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ANIMA SGR SPA Capitale Sociale: Euro 23.793.000 interamente sottoscritto e versato. La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

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ANIMA SGR SPA

Capitale Sociale: Euro 23.793.000 interamente sottoscritto e versato.

La SGR è soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’azionista unico Anima Holding S.p.A.

Consiglio di Amministrazione

Presidente: Livio Raimondi (indipendente)

Amministratore Delegato Alessandro Melzi D’Eril e Direttore Generale:

Consiglieri: Maurizio Biliotti (indipendente) Antonello Di Mascio

Maria Luisa Mosconi (indipendente) Francesca Pasinelli (indipendente) Gianfranco Venuti

Collegio Sindacale

Presidente: Gabriele Camillo Erba

Sindaci effettivi: Tiziana Di Vincenzo Claudia Rossi

Sindaci Supplenti: Enrico Maria Mosconi Carlotta Veneziani

Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A.

Depositario BNP Paribas Securities Services SA – Succursale di Milano

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INDICE

RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR ... 4

ANIMA INIZIATIVA ITALIA ... 10

ANIMA PRO ITALIA ... 21

ANIMA CRESCITA ITALIA ... 32

ANIMA CRESCITA ITALIA NEW ... 42

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RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI DI ANIMA SGR SULLA RELAZIONE PERIODICA AL 30 GIUGNO 2021

Forma e contenuto della Relazione di Gestione

La Relazione di Gestione Periodica (di seguito anche “Relazione”), è stata redatta in conformità al Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio, emanato con Provvedimento della Banca d’Italia del 19 gennaio 2015 e successive modificazioni ed è costituita dalla Situazione Patrimoniale al 30 giugno 2021 e dalla Sezione Reddituale per il periodo dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2021. La Relazione è redatta in forma abbreviata come previsto dal Regolamento al fine di procedere alla distribuzione di proventi ai partecipanti. La Relazione in forma completa, viene predisposta con cadenza annuale al 31 dicembre.

Mercati finanziari

Dall’inizio del corrente anno, sino al 30 giugno 2021, data di chiusura del periodo in esame, l’indice globale relativo alla classe azionaria ha fatto registrare una performance positiva di poco superiore a +13% in valuta locale (MSCI Net Total Return Local). I migliori ritorni a livello settoriale globale sono stati registrati sul settore energia, per effetto della dinamica ascendente delle quotazioni petrolifere e sul settore finanziario, in virtù delle fasi di risalita dei tassi. Nel semestre il mercato azionario statunitense ha messo a segno un risultato di +14,5%

circa (S&P 500 e NASDAQ). Il mercato azionario italiano ha registrato un guadagno di circa +13,5%, leggermente inferiore alla media dell’indice MSCI dell’area Euro (+15% circa) ed europea (+ 14,5% circa). Si è consolidato il trend di sovra-performance dei Paesi sviluppati rispetto a quelli emergenti (il mercato azionario Paesi emergenti ha guadagnato il +8% circa). La volatilità azionaria è scesa al di sotto dei livelli di inizio anno sino a valori pre- pandemici, dopo aver registrato alcune brevi fasi di picco.

Gli indici obbligazionari hanno espresso dinamiche eterogenee in valuta locale, con segni generalmente negativi sui comparti governativi, a causa della risalita dei rendimenti (US Treasury e Bund tedesco in primis). Negli Usa il movimento è stato guidato dall’aumento dei tassi reali e della breakeven inflation come riflesso di un miglioramento delle prospettive di crescita. Sino alla prima metà di maggio, i timori di una salita incontrollata delle pressioni inflazionistiche hanno sostenuto l’ascesa dei tassi governativi e alcune prese di profitto hanno colpito anche i mercati azionari. Da metà maggio, le rassicurazioni della Fed sulla volontà di mantenere condizioni di finanziamento favorevoli in un contesto di transitorietà delle pressioni sui prezzi avevano frenato la corsa dei tassi Usa, ripresa dopo che a giugno la Fed ha alzato le prospettive di crescita ed inflazione, segnalando un futuro ridimensionamento degli stimoli e possibili mosse sui tassi nel 2023. In Italia la risalita dei rendimenti è stata accompagnata dal movimento dello spread BTP-Bund che, da un minimo prossimo a 90 punti base all’insediamento del Governo Draghi, si è mosso sino in area 120 a metà maggio, gravato dalle preoccupazioni per il possibile allentamento del supporto PEPP. Dalla seconda metà di maggio il movimento di ricomposizione dei tassi è stato più accentuato in Area Euro, dove le dichiarazioni della Bce hanno ridimensionato i timori di un imminente indebolimento dello stimolo monetario, favorendo la riduzione dello spread decennale Btp-Bund in prossimità di quota 100: il dato di fine giugno si è collocato a 103 punti base.

L’indice corporate bond globale ha registrato un ritorno negativo per il comparto investment grade, positivo per quello high yield; gli spread su corporate bond, nel periodo, hanno complessivamente registrato una discesa, più evidente su high yield. Permangono segni negativi da inizio anno per i bond emergenti in valuta forte (USD).

L’indebolimento nel primo trimestre 2021 della divisa comune aveva visto il dollaro Usa rafforzarsi sino sotto la soglia 1,18, portandosi ai minimi da inizio anno, sostenuto dal gap relativo alla crescita prospettica tra aree e dal rialzo dei tassi Usa. L’Euro ha poi avviato una fase di sensibile recupero, tra aprile e maggio, oltre quota 1,22, cui ha fatto seguito, a giugno, una fase di consolidamento e di flessione: il sensibile e generalizzato apprezzamento del dollaro Usa, alimentato dal repricing della politica monetaria americana, ha spinto il cambio con l’euro sotto 1,19 sino a toccare 1,185 a fine giugno (+3% da inizio anno). Le quotazioni petrolifere hanno registrato un rialzo consistente da inizio anno (oltre +45% per il Brent, oltre +50% per WTI), superando i valori pre-pandemici di gennaio 2020. Anche le materie prime industriali hanno segnato da inizio anno un’ascesa

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Scenario macroeconomico

L’epidemia di Covid continua a rimanere uno tra i maggiori focus a livello globale, considerate le implicazioni connesse alle varianti del virus, ai tassi di infezione, ai rischi di restrizioni sociali e al processo di vaccinazione. I nuovi casi a livello globale hanno tracciato un’alterna tendenza discendente-ascendente, soprattutto a causa della diffusione della variante Delta. La progressiva estensione delle vaccinazioni sta evidenziando risultati soddisfacenti sia per l’efficacia clinica sia per la protezione offerta. Le Autorità sanitarie stanno valutando l’opportunità di procedere a mirate somministrazioni di un’ulteriore terza dose di richiamo al fine di sostenere nel tempo l’efficacia della protezione vaccinale.

