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CAPITOLO II L’AREA UMIDA FUCECCHIESE: INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E CARATTERISTICHE AMBIENTALI E CULTURALI

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CAPITOLO II

L’AREA UMIDA FUCECCHIESE: INQUADRAMENTO

GEOGRAFICO E CARATTERISTICHE AMBIENTALI E

CULTURALI

Talvolta si immagina «un’opposizione necessaria tra realtà naturali e processi storici di trasformazione. È

un errore nei confronti del quale chi vive in Italia dovrebbe essere vaccinato per i caratteri stessi del paesaggio, dove ogni cosa serba il segno dell’azione umana. [Anche] il Padule di Fucecchio non è certo definibile come un pezzo di natura non toccata dall’azione umana», poiché «esso ha rappresentato per secoli una risorsa fondamentale per la vita degli abitanti. Prima di tutto fu il pesce…, poi fu la terra»1.

«Il paesaggio […] ha […] soprattutto valore come espressione globale di una data cultura, di una data

storia civile, di un particolare rapporto uomo-natura, rappresenta cioè […] una “testimonianza materiale avente valore di civiltà” […]. Perciò il paesaggio deve essere considerato nei suoi contenuti e nella sua

genesi: in tal senso assume veramente il valore di un bene culturale»2.

2.1 POSIZIONE GEOGRAFICA E CARATTERI AMBIENTALI

Il Padule di Fucecchio nell’ambito del sistema delle aree umide

della Toscana centro-settentrionale. Con la sua caratteristica forma di

triangolo scaleno

3

, il Padule di Fucecchio si estende nella parte più depressa e

meridionale della Valdinievole, collocandosi geograficamente nella Toscana

1 Adriano Prosperi, Se il Padule finisce nel tubo, in Il Sole-24 Ore, 22 agosto 2004, n. 231, p. 29. 2 Giuseppe Barbieri, Per una politica toscana di tutela del paesaggio, in Proposte per la Regione

Toscana, Quaderno 1, Istituto di Geografia dell’Università di Firenze, 1971, pp. 7-8.

3 Cfr. Pianta dimostrativa del Padule di Fucecchio e sue adiacenze della fine del Settecento, riprodotta in Il Padule di Fucecchio. La lunga storia di un ambiente «naturale», a c. di Adriano Prosperi, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1995, (appendice documentaria – figura 5). Tale “forma” del Padule di Fucecchio emerge ancora più chiaramente dalla Pianta del 1796, riprodotta in Riccardo Cardellicchio, Attraverso i secoli nel Padule, in Fine di una terra, le Cerbaie e il Padule di Fucecchio, a c. di Piero Malvolti, cit., p. 119. Si tratta della Carta realizzata da Francesco Bombicci, conservata presso l’archivio del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio (Ponte Buggianese – PT). Cardellicchio, nel saggio sopramenzionato, definisce il Padule «triangolo col vertice a mezzogiorno». Roberta Paolini lo definisce «triangolo rovesciato»: cfr. a tal proposito Roberta Paolini, Il sistema di regimazione delle acque nel padule di Fucecchio nei secoli XIX-XX, in

Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, a c. di Giuseppina Carla Romby, Pacini Editore, Ospedaletto (Pisa), 1999, p. 36.

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centro-settentrionale, all’incrocio tra le province di Pistoia, di Firenze e di

Lucca (coordinate: longitudine 1°39'; latitudine 43°48'), in una posizione di

cerniera tra il clima mediterraneo dell’Italia peninsulare e quello sub

-continentale della Pianura Padana

4

. Il bacino palustre preso in esame si

inserisce fra gli estesi sistemi di zone umide della fascia costiera alto adriatica

e di quella medio tirrenica, assumendo una rilevanza significativa sotto il

profilo della diversità biologica, sia in virtù dei consistenti flussi migratori di

avifauna acquatica provenienti dall’Europa settentrionale ed orientale

5

, che per

la «sua contiguità con altre zone di grande pregio ambientale: il Montalbano,

le Colline delle Cerbaie ed il Laghetto di Sibolla»

6

, quest’ultimo collegato al

Padule tramite il fosso omonimo

7

. Significative, inoltre, le connessioni, per i

4 Sulla posizione geografica del Padule di Fucecchio e sulle sue caratteristiche climatiche generali e microclimatiche cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio,cit., p. 7; Mario Favenza Cerasa, Il padule di Fucecchio, periodico quadrimestrale della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, estratto da Il Tremisse pistoiese, VI, 1981, fascicolo 3; Le zone umide nei comprensori di bonifica della Toscana, del Lazio, dell’Umbria e della Sardegna, Studio realizzato dall’Istituto di tecnica e propaganda agraria su concessione del ministero dell’agricoltura e delle foreste, tipolitografia Multigraf s.r.l., luglio 1983, p. 3; Raffaello Corsi, L’importanza ecologica delle zone umide, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit., pp. 18-20; Giuseppe Barbieri, Manuale del territorio aperto. Guida alla pianificazione e alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, cit., pp. 66-67.

5 Cfr. Studio per la salvaguardia della biodiversità del S.I.R. Padule di Fucecchio, a c. di Alessio Bartolini, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Castelmartini, 2004, pp. 8 e 57. Molte specie ornitiche che sostano, si alimentano e talvolta nidificano nel Padule sono comprese nell’elenco di cui alla Direttiva “Uccelli”, negli allegati II e III della Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa, ed alcune specie rientrano tra quelle “rigorosamente protette” dall’annesso II della Convenzione sopramenzionata. Cfr. Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 303, cit.

6 Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Valutazione Integrata del Piano Strutturale ai sensi della

Legge regionale 1 gennaio 2005 n. 1 – Relazione, coordinamento architetto Antonio Comuniello, settembre 2007, p. 85. Cfr. anche Provincia di Pistoia, Atlante dei Caratteri Strutturali del Paesaggio. Piano Territoriale di Coordinamento. L.R. 3 Gennaio 2005 – n° 1, coordinamento di Ilaria Bonanno, scheda L’ambito di paesaggio del Padule di Fucecchio.

7 L’area delle Cerbaie è stata classificata Sito d’Importanza Regionale dalla Regione Toscana (codice 63) anche in virtù delle sue zone umide, i “vallini”, che ospitano una rara flora igrofila relittuale. Con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 5 luglio 2007, le Cerbaie sono state riconosciute come Sito d’Importanza Comunitaria. Cfr. Ibid., p. 87; Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Progetto. D4 - Norme tecniche di attuazione, coordinamento architetto Antonio Comuniello, settembre 2007, p. 63. Il Laghetto di Sibolla è Sito d’Importanza Regionale e Sito d’Importanza Comunitaria in virtù della presenza, in tale zona umida, di rarissime entità floristiche di tipo relittuale. Cfr. Provincia di Lucca, Servizio Pianificazione Territoriale e Mobilità, Ufficio Pianificazione Ambientale, Piano pluriennale Economico Sociale della Riserva Naturale Provinciale Lago di Sibolla, Responsabile del procedimento architetto Francesca Lazzari, progettisti Maurizio Lucchesi, Paola Ramacciotti, Sandra Paterni, pp. 13-14. Il 21 ottobre 2013, il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato il Lago di Sibolla zona umida d’importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, al pari del Padule di Fucecchio. Cfr. DM 303, 21 ottobre 2013, cit. Il Monte Albano è un parco con ampi contenuti culturali e paesistici tra le province di Firenze e Pistoia, la cui parte più elevata presenta notevole interesse naturalistico e storico. Cfr. Giuseppe Barbieri, Manuale del territorio aperto. Guida alla pianificazione e alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, cit., p. 66.

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caratteri ecologici, in particolare per la presenza di una componente floristica

di tipo boreale e termofilo, tra il bacino fucecchiese, le Cerbaie, il Sibolla e l’ex

padule di Bientina e i legami tra questi biotopi e i Monti Pisani

8

, «che li

racchiudono a valle […] dell’Arno»

9

. Si tratta cioè di fitocenosi rare e relitte

che rivestono una eccezionale valenza dal punto di vista biogeografico,

disseminate in una vasta fascia di territorio costituita da zone palustri e da

migliaia di ettari di boschi (le Cerbaie), compresa tra i M onti Albani e i Monti

Pisani

10

.

