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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.13 (1886) n.618, 7 marzo

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T IM A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N CH I, F E R R O V IE IN TERESSI P R IV A T I

Anno XIII - Voi. XVII

Dom enica 7 Marzo 1886

N . 618

IL VOTO SULLE COSE FINANZIARIE

Non nascondiamo veramente che la nostra spe­ ranza, tante volte manifestata, di vedere il Parlamento discutere con severa scienza e coscienza sulle cose finanziarie, rimase in gran parte delusa. E non tace­ remo neppure che, a nostro avviso, ormai le assem­ blee parlamentari si mostrano assolutamente incapaci di trattare senza la preoccupazione politica anche quelle questioni che per loro natura e per le con­ seguenze di che sono suscettibili, meriterebbero di essere tenute lontane da ogni considerazione di partito.

Si discuteva la legge di assestamento del bilan­ cio; si notava che il sistema finanziario seguito dal- l’on. Magliani in questi ultimi esercizi aveva portato come conseguenza di riaprire un periodo di disa­ vanzo ; si ammetteva che nelle presenti condizioni il disavanzo era transitorio, che avrebbe durato per due o tre esercizi, ma che non era presumibile che Parlamento e Governo potessero, durante tale periodo, avere tanta forza per non fare nuovi strappi all’equi­ librio tra le entrate e le spese. Si trattava quindi di manifestare un giudizio dal quale risultasse se la Camera approvava questo indirizzo, soverchiamente ardito e forse compromettente, del Ministro delle finanze, o se non credeva opportuno di esprimere il desiderio che il Ministro stesso fosse più prudente a chiedere e più resistente di fronte alle domande.

Ma la deplorevole lotta dei partiti tolse alla di­ scussione ogni possibile serenità ; imitando il lin­ guaggio della stampa più vivace, alcuni deputati at­ taccarono il Ministro accusandolo di colpe che non ha mai commesse e negandogli la dovuta lode per quanto di bene ha fatto. Alla semplice manifesta­ zione di un timore che continuando col sistema pre­

sente, si avesse a compromettere seriamente il bi­

lancio, si sostituirono le solite declamazioni di arti­ ficiale spavento per il baratro, la voragine, l’abisso nel quale — a sentire alcuno — erano piombate le finanze dello Stato. Così facendo la discussione colle esagerazioni, colle inesattezze ed anche cogli errori più grossolani si perdè di vista il vero punto della questione e si diede mezzo facilissimo al Ministro di correggere le sbagliate critiche, evitando di discutere la situazione reale. E veramente all’on. Magliani non potevano mancare nè i mezzi nè la forza di com­ battere e vincere avversari che o non sapevano o volevano non conoscere la verità. A poco a poco la discussione degenerò in un dibattito politico e su quello solamente avvenne il voto che terminò dando lo voti di maggioranza al Governo.

Osservando adunque le cose sotto questo aspetto, si può benissimo affermare che la Camera non ha espresso alcun voto esplicito sulla questione finan­ ziaria, anzi ha con quindici voli di maggioranza ma­ nifestato il suo gradimento verso la condotta del Mi­ nistero. — Ma errerebbe grossolanamente, noi cre­ diamo, chi non riconoscesse che la discussione deve aver prodotto nell’ animo dell’ on. Magliani una im­ pressione molto forte. Non uno infatti degli uomini competenti in fatto di finanza e di amministrazione che siedono alla Camera, nemmeno l’on. Minghetti, che pure ha dato così valido appoggio al Ministero, ha approvata la condotta del Ministro delle finanze. Tutti anzi hanno più o meno esplicitamente affer­ mato che conviene modificare il sistema ed essere più prudenti; e se, ripetiamo, la discussione non avesse preso l’ aspetto politico, o se non vi fossero stati oratori che con tanta leggerezza avessero esa­ gerate le loro conclusioni, è evidente che il voto della Camera sarebbe risultato quasi unanimemente presso a poco il seguente : — desideriamo che ì’on. Magliani continui a reggere le finanze dello Stato, ma lo invitiamo a seguire un sistema più prudente.

L ’on. Magliani ha troppo ingegno per non com­ prendere questo vero significato della discussione avvenuta, e siamo sicuri che coglierà una prossima occasione per fornire agli avversari ed agli amici suoi garanzie sufficienti onde possano con animo tranquillo seguirlo nelle importanti questioni che do­ vrà risolvere a vantaggio della finanza e della eco­ nomia del paese. Ormai è palese essere puerile po­ litica quella di sforzare i parlamenti ad approvare alcune leggi mediante eccessive concessioni ; — se anche in apparenza si raggiunge lo scopo avviene poi che si manifesti la ribellione per le conseguenze che dalle concessioni derivano. E , a nostro avviso, sarebbe stato molto più forte l’on. Magliani se avesse negato lo sgravio dei tre decimi della fondiaria an­ che a costo che la legge di perequazione fosse ap­ provata con soli quindici vóti, che non sia oggi, quando ha sentito da tutti i banchi e da tutti i più autorevoli deputati, rimproverare le conseguenze de­ rivanti da quello sgravio.

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L ’ E C O N O M I S T A 7 marzo 1886

LA BANCA NAZIONALE TOSCANA

Ne! passato anno avemmo occasione di lodare 1’ amministrazione della Banca Nazionale Toscana, che, rompendo l’antica cerchia, si era estesa in nuove provincia, e le augurammo di proseguire cauta ed ardita come aveva fatto negli ultimi tempi in questo indirizzo.

Possiamo oggi affermare con viva soddisfazione che quella solerte Amministrazione non ha mancato alle sue promesso, e ci piace aggiungerne una breve dimostrazione desunta non tanto dal bilancio, quanto dalla importante relazione dell’egregio Direttore Ge­ nerale alla ultima assemblea degli azionisti. E cre­ diamo con ciò di far cosa grata a tutti quelli fra i nostri lettori, che non ne udirono la lettura.

Ci sarebbe oggi impossibile entrare in minuti particolari, e d’altra parte questi verranno ad essere a tutti noti colla pubblicazione della relazione del- l’ on. Duchoqué. A noi piace metterne in rilievo i punti salienti allo scopo di dare una idea abbastanza chiara delle condizioni presenti dell’ Istituto da lui saviamente diretto.

Nel trascorso anno vedemmo di quale vantaggio fosse stato l’ impianto di nuove sedi e succu rsali; come fossero grandemente scemati gli inconvenienti del baratto derivanti dalla regionalità del biglietto; come fosse singolarmente notevole la quantità delle operazioni compiute da quelle nuove sedi e succur­ sali. Durante l’anno 1 8 8 6 venne convertita in sede la succursale di Genova, e ci pare inutile spendere parole per dimostrarne la opportunità, vista l’ im­ portanza del lavoro su quella piazza, e l’ importanza della piazza in sè stessa.

I traffici accresciuti e il credito del biglietto per­ misero alla Banca non solo di giungere al maximum

della omissione, ma di profittare delle disposizioni della legge del Giugno 1 8 8 3 per superarlo contro equivalente riserva metallica in cassa. E così men­ tre la circolazione media del biglietto nel 1881 era di 4 9 ,4 0 3 ,0 0 0 , nel 1 8 8 4 fu di 3 8 ,8 3 0 ,9 1 3 , e nel 1 8 8 5 di 6 4 ,9 2 8 ,9 6 9 . Al 31 Dicembre 1 8 8 4 la rimanenza in cassa dei biglietti al portatore era di L . 6 ,7 5 3 ,4 7 3 e la circolazione di 6 6 ,1 4 6 ,5 2 5 ; al 31 Dicembre 1 8 8 4 la rimanenza è di L. 2 7 ,8 6 9 ,4 0 0 , e la emissione è portata a 9 8 ,9 0 0 ,0 0 0 .

Queste differenze si spiegano cogli aumenti degli affari, in ispecie degli sconti. E di ciò ci rallegria­ mo non solo nell’ interesse del commercio, ma in quello dell’ Istituto, poiché lo sconto è veramente la più appropriata operazione delle Banche. Onde ci è parsa opportuna la vendita fatta di una parte dei fondi pubblici per restituirla al movimento più na­ turale per un banco di emissione.

