• Non ci sono risultati.

DICHIARAZIONE AMBIENTALE. Impianto di Termovalorizzazione del Gerbido Torino

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "DICHIARAZIONE AMBIENTALE. Impianto di Termovalorizzazione del Gerbido Torino"

Copied!
51
0
0

Testo completo

(1)

Mod. PSGAMB.4.4.3B-01 rev. 1 del 04/04/2016

DICHIARAZIONE AMBIENTALE

Impianto di Termovalorizzazione del Gerbido Torino

Redatta ai sensi del

Reg.to CE 1221/2009 EMAS

così come modificato dal Reg. UE 1505/2017 e successivamente dal Reg. CE 2026/2018

Edizione 2

Rev. 0 del 03/06/2020

Dati aggiornati al 31/12/2019

Triennio di validità 2020-2022

(2)

INDICE

0. PREMESSA ... 3

1. LA SOCIETÀ ... 4

1.1. TRM E LE SUE ATTIVITÀ ... 4

1.1. IL GRUPPO IREN, LASSETTO SOCIETARIO ... 4

2. L’ORGANIZZAZIONE ED IL SITO ... 6

2.1. L’ORGANIZZAZIONE E LA STRUTTURA DI GOVERNANCE DEL SGA ... 6

2.2. DESCRIZIONE DELLATTIVITÀ ... 7

2.3. INQUADRAMENTO DEL SITO ... 10

2.4. DESCRIZIONE DEI PROCESSI E DEGLI IMPIANTI ... 11

3. IL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO ...15

4. LA POLITICA PER LA QUALITÀ, L’AMBIENTE, LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO ...16

5. ASPETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI...19

5.1. METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DEGLI ASPETTI AMBIENTALI ... 19

5.2. ASPETTI AMBIENTALI DIRETTI SIGNIFICATIVI ... 21

5.2.1. Emissioni in atmosfera... 21

5.2.2. Uso di additivi e coadiuvanti nonché di semilavorati ... 28

5.2.3. Produzione rifiuti ... 29

5.2.4. Scarico acque reflue ... 30

5.2.5. Consumo di acqua ... 31

5.2.6. Gas fluorurati ad effetto serra ... 32

5.3. ASPETTI AMBIENTALI INDIRETTI SIGNIFICATIVI ... 32

5.3.1. Aspetti legati ai trasporti ... 33

6. GESTIONE SCENARI DI EMERGENZA AMBIENTALE ...33

7. QUADRO NORMATIVO E CONFORMITA’ ...33

7.1. LEGISLAZIONE APPLICABILE E AUTORIZZAZIONI ... 33

7.2. CONFORMITÀ ALLE PRESCRIZIONI APPLICABILI ... 34

7.3. APPLICAZIONE DELLE BEST AVAILABLE TECHNIQUES (BAT) ... 35

8. PRESTAZIONI AMBIENTALI E MIGLIORAMENTO ...35

8.1. INDICATORI DI PRESTAZIONE AMBIENTALE ... 35

8.1.1. Energia ... 36

8.1.2. Materiali utilizzati ... 36

8.1.3. Consumo di risorse idriche ... 37

8.1.4. Rifiuti ... 39

8.1.5. Uso del suolo in relazione alla biodiversità ... 41

8.1.6. Emissioni in atmosfera... 42

8.2. OBIETTIVI E PROGRAMMI DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE ... 45

9. COMUNICAZIONE AMBIENTALE ...48

10. GLOSSARIO ...49

11. INFORMAZIONI AL PUBBLICO ...51

12. DICHIARAZIONE DEL VERIFICATORE AMBIENTALE SULLE ATTIVITA’ DI VERIFICA E CONVALIDA ...51

(3)

0. PREMESSA

Il Regolamento CE 1221/2009 – EMAS, con le sue successive modifiche UE 2017/1505 e UE 2018/2026, istituisce un “sistema comunitario di ecogestione ed audit” rivolto a tutte le organizzazioni che intendano volontariamente valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali ed instaurare un rapporto di trasparenza e comunicazione con il pubblico e gli altri soggetti interessati, fornendo loro informazioni pertinenti.

L’obiettivo fondamentale di EMAS è promuovere il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle organizzazioni mediante:

- l’introduzione e l’attuazione di un Sistema di Gestione Ambientale;

- la valutazione sistematica, obiettiva e periodica dell’efficacia di tale Sistema;

- l’informazione sulle prestazioni ambientali e un dialogo aperto con il pubblico ed altri soggetti interessati;

- la partecipazione attiva dei dipendenti dell’organizzazione nonché una formazione professionale di base ed un perfezionamento adeguato tale da rendere possibile detta partecipazione.

L’adesione ad EMAS testimonia la volontà da parte di un’organizzazione di andare oltre il semplice rispetto delle prescrizioni di legge in campo ambientale, ponendosi volontariamente obiettivi mirati al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali raggiungibili attraverso “l’applicazione economicamente compatibile delle migliori tecnologie disponibili”.

Nello spirito di garantire la gestione controllata degli impatti ambientali connessi alle proprie attività e, quindi, dimostrare la costante attenzione alla tutela dell’ambiente, la società Trattamento Rifiuti Metropolitani S.p.A. (di seguito TRM S.p.A.), società affidataria della realizzazione e gestione dell’impianto di termovalorizzazione del Gerbido a Torino, ha implementato un sistema di gestione conforme ai principi della norma UNI EN ISO 14001 con ottenimento della certificazione nel 2015 e riconferma della stessa secondo la nuova norma UNI EN ISO 14001:2015 nel 2018. Questo risultato rappresenta il primo passo verso l’adozione dell’Eco Management and Audit Scheme (EMAS), sistema comunitario di ecogestione e audit.

Tale percorso è stato tracciato fin dalla localizzazione dell’impianto, già nello Studio di microlocalizzazione dell'impianto di termovalorizzazione per la zona sud della provincia di Torino redatto dalla allora Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana) ed approvato dalla Giunta Provinciale con deliberazione n. 955−348277 del 2005. Il Programma di certificazione ambientale e l’adesione ad EMAS sono stati infatti considerati fin da allora garanzia di una gestione di impianto secondo criteri di ottimizzazione produttivi e gestionali, dedicando al tempo stesso la massima attenzione alle problematiche relative alla tutela dell’ambiente.

La presente Dichiarazione Ambientale ed i relativi aggiornamenti annuali costituiscono un fondamentale strumento per la comunicazione al pubblico ed alle parti interessate di informazioni ambientali convalidate relative al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali del sito di termovalorizzazione di rifiuti urbani e speciali in Via Gorini 50 a Torino, gestito da TRM S.p.A., confermando l’importanza che sempre per la società hanno avuto la trasparenza e correttezza nella gestione dell’impatto ambientale correlato alle proprie attività e l’individuazione delle più idonee modalità di comunicazione in tal senso.

Per questo il documento è pubblicato sul sito web aziendale www.trm.to.it

I dati contenuti nella presente Dichiarazione Ambientale, che avrà validità per 3 anni a partire dalla data di convalida, risultano aggiornati al 31/12/2019.

La presente Dichiarazione Ambientale è stata convalidata dal Verificatore Ambientale IMQ S.p.A. n. IT-V- 0017, per conformità al Regolamento CE n.1221/2009 nonché al Regolamento 2017/1505/UE in vigore

(4)

dal 18 settembre 2017 e successivamente dal Regolamento 2018/2016/UE in vigore dal 19 dicembre 2018.

1. LA SOCIETÀ

1.1. TRM e le sue attività

La società Trattamento Rifiuti Metropolitani S.p.A. - TRM S.p.A. - nasce nel 2002 come società a capitale interamente pubblico con lo scopo di progettare, realizzare e gestire impianti per il trattamento e lo smaltimento di rifiuti.

Nel 2005 ottiene l’affidamento per la progettazione, la costruzione e la gestione ventennale del termovalorizzatore della città di Torino, ubicato in località Gerbido.

Il termovalorizzatore del Gerbido, realizzato tra il 2010 ed il 2013 ed in funzione dall’aprile dello stesso anno, è un impianto progettato secondo le indicazioni di una Commissione Altamente Specializzata nominata dalla Provincia di Torino e concepito secondo le più recenti ed affidabili tecnologie. È finalizzato allo smaltimento di rifiuti urbani non altrimenti recuperabili e speciali non pericolosi, e valorizza l’energia in essi contenuta producendo elettricità da immettere nella rete di distribuzione nazionale e, nel prossimo futuro, calore per il teleriscaldamento. Esso rappresenta dunque, a valle della raccolta differenziata e non in concorrenza con la stessa, l’anello conclusivo del ciclo integrato dei rifiuti nella Città Metropolitana di Torino.