In ambito regionale, il Padule è situato in un ampio sistema ambientale

di aree umide, tra i più importanti della penisola dal punto di vista scientifico,

che si estende dalla piana fiorentina fino alla costa tirrenica, p iù o meno in

modo parallelo al corso dell’Arno

11

. Le zone umide che si trovano in tale fascia

8 La compagine vegetazionale dei Monti Pisani ospita un contingente floristico ricco e di pregio. Sono sopravvissute tracce, seppur minime, sia di entità botaniche di tipo boreale, ossia specie microterme rare e relitte, che di tipo caldo e atlantico, a testimonianza di situazioni climatiche diverse tre loro, che caratterizzavano questi territori nel Terziario e nel Quaternario. Particolarmente significativa la presenza della Drosera rotundifolia e della Drosera intermedia (la prima è un relitto microtermo glaciale, mentre la seconda è un relitto atlantico), che sono state ritrovate anche nel Lago di Sibolla e sulle colline delle Cerbaie. Si pensi poi alla mettimborsa (Gentiana pneumonanthe) presente sulle Alpi, mentre nell’Italia peninsulare è stata localizzata con certezza soltanto sui Monti Pisani e sulle vicine colline delle Cerbaie: specie rarissima inserita nel

Libro rosso delle piante d’Italia. Cfr. Paolo Emilio Tomei, Stivi Betti, Lo scrigno di flora, in Monte Castellare – Valle delle Fonti. Due aree protette dei Monti Pisani. Aspetti naturalistici e storici, a c. di Elena Fantoni, Roberto Nannucci, Felici Editore, Ghezzano (PI), 2008, pp. 62-64. Sui Monti Pisani sono state istituite due Aree naturali protette d’interesse locale, nel 1997, da parte del comune di San Giuliano Terme (PI): l’area di Monte Castellare e l’area Valle delle Fonti per un totale di quattrocento ettari di superficie protetta. Cfr. Ibid., p. 5. La presenza di fitocenosi di tipo boreale è stata riscontrata anche nell’ex Padule di Bientina e in quello di Fucecchio. Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio,cit., p. 7.

9 Amministrazione Provinciale di Firenze – Assessorato Ambiente, Trasporti e Parchi, Proposta e

individuazione di perimetrazione delle aree protette nel territorio provinciale (L.R. 29.06.1982, n° 52), aprile 1983, scheda 104 – Padule di Fucecchio, p. 2. La relazione, alla base della proposta di perimetrazione del Padule di Fucecchio ai fini del suo inserimento nel sistema delle aree protette previsto dalla Regione Toscana mediante la legge 52/1982, era stata redatta dagli architetti Braschi, Giannoni, Panzani, anche sulla base degli studi e delle proposte avanzati dall’ETSAF, dalla Facoltà di Botanica dell’Università di Pisa, da Italia Nostra e dal Progetto pilota per la salvaguardia e valorizzazione del Padule di Fucecchio.

10 Cfr. Paolo Emilio Tomei, Stivi Betti, Lo scrigno di flora, in Monte Castellare – Valle delle Fonti.

Due aree protette del Monti Pisani. Aspetti naturalistici e storici, cit., p. 63; Piero Malvolti (presidente di Italia Nostra – sezione medio Valdarno Inferiore), Documento inviato al Ministero per i Beni culturali e ambientali e alla Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici per le provincie di Firenze e Pistoia, con sede a Firenze, Fucecchio, 18 dicembre 1984, p. 6. Tale documento dattiloscritto si trova presso il Centro di Ricerca Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio.

11 Le zone umide tutelate in tale fascia di territorio sono: Riserva naturale Lame di Fuori (inserita nel Parco naturale regionale di San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli); Aree naturali protette d’interesse locale Bosco Tanali e Il Bottaccio (inserite nell’ambito dell’ex Padule di Bientina); Riserva naturale provinciale Lago di Sibolla (Altopascio- LU); Riserve naturali provinciali Padule di Fucecchio (province di Firenze e di Pistoia); Area naturale protetta d’interesse locale La Querciola (Quarrata – PT); Area naturale protetta d’interesse locale La Querciola (Sesto Fiorentino – FI). Cfr.

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71

di territorio, tutelate ai sensi della legge regionale 11 aprile 1995 n. 49, sono

di dimensioni generalmente modeste

12

, relitte di più estesi bacini lacustri o

palustri, ridotti drasticamente, nel corso dei secoli, dall’intervento dell’uomo

mediante bonifiche e prosciugamenti: l’elevato valore sul piano naturalistico di

tale sistema ambientale dipende innanzitutto dalla sua posizione geografica

che favorisce la presenza sia «di flore fredde a carattere microtermico discese

durante le epoche glaciali»

13

sia di «flore calde a carattere subtropicale

diffusesi durante l’era Terziaria e nei successivi periodi interglaciali. Si tratta

perciò di ambienti di conservazione di […] tipologie di vegetazione a carattere

relittuale»

14

.

L’insieme degli ecosistemi palustri ubicati nella Toscana nord -occidentale

rappresenta inoltre «una importante direttrice di migrazione per l’avifauna»

15

,

la cui conservazione risulta prioritaria anche per il fatto che tutta l’area

compresa lungo la pianura dell’Arno, da Firenze al mare, si configura come una

delle più antropizzate e urbanizzate d’Italia

16

. Il Padule di Fucecchio, in

Lungo le rotte migratorie. Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene.

Quaderni del Padule di Fucecchio n. 1, cit., pp. 11-21. Per gli aspetti legati alla fauna e alla vegetazione presenti in tali aree protette cfr. Le Zone Umide della Toscana Settentrionale. Dispense didattiche, schede su flora e fauna, Quaderni del Padule di Fucecchio n. 5, a c. di Silvia Felicioni, Enrico Zarri, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 2007. L’importanza del ruolo ecologico svolto dal Padule di Fucecchio, nell’ambito di tale sistema di aree umide, è stato evidenziato anche nel Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare n. 303 del 21 ottobre 2013, che ha riconosciuto il bacino palustre fucecchiese quale zona d’importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar. Ad eccezione dell’ANPIL La Querciola, tutte le altre sono state ricomprese all’interno delle aree Ramsar dichiarate dal Ministero competente alla fine del 2013.

12 Le zone umide prese qui in considerazione hanno un’estensione compresa tra un minimo di quarantasette ettari (Il Bottaccio nel Padule di Bientina) e un massimo di seicento diciotto ettari (Lame di Fuori di San Rossore). Cfr. Le Zone Umide della Toscana Settentrionale. Dispense didattiche, schede su flora e fauna, Quaderni del Padule di Fucecchio n. 5, cit., p. 25.

13 Lungo le rotte migratorie. Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene.

Quaderni del Padule di Fucecchio n. 1, cit., p. 11. 14 Ibid.

15 Ibid. Il Padule di Fucecchio, in particolare, risulta essere un prezioso e fondamentale luogo di sosta nella rotta migratoria tra la costa tirrenica e la costa adriatica. Sono state osservate oltre centonovanta specie di uccelli, di cui oltre settanta nidificanti. Cfr. Ibid., p. 19. I censimenti fanno rilevare, dal 1997 in poi, un evidente incremento di presenze di specie ornitiche tra cui la Cicogna bianca (2005). Cfr. In Valdinievole la più grande palude interna italiana, in Parchi e aree protette,

AUT&AUT Autonomia & Autonomie – mensile delle autonomie della Toscana, Anno XVIII, n. 4 aprile 2009, p. 19. Nel gennaio 2007, la quasi totalità degli uccelli censiti è stata rilevata all’interno delle due riserve naturali istituite dalla Provincia di Pistoia (aree Le Morette e La Monaca-Righetti) e nella contigua località Marconi, in cui è stata istituita una zona di rispetto venatorio per iniziativa dell’Atc. Cfr. Il Padule sta proprio bene: trenta specie, 6800 uccelli, in Il Tirreno, cronaca di Empoli, Fucecchio, Vinci, Cerreto, 1 febbraio 2007, p. III.

