• Non ci sono risultati.

Tutti i Diritti Riservati - Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook -

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Tutti i Diritti Riservati - Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook -"

Copied!
18
0
0

Testo completo

(1)
(2)

Hai mai pensato che il suono e la musica potrebbero essere la chiave per comprendere il linguaggio invisibile di tuo figlio o tua figlia, comunicare efficacemente con lui o lei e gestire le sue emozioni?

In questa mini-guida ti mostrerò il potere magico che la musica, ovvero il linguaggio musicale, ha su di te, sul tuo bimbo, sulla tua bimba e quali benefici può darvi per garantire a lui o lei una crescita equilibrata.

Forse sei al primo figlio, o magari hai già un po’ di esperienza come mamma, ma i primi anni sono quelli che portano con sé mille domande e insicurezze. A volte ti senti confusa perché non sai se stai facendo la cosa giusta e a volte hai paura che le tue azioni (a volte agisci per prove ed errori) abbiano delle conseguenze negative sulla crescita del tuo bimbo, della tua bimba.

Spesso ti affidi al cosiddetto “istinto”, osannato dai media e da varie correnti pedagogiche, ma il vero problema è che non riesci a “connetterti veramente con te stessa”, a trovare una vera centratura che ti permetta di agire nel modo migliore in situazioni per te completamente nuove, penso, ad esempio, a come far smettere di piangere un neonato o ad altre che si ripetono più volte nel corso del tempo (i capricci), che non sai come gestire.

Pensa a quanto ti sta costando dal punto di vista emotivo questa mancanza di chiarezza, ovvero la mancanza di una conoscenza approfondita di come funziona veramente il tuo bimbo, la tua bimba.

I primi anni di vita richiedono un investimento costante di una grande quantità di energia fisica e di tempo (svegliarsi di notte, allattamento, cambiare i pannolini, bagnetti, accompagnamenti vari, attenzione continua...) e se a tutto questo aggiungi anche una grande quantità eccessiva di ansia, puoi rischiare veramente di andare in tilt, di crollare.

Sì, noi mamme, (mi ci metto dentro anche io), vogliamo essere delle brave mamme e fare il meglio per i nostri piccoli (a volte pretendiamo di essere anche perfette, di arrivare a tutto); rischiamo di entrare in un loop in cui ci sentiamo inadeguate e da cui non riusciamo ad uscire.

Ti ritrovi, così, a spendere la tua energia emotiva e fisica e il tuo tempo nel chiedere pareri all’esterno. Speri che almeno il pediatra di dia i consigli giusti ma a volte scopri che non può darti il tempo di cui tu avresti bisogno e ti fornisce solo indicazioni di massima.

(3)

Ti butti sui libri di pedagogia e scopri che le teorie pedagogiche sono in contrasto tra loro (non parliamo poi del sonno dei bambini…). Pedagogisti improvvisati, teorie non aggiornate, metodi della nonna (“mi raccomando il prezzemolo sul sederino” o “lascialo piangere che si fa i polmoni”).

A volte questi metodi sono di difficile applicazione, o veramente controintuitivi, quasi “border” (anche io ho usato la pelle di agnello per regolare la temperatura del neonato, ma ti confesso che non ho mai avuto il coraggio di lasciare i miei bimbi al freddo gelido per aumentare le loro difese immunitarie).

Dai miei studi e dalla mia esperienza lavorativa con i bimbi da 0 a 6 anni e soprattutto dalla mia esperienza di mamma è nato così un nuovo metodo pedagogico efficace, comprensibile, divertente che ogni mamma può essere in grado di applicare.

Questo metodo, inoltre, si differenzia da quelli generici che trovi declinati in tutte le salse perché utilizza i parametri del linguaggio musicale.

Sì, è un metodo “musicale” perché fa riferimento alla musica in senso stretto, ma non solo. Utilizza tutti i parametri che riguardano il mondo dei suoni.

Prima di addentrarmi nello specifico, però...

(4)

Mi presento!

Ciao! Sono Silvia Angiolini, mamma di 4 bimbi e ideatrice di BimbiMusicali.it

La mia passione fin da bambina è sempre stata quella di cantare e suonare, così a 9 anni decisi di intraprendere lo studio del pianoforte.

