quale è basato sui dati definitivi dei primi 9 mesi e su quelli provvisori degli altri tre. E c c o le cifre relative agli esercizi 1885 e 1 8 8 4 colle differenze :
1885 1884 Differenza Prodotti lordi fior. 39, 900, 000 39,283,000 + 577,000 da cui vanno detratti per
Spese d'esercizio « 16,100,000 15,762,000 + 338,000 Spese generali » 800,000 996,000 — 196,000 Imposta s u l l ' e n t r a t a » 2,400,000 2,380,000 + 20,000 Complessivamente fior. 19,300,000 19,138,000 + 162,000 Rimangono quindi . 20,500,000 20,146,000 + 354,000 Prodotti delle ferrovie date
in esercizio e di diverse
L a società ha poi avuto i seguenti oneri : 1885 1881 Differenza Dividendi pagati agli
azio-nisti e ammortamenti., fior. 26,475,000 26,458,000 + 17,000 Prestito nuovo del 4 0|0-.. » 225,000 — — +225,000 Imposte di circoiaz. e bollo » 570,000 561,000 + 9,000 Perdita per aggio 8,750,000 8,189,000 +5G1.000
Totale fior. 81,020,000 80,209,000 +811,000 DiÉf. tra 1 prov. e gli oneri > 1,950,000 2,141,000 —191,000 Un semplice sguardo a queste cifre dimostra c h e il prodotto lordo f u in aumento nel 1885 di fio-rini 517,000 e conseguentemente i proventi del-l'esercizio aumentarono di 351,000 fior, sebbene le spese di esercizio siano cresciute di 3-18,000 fior, aumento compensato in parte da una diminuzione nelle speso generali p e r fior. 196,000. Ma l'aumen-tato prodotto non ha potuto influire sulla differenza tra i proventi e gli oneri perchè la perdita per
l'ag-io, derivante dal rincaro del 3 per 0|0 circa delle ivise e valute f u maggiore, rispetto all'anno prece-dente, di fior. 561,000.
t Nonostante questa perdita rilevante la Siidbahn, per l'economia delle spese di esercizio e in generale per la oculata sua amministrazione, non è posta nella necessità fatale pel c o m m e r c i o di dover ricorrere al diritto accordatole di elevare la tariffa in oro. I n seguito alle maggiori spese e oneri la somma dispo-nibile è ridotta a 1,950,000 fior, in diminuzione di 191,000 rispetto al 1884. Tuttavia la situazione della Siidbahn si presenta sin d'ora in ottime condizioni e i risultati definitivi del Bilancio n o n faranno c h e sempre più accertare questa florida situazione.
IL COMMERCIO ESTERO DELLA FRANCIA E DELL'INGHILTERRA
nel 1885
Il movimento del c o m m e r c i o estero francese nel 1 8 8 4 e nel 1885 si riassume nelle seguenti c i f r e :
Importazione 1885 1884
Oggetti alimentari... fr. 1,380,468,000 667,094,000 Materie necessarie
al-l'industria » 2,055,439,000 1,414,155,000 Oggetti fabbricati » 295,420,000 2,105,147,000 Altre merci » 588.665,000 631,358,000 Totali fr. 4,215,877,000 4,343,479,000 Esportazione 1885 1884 Oggetti alimentari . . . fr. 713,442,000 762,414,000 Materie necessarie
al-l'industria v 662,524,000 669,075,000 Oggetti fabbricati » 1,629,743,000 1,637,988,000 Altre merci 179,322,000 163,023,000
Totali fr. 3,185,031,000 3,232,500,000 L a diminuzione nel m o v i m e n t o commerciale della Francia colpisce tanto l'esportazione quanto l'impor-tazione e fu per la prima di fr. 127,602,000 e per la seconda di fr. 4 7 , 7 4 6 , 0 0 0 ossia complessivamente di fr. 475,071,000. L e diminuzioni maggiori si ebbero all'esportazione negli oggetti raanifatturati e nelle ma-terie necessarie all'industria; all'importazione nella categoria degli oggetti alimentari.
