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Neutron Scattering

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Academic year: 2022

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(1)

Neutron Scattering

(2)

http://www.neutron.anl.gov/reference.html

(3)

- I neutroni interagiscono con i nuclei atomici via forze a corto range (~fm) - I neutroni interagiscono anche con elettroni spaiati via int. dipolo

magnetico

In un tipico esperimento di neutron scattering si illumina il campione di materia con un flusso di neutroni e si misura la distribuzione spaziale dei neutroni scatterati o/e la variazione della loro energia.

Neutron Scattering analysis techniques

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(11)

Sezioni d’urto

d2σ

dΩdE =Numero neutroni scatterati per secondo in dΩ& dE ΦdΩdE

d σ

=Numero neutroni scatterati per secondo in dΩ ΦdΩ

Φ = Numero di Neutroni incidenti per cm2 per secondo

σ = Numero di Neutroni scattterati per secondo / Φ

σ = in barn: 1 barn = 10-24cm2

Attenuazione=exp (-Nσt) N= #Atomi/unita’ di volume t = spessore (cm)

(12)
(13)

Transition rate : W = 2π h

k r f V r

k i 2ρf( E)

k r i = 1

L3 eik r ir r k r f = 1

L3 ei

k r fr r

onde piane

normalizzate a L3

ρf(E ) = L

3 dr k f

dE

dr

k f = kf2dkf ma

ρf(E) = L 2π

3

k2f dkf

dE dΩ = L 2π

3 mnkf

h2 dΩ con dE

dkf = h2kf mn

=W

Φ = mn h2

2

Vei(

k r ir k f)⋅r r

dr r

2

flusso neutroni Φ: velocita' L3 = hki

mnL3

urto elastico ki= kf

= mn 2πh2

  

 

2

V (r r )eiQ ⋅r r r dr r

2

Per forze forti a corto range il potenziale di interazione approssimato ha la forma

V (r r ) = 2πh2

mn bδ(r r − r R )

posizione del nucleo

“ lunghezza di scattering”

“b” dipende dalla struttura nucleare e varia da nuclide a nuclide Golden Rule di Fermi

(14)

Notare come b sia circa la meta’ del raggio nucleare

(15)

per il singolo nucleo: d

σ

= b2 e la sezione d'urto totale:

σ

= d

σ

dΩ = 4

π

b2

dσ

= dr

r bRδ(r r −

R

R )er i(Q ⋅r r r

2

= bReiQ ⋅r r r

R

2

Per la maggior parte delle

Q r , gli elementi di matrice sono molto piccoli perche’ i fattori di fase dai differenti nuclei si annullano l’un l’altro. Gli elementi di matrice sono GRANDI solo per

Q =r v

K dove

K r e’ il reciprocal lattice vector, che e’ tale per cui

eiK ⋅r R r = 1.

In queste condizioni l’INTERFERENZA COSTRUTTIVA porta ad un picco della rate di scattering: “picco di Bragg”.

per un lattice di nuclei: V ( r

r ) = 2 π h

2

m

n

R r

b

R r

δ ( r r − r

R )

Legge della diffrazione

bR = scatt - len del nucleo nella posizione r

R nel lattice

(16)

Ora SE

eiK ⋅r R r = 1

eiQ ⋅r k r

k r

2

= N (2π)3 ν0

δ( r Q − r

r K )

k

Per tutti i nuclei identici:

dσ

= b2N (2π)3

ν0 δ( r Q − r

r K )

k

e per una cella con piu’ nuclei

dσ

= N (2π)3

ν0 δ(r Q − r

K ) FN(r

r K )

k

2

FN( r

K ) = eiQ ⋅r d r bd r

d r

con

“fattore di struttura nucleare”

essendo

d r la base dei vettori

totale # celle unitarie volume cella unitaria

vettore reciproco del lattice

Questo calcolo e’ valido solo per strutture regolari di un solo tipo di isotopo con spin zero.