Le misure di sostegno messe in campo dalle Autorità politiche e monetarie, l’avanzamento delle campagne vaccinali, le progressive riaperture delle attività, accompagnate da una domanda repressa e da miglioramenti del mercato del lavoro, hanno sostenuto un’accelerazione dell’economia globale, pur se in misura non uniforme e sincronizzata per le diverse aree geografiche. Gli indicatori PMI compositi hanno registrato progressivi incrementi in Usa ed in Europa. Il sentiment del settore dei servizi si è rafforzato, recuperando terreno sul settore manifatturiero. Tuttavia, sono emersi segnali di picco in alcuni indicatori anticipatori. Dopo essere stata guidata dall’offerta, l’economia globale viene alimentata dalla domanda, con implicazioni per l’inflazione. L’aumento dei prezzi al consumo è stato guidato principalmente dalle componenti più volatili e dai prezzi Covid-sensitive.

Questa situazione ha imposto sfide per le istituzioni di politica monetaria di tutto il mondo, che devono bilanciare il controllo delle pressioni inflazionistiche con il rischio di rallentare la ripresa economica. Fed e Bce nella prima parte del 2021 avevano continuato a mantenere condizioni finanziarie complessivamente favorevoli alla crescita. La Bank of England aveva considerato fisiologico il movimento dei tassi alla luce del miglioramento delle prospettive per crescita ed inflazione; la Bank of Japan era intervenuta per migliorare efficacia e sostenibilità degli strumenti di politica monetaria. Più recentemente, le Banche Centrali hanno iniziato a mutare gli annunci delle loro risposte politiche in funzione di uno scenario macroeconomico maggiormente diversificato rispetto al passato. A luglio dalle minute del FOMC è emersa la possibilità di un avvio del tapering entro fine 2021, tuttavia dal Presidente della Fed sono arrivate comunicazioni che fanno intendere ancora un approccio accomodante: l’avvio del processo di riduzione degli acquisti non dovrà essere interpretato come un segnale sulla futura dinamica dei tassi ed è stato ribadito che le pressioni sull’inflazione sono transitorie.

Negli Stati Uniti, il Presidente J. Biden, dopo aver avviato la rimozione su diversi fronti dell’eredità di Trump, con una serie di ordini esecutivi, aveva nuovamente sottoscritto gli accordi di Parigi sul clima, il rientro nell’OMS, e revocato lo stato d’emergenza sull’immigrazione. La nuova Amministrazione ha potenziato il supporto fiscale con un robusto piano di stimoli pandemici. Fed e FOMC avevano mantenuto una politica monetaria accomodante per sostenere l’economia statunitense e, in particolare, il mercato del lavoro, con flessibilità sull’obiettivo di inflazione media ed un approccio invariato sui tassi, in attesa di conferme lungo il tracciato volto a perseguire stabilmente il target medio di inflazione del 2% in un contesto di piena occupazione. Il contesto di crescita degli Stati Uniti rimane solido: i dati più recenti confermano la robustezza del lato della domanda, mentre la dinamica dell’offerta rimane resiliente e vivace. Il mercato del lavoro aveva registrato una disoccupazione soggetta ad aggiustamenti di breve termine, tuttavia, recentemente, sono emersi dati molto positivi sul fronte dei nuovi occupati (con un tasso di disoccupazione in calo a 5,2%), della partecipazione alla forza lavoro, della crescita salariale. Il calo dei dati estivi sulla fiducia dei consumatori suggerisce un andamento prospettico della domanda interna irregolare. Gli indicatori prospettici (PMI/ISM) sono stabilmente ancorati in area espansiva. Gli incrementi di CPI e PPI hanno segnalato sensibili pressioni inflazionistiche di breve. Alcuni segnali di pressioni salariali risultano in gran parte ascrivibili alla temporanea carenza di manodopera connessa ai pregressi sussidi di disoccupazione. Poiché la curva vaccinale Usa si colloca inferiormente ai livelli attesi per perseguire l’immunità di gregge, è prevista l’introduzione di misure di moral suasion maggiormente incisive, così come sta avvenendo nel Vecchio Continente.

In Area Euro la situazione sanitaria e le restrizioni per contrastare la pandemia, limitando la domanda dei consumatori, avevano compresso la crescita nella prima porzione dell’anno in corso. Dopo la flessione registrata nel primo trimestre dell’anno, gravata dalla consistente contrazione dei consumi delle famiglie, la dinamica del Pil su base annua per il 2021 si è collocata su un sentiero ascendente avvicinandosi ai livelli pre-crisi. L’attività economica è stata alimentata dalla progressiva riapertura delle attività e dai progressi sul fronte delle vaccinazioni. Successivamente ad una perdurante debolezza, la domanda ha iniziato a prendere slancio nel periodo primaverile con il miglioramento delle vendite al dettaglio, mentre il lato dell’offerta ha confermato una certa resilienza. Ai pregressi tentennamenti della fiducia dei consumatori, è seguita una fase di ripresa, ed il PMI composito ha consolidato la collocazione in area espansiva. La disoccupazione, in calo a 7,5%. ha sorpreso positivamente. L’inflazione complessiva è stata guidata dai prezzi dell’energia e delle materie prime, con contenuti aumenti. In seno alla Bce, l’obiettivo di mantenere condizioni di finanziamento favorevoli alla ripresa si era sostanziato nell’annuncio di un aumento degli acquisti di PEPP (Pandemic Emergency Purchase

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finanziarie. La strategia di politica monetaria aveva quindi previsto l’adozione di un obiettivo di inflazione simmetrico del 2% a medio termine con possibilità di tollerare fasi transitorie in cui l’indice dei prezzi si potrebbe collocare moderatamente sopra il target. La forward guidance sui tassi ne prevede il mantenimento agli attuali livelli sino a quando l’inflazione non raggiungerà stabilmente in maniera duratura il target del 2%, prefigurando una politica accomodante ancora per lungo tempo. Poiché i toni più rigidi di diversi esponenti della Bce hanno alimentato i timori di un imminente rallentamento del ritmo degli acquisti nei prossimi mesi, la Presidente Lagarde ha comunicato che “un ritmo moderatamente inferiore” del flusso di acquisti, rispetto ai circa 80 mld/€

degli ultimi due trimestri, configura solo un effetto di ricalibrazione e non un’azione di tapering. La politica monetaria in Area Euro assumerà un indirizzo più chiaro nel meeting Bce di dicembre, quando saranno disponibili le nuove proiezioni macroeconomiche ed i dati sulle pressioni inflative dei prossimi mesi.

