L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V IE IN T E R E S S I P R IV A T I
A n n o XIII - V oi. XVII
D o m e n ic a 8 O tto b re 1886
N . *648
LA BANCA TOSCANA DI CREDITO
I giornali a suo tempo hanno pubblicato qualche notizia, più o meno esatta, sulla controversia sorta tra la Banca Toscana di Credito ed il Gover no, e sulla intimazione da questi fatta alla Banca stessa perchè, entro due mesi, cioè entro il 31 otto bre 1886, si sottoponga alle disposizioni della legge 28 Giugno 1883, sono pena di togliere ad essa i! privi legio del corso legale. Noi abbiamo taciuto fin qui intorno a tale questione aspettando che qualche atto della Amministrazione della Banca venisse a chiarire lo stato delle cose ed a rendere palesi gli intendimenti suoi per l’avvenire. Oggi abbiamo sott’occhio una Me moria che il direttore della Banca Toscana di Credito ha diretta agli azionisti onde illuminarli intorno alla controversia, e sappiamo che fra qualche giorno gli azionisti stessi saranno convocali in Assemblea ge nerale per decidere sul da farsi. Colla scorta della Memoria anzidetta e cogli altri documenti crediamo utile fare brevemente la storia di questa questione aggiungendovi alcune considerazioni.II direttore della Banca Toscana di Credito espone che mentre colla legge 1881 sulla abolizione del corso forzoso, applicata il 12 aprile 1882, veniva restituita agli Istituti di emissione la libertà di fissare tempo per tempo lo sconto e l’interesse che convenisse loro praticare nelle proprie operazioni, l’esperienza dimo strò che questa libertà non era conciliabile colle esigenze monetarie del mercato, per cui reiterata- mente provocò da parte del Governo tentativi coi quali vincolare di nuovo quella facoltà ; e da una parte note ministeriali, dall’altra adunanze dei di rettori degli Istituti di emissione, diedero argomento di discutere la questione. La Banca Toscana di Credito in ogni occasione fece conoscere che le speciali condi zioni di esercizio non le avrebbero permesso di accet tare un vincolo di saggio per lo sconto indiretto, per i riporti e per i couti correnti garantiti, vincolo che i Direttori degli altri istituti avevano accettato; e che se il Governo tale restrizione avesse voluto imporle, I’ Amministrazione avrebbe domandato un congruo termine per far deliberare agli azionisti se non convenisse piuttosto rinunziare al privilegio del corso legale dei biglietti. Con un concordato tra gli Istituti di emissione prima, il quale concordato la Banca di credito non accettò, e poi colla legge 28 giugno 1883 il vincolo del saggio di interesse venne posto e la legge stessa diede facoltà al Governo di sospendere il corso legale dei biglietti di quelli Istituti che non si conformassero a tale disposizione o eseguissero operazioni che la eludessero.
Durante quasi un anno però il Governo non fece alcun passo verso la Banca di Credito per obbli garla ad ottemperare a tal legge, ed essa, afferma la memoria del Direttore, considerando che la pena della sospensione del privilegio era lasciata facol tativa al Governo e che non era stata data risposta alle rimostranze della amministrazione che dichia rava di non potersi sottomettere a quelle disposi zioni, credeva che il Governo attendesse la nuova legge promessa per regolare la questione. Ma dopo l’ ultima relazione del consiglio letta nella adunanza generale dall’8 giugno 1886 nella quale è detto « che al saggio, che suol chiamarsi ufficiale trovarono impiego nel 1883 tra sconti ed anticipazioni sole L. 10.199.286.28 sopra un totale di operazioni che ascese a L. 27.227.860.33 e che l’ ottemperare alle disposizioni della legge » sarebbe stato un ridursi ad inazione quasi assoluta « il Governo, forse mosso da questa ufficiale confessione di infrazione alla legge, ingiunse alla Banca di sottomettersi a quelle disposi- e rispose alle sue rimostranze concedendole due mesi di tempo per prendere una definitiva risoluzione.
Di fronte a così perentoria intimazione, il Diret tore della Banca di Credito, dopo esposte le ragioni colle quali difende i diritti della sua Banca, conclude colle seguenti parole : « È pertanto mio sentimento che il voler conservato il corso legale pei nostri biglietti alle condizioni che ha stabilite la legge 28 giugno 1883 e che dal Governo si vogliono anche da noi osservate necessariamente condurrebbe la nostra Banca nelle condizioni vreviste dall’a r ticolo 116 dello statuto sociale » (cioè, la liqui dazione).
« Rispetto all’altra alternativa che ci vien posta, di perdere il corso legale pei nostri biglietti, meno mi soccorre naturalmente l’esperienza nel darvi il mio avviso; perchè creerebbesi per essa alla nostra Banca una posizione affatto nuova. Tuttavia io credo si potrebbe andarvi incontro con qualche fiducia di risultati non tanto sfavorevoli', e credo inoltre di potere affermare, con buon fondamento che meglio valga ridursi al corso meramente fidu ciario del nostro biglietto finché prevalga nel paese la circolazione di biglietti a corso legale, piuttosto che aspettare il pieno ristabilimento della circola zione .monetaria. »
Non è qui il caso di discutere criticamente questa elaborata Memoria, dalla quale apparisce ancora una volta il senno e la esperienza dell’egregio Direttore della Banca Toscana di Credito. Oggi a noi basta notare i fatti ed attenerci a quelli soltanto senza venire ad apprezzamenti.
precedenti relazioni annuali che la Amministra zione della Banca Toscana di Credito si trova in una serie di imbarazzi. Da una parte confessa di poter difficilmente adempiere al proprio compito, in causa delle particolari circostanze della Banca e malgrado non abbia accettati gli ultimi obblighi imposti dalla legge; 'dall’ altra per bocca de! suo Direttore ammette che il sottomettersi ora, al pari degli altri cinque Istituti, alle disposizioni della legge vorrebbe quasi dire liquidazione, mentre il rinun ciare al privilegio per sistemarsi come Istituto di credito ordinario non presenterebbe che lontana speranza di esito non sfavorevole.
Alla Banca Toscana di Credito non rimarrebbero adunque che tre soluzioni possibili :
1° liquidare in un termine breve e rimborsare il capitale e distribuirlo assieme alla piccola riserva accumulata ;
2° sottomettersi alle disposizioni di legge e lot tare assieme agli altri istituti di emissione nella forte concorrenza, che già oggi tra loro mal celata- mente si fanno, collo svantaggio di venire ultima, con tenue capitale, quando gli altri istituti hanno già tanto allargata la loro sfera di azione e si sono apparecchiati vigorosamente per la scadenza della legge attuale;
3° rinunciare al privilegio della emissione e trasformarsi in istituto di credito ordinario, facendo gettito, a danno degli azionisti, di una concessione che pure agli altri istituti è riuscita di tanto van taggio, e mettendosi a rivaleggiare con altri stabi limenti che già forti ed agguerriti tengono la piazza da tanto tempo.
Noi crediamo che ciascuna di queste tre solu zione possa bensì contenere delle seduzioni, sugge rite più o meno dalla attuale condizione delle cose e dalla reazione che ispira ogni misura coercitiva, ma che in pari tempo contenga anche dei pericoli molto seri, ai quali bisogna volgere il pensiero, e lo studio, sopratutto ricordando la grande responsa bilità che l’Amministrazione si assume di fronte agli azionisti, ed al paese, in riguardo al quale cer tamente il Governo a suo tempo ha concesso quel privilegio che oggi alcuni vorrebbero gratuitamente abbandonare. Fortunatamente chi conosce gli uomini che sono preposti alla Amministrazione della Banca Toscana di Credito non può dubitare che le delibe razioni che prenderanno saranno frutto di riflessione matura sopra tutti i punti della complessa questione.
Intanto però sappiamo che un gruppo di azionisti, il quale fin dall’anno decorso aveva preveduti i casi presenti e nell’ ultima Assemblea aveva cercato di mettere in guardia il Consiglio di Amministrazione, ha perseverato nei suoi studi ed ha formato un piano che persegue con tutta alacrità, propugnando la fusione della Banca Toscana di Credito colla Banca Nazionale Toscana. A questo gruppo avrebbero ora fatto adesione molti altri azionisti, così che oggi si può dire rispettabile per numero e qualità di soci che hanno sottoscritto di propugnare tale fusione. Se sia mo bene informati il gruppo stesso avrebbe fondata la sua azione sulle seguenti considerazioni :
1° che la Amministrazione della Banca Toscana di Credito durante questi ultimi anni nei quali tutti gli altri istituti di emissione hanno cercato di con quistare la posizione più forte possibile per presen tarsi bene armati all’epoca della rinnovazione del privilegio, è rimasta inoperosa, ed ha anzi chiara
mente manifestato nelle sue stesse relazioni di aver passato un periodo di decadenza ;
2° che quindi al rinnovarsi del privilegio, non solo non potrà ottenere nuove concessioni, ma non potrà forse nemmeno conseguire quelle speciali che le sono oggi concesse, come il corso legale in tutte le provincie toscane pure avendo un solo uficio in Fi renze aperto al baratto.