(17)

Il vettore reciproco del lattice e’ legato all’angolo di scattering per cui si ha il picco di Bragg che e’ alla base della “legge di Bragg”

o angolo di scattering di Bragg

Per strutture regolari, strutture con unico isotopo di spin I=0, lo scattering secondo certe direzioni mostra

chiaramente che c’e’ coerenza tra le onde uscenti , dando luogo

al “picco di Bragg” nell’intensita’.

Quindi, facendo incidere un fascio di neutroni monoenergetici su una struttura cristallina, lattice, e misurando l’intensita’ riflessa

( scattering elastico),si ricavano informazioni sulla struttura del lattice.

d = costante del lattice n = intero

sinΘ = K

2k = 1 2

n d

λ

⇒ 2d sinΘ = nλ

(18)

Nella maggior parte degli elementi gli isotopi I hanno

I ≠ 0

La “b” dipende dalla funzione di struttura e puo’ variare fortemente da un isotopo all’altro, inoltre dipende dall’accoppiamento

spin del nucleo e del neutrone

I + 1 / 2 e I −1 / 2. Lo spin del nucleo in un solido e’ orientato

casualmente, eccetto che per bassissime temperature, per cui la “b”

deve essere mediata su tutti possibili casi.

Ad es. per H

(I = 1 /2) b

+

= 10.8 fm e b

= −47.50 fm

(I =1) b

+

= 9.53 fm e b

= 0.98 fm

e per il Deuterio

Negli elementi i diversi isotopi sono incorporati casualmente in un solido senza correlazione tra le differenti posisizioni del lattice.

Questo significa che la Xsect differenziale dello scattering elastico neutronico nucleare da un solido contenente un singolo elemento per unita’ di cella diventa

dσ

= br r eiQ ⋅r R r

R r

2

= bR r bR r eiQ ⋅(r R −r R r ')

R r r R '

con la media sugli isotopi e gli spin

(19)

In un elemento cristallino esistono generalmente piu’ isotopi con diversi stati di spin, quindi prendere i valori medi.

Le lunghezze di scattering “b” tra i differenti nuclei non sono correlate per cui si puo’ scrivere

bR r bR r ' = b 2 = cξ

ξ

2I4 Iξ + 2

ξ + 2bξ+ + 2Iξ

4 Iξ + 2bξ

  

 

2

per r R = r

R '

bR r bR r ' = b2 = cξ

ξ

2I4 Iξ + 2

ξ + 2(bξ+)2 + 2Iξ

4 Iξ + 2(bξ)2

 

 per r R ≠ r

R '

essendo

cξ la abbondanza relativa dei vari isotopi.

Dividendo la

in due termini

dσ

= b

R ,r r r R ' R ≠r

R '

2eiQ ⋅(r R −r R ' )r + r b2

R

= b 2eiQ (R −r R ' )r + r

[

b2 − b 2

]

R r

R ,r R '

Avendo aggiunto

r b

R

2 al primo termine e tolto al secondo termine nella somma.

(20)

Con la restrizione che

R ≠r r

R ', e quindi eliminato, il primo termine e’ identico al risultato ottenuto per il caso di un solo elemento per cella unitaria, eccetto che

b2 e’ rimpiazzato da

b 2. La

risulta cosi’ di due parti

dσ

= N

( )

3

V0 b 2 δ Q −r r

(

K

)

K r

scattering"coerente"

1 4 4 4 4 2 4 4 4 4 3

+ N b

[

2 − b 2

]

scattering" incoerente"

1 2 4 4 4 4 3

La parte coerente

= b 2S(r

Q ) S( r

Q ) = eiQ ⋅(r R -r R ')r

R .r r R '

trasformata di Fourier della densita’ dei nuclei nella materia

Isotopi e spin sono distribuiti a caso negli elementi per cui il termine “incoerente” non dipende da Q

(21)

e−iQ ⋅r R r i

i = S(Q )r

S( r

Q ) = S( r

R )e− i(Q ⋅r R )r

dR =r

∫ ∑

iδ(R −r R r i)e− i(Q ⋅r R )r dR r

= e

−i(Q ⋅ R r i)

i

Prova

(22)

Scattering di neutroni da Materia

Lo scattering non e’ necessariamente elastico, perche’ i singoli atomi nella materia sono liberi di muoversi, attorno a certe posizioni.

