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!
LA CIRCONCISIONE
D E L S A N T O
BAMBINO GESÙ-
Componimento
SacroPER MUSICA
Da
recitarli nell' Oratorio dei R.R. p.p, della Congregazione dell'OratorioD I
S. F I L I P P O NERI
DI VENEZIA.
IN VENEZIA,
MDCCLVIII.
Con
Licenza de' Superiori,I
N T E R L O C U T O R
I»LJ SANTISSIMA TERGINE,
S.
GIUSEPPE.
SACERDOTE
.
^.,,„lSFelIa
Seconda
Parte.
I,
A SANTISSIMA VERGINE.
S,
GIUSEPPE
,ANGELO.
LA MUSI C A
Del
SignorPiavo
Vincenzo Chiochetti'PAR TM.T R I M A.
Ss.P^er.
Tr\Ormi
oFigliodiletto, epofainpace,X-^ Non
ancor dell'auroraSpuntan
nel Ciel i matutini albori:Ma
della notte ancora )I tenebrofi orrori i
Copron
col fofco velo il piano, e'I inonte^Sol del limpido fonte, >
Che
fcende nella Valle, e qui fen corre, S'afcolta ilmormorio,
che al fonno invita.E
tumio Ben
,mia
Vita,
Figlio adorato apri già i
lumi?
e'I coreGià
la quiete abborre?Aminta,
Elpin, Fileno, alcun PalloreNon
giunfe ancora.Ah dormi Fin
tantoalmen
che il giornoCol
vicino ritorno,Non
riconduca a noi fua beilaface.
Dormi
Figlio diletto, e pofa in pace.Dormi,
che poi vedraiGli amici Paftorelli Offrirti i bianchi agnelli
( t Divoti al tuo bel piè.
Dormi,
che giunto il giorno Vedrai fcherzarti intornomiti, e riverenti
L'aure gli augelli, e i venti ,
mchmarti
udraiPer tuo Signore, e
Re. Dormi
ec;A
2Ddi
Deh
qualmai
fia, Giuseppe^L'alta cagion per cui il Figlio
amato Oggi
fuor deirufatoInvoli sì per
tempo
agli occhi il fonno?S.Ciuf.
Ma
gliaffettid'un Dio
pofarnon ponno
Tu
pure il fai, oVergine
diletta^
Che
nellavada mente
Egliha
il tutto prefente.Vede
5 ch'in oggi per voler delPadre
Soffrir deve quel colpo
,
Che
prefcrive la leggeNella Stirpe di
Giuda
aognun
che nafce.Quindi
tra quelle fafceSdegnando
oltre il eoftumeL'ufato fuo ripofo il gentil
Nume,
Gentilmente
n' addita ,Che
con piacer previeneLa
legale ferita, e le fue pene-S' è diletto
Donar
vita alben
che s'ama.
Il divin tuo Pargoletto,
Perchè falvo il
Mondo brama.
Ha
piacer del fuo penar.Sparger fangue è il fuo conforto ,
Per dar vita
airUom
eh' èmorto,
E
guidarlo a trionfar.^Ss.Ver.
Ma
qual verfo di noi Iomiro
, e già qui intornoFolto
duolo
venir di genti ignote ,Or
ch'è già nato , orchegià chiaroilgiorno•5',G/^/.Quegli,chevieneilprimo,èilSacerdote^
Gli
Gli alffi fono del
Tempio
^I divoti miniftri, a quai pur jeTÌ.
Noto
feci il Natal del caro Infante.'^'^fl.^V^^^^ V* falvi,o bella copia
amante Di
Spolì avventurati.Ed
afTifta propizio ai belBambino-
Ma
poiché piacque al gran volerDivino Kendervi
fortunatiNel
gentil frutto, che pur or godete.Grazie al Cielo rendete
Del
nobildono,
e voftra pace or fia.Che
fecondo ilDivino
eccelfo edittoDopo
iltempo
prefcritto 'S'efponga
al colpo, e circoncifo Ei fm.Io miniftro fedel del
facro Chiofìro
Qui
venni al voftro avvifoPer la legge
adempir
nel FigliovoUro,
Ma
tune
piangi oMadre?
Frena
Je belle lagrimeO Madre,
e ti confola.Se ciò
comanda
il Cielo,\ Colpa
d'ingiulio zeloIl fofpirar iì fa.