Ai fatti notati hanno senza dubbio contribuito le rappresentanze legali dell’ Istituto. Il corso legale del suo biglietto si estende ormai a ben 3 3 pro- vineie, mentre per le principali fra le altre e per molti sub-centri delle prime il servizio disimpegnato da Istituti corrispondenti contribuisce sempre più a togliere gli inconvenienti della regionalità del bi­ glietto. Anche per questo lato dunque la Banca To­ scana ha continuato a battere la buona via e si propone di seguirla in avvenire.

Il movimento di Cassa è stato in totale di 1 ,7 2 4 ,2 0 6 ,9 4 7 .7 5 in luogo di 1 ,0 5 4 ,3 4 7 ,2 5 6 .6 7 co­ me nel 1 8 8 4 , e la consistenza di cassa a fine del­

l’esercizioè salita da 3 1 ,3 6 4 ,8 6 3 .0 8 a 4 0 ,5 5 6 ,8 5 8 .4 3 ; la riserva utile è rappresentata da 3 1 ,9 8 6 ,9 8 9 .5 3 .

Notevole è I’ aumento delle operazioni di sconto. Nel 1 8 8 4 si scontarono 1 0 2 ,9 0 0 effetti per Li­ re 1 6 4 ,6 1 8 ,7 5 6 .8 0 ; mentre nel 1 8 8 5 gli effetti scon­ tati ascesero a 175 ,7 5 1 per L. 2 6 4 ,8 4 3 ,7 9 1 .9 7 tanto­ ché l’ aumento ammonta a L . 1 0 0 ,2 2 5 ,0 3 5 .1 7 . Il portafoglio è di Lire 4 0 ,9 1 5 ,2 8 8 .6 9 e la rima­ nenza attiva nel bilancio superiore alla precedente di 1 0 ,5 9 8 ,9 5 4 .6 0 .

Per la prima volta figura in una sede speciale nel bilancio il titolo « Recapiti per conto » essen­ dosi dato il massimo sviluppo al servizio d’ incasso per conto dei terzi. — Questo servizio d’ incasso di recapiti e pagamento di assegni bancari, regolato con un movimento di conti correnti, è gratuito e porta quindi lavoro ed esige prudenza, ma ha prima di tutto il vantaggio morale di affermare meglio l’azione dell’ Istituto nell’ Interesse pubblico, oltre ad altri benefizi, fra cui quello di agevolare la circo­ lazione del biglietto e di crescere il numero delle piazze bancabili per la Banca.

Tacciamo delle anticipazioni contro pegno, che figu­ rerebbero in piccola cifra, se per la maggior parte non v ’ entrasse la tangente, contro garanzia di buoni del Tesoro, dell’anticipazione chiesta dal Governo alle Banche di emissione per il pagamento dello stock della già Regìa dei Tabacchi. Passiamo pure sulle anticipa­ zioni statutarie e sui fondi pubblici di varia catego­ ria, della cui vendita parziale abbiamo fatto men­ zione. L. 2 ,1 8 3 ,7 8 2 .5 9 rappresentano la rimanenza del credito della Banca per conti correnti garantiti, nuovo genere di operazioni che si compie con van­ taggio 'dell’ Istituto e della sua clientela. Il movi­ mento complessivo ammonta a L . 2 1 ,0 1 4 ,0 3 3 .4 5 .

Tenendo ai correntisti infruttiferi, l’on. Direttore generale potè annunziare che ormai di tutte le do­ lorose vicende per le quali la Banca ebbe a passare, non resta altra traccia che il credilo verso la fer­ rovia marmifera di Carrara. E su questo punto ci piace come nel passato anno soffermarci alquanto. L ’accordo fra i creditori è ormai completo e risulta da due contratti stipulati nello scorso decembre. Si tenne fermo il concetto di repartire fra i cre­ ditori firmatari del concordato I o luglio 1875 in rapporto ed in proporzione ai respettivi crediti di ognuno le 8 0 0 0 azioni della Marmifera, che ne rap­ presentano il capitale. Poi intervenne I’ accordo con quel creditore che nel passato anno dicem­ mo dissenziente. Egli ha rinunziato alle azioni e ac­ cettato rimborsi a rate, ridotto il credito. È poi venuto il decreto, che scioglie la questione del pro­ getto dei lavori di completamento della ferrovia. Se non che i nostri lettori sanno che la maggior parte delle azioni andrà alla Banca, e quindi questa a tu­ tela dei suoi interessi stipulò che i contratti non diverrebbero definitivi se non dopo la esplicita ap­ provazione del Consiglio della Marmifera, onde porla in grado di procurarsi i mezzi per l’esecuzione dei lavori e per la sistemazione delle pendenze. Verifi­ cata la condizione (e le trattative sembrano bene avviate) si eseguiranno gli accordi.

Passando ancora sulla liquidazione servìzi esattorie e tesorerie 1 8 7 3 - 8 2 e su ciò che concerne le esat­ torie negli anni 4 8 3 3 , 1 8 8 4 e 483 3 , noteremo piut­ tosto che i conti correnti fruttiferi raggiungono la cifra di quasi 2 0 milioni.

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7 marzo 1886 L ’ E C O N O M I S T A 147 cresciute, e sono cresciute di oltre 8 0 0 mila lire le

spese generali, ma mentre per le prime ci pare inu­ tile trattenerci a parlarne per ragioni troppo facili a comprendersi in seguito all’ espandersi dell’ Istituto, per le seconde si spiega sia per le maggiori tasse pagate, sia per le maggiori spese per procurarsi ri­ serva. Queste figuravano in L . 7 1 ,3 3 7 .9 0 nel pas­ sato anno ; figurano ora in oltre 2 7 7 mila lire, ma abbiamo veduto di quanto siano, cresciute le opera­ zioni di sconto, cosicché crediamo non andare errati se a quella cifra _ contrapponiamo un utile di oltre a 5 0 0 mila lire. È naturale che di fronte alla esten­ sione presa dalla Banca il baratto sia in larghe pro­ porzioni aumentato, ma è anche maggiore la pro­ porzione in cui si sono accresciuti i mezzi per farvi fronte.

Non è senza interesse notare che su 287 milioni a cui è asceso in cifra tonda il baratto, nemmeno per 1 9 viene dal pubblico. Il resto viene dalla ri­ scontrata ; onde è stato savio consiglio facilitare i mezzi ordinari e gratuiti per farvi fronte. E a ciò ha giovato l’espansione da noi lodata e caldeggiata. E quando si rifletta che la cifra dei biglietti che un tempo veniva a! baratto era forse poco più di un terzo di quelli che vengono oggi, e che pure in alcuni anni le spese per farvi fronte hanno su­ perato il milione, non si potrà non convenire che la Banca Toscana abbia acquistata una potenzialità nuova.

Certo nella riscontrata sono impliciti imbarazzi, i quali la Banca Toscana supera ormai felicemente per la solida base su cui ha saputo impiantarsi, ma che di per sé non sono il migliore elogio della le­ gislazione che governa i nostri Istituti di emissione; ma la questione è troppo grossa per potersi discu­ tere per incidenza. Onde concluderemo piuttosto col dire che per l’anno 1 8 8 5 l’ utile è stato di lire 35 per azione. Risultato il quale nelle condizioni pre­ senti del mercato è veramente soddisfaciente.

Noi siamo lieti che un Istituto già benemerito di questa regione toscana, dopo avere traversato un periodo ben fortunoso, abbia potuto essere imitabile esempio di attività volta a più larghi fini. Questo, a vero dire, ci pare più merito deH’amministrazione che lo dirige che della legge che governa le nostre banche di emissione e i cui inconvenienti quella amministrazione si sforza di combattere ; ma anche qui la dimostrazione sarebbe troppo lunga e d’altra parte inutile al nostro scopo.