3 ° che la sottomissione alle disposizioni della legge non potrebbe che accrescere P imbarazzo pre sente, come fino ad ora, resistendo, gli amministratori hanno affermato pubblicamente, e nelle loro rimo stranze al Governo ;
4° che sarebbe inconsulto rinunciare al privi legio della emissione che venne concesso alla Banca Toscana di Credito dal Governo, certamente negando maggiore espansione ad altri istituti e per equilibrare gli interessi della regione toscana a quelli di altre regioni :
5 * che la speranza di un miglioramento largo e sensibile negli affari della Banca è straordinaria mente vaga, ìnquantochè non è presumibile che si presenti un altro periodo così adatto e propizio alle Banche di emissione come quello dalla abolizione del corso forzoso ad oggi, e già sfruttato dagli altri Istituti ; per cui se di quelle fortunate circostanze il Consiglio di Amministrazione non volle profittare nemmeno per conservare la' posizione della Banca, tanto meno potrà farlo in seguito in circostanze probabilmente più difficili;
6° che ad ogni modo è indiscutibile che la Banca Nazionale Toscana presenta da qualche anno le più solide garanzie di retta e sagace amministra zione, per cui' offre un avvenire che difficilmente la Banca Toscana di Credito può sperare eguale.
7° che finalmente fondendosi colla Banca Na zionale Toscana gli azionisti di quella Toscana di Credito godrebbero immediatamente in tutto od in parte del maggior prezzo che alle azioni di quella concede il mercato, e potrebbero aspirare a tutto il probabile brillante avvenire che quella Banca pre senta, solo perdendo quello, per ora problematico, che la Banca di Credito può lasciare sperare.
Dietro queste considerazioni il gruppo di azionisti vorrebbe indurre i due stabilimenti a fondersi in base al prezzo nominale delle due azioni, lasciando alla Banca Nazionale Toscana il vantaggio morale dell’assorbimento, della espansione della sua circola zione, dell’aver tolto dalla piazza un concorrente, e saprattutlo dell’esser sola a rappresentare davanti al Governo, quando si discuterà la nuova legge, gli interessi della regione; — agli azionisti della Banca Toscana di Credito verrebbe lasciato, in compenso della perduta autonomia, il guadagno di circa 60 lire che corre tra il valore effettivo e quello corrente delle azioni delle due Banche mentre non rinuncie rebbero all’avvenire.
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due istituti, certamente tutela ne! modo migliore l’interesse della città e della regione.
Noi ci proponiamo di seguire attentamente tale questione e di esporre, come sempre, francamente il nostro giudizio senza riguardo ad alcuno.
Nella Rivista Economica del nostro N. 044 noi abbiamo reso brevemente conto del Congresso I n ternazionale Operaio, che ebbe luogo a Parigi dal 24 al 30 agosto u. s., al quale presero parte molti delegati francesi delle Camere sindacali di Parigi e dei dipartimenti, non che alcuni delegati delle Trades Ùnions inglesi, e pochi delegati fra belgi, austriaci, tedeschi, eco. Notammo pure 1’ assurdo delle principali massime, che furono votate coll’asten sione degli inglesi.
Torniamo ora sull’ argomento per mettere in ri lievo alcuni fatti, i quali mostrano più che mai chiari gl’ intenti del socialismo militante. Abbiamo veduto vari giornali, particolarmente francesi, prendere la cosa quasi in burla, e a ciò senza dubbio si pre stano certi discorsi e certe votazioni, ma, senza esa gerare il pericolo, non ci par nemmeno che giovi illudersi circa alla natura e alla forza del movimento socialista. D’altra parte, quando un fatto prende delle proporzioni così notevoli, è fatuità contentarsi di gridare all’ assenza di ogni ragionevolezza invece di esaminarlo spassionatamente e di preoccuparsi delle conseguenze a cui può dar luogo.
Il Congresso in parola ha confermato che il so cialismo attuale mira sempre a una organizzazione internazionale. Il delegato tedesco si è affrettato a parlare della solidarietà che deve legare i lavoranti di tutti i paesi, poiché ad essi sono ignoti i rancori politici e ha detto che,' se è venuto, solo è stato per chè gli operai tedeschi non hanno mezzi per pagarsi il viaggio, che nessuno paga per loro, e ha rimpro verato gli unionisti inglesi, che sono ricchi, del loro egoismo, donde è nato un battibecco assai fiero. Fino dal tempo in cui sorse l’Associazione internazionale dei lavoratori, si affacciò questa idea della fratellanza fra gli operai dei diversi paesi. Non pareva bello che, dato uno sciopero esteso in un paese, il posto degli scioperanti fosse occupato da operai di altri paesi. Tutti i lavoratori dovevano essere solidali nei sacri fizi e nei trionfi, e a raggiungere l’ intento si va gheggiava uno sciopero universale. A parte la diffi coltà, o meglio la impossibilità pratica di un tale disegno nelle condizioni presenti specialmente, non si può negare che in quel concetto vi fosse una certa grandezza e una certa elevazione morale. L ’In ternazionale, dopo avere esercitata molta influenza, subì discordie intestine e passò, ma il sentimento della solidarietà le è sopravvissuto, come prova Ven iente cordiale tra Francesi e Tedeschi.
Le Unioni inglesi ebbero sempre altro scopo e lo proseguirono con altri mezzi ; uno scopo pratico, facilmente intelligibile, quello di un aumento di mercede ; dei mezzi legali come le coalizioni, gli scioperi, il suffragio politico. Esse in ogni tempo ebbero dimostrazioni di amore platonico pel socia lismo, ma per la loro stessa indole ne differirono e ne differiscono. A chi le chiamò quasi un apostolato
di fratellanza si sarebbero potuti indicare tutti i mezzi posti in opera per impedire a tutto loro pro fitto il lavoro agli operai non unionisti nel loro stesso paese, del che moveva loro grave rimprovero lo stesso Stuart Mill. Possono essere state ammira bili nel sentimento di solidarietà che lega gli unio nisti fra loro, ma nulla di più. Ciò non toglie che esse abbiano dato il più bello esempio di forte or ganizzazione operaia rimasta sul terreno della libertà e del diritto comune. Ma si comprendono del pari le escandescenze del delegato tedesco e il riserbo dei delegati inglesi. Come parlando ciascuno la pro pria lingua non si capivano quando peroravano, così non si potevano capire nemmeno dopo la traduzione.
Che del resto la ragione fosse dalla parte degli Inglesi, apparisce dalle deliberazioni del Congresso. Comunque sia, non si può impugnare che si sia pro gredito in questo senso che si accenna a promuovere, almeno per ora, un’agitazione legale, premendo sui Governi affinchè facciano leggi destinate a miglio- > rare le ■ condizioni materiali e morali dei lavoranti. I quali debbono appunto per ciò mettere in mora i respettivi Governi. Resta solo da vedere se tultociò che chiedono sia possibile e ragionevole. Finché do mandano libertà di coalizioni e di scioperi e tutela della vita e della salute di chi lavora, non c’ è nulla che dire.
Ma le convenzioni e i trattati internazionali concer nenti le condizioni del lavoro, che gli Stati dovreb bero stipulare fra loro, dovrebbero fra le altre cose interdire il lavoro dei fanciulli al disotto dei 14 anni — fissare la giornata normale del lavoro a 8 ore con un giorno di riposo — stabilire un minimum, di salario, che desse modo all’operaio di vivere ono revolmente e di educare la propria famiglia — istruzione professionale gratuita almeno fino a 16 anni con borse a carico della collettività pei figli di genitori, che non guadagnino più di 3000 fr. eco. ecc.
Noi non ci indugeremo a combattere una per una queste decisioni o voti che vogliano chiamarsi ; e nemmeno a notare come, dato e non concesso che quei voti in massima fossero giustificati, non si sia tenuto alcun conto di differenze, che pure esistono, ed essenziali, fra paese e paese. Piuttosto ci limite remo a due considerazioni che non ci sembrano fuori di luogo.
Se si tolgano pertanto i lavoranti inglesi, sono evi denti le tendenze della maggioranza degli operai negli altri Stati. Ora non si può negare che la mania, che ha in oggi lo Stato di estendere la propria in gerenza a diritto e a rovescio, non sia atta a fomentare illusioni e a provocare domande esagerate e utopi stiche.
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domanda che la Società mantenga gli alunni ; si am mette l’ inversione della prova pei casi d’ infortunio del lavoro, e si vuole anche la responsabilità pe nale degli intra prenditori. Tutte cose di cui non vai la pena che facciano le maraviglie i seguaci delle dottrine opportuniste, poiché, se essi mutano secondo il vento che tira, la logica inesorabile prosegue il suo fatalo cammino.