Dal dicembre 2012 TRM S.p.A. diventa una Società a capitale misto: l’80% delle sue quote è detenuto da TRM V., Società controllata congiuntamente dal Gruppo Iren, socio industriale con il 49%, e da F2i Ambiente, socio finanziario con il 51% a fine 2015; il restante 20% è partecipato dal Comune di Torino (con una quota di circa il 18%), da una serie di altri Comuni della provincia e da quattro consorzi di raccolta rifiuti (CCS, C.A.DO.S., ACEA Pinerolese e Covar 14).

A gennaio 2016 è stato perfezionato l’accordo di acquisizione da parte di IREN, attraverso la controllata IREN Ambiente S.p.A., del 100% della società F2i Ambiente S.p.A., che ha portato al controllo integrale di TRM V. da parte del Gruppo Iren.

Figura 1 - Assetto societario TRM 1.1. Il Gruppo Iren, l’assetto societario

(5)

Il Gruppo IREN, multiutility quotata alla Borsa Italiana, opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le pubbliche amministrazioni al fine di offrire ai cittadini ed ai clienti efficienza e qualità dei servizi.

L'architettura del Gruppo prevede una holding industriale, Iren S.p.A., quotata, che effettua coordinamento e controllo delle società del gruppo e ne gestisce in service i servizi trasversali, quali acquisti, formazione, finanza, legale, sistemi di gestione, sicurezza e ambiente, logistica, immobiliare, magazzini e Società di Primo Livello, interamente controllate da Iren S.p.A.

Figura 2 - Struttura del gruppo IREN al 31.12.2019 (Fonte: Bilancio di Sostenibilità IREN 2019)

Tra le Società di Primo Livello, Iren Ambiente S.p.A., che ha sede sociale a Piacenza, esercita il coordinamento delle attività del Gruppo IREN in ambito ambientale. Iren Ambiente gestisce direttamente o per tramite delle società partecipate i servizi di igiene urbana, la progettazione, la realizzazione e la gestione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, su diverse aree territoriali (Emilia, Piemonte, Liguria). Gestisce inoltre concessione, per i Comuni clienti, le attività di gestione ordinaria, accertamento e riscossione coattiva della Tassa Rifiuti TARES e TARI.

Iren Ambiente può contare su un sistema completo di impianti di selezione, trattamento e smaltimento dei rifiuti ubicati all’interno delle regioni di riferimento della società Emilia, Liguria e Piemonte, garantendo una notevole sinergia con i servizi e le attività industriali e commerciali presenti in tali territori.

(6)

L’impegno aziendale nel miglioramento continuo del proprio sistema di gestione ha portato Iren Ambiente S.p.A. a conseguire le certificazioni secondo le norme ISO 9001, ISO 14001 e OHSAS 18001.

Iren S.p.A. ed Iren Ambiente S.p.A. sono le società del Gruppo coinvolte nella progettazione, implementazione e sviluppo del sistema di gestione ambientale correlato al sito oggetto della presente dichiarazione.

2. L’ORGANIZZAZIONE ED IL SITO

2.1. L’Organizzazione e la struttura di governance del SGA

La responsabilità della governance di TRM S.p.A. spetta al Consiglio di Amministrazione (Direzione) che stabilisce le linee di indirizzo.

I poteri dell’Amministratore Delegato di TRM S.p.A. sono deliberati dal Consiglio di Amministrazione (CdA) e riportati nel relativo verbale di riunione del CdA. I poteri e le deleghe sono conferiti al Direttore Generale dall’Amministratore Delegato con procure speciali, in particolare in ambito ambientale e di salute e sicurezza sul lavoro.

Figura 3 - Organigramma TRM al 31.12.2019

Ai fini dell’applicazione del Sistema di Gestione Ambientale l’Amministratore Delegato ha conferito al Rappresentante della Direzione, nella persona del Direttore Generale, la responsabilità di promuovere e gestire le attività inerenti il Sistema, di assicurare che i requisiti del Sistema siano stabiliti, applicati e mantenuti attivi in conformità alle norme di riferimento, di monitorare le prestazioni del Sistema e riferire alla Direzione, al fine del riesame e del miglioramento continuo, nonché di essere il riferimento aziendale, sia interno, sia esterno, per l’applicazione dello stesso.

(7)

In seguito all’implementazione del Modello di Organizzazione e Gestione (MOG) ex D.Lgs 231/01 in azienda, il CdA ha nominato un Organismo di Vigilanza, come previsto dalla normativa stessa.

La descrizione delle direzioni/funzioni coinvolte sopra citate fa riferimento all’organigramma in fig.3. Per gli organigrammi specifici si fa riferimento a quelli in vigore e disponibili presso l’azienda.

Nella gestione delle attività quotidiane funzionali all’esercizio dell’impianto e svolte all’interno del suo perimetro si affiancano a TRM S.p.A. il personale AMIAT S.p.A., società del Gruppo Iren, a cui è affidata la gestione della pesa e delle attività di vigilanza e portierato, il personale della Helix ambiente, a cui è affidata la gestione della zona avanfossa e sili nonchè il personale ABB S.p.A. che si occupa della gestione e funzionamento del sistema di monitoraggio emissioni.

2.2. Descrizione dell’attività

Il termovalorizzatore è un impianto finalizzato allo smaltimento di rifiuti non altrimenti recuperabili che valorizza l’energia in essi contenuta producendo elettricità e calore; esso rappresenta l’anello conclusivo del sistema integrato di gestione dei rifiuti nella Città Metropolitana di Torino, dove lo sviluppo della raccolta differenziata ha raggiunto e di poco superato, in linea con i parametri europei, il 55%1.

L’energia presente nel rifiuto è costituita dal potere calorifico dello stesso (PCI o potere calorifico inferiore) che è una grandezza variabile in funzione della composizione merceologica del rifiuto stesso nonché del suo contenuto di umidità, e che quindi dipende anche dalla percentuale di raccolta differenziata raggiunta sul territorio. Il campo di variazione del PCI dei rifiuti per cui è stato progettato l’impianto varia da un minimo di 6.000 kJ/kg ad un massimo di 16.000 kJ/kg. Nel triennio 2017-2019 il PCI medio si è attestato, per il rifiuto trattato in impianto, su un valore pari a circa 9.600 kJ/kg.

L’impianto è autorizzato a saturazione del carico termico e gli è stata attribuita la qualifica di impianto di recupero energetico; può quindi smaltire con le operazioni D10 (Incenerimento a terra) ed R1 (Utilizzazione principale come combustibile o altro mezzo per produrre energia) le seguenti categorie di rifiuti:

• Rifiuti solidi urbani residui dopo la raccolta differenziata (RURRD);

• Rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSAU), compresi i sovvalli degli impianti di recupero rifiuti urbani e valorizzazione della raccolta differenziata.

I rifiuti trattati, per ciascuna delle categorie descritte, sono esclusivamente non pericolosi.

Con riferimento al rifiuto urbano Indifferenziato, il servizio svolto è principalmente rivolto a tutti i consorzi dell’ambito territoriale ottimale (ATO) della Città Metropolitana di Torino, individuati nella mappa in fig. 4.

Bruciandoli, il termovalorizzatore recupera l’energia contenuta nei rifiuti; l’impianto può convertire tale energia in energia elettrica, come ha fatto dal suo avvio fino a novembre il 2019, oppure operare in assetto cogenerativo, cioè producendo sia energia elettrica sia energia termica per il teleriscaldamento.

A tal proposito, con l’anno 2019 sono stati completati i lavori di realizzazione delle apparecchiature interne all’edificio del teleriscaldamento e sono iniziate in dicembre le prime prove di fornitura del calore con la produzione di circa 380 MWh nei test di funzionamento del sistema.

L’energia elettrica prodotta in un anno corrisponde al fabbisogno annuale di circa 200.000 famiglie di tre persone, con un risparmio di circa 80.000 tonnellate l’anno di combustibile fossile, contribuendo a tutelare l’ambiente e a generare un’economia sostenibile.