EU u n POSTILI INTERNAZIONALI DI LISBONA

e le proposte per le riforme interne

Nella nostra epoca ancora tormentata da tante que­ stioni, che dividono i popoli, è confortante e rassicu­ rante a un tempo il gettare uno sguardo sulle istituzioni che tendono almeno ad avvicinarli. La buona arm o­ nia tra i popoli, sempre desiderabile, non è spesso che un melanconico augurio dei pensatori ; ma non ostante i periodi di lotta, il vincolo di solidarietà finisce sempre, presto o tardi, per riprendere il sopravvento. E le istituzioni internazionali come quella deU'Unionepostale, cooperano potentemente a mantenere le buone relazioni tra gli Stati, a renderle almeno sempre possibili anche se in gran parte

distrutte dalla forza degli avvenimenti, perchè faci­ litano un pronto ritorno alle pacifiche relazioni tra Stato e Stato.

Oggi i benefizi della Unione postale, goduti diu­ turnamente, entrati nelle nostre abitudini, non sono quasi più avvertiti, il che non toglie che qualora essa venisse a cessare, le relazioni sociali ne riceverebbero grave turbamento e non lieve nocumento. E quella solidarietà tra i vari paesi, che è spesso cosi scia­ guratamente rinnegata da certe dottrine economiche illiberali, ha avuto non è molto a Lisbona un nuovo suggello dagli Stati civili.

Dal 4 febbraio al 21 marzo 1 8 8 5 si sono radu­ nati a Lisbona i rappresentanti di ben 4 7 Stati, senza tener conto dei loro possessi coloniali ') , allo scopo di recare alla convenzione del 1 8 7 8 quelle modifica­ zioni che il progresso del servizio postale richiedeva. L ’ Unione postale è nata sul suolo della Svizzera dove il primo grande congresso è stato tenuto nel 1 8 7 4 , seguito da una riunione parziale nel 1 8 7 6 e da un secondo congresso generale tenuto nel 1 8 7 8 a Pa­ rigi. Se si considera 1’ ultimo congresso, può dirsi che giammai una riunione internazionale più com­ pleta si era vista. Omero e Gamoens si sarebbero compiaciuti a enumerare lutti i popoli rappresentati a Lisbona. Il rappresentante della Svezia sedeva accanto a quello della Repubblica di Liberia, quello della Bolivia accanto a quello del regno di Siam. Mentre nel 1 8 7 4 , dopo il Congresso di Berna, l’Unione comprendeva 2 2 paesi con una superficie di 4 0 mi­ lioni di metri quadrati e 3 4 5 milioni di abitanti, nel 1 8 8 4 essa abbracciava 5 3 paesi e un territorio di 8 0 milioni di m. q. con una popolazione di 8 3 2 milioni di abitanti. Da questo momento l’Unione merita veramente l’epiteto di universale perchè tutti i paesi, che hanno una amministrazione postale indi- pendente, ne fanno ora parte.

P er esaminare le varie questioni furono costituite tre commissioni di 2 2 membri ciascuna. Il compito che loro incombeva era quello di conciliare gli in­ teressi dell’amministrazione con quelli del pubblico. E non era un compito facile. L ’ organizzazione in­ terna e le finanze di ogni Stato non si prestano infatti all’ adozione immediata di tutte le riforme proposte. Invero l’introduzione di ur nuovo servizio può avere ed ha generalmente per conseguenza l’au­ mento del personale postale dando un accrescimento di spesa che può non essere ammessa dai Parla­ menti. Parimenti la riduzione e l’ uniformità delle tasse possono non essere compensate dall’ aumento del traffico. Ogni passo sulla via delle riforme dev’es­ sere adunque attentamente studiato da ogni am m

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148 L ’ E C O N O M I S T A 7 marzo 1886 lustrazione ti sopratutto da quelle dei paesi dove il

servizio postale è ancora nello stato rudimentale. In ciò la ragione del fatto, tuttora perdurante, che non tutti i paesi possono progredire egualmente a dare un buon servizio postale e che non tutte le ammi­ nistrazioni possono accettare taluni accordi, pur fa­ vorevoli al pubblico. Ma il progresso per essere lento non è meno continuo, e lo decisioni prese a Lisbona ne sono la prova migliore. Esse possono dividersi in due parti : quelle che interessano il pubblico e quelle che riguardano i rapporti delle amministrazioni tra loro.

Esaminiamo le prim e:

La missione principale della posta è il trasporto delle lettere. Il trattato di Berna aveva fissato a cent. 2 3 la tassa per la lettera semplice affrancata, del peso di 13 grammi con una sopratassa di 2 5 cent, per ogni 1 5 grammi in più o frazioni di questo peso. A questa tassa di 2 5 cent, gli Stali che hanno delle spese per transito marittimo eccedente 15 fr. per chilogrammo potevano aggiungere una sopratassa di 2 5 cent.; essi hanno pure il diritto di prelevare su ogni lettera una sopratassa di 7 5 cent, per spese speciali risultanti da servizi straordinari, come è il caso ad es. di certi stati dell’America del Sud dove i mezzi di comunicazione sono diffìcilissimi e assai costosi. E ra questo un progresso perchè si impe­ diva che alcuni paesi imponessero le più arbitrarie tasse di spedizione e di transito. Ma non bastava. Austria e Svizzera proposero di portare il peso delle lettere a 2 0 gr. però questa proposta non fu adot­ tata ; parimenti fu respinta la riduzione della sopra­ tassa sul transito marittimo da 2 5 cent, a 15 e solo si accordarono i vari Stati per l’abolizione della so­ pratassa di IO cent, accordata dal congresso di P a ­ rigi come misura di transizione agli Stati che hanno delle spese di transito marittimo di 5 fr. per chilo­ grammo di lettere.

Un’ altro progresso si ottenne riguardo alla tra­ smissione delle cartoline postali ammettendosi ora per tutti gli Stati contraenti lo scambio delle car­ toline postali con risposta pagata, per lo addietro ammesso soltanto da alcuni Stati. È questo, dice la relazione ministeriale, per fermo un progresso, seb­ bene non abbia ancora conseguito tutta quella esten­ sione che sarebbe desiderabile. Ed invero fu inteso che non tutti i paesi contraenti fossero obbligati ad emettere cartolina con risposta, bensì a dar corso a quelle ricevute da altri paesi.

Con un nuovo articolo si è posto termine anche ad una lunga controversia esistente tra le diverse amministrazioni circa la proprietà delle lettere in corso di spedizione, se cioè spettino esse al mittente ovvero al destinatario. La conferenza di Lisbona dopo lunga discussione, avvalorata del parere di illustri giuresconsulti, ha riconosciuto in massima che la proprietà di una lettera in corso, e fino al momento della distribuzione, appartiene al mittente. Presso di noi si riconosceva per consuetudine la proprietà del mittenle su di una lettera in corso quando questa era raccomandata e se ne conosceva per conseguenza l’au tore; ma delle lettere ordinarie, delle quali è ignoto lo speditore, 1’ amministrazione italiana riteneva essere padrone il destinatario. Sa­ rebbe necessario però che le norme per ritirare o sviare una lettera in corso di spedizione fossero ben rigorose ed avessero la approvazione di tutti gli Stati della Unione.

Il nuovo accordo stabilisce all’ art. 5 bis che lo speditore d’ un oggetto di corrispondenza può farlo ritirare dal servizio o farne modificare l’ indirizzo fino a che questo oggetto non è stato consegnato al destinatario. E la disposizione non è obbligatoria pei paesi la cui legislazione non permette alio spe­ ditore di disporre d’ un invio in corso di spedizione. La nuova convenzione determina meglio la respon­ sabilità delle amministrazioni contraenti nel caso dello smarrimento di lettere raccomandate. Siffatta re­ sponsabilità traduceudosi sempre nel pagamento del compenso di lire 5 0 , era opportuno di ben deter­ minare tutti i casi, i modi ed i limiti di tempo in cui ogni amministrazione può essere impegnata a questo pagamento.

