L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E I N T E R E S S I P R I V A T I
Anno XVI - Voi. XV
Domenica 28 Aprile 18C9
N.
POLITICA COLONIALE
N o n crediamo possibile di trattare le questioni che interessano la economia e la finanza del paese di-sgiunte le une dalle altre ; è principalmente, per ciò che riguarda la finanza, a questo sistema di consi-derare le singole leggi che importarono spese, senza riportarle volta per volta all'insieme di un qualunque criterio finanziario, che si devono il g r a v e disordine del bilancio e d i più gravi imbarazzi tributari. Il P a r -lamento, quasi sempre, discutendo una legge c h e domanda una spesa pensa ed afferma, che qualche centinaia di mila lire, ed anche qualche milione non possano portare una rovina finanziaria i n un bilan-cio di quasi un miliardo e mezzo. E d il ragiona-mento volta per volta è giusto ; ma quando siamo alla fine dell'esercizio, si trova che la somma degli impegni presi colle singole leggi giunge a parecchie diecine di milioni ed allora l'effetto sul bilancio d i -venta non solo sensibile, m a gravissimo.
Così dicasi delle grandi linee che costituiscono la politica interna ed estera del p a e s e ; osservandole disgiunte le une dalle altre si può su ciascuna tro-vare argomenti favorevoli anche quando possano es-sere in contraddizione coll'indirizzo che fatalmente il paese d e v e seguire, date l e sue condizioni economiche e sociali ; ma quando poi si rivolge il p e n -siero sinteticamente alle sorti del paese, allora si ha il cumulo degli oneri e dei pericoli e c i ò che era dubbiezza diventa veramente spavento.
Così volendo giudicare della politica coloniale e della attuale polemica sull' estendere o n o il d o m i nio italiano nelle regioni africane circostanti a M a s -saua, non si può a meno di riportare il pensiero al complesso dell' indirizzo politico in rapporto a quello economico dell' Italia.
Noi non siamo tra coloro i quali credono che i nostri governanti possano essere migliori del loro tempo, possano non sentire l'influenza delle passioni che mano a mano imperano nelle nazioni, possano sottrarsi a quelle idee che diventano comuni, s t a vamo p e r dire epidemiche, in tutti gli Stati. 1 g o vernanti in un paese costituzionale a base d e m o c r a -tica non possono essere n è più illuminati, n è più ciechi del paese che li accetta e li mantiene al po-tere ; vuole anzi la stessa natura delle cose c h e rappresentino sempre o quasi sempre la mediocrità, poiché non possono essere se non il frutto di una serie di transazioni, talvolta su alti concetti dell' or-dinamento dello Stato, più spesso sopra meschini in-teressi parlamentari od anche elettorali.
Noi qnindi non rimproveriamo al G o v e r n o attuale,
ciò che pure sembra tanto strano, che manchi di idee proprie e di precise convinzioni circa la poli-tica coloniale e sia disposto a chiedere al Parla-mento una decisione i n proposito. Il G o v e r n o è già oggi una collettività di persone la quale, discorde nei principi e nelle convinzioni, non può dare che frutti mediocri, quali sono quelli che derivano dalle transazioni. E d è proprio per questo sentimento di mediocrità che la collettività, che si chiama il gabi-netto, teme sempre di essere troppo ardita, e ad ogni gran questione fa appello ad una collettività più a m -pia quale è il Parlamento, la quale darà prodotti più che mediocri perchè frutto di transazioni più larghe e più svariate.
Alla precisa domanda se nelle condizioni attuali sia o n o opportuno che 1' Italia tenti di allargare il suo dominio in A f f r i c a , noi dobbiamo rispondere collegando questa questione a tutto l ' i n d i r i z z o poli-tico economico del paese.
