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FILIPPO NERI D 1 CIRCONCISIONE PER MUSICA VENEZIA. D L SANTO BAMBINO GESÙ' M D C C X L. y&r. é't. Con Licenza de. 1 N v E N E Z I A,

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Testo completo

(1)

LA CIRCONCISIONE

D£ L SANTO

BAMBINO GESÙ'

Componimento Sacro

PER MUSICA

recitari!

nell’Oratorio dei

R R pp

«iella

Congregazione dell-

Oratoriodi

S

FILIPPO NERI

* .*

>v

r'^

:^y

D

1

VENEZIA.

y&r Ki

IP

é't

1

N v E N E Z

I

A,

M D C C X

L.

Con Licenza de Supericnon,

-PinilizRdbyGoogle

(2)

lNTERLOcutOSl.'

La SS MA

.

VERGINE,

s: GIUSEPPE SACERDQTÉ

.

Nella Seconda Parte

.

La SS MA

.

VERGINE.

S.

GIUSEPPE.

ANGELO

.

LA MUSICA

De!

Signor

Piato Vihctny Cbmbttti

.

* - -

f t

PARTE

DigitizedbyCoool

(3)

a PARTE P d

t AT a * S

r

"'D°Uo

'°

F

'gliofiletto,epofainpace,

«a

della notte ancora '

t,tenebrali orrori

Sota?

"Clla Valle, equifen corre

étcrs-Ar *-

1

-

1

AlT£;?/ “»«w

Col

,0a c^e ilgiorno

lvicino ritorno

,

*

,CX“

a

-

noi fua

Wla ***’

Dormi

°

dl

t0> e

P»6

in pace, che poi

vedrai

Wi amid

Paftordli

2?

r,r

?

1 bianchi agnelli Divotial tuo bel piè.

n™i, chegiunto

ilgiorno cdrai fchcrzarti intorno

f,m,tl»eriverenti 8!i«ugelli

,c i venti ,

p

d^chinarti udrai

J'ertuo Signore,

eRe. Dormi&c.

A

»

Deh

/.

DiaitizedbvGoogle

(4)

:

4

Deh

qual mai fia, Giufeppc,

L’alta cagion per cui il Figlio amato

Oggi

fuor dell’ufato

Involi per

tempo

agli occhi il Tonno?

S

Giu f

Ma

gliaffettid’un

Dio

pofarnonponno.

Tu

pure il fai,o Vergine diletta,

Che

nella vafta niente Egli hail tutto prefente.

Vede,

eh’in oggi per voler del Padte Soffrir deve quel colpo.

Che

preferive la legge

NellaStirpedi

Giuda

a ognunchenafce.

Quindi tra quelle fafee Sdegnando oltre il coffumc L'ufato fuo ripofo il gentil

Nume,

Gentilmente n’addita,

Che

con piacer previene

La

legale ferita, e le fue pene.

S’è diletto

Donar

vita alben che fi

ama,

Ildivin tuo Pargoletto, Perchè falvo il

Mondo

brama,

Ha

piacer del fuo penar

.

Sparger fangue è il fuo conforto, Per dar vita

all’Uom

eh'è morto,

E

guidarlo a trionfar

.

57.Ver.

Ma

qual verfo di noi Io miro, e già qui intorno Folto duolovenir di genti ignote,

Or

(5)

Saffi*? T'-

0rChe2'* chiaroilgiorno.

J.G/«/Quegh, chev,ene,1primo, èilSacerdote Glialtri fono del

Tempio

1 divoti miniftri, a quai pur ieri

/

cc j

».

N«U

dei caro Infante.

Di 9 r

V1 v** 0 bella copia

amante

z;

1^pofi avventurati

,

Ed

affifta propizio al bel

Bambino;

Ma

pojchè

piacque a| gran voJcr Divi fendervi fortunati

elgentil frutto che pur or godete,

Grazie al Cielo rendere

e nobil dono, e voftra pace or fa

efecondoil Divino eccello editto,

'

^°po

il tempo preferi tto

? ‘'Pongaal colpo, e circoncifo Hi fa.