In Italia la risoluzione della crisi di governo con l’insediamento dell’esecutivo presieduto da Mario Draghi era stata accolta positivamente sia dalla maggior parte delle forze politiche sia dai mercati. L’adozione di misure efficaci per contrastare la pandemia, la programmazione per un uso efficiente e produttivo delle risorse del Recovery Fund, unitamente al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza costituiscono le direttrici dell’azione di governo per affrontare le sfide poste dal rilancio dell’economia, degli investimenti e dall’attuazione delle riforme.

I consistenti scostamenti di bilancio adottati hanno concorso in ampia misura ad accrescere il livello del deficit e del debito, con alcuni riflessi sullo spread Btp/Bund.

L’esito conclusivo delle elezioni tedesche, di potenziale rilevante impatto sugli equilibri politici europei nel medio termine, rimane incerto: la baseline potrebbe essere quella di un’ampia coalizione (Grosse Koalition) per la cui formazione occorrerà del tempo.

In Giappone F. Kishida, ex ministro degli Esteri è stato eletto primo ministro: le nuove elezioni politiche generali sono previste a fine ottobre 2021.

La Cina nella prima metà del 2021 aveva registrato una crescita sequenziale robusta, migliore delle attese, trainata da esportazioni, investimenti e produzione industriale, raggiungendo un picco nel primo trimestre 2021, per poi proseguire in misura più attenuata. La ripresa dell’economia interna era stata consistente ed aveva interessato anche il settore dei servizi, con buone condizioni sia sul lato della domanda sia su quello dell’offerta.

La spesa delle famiglie, dopo un iniziale ritardo, aveva registrato una risalita in virtù delle riaperture, supportando le vendite al dettaglio. Le attività industriali, quelle commerciali e la manifattura, dopo la solidità ed i ritmi di crescita espressi nella prima parte dell’anno, hanno segnalato più recentemente alcuni rallentamenti verso la stabilizzazione. Il riacutizzarsi dell'epidemia aveva spinto il Governo a reintrodurre rapidamente forti restrizioni alla mobilità, con effetti frenanti sull’attività già nell’avvio del periodo estivo. Le vendite al dettaglio e la produzione industriale hanno registrato nel periodo estivo dati inferiori alle attese, mentre gli indicatori previsionali rimangono collocati al margine della soglia espansiva. L’inflazione ha segnato una modesta risalita, con pressioni sotto controllo. La crisi finanziaria del colosso immobiliare China Evergrande, in seguito alla notizia del mancato rimborso degli interessi sui finanziamenti bancari, ha avuto una limitata risonanza mediatica: non dovrebbe costituire criticità a livello sistemico, anche in relazione alla limitata esposizione del sistema finanziario; le attese sono rivolte ad un processo di ristrutturazione del debito. La PBoC (People's Bank of China) ha mantenuto tassi invariati puntando al controllo della liquidità e alla normalizzazione del credito. Il taglio del coefficiente di riserva obbligatoria dovrebbe liberare risorse e offrire sostegno a un’economia in fase di rallentamento. Questa modalità attendista appare volta alla ricerca di un equilibrio tra crescita, occupazione, stabilità finanziaria ed i rischi di inflazione. L’istituto centrale tende ad evitare divergenze di politica monetaria tra Cina e Stati Uniti al fine di limitare le pressioni sulla valuta e sui flussi di capitale. A fronte di dichiarazioni indirizzate a mantenere una politica monetaria “prudente, flessibile e mirata”, le Autorità politiche sono rivolte al possibile potenziamento delle misure di sostegno alla crescita nella seconda parte dell’anno, anche in funzione del rinnovato focus in tema di equality; al contempo è stata introdotta una stretta normativa sulle società orbitanti nella galassia internet/infotech: sono state inasprite le regole in materia di trattamento dei dati personali, di raccolta di capitali sui mercati esteri e di pratiche anticoncorrenziali.

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Prospettive future

Dopo essere stata alimentata dallo stimolo fiscale degli Stati Uniti, dalla resilienza della Cina, dai progressi nelle vaccinazioni, dalle riaperture e dai consistenti risparmi delle famiglie, l'economia mondiale dovrebbe continuare ad espandersi, a condizione che la pandemia venga mantenuta sotto controllo e che le varianti del virus non introducano ulteriori criticità. Le “varianti” continuano a rappresentare un’alea importante a livello prospettico, considerata la velocità di diffusione a livello globale, tuttavia, l’impatto su economie e mercati dipenderà in ultima analisi dall'efficacia dei vaccini nell’arginare gli effetti più gravi, le ospedalizzazioni ed i decessi, tenuti in considerazione sia i potenziali effetti di eventuali ulteriori iniziative delle Autorità indirizzate ad ampliare la base dei soggetti vaccinati, sia la possibilità di somministrazione di dosi di richiamo finalizzate ad evitare il declino dell’efficacia vaccinale. È possibile che la variante Delta possa rallentare la fase di recupero, riducendo l'attrattiva verso quei Paesi in cui il ritmo delle vaccinazioni non risulta sufficientemente elevato da compensare i tassi di trasmissione, soprattutto in alcune aree emergenti. La ripresa economica non è né uniforme, né sincronizzata, né bilanciata, ma, in forma aggregata, le sue connotazioni permangono positive ed indirizzate ad un progressivo ribilanciamento. Il testimone della crescita è passato all'Europa: essa appare ora più tonica rispetto a quella di Stati Uniti e Cina, aree che comunque continueranno a crescere, pur se con una tendenza temporanea al rallentamento (ascrivibile alla situazione sanitaria), che però non dovrebbe estendersi oltre il terzo trimestre o l'inizio del quarto trimestre in entrambe le regioni. L'economia globale ha mutato il suo driver principale dall'offerta alla domanda, inducendo, nel breve periodo, pressioni inflative transitorie. L'inflazione, dopo essere aumentata al traino dei prezzi Covid-sensitive, sta attraversando una fase di transizione tra lo shock iniziale ed il successivo equilibrio: essa appare orientata verso una ricomposizione degli eccessi e ad una futura graduale flessione, in virtù della normalizzazione dell’offerta globale e della riduzione degli squilibri. È ipotizzabile che tale transitorietà di medio termine richieda tempi di rientro più lunghi di quanto sarebbe avvenuto se il picco di inflazione fosse stato indotto esclusivamente da un'impennata dei prezzi delle materie prime. Le Banche Centrali, in un contesto di politiche monetarie ancora accomodanti, espansive e supportive, decelereranno reagendo in funzione dello scenario macroeconomico che sta progressivamente assumendo connotazioni sempre più diversificate per le diverse aree, mentre i Governi resteranno focalizzati sulle politiche fiscali a sostegno all'attività economica. Le prospettive sullo scenario globale, quindi, supportate anche dalle prospettive favorevoli per i consumi, dalle dinamiche del global trade e dalla ripresa dei servizi, rimangono complessivamente costruttive, portando ad ipotizzare un livello aggregato di crescita ad un ritmo di +6% su base annua.