La musica e più in generale il linguaggio musicale hanno sempre rappresentato bene la mia personalità: una parte matematica e analitica, ereditata dal mio grande papà che aveva fatto dei numeri il suo mestiere e una parte creativa, ereditata da mia mamma insegnante e pittrice.

Questo duplice lato del mio carattere mi ha portato ad ottenere due lauree, in economia prima e in scienze dell’educazione poi, e a coltivare anche la mia predisposizione alla spiritualità con lo studio professionale dell’organo.

A seguire, la mia passione per i bambini mi ha indirizzato verso l’utilizzo della musica nella relazione prima (diploma in musicoterapia) e successivamente mi ha portato a specializzarmi nell’insegnamento della musica per i bimbi da 0 a 6 anni, collaborando al contempo con nidi e scuole materne.

Tutto questo, tra una gravidanza e l’altra. Dal 2011 ad oggi sono arrivati i miei 4

“bimbimusicali”: Claudia, Flavia, Giovanni e Davide.

Diventare mamma è stato come unire i puntini delle mie esperienze e dei miei apprendimenti.

I miei veri maestri sono stati e saranno sempre loro, i miei “bimbimusicali”.

Guardando loro ho capito qual è il vero problema che divide il mondo degli adulti da quello dei bambini.

(5)

In verità non c’è un problema vero e proprio; adulti e bambini vivono solo due mondi diversi ed ogni mondo viaggia su proprie frequenze.

Un giorno ho avuto un’illuminazione: ho capito che solo il linguaggio musicale, fatto di frequenze sonore, poteva essere in grado di creare un ponte comunicativo tra i due mondi.

Questo ponte si chiama relazione ed è come un arcobaleno che pone le proprie basi su emozioni, affetti, vissuti che adulti e bimbi sperimentano interagendo tra di loro.

A questo punto non potevo non rivelare a tutte le mamme che, per creare una relazione solida e profonda con i propri bimbi, il solo modo era imparare a

“suonare la loro stessa musica”, conoscere, cioè, il loro “linguaggio musicale” e imparare ad usarlo per “sintonizzarsi” sulle loro stesse frequenze.

Lo psichiatra e psicoanalista statunitense, Daniel Stern (1934-2012), specializzato nello sviluppo psicologico infantile è stato il primo ad intuire questo e coniare il termine “sintonizzazione affettiva” e i più recenti studi di fisica quantistica stanno gradualmente portando alla luce che la realtà, i mondi in cui siamo immersi comunicano grazie alle frequenze sonore che ci caratterizzano.

Ho partorito, così, il mio nuovo progetto Bimbimusicali.it, un nuovo strumento che desidera aiutare tutte le mamme che hanno in particolare bimbi nella fascia 0-6 anni a gestire le loro emozioni e a creare con loro una relazione efficace e profonda, grazie al metodo della sintonizzazione affettiva.

Immagino che per te sia abbastanza intuitivo comprendere che il suono ha una certa influenza sulle persone e magari qualche volta lo hai già sperimentato con il tuo bimbo o la tua bimba. Sicuramente ha un impatto sia in positivo che anche in “negativo”.

Che fastidio quando i bimbi piangono; nei primi mesi e anche dopo sono capaci di fare venire giù i muri e il tuo primo pensiero spesso va a quello che i tuoi vicini di casa potrebbero pensare in quel momento…

Ti è mai capitato di sentirti scoraggiata perché non sapevi cosa quell’urlo volesse dire?

(6)

In diverse situazioni il linguaggio musicale è stato per me un salvagente di emergenza.

A volte ho mantenuto la calma, rispolverando una vecchia ninnananna che cantavo a Claudia spesso quando ero in gravidanza (e che aveva funzionato anche al momento del parto), altre mettevo su un cd quando non voleva sedersi sul seggiolino della macchina; in altri casi ancora cercavo di sorprendere i bambini con dei suoni particolari cambiando il timbro della mia voce. Facevo questo in particolare nei loro momenti “di loop”, e ancora adesso utilizzo spesso i parametri del suono per indurre in loro uno stato desiderato.

Dalla mia esperienza di mamma, da quella delle mamme che hanno partecipato ai miei corsi, utilizzando anche gli studi internazionali più recenti su relazione e musica, ho potuto, così, verificare che l’utilizzo del linguaggio musicale nella relazione primaria è fondamentale per 5 buoni motivi:

Ecco il primo buon motivo per usare il linguaggio musicale con i bimbi

1) Conoscere il linguaggio musicale ti aiuta a comprendere cosa vuole dirti tuo figlio in un determinato momento.