La seconda osservazione che vorremmo fare ri guarda i devoti delle dottrine liberali, i quali, e lo dicemmo recentemente, in generale si mostrano fra noi di una fiacchezza senza nome. Essi dovrebbero essersi accorti oramai che, malgrado le illusioni di qualcuno fra loro, le minaccie e le offese contro la libertà economica si fanno ogni giorno più gravi. Il testamento del conte di Cavour venne in molta parte lacerato brano a brano dai suoi stessi disce poli, e quando essi caddero, coloro che re presero il posto continuarono nell’opera illiberale. Vedasi ora copie il movimento socialista tenda a passare oltre ai limiti che sembrano imporsi i nuovi socialisti di Stato, e poiché le condizioni nostre sono per questo lato men gravi che altrove, si opponga propaganda a propaganda. Noi non ci siamo dissimulati le diffi coltà che presenta una simile campagna, ma se i se guaci delle dottrine liberali se ne restano inerti e ne ghittosi pur di vivere in pace, si potrà dire di loro che vogliono
...propter vitarn rm aidi perdere causas.
HORNO ALL’ ORDINAMENTO DELLA SEZIONE
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Nei vari congressi dei ragionieri che ebbero luogo in questi ultimi anni, la questione dell’insegnamento è stata ampiamente dibattuta ed unanime fu il parere che l’istruzione, come viene data dagli Isti'nti tecnici nella seziore Commercio-ragioneria, sia assolutamente insufficiente.
Il congresso di Roma tenuto nel 1879 non so'o chiedeva che la sezione commerciale venisse distinta da quella di ragioneria, ma domandava anche che venissero istituite scuole facoltative di alta ammini strazione parificate alle facoltà universitarie a com plemento degli studi impartiti negli istituti. Il con gresso tenuto a Firenze nel 1881 confermava pie namente i voti espressi a Roma ed insisteva affinché fossero istituiti nelle Università corsi superiori di amministrazione e ragioneria ai quali dovessero am mettersi senza esame coloro che sono forniti del diploma di Ragioniere.
Non è adunque da oggi che si giudica per inn— deguato l’ insegnamento impartito nell’ Istituto tecnico e si chiede una r'forma sostanziale, che corregga uno stato di cose poco onorifico per una parte della coltura intellettuale del nostro paese. Ora è appunto in relazione a questi voti giustissimi ed opportunis simi, che va considerata la riforma introdotta coi nuovi programmi del Giugno 1885.
Come notammo, essi portano una novità di alto rilievo, dacché intendono rispondere a questi due
‘) V . L'Econom ista, numero precedente.
scopi finora confusi e non ben definiti: 1° ripar tire la materia fra i due anni di corso in modo che la linea di demarcazione fra l’arte del computista e quella del ragioniere emerga chiara ed effettiva. 2° dividere l’ insegnamento teorico—pratico della Ra gioneria ed amministrazione privata da quello della Ragioneria ed amministrazione pubblica in confor mità all’ indole diversa dei due istituti e delle due carriere. In sostanza si intese che l’ insegnamento della 5a classe potesse bastare a sé stesso per for mare il computista ; dividendo poi la 4 a classe in due sezioni, con un’ impronta professionale ed uno svolgimento pratico proprio per formare il Ragio niere. L’ indole di questo periodico non consente che qui ci soffermiamo ad esaminare estesamente i nuovi programmi sotto l’aspetto loro didattico e in relazione anche a non poche obbiezioni ch’essi solle vano. Noteremo solo che lo stesso comm. Gerboni, pur compiacendosi dei t uovi programmi che danno •larga ragione ai voti che da più anni la classe dei Ragionieri va formulando, dichiarava al Collegio dei Ragionieri di Roma, il 5 Novembre 1885, che essi non 10 soddisfano intieramente, ma che intanto prendeva atto della promessa di prolungare almeno di un anno 11 presente corso di studi negli istituti tecnici, quan tunque ciò non possa raggiungere il desideratimi degli studi contabili.
E invero è una illusione, anzitutto, il credere che in un solo anno sia possibile di formare dei buoni computisti; dubiteremmo che ciò si potesse raggiun gere anche se fosse ridotto il numero delle materie di studio e fatta una più larga parte alla contabilità perchè difficilmente l’alunno potrà avere in un anno una completa conoscenza del calcolo mercantile e dei sistemi di scritturazione, senza dire che varie sono le cognizioni richieste al computista le quali si colle gano con altri insegnamenti, come il diritto civile e commerciale, l’economia politica ecc., che il gio vane comincia allora a sfiorare. Ma, a parto anche questo, che non è il punto più saliente dell’ argo mento, pel fatto che quantunque il compilatore dei nuovi programmi abbia voluto dividere l’ arte del computista dalla professione del ragioniere non ha però dato ai primo nessun titolo ohe lo abiliti al l’esercizio della sua arte, rimane sempre a vedere se col nuovo ordinamento si passa confidare in un reale miglioramento della istruzione del ragioniere. E su questo punto noi siamo pienamente d’accordo col collegio dei ragionieri di Milano, il quale, giusta mente, assevera che « coi nuovi programmi si crea una divisione artificiale della ragioneria privata dalla pubblica, divisione che alla classe tornò affatto in comprensibile, essendosi sempre ritenuto che la ra gioneria fosse unica e che tutte le materie assegnate alla prima e alla seconda sotto-sezione dovessero sa persi da ogni buon ragioniere, si consacri poi esso alle aziende pubbliche o alle private » ‘). Questa distinzione introdotta col nuovo programma tra ragioniere pub blico e privato è assolutamente irrazionale e il nuovo errore non si può spiegare altro che col desiderio di to gliere l’enorme sproporzione esistente tra la profes sione, gli incarichi oh’essa comporta e la funzione sua
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ì el consorzio civile in paragone all’ istruzione così meschina e incompleta che il ragioniere ha avuto negli istituti tecnici.
Ma d’altra parte se l’ intento è lodevole, il modo adottato per correggere l’ordinameuto manchevole è sbagliato. Ben dice il relatore del collegio di Milano che non è possibile ammettere un Ragioniere pro fessionista che non conosca le aziende economiche private, il loro organismo ed il modo di funzionare dei relativi servizi, oppure sia digiuno dell’ ordina mento amministrativo e finanziario dello Stalo, pro vincia, comune, opere pie, casse di risparmio, banche pubbliche, ecc.
E neppure si arriva a capire come si possa essere buon ragioniere nelle aziende pubbliche senza co noscere I’ organismo delle aziende economiche pri vate e il modo di loro funzionamento, giacché essendo esse rette dalle patrie leggi è pur tanto necessario che gli impiegati i quali devono applicarle conoscano la costituzione degli organismi su cui devono eser citare la loro autorità, vigilanza e tutela. Meno an cora, e per ragioni troppo evidenti, potrebbe ammet tersi che il ragioniere addetto alle aziende industriali o commerciali, o amministratore di patrimoni pri vati ignori il rostro ordinamento pubh'ico ammini strativo e finanziario.
Ma se il nuovo ordinamento colla suddivisione introdotta nell’ultimo anno di corso falsa il vero concetto del ragioniere varrà almeno a creare dei ragionieri capaci di coprire i posti superiori di ra gioneria nelle amministrazioni pubbliche e special- mente presso i Ministeri, la Ragioneria generale, la Corte dei Conti, le Intendenze, le Prefetture, le Provincie e i Comuni? Rispondiamo senza esitanza negativamente, perchè per essi si richiede una larga coltura giuridica ed economica affatto ignota all’Isti tuto tecnico, la qual cosa venne pure rilevata dal - l’on. ragioniere generale dello Stato quando acuta mente chiedeva : fino ad ora si è considerato ragio niere solo chi ha il diploma degli Istituti tecnici ; ma vi pare sia quello sufficiente a formare un vero ragioniere ? Vi pare che quel neo-ragioniere possa essere tenuto nell’ ¡stesso concetto che il governo tiene i suoi ragionieri nei pubblici uffici ?
Noi quindi reputiamo che l’ ultimo programma sia, in questa parte, sbagliato e lodiamo quei Col legi che sono sorti a dimostrare, la poca, per non dire nessuna ragionevolezza della riforma sancita dal decreto 21 giugno 1885. Crediamo noi, invece, che l’espressione dei veri bisogni dell’insegnamento in questa materia si trovino enunciati nei voti for mulati dall’ultimo congresso dei ragionieri tenuto a Milano nel 1885, secondo i quali la sezione com mercio-ragioneria dovrebbe rilasciare al termine" del corso una patente di computista e dovrebbe istituirsi nelle Università del regno un corso bien nale di ragioneria, al quale siano ammessi i licen ziati degli Istituti tecnici per conseguire il diploma di ragioniere.