L'economia Usa è attesa in espansione anche nei trimestri a venire, in virtù dei robusti piani fiscali programmati, dei miglioramenti del mercato del lavoro, della domanda repressa e della maggiore tonicità del settore dei servizi.

Il reddito reale disponibile dovrebbe convergere verso il livello pre-pandemico entro la fine dell'anno. Le dinamiche sul lato dell’offerta dovrebbero permanere toniche e resilienti in relazione alle esigenze di ricostituzione delle scorte e alla domanda dei consumatori. Le previsioni sul Pil per il 2021 si collocano a +6,1%:

il contesto di crescita rimane solido, ma i dati in arrivo potrebbero indicare un rallentamento dello slancio.

L’inflazione headline potrà aumentare ulteriormente, ma il dato “Core” dovrebbe in parte moderarsi con un rallentamento graduale, tenuto conto che le pressioni al rialzo legate al processo di riapertura dovrebbero essere temporanee, una volta superate le strozzature dell’offerta.

Nell’Area Euro la crescita risulta in accelerazione in virtù del miglioramento della domanda interna, per effetto di un sensibile aumento della spesa dei consumatori; a questa si affiancano, meno brillanti, ma attesi in miglioramento nei prossimi mesi, gli investimenti e le esportazioni. Il quadro macro è in progressivo miglioramento: si ipotizza che la crescita possa decollare in misura sensibile nella seconda metà del 2021, raggiungendo il livello pre-crisi nel quarto trimestre 2021, con un incremento del Pil su base annua di +5,3%, sulla scia delle riaperture delle attività, dell’emersione della domanda repressa, e dopo il rilascio dei fondi NextGenerationEU. Il mercato del lavoro continua a sostenere la spesa delle famiglie: la ripresa dei consumi risulterà determinante sia per le dinamiche produttive nella seconda metà dell'anno, sia per la sostenibilità prospettica della crescita. In Italia le attese per l’operato del Governo Draghi sono orientate positivamente, tuttavia, le prossime scadenze potrebbero prefigurare sviluppi politici complessi. L’inflazione dell’area ha fatto rilevare valori consistenti: in prospettiva i rischi sono rivolti al rialzo dal momento che i prezzi potrebbero subire ulteriori accelerazioni, acquisendo particolare slancio nel terzo trimestre 2021, con riflessi anche sul dato core.

In Cina, dopo il raggiungimento di un picco dell’attività economica, l'evoluzione della situazione epidemica interna ha indotto le Autorità a reintrodurre rigide restrizioni alla mobilità: questo approccio di tolleranza zero, indirizzato ad arginare l’espansione della variante Delta, ha pesato sui consumi e ha ridotto l'attività dei servizi, tuttavia, il momento peggiore dovrebbe già essere stato superato durante l’estate e preludere all’avvio del processo di riapertura. La previsione di stimoli fiscali, di spese in infrastrutture e di una banca centrale particolarmente accomodante dovrebbero contrastare il rallentamento nel caso di un deterioramento della

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la debolezza dei consumi delle famiglie e dell’attività nel settore manifatturiero e dei servizi. Il tasso di crescita stimato a +8,2% su base annua per il 2021 potrebbe ridursi nel 2022 a +5,9%, a causa di un rallentamento della domanda, mentre il ritmo di ripresa di consumi ed investimenti rimarrà graduale, con rischi potenziali sia dal punto di vista sanitario (per eventuali chiusure) sia nel mercato immobiliare. Questo contesto appare coerente con una progressiva stabilizzazione in direzione del potenziale di crescita di circa +6%. L’inflazione complessiva, dopo la debolezza del periodo estivo è attesa prospetticamente in accelerazione nel periodo autunnale.

In Giappone il caos politico conseguente alla rinuncia alla ricandidatura del Premier Suga, in previsione di un esito delle elezioni della Camera Bassa molto incerto, potrebbe portare ad una diffusa spinta populista favorevole ad un’espansione fiscale.

In considerazione dei rischi presenti è possibile che le dinamiche dei mercati, così come quelle dell’economia reale, possano rimanere soggette a passaggi interlocutori. L'aumento della domanda, guidato dalle politiche di sostegno, dovrebbe innescare una risposta adeguata dell'offerta man mano che i colli di bottiglia si attenueranno, le aziende aumenteranno la produzione e la forza lavoro si normalizzerà. Ciò potrebbe consentire di superare il mantenimento di una politica monetaria estremamente accomodante, facendo aumentare leggermente i rendimenti dei titoli di Stato nei prossimi mesi, anche se con differenze tra le diverse aree. Il focus rimarrà concentrato sulle funzioni di reazione delle Banche Centrali, le quali saranno impegnate a calibrare le possibili linee di azione di politica monetaria in mezzo alle diverse pressioni, con retoriche ed atteggiamenti differenti. La Fed, dopo aver posto molta enfasi sugli sviluppi previsti per crescita, inflazione e mercato del lavoro, appare orientata ad attuare il tapering: è ipotizzabile un annuncio nel periodo autunnale con successivo avvio in misura molto accomodante a partire dal primo trimestre 2022 e conclusione a metà 2022; se le condizioni per inflazione e mercato del lavoro saranno soddisfatte, è possibile che si pongano le basi per il primo aumento dei tassi tra il secondo trimestre e il terzo trimestre 2023. La Bce dovrebbe continuare a mantenere una forte presenza sui mercati obbligazionari, tuttavia, il dibattito sulla transizione da PEPP verso APP, tenuto conto delle dinamiche inflative, porta ad attendere una possibile virata in occasione del meeting di dicembre.

