Modulo autocertificazione stato di famiglia degli eredi
written by Sabrina Mirabelli | 04/11/2019
Ciascun erede può autocertificare il proprio stato di famiglia ai fini della presentazione della dichiarazione della successione all’Agenzia delle Entrate.
In cosa consiste l’autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi? Il dichiarante deve fare autenticare la propria firma? Bisogna pagare le imposte di bollo? La legge italiana prevede per il cittadino la possibilità di redigere e sottoscrivere di persona una dichiarazione mediante la quale attesta stati, fatti e requisiti personali propri o relativi ad altri soggetti di cui ha diretta conoscenza come nel caso di minorenni o incapaci, purché tale dichiarazione sia fatta nel proprio interesse [1].
L’autocertificazione o dichiarazione sostitutiva di certificazione può essere presentata in sostituzione dei certificati rilasciati dalla Pubblica amministrazione (Pa), nei casi in cui questi siano richiesti da uffici pubblici ovvero da gestori di servizi pubblici (ad esempio le società che forniscono i servizi di luce e di gas, come Eni o Enel, oppure le Poste italiane) o anche da soggetti privati (banche,
assicurazioni, società sportive, ecc.).
Pertanto, se tali soggetti intendono acquisire informazioni relative a qualità personali o a fatti concernenti il dichiarante, il cittadino può sottoscrivere un’autocertificazione, allegando una fotocopia del proprio documento di identità in corso di validità. Successivamente non sarà necessario presentare il certificato vero e proprio in quanto la dichiarazione lo sostituisce in tutto e per tutto. Uno dei casi previsti dal legislatore italiano in cui è possibile ricorrere all’autocertificazione si ha quando bisogna presentare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione.
Tra la documentazione da produrre è ricompreso anche il certificato che attesta la composizione della famiglia anagrafica di ciascun erede. A tal fine, in allegato al presente articolo, si trova un modulo autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi, compilando il quale è possibile evitare inutili perdite di tempo in Comune, per la richiesta del relativo certificato. Infatti, basta inserire i dati anagrafici del dichiarante, specificando la propria qualità di erede, e quelli dei membri della sua famiglia e l’autocertificazione è pronta per la presentazione.
Cos’è possibile autocertificare
Nel 2000, con l’entrata in vigore della normativa sull’autocertificazione, è iniziato nel nostro Paese un importante processo di semplificazione amministrativa.
L’intento perseguito è stato quello di riformare la Pubblica Amministrazione al fine di renderla più efficace e trasparente.
La stessa legge ha previsto espressamente i casi in cui il cittadino può ricorrere a tale strumento.
Solo per fare qualche esempio, la dichiarazione sostitutiva può essere utilizzata per autocertificare:
la residenza;
la data e li luogo di nascita;
la cittadinanza;
il cambio di domicilio;
lo stato civile, se celibe, coniugato, vedovo e lo stato libero;
l’iscrizione ad un albo professionale;
i carichi pendenti e il casellario giudiziale.
Da quali soggetti può essere rilasciata l’autocertificazione
L’autocertificazione può essere rilasciata da:
tutti i cittadini italiani;
tutti i cittadini dei Paesi facenti parte dell’Unione Europea;
tutti i cittadini extracomunitari purché in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Quanto costa l’autocertificazione
L’autocertificazione non costa nulla, in quanto non è previsto il pagamento delle imposte di bollo.
A chi si può presentare l’autocertificazione
L’autocertificazione può essere presentata sia alle Amministrazioni Pubbliche sia ai soggetti privati.
Per le prime, la mancata accettazione della dichiarazione sostitutiva costituisce violazione dei doveri d’ufficio. Infatti, i funzionari pubblici che dovessero rifiutarla o richiedere il certificato rilasciato dagli uffici della Pa, potranno essere sanzionati a norma del codice penale [2]. Viceversa, per i secondi non sussiste l’obbligo dell’accettazione.
L’autocertificazione non può essere utilizzata per presentare atti o documenti richiesti dall’autorità giudiziaria.
Come va redatta l’autocertificazione
L’autocertificazione può essere scritta a mano o al computer e va poi, sottoscritta dal dichiarante.
La firma non va autenticata e non deve essere rilasciata alla presenza di colui che ha richiesto la dichiarazione sostitutiva di certificazione.
Al posto dell’autenticazione della firma, è opportuno che il dichiarante alleghi una fotocopia di un suo documento di riconoscimento.
Qual è la validità dell’autocertificazione
La validità dell’autocertificazione è analoga a quella del certificato che sostituisce.