16 Cfr. Lungo le rotte migratorie. Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene.

Quaderni del Padule di Fucecchio n. 1, cit., pp. 12-13. Ad elevata densità di popolazione, sin dagli anni Settanta e Ottanta del Novecento, è l’area geografica compresa tra la Lucchesia, il Pistoiese pedemontano e il Valdarno Inferiore, in cui si colloca il Padule di Fucecchio. Cfr. Geografia, volume 19 dell’Enciclopedia Bompiani, Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., Milano, 1991, p. 2749.

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72

particolare, risulta collocato in un territorio ad elevata densità di popolazione,

definito, sotto questo profilo, la «conurbazione della Valdinievole»

17

.

Il bassopiano della Valdinievole: aspetti fisici ed antropici. Al

centro del sistema ambientale di zone umide della Toscana

centro-settentrionale (in quanto in una posizione equidistante sia dalla piana

fiorentina che dalla costa tirrenica), si colloca dunque il Padule di Fucecchio,

nell’ambito del bassopiano della Valdinievole

18

, che comprende i comuni di

Buggiano, Chiesina Uzzanese, Lamporecchio, Larciano, Massa e Cozzile,

Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pi eve a Nievole, Ponte

Buggianese e Uzzano. Tale territorio costituisce circa un terzo dell’intera

provincia di Pistoia

19

. La Valdinievole è delimitata dai contrafforti appenninici

tosco-emiliani nella parte settentrionale e dal Valdarno Inferiore

20

nella parte

meridionale, mentre lo sperone di Serravalle Pistoiese e il Monte Albano ne

segnano il confine orientale fino al fiume Arno; a ovest i colli di Venere, i

monti delle Pizzorne e il coro collinare delle Cerbaie

21

, che si riallacciano alle

alture di Montecarlo, separano tale bassopiano dalla pianura di Lucca e dall’ex

17 Cfr. AA.VV., Aree protette, in Regione Toscana – ARPAT, Rapporto sullo stato dell’ambiente in

Toscana 1997, Firenze, 1998, pp. 415-446.

18 Cfr. Lungo le rotte migratorie. Progetti di ricerca sulla vegetazione, l’avifauna e le specie aliene.

Quaderni del Padule di Fucecchio n. 1, cit., p. 13. Il toponimo Valdinievole deriva dal latino Vallis nebulae cioè “valle delle nebbie” o “valle delle nuvole”, in quanto il terreno era prevalentemente paludoso. Sull’etimologia di tale termine cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio,cit., p. 3; Provincia di Pistoia,

Atlante dei Caratteri Strutturali del Paesaggio. Piano Territoriale di Coordinamento. L.R. 3 Gennaio 2005 – n° 1, cit., scheda Il sistema territoriale locale della Valdinievole.

19 Cfr. Comune di Ponte Buggianese, Piano Strutturale. Variante Generale. Variante n. 1 al Piano

strutturale approvato con D.C.C. n. 13 del 30/01/2004 – Relazione Generale, Responsabile del procedimento architetto Mario Damiani, p. 6.

20 Con il termine Valdarno Inferiore o Valdarno di Sotto s’intende quel tratto di valle che dalla gola della Gonfolina volge verso Ovest in direzione di Pisa. L’uso più corretto del toponimo riguarda la fascia tra Montelupo Fiorentino e la confluenza dell’Era in provincia di Pisa e include anche i Comuni di Cerreto e Fucecchio. Cfr. Giuseppe Barbieri – Rossella Nutini, Il nobile contado. Guida bibliografica alla conoscenza della Provincia di Firenze, Franco Angeli, Milano, 2002, pp. 67-68. 21 Particolarmente importanti le colline delle Cerbaie, essendo legate, per caratteri ecologici e ambientali, al Padule di Fucecchio. Le Cerbaie costituiscono una regione collinare di modesto rilievo (le punte più alte raggiungono i cento metri, mentre i livelli minimi si attestano sui venti metri), incisa da numerose vallecole, posta tra l’area umida fucecchiese e l’ex padule di Bientina e delimitata a sud dal canale Usciana, emissario del Padule di Fucecchio, e a nord da una pianura che si raggiunge il territorio di Altopascio. Si estende dunque tra le province di Firenze, Pisa e Lucca, sebbene quasi la metà dell’area si trovi nell’ambito del comune di Fucecchio (Firenze). Prevalgono in tale zona collinare i boschi di pini e di latifoglie (cerrete, castagneti, ontanete, boschi di farnia e rovere), ma vi sono anche significative aree coltivate, in particolare uliveti e vigneti; arbusteti e zone di edilizia residenziale sparsa. Cfr. Giuseppe Barbieri, Toscana, UTET, Torino, 1964, pp. 48 e 222; Alberto Malvolti, Le Cerbaie di Fucecchio. Appunti per una storia, in Fine di una terra, le Cerbaie e il Padule di Fucecchio, cit., pp. 75-76; Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Valutazione Integrata del Piano Strutturale ai sensi della Legge regionale 1 gennaio 2005 n. 1 – Relazione, cit., p. 87. Molto importante, per quanto riguarda gli aspetti naturali e storici delle Cerbaie, la monografia: AA.VV., Le Cerbaie. La Natura e la Storia, Pacini Editore, Ospedaletto (Pisa), 2004.

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padule di Bientina

22

. L’ambito è dunque contrassegnato da caratteri morfologici

diversificati, dal paesaggio submontano, con cime che superano anche i mille

metri,

23

a quello collinare e pedecollinare dell’arco settentrionale e del

Montalbano; dal paesaggio debolmente ondulato delle Cerbaie, a quello

dell’ampia pianura bonificata connotato da una elevata diffusione urbana: si

tratta infatti di un territorio caratterizzato da una significativa concentrazione

antropica

24

, favorita, in particolare, in età moderna, dalla riduzione del

territorio palustre, dalla costruzione della ferrovia Pistoia -Lucca e, nel

Novecento, dalla realizzazione dell’autostrada

25

. Nella parte più settentrionale,

“pianura storica”, si trovano zone destinate «ad agricoltura prevalentemente

specializzata e con un elevato grado di frazionamento fondiario »

26

, mentre in

prossimità dei sistemi insediativi e infrastrutturali vi è «una articolazione

dinamica tra usi produttivi specializzati e colture tradizionali (seminativi

semplici e seminativi arborati), con aziende mediamente più estese »

27

. L’area

costituita dalle parti di territorio afferenti storicamente al cratere palustre,

definita “pianura umida bonificata”, «risulta caratterizzata da un alto grado di

permanenza dei tessuti agrari e delle sistemazioni tipiche delle opere di

bonifica preunitarie e ottocentesche (opere di sistemazione idraulica, strutture

insediative, viabilità minore). Vi prevalgono i seminativi a granturco, in forma

22 Sui confini del Padule di Fucecchio cfr. Ezzelino Nelli, Le variazioni del Padule di Fucecchio, Tipografia G. Franchi, Pescia, 1934, p. 10; Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit. p. 3.

23 Cfr. Provincia di Pistoia, Atlante dei Caratteri Strutturali del Paesaggio. Piano Territoriale di

Coordinamento. L.R. 3 Gennaio 2005 – n° 1, cit., scheda Il sistema territoriale locale della Valdinievole.

24 La Valdinievole si estende per trecento due kmq con una densità di popolazione di trecento settantadue ab/kmq. Cfr. Ibid. Tale area geografica è caratterizzata da un forte policentrismo territoriale, amministrativo ed economico per l’assenza di un comune dominante. Il comune più grande dal punto di vista demografico è Montecatini Terme, mentre quello con il più basso numero di residenti è Chiesina Uzzanese. Gli ultimi dati sulla popolazione indicano che in Valdinievole vi abitano circa centoventi mila cittadini, cioè il quarantadue per cento di tutta la popolazione della provincia di Pistoia. Cfr. Comune di Ponte Buggianese, Piano Strutturale. Variante Generale. Variante n. 1 al Piano strutturale approvato con D.C.C. n. 13 del 30/01/2004 – Relazione Generale, cit., p. 6.