Possono acquistare o cedere energia e momento.

Momentum Transfer h

Q = h

(k − k')

Q = vettore di scattering Negli esperimenti di scattering da neutroni si misura l’intensita’ dei neutroni scatterati,

per neutrone incidente, come una funzione delle variabili Q ed ε, I(Q,ε)= neutron scattering law, indicando con ε l’energia trasferita.

Van Hove (1954) ha mostrato che la legge dello scattering puo’ essere scritta esattamente in termini di correlazione time-dependent tra le posizioni di coppie di atomi nel campione, vale a dire che la I(Q,ε) e’ proporzionale alla

trasformata di Fourier di una funzione che e’ la probabilita’ di trovare due atomi ad una certa distanza.

(23)

Due tipi di effetti:

Scattering coerente: in cui la funzione d’onda del neutrone interagisce con la materia come un tutt’uno cosicche’ le onde scatterate dai diversi nuclei interferiscono tra di loro.

Lo scattering dipende dalla posizione relativa dei singoli atomi e cosi’ si ha informazione sulla struttura del materiale.

Scattering coerente elastico

ε = 0

( ), informazioni su struttura atomica in equilibrio Scattering coerente inelastico

ε ≠ 0

( ), informazioni su moti collettivi degli atomi Scattering incoerente: la funzione d’onda del neutrone scattera

indipendentemente con ciascun nucleo del materiale cosicche’ le onde scatterate da differenti nuclei NON interferiscono, ma si sommano incoerentemente.

Lo scattering incoerente puo’ essere dovuto all’interazione dell’onda del neutrone con lo stesso atomo ma in posizione e tempi diversi ( vibrazione del lattice).

Lo scattering incoerente fornisce informazioni sulla diffusione atomica.

(24)

Diffrazione o scattering di Bragg

Uno scattering elastico coerente e’ la diffrazione

Per un lattice tridimensionale con un singolo isotopo, la legge di scattering di Van Hove si scrive semplicemente:

I Q

( )

= b2coh

j ,k

eiQ⋅ r( j− rk)

rj,rk posizioni atomi j,k

bcoh lunghezza di scattering coerente degli atomi j,k

S(Q) =intensita’ misurata in un esperimento di diffrazione neutronica con un cristallo reale S(Q)= Funzione di Struttura

La S(Q) e’ una somma incoerente su molti nuclei, in media vale zero, eccetto per certi valori unici di Q.

= b coh eiQ⋅ rj

j

2

≡ S(Q)

(valida solo per piccoli angoli < 1o )

(25)

S(Q) ≠ 0 solo per certi valori di Q Q relazionata a

rj− rk distanza tra atomi

Quali valori di Q per avere diffrazione?

Se Q perpendicolare a un piano atomico

Q = n ⋅ 2π / d

Q⋅ (rj − rk) = n ⋅ 2π

(rj − rk) = d

S(Q) e’ NON zero perche’ ciascun termine esponenziale vale UNO

S(Q)≠0 per

Q deve essere perpendicolare ai piani degli atomi nel lattice ed il suo valore deve essere un multiplo intero di 2π/d I valori di Q per cui si ha diffrazione neutronica soddisfano alla relazione di Bragg (1912) per la diffrazione della luce.

Q = n(2π / d) = 2k sinθ

essendo λ = 2π / k si ha la legge di Bragg nλ = 2dsinθ

(26)

La diffrazione si ha ruotando i piani del cristallo, non singolo,in modo da soddisfare la legge di Bragg. Il segnale osservato da un rivelatore di neutroni ad un particolare angolo e’ detto picco di Bragg.