Tali sono le disposizioni della convenzione gene­ rale interessante il pubblico. Altre ve ne sono Vela­ ti ve ai rapporti tra le amministrazioni ; così la sta­ tistica fatta finora ogni due anni, durante un mese, simultaneamente in tutti i paesi dell’Unione allo scopo di determinare gli averi di ciascuna amministrazione, per effetto del transito terrestre o marittimo, sarà fatta d’ ora in poi ogni tre anni durante 2 8 giorni.

Ma oltre quella generale furono stipulate a Lisbona altre convenzioni speciali. Tre riguardano anche il nostro paese.

Con la prima, a parziale modificazione della conven­ zione 5 novembre 1 8 8 0 fu stabilito in massima che il peso dei pacchi postali possa salire da 5 a 5 chilo­ grammi. L ’Italia però ed alcune altre amministra­ zioni non potendo ancora, per ragioni speciali ine­ renti ai proprio servizio ammettere questo maximum,

vollero fosse lasciata facoltà alle amministrazioni di mantenere il peso attuale e di accettare il nuovo limite.

Si determinò anche che i pacchi postali possano portare una dichiarazione di valore il cui limite massimo potrà essere fissato da ciascuna parte senza però poter essere inferiore a lire 5 0 0 mediante una tassa pari a quella stabilita per l’invio di lettere con dichiarazione di valori e furono ammessi anche i pacchi detti con assegno.

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7 marzo 1886 L ’ E C O N O M I S T A

149 Tali sono gli accordi stipulati alle conferenze di

Lisbona ; accordi che entreranno in vigore col 1 ° aprile di quest’ anno. Molto si è fatto dal 1 8 7 4 a ma opera non minore rimane a compiere, sopratutto per perfezionare il servizio. Di più è neces­ sario che oltre alle riforme, le quali mirano a darci un servizio internazionale preciso e a buon mercato non manchino quelle pel servizio interno. A questo scopo l’on. Ministro Genala, di concerto coll’on. Ma­ glioni, ha presentato il 2 dicembre scorso un pro­ getto per la riforma della logge postale 5 mag­ gio 1 8 6 2 e delle leggi successive. Crediamo che i nuovi accordi internazionali rendano necessaria una sollecita discussione di quel disegno di legge della quale ecco riassuntivamente le disposizioni principali che ci riserviamo ili esaminare fra breve.

E istituito il biglietto postale che sarà un che di mezzo tra la lettera e la cartolina, sarà lettera per­ che chiuso, sarà cartolina perchè di spazio limitato ; il suo prezzo sarà di 16 centesimi. E una eccellente novità che incontrerà senza dubbio il favore del pubblico come venne generalmente lodata da tutti coloro che sin qui esaminarono le proposte del- l’on. Genala.

La tassa fissa di 3 0 cent, per gli oggetti ra cco­ mandati è ridotta a 2 3 , portandola così alla stessa misura delle raccomandazioni nel servizio interna­ zionale; e I indennità, in caso di smarrimento, è ridotta da L. 5 0 a 25.

Le stampe non periodiche, i libri, le incisioni, fotografie, litografie, ecc., si potranno raccomandare con soli IO centesimi.

Il servizio delle lettere assicurate con valore di­ chiarato è esteso a tutti gli Uffici del Regno, ed è abolito l’obbligo inutile del riconoscimento dei valori.

L’ unità di peso per l’affrancatura delle stampe è portata da 40 a 5 0 grammi ; e il francobollo delle circolari è invece portato da 2 - a 5 centesimi, imi­ tando anche in eio quello che si fa all’estero, e visto che ì due centesimi sono una tassa di favore ecce­ zionale, non giustificata da vera necessità.

L’ art. 7 del progetto riduce a cent. 5 0 la tassa dei libretti di ricognizione, i quali potranno così util­ mente ottenere una maggiore diffusione.

E pure diminuita l’attuale tariffa dei vaglia supe­ riore a 1 0 0 lire, invero troppo elevata, specialmente per le grandi città, ove ci sono tanti mezzi, anco gratuiti, per la trasmissione dei valori. Si capisce peraltro come la riduzione della tassa pei vaglia non possa essere grandissima, poiché all’AmminisIrazione postale^ questo servizio costa spese non indifferenti. Ma un’ utile innovazione, a vantaggio dei privati, saranno le cartoline o biglietti póstali, o con la somma già iscritta, o tali da riempirsi dal pubblico; ciò farà risparmiare la spesa di spedizione del va­ glia in lettera chiusa.

Il progetto contiene anche delle norme di garanzia contro la non esazione dei vaglia : consistenti, tra altro nel rinnovare gratuitamente e d’ ufficio, a fa­ vore del mjttente, i vaglia non riscossi entro un m ese; e, d’ altra parte, contiene delle norme di fa­ cilitazione per la loro esazione.

L introdotto, sull esempio d’altri Stati, il servizio delle riscossioni degli effetti di commercio ( cambiali, assegni, lettere di vettura, note di pegno, fed i di deposito, polizze di carico, note di commissioni, ecc.) sino a L. 1000.

Finalmente i pacchi postali potranno essere spedili con dichiarazione di valore o con assegno. Il Go­ verno poi chiede la facoltà di elevare con decreto reale, appena la crederà opportuno, il peso dei pac­ chi da 3 a 5 chilogrammi.

Rivista Bibliografica

Dott. Umberto Caratti. — Estimo o denuncie? — Studio sul riordinamento della imposta fondiaria. — Milano, Durnolard, 1886.

A giudicare dell’ opuscolo clic abbiamo dinanzi a noi il sig. Caratti ci appare un rivoluzionario e, come quasi tutti i rivoluzionari, egli esagera il lato cattivo di quanto vuole abbattere, e quello buono di ciò che vorrebbe sostituirvi. Tutto il male secondo lui sta nell’aver per base l’applicazione dell’imposta fondiaria l’estimo fondato sul catasto, mentre tutto il bene lo si ritroverebbe nel sistema dello denuncie.

A quanto pare l’Autore non riconosce quel canone il quale vuole che, non chi gode di una ricchezza, ma la ricchezza stessa sia colpita dall’imposta. Così egli vorrebbe che dal reddito imponibile d’un fondo si avesse a detrarre la parte corrispondente agli in­ teressi passivi dei debiti del proprietario anche se codesti debiti non furono contratti per migliorie agricole.

Egli vuole rendere soggettiva l’imposta fondiaria perchè soggetive e non reali gli appaiono le altre imposte come p. e. quella sulla ricchezza mobile, e però vorrebbe che la riscossione della imposta fon­ diaria avesse luogo coi medesimi mezzi e criteri che si usano riguardo ai redditi della ricchezza mobile.

Da principio 1 Autore si dà un gran da fare per stabilire la demarcazione fra catasto e censo che e<di crede troppo spesso si confondano l’uno con l’altro: e, mentre prima sembra volere il catasto unicamente a scopo di accertamento e di delimitazione delle sin­ gole proprietà, da ultimo viene ad accettare che il catasto sia d’ajuto all’accertamento della imposta, pur non volendo un catasto estimativo. Non è detto una parola del credilo fondiario e della utilissima base dì cui esso verrebbe a mancare per la mancanza d’un catasto estimativo; a quanto pare codesta questione del credito fondiario non merita l’attenzione dell’Au­ tore il quale ricorre ai colori più foschi della sua tavo­ lozza per farci un quadro commovente dei danni, certo non tutti immaginarli del censo qual base d’im­ posta : ma quei colori egli gli butta via quando viene la volta del dipingerci il quadretto di genere del si­ stema delle denuncie.

Tacciamo di molte affermazioni assai azzardate e insufficientemente corredate da argomenti seri, tac­ ciamo di conseguenze stiracchiate a comodo della tesi preconcetta dell Autore. Ma ciò che ci meravi­ glia si è come egli, tanto caldo fautore del sistema delle denuncie, non abbia speso poche parole per di­ fenderlo dai gravi e notori appunti che ad esso si sogliono fare.