£

minifro fcdeldel facro Chioftro

venni al voftroavvifo

U

r Ia adempir nel Figlio vortro,

^a

tu ne piangi o

Madre?

crena le belle lagrime

p Madre,

e ti confola.

comanda il Cielo, Colpad’ ingiù fto zelo Il fofpirar fi fa

.

l’ra 1ampiaterra

mi

fera

A

pianger nonfei

fola,

Ma

il Ciel, fe così vuole,

A

torto ogn' or fi duole

'

A

2

Di

Di nitiredbvGoogle

(6)

s

Di Madre

la pietà. Frena&c.

Si.Ver.Iopiango,è vero, ovenerabd Padre,

Ma

lelagrime mie figlienon fono Deli’amor d’una

Madre,

Che

repugni al voler dell’alta legge:

10 fo ben che chi regge

11

Mondo

*1 Cielcosì

comanda

e vuole,

E

ciò, eh’ci vuole,riverente adoro;

Sol di mia cara prole

In penfando al dolor piangoc m’accoro.

E come

potrò mai

Mirar (oggetto all’afpra doglia

amara

Il

mio

bel Pargoletto, Il

mio

pegnodiletto,

Ch’è

del

mio

corfola delizia e cura?

E

qual altra farà cagion funella

Degna

del pianto

mio

, fé non èquella?

Quando

io penfo a quella pena.

Ch’avrà

ilcaro Figlio

mio.

Sento,

oh Dio

,

Nel mio

feno il cor languir.

Ah

piuttofto tu

mi

(Vena Sacro Padre, etoglialmeno

Al mio

feno

Un

piùbarbaromartir,

Quando&c.

S

Giuf.

paceal tuo bel pianto,

E

non voler o mia dilettaSpofa

Col

tuo dolor render piò graveil mio.

Vorrei poter anch'io

A

cortodel

mio

fanguc Ri-

Digitizedby

(7)

Ite.

ire,

Db.

>ro.

la?

awK-s sr*

-

11 M ™ P“-

,Tutt

scolto

Il mio tormento

Ma

il cor gelofo

Di

Tua virtude In lenlochiude

Sm.

Noa'^" ^i

de

lf Vedimi

&c.

’oa piu, S'è affai conceffo

Il

be^Bamk-

0

^*^*^

' I>fciolga

Non

Pr ra

t0 Verl

Cr

™>

tu

°

d

f

Ì0'*

kggC adem

Pia

:

,

f

chevuoIe

ilGe

>».-

Ma'quaì

rit0

“S

0

#*

»un vero zelo.

Rivira /

,e,np,e•*

P*"

0

Nel m*’ l,mor> 8'oja

, e rifnetto?

KT?

rartlucl

“fo

infante

tur Un

ln

me

dal

M

fembiante

fecretodolce ardor.

V m

cor nell-

ombre

involto

r °" c°

m

prende in quel bel volto Ss.Vero

P

,

,Iadi

^

cor? Nel mirar

&cv

&• -Eccolo fciolto,

oh Dio

*.

A 4

Sjgf.

r

Or

DigilizedbyGoogle

(8)

8

Sac.

Or

ti ritira in più rimota parte

Di

queft* orrido fpeco

^

O Madre

afflitta, e non aggiunga11 pefo

Del

tuo fiero periglio

La

villa amara di quel caro (angue,

Che

fpargerà nel taglioil tuo belFiglio.

"S/.Ke.SeilCielt’afliftealgrandeuffizjo,oPadre,

Non

ti fia grave eh’io rimangateco

Compagna

all’opra grande.

Tal

fuoco in

me

fi fipande

Da

quel gentil fembiante.

Che

batteria per torrea

me

lavita S’io priva ne redatti un folo inftante.

Sac. Perchè alla legge non ripugna quello Si milero conforto io non tei nie^oi

Or

non vi fia molefto

Ch’

iovibri il colpo.