L’intensita’ dei neutroni scatterati I(Q) e’ proporzionale alla densita’

degli atomi nei piani atomici, la somma e’ fatta su tutti gli atomi j,k dei piani del lattice; piu’ sono vicini i piani piu’ sono densi gli atomi.

In condizioni di interferenza il contributo a I(Q) nell’integrale deriva dai contributi unitari dell’esponenziale ogni qualvolta la legge di Bragg

e’ soddisfatta: questo significa che osservare un picco di Bragg permette di dedurre sia la spaziatura dei piani, d, sia la densita’ degli atomi, dal suo valore.

I Q ( ) = b

2coh

j,k

e

iQ⋅ r( j−rk)

La misura procede in questo modo: prima si posiziona il rivelatore ad un certo angolo θ, angolo di Bragg, poi si ruota il cristallo finche’ non si osserva il picco.

(27)

Cosa succede se il materiale non e’ costituito da singole celle cristalline tutte uguali? es: materiale policristallino?

In questo caso il contributo a I(Q) dei fattori esponenziali e’

complesso e le fasi di queste quantita’ non possono essere ottenute direttamente da una misura di diffrazione di Bragg.

I materiali policristallini, consistono di singoli cristalli orientati a caso, produrranno in ogni caso diffrazione neutronica qualsiasi sia

l’orientazione del campione relativa al fascio di neutroni incidenti. Ci saranno sempre dei grani di cristallo che avranno piani ortogonali al fronte d’onda dei neutronimonoenergetici.

Ogni qualvolta l’angolo di scattering 2q, e la lunghezza d’onda l,

soddisfano la legge di Bragg per un set di piani si otterra’ una riflessione

la cui intensita’ e’ funzione delle proprieta’ del grano cristallino intercettato.

Questa tecnica va sotto il nome di powder diffraction

(28)

Tipico powder diffractometer- a ILL Grenoble Un monocromatore seleziona una singola energia Ei dallo spettro

termico emesso dal reattore.

Tipicamente si usa la riflessione di Bragg di un singolo

cristallo la cui orientazione determina la Ei.

Un monocromatore tipico usa la riflessione(002)

della grafite pirolitica, i cui piani cristallini sono

abbastanza ben allineati con un ben definito asse di

orientamento.

Vi e’ comunque uno spread di lunghezze d’onda dovuto al non perfetto allineamento che

porta ad una risoluzione dell’apparato sul momento trasferito dQ.

(29)

Monocromatore a cristallo singolo - ILL Grenoble Il cristallo deve essere ben allineato in modo da allineare i piani perpendicolarmente al piano di scattering.

(30)

In entrambi i casi: difrattometri powder e mono-cristallo, il rivelatore raccoglie neutroni scatterati sia elasticamente che inelasticamente.

Questo e’ accettabile per la maggior parte degli esperimenti

di scattering neutronico elastico, perche’ il background dai neutroni inelastici non e’ molto grande. Per sopprimere questo fondo, si puo’

usare un cristallo analizzatore orientato in modo

da selezionare solo scattering elastici con quell’energia.

Lo spread dEf trasmesso dall’analizzatore e’ tipicamente attorno lo 0.1Ef meV, che e’ molto piu’ piccolo dell’energia dei fononi.

Il cristallo analizzatore elimina quindi gli scattering dovuti

al moto termico delgli atomi del cristallo, cosa difficile con i raggi X.

(31)

Come fare con strutture grandi quali: polimeri, colloidi o virus?

idea: formare una probe wave nel campione

L’onda incidente e quella scatterata formano delle onde stazionarie secondarie nel mezzo che debbono accordarsi alla periodicita’ media della struttura del campione scatterato, con dimensioni di 10 e 1000 Angstrom.