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150 L ’ E C O N O M I S T A 7 marzo 1886 poste : ha dimostrato pure una certa conoscenza della

materia eh’ a preso a trattare, ma, tutto sommato non crediamo che il suo opuscolo abbia ad aumen­ tare grandemente il numero dei seguaci del sistema delle denuncie.

R. Cobniani.

Adolph Soetbeer. — Materialien zur Erläuterung und Beurtheilung der wirlhschaftlichen Edelmetallver- hällnisse und der Währung sfr age. — Berlin, 1885, pag. 107 in-4.

Ottima fu senza dubbio l’ idea del direttore del - 1’ « Associazione per la protezione degli interessi economici del commercio e dell’ industria » di in­ caricare il prof. Soetbeer di raccogliere i « materiali » ossia i dati più importanti per illustrare le condi­ zioni dei metalli preziosi e dare un giudizio sulla questione monetaria. Il diligente raccoglitore di questi « materiali » è così favorevolmente noto per le sue precedenti pubblicazioni, le quali giustamente lo fanno annoverare tra i più competenti in cotesta intricata materia, che sarebbe superfluo l’estenderci a dimo­ strare la importanza del lavoro surriferito. Ci basti adunque indicare le parti che lo compongono, spi­ golando qua e là alcune cifre. Il libro comprende sette parti e un’appendice.

Anzitutto il prof. Soetbeer riferisce i dati relativi alla produzione dell’oro e dell’ argento dal 1 4 9 3 al 1 8 8 4 inclusivamente. Per non risalire troppo oltre noteremo che dalle cifre esposte risulta che dal 1831 al ISSI' la complessiva produzione fu di chilogram­ mi 6 ,2 0 0 ,0 0 0 d’oro e 5 4 ,3 0 0 ,0 0 0 di argento e quella annuale media negli ultimi 4 anni 1 8 8 1 - 8 4 fu di circa 1 4 4 ,0 0 0 chiì. di oro contro 2 ,8 0 0 ,0 0 0 chil. di argento. A formare queste ultime cifre concorrono principalmente gli Stali Uniti, l’Australia e la Russia per l’oro, gli Stati Uniti, il Messico - Perù - Bolivia e Chili presi insieme e la Germania per l’argento.

Nella seconda parte — il rapporto di valore tra l’oro e l’argento — troviamo una tabella sul prezzo dell’ar­ gento in Londra dal 1851 al 1 8 8 5 , distinta ciascuna annata per mesi ; vi si vede come il prezzo dell’oncia

standard sia sceso da 61 pence, media del 1851 al

disotto di 5 0 pence, media del 1 8 8 5 e la corsa di ­ scendente cominciò dal 1 8 7 3 . Conseguentemente il rapporto tra 1’ oro e l’ argento dopo essere rimasto dal 1 8 5 1 al 1 8 7 3 al disotto di 1 : 15 1 /2 saliva gradatamente a 1 : 19 e 1 : 2 0 .

Il consumo o l’ impiego dei metalli preziosi è po­ scia studiato per ciascuno dei principali paesi quali Germania, Russia, Austria-Ungheria, Francia, Bel­ gio, Italia, Gran Brettagna, Australia, Stati Uniti, Paesi Bassi e tanto per le coniazioni quanto per l’uso industriale.

Secondo il Soetbeer dal 1851 al 1 8 8 4 , cioè in un periodo di 3 4 anni, sarebbero state coniate nei paesi civili

(in

den Kulturländern) circa 8 ,1 4 4 ,0 0 0 chi­ logrammi d’oro e oltre 4 0 ,0 0 0 ,0 0 0 di chilogrammi d’ argento. In modo particolare esamina le esporta­ zioni e le importazioni dell’ India nel periodo 1 8 5 1 -8 4 . In seguito espone minutamente il movimento dei metalli preziosi tra i principali paesi, come tra la Francia e l’ Inghilterra, tra l’ Inghilterra e gli Stati Uniti, tra la Francia e gli Stati Uniti, l’ Italia e la Francia eco. e l’importazione e l’esportazione com ­ plessiva di ciascuno di essi.

Ma la parte forse più interessante è quella relativa all’incasso metallico (Edelm etall-Vorrat) delle prin­

cipali banche e alla circolazione dei veri paesi. Per ogni banca l’Autore riferisce le cifre dell’ incasso metallico (oro e argento) e dei biglietti in circola­ zione dal 1 8 5 0 a oggi.

11 complessivo ammontare dell’incasso metallico in oro delle Banche e dei tesori il Soetbeer calcola alla fine del 1 8 8 4 in marchi 4 8 5 0 milioni ; e quanto al presuntivo stock monetario esistente, egli dà que­ ste cifre: 1 3091 milioni di marchi in oro e 8751 milioni di marchi in argento al valore nominale.

I corsi degli sconti e dei cambi dal 1851 al 1 8 8 4 coi massimi e minimi (6 a parte) e il movimento dei prezzi in generale e la potenza d’acquisto del­ l’oro ( 7 a parte) completano questa raccolta. Quanto al movimento dei prezzi non occorre segnalare l’ im ­ portanza di questo studio ove sono riassunte le opi­ nioni espresse dal Goschen, dal Gififen, dal Mulhall, dall’ Hansard, dal Nasse e da alcuni altri sulla grave questione dell’ influenza della moneta sui prezzi, poiché alcune di quelle opinioni furono già riportate

ne\\’ Economista discorrendo del ribasso dei prezzi.

Ma il Soetbeer non si è accontentato di presentarci numerose e chiare tabelle ; bensì analizza e com ­ menta i dati con una critica magistrale veramente interessante e istruttiva. È adunque una raccolta indispensabile per chiunque voglia trattare della que­ stione monetaria con vera conoscenza dei fatti, e, come tale, crediamo sarebbe utilissimo che fosse messa alla portata di tutti gli studiosi, volgendola nelle varie lingue. Oggi che la questione monetaria è più che mai una questione aperta ed esige studio perseverante da parte degli economisti di ogni paese non si può che essere grati al prof. Soetbeer per la fatica alla quale si è sobbarcato ed esprimere il de­ siderio che il suo lavoro (del quale sta preparando una seconda edizione) possa sempre meglio com ­ pletarsi e soddisfare i bisogni della scienza.

R . D . V .

Notizie. — Nuove pubblicazioni pervenuteci: Dalla solerte Unione-tipografico-editrice : La di­ spensa 1 3 ma voi. X , parte prima della Biblioteca del-

l'Economista (continuazione della Scienza delle F i­

nanze del Leroy-Beaulieu) e la dispensa 2 0 a del voi. X l-X H seguito del Manuale dello Schonberg.

Journal of thè Statlstical Society. — Voi. 4 4 , parte 4* (dicembre). London, E . Stanford, 1 8 8 5 .

Commissione reale d’inchiesta sulle Opere pie.

— Statistica delle Opere pie e delle spese di bene­ ficenza sostenute dai comuni e dalle provincie. Voi. I. Piemonte (Introduzione). — Roma 1 8 8 6 tip. G. Ver- desi e C.

Eugène Vérou. — La morale — Paris, C. Rein- wald, 1 8 8 4 , pag. 4 8 0 .

Memoria del Banco della Provincia di Buenos Ayres. — Anno 1 8 8 4 . Buenos-Ayres, Stabilimento tip. « del Naeional » 1 8 8 5 , pag. 1 0 3 .

Direzione Generale dell’ Agricoltura. — Rivista del servizio minerario 1 8 8 3 . — Firenze, tipografia G. Barbera.

Idem. — Annali di Agricoltura. Studi ulteriori sulla infezione malarica del prof. Marchiafava e do». A. Celli, Roma tip. Eredi Botta, 1 8 8 6 , pag. 27.

(7)

7 marzo 1886 L ’ E C O N O M I S T A

151 D irección de E stad ística General. — Annuario

Estadístico de la República Oriental del Uruguay Anno 1884. — Montevideo, Tipografia Oriental, 1 8 8 5 pag. 4 6 1 .

RIVISTA ECONOMICA

I l r is c a t t o d e lle s e rv itù p r e d ia li in G erm a n ia.Le

Banche c o lo n ia li d e lla F r a n c ia .L 'e m ig ra zio n e

tedesca n e l 1 8 8 5 .L a s itu a z io n e econom ica di

M a s s a u a .