La PBoC dovrebbe aumentare l'offerta di moneta ad un ritmo moderato, mantenendo un’ampia liquidità nei prossimi trimestri; non è esclusa la possibilità di un taglio dei tassi ufficiali e di un ulteriore intervento sul coefficiente di riserva obbligatoria, con l’obiettivo di agevolare il finanziamento dei progetti infrastrutturali.

Viene mantenuta un’inclinazione strategicamente costruttiva sulle attività rischiose. I solidi fondamentali suggeriscono che il contesto macroeconomico ed il momentum rimangono favorevoli per il comparto azionario:

la crescita globale dovrebbe rimanere al di sopra del potenziale fino al primo semestre 2022, gli utili societari dovrebbero continuare a crescere, i bilanci del settore privato confermano posizioni solide, l’easing fiscale in prospettiva appare molto robusto, il picco del flusso di notizie negativo sembra essere superato. Eventuali correzioni potrebbero rappresentare opportunità d’ingresso, ma occorre mantenere un approccio di gestione tattico, considerando squilibri e fattori di differente natura che potrebbero alterare lo scenario prospettico e generare picchi di volatilità. Da un punto di vista regionale sul comparto azionario permane una view positiva per l’area europea, ivi inclusa quella italiana, avvalorata dallo stadio della ripresa e dagli interventi connessi all’attivazione del piano fiscale. Le attese di fattivi supporti derivanti dalle politiche fiscali di spesa consentono di esprimere una view positiva anche sui comparti azionari statunitense e nipponico. La gestione è comunque indirizzata a perseguire un mix settoriale equilibrato e bilanciato con un’inclinazione ciclica.

L’incerta evoluzione dei futuri scenari geo-politici, la situazione sanitaria nell’ingresso del periodo autunnale, i test dei prossimi meeting delle banche centrali, richiedono comunque un attento monitoraggio.

I tassi nel breve e medio periodo non dovrebbero esprimere movimenti eccessivi, manifestando comunque alcune peculiarità tra le diverse aree geografiche. È ipotizzabile che i rendimenti negli Stati Uniti possano esprimere una deriva verso l’alto sulle scadenze decennali entro fine anno, tenuto conto delle prospettive su crescita, inflazione e sulla funzione di reazione della Fed; la curva 5Y fwd si colloca inferiormente al livello Fed Fund di lungo termine, ed appare ragionevole attendersi un movimento di riequilibrio. I tassi core in Area Euro potrebbero esprimere dinamiche più moderate rispetto a quelle oltreoceano, poiché la ripresa si è avviata in ritardo, le prospettive di inflazione sono state finora meno pressanti, e la Bce dovrebbe mantenere un orientamento accomodante, pur se con rischi crescenti in vista della riunione di dicembre. Rimangono comunque sul campo rischi connessi alla situazione sanitaria, alla dinamica dell’inflazione, alla situazione politica e a possibili errori di implementazione da parte delle Banche Centrali, che nel complesso richiedono cautela. Sul comparto delle emissioni governative e sulla duration, nel suo complesso, l’orientamento è indirizzato ad un approccio prudente alla luce dei livelli attuali e del potenziale di risalita dei tassi. All'interno del contesto Euro- periferico, il Btp continua ad esprimere una certa attrattività: il carry offerto dai titoli di Stato italiani rimane

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Nell’ambito delle obbligazioni societarie, l’orientamento neutrale è avvalorato dalla considerazione che il comparto continua a registrare spread molto compressi, ed il potenziale per ulteriori spazi di restringimento appare piuttosto limitato, inducendo a prediligere la selettività su emittenti di qualità. Il carry si conferma quale target privilegiato dagli investitori in un contesto di bassa volatilità. Le attuali attese sui tassi di default sono orientate alla stabilità e non dovrebbero prefigurare criticità per la solvibilità degli emittenti. Anche sul comparto corporate bond eventuali correzioni potrebbero costituire opportunità di ingresso.

Per quanto concerne le emissioni obbligazionarie dei Paesi Emergenti, permane una certa cautela legata all’andamento dei fondamentali e alla dinamica del dollaro Usa.

La relazione Euro/Dollaro Usa appare condizionata dalla potenzialità di incidenza del flusso di notizie proveniente da Fed e Bce, con particolare riguardo alla funzione di reazione della banca centrale statunitense.

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ANIMA INIZIATIVA ITALIA

Durante il primo semestre del 2021, il fondo ha avuto una performance netta positiva in termini assoluti e verso il benchmark di riferimento.

L’inizio dell’anno è stato caratterizzato in Europa dalle preoccupazioni sui ritardi delle consegne dei vaccini da parte delle principali case farmaceutiche, e in particolare di AstraZeneca, che minacciavano i primi timidi segnali di ripresa economica e gravavano sulle stime degli utili societari per il 2021. In Italia, oltre alle preoccupazioni sui ritardi del piano vaccinale, si erano aggiunte anche quelle politiche con la caduta del governo Conte e la ricerca di un nuovo assetto di Governo. Questa fase di incertezza è stata dissipata dalla formazione del governo Draghi che, come primi effetti, ha prodotto una riduzione del premio al rischio sull’asset class Italia nel suo complesso con ricadute positive sia sul mercato azionario che sullo spread. Di supporto anche il perdurare di una politica monetaria particolarmente accomodante da parte della Banca Centrale Europea che ha ulteriormente ridotto i costi di finanziamento del debito pubblico. In questo contesto i mercati azionari hanno proseguito la fase di consolidamento spinti dall’accelerazione della campagna vaccinale, dal continuo miglioramento del quadro macroeconomico, con i PMI dell’Eurozona che sono arrivati ai livelli più elevati dal 2006, da una reporting season soddisfacente e soprattutto dal poderoso piano di investimenti messo in atto da parte della Commissione Europea per supportare la crescita nell’Area Euro. In particolare, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ben 235 miliardi di Euro da spendere nei prossimi sei anni, rappresenta un’opportunità unica di sviluppo, investimenti e riforme che dovrebbe finalmente accelerare la crescita strutturale e la produttività del paese attraverso investimenti in infrastrutture, nel digitale e nell’economia verde e circolare.