Noi di solito pensiamo che si possa comunicare solo con le parole. Ma le statistiche dicono che le parole contano solo per il 7% nella comunicazione.

Ciò che conta veramente è il linguaggio para verbale, cioè il modo in cui suona la voce.

Ad esempio, due caratteristiche del suono della voce sono il tono e la velocità con cui vengono dette le cose.

Pensa solo alla differenza di significato che assume una stessa frase detta con due diverse tonalità

Esempio 1. Hai aperto la finestra?

A sente una corrente d'aria e domanda a B se la causa di ciò sia una finestra aperta).

Esempio 2. Hai aperto la finestra?

A chiede conferma a B se questi abbia o no aperto la finestra. Nel secondo

(7)

caso A potrebbe essere la mamma che chiede al figlio se questi abbia obbedito all'ordine della mamma di aprire la finestra.

Naturalmente è rilevante anche il contesto e il linguaggio del corpo (linguaggio non verbale), ma è il suono della voce ad entrare direttamente in contatto con le emozioni.

Il suono della voce, e in particolare della tua voce, quindi, può essere “musica per le sue orecchie”, cioè ha un potere immediato sul tuo bimbo, sulla tua bimba.

Soprattutto se i bimbi hanno meno di 3 anni, puoi toccare con mano quanto sia potente questo linguaggio perché essi non capiscono ancora il significato letterale delle parole, ma ne capiscono solo il senso.

Ecco perché hai sicuramente potuto verificare come il canto abbia un effetto calmante o eccitante fin dai primi mesi.

Detto questo hai compreso che i suoni sono più efficaci delle semplici parole e hanno un effetto immediato a livello fisico ed emotivo anche perché inconsciamente assumono per i bimbi un significato specifico: evocano quel periodo d’oro in cui vivevano nella pancia e sentivano solo suoni.

Quali suoni sono importanti per tuo figlio, tua figlia?

Quali suoni ha sentito in pancia?

 Il suono del flusso sanguigno, ed è questo il motivo per cui i neonati amano il suono del phon o della cappa.

Sicuramente avrai fatto caso che i neonati si addormentano sentendo acceso il phon o la cappa o addirittura l’aspirapolvere per un periodo prolungato.

Se non l’hai ancora fatto, “prova per credere”, ma ti sconsiglio di tenere questa abitudine nel tempo; potrebbe anchilosartisi la mano (scherzo!) e a lungo andare ti stancheresti.

(8)

 I gorgoglii del tuo intestino.

 Il battito cardiaco (il tuo bimbo lo può ancora ascoltare se tieni il suo orecchio sul tuo cuore; non è a caso che tendiamo a tenere istintivamente i bimbi sul lato sinistro del corpo).

 Il mondo esterno al tuo corpo: ero al quarto mese (l’apparato uditivo era già formato) ed ero al mare. Stavo gonfiando il materassino di gomma con una pompa elettrica di aria compressa; mentre la pompa emetteva il suo suono improvvisamente ho sentito un sussulto nel grembo (tipo quello di Giovanni Battista all’udire la voce della Madonna, stesso concetto).

Quindi ciò vuol dire che il feto sente tutto ciò che appartiene al tuo mondo: la musica, le voci, i rumori…

 La tua voce, mamma!

(Naturalmente la voce del papà rientra nel punto precedente)

Comprendere il significato che i bimbi attribuiscono ai suoni nei primi anni di vita ti può aiutare quindi a capire cosa in un determinato momento ti vuole dire tuo figlio, tua figlia e di conseguenza gestire al meglio le sue emozioni e il suo comportamento.

Ti sei mai trovata nel panico perché non sapevi decifrare il suo comportamento?

Si, alla fine ce l’hai fatta a capire cosa volesse dirti, ma le hai dovute provare tutte prima di trovare la giusta soluzione.

Tu mi dirai: “Si, ma ogni bambino è diverso dall’altro!”.

Questo è vero, ed una mamma sa esattamente riconoscere il pianto del suo bambino ad occhi chiusi tra le voci urlanti di diversi bimbi che gridano tutti assieme!