Se pertanto, l’autocertificazione attesta fatti e qualità personali non soggette a modificazioni, come ad esempio quella relativa al luogo e alla data di nascita, la validità è illimitata; se, invece, è riferita a situazioni e requisiti personali modificabili, la validità è di 6 mesi o più, se previsto da leggi o regolamenti (si pensi all’ipotesi di un’autocertificazione di residenza o dello stato civile).
Chi risponde delle dichiarazioni contenute nell’autocertificazione
Colui che sottoscrive l’autocertificazione è responsabile sia in sede civile sia in sede penale, delle dichiarazioni ivi contenute. Pertanto, è necessario fare attenzione a fornire dati corretti.
Le Pubbliche Amministrazioni possono verificarne la veridicità ed in caso di dichiarazioni false o mendaci, il dichiarante sarà punito a norma del Codice penale [3].
Le dichiarazioni non veritiere comportano, inoltre, la perdita del beneficio ottenuto tramite l’autocertificazione.
Quali sono i casi particolari di autocertificazione
In alcuni casi specifici, il dichiarante, cioè colui che sottoscrive l’autocertificazione, è un soggetto diverso da quello al quale si riferiscono gli stati, i fatti e i requisiti personali attestati nella dichiarazione medesima.
Ad esempio:
nell’ipotesi di un minore, l’autocertificazione viene rilasciata da colui che esercita su di lui la potestà genitoriale (padre o madre) oppure dal tutore o dall’affidatario;
in quella di un interdetto ovvero di un soggetto che è stato dichiarato con sentenza, incapace di provvedere ai propri interessi per abituale infermità mentale, l’autocertificazione viene sottoscritta dal tutore.
Vi sono poi, dei casi in cui l’autocertificazione viene sottoscritta dal diretto interessato, ma con l’ausilio di altri soggetti.
Nello specifico:
l’inabilitato (colui che è stato riconosciuto tale perché dedito all’abuso di sostanze stupefacenti o di droghe) e il minore emancipato (colui che è stato ammesso a contrarre matrimonio sebbene non ancora maggiorenne) possono sottoscrivere l’autocertificazione ma con l’assistenza del curatore;
l’analfabeta e colui che non è in grado di firmare come ad esempio chi ha un grave deficit alle mani, devono rilasciare la dichiarazione davanti ad un pubblico ufficiale.
Altra ipotesi particolare è quella dei soggetti che si trovano temporaneamente impediti per motivi di salute (si pensi ad esempio a coloro che sono ricoverati in ospedale, in gravi condizioni). In tal caso, la dichiarazione va resa da uno dei familiari davanti ad un pubblico ufficiale.
Più precisamente, sono legittimati a rilasciarla:
il coniuge;
i figli, in assenza del coniuge;
in mancanza di questi, un parente in linea retta come ad esempio il padre o la madre ovvero in linea collaterale fino al terzo grado (fratello, sorella, zio, cugino).
Cos’è l’autocertificazione dello stato di
famiglia degli eredi
L’autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi è una dichiarazione con la quale il soggetto che la sottoscrive, attesta la sua qualità di erede del defunto oltre alla composizione del proprio stato di famiglia.
In generale, lo stato di famiglia certifica la composizione di anagrafica di una famiglia e la sua residenza; contiene, quindi, l’elenco e i dati anagrafici di ciascun membro con l’indicazione del rapporto di parentela/affettivo esistente tra i diversi componenti. Il suo intento è quello di indicare tutte le persone che risiedono stabilmente in una determinata abitazione e che sono legate da vincoli di parentela o affettivi.
Com’è il modulo autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi
Il modulo autocertificazione dello stato di famiglia degli eredi si compone di più parti.
Più precisamente:
nel primo spazio vanno riportati i dati anagrafici del dichiarante (nome, cognome, luogo e data di nascita) e la sua residenza (via, numero civico, cap, città e provincia);
segue la dichiarazione relativa all’assunzione di responsabilità in caso di dichiarazioni false e mendaci;
quindi, la specificazione che il dichiarante è erede del soggetto defunto, di cui vanno indicati il nome e cognome, il rapporto di parentela, i dati anagrafici, la residenza di quando era ancora in vita, la data e il luogo di morte;
poi, vanno inseriti i nominativi, la data e il luogo di nascita delle persone che compongono lo stato di famiglia del dichiarante e il rapporto di parentela con l’erede;
la data e la firma del dichiarante;
l’allegazione della fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità;
per finire le dichiarazioni relative all’autorizzazione al trattamento dei dati
personali, alla violazione dei doveri d’ufficio nel caso di mancata accettazione della dichiarazione e all’esenzione dell’imposta di bollo.