La differenza tra il movimento commerciale del 488-4 e quello del 1885 non ha raggiunto in Francia una cifra molto rilevante; ma bisogna pensare che nel 4884 si era già verificata una grave diminuzione nel to-tale degli scambi francesi. L'ultima discesa adunque se accenna a un miglioramento sul male, non toglie ch'esso perduri. E d invero, si considerino i risultati del solo mese di dicembre e si vedrà che in quel periodo le esportazioni furono i n diminuzione ri-spetto al 4884 di oltre 6 5 milioni e le importazioni di circa 20 milioni. L a diminuita esportazione è quasi totalmente riferibile alla categoria degli « objets fa-briqués » il che era a prevedersi perchè n e l solo mese di ottobre la importazione delle materie primo necessario all' industria era diminuita per 55 milioni. Ora è risaputo da quanti non esaminano superficial-mente queste questioni che v i è uno stretto legame tra le importazioni di materie prime e le esporta-zioni dei prodotti manifatturati. D e v e notarsi infine che nel dicembre l e materie prime importate furono in aumento rispetto al dicembre 4 8 8 4 ; buon segno questo che può f a r sperare un miglior avvenire al c o m m e r c i o francese se quella richiesta continuerà ad essere ben nudrita.
Quanto all'Inghilterra il c o m m e r c i o estero dell'anno trascorso, confrontato con quello del 1 8 8 4 continua ad essere in diminuzione.
L a importazione f u di 3 7 3 , 8 3 4 , 0 0 0 sterline, in di-minuzione di 15,940,000 sterline, ossia circa d e l 4 per cento e questa minore importazione è relativa prin-cipalmente alle materie prime per le industrie ma-nifattrici. Infatti esse furono importate per 73,649,000 sterline con una diminuzione di 42,653,000, ossia di oltre il l o per cento. Questo è più che sufficiente per provare la depressione delle industrie manifat-trici nell'anno ora compiuto.
esportazione era i n uno stato di depressione durante l'anno, esso p e r ò fu assai più acuto nel principio che alla fine dell'annata. S i a g g i u n g a che il tonnellaggio delle merci i m p o r t a t e a m m o n t ò a 2 5 , 6 6 4 , 0 0 0 tonn. con un a u m e n t o di 9 6 0 , 0 0 0 , ossia circa del 4 p e r cento ed il tonnellaggio di q u e l l e esportate f u di 2 9 , 3 1 7 , 0 0 0 tonn. con u n aumento di 4 4 , 0 0 0 tonn. quasi di 1|4 p e r cento. S o n o aumenti certo assai lievi, m a v a notato che si notano tanto nella espor-tazione quanto a l l ' i m p o r t a z i o n e .
In complesso se nei due paesi di cui abbiamo esa-minalo il m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e nell'anno decorso si notano perdite rilevanti bisogna a m m e t t e r e che i sintomi di u n risveglio c o m m e r c i a l e si sono venuti manifestando negli ultimi due mesi e lasciano s p e -rare una m i g l i o r e annata nel 1886.
Li SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE
ni 31 oitolbi*e 1885 L'attivo delle sei Banche di emissione autorizzate nel B e g n o , si d e c o m p o n e v a alla fine di ottobre nelle seguenti partite : Cassa e riserva L . Portafoglio » Anticipazioni » Impieghi diretti» Titoli Crediti » Sofferenze » Depositi » Partite varie » ! corr. esercizio » Totale L . 31 Ottobre 466,441,244 551,176,525 139,014,487 192,187,265 14,759,486 149,426,671 16,070,206 573,248,006 116,646,306 10,002,350 30 Settem. 474,495,332 529,322,751 133,952,779 190,989,231 15,109,074 147,618,673 15,865,943 576,306,331 118,553,808 8,832,298 2,228,975,553 2,211,106,224 L ' a t t i v o delle sei Banche era alla fine di ottobre di L . 2 , 2 2 8 , 9 7 5 , 5 5 3 e superava di L . 1 7 , 8 6 9 , 3 2 9 quello esistente alla fine del mese precedente, cioè del settembre.
Fra le d i v e r s e partite t r o v i a m o che il portafoglio a m m o n t a v a a L . 5 5 1 , 1 7 6 , 5 2 5 , la qual cifra divide-vasi fra i vari istituti n e l m o d o che s e g u e : Banca Naz. Italiana L.
Banco di Napoli » Banca Naz. Toscana» Banca Romana » Banco di Sicilia » Banca Tose, di ered. »
Totale L. 31 Ottobre 336,783,201 102,043,315 30,757,023 34,526,102 35,033,607 3,033, 275 SO Settem. 326,861,760 92,681,513 37,449,110 34,417,197 34,144,732 3,768,438 551,176,525 529,322,751 Il portafoglio alla fine di ottobre superava di L . 2 4 , 8 5 3 , 7 7 4 quello resultante alla (ine di settembre.