Ci sono però dei parametri costanti che caratterizzano il suono della voce tua e dei bimbi, che se conosciuti possono farti fare un salto quantico nel decidere all’istante la soluzione da adottare in un determinato momento.

Se impari a conoscere, utilizzare e fare tuoi i parametri del suono puoi trovare dentro di te la risposta al volo, evitare inutili perdite di tempo e soprattutto che cresca il livello di stress tuo e di tuo figlio di tua figlia; tu sai quanto sia più

(9)

impegnativo calmare il suo stato emotivo man mano che passa il tempo e le emozioni raggiungono il loro picco di intensità…

Ed eccoci al secondo motivo per cui è molto utile utilizzare il linguaggio

musicale con i bimbi:

gestire le loro emozioni

2) Conoscere il linguaggio musicale ti può aiutare a gestire le sue emozioni

Il tuo bambino non è ancora autonomo in questo. Nei primi anni non sa nemmeno cos’è un’emozione, forse dopo i 3 se tu lo aiuti, acquisisce gradualmente la capacità di darle un nome.

Prima dei 3 anni ha solo chiaro che quando in lui succede qualcosa di strano, tu accorri prontamente! Dopo i 3 anni magari inizia a verbalizzare ciò che gli sta accadendo, ma ha ancora bisogno di te per ripristinare una situazione o meglio un suo stato fisiologico che si è per qualche motivo modificato.

Spetta a te, quindi, il compito (a volte ingrato e oneroso lo so) di regolare le sue emozioni

Uso il termine regolare, come si dice quando si regola il volume di un riproduttore di suoni, ma è anche un termine tecnico che si usa in psicologia.

Proprio con i suoni puoi agire magicamente sull’emozione dello sconforto (es la mamma si è allontanata) e riportarla allo stato della calma (gioia), o sugli stati emotivi che i bimbi vivono di volta in volta e riportarli ad un livello ottimale di equilibrio.

(10)

Ecco subito per te 2 piccoli segreti per calmare i bimbi da 0 a 6 anni alla velocità

della luce!

Se il tuo bimbo o la tua bimba si trovano nei primi 3 anni di vita prova ad usare “la compilation salvavita”.

Fai questo esperimento: prendi una musica che ti piace (la canzone

“salvavita”) e che ti ricordi di aver ascoltato in gravidanza; puoi fare anche una compilation personalizzata (“cd salvavita”) se ne hai più di una.

Fai ascoltare a lui o lei questa canzone o cd in alcuni momenti relax della giornata o quando vivete insieme un particolare stato di benessere.

Per ottenere maggiore efficacia al momento in cui la utilizzerai nei suoi momenti “no”, meglio proporgliela in modo costante seguendo magari un rituale; ad esempio, 5 minuti al giorno alla stessa ora o associando l’ascolto ad un’altra azione che farete insieme durante la giornata.

Una volta che ti sei accertata che il tuo bimbo, la tua bimba abbia avuto la possibilità di ascoltare più volte quelle melodie, usa la canzone “salvavita” nei momenti in cui non sai “che pesci pigliare”, per esempio non riesci a caricalo sul seggiolino della macchina perché strilla come un ossesso.

Questa tecnica salvavita funziona se usata con moderazione (come una pillola), altrimenti se la musica viene messa troppo, perde il suo beneficio e a lungo andare lo stimolo sonoro non viene più recepito dal sistema neurologico. È quello che succede a parrucchieri e commesse che sono esposti tutto il giorno alla musica; il loro cervello si abitua alla musica e non la sentono più. La stessa

(11)

cosa vale per l’esposizione dei bimbi alla musica: occorre fargliela sentire per periodi brevi altrimenti lo stimolo sonoro non ha più efficacia su di loro!

Più il bimbo è piccolo (primi mesi) più l’effetto della musica sarà immediato, soprattutto se le melodie erano state ascoltate in pancia.

Con la mia prima figlia, Claudia, avevo creato un cd di canzoni di Elvis Presley e lo avevo scelto non a caso perché la voce calda maschile costituita da frequenze basse richiama molto le frequenze sonore uterine. L’effetto calma, era praticamente immediato. Al sentire questa musica la bimba entrava improvvisamente in un altro stato: è come se ritornasse nella pancia e si dimenticasse improvvisamente del motivo per cui stava piangendo.