S.Giuf.

Ah

ferma ancor ten priego.

Per quantoc caro anoiquél dolce pegno]

Io non pretendo a te vietare unatto*

Qual

fe tu non adempì

La

legge offèndi, e Lei nemico al Cielo;

£ol ti(congiuro nel ferir flnfànte

D’un

lievecolpo, ed’un clementezelo Quel labbro, quel ciglio,

Quel

vezzo, quel brio

Nel

fiero periglio

D’un

colpo rio

Ti

chiede pietà.

>IlCielnons’offènde D’un’

i

k ì

ir

l

G to

T:

t E

L E 4

1

l

i

(

1

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(9)

9

pelò

ilio.

idre,

o,

>;

j.

D’un

zelopietofo,

M

anchegli fi rende Cortefeamorofo

A

bella umiltà.

Ouel &r Sm

Sail

Cid

quanto

mi

pefa

Armar

la deliranell'atroce imprefa.

Ma

chi è da! Cieloeleno

Err^n.

eVeaqUe.1cenno'>Pro

P

r‘° affettò

,

tccoall'opram’accingo

r.Si, P

ugno >1 ferro io Aringo.

T

nrn

Ì™

aanC°,rP'rPoco ofacroVeglio tantoehio prenda lena,

“"fortinel divin volere.

Eterno Padre,

che dall’ alte sfere

1J"10

“re,

e in dio

J^an

oliagrandeil

mio

dolor comprendi, i'rendi,

pietofo, prendi r ,

Vittima, ch’io fveno Afly

U

!.llu

^

vendette al facro Altare.

«Haicorta al

mio

feno;

a a tefono care

Umi£

ma

;

^

c

k m

^e pene, So!n *r*0 ^ tuo ^ovran decreto

,

Gr^

0ntl

f K!

acciaaimcno

>° Pa

dre,e

Dio

gradir dall’alto

trono

r

an?U?

^ m

*° d piantomio.

P

dl

Madre

in fen ti Tento,

£

comprendo al tuo lamento

che

brama

il tuo penfier.

Ma

DigitizedbyGoogle

(10)

Ma

una

Madre,

eh’è a

Dio

Figlia

Col

Tuo

Dio

(pi fi configlia

,

E

fol vuole il fiio dover.

Cor&c.

c

Qr ^/ en ?

° Saccr

^c

a Figlio.

Sac. Fenico sì,

ma

quale Sacra orrore ro' affale

t fc

rm8

ilcolpo'

Trema

ilcor,tremailbraccio,erutiloinlino

S

agghiacci per timore illingue mio.

lu

gtuftifTìino

Dio,

S’eleggermia te piacque

.

Fcr

fedele,mioiftro al gran mifiero,

t

racc,

10 cdav,

80rc

d

petto, c

v

al- 5fu1

^

1* tuo Covrano impero.

1 cr.

A

hjrnè^chi

m

i{occorre!io

man

co,io peto.

aL' colpoèfatto

, e giàdifaogue afperfc

#

yan

le poverefdfeie, c ì?1® '] J

enero

^

ar«bin cingono incorno.

Siy.SGiu

[.

n

., .

a a tJnpreziofofangue,ohlietogiorno/

Sac.

Or

di qual

nome

luifregiar v’è grato?

S.dof. Col

nome amato

di

Gesù

fi

non*

.

a 3*,

Oh

dolce,

oh

caro,

oh

gloriofo

pome

! otfc.Crefca il Figlio, e nell*opre fuc belle

v

Al

gran

nome

abbia eguale pietà:

Che

non giunge a regnartra leftelie

Chi

nel

nome

ilfuovantofol fa.Grefca&c«

Così farà.

Da

voi

mi

parto, e fpero Dall* indole gentil che in lui fi feopre,

oene diUuftri

jmprdc

.eili grand’ opre.

Si.Ver.