La

λprobe si puo’ adattare in due modi:

- agendo sull’angolo di scattering

- agendo sulla lunghezza d’onda dei neutroni

E’ la tecnica detta Small Angle Neutron Scattering (SANS)

λprobe = λneutron / 2 sinθ

(32)

SANS and NR measures interference patterns from structures in the direction of Q

SANS and NR assume elastic scattering

Q

⊥R

k

R

k

i

2 α

R

α

i

α

f

Q

S

k

i

k

S

incident beam

wavevector |ki|=2π/λ scattered beam wavevector |kS|=2π/λ

s

Neutron Reflectometry (NR)

Reflection mode

Small Angle Neutron Scattering (SANS) Transmission mode

α

f

= α

i

= α

R

k

R

= k

i

+Q

⊥R

Q

⊥R

=4π sin α

R

/ λ Perpendicular to surface

k

S

= k

i

+Q

s

Q

s

=|Q

s

|=4π sinθ

s

/ λ

(33)

Small Angle Neutron Scattering (SANS) e’ usato per misurare oggetti grandi (~10nm - 1um)

Ricordare:

per scattering elastico e che

λ = 2 π / k = 2 π / (Q / 2sin θ ) = 4 π sin θ / Q

Dalla legge di Bragg

Q = r r k '− r

k

o

= 2k

o

sin θ

λ = 2d sin θ

si ricava che

d = 2

π

/ Q o per piccoli angoli

θ

d ≈

λ

/ 2

θ

i.e. piccoli Q ---> scale di lunghezza grande

Scattering a piccoli angoli testa scale di lunghezza grandi

Angoli tipici di scattering per SANS sono ~0.3o a 5o

(34)

Dove si puo’ impiegare il metodo SANS ?

- Con la tecnica SANS si risolvono strutture su scale di lunghezza di 1-1000nm.

- I neutroni possono essere usati con campioni grandi ( spessore 1-2 mm)..

- Il metodo SANS e’ sensibile agli elementi leggeri, quali H,C e N.

- Il metodo SANS e’ sensibile agli isotopi, quali H e D.

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(37)
(38)
(39)

Tipiche applicazioni della tecnica SANS

Biologia

- organizzazione di complessi biomolecolari in soluzione - variazione di conformazione di proteine, enzimi,...

- meccanismi di aggregazione di proteine e DNA

Polimeri

- conformazione di molecole di polimeri in soluzioni e substrati - strutture di copolimeri

- fattori che regolano la miscibilita’ di mescole di polimeri Chimica

- strutture colloidali

- meccanismi di self-assemblaggio molecolare in soluzioni

(40)

SPETTRI TIPICI DI MISURE SANS

(41)

Risoluzione strumentale per il metodo SANS

Q = 4π

λ sinθ ∂Q2

Q2 = λ2 λ2 +

cos2θ ⋅ ∂θ sin2 θ

Per SANS

θ e' piccolo e (∂λ /λ)rms ~ 5% cosi' ∂Q2

Q2 = 0.0025 + θ2 θ2

Per una distanza sorgente-campione = distanza campione-rivelatore, L, e uguale apertura sorgente e campione di h, la

Il piu’ piccolo valore di

θ e’ determinato dalla dimensione del fascio diretto:

2

θ

min ~ 1.5h / L

Con questo valore di

θ , domina la risoluzione angolare

∂Qrms ~ (∂θrms /θmin)Qmin ~ ∂θrms4π /λ ~ (2π / λ)h / L

L’oggetto osservabile maggiore ha dimensioni di

Questo significa un massimo di ~5um prt una L-40m usando un fascio di neutroni di 15Angstrom.

NOtare a grandi valori di theta, impostati dalla distanza L e dalle dimensioni del rivelatore, la risoluzione della lunghezza d’onda domina.

~ 2

π

/ ∂Qrms ~

λ

L / h

∂θrms = 5 /12h / L

(42)

Small Angle Neutron Scattering

Per neutroni scatterati a piccoli angoli la intensita’ ha espressione:

I(Q) =

b(r)eiQ⋅rd3r2

con integrale su tutto il volume e b(r), la densita’ di scatt-length, calcolata sommando le scatt-len coerente di tutti gli atomi di un piccolo volume e dividendo per quel volume.