Dall’Annuario dell’ufficio di statistica prussiano ri­ leviamo lo operazioni eseguite dalle Bentenbanlcen isti­ tuite colla legge 2 marzo 1 8 5 0 per il riscatto delle servitù prediali. Come è noto I’ abolizione del vas­ sallaggio [Gutsunthciniglceit) in Prussia data dall’ e- ditto 9 ottobre 1 8 0 7 che aboliva la feudalità .a co­ minciare dall’ 11 novembre 181 0 . I possessori dei terreni furono investiti della piena ed immediata pro­ prietà dei loro beni ed autorizzati a riscattare con denaro i tre quarti delle servitù che erano loro im­ poste a profitto dello Stato o dei Comuni. Disposi­ zioni successive regolarono tale materia finché il 2 marzo 1 8 5 0 furono pubblicate tre leggi; la prima che riguardava il riscatto delle servitù prediali ; la seconda la creazione di banche fondiarie (Renten-

banhen) destinate a facilitare tali riscatti; la terza

che modificava o completava le leggi sulla soppres­ sione della indi visione. La procedura del riscatto ri­ sultò nella pratica ad un pagamento d’ indennità con­ sistente in un capitale versato una volta tanto, ed in una serie di annualità da pagarsi in denaro, in se­ gale od anche in terre. Quando i pagamenti fossero stati convenuti in danaro, poteano i creditori e de­ bitori domandare che le somme fossero riportate presso le banche istituite dalla legge citata, ed il debitore potesse a sua scelta o pagare in contanti 1 8 volte la rendita convenuta, od impegnarsi a versare tale rendita durante 41 anni e mezzo od anche nove de­ cimi della rendita stessa durante 5 6 anni e mezzo. In ogni caso però il debitore aveva immediatamente affrancato il fondo da ogni servitù, e poteva liberarsi da ogni ulteriore versamento convertendo le annua­ lità rimanenti ancora in un determinato capitale.

Le operazioni delle Rentenbanken fino al primo ottobre 1 8 8 5 hanno dato i seguenti risultati : — 2 1 ,5 3 0 ,3 5 7 marchi di rendite trasferite alle banche; 4 7 6 ,8 9 4 ,6 5 8 marchi di indennità pagate ai proprie­ tari creditori, della qual somma 4 7 4 ,8 7 7 ,5 0 0 marchi in obbligazioni e 2 ,0 1 7 ,1 5 8 in danaro ; — finalmente furono ammortizzate obbligazioni per un capitale di 1 0 8 ,3 7 2 ,3 0 0 marchi.

— Il Journal OJicielha pubblicato un interessante rapporto sul funzionamento delle Banche coloniali della Francia per I’ esercizio 1 8 8 4 - 1 8 8 5 (1° luglio 1 8 8 4 — 3 0 giugno 1 8 8 5 ).

Le banche di cui si conoscono i risultati sono quelle della Martinica della Guadalupa, della Riu­ nione, della Guyana, del Senegai e dell’Indo—China. Tutti questi stendimenti hanno veduto i loro affari restringersi durante quel periodo eccetto la Banca del Senegai e quella dell’ Indo-China alle quali le operazioni in corso diedero una grande attività.

Gli interessi percepiti variarono dal 4 al 1 5 per 0[o

all’anno secondo la natura dei servizi rosi. I divi­ dendi pagati agli azionisti non sono stati che del 5 per 0|o nel 1 8 8 4 -8 5 in luogo del 1 4 per 0|0 ripartito nel 1 8 8 3 —8 4 dalla Banca della Martinique del 7 ,4 0 contro il 1 5 ,4 0 per quella della Guada- lupa del 2 ,5 0 invece del 1 6 per quella della R iu ­ nione del 1 8 ,0 6 invece di 18,81 per quella della Gujana di 1 8 ,1 0 invece del 1 2 ,6 0 per quella del Senegai o di 1 2 ,8 0 invece di 1 2 ,2 0 per quella del- l’ Indo-China.

Il rapporto indica il ribasso degli zuccheri quale causa della difficile situazione finanziaria della Mar­ iinique, della Guadalupa e della Riunione. Ma ò anche noto che queste colonie francesi hanno ormai abbandonato il regime liberale introdotto prima del 1 8 7 0 ed ora per avere un privilegio senza im­ portanza pei loro scambi colla metropoli hanno alie­ nato la loro immunità dai deleteri dazi doganali. Il vantaggio è nullo assolutamente; non possono vendere a miglior prezzo, ma invece pagano più caro ciò di cui hanno bisogno.

Sono le solite conseguenze del protezionismo. — L ’emigrazione tedesca dai tre porti principali della Germania è diminuita sensibilmente nel 1 8 8 5 in relazione agli anni precedenti.

Nel corse dell’anno 1 8 8 5 sono partile da Amburgo, Brema e Stettino 1 5 5 ,1 4 7 persone di cui 8 8 ,9 0 0 te­ deschi, mentre questo numero era stato di 1 9 5 ,4 9 7 (1 2 6 ,5 1 1 tedeschi) nel 1 8 8 4 ; di 2 0 1 ,3 0 8 (1 4 3 ,9 4 7 tedeschi) nel 1 8 8 3 e di 2 3 1 ,5 5 7 (1 6 9 ,0 3 4 tedeschi) nel 1 8 8 2 .

Dei 1 5 5 ,1 4 7 emigranti del 1 8 8 5 6 9 ,4 0 3 sono par­ titi da Amburgo, 8 3 ,9 7 3 da Berna e 1,771 da Steltino. Secondo l’aggruppamento degli emigranti per mesi si nota che il numero degli emigranti è stato più rilevante nei mesi di aprile e maggio.

Quanto alla loro origine, il più forte contingente proviene dalle provincie prussiane della Pomerania, dalla Prussia occidentale da Posen, mentre le pro­ vincie più popolate non hanno dato che una cifra re­ lativamente poco elevata.

La corrente principale dell’ emigrazione si dirige, come pel passato, verso gli Stati Uniti, dove si re­ carono 84,631 persone; verso il Canada si dires­ sero 6 9 2 emigranti, al Brasile 1 ,0 0 1 , alla Repubblica argentina 7 2 6 , verso il Chili 6 8 2 . Lo nuove Colonie tedesche non pare che abbiano grandi attrattive, perchè soltanto 2 9 4 persone emigrarono verso l’Au­ stralia./

— È stata recentemente pubblicata una relazione di un ufficiale della marina militare austriaca sulle condizioni economiche di Massaua. Potendosi consi­ derare questo porto e il suo territorio come una colonia italiana, crediamo opportuno e utile darne un breve riassunto.

La importazione ed esportazione complessive di Massaua si calcolavano nel 1881 secondo i dati uffi­ ciali a 2 4 milioni di piastre egiziane di cui 1 5 mi­ lioni alla esportazione e 9 alla importazione. Ma se si tiene conto della inesattezza delle notizie date dagli uffici doganali e se si ritiene che il valore delle merci sia in media del 1 0 per eento più basso di quello reale, la relazione crede che, si può con sicurezza aumentare il valore effettivo del 4 0 0|0. Si può quindi ritenere che il movimento commerciale di Massaua rappresenti un valore di circa 3 3 milioni di piastre che equivalgono a 8 milioni delle nostre lire.

(8)

sa-L ’ E C O N O M I S T A i m a rz o 152

pere che è cresciuto in modo molto notevole il com­ mercio di Massaua con Trieste, inquantochè tutto il legname per costruzioni di baracche direttamente o indirettamente, proviene da Trieste. L ’ importazione del legno in Massaua si calcolava a pochi mesi in­ dietro a un milione di lire. Anche la farina è quasi esclusivamente importata dai mulini Economo e Gi­ sella che lavorano sul territorio austriaco. E dal­ l'Austria vi si importano pure lo zucchero in piccoli pani, la birra di Dreher, i vini di Ungheria, questi ultimi però in piccola quantità. Notevole è la im­ portazione delle perle in vetro, che provengono dalla Boemia e da Venezia. Le perle boeme sono preferite dalle negre, ma non rappresentano che il 3 0 per cento delle perle importate, sia perchè per le alte spese di trasporto sono vendute a caro prezzo, sia perchè sono adoperate soltanto dalle caste superiori.