1 55,1% al 2017 – fonte: D.D. 20 settembre 2018, n. 344 - L.R. 7/2012 e L.R.1/2018 Approvazione dei dati di produzione rifiuti urbani e di raccolta differenziata relativi al 2017

(8)

Figura 4 - Bacini e Consorzi dell’ATO della Città Metropolitana di Torino

Consorzio ACEA Pinerolese (Bacino 12) Consorzio Chierese Servizi - CCS (Bacino 13)

Consorzio Valorizzazione Rifiuti - CoVaR 14 (Bacino 14)

Consorzio Ambiente Dora Sangone CADOS (Bacino 15)

Consorzio Bacino 16

Consorzio Intercomunale di Servizi per l’Ambiente - CISA (Bacino 17A)

Consorzio Canavesano Ambiente - CCA (Bacino 17B/C/D)

Consorzio 18 Città di Torino

La capacità nominale dell’impianto è pari a 67,5 t/h di rifiuti (22,5 t/h per ciascuna delle 3 linee) mentre il carico termico nominale è pari a 206,25 MWt (68,75 MWt per ciascuna delle 3 linee). Nelle tabelle seguenti, e nei rispettivi grafici, vengono riportati i quantitativi di rifiuti conferiti e inceneriti nell’impianto e i quantitativi di energia elettrica prodotta, ceduta e consumata dall’impianto nel triennio 2017-2019.

In relazione all’energia, in data 25 marzo 2014 il termovalorizzatore del Gerbido ha ottenuto dal Gestore Servizi Energetici GSE la qualifica di “impianto alimentato a fonti rinnovabili (IAFR)” sulla base dei requisiti previsti nel Decreto del 18/12/2008 “Incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ai sensi dell’art. 2, comma 150, della legge 24 dicembre 2007, n. 244”. Per i dati produzione e consumo di energia sono pertanto specificate in tabella anche le quantità totali annue di energia prodotta da fonti di energia rinnovabili e di energia consumata che è stata generata da fonti rinnovabili2.

Rifiuti [t]

Anno 2017 2018 2019

In ingresso 510.971 533.240 562.270

di cui RURRD 454.639 476.373 457.603

di cui RSAU 56.331 56.867 104.666

Inceneriti 514.920 530.040 559.458

Tabella 1 - Rifiuti in ingresso e inceneriti (2017-2019)

2 Per il dato di energia consumata che è stata generata da fonti rinnovabili si è considerato per il calcolo esclusivamente il consumo della energia elettrica autoprodotta e non di quella prelevata dalla rete esterna, il cui contributo è stato

(9)

Figura 5 - Rifiuti in ingresso e inceneriti (2017-2019)

Energia elettrica [MWhe]

Anno 2017 2018 2019

Prodotta 397.074 399.111 427.392

Di cui da fonti rinnovabili 196.432 197.440 211.431

Ceduta 333.462 335.125 361.735

Consumata 64.577 65.655 66.447

Di cui da fonti rinnovabili 31.489 31.654 32.481 Tabella 2 - Energia elettrica (2017-2019)

Figura 6 - Energia elettrica (2017-2019) 0

50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 450.000 500.000 550.000

In ingresso Inceneriti

Rifiuti (t) 2017

2018 2019

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000 400.000 450.000

Prodotta Ceduta Consumata

Energia elettrica (MWhe)

2017 2018 2019

(10)

2.3. Inquadramento del sito

In ottemperanza alle direttive europee e al loro recepimento nel quadro normativo nazionale, l’allora Provincia di Torino (oggi Città Metropolitana), nell’ambito dell’attività di pianificazione, ha previsto fin dal 1998 di gestire il ciclo integrato dei rifiuti secondo due cardini fondamentali: la raccolta differenziata (con l’obiettivo del 50% su base provinciale) e la termovalorizzazione (inserendo nel Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti due impianti, il primo in zona Sud ed il secondo in zona Nord del territorio provinciale).

L’impianto previsto per la zona sud è stato localizzato nell’anno 2005, a valle di un lungo iter di concertazione istituzionale, sul territorio della città di Torino, in località Gerbido, un’area prossima al confine con altri 5 Comuni. L’area circoscritta in un raggio di 2 Km dal baricentro dell’impianto interessa infatti i territori dei Comuni di Torino, Grugliasco, Beinasco, Orbassano, Rivoli e Rivalta di Torino.

Figura 7 - Localizzazione del termovalorizzatore

Il sito occupa una superficie di circa 95.240 m2 localizzata tra via Gorini, il deposito dell’azienda di trasporto pubblico locale (GTT- Gruppo Torinese Traporti), lo scalo ferroviario del Comune di Orbassano e la linea ferroviaria per Fiat Mirafiori.

L’area dell’impianto è sostanzialmente pianeggiante e si colloca al convergere nella conca torinese della Val Sangone e della Val di Susa, in un ambito territoriale dove non prevale un’unica destinazione d’uso, ma dominano i caratteri insediativi di un’urbanizzazione residenziale consolidata, contrassegnata da alte densità abitative (soprattutto in Beinasco e parti minoritarie di Torino), in molte parti mista ad attività industriali, con la concentrazione di mix funzionali residenziali e industriali tipici di parti periferiche di un’area metropolitana.

L’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di TRM S.p.A è raggiungibile sia dalla città di Torino che dalla tangenziale sud della stessa e prevede un accesso dedicato ai conferimenti (ubicato

(11)

parallelamente allo scalo merci di Orbassano) e un accesso per dipendenti e visitatori, ubicato sul fronte dell’impianto (Via Gorini).

Figura 8 - Accessi al termovalorizzatore

2.4. Descrizione dei processi e degli impianti

L’impianto è costituito da tre linee di incenerimento, tra loro uguali e indipendenti, ciascuna delle quali ha una propria sezione di combustione, recupero energetico e depurazione fumi, mentre sono uniche e comuni alle tre linee le sezioni di stoccaggio dei rifiuti, il ciclo di potenza e lo stoccaggio dei residui.

Conferimento e stoccaggio

Il processo di trattamento dei rifiuti ha inizio con il conferimento degli stessi all’impianto tramite gli automezzi delle aziende che ne curano la raccolta. I camion vengono sottoposti ad un primo controllo per il riconoscimento di eventuali anomalie radiometriche sui carichi passando attraverso un portale di rilevazione della radioattività e successivamente sono pesati e registrati, grazie ad un software dedicato, dal personale di pesa, a fronte del numero di permesso a conferire. Sono inoltre soggetti, a campione, a controlli specifici, visivi e ulteriori, con periodicità predefinite in funzione della tipologia di rifiuto e della sua provenienza.

Dopo i controlli descritti i mezzi accedono all’avanfossa, un locale chiuso che dà accesso alle 10 bocche di scarico nella fossa, e procedono allo scarico dei rifiuti nella fossa stessa, anch’essa chiusa e avente capacità pari a circa 18.000 m3 (fino a 35.000 m3 di rifiuto accovonato). Qui i rifiuti sono miscelati in modo da rendere il più possibile omogeneo il materiale da caricare ai forni, grazie all’utilizzo di due carriponte dotati di benna a polipo e sistema elettronico di pesatura e raccolta dati.

(12)

Caricamento e combustione

I rifiuti prelevati dalla fossa con le benne sono depositati in una delle tre tramogge di carico e, da queste, mediante gli alimentatori oleodinamici, spinti sulla griglia di combustione dove permangono per circa un’ora, bruciando ad una temperatura intorno ai 1000 °C. Completano il processo quattro bruciatori a gas naturale per ciascuna linea dell’impianto: i due di maggiore taglia sono di supporto alla combustione, qualora la temperatura in camera di post-combustione scenda al di sotto degli 850 °C, gli altri di supporto in fase di avviamento o arresto.

Ciclo termico e generazione di energia elettrica

I fumi prodotti dalla combustione dei rifiuti salgono verso la sezione di caldaia posta sopra ciascuna griglia, le cui pareti sono costituite da fasci di tubi (banchi scambiatori) all’interno dei quali scorre l’acqua demineralizzata che, vaporizzando, consente di recuperare il calore generato dalla combustione dei rifiuti.

Il vapor d’acqua prodotto si immette, alla temperatura nominale di 420 °C e alla pressione nominale di 60 bar, nella turbina a vapore che è accoppiata ad un generatore elettrico di potenza nominale pari a 80 MVA e produce in assetto elettrico una potenza elettrica lorda ai morsetti dell'alternatore di 65,5 MW.

L’energia elettrica prodotta viene elevata a 220 kV nella sottostazione elettrica di impianto, nodo di rete Terna, ed immessa, al netto degli autoconsumi, nella rete elettrica di trasmissione nazionale. Nella sottostazione è previsto un gruppo di misure fiscali con lo scopo di contabilizzare sia l’energia prelevata dalla rete sia quella immessa.