Nel caso di particole con densita’ di scatt-len uniforme, bp, disperse in un mezzo uniforme di scatt-len bm, l’integrale si puo’ separare in un integrale uniforme su tutto il campione ed un termine che dipende dalla differenza tra le scatt-len, (bp-bm) chiamata fattore di contrasto.

Se particole identiche e posizioni scorrelate, l’integrale diventa

sul volume di una particola Vp, con Np = il numero di particole nel campione.

L’integrale del fattore di fase

eiQ⋅ r sopra una particola e’ chiamato

Particle form factor di quella particola, calcolabile facilmente per forme semplici, es. sferiche ( Lord Rayleigh, 1911).

I(Q) = (bp − bm)2Np eiQ⋅ rdr3

V

p

2

(43)

Il fattore di forma, P(Q),e’ una funzione che descrive come la I(Q) e’ modulata dall’interferenza tra la radizione scatterata dalle diverse parti del corpo

scatterato e quindi dipende fortemente dalla sua forma.

Esistono espressioni analitiche per le forme piu’ comuni ed espressioni per topologie piu’ complesse , ad es.cilindri concentrici, sbarre concatenate etc..

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Debitore a: Sung-Min Choi - NCNR Summer School june 2000

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Scattering inelastico

L’energia termica fa oscillare gli atomi attorno ai loro siti in un volume ridotto con il sito del lattice al centro.

Se neutrone scattera con un mezzo con moto, si ha interazione inelastica con scambio di energia.

Il moto termico degli atomi e’ descritto come una sovrapposizione di onde che si muovono attraverso il lattice: fononi.

Quando un neutrone e’ scatterato da un solido cristallino, esso puo’

assorbire o emettere un quanto di energia uguale al quanto di energia del fonone,

h ν

Si ha scattering inelastico coerente se |Enf-Eni|= ε, energia del fonone.

Nella maggior parte dei solidi ν vale qualche 1012 Hz che corrisponde ad una energia dei fononi di qualche meV, (1012Hz = 4.18 meV).

La variazione in energia di qualche meV e’ dell’ordine dell’energia dei neutronitermici per cui si misura bene e cio’ rende lo scattering neutronico inelastico uno strumento ideale per misurare la frequenza

dei fononi e quindi per ottenere informazioni circa le forze che tengono la materia insieme.

(64)

Lo pseudo potenziale di Fermi

Nell’approssimazione di Born, la probabilita’ di un’onda piana incidente con vettore d’onda k, scatterata da un potenziale debole V(r), di

diventare un’onda uscente piana con vettore k’ e’ proporzionale a

Il potenziale V(r) e’ lo pseudo potenziale di Fermi che ha forma essendo bj la scattering length del nucleo j alla posizione rj.

Per un lattice di nuclei il potenziale e’ la somma delle interazioni individuali neutrone-nuclei

Un po’ di formalismo matematico

Van Hove ha mostrato che la scattering law, la intensita’ dei neutroni scatterati puo’ essere scritta come

La somma e’ su coppie di nuclei (j,k), con il nucleo j nella posizione rj(t) al tempo t ed il nucleo k nella posizione rk(0) al tempo t=0..

media su tutti i possibli stati del sistema

(65)

La somma sui siti atomici puo’ essere riscritta come:

dove compare una delta di Dirac in termini di r e una differenza tra la posizione del nucleo j al tempo t e quella del nucleo k al tempo zero.

Se

(bj = bk = b) diventa

dove N = # atomi

probabilita’ che un atomo sia all’origine coordinate al tempo t=0 ed un atomo sia alla posizione r al tempo t.

G(r,t) e’ detta funzione di correlazione di coppia dipendente dal tempo perche’ descrive come evolve col tempo la correlazione tra due particelle.

(66)

La legge di scattering d Van Hove si scrive quindi come

I(Q,ε) e’ proporzionale alla trasformata spazio tempo di Fourier della funzione di correlazione di coppia time-dependent.

Questo risultato fornisce una descrizione generale per tutti gli esperimenti di scattering neutronico.