Naturalmente questa strategia funziona se il motivo per cui i bimbi piangono non è un dolore fisico lancinante tipo coliche o un bisogno particolare che non può essere rimandato nel tempo; è efficace se l’eccitazione improvvisa magari viene causata da uno stato di disagio transitorio, quale può essere lo spostamento da un luogo ad un altro, il seggiolino, cambiare un’abitudine consolidata ecc.

Se il tuo bimbo o la tua bimba si trova nella fascia 4-6 anni per ottenere l’effetto calma puoi passare all’ascolto di musica a 432Hz. In questo caso non c’è bisogno che crei un’abitudine all’ascolto. Trovi diverse tipologie di questa musica sul mercato e anche on line. Sono melodie “molto zen” costruite rispecchiando l’armonia delle frequenze sonore presenti in natura.

(12)

Sono suoni che hanno il potere di abbassare le frequenze cerebrali portandole gradualmente da uno stato di eccitazione ad uno di calma. Ecco perché di solito vengono usate per facilitare la meditazione.

Naturalmente se il tuo bimbo, la tua bimba vive un momento di eccessiva attivazione a causa dell’emozione della paura o della rabbia, non basterà accendere il cd nella stanza ma occorrerà che tu sia sempre presente magari con il contenimento fisico (dolce abbraccio), con lo sguardo (sorriso fermo e accogliente) e con l’utilizzo tranquillizzante della voce.

La musica a 432hz avrà il potere di accelerare il processo di diminuzione dell’intensità dell’emozione e portare il bimbo, la bimba a calmarsi gradualmente.

Ho sperimentato spesso questo con mia figlia Flavia, specializzata in capricci isterici.

Ecco il terzo buon motivo per usare il linguaggio musicale con i bimbi:

3) Conoscere il linguaggio musicale ti aiuta a comunicare con lui.

La comunicazione è un’alternanza di messaggi che due o più persone si scambiano, botta e risposta, suono e silenzio.

Nella tua pancia lui ha sperimentato la prima forma di comunicazione con te che inizialmente era data dalla vibrazione.

Mi spiego meglio, ti ricordi che quando camminavi lui in genere non si muoveva e quando stavi ferma cominciava a scatenarsi?

(13)

Prima era immerso nella vibrazione primordiale del liquido amniotico, ora rivive le stesse sensazioni nelle situazioni prima descritte quando lo metti in fascia se neonato, o lo contieni fisicamente.

Senza che tu lo sappia il tuo piccolo ripete un’esperienza che viveva nella pancia, l’essere immerso nella vibrazione.

Il tuo corpo è vibrazione anche se non c’è più il liquido amniotico.

Hai notato che quando andate a fare una passeggiata con il passeggino o dopo un po’ che è seduto sul seggiolino della macchina il tuo bimbo si addormenta?

Ti ho fatto questa premessa per arrivare al punto che la musica è vibrazione, il linguaggio musicale è vibrazione.

Dal punto di vista scientifico una vibrazione è composta da onde (nel nostro caso sonore) che si ripetono. In termini tecnici possiamo parlare di frequenze che misurano quante volte al secondo oscilla un’onda sonora nell’unità di tempo utilizzata. Le frequenze si misurano in Hertz.

Detto in parole più semplici il linguaggio musicale è tutto ciò che ha un suono, cioè produce una vibrazione ed ha un certo tipo di effetto sul tuo bimbo, sulla tua bimba a seconda del livello di frequenza che emette.

Forse non ci crederai, ma è come se avessi tra le mani una bacchetta magica per comunicare efficacemente con tuo figlio o tua figlia, cioè accordarti facilmente alle frequenze sonore emesse da lui o lei.

E qui siamo al quarto motivo…

per cui ti consiglio di usare la musica con tuo figlio, con tua figlia:

4) Conoscere il linguaggio musicale può aiutarti a creare delle abitudini

(14)

Forse conoscerai il famoso proverbio citato dalle filosofie orientali più antiche

“Semina un pensiero e raccoglierai un'azione, semina un'azione e raccoglierai un'abitudine, semina un'abitudine e raccoglierai un carattere, semina un carattere e raccoglierai un destino”

L’abitudine è come innaffiare costantemente un semino nel tempo: ci insegna ad educare, facilita da parte dei bimbi l’interiorizzazione delle regole. Ci aiuta a creare nei bimbi i piccoli automatismi che fanno parte della nostra cultura (es.

mangiare con le forchette).