Il ciclo termico necessita di un sistema che condensi il vapore in uscita dalla turbina prima di reimmetterlo in caldaia. Ciò è realizzato nel condensatore, uno scambiatore a fascio tubiero attraverso cui il vapore del ciclo cede calore ad un circuito d’acqua di raffreddamento; tale acqua è poi inviata alle torri di raffreddamento, dove, per contatto diretto con l’aria atmosferica, cede ad essa il calore prelevato dal ciclo termico sotto forma di energia e di vapore. L’acqua di raffreddamento si raccoglie poi in apposite vasche poste sotto le torri e, dopo essere stata reintegrata della frazione dispersa in atmosfera, viene pompata nuovamente nel circuito di raffreddamento.

Trattamento fumi e sistema di monitoraggio emissioni (SME)

A seguito della combustione i fumi sono sottoposti ad un processo di trattamento finalizzato a trattenere le sostanze inquinanti oppure a trasformarle in sostanze innocue prima di reimmetterle nell’ambiente.

I dispositivi di trattamento fumi dell’impianto sono i seguenti:

Elettrofiltro: consta di tre stadi, ciascuno dei quali genera un campo elettrico indipendente che attrae polveri e particolato.

Reattore a secco: serve ad abbattere i gas acidi, le diossine, i furani e i metalli pesanti grazie all’immissione ed alla miscelazione nei fumi di bicarbonato di sodio e carbone attivo macinati finissimamente. Questi trattengono le sostanze inquinanti o reagiscono con esse producendo altri composti non pericolosi, che vengono espulsi dal camino o trattenuti dai sistemi di depurazione ed allontanati con i residui solidi (Prodotti Sodici Residui o PSR).

Filtro a maniche: ha il compito di raccogliere il PSR prodotto nel reattore a secco (anch’esso in forma di polveri).

Reattore catalitico (o Reattore SCR - Selective Catalyst Reduction): una batteria di tre reattori SCR in parallelo per ciascuna linea di termovalorizzazione ha la finalità di abbattere gli ossidi di azoto (NOX) dai fumi prima della loro emissione.

(13)

Il sistema di trattamento fumi termina con il ventilatore di aspirazione, che mantiene in depressione l’intera linea a partire dalla caldaia. Attraverso un silenziatore i fumi giungono poi alla canna fumaria da cui sono espulsi in atmosfera, ad un’altezza di 120 m ed alla temperatura di circa 120°C.

All’interno del camino si trova una serie di analizzatori, costituenti il sistema di monitoraggio emissioni (SME), che misurano le concentrazioni delle sostanze inquinanti residue per verificare il rispetto dei limiti emissivi: in base ai valori registrati e trasmessi al sistema di controllo dell’impianto si eseguono, tra l’altro, le regolazioni automatiche di gestione del processo e del dosaggio dei reagenti.

Figura 9 - Schema di principio del termovalorizzatore Gestione dei residui

Il processo di termovalorizzazione genera residui derivanti dalla combustione (scorie e materiale ferroso) e dalla depurazione dei fumi (ceneri leggere e PSR).

Le scorie di combustione, quantitativamente pari a circa il 21% in peso dei rifiuti in ingresso, vengono raccolte in fondo alla griglia, convogliate allo spegnimento in estrattori a bagno d’acqua e quindi movimentate, attraverso dei nastri trasportatori, verso lo stoccaggio. Durante il percorso, due elettrocalamite separano dalle scorie il materiale ferroso. Le scorie e ceneri pesanti (CER 190112) vengono depositate in una fossa dedicata avente volume pari a 1320 m3, ubicata in un capannone chiuso, mentre i metalli ferrosi estratti da ceneri pesanti (CER 190102) vengono depositati in un’area dedicata della fossa scorie, avente volume pari a 300 m3.

Le ceneri leggere derivanti dall’attività dell’elettrofiltro (CER 190113*), quantitativamente pari a circa il 2% in peso dei rifiuti iniziali, ed il PSR, costituito dal materiale fine trattenuto dal filtro a maniche (CER 190107*), pari a circa l’1,5% in peso dei rifiuti iniziali, sono movimentati con sistema pneumatico e stoccati in sili dedicati, che evitano dispersioni in ambiente.

(14)

I mezzi destinati all’allontanamento di tali residui dall’impianto sono preventivamente sottoposti a controllo per il riconoscimento di eventuali anomalie radiometriche sui carichi.

Per quanto al destino finale dei rifiuti prodotti, essi vengono inviati prioritariamente a recupero; in particolare vanno a recupero il 100% delle scorie e il 100% dei prodotti sodici residui ed un quantitativo di ceneri che nel 2019 si è attestato al 38%.

Sistemi di supporto al processo

Sono poi presenti in impianto una serie di sistemi ausiliari che consentono il corretto svolgimento del processo principale descritto.

Il sistema di produzione acqua demineralizzata provvede a fornire acqua dalle adeguate caratteristiche chimico-fisiche per il reintegro del ciclo termico e per altre utenze, a partire da acqua industriale emunta dalla rete pozzi della Società Acque Potabili SAP presente nella zona.

Il sistema di produzione e di distribuzione aria compressa è in grado di fornire aria compressa filtrata ed essiccata sia per gli attuatori pneumatici della strumentazione (sistema aria strumenti) sia per la pulizia dei filtri a maniche, dei reattori SCR, e per altri utilizzi in impianto (sistema aria servizi).

Il sistema di raffreddamento in circuito chiuso utilizza acqua demineralizzata additivata con inibitore di corrosione per raffreddare alcune utenze particolari (compressori dei sistemi aria strumenti e servizi, olio della turbina, olio della cesoia, generatore elettrico, pompe alimento caldaie, sistema campionamento acqua del ciclo termico) che abbisognano di elevata protezione dalle impurità.

Il sistema antincendio utilizza l’acqua proveniente dalla rete di acqua industriale stoccandola in un serbatoio separato a cui è inviata direttamente dalle pompe. Il sistema antincendio è interfacciato con il sistema di ventilazione al fine di una gestione opportuna e coordinata, in caso di allarme, delle apparecchiature di ventilazione e del dispositivo di isolamento dei locali.

Il sistema distribuzione del gas naturale prevede, a valle del prelievo del gas dalla rete SNAM, un sistema di trattamento costituito da un filtro, un preriscaldatore ad acqua calda, una stazione di riduzione della pressione e due stazioni di misura fiscale.

Il sistema di controllo centrale (DCS) consente una gestione da remoto delle apparecchiature elettroniche di regolazione e controllo necessarie per un corretto e continuativo funzionamento del termovalorizzatore in completa sicurezza.

Il sistema di condizionamento HVAC (Heating, Ventilating and Air Conditioning) provvede al condizionamento invernale ed estivo dei locali dell’impianto, eccetto quelli esclusivamente tecnologici.

Infine, con la finalità di garantire, al mancare della tensione di rete, la produzione dell’energia elettrica necessaria ad alimentare le utenze essenziali per la sicurezza dell’impianto, è previsto un gruppo elettrogeno (generatore di emergenza) a diesel.

(15)

3. IL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO

Presso il sito di termovalorizzazione dei rifiuti di TRM S.p.A. è attivo un Sistema di Gestione Integrato (SGI), attuato coerentemente alla Politica per la Qualità, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro e ai requisiti delle norme ISO 14001:2015, BS OHSAS:2007, ISO 9001:2015 e del Regolamento EMAS.

Relativamente alle tematiche ambientali, l’obiettivo del SGI di TRM S.p.A. è l’implementazione di un sistema di gestione ottimale degli aspetti ambientali connessi alle proprie attività, al fine di ridurne, ove possibile, gli impatti ambientali indotti in ogni condizione operativa, garantendo sempre il rispetto delle prescrizioni legislative applicabili. Il Sistema si applica a tutte le attività svolte da TRM S.p.A. che interagiscono con l’ambiente, in particolar modo agli aspetti ambientali sui quali l’organizzazione può esercitare un controllo e ci si può attendere che abbia influenza.

L’applicazione, il mantenimento e l’implementazione del SGI si realizza grazie alla collaborazione tra la struttura “Sistemi di Gestione Certificati” di Iren S.p.A., società che garantisce l’erogazione di alcune attività in service e TRM S.p.A. che si occupa della gestione operativa e tecnica dell’Impianto, per il quale sono stati individuati 3 processi:

• Direzionale

• Gestione dei presidi autorizzativi e legislativi

• Gestione Esercizio e Manutenzione

Figura 10 -Sistema di Gestione Integrato di TRM S.p.A.