P er quel che riguarda la esportazione di Massaua verso l’ Austria Ungheria troviamo in primo luogo il commercio delle pelli il quale ammonta comples­ sivamente a IO mila balle per un valore di 3 milioni di lire e un peso di 1 5 0 0 tonnellate. Verso l’Austria ne andarono I’ anno scorso 1 5 0 0 balle.

L ’ esportazione totale della madreperla raggiunse il peso di 2 0 0 tonnellate e altrettanto quello della gomma.

Rileviamo dalla relazione che stiamo riassumendo, che la introduzione di una specie di cabotaggio da parte del Lloyd austro-ungarico sarebbe per molti riguardi lucrosissimo. Non si tratterebbe ili toccare Massaua od airi luoghi mediante i vapori delle linee indo-chinesi, ma bensì di un Vero commercio di ca­ botaggio fra i porti del M ar Rosso compresivi quelli sulle grandi linee. Questi vapori dovrebbero toccare i capolinea di Aden, Suez, Suakin, Massaua ed Hodeida. Nel commercio di cabotaggio il burro abissino che è consumato in tutto il Mar Rosso costituisce l’ar­ ticolo principale" il valore del quale si calcola al­ l’esportazione per un milione di lire. Vengono poi i vari prodotti marittimi principalmente i sali ec., ec., e poi il bestiame bovino e le pecore. Finora il ca­ botaggio è quasi esclusivamente nelle mani della compagnia Chediviale di navigazione generale la quale per mancanza di altra concorrenza non ha ta­ riffe fisse, ma le va aumentendo a suo piacere.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

ni 31 gennaio 1886

Il conto del Tesoro alla fine di gennaio p. p. cioè a dire alla fine del settimo mese dell’ esercizio finan­ ziario 1 8 8 5 -1 8 8 6 dava i seguenti resultati:

/ V t t i v o :

Fondi di Cassa alla scadenza dell’eser­

cizio finanziario 1884-85. . . L. 383,360,000.04 Crediti di Tesoreria alla scadenza

dell’ esercizio suddetto. . . . » 64,259,624.53 Incassi dal 1° luglio 1885 al 31

gennaio 1886 (Entrata ordin.). » 852,414,161.94 Entrata stra ord in a ria... » 131,901,066.13 Debiti di Tesoreria al 31 gen. 1886 » 600,231,450.72 L. 2,055,694,699.36

P a s s i v o :

D ebiti di Tesoreria alla scad.

dèll’eser-cizio finanziario 1884-85 . . . L. 553,449,557.20 Pagamenti dal 1° luglio 1885 al 31

gennaio 1886 ... » 1,016,424,070.77 Crediti di Tesor.“ a l31 gen. 4886» 137,155,093.64 Fondi di Cassa al 31 gen. 1886 » 348,655,977.65 Totale L. 2,055,694,699. 36

Dal prospetto comparativo degli incassi e dei pa­ gamenti apparisce che nel mese di gennaio p. p. gli incassi ammontarono a L. 1 1 2 ,9 7 4 ,1 0 3 .7 8 con un au­ mento sul mese corrisp. del 1 8 8 5 di L . 5 ,4 4 5 ,2 6 1 .3 4 . Aumentarono i versamenti per le tasse di succes­ sione, di manomorta e di registro, quelli delle tasse di bollo in parte per incassi mancati nel dee. 1885 e quelli infine delle tasse in surrogazione del bollo, del registro e delle tasse ipotecarie , e tutti questi aumenti che appartengono a! capitolo tasse in am­ ministrazione del M inistero delle finanze dettero un maggiore incasso di L. 2 ,7 6 8 ,5 5 0 .3 3 . Un altro au­ mento degno di essere notato è quello al capitolo tassa sulla fabbricazione degli s p ir it i, b i r r a , ecc., che ammonta a L. 1 ,6 1 5 ,3 1 4 .7 4 e che deriva dalla maggiore operosità delle fabbriche nell’ epoca ante­ riore alla elevazione della tassa. I servizi diversi det­ tero un maggior incasso di L . 6 ,5 7 4 ,2 0 1 .9 5 derivato dal versamento delle quote dovute allo Stato sui pro­ dotti lordi delle ferrovie, che a norma dei contratti fu effettuato nel primo giorno di gennaio pel bimestre novembre-dicembre. Il capitolo costruzione di strade ferra te presenta infine un aumento di L. 1 ,4 9 7 ,0 5 2 .6 2 ed ecco co m e: nel gennaio 1 8 8 5 furono versate L . 2 ,3 7 8 ,1 1 6 .6 5 per rimborsi e concorsi dalle pro- vincie e dai comuni a sensi dell’ articolo 1 5 della legge 29 luglio 1 8 7 9 mentre invece nel gennaio 1886 non furono versate per tale titolo che sole L . 9 1 ,6 0 5 ,2 4 . Di fronte però a tale diminuzione nello scorso mese essendo state introitate L . 4 ,0 0 0 ,0 0 0 pel passaggio del conto corrente della Tesoreria centrale al bilancio delio Stato di parte del prezzo dei materiale mobile versato dalle Società esercenti le ferrovie, si ha così il maggiore incasso nel gennaio 1 8 8 6 .

F ra le diminuzioni meritevoli di essere rilevate no­ tiamo quella di L . 6 ,5 7 7 ,4 1 3 .8 4 al capitolo dogane e d iritti m arittim i, diminuzione derivata dalle mi­ nori importazioni stante lo stock esistente nel mer­ cato e che fu costituito prima che andassero in v i­ gore gli aumenti di tariffa sul caffè, sullo zucchero, e sul petrolio ; e una diminuzione di L. 2 ,2 9 0 ,2 0 1 .4 3 sui sali prodotta dalla diminuzione della tariffa sui sali che andò in vigore col 1 ° gennaio p. p.

I pagamenti nel mese di gennaio ammontarono a L . 1 2 1 ,3 8 0 ,0 0 2 .5 4 con un aumento di L. 1 6 ,4 8 9 ,6 7 0 .1 2 sul gennaio 1 8 8 5 .

Dal 1° luglio 1 8 8 5 a tutto gennaio 1 8 8 6 cioè nei primi sette mesi dell’esercizio finanziario 1 8 8 5 -1 8 8 6 gli incassi ammontarono a L. 1 ,0 0 7 ,8 4 3 ,6 2 3 .8 7 con un aumento sul periodo corrispondente del 1884-85 di L. 1 1 7 ,7 4 1 ,9 5 6 .3 8 , nel quale aumento il capitolo costruz. di strade ferr. vi entra per L . 7 9 ,7 0 6 ,1 2 6 .5 3 e le p a rtite di giro per L . 8 ,1 8 1 ,4 9 2 .8 1 .

Nello stesso periodo i pagamenti sommarono a L . 1 ,0 1 6 ,4 2 4 ,0 7 0 .7 7 con un aumento sul corrispon­ dente periodo dell’esercizio precedente per l’ammon­ tare di L. 4 0 ,5 4 1 ,4 8 8 .6 4 .

(9)

7 m a rz o 1886 L ’ E C O N O M I S 153

previsioni del bilancio, e con gl’incassi ottenati nel

gennaio del 188 3 .

IL

T A

CONSORZIO NAZIONALE

Entrata ordinaria effettiva Redditi patrimoniali... L. Imposta fondiaria... Imposta sui redditi di ric­

chezza m o b ile ... Tasse in amministrazione

della Direzione Generale del Demanio .. . ... Tassa sul prodotto del movi­

mento a grande e piccola velocità sulle ferrovie. .. Diritti delle Legazioni e dei Consolati all'estero... Tassa sulla fabbricaz.degli

spiriti, birra, eco... Dogano e diritti marittimi. Dazi interni di consumo., . Tabacchi... S a l i ... Multe e pene pecun iarie... L o t to ... ... Poste... Telegrafi... Servizi div ersi... Rimb. e concorsi nelle spese Entrate diverse...