Noi crediamo che l'Italia abbia commesso un gra-vissimo errore sforzandosi ad entrare nel novero delle grandi potenze. N o n è il numero degli abi-tanti quello c h e p u ò classificare una nazione; se fosse così, la China sarebbe I' impero più influente del mondo. Il n u m e r o degli abitanti vale in quanto questi abitanti abbiano i mezzi p e r farsi v a l e r e ; ed i mezzi sono intellettuali, economici, militari, ciascuno determinando una speciale influenza d i e s i può estrin-secare separatamente o cumulativamente.
L ' I t a l i a occupa intellettualmente un posto di terzo ordine tra le nazioni europee ; nè crediamo di d o verlo provare ; le nostre scuole, le nostre u n i v e r -sità, i nostri libri, l'influenza che esercitiamo nella scienza e nel lavoro intellettuale mondiale sono così limitali che salta agli occhi di tutti quanto siamo preceduti dall' Inghilterra, dalla Germania, dalla Francia, dall'Austria, da! Belgio, e forse dalla Svizzera.
L'Italia occupa economicamente un posto di quarto o quinto ordine e bastano a provarlo, la cifra pro-porzionale del suo c o m m e r c i o , inferiore a quella della Spagna ; l'appena incipiente sviluppo del suo risparmio'; le condizioni del suo credito ; l'alto saggio d e l l'interesse del d e n a r o ; la scarsezza di capitali d i sponibili; la estrema sensibilità del suo sistema t r i butario, così che ogni piccola perturbazione e c o n o -mica si ripercuote sul bilancio e l o imbarazza; tutto questo, e molli altri fatti, che non occorre annoverare, mettono l'Italia molto al disotto delle grandi nazioni, assieme alle quali tuttavia essa si è posta a procedere nella grande vita politica Europea.
N o n giudicheremo noi c i ò che sia 1* Italia m i l i -tarmente, ma se crediamo agli uomini competenti, sen-tiamo concludere che è carità di patria non investigarlo.
262 L' E C O N O M I S T A 28 aprile 1889
C e r t o che di fronte a queste osservazioni cosi m e -lanconiche, sentiamo un v i v o r a g g i o di fede e di spe-ranza entrare n e l l ' a n i m o nostro q u a n d o confrontiamo 1e condizioni dell'Italia di v e n t i c i n q u e anni o r sono con q u e l l e odierne. Ma se questo p a r a g o n e può infon-derci una g r a n d e fiducia nelI' a v v e n i r e della patria, ci d e v e anche far riflettere che sul lungo c a m m i n o che d o b b i a m o p e r c o r r e r e , a b b i a m o fatto appena qualche passo e s i a m o ben lungi, troppo lungi da coloro che ci hanno preceduto c o n prospera fortuna da molti anni.
E c c o perchè di fronte alla questione coloniale noi d o b b i a m o pronunciarci, quasi d i r e m o , con ccclettico giudizio.
N o i c r e d i a m o che I* Italia non possa e non debba gettarsi i n i m p r e s e p e r le quali n o n ha è non p u ò a v e r e i mezzi adatti, m a riconosciamo anche che il farlo non è che seguire, con un n u o v o e r r o r e , quel-l'indirizzo politico già pieno di errori per il quale l'Ita-lia da tanti anni o r m a i continua a fare quello c h e non d o v r e b b e e non può fare.
E c c o p e r c h è a c o l o r o elio v o g l i o n o I' espansione della politica coloniale noi d i c i a m o che l'Italia manca dei mezzi p e r condurla a fine e r i c o r d i a m o quanti e quanto grandi sieuo i bisogni interni che s a r e b b e urgente a l m e n o in parte soddisfare, prima di intra-prendere conquiste l o n t a n e ; — e c o l o r o c h e n o n v o g l i o n o la politica ili espansione coloniale coi rim-p r o v e r i a m o di con raddizione, rim-perchè tanti altri e d anche p i ù g r a v i i m p e g n i di g r a n d e potenzi, I' Italia, senza a v e r n e la forza e d i mezzi, ha voluto p r e n d e r e e mantenere.