Fra
l'ampia
terra miferaA
piangernon
fei fola.Ma
il Ciel, fe così vuole,A
torto ogn' or iì duoleDi Madre
la pietà. Frena ecMf
1^°.^'^"^^'^vero,
ovenenìbilPad'rc,Ma
e lagrimemie
figlienon
fono Dellamor
d'unaMadre,
A
' ^Che
Che
repugni al voler deiraltà legge: ^ 10 sòben che
chi regge11
Mondo
'1 Ciel cosicomanda
e vuole,,E
ciò, ch'ei vuole, riverente adoro;Sol di
mia
cara proleIn
penfando
al dolor piango em
accoro.E come
potròmai
Mirar
foggetto all'afpra dogliaamara
Il
mio
bel Pargoletto,Il
mio pegno
ditetto,Ch'è
delmio
cor fola delizia e cura?E
qual altra farà cagion funefta^Degna
del piantomio,
fenon
e quelta^Quando
io penfo a quellapena.
Ch'avrà
il caro Figliomio.
Sento ,
oh Dio
,
Nel mio
feno il cor languir.Ah
pìuttollo tumi
fvena Sacro Padre, e toglialmeno Al mio
fenoUn
più barbaro martir.Quando
ce.S.Giuf:.
Dà
pace al tuo bel pianto,E non
voler omia
diletta SpofaCol
tuo dolor render pili grave ilmio.
Vorrei poter anch-' io
A
coflo delmio
fangueRifparmiar quello del vezzofo Infante;
Ma
fe aDio
così piaceAdoro
il fuo voler, e'I foffro in pace.Vedimi
in voltoTutto
raccoltoII
II ilìio
tormentò
' Spofa fedel :Ma
il cor gelofoDi
fua vittudeIn
fén io chiudeSebben
crudel.Vedimi
ec.Sat.
Non
più, s'è affai conceffoDi- sfogo ai voftro duolo.
Ormai
fi fciolga Il belBambin. E
voi miniftri intanto Difponetevi all' opra .Siapronto il fero, ond"* io la legge
adempia
:Non ha
vera virfudeChi non
abbraccia quel che vuole il Cielo,E
fola ubbidienza'
Tutto
il merito acquifta aun
vero zelo.
Ma
qualmi
riempie il pettoRiverenza, timor,
gioja , e rifpetto?Nel
mirar quel caro infante >Nafce
inme
dal bel fembianteUn
fecreto dolce ardor .Ma
ilmio
cor nell'ombre involtoNon comprende
in quel bel voltoLa
favella di quel cor?Nei
mirarec.Ss.Vevg. Eccolo fciolto,
oh Dio!
Sac.
Or
ti ritira in più rimota parteDi
queff orrido fpecoO Madre
afflitta ^ enon
aggiunga il pefoDel
tuo fiero periglioLa
villaamara
di quel caro fangue.Che
fpargerà nel taglio il tuo bel Figlio.Ss.Ver.S^ilCielt'affiftealgrandeuffizi0,0Padre,
A 4 Non
3
Non
ti fìa grave ch'Iorimanga
tecdCompagna
all'opra grande.Tal
fuoco inme
fi fpandeDa
quel gentil fembiante^Che
bafteria per torre ame
la vita S'io pfiva ne reftafliun
folo inftante ;Sac. Perchè alla legge
non
ripugna quefto Sì mifero conforto ionon
tei niego:Or non
vi fìa moleftoCh'
io vibri il colpo.S.Giuf.
Ah ferma
ancor ten priego.Per
quanto
ècaro a noi quel dolcepegno,
Ionon
pretendo a te vietareun
atto,Qual
fe tunon adempì
La
legge offendi, e feinemico
ai Cielo;Sol ti fcongiuro nel ferir l'Infante
D' un
lieve colpo, e d'un
clemente zelo.
Quel
labbro, quel ciglio, Qiiel vezzo, quel brio>slel fiero periglio
D' un
colpo sì rioTi
chiede pietà.Il Ciel
non
s'offendeD' un
zelo pietofo,M'
anch' egli fi rende Cortefeamorofo
A
bella umiltà.Quel
ec.Sac. Sa il Ciel
quanto mi
pefaArmar
la deflra nell'atroce imprefa,Ma
chi è dal Cielo elettoSvenar deve a quel
cenno
ilproprio afl^etto ,Ecco
3Ecco airopra
m'accingd
Già impugno
il ferro io ftringo;>S^s.Fer.
Ah
ferma ancor perpoco o
facroVeglioTanto
ch'io prenda lena,E mi
conforti nel divin volere.Eterno
Padre, che dall'alte sfereVedi
ilmio
core, e in effoQuanto
fiagrande ilmìo
dolorcomprendi
^ Prendi, pietofo, prendiLa
Vittima , eh' io fvenoDi
tue giufte vendette al facro Altare, Affai colta almio
feno; ^Ma
fe a te fono careLa
ferita del Figlio e lemie pene.