Il passivo delle sei banche di emissione e r a alla fine di ottobre rappresentato dai seguenti capitoli : Capitale e massa di rispetto L.
Circolazione » Debiti a vista » Debiti a scadenza » Depositanti »
Partite varie » Rend. del cor. eserc.
31 Ottobre 372,507,994 919,471,701 130,436,947 126,137,887 573,248,006 84,690,407 22,482,608 30 Settem. 372,507,994 906,738,815 134,194,970 139,495,957 576,306,331 63,091,908 18,770,247 Totale L. 2,228,975,553 2,211,106,224
Il passivo alla fine di ottob. era di L . 2 , 2 2 8 , 9 7 5 , 5 5 3 e superava di L . 1 7 , 8 6 9 , 3 2 9 quello della fine ottobre.
F r a le v a r i e partite t r o v i a m o che la circolazione alla fine di ottob. r a g g i u n g e v a la s o m m a di L . 9 1 9 , 4 7 1 , 7 0 1 , la quale dividevasi c o m e s e g u e f r a i vari istituti. Banca Naz. italiana L .
Banco di Napoli » Banca Naz. Tosean .. » Banca Romana » Banco di Sicilia
Banca Tose.di Credito»
31 Ottobre 553,812,208 201,631,556 68,335,875 39,208,402 42,900,140 13,563,520 30 Settem. 546,742,258 198,201,235 64,331,600 40,297,453 42,880,449 14,285,820 Totale. , . L . 919,471,701 906,738,815 L a circolazione alla fine di ottobre era superiore a quella che resultava al 3 0 settem. di L . 4 2 , 7 3 2 , 8 8 6 .
A b b i a m o v e d u t o che al 31 ottobre la circolazione complessiva delle sei banche era di L . 9 1 9 , 4 7 1 , 7 0 1 . 5 0 . Questa cifra si repartiva i n L . 2 1 0 , 7 3 6 , 6 8 7 . 5 0 i n b i -glietti già consorziali, e per L . 9 1 9 , 4 7 4 , 7 0 1 . 5 0 in bi-glietti propri degli istituti d i emissione. L a circola-zione d e i biglietti g i à consorziali è ridotta c o m e si è visto a L . 2 1 0 , 7 3 6 , 6 8 7 . 5 0 c o n u n a diminuzione quindi di L . 7 2 9 , 2 6 3 , 3 1 2 . 5 0 i n confronto di quella di L . 9 4 0 , 0 0 0 , 0 0 0 ; d i m i n u z i o n e che deriva da essere stati cambiati in moneta melali, bigi, p e r L . 4 4 3 , 9 9 4 , 1 3 2 . 5 0 , ed in biglietti di Stato da L . 5 e 1 0 p e r L . 2 8 5 , 2 6 0 , 1 8 0 . La situazione d e l l ' o r o e d e l l ' a r g e n t o decimali dava alla fine dei due mesi i seguenti resultati :
31 Ottobre 30 Settem.
Oro L. 293,090,785.00 292,897,520.00 Argento. » 35,848,309.40 39,331,245.41 T o t a l e . . . L. 328,939,094. 40 333,228, 765. 40
L ' o r o nell'ottobre aumentava di L . 1 9 3 , 2 6 5 e l'ar-gento d i m i n u i v a di L . 3 , 4 8 2 , 9 3 6 . 0 0 .
I biglietti propri delle sei banche di emissione i n circolazione si repartivano c o m e segue :
Da L . 25 N. 50 » 100 » 200 » 500 » 1000 » 1,593,475per L. 3,044,475 » » 2,686, 192 » » 212,371 » » 455,283 » » 188,001 » » 39,826,550 152,223,750 268,619,200 42,474,200 227,041,500 188,001,000 Somma L . 918,786,200 N e l mese di ottobre gli sconti a m m o n t a r o n o a L . 3 3 4 , 6 9 2 , 4 9 6 . 9 6 e l e anticipaz. a L . 2 1 , 9 3 9 , 6 1 0 . 0 4 e quindi in tutto un m o v i m e n t o di L . 3 5 6 , 6 3 2 , 1 0 7 . C h i u d e r e m o questi confronti col riportare il prezzo corrente delle azioni di quelle banche costituite da Società a n o n i m e .