Entrata straordin. effettiva.

T o t a le .... L .

Differenza differenza Incassi col cogli nel gen. dodicesimo incassi

1886 preventivato del gen. 1885 2,894,666 -+- 1,287,440 4 - 286,768 33,844 — 14,296,015 + 817 5,612,464 — 11,397,536^ + 1,703,587 20,600,610 + 6,799,110 + 2,768,559 1,461,716 + 24,216^ + 52,513 106,494 -f- 2 3 , l o J + 82,876 3,369.208 + 1 ,538,875!+ 1,615,314 11 233,842 — 3,599,491 — 6,577,413 6,644 368 — 51,402 — 178,498 13,704,591 — 987,075 — 946,027 6,160,307 — 1,006,359 — 2,290,201 4044- 238 — 1 5.860, 089 — 181,577 — 490,103 3,765,8214- 290,821 656,240 893,801 — 53,609 — 2,477 9.747.64Í 4 - 3,642.712 -+- 6, 574, 204 1, 678, 247 — 61,076 — 141,881 233,96Í — 236,081 — 17.541 7,202,921 + 6, 364, 8614- 1,930,114 101,300,961 —12,512,7644- 5,169, 386

Da questo specchio comparativo resulta che nel mese di gennaio gli incassi effettivi superarono di L . 3 ,1 6 9 ,3 8 6 quelli ottenuti nel gennaio del 1 8 8 3 , ma furono inferiori di L . 1 2 ,0 1 2 ,7 6 4 all’entrata men­ sile preventivata. Nel prospetto pubblicato dalla Gaz­ zetta ufficiale gl’ incassi invece di L . 1 0 1 ,3 0 0 ,9 6 1 raggiungono la cifra di L. 1 1 2 ,9 7 4 ,1 0 3 , ma la dif­ ferenza è prodotta dal fatto che nel nostro conto non si sono calcolate le partite di giro, le quali non co­ stituiscono una vera e propria rendita per lo Stato. Inoltre aggiungiamo che i minori incassi nell’imposta fondiaria, e in quella sui redditi di ricchezza mobile di fronte al dodicesimo preventivato, dipendono dal fatto che queste due imposte che si riscuotono bimestral­ mente, vennero pagate nel successivo mese di febbraio.

E cco adesso il prospetto della spesa.

Pagamenti

Pagamenti nel gen. Differenza col 12.o | preventivato

Differenza coi pag.i del gennaio

1885 Ministero del Tesoro... L.

Id. delle fin a n z e... Id. di grazia giustizia

e dei culti... Id. degli affari esteri. Id . dell’ istruz. pubb Id. dell’ in tern o... Id . dei lavori pubblici Id . della guerra... Id . della m arin a ... Id. dell’agric. industr. e commercio. .. 54,501,026 15,516,310 2,867,521 -+- 658,684|4- 2, 704,312 — 4, 742,114 — 13,808, 713 — 18, 285,301 — 7,161,090 -R 8,121,553 -+-27,886,783 550, 901 — 2,466,855 43,658 4 - 29,959 23, 554 4 - 10,235 142,333;4- 152,765 595,585¡— 24,935 9, 819, 995!— 9,901,565 2,530, 8 4 7 5 5 4 , 3 9 2 621,436,4-1,387,653 1,134,928 -f- 74,575 - 29,978 To t a l e L. 121,380,002 — 20,896,062|+16,489,670

I pagamenti nel gennaio scorso furono inferiori di L . 2 0 ,8 9 6 ,0 6 2 al 4 2 ° preventivato, e superiori di L. 1 6 ,4 8 9 ,6 7 0 a quelli effettuati nel gennaio nel 1 8 8 5 .

Confrontando finalmente gli incassi e i pagamenti si ha :

Entrate nel gennaio 1 8 8 6 . . . L . 1 1 2 ,9 7 4 ,1 0 3 P a g a m e n t i ... » 1 2 1 ,3 8 0 ,0 0 2

Differenza in meno nelle entrate L. 8 ,4 0 3 ,8 9 8 Nel gennaio 1 8 8 5 si aveva avuto:

E n t r a t e ... L. 1 0 7 ,5 2 8 ,8 4 2 P a g a m e n ti ... » 1 0 4 ,8 9 0 ,3 3 2

Differ. in meno nelle entrate . L . 2 ,6 3 8 ,8 9 8

Al 3 0 settembre p. p. il patrimonio del Consorzio Nazionale ascendeva a L . 2 6 ,0 3 9 ,3 6 2 .3 4 ; al 31 dece rn- bre 1885 raggiungeva la somma di L. 2 6 ,1 1 8 ,7 1 8 .5 3 presentando così un aumento di L. 1 0 9 ,3 5 6 .1 9 .

Dall’elenco dei valori del Consorzio al 31 decem- bre apparisce che l’istituzione in quel giorno posse­ deva i seguenti capitali :

Cassa (numerario)... L-Rendita nominativa 5 % » Id. 5 0 /0 al portatore » Id. nominativa 3 0 10 . » Titoli diversi... 11

,

543

.

53 20

,

003

,

200.00 8 1

,

700.00 1 2

,

500

.

00 9

,

775

.

00 T o ta le ... L. 26,118,718.53

Dal prospetto dimostrativo della rendita entrata nel patrimonio dorante il 4 ° trimestre apparisce che in questo periodo furono acquistate dal Consorzio L. 4 ,0 0 0 di rendita, e che gli furono offerte in na­ tura L. 3 0 di rendita e che per conseguenza la ren­ dita aggiunta nei tre mesi al londo del Consorzio lu di L .* 4 ,0 3 0 del valore nominale di L. 8 0 ,6 0 0 .

Un ultimo prospetto riassume sommariamente tutte le operazioni di entrata e di uscita nel 4° trimestre dell’anno scorso dimostrando l’ aumento netto verni catosi nel trimestre per l’ importo di L . 7 9 ,3 5 6 .1 9 . I versamenti per offerte nello scorso 1 8 8 5 ammon­ tarono a L. 1 4 4 ,1 8 6 .7 0 . . , . Ne) corso dell’anno entrarono nel patrimonio de Consorzio L . 6 2 ,0 9 5 di rendita consolidata 5 0 /0 del valore nominale di L . 1 ,2 1 1 ,9 0 0 , delle quali 2 ,2 0 0 valore nominale offerto e L. 1 ,2 8 9 ,7 0 0 valore no­ minale acquistato.

L’asse patrimoniale che al 31 deeembre 1 8 8 4 re­ sultava essere di L . 2 4 ,8 7 4 ,9 8 2 .5 7 si è accresciuto nel 1 8 8 5 al netto di ogni spesa, di L . 1 ,2 4 3 ,7 3 5 .9 6 .

Tale era la situazione economica de! Consorzio alla fine del 1 8 8 5 . Però nel primi di gennaio ven­ nero esatti gli interessi semestrali che furono subito coinvolti in rendita; ai quali aggiungendovi i nuovi versamenti stati finora eseguiti si può fino da ora ritenere che il patrimonio del Consorzio nazionale supera attualmente la somma di L . 2 6 ,7 0 0 ,0 0 0 .

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

(Situazioni al 31 gennaio 1886)

Banca popolare di Lonigo. — Tra i sodalizi di

credito popolare è certamente degna di menzione la banca popolare di Lonigo.

Ne abbiamo ricevuto' il rendiconto d’amministra­ zione dell’ anuo 1 8 8 5 e dall’ esame accurato rile­ viamo che le rendite dell’anno furono di complessive L . 1 8 2 ,2 8 6 .1 5 e le spese di L . 1 3 4 ,0 2 2 .7 9 ; per cui una differenza di L . 4 8 ,2 6 3 .3 6 , le quali costituiscono gli utili netti della gestione.

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