Il SGI è descritto nei seguenti documenti strategici, esaminati ed approvati dalla Direzione:

Politica per la Qualità, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro: E’ il documento definito dalla Direzione di TRM S.p.A. per fornire all’intera organizzazione il quadro di

(16)

riferimento per implementare e mantenere il SGI nell’ottica del miglioramento continuo e testimonia l’impegno di TRM S.p.A. e del Gruppo Iren verso la tutela dell’ambiente e la Salute e la Sicurezza sul lavoro.

Analisi del contesto e parti interessate: TRM, come tutto il Gruppo Iren, svolge e documenta l’analisi del contesto interno ed esterno e valuta le esigenze e aspettative delle parti interessate attraverso i seguenti documenti: Piano Industriale, Bilancio di Sostenibilità, Schede Processo, DVR, Analisi Ambientale, Modelli Organizzativi (D.Lgs 231), Sistema di Enterprise Risk management.

Valutazione dei Rischi: Sulla base del Sistema di Enterprise Risk Management del Gruppo sono stati individuati 19 contesti, gli stessi vengono analizzati in relazione ai singoli processi delle singole Società del Gruppo nell’ambito delle Valutazioni dei Rischi.

Procedure Generali: documenti prescrittivi il cui ambito di applicazione è interaziendale.

Definiscono i metodi, le risorse e le responsabilità specifiche per la realizzazione di attività oggetto del Sistema di Gestione aziendale.

Procedure Operative: Definiscono i metodi, le risorse e le responsabilità specifiche per la realizzazione di attività oggetto del Sistema di Gestione aziendale.

Istruzioni Operative: documenti prescrittivi che illustrano nel dettaglio le modalità operative per la conduzione di attività ritenute particolarmente significative in termini di qualità, ambiente e sicurezza.

Modulistica di Registrazione: documenti che consentono la registrazione delle attività. Tutte le registrazioni digitali e informatiche rientrano in questa fattispecie di documentazione.

Schede Processo: documenti che descrivono gli elementi caratteristici dei processi individuati per la società. In queste schede sono individuati i sistemi di misurazione e monitoraggio di ogni processo.

Analisi Ambientale: L’Analisi Ambientale, che comprende la Valutazione della significatività degli Aspetti Ambientali, è tenuta aggiornata dalla struttura “Sistemi di Gestione Certificati” in relazione ad eventuali modifiche infrastrutturali, tecnologiche o normative intervenute e con riferimento ai dati ambientali. I dati e le revisioni dell’Analisi sono validati in sede di Comitato Guida da parte della Direzione.

DVR: Il documento di Valutazione dei Rischi in base al d.lgs. 81/08 è redatto e aggiornato dal RSPP di TRM S.p.A.

Piani di Audit: il Piano di Audit interno ed esterno è predisposto annualmente da Sistemi Certificati e approvato in sede di Comitato Guida.

Contratti Intercompany: Contratti che regolano l’erogazione di servizi Intercompany.

4. LA POLITICA PER LA QUALITÀ, L’AMBIENTE, LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO La Politica per la Qualità, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro è il documento definito dalla Direzione di TRM S.p.A. per fornire all’intera organizzazione il quadro di riferimento per implementare e mantenere il SGI nell’ottica del miglioramento continuo delle prestazioni ambientali.

A testimonianza dell’impegno di TRM S.p.A. verso la tutela dell’ambiente, attraverso la Politica per la Qualità, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro viene evidenziato l’impegno ad operare in conformità alla normativa in campo ambientale, a prevenire ogni forma di inquinamento ed a perseguire un continuo miglioramento delle proprie prestazioni ambientali.

La Politica per la Qualità, l’Ambiente, la Salute e la Sicurezza sul lavoro viene periodicamente riesaminata, tenendo conto del cambiamento delle circostanze e conoscenze. Ad ogni revisione è distribuita a tutti i dipendenti ed è comunicata a coloro che in nome e per conto di TRM S.p.A. operano in

(17)

impianto, nonché affissa nelle bacheche aziendali. Il documento è inoltre reso disponibile attraverso la pubblicazione sul sito web aziendale www.trm.to.it ed è dallo stesso scaricabile.

(18)
(19)

5. ASPETTI AMBIENTALI SIGNIFICATIVI

5.1. Metodologia di valutazione degli aspetti ambientali

Per aspetto ambientale si intende qualsiasi elemento di un’attività, prodotto e servizio dell’azienda che, interagendo con l’ambiente, comporti una modifica (impatto ambientale) all’ambiente stesso.

L’analisi degli aspetti ambientali riguarda sia gli aspetti diretti, ovvero generati da attività tenute direttamente sotto il controllo gestionale dell’azienda sia gli aspetti indiretti sui quali si ha un limitato potere di controllo oppure semplice influenza in quanto generati da attività, comportamenti, decisioni in capo a organizzazioni esterne o ad altre società del Gruppo.

L’analisi si realizza tramite:

• raccolta di informazioni e dati quali: permessi e autorizzazioni, risultati dei monitoraggi, schemi e dati di impianti e di processo;

• indagini conoscitive sul sito, con interviste al personale coinvolto, sia a livello operativo che a livello gestionale;

• visita diretta alle varie aree del sito.

Gli aspetti ambientali che vengono presi in considerazione per la valutazione sono:

ASPETTO AMBIENTALE APPLICABILITA’

Utilizzo prodotti Applicabile

Risorsa Idrica Applicabile

Consumi Applicabile

Emissioni in atmosfera Applicabile

Scarichi idrici e/o restituzioni Applicabile

Rifiuti Applicabile

Rumore e vibrazioni Applicabile

Suolo e sottosuolo Applicabile

Campi Elettromagnetici Applicabile

PCB/PCT Non applicabile

Amianto Non Applicabile

Sostanze lesive per l’ozono Non Applicabile

Gas Fluorurati ad effetto serra e loro miscele Applicabile

Odori Applicabile

Impatto visivo Applicabile

Traffico Applicabile

Tabella 3 - Aspetti ambientali applicabili

Una volta individuati gli aspetti ambientali applicabili si procede con la quantificazione e valutazione degli aspetti e conseguenti impatti ambientali, analizzando ogni impatto per fasi di attività (sotto- processi) e valutandolo sulla base dei seguenti parametri:

Probabilità (P): indica la probabilità di accadimento di un evento tenendo conto della frequenza di accadimento degli eventi stessi.

(20)

Gravità (G): indica il peso dell’impatto generato sull’ambiente circostante, sia in termini di estensione dell’impatto che di tossicità per l’uomo e l’ambiente.

Vulnerabilità (V): indica la vulnerabilità del sito in relazione alle caratteristiche specifiche dello stesso

Efficacia (E): indica il grado di controllo messo in atto e pertanto è da considerarsi un fattore di mitigazione dell’impatto. L’indice tiene conto dei seguenti parametri:

1. Monitoraggio e manutenzione preventiva 2. Mezzi di abbattimento

3. Istruzioni Operative, Piani Emergenza, Prassi Gestionale

4. Reclami, contestazioni e/o segnalazioni ricevute dalle parti interessate 5. Difformità rispetto a prescrizioni autorizzative e/o disposizioni legislative

Nello specifico, l’efficacia del sistema viene valutata in relazione all’esistenza di presidi e di procedure di monitoraggio, nonché al rilevamento di segnalazioni, reclami, contestazioni. L’efficacia (E) è dunque il risultato di due contributi: Controllo (C) e sussistenza di elementi negativi tali da inficiare l’effettiva capacità operativa di sistema (FS = fattore di sensibilità rappresentativo delle esigenze manifestate dalle parti interessate). Qualora sussistano elementi e/o evidenze oggettive di criticità tali da rendere negativo o nullo il valore di E, dovrà essere convenzionalmente assegnato valore 1 e dovrà essere valutata l’introduzione di opportune misure di mitigazione per affrontare la significatività dell’impatto.

La significatività di un impatto ambientale è data dal seguente algoritmo:

Significatività= (Probabilità) X (Gravità) X (Vulnerabilità) / (Efficacia)

con E = (Controllo) – (Fattore di Sensibilità) = C - FS

Ad ognuno dei suddetti parametri è assegnato un valore secondo apposite tabelle di grading.

Il risultato ottenuto dalla valutazione, fa rientrare l’aspetto/impatto in quattro classi di significatività:

BASSO - INTERMEDIO - ALTO – CRITICO come riportato nella tabella in basso, in funzione delle quali determinare le priorità di intervento e le eventuali azioni conseguenti.