31 Ottobre 30 Settem.
Le emissioni finanziarie in Francia nel 1885
N e l l ' u l t i m o trimestre del 1883 non v i furono in Francia che due emissioni, e si può dire c h e mai vi sia stata in questo paese tanta penuria di affari finanziari quanta v e ne fu in quel periodo. La prima fu di 22,000 azioni della Compagnia delle strade fer-rate del Sud della Francia, rappresentante un capi-tale domandato e rimborsabile di 10 milioni di fran-chi, e quella della società dogli Autori Riuniti che chiedeva al pubblico 2 0 0 mila franchi in 2 0 0 0 azioni di 3 0 0 fr., ciò che costituisce per ambedue le emis-sioni una complessiva somma di 10 milioni e 2 0 0 mila franchi. S e a questa cifra si aggiungo il totale dello emissioni operate negli altri nove mesi del 1885 ne resulta un totale di 2 2 emissioni per un valore di fr. 929,298,497 come capitale domandato, e di fr. 1,199,553,000 come capitale rimborsabile.
In questa cifra le obbligazioni del Credito fondiario di Francia v i figurano per 4 3 5 milioni come capi-tale domandato, e per 5 0 0 milioni c o m e capicapi-tale rim-borsabile, e il prestito egiziano 3 per cento garantito per franchi 216,954,000 come capitale domandato e fr. 226,800,000 come capitale rimborsabile.
il seguente specchietto dimostra c h e dall' ultimo krach in poi l e emissioni in Francia sono andate
v a l o r e . Numero Anni di omissioni 1885 22 1884 38 1883 32 1882 90 1881 173 1880 2 1 0 18 79 179 Dal c o n f r o n t o i Capitalo
domaudato rimborsabile Capitale 9 2 9 , 2 9 8 , 4 9 7 1 , 5 0 4 , 9 0 5 , 6 6 6 9 2 2 , 2 0 8 , 9 6 0 8 4 5 , 4 8 5 , 1 0 0 3 , 0 9 6 , 1 6 2 , 3 2 5 2 , 4 6 7 , 6 2 6 , 0 1 7 2 , 5 9 0 , 9 2 3 , 3 3 3
di questi resultati apparisce c h e l'anno 1885 dal punto di vista delle operazioni finan-ziarie f u per la Francia poco proficuo come lo fu-rono il 1 8 8 2 e il 1883. 1 , 1 9 9 , 5 5 5 , 5 0 0 1 , 9 3 9 , 1 1 0 , 3 9 2 1 , 3 7 6 , 7 7 6 , 0 0 0 9 7 0 , 8 0 7 , 5 0 0 3 , 2 8 9 , 0 8 1 , 9 0 0 3 , 1 9 7 , 9 5 3 , 7 5 0 3 , 6 0 9 , 2 0 1 , 6 5 0
BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI
(Situaziooi al 81 dicembre 1885)Banca di depositi e prestiti in 8. Sofia. — Capitale versato L . 1 1 3 , 0 5 0 ; Riserva L . 29,045; D e -positi fiduciari L . 3 1 8 , 6 7 9 ; Portafoglio L . 365,835; Valori L . 0 1 , 5 7 1 ; Crediti L . 5 9 , 8 4 8 ; Sofferenze L . 0 0 , 0 0 ; Rendite dell'esercizio L . 2 3 , 6 0 0 ; Spese L . 14,775.
Cassa di risparmio di Perugia. — Capitale ver-sato L . 5 0 0 , 0 0 0 ; Riserva L . 2 0 0 , 0 0 0 ; Rendite e profitti L . 798,401.26; Spese e perdite L . 701,186.14; Utili netti L . 94,215,12.
Banca popolare cooperativa di Nola. — Capitale versato !.. 42,305; Riserva L . 3,296; Depositi fidu-ciari L . 2 6 , 2 6 1 ; Portafoglio L . 6 2 , 2 5 9 ; Crediti L . 1 5 , 5 5 1 ; Entrate L . 2 , 3 2 0 ; Spese L . 519.
Banca mutua popolare Siracusana. — Capitale versato L . 4 5 5 , 0 1 5 ; Riserva L . 83,614; Conti correnti L . 2 8 6 , 5 0 1 ; Risparmio L . 1,785,456; P o r t a -foglio L . 2 , 2 8 9 , 4 0 3 ; Sofferenze L . 3 3 , 2 0 7 ; Antici-pazioni L . 1 0 6 , 9 7 4 ; Entrate L . 155,676 ; Spese L . 1 0 5 , 5 0 6 .
CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO
Camera di Commercio di Mantova. — Nella
riunione dell'8 gennaio dopo aver preso atto di al-cuno comunicazioni approvava il ruolo dei curatori-per il triennio 1 8 8 6 - 8 7 - 8 8 con incarico alla presi-denza di trasmettere ai presidenti dei Tribunali della provincia ; deliberava di mandare ad altra seduta, I' esame di un' istanza di vari negozianti di cenci diretta ad ottenere l'abolizione del dazio di uscita sui conci, e la protezione del commercio e d e l l ' i n -dustria nazionale mediante congrui dazi di importa-zione della carta, pasta di legno e succedanei, e approvava la proposta di alcuno modificazioni da re-carsi al regolamento interno della Camera.Camera di Commercio di Chiavenna. — Nella
seduta del 9 decombre prendeva ad esaminare la proposta di una legge regolatrice del lavoro dei fanciulli e delle donne, e ' d o p o breve discussione ritenendo che col rapporto 7 settembre 1 8 7 9 N . 797 innalzato al R . Ministero del c o m m e r c i o , venne emesso il parere sullo schema di legge in parola, ed ora già in discussione avanti il Senato e che altre nuove indagini richiederebbero un largo spazio di tempo, forse anche m a g g i o r e di quello che si i m -piegherà p e r la discussione ed approvazione della legge da entrambi i rami del Parlamento, passava all'ordine del giorno puro e semplice sull'invito del Comitato ferrarese propugnante simile proposta.Camera di Commercio di Udine. — Nella
tor-nata d e l l ' 1 1 gennaio ebbe luogo una discussione sul decreto ministeriale che accordava alla Camera di c o m m e r c i o di Mantova di tassare secondo una data tariffa anche i Bazar temporanei e d i c o m m e r -cianti girovaghi che vanno p e r i mercati, e non pagando le tasse di lutti gli altri negozi stabili, dan-neggiano il c o m m e r c i o . E la conclusione fu di met-tersi d'accordo coi principali comuni, e di consul-tarsi anche con altri per portare la cosa dinanzi alla Camera, e concretare il da farsi. Si trattò i n seguito di un regolamento por stabilire un collegio di artisti ; stabilì alcuni premi p e r il concorso r e -gionale agrario e infine ridusse da 7 a 6 lire la tassa di stagionatura delle sete.
Camera di Commercio di Alessandria. —
Riu-nitasi il 1 4 gennaio prendeva atto della relazione dell'ultimo trimestre del 1885 da inviarsi al M i n i -storo concernente l'andamento economico della pro-vincia ; accordava il richiesto appoggio ad un ricorso dei fabbricanti delle calci e dei cementi di Casale Monferrato presentali alla Commissione parlamentare di inchiesta p e r la revisione della tariffa doganale nell' interesse delle loro industrie esaminava e ap-provava il progetto del Comitato di T o r i n o p e r la promulgazione di una legge circa il lavoro delle donne e dei fanciulli e formava il ruolo dei cura-tori p e r il triennio 1 8 8 6 - 8 8 .C a m e r a di Commercio italiana di Montevideo. —
L a Camera di C o m m e r c i o italiana d i M o t e v i d e o ha inviato alle consorelle d e l R e g n o una circolare c h e specifica alcuni prodotti industriali che t r o v e r e b b e r o facile s m e r c i o su quella piazza. V i si l e g g e che sa-r e b b e sa-r o facilmente acquistati e g o d e sa-r e b b e sa-r o di una certa preferenza i mobili p e r appartamenti, p u r c h é costrutti e lavorati sia in legno bianco o n e r o filet-tati, o con piccoli ornamenti in bronzo, madreperla o simili, o p p u r e intarsiati con legni diversi, quali il Bois de Rose o d a l t r i , a v e n d o però cura che alla solidità siano congiunte la esattezza d e l l a v o r o , la leggerezza, la eleganza e d il buon gusto della f o r m a . I n c o n t r e r e b b e r o pure accettazione le manifatture ita-liane p e r tappezzerie e passamanterie, a cui due case A l e m a n n e n e danno la preferenza, facendone la i m portazione, s e m p r e c h è alla bontà d e i tessuti e delle trame siavi anco finitezza, e bello ed elegante il dise-g n o del lavoro, armonica e d o m o dise-g e n e a la disposizione dei colori.