25 Cfr. I territori della Toscana. Atlante dei caratteri strutturali del paesaggio, Piano di Indirizzo

Territoriale 2005-2010. Studi Preparatori, a c. di Lando Bortolotti, Gabriele Paolinelli, Antonella Valentini, Firenze, Regione Toscana, Edizioni Giunta Regionale, 2005, pp. 12 e 27. Tali fatti, in particolare la bonifica del Padule, hanno avuto ripercussioni anche sull’assetto amministrativo della Valdinievole considerato che, tra Ottocento e Novecento, si sono formati, nell’ambito della pianura, tre importanti Comuni (Ponte Buggianese, Chiesina Uzzanese e Pieve a Nievole), un tempo frazioni di altri enti locali ubicati sulle colline.

26 Margherita Azzari, Roberta Paolini, L’immagine del Padule di Fucecchio e della Valdinievole nella

cartografia catastale sette-ottocentesca, in Atti del Convegno Dalla vallis nebulae al progetto del parco del padule, (Buggiano, 26 giugno 2004), Comune di Buggiano, 2005, p. 106. In tale saggio le autrici suddividono la pianura della Valdinievole in due sottosistemi: quello della “pianura storica”, utilizzato dall’uomo sin dalle prime bonifiche medioevali che ridussero l’originario specchio palustre, e quello della “pianura umida bonificata”, formatasi in epoca moderna in seguito agli interventi di prosciugamento realizzati in tale territorio specialmente tra Settecento e Ottocento, che hanno ulteriormente ridotto il cratere palustre vero e proprio.

(7)

74

estensiva, disposti in prevalenza in prossimità delle zone più umide »

28

.

L’attività prevalente nella Valdinievole in età preindustriale era l’agricoltura

(fondata essenzialmente sul sistema mezzadrile, che si disgrega negli anni

Cinquanta del secolo scorso), mentre nel secondo dopoguerra si afferma il

«grande sviluppo economico, con la crescita industriale nella pianura e la

formazione di una sorta di conurbazione est ovest […] a partire da

Monsummano»

29

: si tratta del distretto delle calzature. Da non dimenticare

l’importante coltura specializzata florovivaistica a Pescia con la relativa

commercializzazione e le attività turistico-termali di Montecatini

30

.

Tale bassopiano, coronato, nella parte settentrionale, da «ridenti pendici

fittamente rivestite di viti e olivi»

31

, è attraversato da una serie di corsi

d’acqua, tra cui il Nievole da cui prende il nome: tutti i suoi immissari (il fosso

di Sibolla e i torrenti Pescia di Collodi, Pescia di Pescia, Pescia Nuova, Borra,

Vincio, unitamente ai loro affluenti), confluiscono nei due collettori del Padule:

il canale del Capannone e quello del Terzo, che, in località Cavallaia (comune

di Fucecchio), unendosi, danno origine a un unico emissario, denominato

canale Maestro, il quale da Ponte a Cappiano prende il nome di Usciana

32

.

28 Ibid.

29 I territori della Toscana. Atlante dei caratteri strutturali del paesaggio, Piano di Indirizzo

Territoriale 2005-2010. Studi Preparatori, cit., p. 12. Un recente studio dell’IRPET (Elementi per la conoscenza del territorio toscano – Rapporto 2009) classifica l’insediamento della Valdinievole tra Pescia e Monsummano in una delle sette “Città lineari” toscane (Conurbazione Pescia – Uzzano – Buggiano – Massa e Cozzile – Montecatini Terme – Pieve a Nievole – Monsummano Terme – Ponte Buggianese – Lamporecchio – Larciano). Cfr. Comune di Ponte Buggianese, Piano Strutturale. Variante Generale. Variante n. 1 al Piano strutturale approvato con D.C.C. n. 13 del 30/01/2004 – Relazione Generale, cit., p. 6.

30 Cfr. Ibid. Cfr. anche: AA.VV, A Pescia. La biennale del fiore, in Viaggio in Toscana. Natura,

ambiente, storia, arte e cultura, curiosità e tradizioni popolari, Ponte alle Grazie editori s.r.l., Firenze, 1992, volume I, p. 118. Pescia ospita il centro di commercializzazione dei fiori dell’Italia centrale. La Valdinievole rappresenta infatti l’essenza della floricoltura regionale e una componente fondamentale di quella nazionale. La struttura produttiva del florovivaismo è caratterizzata da un alto numero di piccole unità aziendali. Per quanto riguarda il sistema termale, la Valdinevole era nota, sin dagli inizi del Novecento, grazie agli stabilimenti di Montecatini e alle Grotte di Monsummano, intorno ai quali si era costruita una solida rete di relazioni internazionali: speciali convenzioni stipulate con le più note agenzie di viaggi d’Europa. Cfr. Provincia di Pistoia, Relazione Generale, in Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. L.R. 3 Gennaio 2005 - n°1. Variante Generale (approvato mediante Deliberazione del consiglio provinciale n. 123 del 21 aprile 2009), pp. 79 e 101.

31 Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la

valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit. p. 7.

32 Cfr. Riccardo Cardellicchio, Attraverso i secoli nel Padule, in Fine di una terra, le Cerbaie e il

Padule di Fucecchio, cit., pp. 121-125. Riccardo Cardellicchio nel suo contributo prende in esame i dati relativi alla Mappa degli inquinamenti idrici della Toscana, realizzata dalla Regione Toscana – Dipartimento Sicurezza Sociale, volume I, 1974. Cfr. anche: Pietro Palavisini, Fucecchio ieri e oggi, Tipografia Chelini, Fucecchio, 1978, pp. 14-15; Ernesto Cornieri, Gaetano Righetti, Indagine idrologica, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., pp. 81-83; Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 7; Alberto Malvolti, Il Padule nella storia, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit., p. 21; Roberta Paolini, Il sistema di

(8)

75

Quest’ultimo «scorre più o meno parallelamente all’Arno per circa diciotto

chilometri e vi sfocia in prossimità di Montecalvoli (PI)»

33

.

La Valdinievole è collegata al Valdarno Inferiore mediante la «Strada

Statale 436, molto trafficata, che corre in direzione Nord-Sud da Montecatini a

Fucecchio»

34

, costeggiando il confine orientale del Padule e avvicinandosi alle

riserve naturali dell’area umida, di cui costituisce l’accesso principale. Sul

versante occidentale si trova l’asse viario provinciale che, «con lo stesso

orientamento»

35

, conduce da Pescia a Fucecchio, «passando da Ponte a

Cappiano»

36

.

Il cratere palustre. L’altitudine del Padule varia da poco più di dodici a

quindici metri s.l.m.

37

ed il suo «substrato geologico è costituito da depositi

argillosi di origine fluvio-lacustre o marina, con intercalazione di sabbie, ghiaie

e altri materiali, a cui si sovrappongono alluvioni argillo-limose e torbe»

38

. Uno

dei livelli più bassi, circa tredici metri s.l.m. e la sua massima larghezza di

circa due chilometri, «si riscontrano nella parte centrale di esso, denominata

Aione, […] soggetta a lunghi periodi di ristagno delle acque […]»

39

. Il “cratere”

palustre

40

vero e proprio, che «si distingue nettamente dal paesaggio agrario

della bonifica circostante, caratterizzato da seminativi, colture arboree,

insediamenti, si presenta infatti come una zona […] pressoché incolta e priva ,

al suo interno, di strade e sedi umane»

41

. È delimitato «ad est e ovest

regimazione delle acque nel padule di Fucecchio nei secoli XIX-XX, in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., p. 37.

33 Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Valutazione Integrata del Piano Strutturale ai sensi della

Legge regionale 1 gennaio 2005 n. 1– Relazione, cit., p. 85.