DigitizedbyGoggle

(11)

Ct

?•

DO

J

r-f

ìj”

' Clc

b

proPÌ7'io aI*»openfiero.

Cw/

Adorato Signor, e perchè

mai

,

»ul primoalbor

de- giorni tuoi volerti

r£ fef

ger ran8 ue?a*»

wrà

puri!giorno

Che

Adii noone

redi .

Nelle tue vene

,« tutto Siveri; a pròdell-

Uomo.

TIm;!-.

r

T'

Z,CntC,tlci brarnaI° frutto

In ^10 ctt0 C

°h amor

profondo)

tet*ra «adc, Cormoeiar volle

a dar falute ,1

Mondo.

SGM c

rngae del

mio

Figlio,

'

^

a

^ague

del

mio Dio

Si.Ver

VA', P"™"'

ch,‘° ‘,»d«ri- Sciar

è

ì Planrodel

mio

ciglio,

?? I

11

^

del cuor

»

4 2- oia conforto a’fuoi dolori.

tj

della

Prima

Parte. j

jJ^TE seconda.

''

f jAl

voftro

lume

,

d

fulgide Luci del n»io Signor, yaccende entro quell* nnirrw

Un

caro dolce aedor,

Lhe mi

rifiora.

W

confòrtoamabile

Che

voi piovete in

me,

y

1 ,

mia

pena barbara

debile

mia Pm

ravvalora.4c

Dal te.

Ma

<7

DigitizedbyGoogle

(12)

.

-Ma

Tedal lume, che lampeggia in voi

"

O

cari amati rai,

Acquifta piti vigor l’anima mia

,

Deh

per pietà non vi chiudete mai.

Si.Ver.

Chi mai

mirar potria dolce vifo Senza provarne al core

Tenerezza, piacer, pace, ed

amore?

Ah

che nel fenoamante

Di

gioja empier

mi

Tento

Quel

vago in rimirar caro (èmbiante.

Ma

poi Te col pcnfier a

me rammento

L'afpra crudel ferita

Che

il

mio

gran Figliocrudelmenteadorna, Il

mio

acerbodolore in

me

ritorna.

Affetti di

Madre Con

nuovi tormenti

Vi

Tento nel cor. * '

O amore

che Tenti?

O

core che penfi?

-Sol Tede convienfi

,

Coftanza, c valor. Affetti&c.

Ang.Gioite

Anime

eccelfe al Cieldilette ,

Dal

Tommo

Padre elette In terra a cuftodir Tua cara prole.

Spirto felice dall'eterea mole

Nunzio

diungran contentoiofeendoavo:.

Mirò

dall'alto degli fegoj^ftkff Ildivin Genitor qtiefcaro fangue,

•Che

fparfe ilDivio- Figlio

Nella

Digitized

(13)

Nellalegai ferita, e fen compiacque

,

Stupidoil Ciel fi tacque

Hd

adorò quel preziofo pegno.

Ma

appena di Gesù l’ecccifo

nome Da

vofiri labbri ufcìo,

Che

tortoin quel bel

Regno

A

rimbombar s’udìo,

Come

fegnod’illuftie alta vittoria ,

U

" <uono di letizia e Gloria.

Chi dicea che bel

nome

Più del Sole in Ciel rifplende; Chi dicea,che gli aftri accende

n ^ua lucida beltà.

dicea

, che fparge odori

D

'umiltà

, di zelo, e fede; , Chi dicea, eh*in lui rifiede

v

CoH* amor la Maeftà.

Chi&c.

*

n

?T‘lea*~? uncSangueluedelfuo Figliobel compenfoil

fommo Dio

? i

me

fra tutte più felice

Madre,

y*

'! gran

Verbo

del Padre -

Cinli col fangue mio di mortai velo/

Deh

voi dall'alto Cielo

Angeletti Icendette a mille a mille,

f

Per Cittadi c Ville

Itefertofi

a palefar il

Nome

Della mia cara piole.

Findove nafee e dove

muore

il Sole.