Inoltre, spinge l’Italia a portare avanti una serie di riforme cruciali nei settori della pubblica amministrazione, della giustizia, della concorrenza e della semplificazione che dovrebbero riportare l’attenzione degli investitori internazionali sul nostro mercato. In questo contesto non sono mancati i fattori di rischio rappresentati dal forte rialzo del prezzo delle materie prime, da interruzioni e inefficienze venutesi a creare nella catena di fornitura a livello globale (es. microchip) e soprattutto dal rischio di pressioni inflazionistiche. Ciononostante, i mercati hanno continuato la loro salita ritenendo questi rischi temporanei e non sufficienti da un lato a rallentare la crescita globale e dall’altro a spingere le banche centrali ad adottare in anticipo delle politiche monetarie più restrittive. Nel corso del semestre il fondo ha beneficiato del posizionamento che ha visto privilegiare il sottopeso sulle banche commerciali, sebbene in graduale riduzione, compensato da un sovrappeso su investment bank e asset gatherers, comparti dove si ritengono migliori le prospettive reddituali e meno presente il tema della qualità degli attivi. Si è inoltre rimasti esposti al “tema” della transizione energetica, economia circolare, sostenibilità ambientale con una preferenza per le municipalizzate rispetto alle “pure” rinnovabili che, dopo il forte re-rating del 2020, affrontano uno scenario piuttosto competitivo con margini operativi sotto pressione. Si è mantenuto il sottopeso nel settore dei beni voluttuari, in particolare nel lusso, dove diversi titoli si sono trovati ad inizio anno su livelli di prezzo superiori a quelli precedenti la pandemia e dunque ritenuti poco interessanti come investimento. Si è mantenuto inoltre il sottopeso su titoli con debole situazione finanziaria in quanto si è ritenuto che all’uscita dalla crisi molte società si potessero trovare con redditività fortemente sotto pressione, e posizione finanziaria netta in crescita, rendendo la struttura finanziaria poco sostenibile. La liquidità presente nel sistema dovrebbe aiutare a sostenere profili finanziari anche aggressivi, tuttavia si è cercato di evitare o di sottopesare titoli dove si è ritenuto potesse presentarsi la necessità di ricapitalizzare. Tra i settori che hanno contribuito maggiormente alla performance del fondo ci sono i consumi discrezionali, l’energia e la salute.

Nel corso dell’anno non sono stati utilizzati, coerentemente con quanto previsto dal regolamento di gestione e nel rispetto dei limiti stabiliti dalla normativa vigente, strumenti derivati.

In termini più prospettici, a livello strategico, si ritiene che la nomina di Mario Draghi, la sua credibilità sulla scena internazionale e il continuo sostegno da parte della Banca Centrale Europea a mantenere una politica monetaria accomodante abbiano migliorato il profilo di rischio dell'Italia. Non sono da escludere alcune prese di beneficio soprattutto per quelle società che potrebbero essere maggiormente impattate dal forte rialzo del prezzo delle materie prime e da interruzioni e inefficienze venutesi a creare nella catena di fornitura a livello globale (es. microchip). Tra i rischi per il prossimo autunno/inverno non si può escludere la possibilità, ancora non completamente chiarita dai virologi, che alcune varianti siano in grado di bucare la protezione vaccinale. In prospettiva dovrebbe anche aprirsi la questione di come coprire i deficit di bilancio che tutti i paesi hanno creato per fronteggiare le ricadute economiche della pandemia. La condivisione su una maggiore tassazione delle

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Distribuzione Proventi

In relazione alla classe per la quale è prevista la distribuzione dei proventi, il Consiglio di Amministrazione riunitosi in data 28 luglio 2021, ha deliberato di procedere alla distribuzione dei proventi nella misura di euro 0,157 per quota. Gli importi verranno messi in pagamento il 16 agosto 2021 sulla base delle quote in circolazione esistenti il giorno precedente a quello della quotazione ex cedola del 6 agosto 2021, ai sensi del Regolamento Unico di Gestione parte B.2.

Gli importi posti in distribuzione sono determinati in conformità a quanto previsto dal Regolamento del Fondo.

Tenuto conto delle modalità di determinazione degli importi distribuiti, gli stessi rappresentano a seconda dei casi il pagamento di un provento effettivamente conseguito dal fondo o un rimborso parziale del valore della quota o parte provento effettivamente conseguito e parte rimborso parziale della quota.

La comunicazione ai fini fiscali della natura degli importi distribuiti avviene con la Lettera di conferma inviata a ciascun sottoscrittore a cura della Società.

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RELAZIONE DI GESTIONE PERIODICA DEL FONDO ANIMA INIZIATIVA ITALIA AL 30/06/2021

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVITA'

Situazione al Situazione a fine

30/06/2021 esercizio precedente

Valore complessivo In percentuale del

totale attività Valore complessivo In percentuale del totale attività

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 518.286.630 97,727% 388.110.569 99,308%

A1. Titoli di debito

A1.1 Titoli di Stato

A1.2 Altri

A2. Titoli di capitale 518.286.630 97,727% 388.110.569 99,308%

A3. Parti di OICR

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

B1. Titoli di debito

B2. Titoli di capitale

B3. Parti di OICR

C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia

C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

D. DEPOSITI BANCARI

D1. A vista

D2. Altri

E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 11.998.715 2,263% 2.694.151 0,690%

F1. Liquidità disponibile 13.124.200 2,475% 2.641.725 0,676%

F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 1.013.908 0,191% 162.331 0,042%

F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -2.139.393 -0,403% -109.905 -0,028%