34 Provincia di Pistoia, Piano di sviluppo economico sociale delle aree protette della provincia di

Pistoia, a c. del Servizio Ambiente e Difesa suolo, p. 17, allegato alla Deliberazione del consiglio provinciale n. 102 del 15 aprile 2004.

35 Ibid. 36 Ibid.

37 Esattamente, in base alla lettura del rilievo plano altimetrico del comprensorio palustre, l’altitudine varia tra i 12,30 metri nella zona di Porto di Salanova – Fosso del prete – Porto di Stillo a Massarella e i 15 metri a Ponte a Cappiano. Nella parte nord del Padule l’altitudine oscilla tra 13,50 e 15 metri s.l.m., mentre nell’Aione si attesta a 13 metri. Cfr. Ernesto Cornieri, Gaetano Righetti, Indagine idrologica, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., pp. 106-107.

38 Paolo Emilio Tomei, Paesaggio vegetale e flora: il caso del bacino di Fucecchio, in Atti del Convegno Dalla vallis nebulae al progetto del parco del padule, cit., p. 109. Sugli aspetti geologici del Padule cfr. anche: Roberto Chetoni, Indagine geologica, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., pp. 124-168.

39 Pietro Palavisini, Fucecchio ieri e oggi, cit., p. 14.

40 Per cratere palustre s’intende la parte del territorio, sopravvissuta alla bonifiche, che viene ad essere ricoperta periodicamente dalle acque. Cfr. Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale delle aree protette, Regione Toscana – Giunta Regionale, Marsilio Editori, Venezia, 1994, p. 301.

41 Provincia di Pistoia, Deliberazione del consiglio provinciale n. 23 del 28 gennaio 1985. Intervento dell’assessore Ivo Lucchesi con cui si apre il dibattito consiliare finalizzato a formalizzare la proposta (rivolta alla Regione Toscana ai sensi dell’art. 19, comma ultimo, legge regionale 52/1982) di istituzione di una riserva naturale nel Padule di Fucecchio, al fine di avviare una tutela effettiva sulla porzione di area palustre più significativa. Sull’assenza di strade e insediamenti nel

(9)

76

rispettivamente dai canali del Terzo e [del Capannone], con forma triangolare

che si chiude nel vertice situato al Ponte di Cavallaia»

42

. Occupa una superficie

di circa mille e ottocento ettari

43

con tratti ancora acquitrinosi

44

, sebbene sia

quasi asciutto nel periodo estivo in coincidenza con la rarefazione delle

piogge

45

. «È in sostanza un bacino di raccolta delle acque dei vari fiumi e

torrenti che provengono dall’ampio bacino imbrifero (kmq. 443)»

46

, «in attesa

di essere scaricate in Arno a mezzo del suo emissario canale Usciana, tramite

le Cateratte di Montecalvoli»

47

. Si tratta dunque di un territorio in cui «aree

asciutte e aree umide si intersecano, periodi asciutti e periodi d i umidità si

alternano»

48

, determinando così una pluralità e promiscuità di ambienti al

proprio interno. La parte del cratere maggiormente occupata da vegetazione

spontanea (cannella palustre) e soggetta ad allagamento, in certi periodi

dell’anno, ricade nei comuni di Ponte Buggianese

49

e Fucecchio, in particolare

cratere palustre cfr. anche AA.VV., La fauna del padule, in Viaggio in Toscana. Natura, ambiente, storia, arte e cultura, curiosità e tradizioni popolari, cit., p. 274.

42 Provincia di Firenze, Relazione di incidenza sul S.I.R. del Padule di Fucecchio – punto 17.2.2

S.I.R. N° 34 Padule di Fucecchio (IT5130007), in Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2006-2010, approvato mediante delibera del consiglio provinciale n. 167 del 2 ottobre 2006. Tale Piano è stato successivamente modificato con delibera di consiglio provinciale n. 114 del 14 luglio 2008 e prorogato mediante delibera di consiglio provinciale n. 167 del 20 dicembre 2010 e n. 97 del 9 luglio 2012. Nella frase citata vi era contenuto un errore, emendato dallo scrivente: al posto del Canale del Capannone vi era scritto canale Usciana. Il canale Usciana attraversa né delimita il cratere palustre, in quanto emissario del Padule di Fucecchio, che prende questo nome a partire dal Ponte di Cappiano. Ciò è evidente anche nella cartografia dell’area palustre fucecchiese. 43 Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la

valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 7.

44 Cfr. Danilo Barsanti - Leonardo Rombai, La «guerra delle acque» in Toscana. Storia delle

bonifiche dai Medici alla Riforma agraria, Edizioni Medicea, Firenze, 1986, p. 92; Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale delle aree protette, cit., p. 301; Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Progetto. D4 - Norme tecniche di attuazione, cit., pp. 58-59.

45 Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la

valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 7; Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Valutazione Integrata del Piano Strutturale ai sensi della Legge regionale 1 gennaio 2005 n. 1 – Relazione, cit., p. 86.

46 Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la

valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 7.

47 Alfonso Ogier – Gino Pellegrini (Consorzio di Bonifica del Padule di Fucecchio), Progetto pilota

per la salvaguardia e la valorizzazione di un ambiente umido di notevole interesse naturalistico e paesaggistico: “Il Padule di Fucecchio”, Ponte Buggianese, 20 marzo 1972, p. 8. Relazione dattiloscritta conservata presso la Biblioteca comunale di Fucecchio “Indro Montanelli”.

48 Cfr. Renato Ferretti (Ufficio attività agricole della Provincia di Pistoia), Per un equilibrio ecologico

fra agricoltura e ambiente in Valdinievole, in Amministrazione Provinciale di Pistoia, La disciplina di un’area protetta: prescrizioni, vincoli e direttive per la tutela e la valorizzazione del Padule di Fucecchio. Presentazione delle proposte e degli strumenti per il recupero e la riqualificazione urbanistica e ambientale dell’area protetta numero 119 Padule di Fucecchio, Convegno organizzato il 26 febbraio 1990 presso Villa Bianca – Ponte Buggianese – Pistoia, p. 19. Tale documento si trova, in copia, presso la Biblioteca comunale di Fucecchio “Indro Montanelli”.

49 Il Padule costituisce un terzo del territorio del comune di Ponte Buggianese. Cfr. Comune di Ponte Buggianese, Piano Strutturale. Variante Generale. Variante n. 1 al Piano strutturale approvato con D.C.C. n. 13 del 30/01/2004 – Relazione Generale, cit., p. 4. Nella relazione è

(10)

77

nell’area compresa tra i due scolmatori (canali del Terzo e del Capannone),

dove gli specchi d’acqua non superano comunque i tre metri di profondità

50

. In

tale zona, caratterizzata da un articolato s istema di fossi e di canali secondari,

posti in direzione ortogonale rispetto ai due collettori principali succitati, si

trovano anche specchi d’acqua costituiti artificialmente: si tratta dei cosiddetti

“chiari”

51

, ossia aree scavate dall’uomo e quindi prive di vegetazione

emergente

52

.

In questi ultimi anni «si è creato un mosaico di aree aperte e canneti,

con ampie diversificazioni anche qualitative della vegetazione naturale, che

favorisce tutta l’avifauna in ogni periodo dell’anno »

53

. Ciò è stato possibile

grazie, in particolare, all’A.T.C. Firenze 5 che, sin dal 1997, «nell’ambito degli

interventi di miglioramento ambientale, ha finanziato operazioni di sfalcio,

schiacciatura e tranciatura della cannella, con un piccolo contributo ad

ettaro»

54

. I proprietari dei terreni ubicati nel cratere, in gran parte cacciatori,

sono stati incentivati a pulire porzioni più estese rispetto al solo chiaro di

pertinenza. Dal 2003 anche il Circondario Empolese Valdelsa, nell'ambito di

una corretta gestione dell’area umida compresa nel territorio della provincia di

Firenze, ha aggiunto dei contributi in tal senso

55

.

