Tavolo con foro e masse collegate da un filo
Figure 1:
Una massa m legata ad un filo di lunghezza l si muove senza attrito su un piano orizzontale. Tramite un foro sul piano, il filo viene mantenuto in tensione da una massa M appessa all’altra estremit`a.
1. Si determini e si studi il potenziale efficace scritto in funzione della co- ordinata radiale r. Determinare, in particolare, il raggio r0 dell’orbita circolare.
2. Ricavare esplicitamente il raggio minimo ed il raggio massimo dell’orbita percorsa dalla massa m nel caso in cui la lunghezza iniziale del filo sia d e la velocit`a iniziale v0 sia perpendicolare al filo stesso.
3. Determinare il tempo necessario per passare dalla distanza massima rmax alla minima rmin nel caso di orbite “quasi circolari”, cio`e con (rmax− rmin) << r0.
0.1 Potenziale efficace
Il moto della massa m viene pi`u facilmente descritto in coordinate polari (r, θ). Nel moto si conservano il momento angolare rispetto al polo O (foro) e l’energia meccanica.
( LO= mr2θ˙
E = 12m( ˙r2+ r2θ˙2) + +12M ˙r2+ M gr (1) 1
dove lo zero dell’energia potenziale della massa M `e preso ad una quota l al di sotto del piano, ed il contributo cinetico della massa appesa `e espresso in funzione di r. Essendo il moto della massa m piano, il momento della quantit`a di moto `e diretto lungo l’asse z perpendicolare al piano stesso.
Possiamo eliminare ˙θ ricavandolo dalla prima equazione e sostituendolo nella seconda:
E = 1
2(m + M ) ˙r2+ L2O
2mr2 + M gr ≡ 1
2(m + M ) ˙r2+ Uef f(r) (2) Il potenziale efficace appena definito diverge per r → 0 e per r → ∞, ed ha un minimo in
r0 = 3 s L20
mM g corrispondente alle traiettorie circolari.
L’andamento del potenziale `e rappresentato in figura 2; in figura `e anche riportato un possibile valore di E. Il moto `e confinato fra un raggio minimo ed un raggio massimo definiti dai punti di incontro fra curva e retta.
E = L2O
2mrm2 + M grm (3)
Figure 2: Potenziale efficace e possibile valore di E.
L’equazione di terzo grado risultante non ha, in generale, una soluzione analitica. Tale soluzione si pu`o trovare per le particolari condizioni iniziali di cui al prossimo punto.
0.2 Soluzione particolare
Nel caso in cui ~v0 sia perpendicolare al raggio vettore, il momento angolare rispetto al polo `e LO = mdv0 e l’equazione 3 si pu`o riscrivere come:
1
2mv02+ M gd = L2O
2mrm2 + M grm = 1 2md2
rm2 v02+ M grm (4) 2
Chiaramente una soluzione di questa equazione `e rm = d in quanto nei punti di “afelio” e “perielio” la velocit`a risulta perpendicolare al raggio vettore.
Infatti, portando tutto a primo membro in 4, risulta:
1
2mv20(1 − d2
rm2 ) − M g(rm− d) = 1
2mv20r2m− d2
r2m − M g(rm− d) = 0 (5) da qu`ı si vede esplicitamente che una soluzione `e rm = d mentre l’altra si ottiene da:
2M gr2m− mv20rm− mv02d = 0 (6) la cui soluzione positiva `e:
rm= mv20 4M g 1 +
s
1 + 8M gd mv20
!
≡ 1 +√ 1 + 8f
4f d (7)
dove abbiamo introdotto il numero adimensionale f = M gdmv2 0
.
Si noti che per f = 1 risulta rm = d. In questo caso, la forza peso M g e la “forza centrifuga” mv20/d sono uguali mantenendo la massa m lungo una traiettoria circolare. Pi`u correttamente: la forza peso della massa M , tramite il filo inestensibile e senza massa l, fornisce la forza centripeta nec- essaria a mantenere m in moto circolare uniforme di raggio d.
Se f > 1, l’equazione 7 indica che rm < d, quindi rm rappresenta il raggio minimo della traiettoria che avr`a d come raggio massimo. Questo corrisponde a M g > mv20/d, con ovvia interpretazione secondo quanto detto sopra. Il viceversa accade per f < 1.
0.3 Periodo dell’orbita
Il caso di orbite “quasi circolari” corrisponde ad una energia iniziale E che non si discosta molto dal punto di minimo del potenziale efficace (figura 2).
Per determinare il periodo di transito da rmax a rminpossiamo sviluppare il potenziale efficace intorno al minimo come nel caso delle piccole oscillazioni.
La pulsazione risultante `e:
ω2 = 1 (m + M )
d2U (r) dr2
r=r
0
= 3L20
m(m + M )r04 = 3M g (m + M )r0
(8) Il periodo di transito richiesto `e uguale a met`a del periodo di un’oscillazione completa:
T = π
s(m + M )r0
3M g (9)
Si noti che le orbite percorse dalla massa m non sono chiuse, per cui quanto scritto non equivale ad affermare che dopo un tempo 2T la massa m torna alla posizione iniziale.
3