L’abitudine, però, è un’arma a doppio taglio. Ci sostiene nel raggiungimento dei nostri obiettivi ma nello stesso tempo può anche ostacolarci e produrre l’effetto contrario a quanto desiderato. Come forse già sai, quello che siano noi oggi è il frutto di come anche i nostri genitori “ci hanno programmato”, delle abitudini che ci hanno fatto interiorizzare.

Il periodo che va da 0 a 6 anni, è un tempo propizio per aiutare il nostro bimbo, la nostra bimba ad acquisire le abitudini che lo porteranno a fare strada nella vita, ad integrarsi nella società.

Proprio perché il suo sistema neurologico acquisisce nuove informazioni alla velocità della luce è proprio il momento di seminare in lui nel modo giusto.

È l’occasione per guardarti dentro, capire quali abitudini o automatismi tu stessa hai ereditato e non vuoi assolutamente trasmettergli. Capire se è il caso di insistere su un’abitudine o meno (penso al ciuccio, non so se siano più i benefici del darglielo o la fatica del toglierlo).

All’inizio creare o togliere un’abitudine ti può richiedere energia e costanza, ma se riesci a dargli abitudini “corrette”, (mettere un bavaglino, togliere il pannolino, riporre la giacca nell’armadio), poi potrai vivere di rendita e rilassarti.

Attenzione, però, l’errore che fanno la maggior parte delle mamme è quello di volere che il proprio bimbo acquisisca più abitudini nello stesso momento.

In parte ciò avviene naturalmente, ma per alcune abitudini che sanciscono il passaggio da una fase evolutiva all’altra bisogna focalizzarsi su un’abitudine alla volta (ad esempio magari non puoi togliergli ciuccio e pannolino nello stesso momento).

(15)

Bisogna soppesare di volta in volta il delicato equilibrio tra il livello di cambiamento desiderato e il grado di stress che tu o tuo figlio, tua figlia potete reggere in un determinato momento, fare dei passi piccoli e accettare che il tuo bimbo, la tua bimba faccia anche qualche passo da gambero (all’indietro).

Il linguaggio musicale in questo è un tuo alleato perché ti aiuta a creare i riti che scandiscono la giornata.

L’abitudine, la regola viene interiorizzata se all’azione viene associata una melodia, una canzone o una certa espressività vocale.

Introiettare una nuova abitudine o lasciarne una vecchia può diventare così un momento piacevole.

Non ti dico che mettendo la musica, improvvisamente inizierà a dormire 8 ore, ma sicuramente nel corso del tempo, grazie ad essa, potrai aiutare il tuo bimbo, la tua bimba ad acquisire le abitudini che vuoi che interiorizzi e tu la prenderai con meno ansia.

(16)

Quinto ed ultimo motivo, ma non meno importante

5) La musica favorisce la crescita della relazione tra te e il tuo bambino.

Nei primi anni di vita, è naturale che tu sia connessa profondamente con il tuo bimbo, con la tua bimba.

Nei primi mesi e anni gli studiosi parlano addirittura di simbiosi, termine che descrive il fatto che vivi insieme al tuo bimbo, alla tua bimba gli eventi come se foste la stessa persona; è anche per questo che ciò che avviene nei primi mesi e anni ha un effetto esponenziale sulla crescita dei bimbi.

Per dirla breve è come avere in soli pochi mesi gli effetti benefici di un percorso di crescita personale di ben 20 anni.

Le strategie del linguaggio musicale ti danno l’opportunità di creare il giusto legame di attaccamento tra te e lui o lei.

Quando i bimbi nascono, nasce anche il tuo ruolo di mamma e quello che fai ripetutamente nel tempo dà inizio ad un nuovo stile educativo che metti in atto da genitore.

Cos’è lo stile educativo? È un po’ come se fosse l’imprinting che dai al bambino. Hai presente l’imprinting degli animali? Se tu cammini in un certo modo, lui camminerà in un certo modo ecc.

(17)

Perché la relazione si fortifichi e cresca in modo adeguato tu devi essere

“sintonizzato sulle frequenze di tuo figlio”, in soldoni devi essere “sul pezzo” e rispondere nel modo più appropriato ai suoi bisogni.