Sennonché nessuno potrà negare che l’attuazione di queste proposte non è nè facile, nè di imme diata possibilità. Senza dire della nuova spesa di cui andrebbe aggravato il Bilancio, qualora venisse accolta l’ idea del corso biennale universitario, può ritenersi fondatamele che una tale radicale riforma incontrerebbe non poca opposizione da più parti. Conviene, quindi, procedere anche in questo campo per gradi; ed abbiamo visto con piacere che la ini
ziativa privata ha saputo questa volta prevenire l’opera dello Stato e facilitargli così l’attuazione di una urgente riforma. Infatti già da un anno i voti dei ragionieri italiani sono stati in parte accolti e splen didamente tradotti in pratica attuazione. Se l’ inse gnamento d''IITstitnto e in generale deficiente, niuno può dubitare che la sua deficienza è assai più rile vante rispetto appunto alla coltura richiesta negli impieghi pubblici; fatto questo già da noi rilevato colle parole stesse dell’uomo più competente in tale materia, l’on. Cerboni. Per questa considerazione i fondatori e i preposti alla Scuola di scienze sociali di Firenze pensarono, con lodevole intendimento, di trar partito dai numerosi e importanti insegnamenti di cui è provveduta quella reputa fissilità scuola e di fondare una apposita sezione che avesse per ¡scopo, come dice il suo programma, « di formare dei ra gionieri i quali, oltre ad avere cognizioni pratiche nella ragioneria, siano anche forniti di una coltura economico-giuridìca abbastanza larga per . metterli in grado di coprire degnamente gli importanti uffici a cui sono chiamali, specialmente nell’ amministra zione dello Stato » Como vedesi qui è compreso assai bene e secondo i desideri più volte manife- festati dagli uomini più competenti, lo scopo che deve avere una istruz’one superiore impartita a dei ragionieri ed infatti la Scuola ili Firenze, sebbene ancora recente, ha trovato appoggio non solo nel Ministro delle Finanze, ma anche in quello della Pubblica Istruzione e fra i giovani, che accorsero ad inscriversi i:i numero sufficiente.
Ora, pare a noi, che questa lodevole iniziativa presa dnl'a Scuola di Scienze Sociali meriti l’ ap poggio di tutti coloro che si occupano di ragioneria, siano docenti o professionisti ; e non nascondiamo che i collegi dei ragionieri, i quali non possono igno rare la istituzione di questa nuova scuola, avrebbero dovuto apprezzare meglio gli intenti della scuola stessa e prenderla in considerazione nelle loro giuste osservazioni fatte al nuovo programma per gli Isti tuti Tecnici. Dal programma della Scuola di Ragio neria, che abbiamo sott’occhio, rileviamo che si tratta precisamente di un corso biennale superiore, al quale sono ammessi i licenziati dagl’ istituti, e I’ ordine degli studi è il più atto a formare dei buoni ra gionieri provvisti di una solida coltura teorica e pratica. Lo studio della ragioneria poi, per quanto ci vien detto, è estesissimo tanto per la contabilità di Stato che per quella delle aziende pubbliche mi nori e lo studio pratico è condotto sempre sui docu menti officiali, onde il giovane si impadronisca com pletamente della materia della ragioneria e dell’ammi- nistrazione pubblica.
animi-Distrazioni e il diploma della scuola stessa dovrebbe essere un requisito indispensabile per occupare gli importanti offici cui sono destinati nelle amministra zioni governative, provinciali e comunali.
Da una parte la necessità per lo Stato di avere impie gati più capaci si rende ogni giorno più manifesta e ad essa urge provvedere; dall’altra, gli uffici di ragione ria hanno nelle amministrazioni pubbliche una funzione di così elevata importanza,specialmente ai nostri giorni, che si ha tutto il diritto di esigere in chi vi fa parte qualche cosa di più di poche e incerte cognizioni di di ritto civile e commerciale, mentre quando nei ragio nieri alle cognizioni contabili si accoppi una istruzione giuridica ed' economica, nel più lato senso della pa rola, le amministrazioni hanno in essi fattori inesti mabili di ordine, di chiarezza e di legalità.
La Scuola di Ragioneria di Firenze ha tutte le condizioni per cooperare efficacemente ad appagare i voti da più anni formulati dai ragionieri italiani. È da sperarsi quindi che chi è preposto all’istruzione saprà neirinteresse pubblico come dei buoni studi trarne tutti quei vantaggi di cui la Scuola è ca pace.
IL COMMERCIO ITALIANO
nei primi otto mesi del 1886
Il mese di agosto, quando si faccia astrazione dal movimento dei metalli preziosi, ha dato un impulso abbastanza notevole al commercio italiano, avendo sorpassata la cifra di ciascuno degli altri 7 mesi dell’anno.
Infatti si ebbero le seguenti cifre :
1886 Importazione L. 119,611,475 1885 Id. » 106,311,601 13,299,874 1886 Esportazione L . 69,248,803 1885 Id. » 65,054,755 -H 4,194,048 quindi un totale nel 1886 di L . 188,860,278 e nel 1883 di L. 1 7 1 ,3 6 6 ,3 5 6 , da cui una differenza in più per il 1886 di L. 17,493,922.
Così il movimento di tutti gli otto primi mesi del corrente anno si presenta, sempre escluso quello dei metalli preziosi, con una
importazione di L. 920, 093,554 esportazione di » 658,558,043
Totale L . 1,578,651,597
dando così a paragone dell’eguale periodo dell’anno 1886 una differenza
n e lla importazione di — L. 11,198,834 nella esportazione di —J— » 56,380,282 nel totale . . di -j- » 45,181,448 Nel complesso invece del movimento, cioè com presi i metalli preziosi, si ha una importazione di 9 6 2 ,5 9 0 ,5 7 9 , con una diminuzione di 2 8 ,0 4 7 ,5 8 4 , ed una esportazione di 688,863,325 con una diminu zione di L. 72,710,838.
Abbiamo veduto scritto in qualche giornale che le cifre del commercio nostro esaminate nei particolari delle sue voci sono sconfortanti.
Ecco un riassunto delle principali variazioni nei primi otto mesi in milioni e diecine di milioni.
Importazione Dim inuzione Aumenti Vino in botti... 3 .2 — Spirito in b o t t i... 2 .8 — Olio o liv a... 11.8 — P etrolio... 2 .9 — Caffè... 10.4 — Zucchero... 21.4 — T ab acco... — 9. 5 Indaco ... 1.2 — Cotone in bioccoli... 2 .9 — Filati e tessuti di cotone 9. 0 — ■ Lane greggie... — 1. 7 Seta tinta greggia... — 6 . 0 Legno comune... — 3. 0 Bastim enti... — 4. 0 Pelli grandi... ... 3. 4 — Pelli piccole... — 3 .0 Pietre da costruzione.. 1. 6 — Carbon fossile... 1.9 — Granaglie... — 2 7 .0 F a r in e... — 1. 7 Semi oleosi... 3 .8 ■ — C o ra lli... 4 .5 — Bovi e t o r i... — 2 .5 Altri animali bovini e
ovini... 1 .0
_
Formaggio... — 2 .3 Mercerie com uni..., 1. 5 —Da questo specchio si vede che gli 11 milioni di minore importazione hanno la loro origine in oltre 34 milioni di prodotti coloniali importati in meno, per le ragioni tante volte esposte, in 17 milioni di mi nore introduzione per buoni raccolti agricoli (vino, olio, ecc.) Una parte e non piccola accennerebbe a sviluppo di industrie, come i 9 milioni di minore entrata di cotoni filati e tessuti ed il milione e mezzo di mercerie comuni.
Gli aumenti della importazione si hanno nel ta bacco, nella seta greggia, legno comune e pelli pic cole, che sono materia prima, e nel grano.
Veniamo alla esportazione, eccone le cifre prin cipali:
Diminuzioni Aumenti V ino... — 31.8 Olio d’oliva... — 2 8 .0 Tartaro e feccia di vino.. . . 1. 3 — Canapa e lin o ... 1-2 — Lane greggie... — 3 .2 Bózzoli e seta greggia... — 10.9 . Seta da cucire e cascami . . — 1. 7
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seia, nel corallo ha veduto diminuire molta espor tazione. Non diremo che tutto sia bene, ma vorremmo veder giustificato per mezzo delle cifre questo scon forto che alcuni giornali hanno creduto di manife stare.
Ed ora ecco il solito prospetto delle categorie. IM PORTAZIONE
C ATE GO RIE delle merci
importate Differenza secondo la tariffa doganale nei primi
otto mesi •col 1886 dell’ anno
I. 3.5,951,983
45,320,568
— 23,127,941 — 23,158,501 ir. Generi colon., droghe e tabacchi.
ni. Prodotti chim. generi medicinali,
25,367,393 + 1,115,913 IV . Colori e generi per tinta e per
16,001,520 V. Canapa, lino, juta ed altri
vege-tali filamentosi esci, il cotone. 22,239,459 — 1,762,385 VI. V II. 62,781,715 — 2,073,490 62,085,029 + 6,454,338 43,959,694 -+- 8,360,163 V i l i . IX . X . X I. Pelli... — 1,293,551 — 8,249,043 X I I . Minerali, metalli e loro la vori.. 153,726,508
X I I I . Pietre, terre, vasellam i, vetri e
65,582,854 X IV . Cereali, far., paste e prodotti
ve-X V .
get., non compresi in altre categ. 163,246,100 + 28,967,236
Animali,prodotti e spoglie di ani- ■
mali non compresi in altre cat. 64,486,315 + 990,455 X V I.