Valutazione aspetto/impatto Classe di

Significatività Priorità d'intervento

La valutazione svolta presso i siti ove si svolgono le attività ha prodotto un

risultato compreso tra 0 e 3 (S<3) BASSO

Aspetto che può essere trascurato mantenendo semplicemente una traccia della sua esistenza ai

fini di una sua eventuale futura valutazione La valutazione svolta presso i siti ove si

svolgono le attività ha prodotto un risultato compreso tra 3 e 9 (3≤S<9)

INTERMEDIO Aspetto da tenere sotto controllo al fine di garantire la continuità della sua corretta gestione nel tempo

La valutazione svolta presso i siti ove si svolgono le attività ha prodotto un risultato compreso tra 9 e 16 (9≤S<16)

ALTO

Aspetto a rischio di significatività da tenere sotto controllo e possibilmente da migliorare nel medio -

lungo periodo, mediante interventi infrastrutturali, tecnici e/o organizzativi

La valutazione svolta presso i siti ove si svolgono le attività ha prodotto un risultato uguale o superiore a 16 (S≥16)

CRITICO

Aspetto significativo da migliorare immediatamente o nel breve periodo, mediante interventi

infrastrutturali, tecnici e/o organizzativi

(21)

Tabella 4 - Classi di significatività degli aspetti/impatti ambientali

TRM riesamina almeno annualmente la valutazione degli aspetti ambientali individuati per l’impianto, aggiornando l’Analisi Ambientale.

5.2. Aspetti ambientali diretti significativi

In questo capitolo si riporta una descrizione degli aspetti ambientali diretti il cui livello di significatività è risultato superiore a 3, dal punto di vista qualitativo e, ove è possibile una quantificazione, quantitativo.

Per tutti gli aspetti ambientali diretti significativi descritti la classe di significatività è risultata “intermedio”.

Il dettaglio delle prestazioni dell’impianto per ciascun aspetto ambientale descritto, nonché un commento sul trend nel triennio 2017-2019 preso in considerazione dalla presente dichiarazione, sono invece rimandati al capitolo “Indicatori di prestazione ambientale”.

5.2.1. Emissioni in atmosfera

Presso iI sito di TRM S.p.A. sono presenti 25 punti di emissione convogliati, descritti nella tabella che segue, tutti autorizzati e disciplinati dal provvedimento AIA D.D. n.353-28635/2018 e s.m.i..

Denominazione punto di emissione Impianto – Fase di provenienza E1-1; E1-2; E1-3 Caldaia di combustione rifiuti - Linea 1-2-3

E3 Caldaia impianto di decompressione gas naturale

E4-1; E4-2; E4-3 Sfiato silos ceneri giornaliero – Linea 1-2-3 E5-1; E5-2; E5-3 Polmonazione silos 1-2-3 bicarbonato

E5-4 Polmonazione silos carbone attivo

E6-1; E6-2 Sfiato silos 1-2 ceneri

E6-3; E6-4 Sfiato silos 1-2 PSR

E6-5; E6-6 Polmonazione serbatoio 1-2 urea

E7 Aspirazione fossa RSU

E8 Sistema Pulizia centralizzata

E9 Generatore diesel di emergenza

E10 Caldaia di avviamento

E11-1 Polmonazione serbatoio acido solforico – circuito torri E11-2 Polmonazione serbatoio ipoclorito di sodio – circuito torri E11-3 Polmonazione serbatoio disperdente – circuito torri E11-4 Polmonazione serbatoio anticorrosivo – circuito torri

Tabella 5 - Elenco punti emissione in atmosfera

La significatività dell’aspetto è legata alle emissioni in atmosfera dalle tre linee di incenerimento (E1-1; E1-2; E1-3) a cui fanno riferimento i dati riportati nel seguito del paragrafo.

Prima del rilascio in atmosfera, i fumi derivanti dalla combustione del rifiuto, opportunamente depurati, vengono analizzati dal Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME), al fine di verificare sempre il rispetto dei limiti previsti dal provvedimento AIA riportati nella tabella che segue.

(22)

Limiti emissivi previsti nel provvedimento AIA per i punti di emissione E1-1, E1-2, E1-3 Parametri misurati in continuo

Parametro

Valori limite di emissione medi

giornalieri (mg/Nm3)

Valori limite di emissione medi su 30

minuti (100%) (mg/Nm3)

Valori limite di emissione medi su 30

minuti (97%) (mg/Nm3)

Polveri totali 5 30 10

TOC 10 20 10

HCl 5 60 10

HF 0,5 4 2

SO2 10 200 50

NO2 70 400 200

NH3 5 15 5

Parametro

Valori limite di emissione medi giornalieri (mg/Nm3)

Valori limite di emissione medi su 30

minuti (mg/Nm3)

Valori limite di emissione medi su 10

minuti (mg/Nm3)

CO 50 100 150

Parametri campionati in modo discontinuo su base quadrimestrale

Parametro Valori limite di emissione medi periodo campionamento (mg/Nm3)

Cd + Tl 0,03

Hg 0,05

Zn 0,5

Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn 0,3

PCDD+PCDF 0,05 ng/Nm3

IPA 0,005 mg/Nm3

PCB-DL3 0,05 ng/Nm3

Tabella 6 - Limiti emissivi AIA per i punti di emissione denominati E1-1, E1-2, E1-3

Per ciascun camino (e quindi per ciascuna linea) il provvedimento AIA prevede:

• il monitoraggio in continuo dei seguenti parametri: polveri totali, TOC, HCl, HF, SO2, NO2, NH3, CO, oltre che del tenore volumetrico di ossigeno, della temperatura, della pressione, del tenore di vapore acqueo e della portata volumetrica;

• un monitoraggio discontinuo attraverso prelievi periodici quadrimestrali di Diossine, Furani, IPA e una serie di metalli pesanti nonché PCB.

L’Autorizzazione prescrive inoltre un prelievo in continuo con analisi periodiche (attraverso un sistema di campionamento chiamato DECS che utilizza delle fiale di accumulo attraverso cui fluiscono i fumi) di diossine, furani e IPA. Ciascuna linea dispone in aggiunta di analizzatori in continuo del mercurio a fini conoscitivi.

3 Solo per il parametro dei PCB nel provvedimento AIA D.D. N. 27 – 3956 / 2012 (precedente e vigente fino al

(23)

Il rispetto dei limiti emissivi è perseguito grazie ai sistemi di regolazione automatica e manuale connessi allo SME, che mediante analizzatori e sensori presenti nei singoli camini, calcola le concentrazioni delle singole sostanze inquinanti presenti.

ARPA, ente di controllo che ha il compito di monitorare le emissioni dell’impianto e verificare il rispetto delle prescrizioni autorizzative, dispone di un collegamento costante allo SME e può accedere ai dati emissivi in tempo reale.

Nelle tabelle seguenti si riportano i dati relativi al monitoraggio delle emissioni in atmosfera per il triennio 2017-2019, sia in termini di concentrazione media annua sia di flusso di massa.

Per i parametri misurati in continuo il dato “concentrazione media annua” fa riferimento allo SME, mentre per quelli monitorati in discontinuo il dato “concentrazione media annua” fa riferimento agli esiti dei campionamenti periodici, secondo le frequenze previste dall’AIA, restituiti dai laboratori di analisi per l’anno di riferimento.

Concentrazione media annua U.M. Limite

emissivo 2017 2018 2019

Parametri emissivi monitorati in continuo4

HCl

Linea 1 mg/Nm3 5 1,45 1,840 1,785

Linea 2 mg/Nm3 5 1,22 1,500 1,653

Linea 3 mg/Nm3 5 0,95 1,200 1,110

CO

Linea 1 mg/Nm3 50 3,09 3,680 7,764

Linea 2 mg/Nm3 50 2,03 2,120 4,476

Linea 3 mg/Nm3 50 3,11 3,420 5,158

NOX

Linea 1 mg/Nm3 70 26,06 27,530 38,222

Linea 2 mg/Nm3 70 29,37 27,100 40,947

Linea 3 mg/Nm3 70 32,19 33,640 42,791

SO2

Linea 1 mg/Nm3 10 0,65 0,630 0,495

Linea 2 mg/Nm3 10 0,78 0,900 0,637

Linea 3 mg/Nm3 10 1,06 1,110 0,883

COT

Linea 1 mg/Nm3 10 0,04 0,070 0,113

Linea 2 mg/Nm3 10 0,41 0,440 0,482

Linea 3 mg/Nm3 10 0,49 0,510 0,655

Polveri

Linea 1 mg/Nm3 5 0,01 <0,01 0,078

Linea 2 mg/Nm3 5 0,00 <0,01 0,004

Linea 3 mg/Nm3 5 0,00 <0,01 0,003

HF

Linea 1 mg/Nm3 0,5 0,02 0,010 0,050

Linea 2 mg/Nm3 0,5 0,00 <0,01 0,025

4 Il limite emissivo indicato per i “Parametri emissivi monitorati in continuo” è il Valore limite di emissione medio giornaliero.