G. ALTRE ATTIVITA' 50.438 0,010% 8.946 0,002%

G1. Ratei attivi 31 0,000%

G2. Risparmio d'imposta

G3. Altre 50.438 0,010% 8.915 0,002%

TOTALE ATTIVITA' 530.335.783 100,000% 390.813.666 100,000%

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PASSIVITA' E NETTO

Situazione al Situazione a fine 30/06/2021 esercizio precedente Valore complessivo Valore complessivo

H. FINANZIAMENTI RICEVUTI

I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE

L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI

L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati

L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati

M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 205.836 136.171

M1. Rimborsi richiesti e non regolati 205.836 136.171

M2. Proventi da distribuire

M3. Altri

N. ALTRE PASSIVITA' 993.614 650.582

N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 986.071 648.438

N2. Debiti di imposta

N3. Altre 7.543 2.144

TOTALE PASSIVITA' 1.199.450 786.753

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO 529.136.333 390.026.913

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE A 84.179.538 50.382.089

Numero delle quote in circolazione CLASSE A 8.423.504,872 6.237.821,163

Valore unitario delle quote CLASSE A 9,993 8,077

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE AD 18.967.939 13.155.189

Numero delle quote in circolazione CLASSE AD 2.169.836,652 1.847.083,849

Valore unitario delle quote CLASSE AD 8,742 7,122

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE AP 357.833.878 280.718.585

Numero delle quote in circolazione CLASSE AP 36.473.026,856 35.404.113,847

Valore unitario delle quote CLASSE AP 9,811 7,929

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE F 56.202.992 41.987.022

Numero delle quote in circolazione CLASSE F 5.428.560,265 5.042.771,954

Valore unitario delle quote CLASSE F 10,353 8,326

VALORE COMPLESSIVO NETTO DEL FONDO CLASSE Y 11.951.986 3.784.028

Numero delle quote in circolazione CLASSE Y 1.177.854,230 463.863,715

Valore unitario delle quote CLASSE Y 10,147 8,158

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe A

Quote emesse 3.205.736,751

Quote rimborsate 1.020.053,042

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe AD

Quote emesse 703.409,309

Quote rimborsate 380.656,506

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe AP

Quote emesse 3.104.903,958

Quote rimborsate 2.035.990,949

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe F

Quote emesse 795.845,173

Quote rimborsate 410.056,862

Movimenti delle quote nell'esercizio - Classe Y

Quote emesse 853.179,515

Quote rimborsate 139.189,000

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RELAZIONE DI GESTIONE PERIODICA DEL FONDO ANIMA INIZIATIVA ITALIA AL 30/06/2021

SEZIONE REDDITUALE

Relazione al 30/06/2021 Relazione esercizio precedente

A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 99.113.355 -26.841.763

A1. PROVENTI DA INVESTIMENTI 9.768.079 7.715.719

A1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito

A1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale 9.768.079 7.715.719

A1.3 Proventi su parti di OICR

A2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI 13.017.410 -30.037.864

A2.1 Titoli di debito

A2.2 Titoli di capitale 13.017.410 -30.037.864

A2.3 Parti di OICR

A3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE 76.327.866 -4.519.618

A3.1 Titoli di debito

A3.2 Titoli di capitale 76.327.866 -4.519.618

A3.3 Parti di OICR

A4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI

STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI

Risultato gestione strumenti finanziari quotati 99.113.355 -26.841.763

B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI -9 -2

B1. PROVENTI DA INVESTIMENTI

B1.1 Interessi e altri proventi su titoli di debito

B1.2 Dividendi e altri proventi su titoli di capitale

B1.3 Proventi su parti di OICR

B2. UTILE/PERDITA DA REALIZZI -9 -2

B2.1 Titoli di debito

B2.2 Titoli di capitale -9 -2

B2.3 Parti di OICR

B3. PLUSVALENZE/MINUSVALENZE

B3.1 Titoli di debito

B3.2 Titoli di capitale

B3.3 Parti di OICR

B4. RISULTATO DELLE OPERAZIONI DI COPERTURA DI

STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI

Risultato gestione strumenti finanziari non quotati -9 -2

C. RISULTATO DELLE OPERAZIONI IN STRUMENTI FINANZIARI

DERIVATI NON DI COPERTURA

C1. RISULTATI REALIZZATI

C1.1 Su strumenti quotati

C1.2 Su strumenti non quotati

C2. RISULTATI NON REALIZZATI

C2.1 Su strumenti quotati

C2.2 Su strumenti non quotati

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Relazione al 30/06/2021 Relazione esercizio precedente

D. DEPOSITI BANCARI

D1. INTERESSI ATTIVI E PROVENTI ASSIMILATI

E. RISULTATO DELLA GESTIONE CAMBI 26.572 117.657

E1. OPERAZIONI DI COPERTURA 272.734

E1.1 Risultati realizzati 272.734

E1.2 Risultati non realizzati

E2. OPERAZIONI NON DI COPERTURA -153.653

E2.1 Risultati realizzati -153.653

E2.2 Risultati non realizzati

E3. LIQUIDITÀ 26.572 -1.424

E3.1 Risultati realizzati 5.250 4.276

E3.2 Risultati non realizzati 21.322 -5.700

F. ALTRE OPERAZIONI DI GESTIONE

F1. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRONTI CONTRO TERMINE E ASSIMILATE

F2. PROVENTI DELLE OPERAZIONI DI PRESTITO TITOLI

Risultato lordo della gestione di portafoglio 99.139.918 -26.724.108

G. ONERI FINANZIARI -23.417

G1. INTERESSI PASSIVI SU FINANZIAMENTI RICEVUTI -23.417

G2. ALTRI ONERI FINANZIARI

Risultato netto della gestione di portafoglio 99.139.918 -26.747.525

H. ONERI DI GESTIONE -4.840.945 -7.550.773

H1. PROVVIGIONE DI GESTIONE SGR -4.293.650 -6.497.801

Provvigioni di incentivo Classe A -12.964

Provvigioni di incentivo Classe AD -3.201

Provvigioni di incentivo Classe F -43.562

Provvigioni di gestione Classe A -621.755 -833.129

Provvigioni di gestione Classe AD -154.493 -251.177

Provvigioni di gestione Classe F -206.765 -330.942

Provvigioni di incentivo Classe AP -64.765

Provvigione di gestione classe Y -29.723 -19.257

Provvigioni di gestione Classe AP -3.156.422 -5.063.296

H2. COSTO DEL CALCOLO DEL VALORE DELLA QUOTA -96.319 -129.685

H3. COMMISSIONI DEPOSITARIO -176.783 -295.203

H4. SPESE PUBBLICAZIONE PROSPETTI E INFORMATIVA AL PUBBLICO

-15.024 -17.191

H5. ALTRI ONERI DI GESTIONE -259.169 -610.893

H6. COMMISSIONI DI COLLOCAMENTO (cfr. Tit. V, Cap. 1, Sez II, para. 3.3.1)