Il fatto che la I(Q,ε) sia semplicemente la trasformata di Fourier di una funzione che da’ la probabilita’ di trovare due atomi ad una certa distanza, e’ reponsabile della potente capacita’ di analisi dello scattering neutronico.

Invertendo la equazione si possono ottenere informazioni circa sia la struttura che la dinamica della materia condensata.

(67)

Scattering coerente ed incoerente

Le scatt-len, anche un singolo isotopo, non sono uguali causa lo stato dello spin dell’isotopo che spesso ne ha diversi, ma generalmente non esiste correlazione tra spin e posizione, per cui le scatt-len possono essere mediate sugli stati di spin senza danno.

Si possono effettuare due medie degli stati di spin:

b

  

  e b

( )

2

La somma sulle scatt-len puo’ essere arrangiata come

Ajk essendo l’integrale coherent scattering incoherent scattering

Coherent scattering length :

bcoh = b Incoherent scattering length:

binc= b 2 − (b )2

L’espressione per lo scattering coerente e’ una somma su j e k e la correlazione tra la posizione dell’atomo j al tempo zero e la posizione dell’atomo k al tempo t

Lo scattering incoerente tiene conto della posizione dello stesso atomo al tempo t.

(68)

Scattering coerente essenzialmente descrive l’interferenza tra onde prodotte dallo scattering di un singolo neutrone da tutti i nuclei nel campione.

Intensita’ per questo tipo di scattering varia fortemente con l’angolo di scattering Nello scattering incoerente, somma delle onde scatterate dai diversi

nuclei, non c’e’ interferenza l’una con le altre. Lo scatt. incoerente fornisce un buon metodo invece per esaminare processi in cui gli atomi diffondono.

Esso e’ isotropico per natura e quindi in un proceso di scattering coerente si presenta come rumore uniforme.

I valori delle scatt-len coerente ed incoerente per i differenti elementi e isotopi non variano in modo sistematico, dipendendo dagli stati di spin.

ad es. l’idrogeno ha una grande scatt-len incoerente (25.18 fm) ed una piccola scatt- len coerente ( -3.74 fm)

al contrario il deuterio ha un piccola scatt-len incoerente (3.99 fm) e una scatt-len coerente piu’ grande (6.67 fm)

La differenza tra le scatt-len dell’idrogeno e deuterio e’ alla base della tecnica di isotopic-labeling: contrast matching.

Particolarmente importante nelle applicazioni dello scattering neutronico per la scienza strutturale biologica e dei polimeri

(69)

Diffrazione

La equazione di Van Hove puo’ essere usata per descrivere la diffrazione, ad es. per un cristallo di un singolo isotopo.

La diffrazione e’ un processo principalmente elastico, ε=0, ma sperimentalmente i diffrattometri integrano sulle energie dei neutroni scatterati, cosi’ per calcolare la intensita’diffratta si integra l’equazione della scattering law su ε, includendo cosi’ gli effetti delle vibrazioni atomiche.

L’integrazione su ε introduce una delta di Dirac δ(t), che obbiga a calcolare la funzione di correlazione G(r,t) ad essere valutata per t=0 per la diffrazione.

Per un cristallo formato solo da isotopi uguali si ha

I(Q) = b

2coh 〈 eiQ⋅ ( r j −rk )

j, k

in cui le posizioni di j e k sono valutate allo stesso istante.

Se atomi fermi, la media termodinamica <> si potrebbe eliminare, perche’ le r sarebbero costanti; ma atomi oscillano attorno a posizioni stazionarie per cui la media termodinamica introduce un fattore, detto fattore di Debye-Waller per tenerne conto

dove <u2> e’ lo spostamento quadratico medio. L’intensita’ diffratta e’ chiamata S(Q), funzione di struttura

I(Q) = b2 eiQ⋅(rj−rk)e−1/2Q2< u2>

j ,k

≡ S(Q)

(70)

Scattering a piccoli angoli (SANS)

La scattering law si semplifica nel caso di scattering a piccoli angoli. Quando Q e’ molto piccolo rispetto alle distanze

interatomiche, i fattori esponenziali non variano molto da atomo ad atomo e la somma sui siti atomici puo’ essere sostituta da un integrale. La legge dello scattering per scattering elastico

coerente da un insieme di “oggetti” puo’ essere scritta quindi come:

Lo scatterina a piccoli angoli di neutroni (SANS) e’ una tecnica molto usata per l’analisi strutturale ad es.di superfici.