1
’ ’ To t a l e... 962,590,579 — 28,047,584E SPO RTA ZIO N E Valore
C ATE G O R IE delle merci
esportate Differenza secondo la tariffa doganale nei primi
otto mesi col 1886 d ell’ anno
I. 122,951,691
4,611,844
-+- 58,513,514 519,933 II. Generi colon, droghe e tabacchi.
I I I . Prodotti chim., generi medicinali,
22,923,638 — 1,370,510 IV . Colori e generi per tinta e per
7,484,138 V. Canapa, lino, juta ed altri
vege-V I.
tali filamentosi, esci, il cotone.
Cotone... 18,028,13223,920,772 8,425,815 184,685,585 42,035,011 4,809,291 — 1,857,403 V II. - f 4,529,670 V i l i . Seta... IX . X. X I. P e lli...
X II. Minerali, metalli e loro la vori.. 44,577,221 — 134,578*362 X I I I . Pietre, terre, vasellami, vetri e
cristalli... X IV .
X V . X V I.
Cereali, far., paste e prodotti ve getali, non compr. in altre cat. Animali, prodotti e spoglie di ani mali, non compr. in altre categ.
56,361,984 84,379,456
— 11,613,363 + 935,369
To ta le. . . . 688,863,323 — 72,710,838
Ed ecco pure il prospetto delle entrate doganali : T itoli di riscossione 1886 1885 Differenza — — •— — D azi d ’ importazione 92,573.115 128,454.707 — 35,881,592 D azi d i Esportazione 3,808,943 3,917,917 — 108,974 Sopratasse di fa bb ri cazione... 8,576,396 8, 201,375 — 4,624,979 Diritti di bollo . . . 731, 000 895,290 — 164 290 Diritti marittimi . . 3,385,991 2,799,157 + 586,834 Proventi diversi . . 705,541 989,336 — 283,795 T o t a le . . . 104,780,986 145, 257, 782 — 40,476,796
RIVISTA ECONOMICA
D ic h ia r a z io n i e v o ti p rò e c o n tro i l p ro te z io n is m o . —Le d e lib e ra z io n i d e l co n g ress o d e lle s o c ie tà coo p e ra tiv e di consum o a L io n e . — / / g iu b ile o del L lo y d a u s tr o -u n g a ric o .
In questi ultimi giorni non sono mancate le di chiarazioni ,e i voli in vario senso relativamente all’ indirizzo da darsi alla nostra politica commer ciale. L’Onorevole Bonghi, tra gli altri, ha tenuto a Pieve di Soligo un discorso sull'agricoltura che non ci è possibile di passare sotto silenzio, non certo per la importanza delle cose dette, quanto per 1’ autorità della persona, sebbene essa possa essere legittima solo in un campo affatto diverso da quello economico. A Pieve di Soligo ebbe luogo una esposizione agra ria e I’ onorevole Bonghi, in un banchetto, ha fatto una professione di fede, non nuova del resto, a favore del protezionismo, dichiarando « che ai dazi protettori bisogna andare. » Egli si spaventa della concorrenza americana e asiatica e, quantunque fer vido seguace delle teorie di Cavour, opina che anche Cavour ai nostri tempi, se fosse vivo, non sarebbe più libero scambista. Non vuole che si abbandoni la coltura del grano e chiede esplicitamente un dazio nella misura necessaria a proteggere 1’ agri coltura. L ’onorevole Bonghi, che ricorda il conte di Cavour e pensa che l’illustre uomo di Stato oggi non sarebbe più fedele alle dottrine da lui sempre propugnate, non ha un concetto esatto di Cavour eco nomista, e peggio ancora usa di un argomento as solutamente privo di valore attribuendo al grande ministro una conversione, se fosse vissuto, che è una pura ipotesi destituita di ogni fondamente e uno sfregio alla sua memoria. L ’onorevole Bonghi disse di non aver mai abbandonato le Georgiche ed ha fatto bene, oe non altro per fare i paralleli tra le industrie e le produzioni agricole antiche e moderne: ma sarà bene ch’egli se ne serva a scopi letterari soltanto, perchè non è certo nelle Georgiche che l’onorevole Bonghi imparerà quella scienza che non conosce, per non aver mai avuto il tempo di stu diarla. Prova ne sia che I’ onorevole Bonghi para gona, con rispetto dei lettori, la scienza economica ad una meretrice ; ma l’ illustre ed enciclopedico deputato non parlerebbe così se si trattasse di una questione letteraria o storica; egli ha dimenticato, ed è nostro dovere di rammentarglielo, che ogni scienza può parere meretrice quando le stanno in torno dei mezzani, che sono poi gli ignoranti, i quali la offrono a quello stesso buon mercato col quale la hanno studiata.
rarvi che i desideri da voi espressi saranno seria mente valutati. » Non vogliamo, davvero, attribuire una grande importanza a questa superficiale dichiara zione dell’on. Ministro, perchè conosciamo l’imbarazzo in cui le circostanze pongono talvolta i membri del Governo; e del resto l’onorevole Grimaldi ha enun ciato così vagamente il principio della protezione che il Governo dovrebbe accordare, che ogni critica sarebbe ora intempestiva. Solo si guardi l’onorevole Grimaldi dalle promesse troppo avventate; ce ne guadagnerà la serietà ministeriale.
Noteremo per ultimo che la Camera di commercio di Genova si è ili recente pronunciata a favore del prin cipio del libero scambio « temperalo da un coefficiente di compensazione nei diritti doganali... poiché si deve considerare come oltremodo dannoso agli interessi della nazione l’abbandonarsi intieramente al prote zionismo, che isolando le nazioni ne soffoca il com mercio ed inaridisce le sorgenti della loro ricchez za. » Con una forma che potrebbe essere più chiara, la Camera di commercio di' Genova si esprime adunque a favore dei trattati di commercio e noi siamo lieti che quella autorevole Camera abbia esprèsso un voto così ponderato. Il Commercio di Milano non ne è contento, ma noi, francamente, in si mili materie, preferiamo il parere dei collegi com merciali a quelli, letterari e pseudo scientifici, del l’on. Bonghi e l’on. deputato di Treviso dovrà ri conoscere che abbiamo buone ragioni per quella preferenza.
— Il congresso cooperativo di Lione, del quale abbiamo tenuto parola nel numero precedente, ha permesso di constatare lo sviluppo preso nei vari paesi dalle società di consumo. È certo che questa forma di associazione non farà scomparire il pauperismo, ma essa potrà, date Certe condizioni, contribuire a migliorare la condizione dei lavoratori. Un economia di ottanta o sessanta lire all’anno per la famiglia di un operaio è un vantaggio non disprezzabile, specialmente quando sia effetto degli sforzi e delle virtù della stessa classe operaia. Ed è giustizia riconoscere che il congresso di Lione ha emesso dei voti atti a svi luppare e a far fiorire la cooperazione e per questo riguardo esso ci pare riuscitissimo. Così il Con gresso raccomanda alle società di vendere i loro prodotti ai prezzi del commercio al minuto e di conservare gli utili, i quali verranno destinati a im pieghi diversi, come in opere di previdenza, in im prese di utilità comune, nella assistenza mutua e si mili. Questi sforzi dei lavoratori sono degni della simpatia delle altre classi e denotano un indirizzo pratico delle menti, di cui spesso in certi gruppi operai dobbiamo deplorare l’assoluta mancanza.
Il Congresso ha pure raccomandata la formazione di federazioni regionali le quali si incaricherebbero di fare gli acquisti per conto delle società appartenti a un gruppo di dipartimenti. La ragione di queste federazioni sta tutta nella possibilità di avere le merei a buoni prezzi acquistandone grandi quantità ; di più le spese generali dell’associazione vengono così ridotte. Notiamo però che il Congresso dopo lunga discussione ha respinta la istituzione di una Unione centrale a Parigi, sul genere di quella inglese, pro posta e calorosamante sostenuta dal sig. Fougerousse. Il Congresso inoltre ha espresso un voto la cui attuazione sembra piuttosto difficile. Esso ha chie sto al Governo di dare il suo appoggio alle associa zioni cooperative agricole. Si tratta di società di
produzione, imprese di cui le difficoltà, i pericoli, i rischi non hanno nulla di comune col funziona mento semplice delle società di consumo. E vera mente quel voto, del resto estraneo al vero scopo della riunione, ha tutte le probabilità di restare let tera morta.
L’attenzione dei cooperatori francesi radunati a Lione si è rivolta anche ai rapporti tra le società ei I fi seo. E ciò perchè in Francia come in Italia, sebbene non sempre per le stesse ragioni, le società coope rative si trovano in lotta coll’amministrazione finan ziaria nell’applicazione debe imposteo nella estensione dai favori accordati alle società. Il Congresso di Lione ha anzi incaricato una società di sostenere la controversia col fisco onde venga fissato un principio nella materia tributaria riguardante le società.