I. ALTRI RICAVI E ONERI -34.325 -29.962

I1. INTERESSI ATTIVI SU DISPONIBILITA' LIQUIDE 31

I2. ALTRI RICAVI 1.673 30

I3. ALTRI ONERI -35.998 -30.023

Risultato della gestione prima delle imposte 94.264.648 -34.328.260

L. IMPOSTE

L1. IMPOSTA SOSTITUTIVA A CARICO DELL’ESERCIZIO

L2. RISPARMIO DI IMPOSTA

L3. ALTRE IMPOSTE

Utile/perdita dell’esercizio 94.264.648 -34.328.260

Utile/perdita dell’esercizio Classe A 12.765.405 -2.810.812

Utile/perdita dell’esercizio Classe AD 3.226.929 -1.425.678

Utile/perdita dell’esercizio Classe AP 66.802.072 -21.987.087

Utile/perdita dell’esercizio Classe F 10.368.210 -8.785.762

Utile/perdita dell’esercizio Classe Y 1.102.032 681.080

(16)

Elenco analitico dei principali strumenti finanziari detenuti dal Fondo

Titoli Divisa Quantità Controvalore in Euro % su Totale

attività

MEDIOBANCA SPA EUR 4.600.290 45.312.856 8,544%

SESA SPA EUR 182.201 25.690.341 4,844%

BANCO BPM SPA EUR 7.287.400 19.770.716 3,728%

TELECOM ITALIA-RSP EUR 41.303.200 18.454.270 3,480%

IREN SPA EUR 7.491.547 18.024.662 3,399%

UNIPOL GRUPPO SPA EUR 3.549.969 16.301.458 3,074%

BUZZI UNICEM SPA EUR 677.803 15.162.453 2,859%

BANCA GENERALI SPA EUR 407.632 14.666.599 2,766%

A2A SPA EUR 8.116.255 13.992.424 2,638%

FINECOBANK SPA EUR 891.062 13.098.611 2,470%

TERNA SPA EUR 2.022.306 12.708.171 2,396%

ACEA SPA EUR 584.881 11.399.331 2,149%

ERG SPA EUR 427.626 10.690.650 2,016%

ITALMOBILIARE SPA EUR 323.438 9.848.687 1,857%

DELONGHI SPA EUR 251.455 9.238.457 1,742%

DANIELI & CO-RSP EUR 623.708 9.068.714 1,710%

BFF BANK SPA EUR 976.218 8.249.042 1,555%

CERVED GROUP SPA EUR 833.479 8.168.094 1,540%

BANCA MEDIOLANUM SPA EUR 986.496 8.093.213 1,526%

OPENJOBMETIS SPA AGENZIA PER EUR 805.236 7.891.313 1,488%

INTESA SANPAOLO EUR 3.359.630 7.826.258 1,476%

TECHNOGYM SPA EUR 681.764 7.335.781 1,383%

PIAGGIO & C. S.P.A. EUR 2.190.749 7.264.524 1,370%

INFRASTRUTTURE WIRELESS ITAL EUR 760.765 7.236.397 1,364%

BANCO DESIO E DELLA BRIANZA EUR 2.218.255 7.009.686 1,322%

TINEXTA SPA EUR 212.978 6.989.938 1,318%

SALCEF SPA EUR 496.199 6.921.976 1,305%

CALTAGIRONE SPA EUR 1.591.507 6.557.009 1,236%

SICIT GROUP SPA EUR 371.101 6.086.056 1,148%

ENI SPA EUR 568.500 5.838.495 1,101%

EXOR NV EUR 84.293 5.694.835 1,074%

SOL SPA EUR 309.733 5.271.656 0,994%

EQUITA GROUP SPA EUR 1.600.087 5.072.276 0,956%

UNICREDIT SPA EUR 460.500 4.581.975 0,864%

GRUPPO MUTUIONLINE SPA EUR 112.000 4.502.400 0,849%

CREDITO EMILIANO SPA EUR 761.191 3.844.015 0,725%

PIRELLI & C SPA EUR 751.000 3.676.896 0,693%

ASTRAZENECA PLC GBP 35.450 3.585.676 0,676%

FNM SPA EUR 5.743.898 3.492.290 0,659%

BREMBO SPA EUR 320.757 3.425.685 0,646%

PRYSMIAN SPA EUR 107.310 3.243.981 0,612%

VALSOIA SPA EUR 198.291 3.073.510 0,580%

BASICNET SPA EUR 650.971 3.072.583 0,579%

E.ON SE EUR 310.320 3.026.861 0,571%

MONCLER SPA EUR 52.450 2.992.797 0,564%

ENAV SPA EUR 773.616 2.939.741 0,554%

GAROFALO HEALTH CARE SPA EUR 518.611 2.924.966 0,552%

SNAM SPA EUR 595.335 2.902.258 0,547%

RENO DE MEDICI SPA EUR 2.076.627 2.844.979 0,536%

SANOFI EUR 32.160 2.841.658 0,536%

ESSILORLUXOTTICA EUR 18.210 2.834.204 0,534%

AUTOSTRADE MERIDIONALI SPA EUR 94.457 2.786.481 0,525%

TOTALENERGIES SE EUR 73.000 2.785.315 0,525%

RAI WAY SPA EUR 545.486 2.771.069 0,523%

FINE FOODS & PHARMACEUTICALS EUR 198.444 2.659.150 0,501%

(17)

TRASPARENZA SULL’USO DELLE OPERAZIONI DI FINANZIAMENTO TRAMITE TITOLI E DEI TOTAL RETURN SWAP NELL’INFORMATIVA PERIODICA DEGLI OICR

Alla data di riferimento della Relazione periodica il Fondo non presenta posizioni aperte relative ad operazioni di Finanziamento tramite titoli e Total Return Swap e non ha fatto ricorso a tali strumenti nel periodo di riferimento della Relazione.

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