Umile
adoro il tuo fovran decreto.Sol
non
ti fpiacciaalmeno,
o Padre, eDio
Gradir dall'alto trono
Nel
fangue delmio
Figlio il piantomio.
Cor
diMadre
in fen ti fento,E comprendo
al tuolamento Ciò
chebrama
il tuo penfier.Ma una Madre,
eh' è aDio
Figlia,Col
fuoDio
fol fi configlia,E
fol vuole il fuo dover.Coree.
Or
tu ferifci o Sacerdote il Figlio ,S^,
Ferifco sì ,ma
qualeSacro orrore
m'
affale e ferma il colpo!Trema
ilcor,trema
ilbraccio, etutto infenoS
agghiaccia per timore il fanguemio.
Tu
giuftilTimoDio,
S' eleggermi a te piacque
Per
Per fedele miniftfo al gran mìftero ;
Dà
forza al braccio , edà
vigoreal petto,^Ond'
i'efeguìfca il tuo fovranoimpero
•Ss.Fcr
Ahimh^chc mi
foccorreiomanco^io
pero.
Sat. Lì colpo è fattole già di fangue afperfe
Van
le povere fafcie yChe
il teneroBambin cingono intomo
•SsyS.Gmf.Q^
preziofo fangue.ohlieto giorno?
a 2t
Sac.
Or
di qualnome
luì fregiar v' è grato?S. G'mf.
Col nome amato
diGesù
finome
.a 3.
Oh
dolfe,oh
caro,oh
gloriofonome
Sac, Crefca il Figlio , e nell' o|)re fue belle
Ai
grannome
abbia eguale pixità:Che non
giunge a regnar tra le ftelleChi
nelnome
ilfuovanto
folfa. Crefcace.Così
farà.Da
voimi
parto, e fusero' Dall'indole gentil che in lui fi fcopre.
Serie d'illuftri imprefe e di grand'opre.
Ss.Ver. Sarà ilCielo propìzio altuo penfiero.
S.Gìuf,
Adorato
Signor, e perchèmai
Sul
primo
albor de' giorni tuoi volertiGià
fparger fangue ?ah
verràpur il giornoChe
ftillanon
ne refti '7;^
Nelle tue verte, e tutta Si verfi a prò
dell'Uomo.
Ss.Ver. Impaziente del
bramato
fruttoIl
mio
Figlio diletto (oh amor profondo
)In sì tenera etade.
Cominciar
volle a dar falute alMondo
.
Ss.Vcr.
Caro
fangtte delmio
Figlio,S.GiuJ.
S.Giuf^
Caro
fangue delmio Dio
a
Deh
permetti ch'io t'adori:Ss.Ver.
Ed
il pianto delmio
ciglio, S^Giuf.E
lapena
del cuormio
a
. Sia conforto a' fuoi dolori.Fine della
Prima P
arre.
v^rv> v;jr^ c/;^
PARTE S E C O N D A.
J.G/0/^
ir\ÀI
voftrolamev
fulgidéDjL^ Luci
del rnio Signor, c ikCl
S'accende entro queft'animatiis^ niUn
caro dolce ardor, ' :>Che mi
riftora* ^ ì.^eDal
bel confortoamabile
Che
voi piovete inme,
. ...^Nella
mia pena
barbara» ^At^qì '^tVyLa
debilemià
fePiù
s'avvalora.Dal ec
Ma
fe dallume,
chelampeggia
in voiO
cariamati
rai,Acquifta più vigor l'anima
mia.
Deh
per pietànon
vi chiudetemai
.
Ss.Ver.
Chi mai
mirar potria sì dolce vifo Senza provarne al coreTenerezza, piacer, pace, ed
amore?
Ah
che nel fenoamante Di
gioiaempier mi
fentoQuel
Quel vagò
in rimifaiP tato fembianté;Ma
poi fe col penfier ame rammento
U
afpra crudel feritaChe
ilmio
granFigliocrudelmente adorna^Il
mio
acerbo dolore inme
ritorna.Affetti di
Madre Con nuovi
tormentiVi
fento nel cor*O amore
che fcnti?O
core che penfi?Sol fede convienfi^
Coftanza, e valor. Affetti ec;
Ang.
GioiteAnime
eccelfe al Ciel dilette^Dal fommo
Padre eletteIn terra a cuftodir fua cara prole.