Immagino che per te non sia facile essere sempre “sul pezzo” …

Magari per te è un periodo di stanchezza, poi pensi che devi rientrare al lavoro (se non l’hai già fatto), poi devi rispondere al telefono, poi c’è What’s up, poi devi fare le pulizie e mandare avanti la casa…Ti capisco, la nostra società crede che le donne debbano sempre essere multitasking e ci chiede tanto.

Capisco il tuo disagio quando non ti senti “sul pezzo” e che percepisci le conseguenze di non esserlo:

Di fatto questo “gap di sintonizzazione” può creare delle importanti lacune nel suo sviluppo neurologico di tuo figlio, tua figlia, nonché danni permanenti, come l'incapacità di relazionarsi in modo adeguato sia con te che con gli altri nel corso del tempo.

La musica è uno strumento potentissimo: in breve tempo ti facilita il difficile compito di sintonizzazione, gestione delle emozioni e creazione di una relazione profonda.

Ma attenzione!

Per fare questo, come ti ho già detto, non devi stare tutto il giorno con la radio accesa o cantare e suonare per ore; basta solo che usi alcuni strategie sonore per qualche minuto al giorno ma con continuità.

Attraverso l'ascolto della musica, l’espressività vocale, i suoni, gli strumenti musicali e attività pratiche da fare insieme al tuo bimbo, alla tua bimba, Bimbimusicali ti può dare gli strumenti giusti per raggiungere questi obiettivi in modo più veloce, efficace e divertente.

Conclusioni importanti

Bene! Se mi hai seguito fin qui hai potuto comprendere quali sono i principali benefici della sintonizzazione affettiva, o meglio del linguaggio musicale, per te, per il tuo bimbo o per la tua bimba nei primi 6 anni di vita. Hai scoperto quali sono i 5 poteri magici della musica che interessano 5 aspetti importanti per il vostro benessere.

(18)

Alcune cose sembrano scontate, ma in verità non ci facciamo caso e non sappiamo che sono proprio piccole cose ad agevolarci la vita, a volte a cambiarla in poco tempo come se avessimo la bacchetta magica.

Di seguito riassumo questi 5 elementi di cui ti ho parlato perché tu possa piano piano comprendere che il suono può essere una chiave di lettura importante per capire ciò che insieme state vivendo.

Il linguaggio musicale ti aiuta a:

1) comprendere cosa vuole dirti tuo figlio in un determinato momento 2) regolare le sue emozioni

3) comunicare con lui tramite il linguaggio paraverbale 4) creare le abitudini che desideri

5) costruire una relazione profonda e duratura.

Ora se vuoi passare direttamente al livello successivo e godere di tutti i benefici di cui ti ho parlato puoi approfondire tutto subito con i miei due corsi di punta dedicati alle mamme che vogliono gestire le emozioni e creare una relazione efficace e profonda con i propri figli:

Bimbimusicali 0-3 (clicca qui)

Bimbimusicali 4-6 anni (clicca qui)

Se vuoi approfittare della promozione in corso, puoi prenderli entrambi ad un prezzo scontato. Trovi l'offerta nelle due pagine dedicate a ciascun video corso.

Stay tuned!

Riferimenti

Documenti correlati

Componenente centrale del Binario modulare Railmove dedicato al CARRELLO ORIZZONTALE (pag 14).. Necessario per il passaggio della catena di trasmissione elettrica è predisposto

E’ da notare che con la tecnica del cappotto sismico i costi per il solo adeguamento sismico sono stati valutati essere pari solamente a € 250.000 circa (circa 240 €/mq

Vetro temperato extrachiaro serigrafato, grado di protezione IK08 Corpo in alluminio pressofuso. ad

La riforma del sistema della giustizia amministrativa: il Codice del processo amministrativo » 714 61. La disciplina delle questioni

L’opera è suddivisa in nove parti alcune delle quali sono dedicate alle fonti del diritto internazionale, alla successione e immunità degli Stati, e alle organizza-

A differenza degli ordinamenti della famiglia romano-germanica (nella quale la ricerca di principi avviene da sempre all’interno di un novero di norme prestabilite: Corpus Iuris

Si prevede un cordolo di fondazione realizzato intorno all’edificio in adiacenza alle pareti perimetrali che costituirà il piano d’imposta delle pareti del

C) Segue: L’efficacia delle direttive dell’Unione europea ... Fonti statuali e regionali ... Fonti contrattuali individuali e sindacali ... La consuetudine ... La