I(Q) =

b(r)e−iQ⋅rd3r 2

b(r) e’ la densita’ della scatt-len e l’integrale si estende su tutto il campione.

b(r) si calcola, ad es. per una molecola grande, sommando le scatt-len degli atomi nella molecola, diviso il volume molecolare.

L’equazione, pur approssimata, e’ lo strumento analitico per l’analisi con scattering di neutroni a piccoli angoli

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Scattering magnetico

Il neutrone ha momento magnetico, con momento di dipolo pari a

µn = −γµB

me m

σ r

che e’ 960 volte piu’ piccolo del momento dell’elettrone.

il neutrone sente una forza di origine magnetica quando passa vicino ad un’altra particella magnetica, come un elettronenella materia. La maggior parte degli elettroni negli atomi o nella materia sono accoppiati cosicche’ il momento magnetico della coppia e’ nullo, ma ci sono anche elettroni spaiati, in certi composti e i neutroni sono

scatterati dal momento magnetico risultante. Esperimenti di diffrazione possono essere usati per misurare la densita’ degli elettroni spaiati tra gli atomi di un solido.

Materiali ferromagnetici , come l’acciaio, sono magnetici perche’ i momenti degli elettroni spaiati tendono ad allinearsi spontaneamente. E’ come se per tali materiali ci fosse un piccolo momento magnetico ad ogni sito atomico con tutti i momenti orientati in una unica direzione. Questi momenti danno luogo a fenomeni

di diffrazione alla Bragg di neutroni alla stessa maniera della diffrazione neutronica.

La riflessione di Bragg per scattering magnetico ha la stessa intensita’ di quella nucleare perche’ l’interazione nucleare e magnetica hanno la stessa grandezza.

UNICA differenza e’ che lo scattering magnetico non e’ isotropico, che significa che per i neutroni la natura dipolare della interazione magnetica fa si’ che solo la componente della magnetizzazione del campione nte perpendicolare alvettore di scattering, Q, e’ effettivo nello scattering neutronico.

Lo scattering neutronico e’ quindi sensibile alla direzione di magnerizzazione nel materiale e d anche alla sua distribuzione spaziale.

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I picchi di Bragg, magnetico e nucleare, che nei materiali ferromagnetici capitano per gli stessi valori di Q si possono separare tenendo conto della natura anisitropia della interazione magnetica.

Se i momenti degli elettroni si allineano con un campo magnetico

esterno, i picchi magnetici di Bragg per cui Q e’ // alla magnetizzazione indotta svaniscono lasciando solo i picchi nucleari, mentre se il campo e’

ortogonale a Q i picchi di Bragg magnetici e nucleari sono presenti contemporaneamnte.

Per i materiali antiferromagnetici ( materiali con elettroni spaiati che hanno sistemazioni alternate o antiparallele), la distanza di replica dei piani dei momenti magnetici e’ doppia di quella dei piani atomici.

Questo significa che la legge di Bragg e’ soddisfatta per angoli di

scattering il cui seno e’ la meta’ di quello per scattering Bragg normale.

Meta’ dei picchi di Bragg magnetici saranno posizionati a meta’ tra due picchi nucleari corrispondenti, mentre l’altra meta’ si coincideranno. E’

quindi facile la separazione dei contributi magnetici e nucleare.

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Interferometro a cristalli per neutroni termici

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ΔD e’ la differenza di lunghezza di cammino introdotta dal materiale che introduce un phase shift

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