(24)

Concentrazione media annua U.M. Limite

emissivo 2017 2018 2019

Linea 3 mg/Nm3 0,5 0,01 0,010 0,008

NH3

Linea 1 mg/Nm3 5 0,51 0,730 0,930

Linea 2 mg/Nm3 5 0,69 0,620 0,913

Linea 3 mg/Nm3 5 0,25 0,390 0,726

Parametri emissivi monitorati in discontinuo5

Cd+Tl

Linea 1 mg/Nm3 0,03 0,0001 0,0001 0,0003

Linea 2 mg/Nm3 0,03 0,0001 0,0001 0,0001

Linea 3 mg/Nm3 0,03 0,0001 0,0002 0,0001

Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn

Linea 1 mg/Nm3 0,3 0,1071 0,0263 0,1193

Linea 2 mg/Nm3 0,3 0,0890 0,0316 0,0748

Linea 3 mg/Nm3 0,3 0,0487 0,1601 0,0900

Zn

Linea 1 mg/Nm3 0,5 0,1336 0,0420 0,1899

Linea 2 mg/Nm3 0,5 0,2312 0,0518 0,1004

Linea 3 mg/Nm3 0,5 0,1094 0,1921 0,0795

Hg

Linea 1 mg/Nm3 0,05 0,0026 0,0092 0,0088

Linea 2 mg/Nm3 0,05 0,0017 0,0103 0,0011

Linea 3 mg/Nm3 0,05 0,0040 0,0025 0,0076

IPA

Linea 1 [mg/Nm3] 0,005 0,00012 0,00013 0,0001 Linea 2 [mg/Nm3] 0,005 0,00012 0,00012 0,0001 Linea 3 [mg/Nm3] 0,005 0,00010 0,00010 0,0001

Diossine

Linea 1 [ng/Nm3] 0,05 0,0019 0,0072 0,0014 Linea 2 [ng/Nm3] 0,05 0,0032 0,0034 0,0013 Linea 3 [ng/Nm3] 0,05 0,0036 0,0027 0,0014

PCB

Linea 1 [ng/Nm3] 0,1 0,05 0,0001 0,0014 0,0004 Linea 2 [ng/Nm3] 0,1 0,05 0,0002 0,0008 0,0005 Linea 3 [ng/Nm3] 0,1 0,05 0,0001 0,0003 0,0004 Tabella 7 - Concentrazione media annua punti di emissione denominati E1-1, E1-2, E1-3

5Per i PCB è stato riportato sia il valore previsto nel provvedimento AIA D.D. n.353-28635/2018 vigente dal 28/11/2018 sia quello previsto nel provvedimento AIA D.D. N. 27 – 3956 / 2012 vigente fino al 28/11/2018, in quanto il nuovo

(25)

Flussi emissivi U.M. 2017 2018 2019 Parametri emissivi monitorati in continuo

HCl t/anno 5,68 6,81 7,48

CO t/anno 11,62 11,7 23,7

NOX t/anno 102,63 104,48 151,84

SO2 t/anno 2,97 3,33 3,19

COT t/anno 2,04 2,25 2,54

Polveri t/anno 1,23 1,1 1,13

HF t/anno 0,04 0,03 0,18

NH3 t/anno 2,21 2,54 3,83

Parametri emissivi monitorati in discontinuo

Cd+Tl kg/anno 0,23 0,34 0,49

Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn kg/anno 223,15 213,48 277,35

Zn kg/anno 433,54 278,09 360,69

Hg kg/anno 7,75 20,23 17,37

IPA g/anno 304,9787 337,0272 288,1052

Diossine g/anno 0,0081 0,0123 0,0039

PCB g/anno 0,0004 0,0028 0,0012

Tabella 8 - Flusso emissivo annuo punti di emissione denominati E1-1, E1-2, E1-3

Di seguito sono riportati i grafici relativi ai flussi di massa annui, suddivisi tra quelli relativi ai parametri monitorati in continuo e quelli monitorati in discontinuo. Per ragioni di scala, i parametri monitorati in continuo sono stati suddivisi tra HCl, CO ed NOx e i restanti, mentre i parametri monitorati in discontinuo sono stati suddivisi tra metalli pesanti e microinquinanti organici (IPA, diossine) e PCB.

La variabilità dei quantitativi nell’ambito del triennio è da ascriversi alla normale variabilità delle condizione di gestione dell’impianto.

0,00 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00 120,00 140,00

HCl CO NOX

t/anno

2017 2018 2019

Figura 11 - Flusso emissivo annuo – HCl – CO- NOx (2017-2019)

(26)

Figura 13 - Flusso emissivo annuo - Parametri misurati in discontinuo - Dettaglio metalli (2017-2019) Cd+Tl Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+

Mn+Ni+V+Sn Zn Hg

2017 0,2324 223,1470 433,5400 7,7482

2018 0,34 213,48 278,09 20,23

2019 0,49 277,35 360,69 17,37

0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

kg/anno

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00

SO2 COT Polveri HF NH3

t/anno 2017

2018 2019

Figura 12 - Flusso emissivo annuo – SO2 – COT- PLV – HF – NH3 (2017-2019)

(27)

Figura 14 - Flusso emissivo annuo - Parametri misurati in discontinuo - Dettaglio IPA – Diossine - PCB(2017-2019)

IPA Diossine PCB

2017 304,9787 0,0081 0,0004

2018 337,0272 0,0123 0,0028

2019 288,1052 0,0039 0,0012

0 50 100 150 200 250 300 350

g/anno

(28)

5.2.2. Uso di additivi e coadiuvanti nonché di semilavorati

Presso il sito di termovalorizzazione di TRM S.p.A. si evidenziano consumi di additivi e coadiuvanti, principalmente reagenti, a supporto delle attività di trattamento dei fumi (tra cui bicarbonato e carbone nel reattore a secco, a cui si deve la significatività dell’aspetto dato il ruolo fondamentale per garantire il rispetto dei limiti emissivi previsti dall’AIA), e di trattamento delle acque al fine di renderle idonee al processo (sia per il ciclo termico sia per il ciclo di raffreddamento principale).

In particolare, l’acqua del circuito di raffreddamento principale (acqua di torre) è additivata con ipoclorito di sodio, acido solforico, anti-incrostante ed inibitore di corrosione, allo scopo di proteggere i tubi da corrosione ed incrostazioni. Sempre allo scopo di evitare danni ai tubi, anche l’acqua del ciclo termico è additivata con sostanze alcalinizzanti e deossigenanti.

Nella tabella seguente si riportano i dettagli relativi ai principali reagenti utilizzati presso il sito, il cui consumo è monitorato secondo le indicazioni presenti nell’AIA.

Reagenti Utilizzo nel processo U.M. 2017 2018 2019

Bicarbonato di sodio Trattamento Fumi t/anno 9.699 9.106 10.088

Carbone attivo Trattamento Fumi t/anno 696 658 720

Urea 45% (Soluzione acquosa) Trattamento Fumi t/anno 1.550 1.735 1.585

Glicole Trattamento Fumi t/anno 3 - -

Ipoclorito di Sodio Torri Evaporative t/anno 95 90 98

Anticrostante/Disperdente Torri Evaporative t/anno 7,7 13 15

Acido solforico 60-65% (Soluz.

acquosa) Torri Evaporative t/anno 323 368 375

Anticorrosivo Torri Evaporative t/anno 3,3 2,5 6

Deossigenante Ciclo Termico t/anno 0,9 1,9 0,9

Antincrostante Demineralizzazione t/anno 3,8 0,1 0,2

Tabella 9 - Reagenti utilizzati (2017-2019)

Il grafico riepiloga l’andamento nel triennio del quantitativo acquistato dei tre principali reagenti utilizzati per il trattamento nei fumi, a cui ci si è riferiti per gli indicatori di cui al par. 8, e del quantitativo complessivo degli altri reagenti utilizzati in impianto e oggetto di monitoraggio nel triennio. Tale monitoraggio è effettuato attraverso le bolle di acquisto dei prodotti.