Noi crediamo che in tesi generale non si debbano ammettere favori per nessuna classe sociale ; nè ves sazioni fiscali, nè privilegi; e le stesse società coo perative non rieseiranno a dare buoni risultati che quando sapranno sorgere e mantenersi colle loro pròprie forze.
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nel più lontano Oriente. L’ ultimo ilecennio anzi pre senta un progresso assai notevole cianche mentre nel 1877 il Lloyd possedeva 66 vapori della forza di 15,330 cavalli-vapore con un tonnellaggio di 70,776 tonti, e trasportava 3,986,82"2 quintali di menù, nel 1885 aveva 84 vapori della forza di 22,110 cavalli e trasportò 6,037,364 tonn. Sono progressi che mostrano con quale costanza il Lloyd austro- ungarico perseveri nel suo scopo di concorrere nel dare al proprio paese una forte marina mercantile e noi italiani abbiamo molto da apprendere dalla storia di quella potente compagnia di navigazione.
LÀ SITUAZIONE D EL TESORO
al 31 agosto 1886
Il conto del Tesoro al 31 agosto p. p. presentava i seguenti resultati :
A t t i v o : Pondi di Cassa alla scadenza dell’eser
cizio finanziario 1885-86. . . L. 389,740,034.25 Crediti di Tesoreria alla scadenza
dell’ esercizio suddetto . . . . » 4 1 ,7 4 0 ,2 3 8 .7 6 Incassi dall°lu g.al31 agosto 1886 » 220,120,859.37 Entrata straordinaria . . . » 4 ,4 8 5 ,1 9 8 .0 0 Debiti di Tesoreria... » 586,061,003.84 T o tale. . . L. 1,2 4 2 ,1 4 7 ,3 3 4 .2 2
P a ssiv o : Debiti di Tesoreria alla sead.
dell’e-sereizio finanziario 1885-86 . Pagamenti dal 1° luglio al 31
agosto 1886... Crediti diTesor.^al 31 agos. 1886 Pondi di Cassa a l31 agosto 1886 Totale . . . L. 535,844,787.32 » 224,445,525 08 » 135,983,830 65 » 345,873,191.17 L . 1,242,147,334. 22 Il prospetto comparativo degli incassi e dei pa gamenti che si sono verificati presso le tesorerie del regno nel mese di agosto, dimostra che gli in cassi ammontarono a Lire 428,295,459.73 contro I„. 4 40,543,475.65 nello stesso mese del 4885 e i pagamenti a L. 402,238,328.80 con una diminu zione di L. 44,038,747.04 sull' agosto dell’ anno passato.
Passando adesso a segnalare gli aumenti e le di minuzioni avvenute negli incassi durante il mese di agosto, troviamo che fra gli aumenti più notevoli figurano i seguenti : un aumento di L. 4,979,388,76 sulle dogane e i diritti marittimi prodotti dalla elevazione dei dazi ; e un aumento di L. 4,195,888.39 sui tabacchi determinato dall’aumento della tariffa.
Fra le diminuzioni più importanti abbiamo notato una diminuzione di L. 2,594,763.54 saW imposta sui fondi rustici e urbani che deriva dalla ridu zione del decimo sulla imposta terreni, e dal non avere la direzione demaniale pagato, in conto delle imposte a di lei carico accertato, altro che una tenue imposta, rimandando ai mesi successivi di completare i versamenti da essa dovuti ; una dimi nuzione di L. 2 ,1 6 6 ,4 0 8 .3 7 sui sali dovuta alla
diminuzione delle tariffe; una diminuzione di L. 2,446,384.44 sui rimborsi e concorsi nelle spese causata riaITessersi nell’agosto 4885 verificato uno straordinario maggior versamento per reintegrazione di fondi al bilancio passivo e infine una riduzione di L. 11,982,899.70 sul capitolo costruzione di strade ferrate cagionata dal passaggio effettuato nell’agosto 1885 del conto corrente della Tesoreria centrale al bilancio dello Stato di parte del prezzo del materiale rotabile, di quello di esercizio e dogli approvigionamenti delle reti Adriatica, Vediterra- nea e Sieula, che nell’esercizio 4 8 8 5 -8 6 era devo luto alla costruzione delle ferrovie complementari, il cui versamento non può di conseguenza ripetersi
nel corrente esercizio.
Dal 4° luglio a tutto agosto gli incassi ammon tarono a L. 226,606,057.37 con una diminuzione di L. 32,647,450.45 sul periodo corrispondente del 4885 e i pagamenti a L. 224,445,525.08 e questa cifra rappresenta una minore spesa di L. 22,400,184.58 in confronto del primo bimestre dell’esercizio finan ziario 1885-1886.
Il seguente prospetto contiene 1’ ammontare degli incassi ' fatti nell’ agosto 1886 in confronto col dodicesimo preventivato, stabilito nella somma di L. 443,262,265, e con gl’ incassi ottenuti iteli’ ago sto 1885.
E ntrata ordinaria Redditi patrimoniali... L. Imposta fon d ia ria... Impósta sui redditi di ric
chezza .mobile . . . . . Tasse in amministrazione
, del Ministero delle F i nanze... -... Tassa sul prodotto del m ovi
m ento a grande e piccola velocità sulle ferrovie. . . Diritti delle Legazioni e dei Consolati a ll’ estero.. . . . Tassa sulla fabbricaz. degli spiriti, birra, e c c . . . . Dogane e diritti marittimi. D azi interni di consumo.. . T a b acch i... ... S a l i ... ... Multe e pene p ecu n iarie... Lotto ... ... Poste... Telegrafi... Servizi d iv e rs i... Rimb e concorsi nelle spese Entrate d iverse... Partite di g ir o ...
Entrata straordinaria
Entrate effe’.t i v e ... .. Movimento di c a p i t a l i ... .. Costruz. di strade ferrate.. T o t a le .. . .L .
Incassi l differenza
nell’ Differenza cogli incassi
agosto col n ell’ agosto
188 > 12° prevent. 1885 1,100,720 — 5. 229,39o1 43,594 30,250,979 +14,982, 826; - 2.591,763 21,526,490 4 - 4,164,167 4- 802, 597 13,609,943 — 491,557 4~ 918,400 1,341,616 — 95,884 4 - 253,629 45,523 — 31,418 ■ 4 - 13,754 15 347,140 — 4,036,360 4- 1,979,388 6,563,142 — 234,962 4 - 25, 344 15,525,748 — 165,752 4 - 1,195,888 4,699,445 — 175,555— 2,166,108 334 -I- 168 4 - 241 6,328.665 — 46,335 4- 930,295 3,405.476 — 336,190 4- 263,048 1,052,716 4 - 20,639 + 29,086 971,324 — 641,667 92,599 1,161,696 — 726,769 — 2,146,281 229,233 — 387,617 — 142,184 874,775 - 6,855,198 + 874, 775 771,437 — 67,015 4- 275,690 1,694,595 — 1,730,574 4- 302.415 36,609 — 11,834,214 12,272,727 128,295,159 —15,057,102 12,250,315
Ecco adesso il prospetto della spesa, che nel bi lancio di previsione è stata stabilita nella somma di L. 141,685,763 al mese.
Pagamenti Ministero del T esoro... L.
Id. delle fin a n z e ... Id. di ..grazia giustizia Id. degli affari esteri. Id. d ell’ istruz. pubi) Id . dell’ in tern o... Id. dei lavori pubblici Id. della guerra... Id . della m a rin a ... Id . d ell’agrìc. industr. e com m ercio.. . T ota le.. . . . L.
I - Differenza
Pagamenti Differenza coi pagarmi nel col 12« pre- n e ll’ agosto
luglio ventivato 1885 22,748,168 —39,994,001 ' + 253,625 15,254,244 — 36, 015 + 2,798,513 2,927,214 -f- 114,264 + 91,454 594.535 — 59,146 - 45,379 2,777,752 — 300,944 — 91,826 5,210,505 — 99, 205 4 - 1,246,034 20,461,018 — 1,581, 7441— 5,730,189 22,552,963 -f- 385, 0841— 6,052,196 8, 395,16 6 + 1, 284,195 ! — 3,332,776 I 1,316,760 113,678 — 175,976 102,238,328 —39,447,435 !— 11,038,717
Da questo prospetto comparativo apparisce che nel mese di agosto la spesa fu inferiore di L. 39,447,435 alla previsione mensile del bilancio passivo, e di L. 11,038,717 alle spese fatte nell’ agosto dell’anno scorso.