Volateo menti ancelle

Delvortro e

mio

Signor,

E

DigitizedbyGoogle

(14)

J

4

E

dite alle procelle,

Ai

mari, ai fiumi,ai venri.

Ch’ai Nome

del

mio

Figlio

Non

più. fiere e frementi Minaccino periglio.

Minaccino terror.

Dite che a un

Nome

SI dolce eamabile

Amore

i zefiri

,

Amore

i rivoli,

E

fpirin gli Alberi

Amore, Amor.

Volate&c.

S.Giuf.Dite chequello èil

nome

,incuifollice

Fermar

la fpcrite dicondurli al Cielo:

Dite, che

amore

e zelo

Sol

duo

in

Nome

grande efier felice..

Ang.Itelieti o

Compagni

Ad

adempir l’avventurofo inCarco:

Verrà poi

tempo

ch’altro fìuolo eletto

Dal

Divin Pargoletto,

Quand’Ei

fiagiunto all’età fua perfetta.

Che

a collo della vita

Noti

farà di gran

Nome

i pregi.

Verran Monarchi e Regi,

Che

al

nome

di

Gesù

fenza contrailo Afcriverandi fue vittorie il merco.

Diran con gioja e fallo vwginelle innocenti,

E™

ogni

mente

clo dirà ogni coré,

Che

Digitized

(15)

Che

il

nome

di Gesti nnrn**j, r*\

'

Non Jce

egra

r

dan,°,e-

Spira nelprato il fot,

Come

quel caro

Nome

apira diletto,

amor.

Pace, e conforto.

rcoiì chiare e belle Sono le nelle in Ciel

,

Come

quel Vago

Nome

P

*“ 0gn'cor fcdel

S.Giuf

Oh

a!i* e

./Porto

; così

&c.

Non wn dd

,mifcro

Adamo Oh

otti- S!

fcra

^

trPe °ra ti fremo.

Cairi!

pc ort

,

enti

» oh

Ohee^

dl Qesh

P

lové iftrctx>?

¥

ntc. appieno

»

<al£rJ2

t,aggi*

Senm

gU

x dl

,

Geiò

tuóì fanti oltraggi!

& chenel torbido lago \

C'empio

Drago

5

y

1 rabbiafremente

y.

> ®/rnaniatra fdegtìtì, tterror.

Th

1

P do

armato.

Che

placato

^ nome

póffcrtte*

Sf, JPi*.

Akl

d”artì3aAnticofutór. ifento&c.

0 Vengatolto

ilfàtfitègiórno

*ond'io

Del

(16)

i6

Del

caro Figlio

mio

Vegga

in trionfo le bell*opre e*I

Nome:

Ma

finché giunga il fortunato idante

,

Deh mio

Signor,

mio Dio,

y

Setanto a

me

concedi,

Fidaancellanon

men

che

Madre

amante

,

L’Idea vagheggierò delletue glorie I

Nel

vago lume di tue luci fante.

Io vivrò dolce

mio

Figlio Coll’amanti mie pupille Contemplando il tuo bel volto

.

Se vedrò brillar tuociglio Dirò, quelle fon Scintille Dell’

amor,

eh'è in te raccolto,

iAng.

Degno

digran

Madre

èilbelconfiglio

.

Or

del Divin tuo Figlio

S’adori con applaufi il fanto

Nome, Che

foggiogatc e

dome

Ha

leforze d’inferno, eportò all’Uomo

!Della prima innocenzail bel ritorno. .

Ss,Ver.S.Giu.

Oh

beato,ohmemorabilgiorno!

Coro.Più chiare in Ciel rifplendano

Le

delle errantie (labili,

.

Di

nuovoardor s’accendano

Al nome

di Gesù. J

Con Eco

alterna e varia

Di

rifo, feda, e giubilo Plauda la terra e l’aria

A

tanta fuavirtù. Piùchiare &c.

I

L^JEJLN E.

(.y

DigitizedbyGooole

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