Dopo secoli di bonifiche, il problema più importante da risolvere, in

termini di recupero ambientale del Padule di Fucecchio (in particolare del

cratere palustre), è quello di garantire il costante mantenimento di un

adeguato livello idrico atto a evitare, come accade oggi, per oltre un terzo

dell’anno, la totale emersione del bacino

56

. L’acqua, in estate, resta, infatti,

scritto che il Padule funge tuttora da area umida, naturale cassa d’espansione del bacino idrico ad essa relativo. I processi di sedimentazione tendono a riempire ancora oggi l’area umida riducendo il Padule. Tranne le zone afferenti alle due riserve naturali, il territorio del cratere posto nel comune di Ponte Buggianese si prosciuga nel periodo estivo.

50 Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la

valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 7; Alessio Bartolini, Aironi e specie affini. Identificazione, status e conservazione dei Ciconiformi del Padule di Fucecchio, Quaderni del Padule di Fucecchio n. 3, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 2004, pp. 3-4. Dal punto di vista naturalistico la zona del Padule più importante è situata proprio nei comuni di Ponte Buggianese e Fucecchio, oltre ad alcune zone nel comune di Larciano. Cfr. Provincia di Pistoia, Atlante dei Caratteri Strutturali del Paesaggio. Piano Territoriale di Coordinamento. L.R. 3 Gennaio 2005 – n° 1, cit., scheda L’ambito di paesaggio del Padule di Fucecchio.

51 Cfr. Ibid., p. 4. 52 Cfr. Ibid., p. 91.

53 Provincia di Firenze, Relazione di incidenza sul S.I.R. del Padule di Fucecchio – punto 17.2.2

S.I.R. N° 34 Padule di Fucecchio (IT5130007), in Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2006-2010, cit.

54 Ibid.

55 Dal 2000 al 2009 vi sono state, in media, oltre venti domande all’anno da parte di proprietari di terreni ubicati nel cratere al fine di ottenere i contributi previsti. Cfr. Provincia di Firenze, Padule di Fucecchio – punto 5.3 in Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2012-2015, approvato mediante

deliberazione di consiglio provinciale n. 85 del 23 settembre 2013.

56 Cfr. Alessio Bartolini - Alessandra Lucci, I cambiamenti degli assetti vegetazionali, faunistici e del

paesaggio agrario del padule di Fucecchio in relazione alle vicende storiche fra il XVI sec. e il XX sec., in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., pp. 138-139.

(11)

78

confinata nei canali e nei fossi di scolo

57

. Nel mese di agosto 2013, la

prolungata siccità ha addirittura «prosciugato completamente, o quasi, sia i rii

che i fossi»

58

.

Competenze amministrative degli enti locali sulla superficie

palustre. I Comuni che hanno competenze amministrative sull’area palustre

presa in esame sono: Cerreto Guidi e Fucecchio in provincia di Firenze;

Larciano, Monsummano Terme, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese , in provincia

di Pistoia

59

. Si tratta di una superficie di duemila centosessanta ettari

60

,

perimetrata dalla Regione Toscana e inserita nell’ambito del

Sistema regionale

delle aree protette, approvato nella seconda metà degli anni Ottanta

61

.

All’interno del perimetro sono presenti sezioni territoriali bonificate dell’antico

alveo palustre e zone ancora umide, compresi il Bosco di Chiusi e la Paduletta

di Ramone

62

, due ambienti di straordinario interesse naturalistico (Siti

d’interesse Comunitario e Zone di Protezione Speciale)

63

, in quanto esempi

dell’antico paesaggio delle pianure umide della Toscana, «con i grandi boschi

planiziari che interrompevano la loro continuità di fronte alle praterie di

57 Cfr. Paolo Emilio Tomei, Paesaggio vegetale e flora: il caso del bacino di Fucecchio, in Atti del Convegno Dalla vallis nebulae al progetto del parco del padule, cit., p. 114.

58 Siccità nel Padule. “Non è colpa delle piante”, in La Nazione, cronaca di Fucecchio, 24 agosto 2013, p. 7. L’articolo riporta le dichiarazioni del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, con sede a Ponte Buggianese (PT), attraverso le quali tale ente rispondeva ad alcune critiche mosse da un esponente del GADA (Gruppo archeologico e difesa ambiente) di Fucecchio.

59 Cfr. Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale delle aree

protette, cit., p. 301. Cerreto Guidi e Fucecchio si trovano in provincia di Firenze, mentre gli altri in provincia di Pistoia.

60 Cfr. Ibid.

61 Cfr. Regione Toscana, Deliberazione del consiglio regionale n. 406 del 30 settembre 1986;

Deliberazione del consiglio regionale n. 296 del 19 luglio 1988. Allegato 2; Carlo Galletti, Aspetti giuridici, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit., p. 155.

62 Su questi due ambienti umidi cfr. Alessio Bartolini, Il Bosco di Chiusi e la Paduletta di Ramone.

Indagini naturalistiche e attività di ripristino degli habitat, Quaderni del Padule di Fucecchio n. 7, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 2010. Il Bosco di Chiusi si estende su una superficie di oltre centoventi ettari lungo una fascia di circa tre chilometri ad est dell’area umida. La Padueltta di Ramone, con le sue plaghe di acque stagnanti, custodisce gli elementi botanici ed entomologici più preziosi. Cfr. Alessio Bartolini - Alessandra Lucci, I cambiamenti degli assetti vegetazionali, faunistici e del paesaggio agrario del padule di Fucecchio in relazione alle vicende storiche fra il XVI sec. e il XX sec., in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., p. 151. Il Decreto istitutivo dell’area Ramsar evidenzia, in particolare, la foresta igrofila planiziale nel Bosco di Chiusi, «dove si trovano imponenti esemplari di farnia […] e di cerrosughera», nonché «la lama paludosa nella Paduletta di Ramone, con piccoli popolamenti a sfagno […] e aggallati caratterizzati da felce reale tra la Paduletta e il Bosco di Chiusi». DM 303 del 21 ottobre 2013, più volte citato.

63 In virtù del loro valore naturalistico questi ambienti sono classificati Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva 92/43 CEE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché Zona di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/403 CEE del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici, oltre a Sito d’Importanza Regionale istituito ai sensi della L.R. 56/2000. Per le Direttive CEE citate cfr. Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea n. L103 del 25 aprile 1979 e Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea n. L206 del 22 luglio 1992.

(12)

79

vegetazione erbacea, in corrispondenza delle zone di ristagno dell’acqua »

64

. Si

tratta cioè di un’area che l’Unione Europea ritiene maggiormente important e, a

livello continentale, per la tutela della biodiversità . Questi due ecosistemi sono

contigui e intimamente connessi all’area umida fucecchiese, tanto da formare

un unico sistema ambientale

65

.

L’importanza naturalistica del Padule. Per la sua ampiezza, per i

suoi numerosi e suggestivi scorci paesaggistici

66

, ma soprattutto in virtù del

suo patrimonio di specie faunistiche e floristiche

67

, tra cui entità botaniche

rare in quanto relitti del Terziario e del Quaternario

68

, il bacino palustre

64 Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale delle aree protette, cit., p. 301.

65 Per questo motivo sia il Bosco di Chiusi che la Paduletta di Ramone sono stati inseriti all’interno del perimetro dell’area Ramsar Padule di Fucecchio, così come proposto dalla Regione Toscana. Cfr. DM 303 del 21 ottobre 2013, più volte citato.

66 Cfr. Ibid., p. 302. Cfr. anche AA.VV., Gli ultimi rifugi. Vita nel Padule di Fucecchio e nel Laghetto

di Sibolla, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio - Editori dell’Acero, Empoli, 1998. Il libro, di grande formato, contiene centocinquanta fotografie dell’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani con suggestive immagini del paesaggio, della flora e della fauna palustri.