Figura 15 Reagenti acquistati (2017-2019) 0

1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 9.000 10.000 11.000

Bicarbonato di sodio Carbone attivoUrea 45% (Soluzione acquosa) Altro

Quantità (t)

2017 2018 2019

(29)

5.2.3. Produzione rifiuti

Il processo di termovalorizzazione genera con continuità, come già illustrato, residui derivanti dalla combustione (scorie e materiale ferroso) e dalla depurazione dei fumi (ceneri leggere e PSR) che rappresentano il flusso maggiormente significativo in termini di produzione rifiuti.

Le suddette tipologie di rifiuti sono infatti oggetto da parte di TRM S.p.A. di campagne di controllo con le periodicità previste in AIA, attraverso prove di laboratorio per stabilirne le caratteristiche specifiche; TRM S.p.A. provvede inoltre al deposito preliminare presso il sito per procedere al successivo invio a trattamento (smaltimento/recupero). Si evidenzia che i rifiuti vengono allontanati su base giornaliera o settimanale (a seconda delle tipologie).

Presso il sito vengono inoltre occasionalmente prodotti rifiuti da attività quali manutenzioni, attività ausiliarie, etc. Tali rifiuti, di entità e caratteristiche perlopiù non significative, vengono avviati a smaltimento/recupero, secondo le procedure di legge. Tra queste, l’unica voce significativa è quella relativa alle acque di scarto del ciclo termico e di pulizia (CER 161002 Soluzioni acquose di scarto e CER 190206 Fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici) di cui è fornito il dettaglio a seguire.

La tabella che segue riepiloga infatti i quantitativi di rifiuti prodotti, ripartiti tra quelli derivanti dal processo e quelli derivanti da attività ausiliarie e manutentive, per il triennio 2017-2019.

Il grafico evidenzia inoltre l’andamento nel triennio dei rifiuti derivanti dal processo di termovalorizzazione, a cui ci si è riferiti per gli indicatori di cui al par. 8, e del quantitativo complessivo dei rifiuti derivanti da attività ausiliarie e manutentive.

Codice CER Rifiuto Origine

Quantitativi prodotti (t)

2017 2018 2019

Rifiuti da processo di termovalorizzazione (combustione e trattamento fumi)

190112 Scorie e ceneri pesanti Combustione rifiuti 112.977 114.610 118.969 190102 Metalli ferrosi estratti da

ceneri pesanti Combustione rifiuti 610 340 1.378

190113* Ceneri leggere contenenti sostanze pericolose

Sottovaglio ceneri di caldaia e

ceneri leggere da elettrofiltro 9.134 10.049 11.131 190107* Rifiuti solidi prodotti dal

trattamento dei fumi Filtro a maniche 7.750 7.504 8.509 Tot 130.471 132.502 139.986 Rifiuti da attività ausiliarie e manutentive

161002 Soluzioni acquose di scarto

Attività ausiliarie e

manutentive 7.199 9.841 6.775

190206 Fanghi Attività ausiliarie e

manutentive 1.450 1.324 1833

Vari Altri Attività ausiliarie e

manutentive 115 97 69

Tot 8.764 11.262 8.678 Tabella 10 - Rifiuti prodotti (2017-2019)

(30)

Figura 16 - Rifiuti prodotti (2017-2019) 5.2.4. Scarico acque reflue

L’attività di combustione e il trattamento degli effluenti gassosi non producono acque reflue, il sistema di trattamento fumi è infatti a secco.

I reflui prodotti presso l’impianto appartengono alle seguenti macro-tipologie:

- spurghi continui delle torri evaporative;

- spurghi continui e discontinui delle caldaie, del circuito chiuso di raffreddamento, dell’impianto di demineralizzazione, drenaggi del ciclo termico e condense del camino;

- acque meteoriche;

- acque di lavaggio dei piazzali;

- acque reflue civili.

Gli spurghi delle torri evaporative vengono inviati direttamente in fognatura (e costituiscono il flusso di reflui principale dell’impianto dal punto di vista quantitativo), gli ulteriori spurghi continui e discontinui (scarichi di processo) vengono raccolti in una vasca acque reflue industriali (VAI) avente capacità pari a 350 m3 e utilizzati per lo spegnimento delle scorie.

Eventuali eccedenze di reflui rispetto al fabbisogno per lo spegnimento delle scorie, sono inviate in fognatura oppure smaltiti come rifiuti.

Le acque di prima pioggia ricadenti su strade e piazzali vengono raccolte in due vasche denominate VPP1 e VPP2, ciascuna avente volume pari a 150 m3 e successivamente immesse in fognatura nera, previa disoleazione e previo passaggio nella vasca acque nere (VAN), avente volume pari a 100 m3, in cui vengono raccolti anche i reflui civili.

Nella tabella e nel grafico seguenti si riportano i volumi di reflui industriali scaricati in fognatura nel triennio 2017-2019.

0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000 100.000 110.000 120.000

190112 190102 190113* 190107* Altri

t

2017 2018 2019

(31)

La variabilità dei quantitativi nell’ambito del triennio è da ascriversi alla normale variabilità delle condizione di gestione dell’impianto.

Scarichi idrici industriali [m3]

2017 2018 2019

185.852 179.522 198.525

Tabella 11 - Scarichi idrici industriali (2017-2019)

Figura 17 - Scarichi idrici industriali (2017-2019) 5.2.5. Consumo di acqua

L’acqua industriale utilizzata presso il sito viene prelevata da una rete esterna (acquedotto SAP) e quindi pompata nella rete interna di impianto.

Si possono distinguere i seguenti usi dell’acqua industriale:

- Acqua di raffreddamento di torre: è utilizzata per raffreddare l’acqua del ciclo termico, l’acqua del circuito di raffreddamento in ciclo chiuso e gli spurghi di caldaia. Tale acqua, dopo aver prelevato calore dalle utenze suddette, è inviata alle torri, dove cede calore all’atmosfera.

L’acqua evaporata è continuamente reintegrata con acqua proveniente dal serbatoio principale dell’acqua industriale.

- Acqua demineralizzata: dal serbatoio principale, l’acqua è inviata ad un trattamento basato sull’osmosi inversa e resina a scambio ionico, che hanno lo scopo di eliminare la maggior parte dei sali disciolti; ciò è necessario per evitare che i sali danneggino turbina, caldaia, tubazioni e altre apparecchiature con corrosione chimica ed incrostazioni. L’acqua demineralizzata è inviata al ciclo termico e al ciclo di raffreddamento in circuito chiuso (solo per primo riempimento). Per evitare eccessive concentrazioni saline, le acque di entrambi i cicli sono continuamente spurgate e reintegrate con nuova acqua demineralizzata.

- Acqua per uso antincendio: viene prelevata dall’acquedotto SAP e subito inviata ad un serbatoio dedicato.

- Acqua servizi: è acqua utilizzata per vari servizi tecnologici, sempre all’interno del processo di termovalorizzazione, quali: lavaggio caldaie, lavaggio pavimenti dei locali tecnici e piazzali, riserva per il reintegro delle gondole di spegnimento scorie, vasca ornamentale, etc..

La pratica operativa d’impianto prevede, per quanto possibile, forme di recupero dell’acqua per utilizzi di impianto, in modo da economizzare la risorsa idrica alla fonte e limitare l’incidenza sui sistemi di depurazione pubblici.

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000 180.000 200.000

2017 2018 2019

Scarichi idrici (m3)

Riferimenti

Documenti correlati

L’obiettivo della sperimentazione è stato in primo luogo quello di raccogliere il maggior numero di informazioni possibile sulle modalità di esecuzione dei controlli in atmosfera

Sede legale: Via dell’Elettricità, 3/d – 30175 Marghera Ve Sede operativa: Via delle Industrie n. d) Sono classificati come C (senza problematiche dal punto di vista della

Il presente elaborato si inserisce nell’ambito della documentazione prodotta per l’istanza presentata dalla ditta riferibile alla richiesta di autorizzazione

c) La ditta dovrà comunicare alla Provincia di Lodi, al Comune ed all’A.R.P.A. della Lombardia, Dipartimento Provinciale di Lodi, con anticipo di almeno 15 giorni, la

L’incontro, oltre ad offrire un inquadramento sulla tematica ambientale, intende fornire una panoramica sulle principali normative vigenti per contrastare l’aumento

81/08, contenente l’elenco completo dei rischi specifci legat alle atvità svolte dal personale ISPRA presso l’impianto e le misure di prevenzione e

3.3 L'idoneità degli analizzatori in continuo deve essere attestata, ai sensi della norma UNI EN 15267, sulla base del procedimento di valutazione standardizzata

Il SNPA nasce per mettere in luce le specificità, i punti di forza e le criticità delle diverse realtà ambientali regionali e per rispondere alla complessità delle