S i a m o arrivati al punto in cui q u a l u n q u e soluzione è una c o n t r a d d i z i o n e ; — c o n t r a d d i z i o n e l'abbandonare Massima d o p o averla occupata e d a v e r v i lasciato dei morii ; — contraddizione il rimanerci senza espan-dersi q u a n d o a b b i a m o g i à g u e r r e g g i a t o appuuto per e s p a n d e r c i ; - — c o n t r a d d i z i o n e l'espanderci quando si preoccupa, ed a ragione, il paese, collo spavento di u n disastro e c o n o m i c o e finanziario da cui siamo m i -nacciati.
LA LEGISLAZIONE INTERNAZIONALE
P E R L A P R O T E Z I O N E D E L L A V O R O ( QII.
P e r dimostrare la necessità d i una legislazione protettiva d e l lavoro i teorici del socialismo cattedratico, quali il dott. A d l e r , presentano g l i i n c o n v e nienti derivanti dal sistema industriale m o d e r n o ( « c a -pitalistico » secondo l'espressione del M a r x ) con i p i ù foschi colori. Anzi i mali generati dallo s v o l g i m e n t o industriale sarebbero tali da mettere i n pericolo p e r milioni e milioni di uomini le conquiste della civiltà. Questo pessimismo forzato non ci m a r a v i g l i a . I s o -cialisti della cattedra, pei' comodità di polemica, sono soliti a obliterare nella loro m e n t e g l i effetti bene-fici della g r a n d e rivoluzione industriale compiutasi in questo secolo, effetti che si sono estesi anche e principalmente alle classi lavoratrici. E si può r a m m e n t a r e a questo r i g u a r d o c h e le ultime crisi e d e -») Vedi L'Economista del 31 marzo 1889 N. 778.
pressioni e c o n o m i c h e hanno colpito piuttosto l e classi abbienti che quelle p o v e r e , p e r la diminuzione d e i profitti e delle rendite da u n lato e I' a u m e n t o d e i salari reali dall' altro. M a n o i v o g l i a m o c o n c e d e r e molto all' autore dello studio g i à citato e c h e v a l o rosamente combatte a f a v o r e della legislazione i n ternazionale pel lavoro e a m m e t t i a m o pure c h e l ' i n -dustria m o d e r n a adduca a g r a v i mali sociali; anzi v e d i a m o quali sono secondo lo stesso dott. A d l e r .
E g l i n e cita n o v e : il lavoro regolare dei fanciulli nelle fabbriche il lavoro r e g o l a r e delle d o n n e -la dura-la talvolta straordinaria nenie lunga del-la gior-nata di lavoro p e r tutti gli operai in g e n e r a l e - il salario spesso e c c e s s i v a m e n t e basso degli operai « non specificali » cioè di quell'i la cui opera n o n esigo tirocinio — la mancanza temporanea di lavoro e con-s e g u e n t e m e n t e la privazione d e l con-salario per gli operai che sono capaci di lavorare e disposti a farlo -l'incapacità di lavorare e. quindi la mancanza di mezzi d'esistenza p r o v e n i e n t e da infortuni dei quali I' ope-raio d i f f i c i l m e n t e p u ò r e n d e r e responsabile il s u o padrone e talvolta n o n lo può affatto - la slessa in-capacità predèlla ila malattia — la vecchiaia precoce, bisognosa, che la beneficenza pubblica,-sempre degradante, è impotente ad alleviare e finalmente la m i -seria sordida delle abitazioni, spesso malsane, c h e uno sfruttamento v e r g o g n o s o costringe talvo'ta i lavora-tori a pagare a prezzo assai caro. - A vero dire dopo le premesse ci aspettavamo qualche cosa di più gra-v e , q u a l c h e male non sospettalo e c h e ci gra-venisse svelato in termini concreti. È v e r o c h e l ' A d l e r ag-g i u n ag-g e di a v e r trascurato altri piccoli mali, ma c i ò non toglie c h e le tendenze dannose ai lavoratori da lui riferite, non siano punto una scoperta e abbiano poi carattere e gravità differenti da quelle c h e il dott. A d l e r loro attribuisce.