Confrontando finalmente gl’ incassi e i pagamenti si hanno le seguenti differenze ;
Entrate nell’agosto 1886 . . L . 128,295,159 P a g a m e n t i ... » 102,238,328
DifTer. in più nelle entrate L. 26,056,830 Nell’ agosto 1885 si aveva avuto :
E n t r a t e ... L. 140,543,475 P a g a m e n t i ...» 113,277,045
Differ, in più nelle entrate L. 27,268,429
LA BANCA ROMANA NEL 1885
Gli assegni pure sopra altre piazze che ebbero un movimento di L. 30,446,980.64 ripartiti sopra 53 piazze, dimostra un incremento sul 1884 nel quale raggiunsero soltanto la cifra di L. 25,706,281.94 in 34 piazze.
11 movimento di cassa presenta
un entrata d i ...L . 540,987,301.83 e un uscita d i ... » 519,911,855.06 e quindi un movim. comples. di L. 1,060,899,156.89 cifra che rappresenta sul 1884 un aumento di L. 91,832,321.45.
I profitti nell’esercizio 1885 am
montarono a ... L. 2,586,609.64 e le spese a ... » 1,359,689.13 dando un benefizio di . . . . L. 1,226,920.51 su cui gli azionisti riceverono L. 750,000 eioè il 5 per cento, rimanendo L. 476,920.51 che vennero ripartite come segue :
al fondo di riserva la quarta parte . L. 95,384.10 al Governatore il 12 per cento sulla
somma residuale . . . » 45,784.37 agli azionisti un saldo dividendo di
L. 10 per azione . . . . . a 150,000,00 al fondo speciale di riserva il re
siduo d i ... » 185,752.04 Totale . . . L. 476,920.51 Cogli aumenti derivanti da tale re
parto il fondo di riserva viene a rag
giungere la somma di . . . . L. 2,617,541.79 e quello speciale di previdenza di. » 998,468,98 ottenendosi così un complesso di . L. 3 ,6 1 6,010.77 che serve a garantire il capitale della Banca.
Nel 1884 l’utile era stato di L. 1,185,741.57 cioè L. 435.741.77 al netto degli acconti distribuiti. Nell’adunanza generale degli azionisti tenuta nello
scorso aprile veniva approvato il rapporto sulla ge stione del 1885 della Banca Romana, i cui resultati dimostrano che anche questo istituto alla pari delle altre banche di emissione, ebbe nello scorso anno un maggior contingente di operazioni in tutte le cate gorie. Ma l’ aumento del lavoro si desume più spe cialmente dalle operazioni di sconto. La Banca in fatti durante il 1885 ricevi N. 4 5 ,2 3 3 effetti per un importo di L. 15 1 ,8 9 1 ,6 5 6 .4 0 contro N. 34,027 ef fetti rappresentanti la somma di L. 114,200,833.21. L ’importo medio di ciascun effetto si mantenne nella identica misura degli ultimi due anni presentando appena la differenza di L. 1,80.
Anche il cambio e la riscontrata ebbero un mag giore sviluppo. Nel complesso di questi servizii fra Roma e le rappresentanze, il cambio al pubblico si elevò a L. 55,2 1 7 ,0 8 5 mentre era stato nel 1884 di L. 3 5 ,9 8 6 ,7 1 5 e le riscontrate con gli altri istituti di emissione raggiunse la somma di L. 411,157,580 contro L. 2 8 2 ,3 9 4 ,8 3 6 . La spesa occorsa a tutto questo ingente baratto si mantenne in limiti mode rati, essendo ascesa a L. 2 1 2 ,8 6 1 .4 8 ; ma un rimedio stabile ed efficace alla gravezza delle riscontrate il rapporto lo attende dalla nuova legge la quale do vrebbe costituire in modo più razionale l’ordinamento bancario del paese.
IL MOVIMENTO POSTALE IN ITALIA
È stato recentemente pubblicato il prospetto delle rendile postali del 4° trimestre dell’esercizio finan ziario 1 8 8 5 -8 6 cioè dei mesi di aprile, maggio e giugno p. p. confrontate con quelle dei mesi corri spondenti dell’esercizio 1 8 8 4 -8 5 . Eccone i resultati: Nel 4° trimestre dell’esercizio 1 8 8 4 -8 5 i prodotti delle poste ammontarono a L. 9,619,277.36 distri buite come segue :
Francobolli per le corrispondenze . L. 6,204, 559. 48 Idem per p a c c h i... » 674, 360. 75 Cartoline... ... 925,035.60 Segnatasse _ ... » 855, 631. 10 Francobolli dei giornali col bollo
preventivo o con abbonamento » 219,120.67 Rimborsi dovuti dalle amministra
3 ottobre 1886
L ’ E C O N O M I S T A
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Nel 4° trimestre dell’esercizio 1 8 8 5 -8 6 le rendite postali ascesero a L. 10,107,017.19 divise come ap presso :
Francobolli per le corrispondenze . L. 6 ,5 2 3 ,3 8 4 .0 8 Idem per p a c c h i... » 699,279.65 Cartoline... » 1 ,0 0 9,282.25 S e g n a ta s s e ... « 807,195.41 Francobolli dei giornali col bollo
preventivo o con abbonamento » 237,393.72 Rimborsi dovuti dalle amministra
zioni e s t e r e ... » 635,100.64 Riscossioni diverse ... » 195,384.44 Totale. . L. 10,107,017.19 Aggiunti a questa cifra i resultati dei trimestri precedenti in L .30,003,459.92 ne consegue chele poste dettero nell’esercizio finanziario 1885-86 un provento di L. 40,112,477.11 superiore di L. 2 ,0 0 0 ,9 5 8 .6 4 a quello dell’esercizio precedente.
IL COMMERCIO ESTERO DELLA FRANCIA E DELL’INGHILTERRA
nel primi 3 mesi del 1336
Il Journal officiel del 16 settembre ha pubblicato le cifre del commercio estero della Francia per gli otto primi mesi del 1886 e le riportiamo qui appresso:
Importazione 1885 Oggetti alim entari.... fr. 957,554,000
Prodotti naturali e ma terie necessarie alle
industrie... » 1,307,013,000 Oggetti manifatturati . » 362,834,000 Merci diverse... » 86,736,000 909,679,000 1,371,638,000 392,629,000 76,161,000 Totali fr. 2,714,137,000 2,750,107,000 Esportazione 1886 1885 Oggetti alimentari . . . fr. 457,729,000
Prodotti naturali e ma terie necessarie alle
industrie...» 408,008,000 Oggetti m anifatturati. » 1,106,976,000 Merci diverse... » 112,392,000 462,799,000 388,893,000 1,052,578,000 96,215,000 Totali fr. 2,085.105,000 2,000,485,000 Il movimento commerciale della Francia, come ri sulta da queste cifre, continua a migliorare. Infatti la esportazione è aumentata di fr. 84,620,000 mentre la importazione è diminuita di fr. 3 5 ,9 7 0 ,0 0 0 .
Se esaminiamo partitamente la importazione tro viamo un forte aumento nei prodotti alimentari per 48 milioni, mentre le materie necessarie alle indu strie sono scese di 64 milioni e gli oggetti manifat turati di 30 milioni. Sono oscillazioni abbastanza rilevanti le quali denotano da una parte che la si tuazione di alcuni rami di industrie è migliorata, ma che d’altra parte per alcune, non vi è punto ripresa negli affari.
Quanto alla parte che in ciò spetta al mese di agosto è da notarsi che, mutate le proporzioni, si è ve rificato lo stesso movimento constatato per gli otto mesi complessivamente. L ’importazione da 322,9 7 3 ,0 0 0 è scesa a 300,779,000 con una diminuzione quindi di oltre 22 milioni e l’esportazione da 27 4 ,0 6 5 ,0 0 0 è scesa a 229,340,000 con un aumento di 25,275,000. Però persiste la minore importazione di materie ne cessarie alle industrie delle quali ne entrarono in Francia per 14 1/2 milioni in meno.
In un epoca così dominata dalla lotta commer ciale, è però degno di attenzione il considerevole aumento verificatosi nella esportazione francése per oltre 84 milioni di cui 15 milioni in prodotti fabbricati. È questo certo un effetto dell’opera assidua delle so cietà di esportazione, delle camere sindacali, delle camere di commercio eec., e mostra che là dove non manca lo sforzo persistente e la cura incessante nel trovare nuovi sbocchi ai propri prodotti, presto o tardi, se ne raccolgano i benefici effetti.
Il movimento commerciale dell’Inghilterra si pre senta invece con risultati affatto opposti a quelli della Francia ,com e può vedersi dalle seguenti cifre: Differenza Im portazioni 1886 col 1885 Animali da macello L. st. 4,933,754 — 1, 559,079 Sostanze alimentari (non tassate).. . . Sostanze alimentari (tassate)... Tabacco... M etalli... Sostanze chimiche. Oli... Materie greggie per
te ssu ti... Materie per altri impieghi... Oggetti manifattur. Id. diversi...