NOTIZIE FINANZIARIE
Situazioni delle b a n c h e d i omissione italianoB a n c a Nazionale Italiana 10 gennaio Cassa e riserva L.240,307,000 P o r t a f o g l i o . . . . » 393,334,000 Anticipazioni.. » 73,577,000 Oro » 172,315,000 Argento » 28,742,000 I Capitale 150,000,000 differenza 2,671,000 21,888,000 513,000 762,000 346,000 p . M a s s a di rispet. » 35,742,000 m mj Circolazione... » KR® nnn
[ Altri deb. a vista» 552,055,000 50,492,000
17,441,000 12,924,000
Banca Nazionale Toscana
Attivo
Ì
Cassa e riserva. L . Portafoglio » Anticipazioni... » jOro » (Argento » (Capitale » (Massa di rispetto » iCircolazione.... » (Altri deb. a vista »31 dicembre 40,556,000 40,915,000 5,987,000 15,470,000 5,692,000 30,000,000 3,342,000 71,030, 000 1,030,000 Banco di Sicilia ( Cassa e riserva . L j Portafoglio j Anticipazioni . . . . ( Numerario ( Capitale Massa di rispeto . . ' i Circolazione
( Altri debiti a vista
Banco ( Cassa e riserva.. L J Portafoglio » ( Anticipazioni... ( Capitale * Massa di rispetto » Circolazione.... » Conti c. e aliti debiti « tinta »
31 decembre . 29,363,000 35,132,000 7,316,000 22,590,000 12,000,000 3,000,000 42,577,000 30,519,000 di Napoli 20 dicembre ,. 134,036,000 96,836,000 48,256,000 i 48,750,000 10,928,000 196,426,000 51,496,000 differenza + 1,508,000 + 2,342,000 — 5,000 + 77,000 — 128,000 4 - 4,484,000 + 483,000 differenza — 1,893,000 + 1,164,000 + 15,000 — 60,000 + 480,000 — 1,121,000 differenza + 3,366,000 — 411,000 — 597,000 + 516,000 + 2, 287,000
Situazioni delle B a n c h e di emissione estere. Banca di F r a n c i a
^Incanno m , l a l lj a'rgenU | Portafoglio .Anticipazioni... (Circolazione... (Conti corr. dello Stato. ( » dei privati. 91 gennaio 1,147,740,000 1,081,003,000 706,708,000 443,388,000 2,916,447,000 70,605,000 353,483,000 differenza — 4,447,000 — 1,518,000 — 21,081,000 4 . 4,003,000 - 14,742,000 4 - 4,005,000 — 35,789,000 Banca d'Inghilterra 21 gennaio differenza ( Incasso metallico St. 20,954,000 + 469,000 Portafoglio 20,969,000 4 - 125,000 ( Riserva totale 12,400,000 4 - 772,000 (Circolazione 24,304,000 — 303,000 PaSSimConti corr. dello Stato 3,649,000 — 671,000 ( » » dei privati 27,624,000 + 279,000
Banca dei Paesi Bassi
16 gennaio differenza
(Incasso metall. Fior. 143,894,000 4 - 71,000
AttilO
(Portafoglio 55,481,000 + 95,000 (Anticipazioni.... 42,148,000 + 396,000 (Circolazione 205,867,000 + 1,834,000 (Conti correnti... 17,533,000 — 1,453,000 Banca di Spagna 16 gennaio differenza( Incasso metallico Fesctas 149,764,000 — 30,000 ( Portafoglio 822,099,000 — 6,538,000
Circolazione 482,044,000 4 - 5,050,000 Conti correnti e depos. 294,073,000 +13,136,000
Banca Imperiale G e r m a n i c a
15 gennaio differenza
( Incasso metal. Marcili 645,405,000 + 16,032,000
Attivo
5 Portafoglio 396,797,000 — 42,248,000 ( Anticipazioni 44,110,000 — 21,553,000 „...;.,.( Circolazione 778,206,000 — 43,672,000 rdiblVI) | C o n t i c o r r e n t i . . . . 274,234,000 — 5,267,000 Banca Austro-Ungherese 15 gennaio differenza[ Incasso met. Fior.198,718,000 — 524,000
Atta I
Portafoglio 124,638,000 — 7,357,000 ( A n t i c i p a z i o n i . . . 25,230,000 — 1,276,000( Circolazione.... 355,363,000 - 11,092,000 ( Conti correnti.. 81,327,000 + 29.,000
Banca nazionale del Belgio
14 gennaio differenza
(Incasso metall.Fr. 106,316,000 — 735,000 (Portafoglio 294,440,000 + 2,711,000 (Circolazione 366,587,000 + 7,079,000 j Conti correnti... 58,790,000 — 3,718,000
Banche associate di Nuova York.
16 gennaio differenza
(Incasso metall. Doli. 97,100,000 + 4,000,000