Spirto felice dall'eterea
mole
Nunzio
diun
gran contento io fcendo avoi;Mirò
dall'alto degli feggi fuoiIl divin Genitor quel caro fangue^
Che
fparfe ilDivin
Figlio •Nella legai ferita , e fen
compiacque
^ Stupido il Ciel fi tacqueEd
adorò quel preziofopegno»
Ma appena
diGesù
i'eccelfonome
Da'
voftri labbri ufcìoChe
torto in quel belRegno
A rimbombar
s' udìo ,Come
fegno d' illuftre alta vittoria,
Un
dolceTuono
di letizia e Gloria.Chi
dicea che sì belnome
Più del Sole in Ciel rifplende ;
Chi
Chi
dicea 5 che gli aftfi accendeCon
fua lucida beltà .Ghi
dicea , che fparge odoriD'
umiltà 3 di zelo5 e fede;Chi
dicea , eh' in lui rifiedeCoir amor
la Maeftà^Chi
ec*^s.Ver.
Dunque
sì belcompenfo
Diè
al fangue del fuoFiglio ilfommo Dio?
Oh me
fra tutte più feliceMadre
,
Che
il granVerbo
del PadreCinfi col fangue
mio
di mortai velo!Deh
voi dall'alto CieloAngeletti fcendette a mille a mille^
E
per Cittadi e VilleIte feflofi a palefar il
Nome
Della
mia
cara prole.Fin dove
nafce edove muore
il Sole.Volate o
menti
ancelleDel
voftro èmio
Signor,
E
dite alle procelle, !Ai mari,
ai fiumi, ai venti.Ch'ai Nome
delmio
FiglioNon
più fiere e frementiMinaccino
periglio.Minaccino
terror.Dite che a
un Nome
Si dolce e amabile
Amore
i zefiri.Amore
i rivoli,E
fpirin gl'AlberiAmore
^Amor
. Volatece*S.Ciuf.
S.Gfuf. DìtQ che
quéftoèilnome^
incuìfolliceFermar
lefpeme
di condurfi al Cielo:Dite
5 cheamore
e zeloSol
può
inNome
sì grande efler felice.yfng. Ite lieti
o Compagni
Ad adempir Tavventurofo
incarco:Verrà
poitempo
ch'altro ftuolo elettoDal Divin
Pargoletto,Quand' Ei
fia giunto alF età fua perfetta|Che à
corto della vitaNoti
farà di sì granNome
i pregi.Verran Monarchi
eRegi,
Che
alnome
diGesù
lenza contrafto Afcriveran di fue vittorie ilmerto.
Diran con
gioja e fafto Verginelle innocenti.Dirà
ognimente
e lo dirà ogni core, .Che
ilnome
diGesù nome
è d'amore.
Non
così dolce e grato Spira nel prato il fior.Come
quel caroNome
Spira diletto,
amor.
Pace, e conforto
^
Uh
Così chiare e belleSono
le ftelle in Ciel,
Come
queivago Nòrne
E
ad ogni cor fedelE
ftellà, e porto *Non
cosìce.S. Giù/.
Oh
del miferoAdamo
Non
più mifera Stirpe ora ti fcerno.Oh
quai portenti,oh
quantiDall'
D^ÌV
alto Soglio eterno;Il
Nome
diGesù
ti piove in feno!Oh
te felice appienoSe
pel primiero error tal grazia traggi, JDi mirar vendicatiNel
fangue diGesù
tuoi tanti oltraggi!Sento già che nel torbido lago
L'empio Drago
Di
rabbia frementeVola,
efmania
tra fdegno , è te^ror.Vedo
il Cielo di fulminiarmato.
Che
placatoDal nome
poflente,Già
difarma l^'anticofuror. Sento oc.SS.Ver.
Ah venga
torto il fauftogiorno, ond'ioDel
caro Figliomio
Vegga
il trionfo le beli' opre e'INome
:Ma
finché giunga il fortunato illante^Deh mio
Signor,mio Dio, Se
tanto ame
concedi,
Fida
ancellanon men
cheMadre amante,
L'Idea vagheggierò delle tue glorieNel vago lume
di tue luci fante.Io vivrò dolce
mio
FiglioCoir amanti mie
pupilleContemplando
il tuo bel volto.Se vedrò brillar tuo ciglio
Dirò
5 quefte fon fcintilleDell'amor,
eh' è in te raccolto.j^ng.
Degno
di sì granMadre
èil bel configlio.Or
delDivin
tuo FiglioS'ado-
S'adori
con
applaufi il fanteNome Oi«
foggiogate edome
Ha
le forze d'Inferno, e portò all'Uomo
Della
prima
innocenza il bel ritorno .'
Ss.Ver.S.Giuf.
Oh
dìbeato,oh memorabil
giorno!Coro.
Più
chiare in Ciel rifplendano.'