Totale L . s t.227,595,045 — 22,692,398
Esportazioni 1886 Diff. col 1885
» 61,677,053 » 14,929,462 » 2,624,663 » 1 0 ,243,161-» 5,886,518 » 3,832,577 » 47,300,170 » 21,985,406 » 36,253,401 » 7,926,880 — 12,799,807 + 238,297 - f 259,113 — 916,956 — 511,211 — 388,117 — 3,9 2 1 ,0 7 0 — 2,770,188 + 164,346 — 1,450,580 Animali vivi... L. st. Sostanze alim entari.. . . » Materie prime... . . . » Tessuti e filati...» M etalli. . . . ...» Macchine... » Oggetti di vestiario.. . . » Sostanze chim. e droghe» Oggetti diversi... » Merci riesportate... » 342,150 -f- 5,763,846 — 8,151,165 — 70,264,094 + 21,345,587 - - 6,519,111 - - 6,477,682 — 4,397,199 — 17,326,161 — 37,804,404 — 3,428 87,167 634.562 1,334,459 332,105 1,135,588 404.563 173,911 714,773 453,778 T o tale.. . . L .st. 178,391,399 — 1,933,350 Se si eccettuano pochissime categorie di prodotti in lieve aumento, tutte le altre presentano forti dimi nuzioni. L ’importazione è diminuita di 22,6 9 2 ,3 9 8 st. cioè del 9 per 0|0 e questa diminuzione colpisce particolarmente le sostanze'alimentari cioè il grano, la farina l’orzo eec.
Però il cotone, la lana, la seta, ecc. presentano aumenti abbastanza rilevanti o nelle quantità impor tate o nei loro valori.
L ’esportazione fu in diminuzione di 1,479,372 ster line, il che equivale a una riduzione proporzionale dell’! per 0|o soltanto ; le merci riesportate per dettero finora sler. 433,778 cioè l’I . l per 0|0- I tes suti e i filati esportati presentano l’ aumento più notevole di ster. 4,334,439, per contrario l’esporta zione delle macchine è diminuita di 4,134,388 ster. pari al 14.2 per
BUI,LETTINO D ELLE BAN C H E POPOLANI
(Situazioni al 31 agosto 1886)Banca mutua popolare di Trapani. — Capitale versato L. 5 0 7 ,8 0 1 ; Riserva L. 3 1 ,4 4 9 ; Conti cor renti L. 1 ,2 6 4 ,2 7 9 ; Risparmio L. 2 3 6 ,5 0 7 , Buoni fruttiferi L. 2 6 5 ,7 0 4 ; Portafoglio L. 2 ,1 9 1 ,1 3 2 ; Sof ferenze L 4 ,1 3 9 ; Rendite L. 1 2 5 ,5 4 5 ; Spese 62,367, Banca popolare cooperativa di Rovigo. — Ca pitale versato L. 1 1 8 ,8 0 0 ; Riserva L. 2 8 ,3 9 5 ; Fondo di previdenza L. 7 ,8 3 1 ; Depositi L. 2 1 6 ,7 8 6 ; Ri sparmio L. 504,497 ; Buoni fruttiferi L. 65,254 ; Portafoglio e. 1 ,0 3 6 ,4 2 7 ; Sofferenze L. 18,289 ; Valori pubblici L. 1 6 4 ,1 9 4 ; Rendile L. 7 1 ,8 1 8 ; Spese L. 47,168.
B aw a popolare di Vicenza. — Capitale versato L. 1,019,190 ; Riserva L. 5 6 1 ,0 7 3 ; Risparmio L. 5 ,7 5 9 ,9 5 4 ; Conti correnti L. 504,988 ; Buoni fruttiferi L. 1 ,6 5 8 ,0 0 2 ; Portafoglio L. 3 ,4 3 8 ,8 9 6 ; Anticipazioni L. 8 3 ,4 0 4 ; Fondi pubblici L. 2,296,370; Stabili L. 7 7 ,4 0 1 ; Sofferenze L. 3 ,3 3 4 ; Rendite L. 3 0 7 ,7 2 6 ; Spese L. 233,034.
Banca cooperativa popolare di Molfetta. — Ca pitale versato L. 1 5 1 ,7 9 4 ; Riserva L. 3 7 ,6 2 2 ; Ri sparmio !.. 5 3 8 ,3 2 3 ; Buoni fruttiferi L. 2 0 9 ,9 8 5 ; Portafoglio L. 80 1 ,9 1 2 ; Rendita pudblipa L. 69,451 ; Sofferenze L. 4 ,4 5 8 ; Rendile L 8 0 ,7 9 7 ; Spese L. 61,157.
Banca mutua popolare di Cajazzo. — Capitale ver-sato L. 5 8 ,8 0 0 ; Riserva L. 2 0 ,0 9 5 ; Depositi fi duciari L. 2 2 7 ,7 3 3 ; Portafoglio L. 2 0 1 ,5 2 5 ; Valori L. 6 5 ,0 0 0 ; Stabili L . 7 ,1 0 0 ; Sofferenze L. 1 0 0 ; Credili L. 2 1 8 ,2 4 2 ; Rendite L. 1 9 ,7 5 4 ; Spese L. 12,416.
Società cooperativa popolare di mutuo credito in Cremona. — Capitale versato L. 2,228,838 ; Riserva L. 8 5 2 ,8 1 0 ; Conti correnti L. 18,237,291 ; Porta foglio L. 3,681,981 ; Anticipazioni L. 3 7 5 ,3 2 8 ; Mutui ipotecari L. 2,953,208 ; Fondi pubblici L. 12,107,286; Sofferenze L. 2 ,6 6 8 ; Rendite L. 5 7 8 ,6 5 0 ; Spese L. 499,179.
Camera di Commercio di Mantova.
— Dopo aver preso altre risoluzioni di minor conto, la Ca mera di commercio di Mantova, nella riunione del 22 settembre deliberava di appoggiare presso il Con siglio superiore dell’ industria e commercio il voto della Camera di Trapani diretto ad ottenere un provvedimento legislativo che vieti ai Comuni di imporre dazi di consumo o di qualsivoglia altra natura sul carbone di miniera, e sui relativi deri vati e giudica, informata del riscontro pervenuto dal Ministero del commercio, rispetto alle istanze della Camera di commercio di Verona, appoggiate da quelle di Mantova, Modena, Treviso, Padova, V i cenza e Bologna, tendenti ad ottenere che il Go verno non faccia alcuna concessione alla Società della ferrovia del Gottardo di tariffe speciali per il trasporto dei cereali esteri provenienti dai porti diVenezia e di Genova, ma ribassi invece più che può le tariffe nell’ interesse generale del commercio —- sentita la replica inviata dalla consorella di Ve rona al Ministro a schiarimento delle originarie istan ze — ritenuto che effettivamente sino da principio si intese reclamare, a vantaggio così del commercio nazionale dei cereali, come del movimento di tran sito sulle ferrovie italiane dei grani esteri diretti alla Svizzera, un unico contemporaneo provvedimento mediante congruo ribasso delle nostre tariffe — al l’unanimità delibera che si scriva nuovamente al R. Ministero per dissipare l’equivoco e mettere in que sti veri termini le istanze delle suindicate Camere di commercio; con nuove raccomandazioni per il loro più sollecito assecondamento.
Camera di Commercio di Genova.
— Nella tornala del 24 settembre dopo altri oggetti di mi nore importanza discuteva e approvava il seguente tema per essere discusso dal Consiglio superiore del commercio nella sua prossima sessione :Sulla revisione dei trattati di commercio la Ca mera opina che si debbano seguire quelle idee con trarie ad un assoluto protezionismo che furono sem pre da essa manifestate; e che quindi i nuovi trat tati siano stabiliti sul principio del libero scambio temperato da un coefficiente di compensazione nei diritti doganali, poiché se deve ammettersi la co n venienza di stabilire nell’ interesse della nostra pro duzione un giusto equilibrio tra gli oneri che g ra vitano sulla medesima e i diritti -doganali che col piscono i prodotti dell’ industria estera, si deve an che considerare come oltremodo dannoso agli inte- r-essi della Nazione l’ abbandonarsi intieramente al protezionismo che isolando le nazioni ne soffoca il commercio, ed inaridisce le sorgenti della loro ric chezza.
Sul riordinamento dei servizi marittimi la Camera ritiene che i sussidi sotto forma di premi o altra qualsiasi concessi dal Governo alba marina nazionale vengano accordati in modo generale e in giusta mi sura, onde evitare ogni idea di monopolio; e che siano riservati speciali sussidi alle sole Compagnie di navigazione a vapore incaricate di qualche ser vizio vero postale, sottomettendole però a tassative condizioni di celerità nel percorso e di periodicità nei viaggi, ed obbligando le dette Compagnie alla rigorosa applicazione dei rispettivi capitolali.
Inoltre la Camera espresse il desiderio che sia dato facoltà di mantenere nelle città marittime i tri bunali di commercio composti di soli giudici com mercianti e quanto ai provvedimenti sull’ emigrazione ammettendo la utilità di esse fu d’ avviso che con venga non portarvi incagli di sorta, sebbene ricono sca la necessità di regolarle convenientemente onde frenare g'i abusi che si commettono per promuo verle con inganno.