67 Per un quadro globale degli aspetti naturalistici del Padule di Fucecchio cfr. Francesco Garbari,

Indagine floristica e vegetazionale sul Padule di Fucecchio, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit.; Enrico Zarri e Alessio Bartolini, Indagine preliminare sull’avifauna del Padule di Fucecchio, in Ricerca sulle caratteristiche ambientali del Padule di Fucecchio, pp. 51-73, Regione Toscana, Prato, 1987; AA.VV. Carta della natura e degli itinerari naturalistici del Padule di Fucecchio, a c. del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 1992; AA.VV. Piccola guida al Padule di Fucecchio, a c. del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Bandecchi & Vivaldi, Pontedera, 1992; I Coleotteri del Padule di Fucecchio, a c. di Arnaldo Bordoni, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 1995; Enrico Zarri, Il Padule di Fucecchio: ambiente, flora e fauna, Icaro, 1996; AA.VV. (con fotografie dell’associazione Fotografi Naturalisti Italiani), Gli ultimi rifugi. Vita nel Padule di Fucecchio e nel laghetto di Sibolla, Editori dell’Acero e Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 1998; Arnaldo Bordoni, La fauna invertebrata, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit.; Raffaello Corsi, Flora e vegetazione nell’area del Padule di Fucecchio, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit.; E. Zarri, La fauna vertebrata, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit.; Alessio Bartolini, Enrico Zarri,

Riserva Naturale Padule del Fucecchio (PT-FI): effetti della gestione ambientale sull’avifauna svernante e nidificante. Atti dell’XI Convegno Italiano di Ornitologia, Castiglioncello (LI). Avocetta, 2001, 25:109; Alessio Bartolini, Aironi e specie affini. Identificazione, status e conservazione dei Ciconiformi del Padule di Fucecchio, cit.; Mariella Franzesi, Studio delle comunità vegetazionali ed aggiornamento cartografico della vegetazione 2004, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, Castelmartini, 2004; Studio per la salvaguardia della biodiversità del S.I.R. Padule di Fucecchio, a c. di Alessio Bartolini, cit.; Paolo Emilio Tomei,

Paesaggio vegetale e flora: il caso del bacino di Fucecchio, in Atti del Convegno Dalla vallis nebulae al progetto del parco del padule, cit., pp. 109-116; Alessio Bartolini, La Riserva Naturale del Padule di Fucecchio. Dieci anni di gestione (1996-2006), Quaderni del Padule di Fucecchio n. 4, Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, 2007.

68 Si tratta di entità floristiche che si sono “rifugiate” e conservate in questa area umida, risalenti al Terziario, come le specie termoigrofile, o al periodo delle glaciazioni del Quaternario come le specie microterme, ossia entità botaniche dal carattere nordico. Queste ultime sono chiamate

(13)

80

fucecchiese costituisce un ambiente di notevole interesse naturalistico

69

,

(riconosciuto come Sito d’Importanza Regionale, Sito d’Importanza

Comunitaria, Zona di Protezione Speciale e Zona umida d’importanza

internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar )

70

, oltre a rappresentare la

più estesa palude interna italiana

71

«d’acqua dolce»

72

, «con caratteristiche

continentali in piena regione mediterranea»

73

e un vasto «polmone verde, al

centro di un’area fortemente e caoticamente urbanizzata, capace ancora […] di

compiere un’insostituibile opera di depurazione dell’aria e delle acque, di

termoregolazione del clima e di contenimento delle piene »

74

. Nel Padule,

infatti, troviamo ancora oggi una straordinaria concentrazione di vita animale e

anche «aggallati o pollini o terre tremanti» e sono costituite da feltri di piante galleggianti. Cfr. Mario Favenza Cerasa, Relazione generale, in Progetto Pilota per la salvaguardia e la valorizzazione del Padule di Fucecchio, cit., p. 22; Alessio Bartolini - Alessandra Lucci, I cambiamenti degli assetti vegetazionali, faunistici e del paesaggio agrario del padule di Fucecchio in relazione alle vicende storiche fra il XVI sec. e il XX sec., in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., p. 119, nota 5; Alessio Bartolini, Aironi e specie affini. Identificazione, status e conservazione dei Ciconiformi del Padule di Fucecchio, cit., p. 6. Anche in virtù di tali fitocenosi conservatesi in questa area, il Padule di Fucecchio ospita una ricca e significativa comunità di insetti che sono rarissimi se non quasi completamente assenti in altre zone umide della penisola italiana. Si tratta di coleotteri a diffusione settentrionale: il Padule si configura come la più meridionale zona di rifugio di questo tipo di insetti. Cfr. I Coleotteri del Padule di Fucecchio, cit., pp. 197 e 201.

69 L’area del Padule di Fucecchio è stata censita quale “ambiente umido di notevole interesse naturalistico e paesaggistico della Toscana” nel 1970 ed è stata classificata come “biotopo” dal CNR nel 1971, nell’ambito di un programma di ricerca territoriale sulle aree naturali da proteggere. Cfr. Toscana da proteggere. Riferimenti per la formazione del sistema regionale delle aree protette, cit., p. 302.

70 La Regione lo ha incluso come S.I.R. mediante la delibera consiliare n. 6/2004 con cui ha approvato le perimetrazioni di dettaglio dei S.I.R. di cui alla L.R. 56/2000. Cfr. Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. B - Relazione Quadro conoscitivo, coordinamento architetto Antonio Comuniello, settembre 2007, p. 129. È stato riconosciuto S.I.C. e Z.P.S. mediante Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 5 luglio 2007. Cfr. Comune di Fucecchio, Piano Strutturale. Progetto. D4 - Norme tecniche di attuazione, cit., p. 59. Riconosciuto come zona umida d’importanza internazionale mediante DM 303 del 21 ottobre 2013, più volte citato.

71 Cfr. Riccardo Simoncini, La biodiversità e la conservazione delle risorse del Padule di Fucecchio, in Reginaldo Cianferoni, Riccardo Simoncini, Prospettive per uno sviluppo sostenibile dell’area del Padule di Fucecchio, Quaderni dell’Assessorato alla Pianificazione Territoriale della Provincia di Firenze, Tipografia la Nave, Firenze, 1999, p. 9. Cfr. anche Allegato 1 alla Delibera della giunta regionale della Toscana n. 644 del 5 luglio 2004, in Supplemento al B.U.R.T. n. 32 dell’11 agosto 2004, p. 88. Le paludi interne d’acqua dolce, abbastanza numerose in Italia prima delle grandi bonifiche storiche, sono oggi estremamente ridotte e quindi particolarmente importanti dal punto di vista naturalistico sia a livello nazionale che europeo. Cfr. Raffaello Corsi, L’importanza ecologica delle zone umide, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla. Natura e Storia, cit., p. 18. 72 Alessio Bartolini, Alessandra Lucci, I cambiamenti degli assetti vegetazionali, faunistici e del

paesaggio agrario del padule di Fucecchio in relazione alle vicende storiche fra il XVI sec. e il XX sec., in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., p. 150.

73 I Coleotteri del Padule di Fucecchio, cit., p.197.

74 Alessio Bartolini, Alessandra Lucci, I cambiamenti degli assetti vegetazionali, faunistici e del

paesaggio agrario del padule di Fucecchio in relazione alle vicende storiche fra il XVI sec. e il XX sec., in Fra terra e acqua. La bonifica del padule di Fucecchio fra ‘800 e ‘900, cit., p. 150.

(14)

81

vegetale grazie alla presenza di un’ampia eterogeneità di habitat

75

sopravvissuti alle notevoli trasformazioni territoriali verificatesi, nel corso dei

secoli

76

, in questo «ambiente naturale»

77

, sospeso «tra acqua e terra»

78

. La

struttura e la dinamica del paesaggio della Valdinievole, infatti, hanno sempre

oscillato tra acqua e terra, rendendo difficile l’individuazione di un confine

certo, di un limite preciso tra questi due elementi in continua mutazione:

talvolta era il primo a prevalere “ricolonizzando” il territorio di frontiera ossia

il paesaggio delle gronde palustri, talaltra era il secondo a dilatarsi a scapito

delle zone sommerse; tale dinamismo dipendeva dalle politiche di controllo

delle acque poste in essere dai vari governi che avevano giurisdizione sul

bacino della Valdinievole

79

.

2.2 IL PADULE DI FUCECCHIO: UN BENE CULTURALE-AMBIENTALE NEL

CUORE DELLA VALDINIEVOLE

Un ambiente “creato” dagli uomini: testimonianza della cultura

materiale di intere generazioni. In questo ambiente la natura è stata

“costretta”, dagli uomini, a uniformarsi alle loro “mutevoli” necessità, alle loro

immagini mentali e a piegarsi alle condizioni della vita materiale: la zona

umida fucecchiese, infatti, ha offerto una pluralità di risorse economiche

importanti per le comunità rivierasche della Valdinievole e d el basso Valdarno

(pesce, cereali, legname, cacciagione), tanto da indurre abitanti del luogo,

piccoli e grandi proprietari, nonché forze politiche dominanti a pianificare e

75 Secondo gli esperti del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio, nel sito in esame sono presenti almeno otto habitat (naturali e seminaturali) diversi che consentono la presenza di una vasta gamma di comunità animali e vegetali. Tra questi, i più importanti per la diversità biologica dell’area umida fucecchiese, sono: gli specchi d’acqua a vegetazione sommersa e galleggiante; le aree a vegetazione perilacustre; le torbiere; i prati allagati a piccole carici e le comunità correlate; i prati da sfalcio e i pascoli mesofili; i boschi ripari e umidi. Ambienti così diversi a breve distanza tra loro risultano complementari per molte specie di animali che li utilizzano in modo differenziato, ad esempio per le funzioni riproduttive e per quelle trofiche. Cfr. Studio per la salvaguardia della biodiversità del S.I.R. Padule di Fucecchio, cit., pp. 17-18.

76 Si tratta principalmente di modificazioni dal punto di vista dell’idrografia superficiale dovute all’azione antropica. Cfr. Provincia di Pistoia, Relazione Generale, in Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. L.R. 3 Gennaio 2005 - n°1. Variante Generale, cit., p. 65.

77 Sulla definizione di ambiente naturale relativa al Padule di Fucecchio cfr. Adriano Prosperi,

Introduzione, in Il Padule di Fucecchio. La lunga storia di un ambiente «naturale», cit., pp. 7-12. 78 Tale espressione è mutuata dal titolo del seguente studio: AA.VV., Tra acqua e terra: la palude,

gli equilibri naturali e l’uomo, a c. dell’Istituto di ricerche economico-sociali Placido Martini, Amministrazione provinciale di Roma, Officina edizioni, Roma, 1984.

79 Cfr. Fabrizio Bertini (architetto consulente della Provincia di Pistoia), Storiografia e storia del

paesaggio agrario della Valdinievole e del Padule, in Amministrazione Provinciale di Pistoia, La disciplina di un’area protetta: prescrizioni, vincoli e direttive per la tutela e la valorizzazione del Padule di Fucecchio. Presentazione delle proposte e degli strumenti per il recupero e la riqualificazione urbanistica e ambientale dell’area protetta numero 119 Padule di Fucecchio, cit., pp. 15-16.

(15)

82

perseguire lo sfruttamento dell’area, creando spesso emergenze ambientali e

disordini idraulici

80

. Il territorio preso in esame risulta caratterizzato dalla

presenza di numerosi insediamenti umani, specialmente nella fascia montuosa

della Valdinievole, sin dal Mesolitico, periodo in cui si afferma il fenomeno

della sedentarizzazione grazie al diffondersi dell’agricoltura

81

. È comunque a

partire dal basso Medioevo che l’area palustre, coronata e sovrastata da

castelli e borghi fortificati costruiti sulle alture circostanti,

82

viene sottoposta a

numerose forme di sfruttamento, legate principalmente agli interessi politici ed

economici riconducibili alle grandi famiglie proprietarie di cospicui terreni posti

intorno al Padule o alle città che avevano autorità sulla zona, come Lucca e i

Comuni locali

83

, considerata anche la posizione strategica del bacino palustre e

più in generale della Valdinievole nell’ambito del sistema viario della Toscana

medioevale

84

, caratterizzato, in particolare, dal passaggio della Francigena o

80 Cfr. Adriano Prosperi, Introduzione, in Il Padule di Fucecchio. La lunga storia di un ambiente

«naturale», cit., pp. 7-9. Osservava quasi un secolo fa Vidal de La Blache, uno dei “padri” della geografia umana, che «un territorio è un serbatoio nel quale dormono delle energie delle quali la natura ha posto il seme, ma la cui utilizzazione dipende dall’uomo: è lui che, piegandola alle sue necessità, mette in luce la sua individualità […]».I territori della Toscana. Atlante dei caratteri strutturali del paesaggio, Piano di Indirizzo Territoriale 2005-2010. Studi Preparatori, cit., p. 9. Dunque possiamo affermare che l’identità del paesaggio palustre fucecchiese, così come più in generale quella dei diversi paesaggi, risulta «dal modo nel quale la storia degli uomini si è insediata nell’ambiente, insieme modificandolo ed adattandosi ad esso». Ibid.

81 Cfr. Barbara Giannesi, Luigi Pruneti, Valdinievole. Storia, Arte, Architettura, Franco Cantini Editore, Firenze, 1997, p. 9.

82 Cfr. Provincia di Pistoia, Atlante dei Caratteri Strutturali del Paesaggio. Piano Territoriale di

Coordinamento. L.R. 3 Gennaio 2005 – n° 1, cit., scheda Il sistema territoriale locale della Valdinevole.

83 Cfr. Alberto Malvolti, Il Padule nella storia, in Il Padule di Fucecchio e il Laghetto di Sibolla.

Natura e Storia, cit., pp. 22-24.

84 A ovest il Padule era “lambito” dalla via Francigena o Romea, la più importante direttrice viaria della Toscana medioevale; a nord dalla Cassia che congiungeva Pistoia a Lucca. Sul percorso della Francigena compreso tra il Padule di Fucecchio e Lucca cfr. Renato Stopani, Guida ai percorsi della via Francigena in Toscana, Le Lettere, Firenze, 2003, pp. 90-97. Per il tratto di strada tra Altopascio e Fucecchio, «isolato fra due paludi [di Bientina e di Fucecchio] impraticabili e pericolose, irretito di incolte boscaglie» cfr. Lino Bertelli, L’ospizio e il paese di Altopascio, Estratto da “Atti Primo Congresso Italiano Storia Ospitaliera”, Arcispedale S. Maria Nuova, Reggio Emilia, Società editrice AGE, Reggio Emilia, 1957, pp. 61; 68-69; Lino Bertelli, Gli ospitalieri di Altopascio in Italia e in Europa, Estratto da “Atti Primo Congresso Europeo di Storia Ospitaliera”, Reggio Emilia, 6-12 giugno 1960, Arti grafiche «F. Cappelli» Rocca San Casciano, 1960, pp. 153-154; Regione Toscana – Giunta Regionale, La Toscana nel Medioevo. La Via Francigena. Progetto di fattibilità, Edizioni Regione Toscana, Firenze, 1997, tavola 14. Per il tratto di strada tra l’Usciana e Fucecchio e su alcune varianti cfr. Alberto Malvolti, La strada Romea e la viabilità fucecchiese nel Medioevo, in Alberto Malvolti, Andrea Vanni Desideri, La strada Romea e la viabilità fucecchiese nel Medioevo, Edizioni dell’Erba, Fucecchio, 1995, pp. 12-15. Oggi, sull’antico percorso della via Francigena o Romea, che univa Fucecchio ad Altopascio, si trova sostanzialmente la strada provinciale SP 15 Lucchese Romana. Cfr. Monografie delle strade provinciali fiorentine, SP 15 Lucchese Romana, in Le strade provinciali di Firenze. Geografia, Storia e toponomastica, a c. di Leonardo Rombai, Provincia di Firenze, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 1992, volume II, pp. 293-294. La scheda relativa alla SP Lucchese Romana è stata redatta da Renato Stopani. Per la Cassia cfr. Provincia di Pistoia, Relazione Generale, in Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. L.R.

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