A d ogni m o d o è chiaro c h e la questione della protezione internazionale p e r alcuni di quei mali surriferiti n o n può n o n c h e discutersi, neanche sor-gere. L o stesso A d l e r nel corso del suo studio si occupa quasi esclusivamente d e i t r e primi punti e d è intorno ad essi c h e r i a s s u m e r e m o q u i l e idee del nostro scrittore.
C h e i padroni trovino u n utile a sostituire g l i operai con le donne o anche coi fanciulli è facile a com-prendersi, i m p e r o c c h é q u e l l e categorie di lavoratori si accontentano di salari m e n o alti degli altri operai. H a n n o minori spese d'esistenza a v e n d o bisogni p i ù l i m i t a t i ; la donna maritata non chiede alla fabbrica che u n supplemento d e l salario del marito d i v e n u t o insufficiente a m a n t e n e r e la famiglia, i fanciulli recano ai loro genitori un contributo dello stesso g e -nere. Il fatto g e n e r a l e dell' i m p i e g o progressivo d e i fanciulli e delle doune nelle fabbriche c o n f e r m e r e b b e l'asserzione che l'industriale v i trova il suo v a n t a g g i o . L e c o n s e g u e n z e di questa sostituzione sono state tante volte esposte c h e è inutile s o f f e r m a r v i s i .
braccia esercitate nel lavoro da eseguirsi ; inoltre le macchine, gli strumenti nuovi, l ' i n g r a n d i m e n t o ' degli opifici c h e sono necessari e s i g o n o un a u m e n t o di capitale. A l contrario il prolungamento della g i o r -nata di lavoro non dà occasione ad alcuna spesa supplettiva (eccetto l ' i l l u m i n a z i o n e durante la riotte) e permette di gettare sul mercato i n un certo lasso di tempo una quantità m a g g i o r e di prodotti, c h e è appunto lo scopo desiderato.
U n e s e m p i o ipotetico s e r v e al d r . A d l e r a chia-rire il s u o concetto. Si supponga c h e un industriale abbia un certo n u m e r o di operai i quali lavorano sette o r e p e r giorno. G l i edifici, le m a c c h i n e , g l i strumenti, gli costano per manutenzione 5 0 , 0 0 0 lire l ' a n n o ; adopera materie prime per altre 5 0 , 0 0 0 lire e paga 1 0 0 , 0 0 0 lire di salari durante l ' a n n o . L a totalità della produzione la vende, s u p p o n g a s i , 2 1 0 , 0 0 0 lire, realizzando 4 0 , 0 0 0 lire di guadagno. S u p p o n e ora l ' A d l e r c h e l'industriale prolunghi la giornata di lavoro in un rapporto c h e , per facilità di calcolo, fìssa da 1 a 2 ( q u a n t u n q u e nella realtà non sia pos-sibile di raddoppiare le o r e g i o r n a l i e r e di l a v o r o ) si lavorerà così 1 4 o r e al giorno. L a produzione verrà ad essere raddoppiata. G l i operai dell' indu-striale in discorso faranno in sei mesi la quantità di merci c h e il padrone v e n d e v a p e r 2 4 0 , 0 0 0 lire. Quest' ultimo ha avuto da sostenere durante i sei mesi quasi le stesse spese c h e prima sosteneva in un anno a v e n d o pagato doppio salario e consu-mato il materiale e adoperato materie prime c o m e per u n anno. — S e le spese si suppongono i n 2 0 3 , 0 0 0 lire, per l'illuminazione supplementare e per gli acquisti anticipati di materie p r i m e , I' utile c h e rimane è di 1 7 , 0 0 0 lire p e r semestre ossia 5 4 , 0 0 0 l'anno. S e anche le o r e supplementari sono pagate meglio, l'utile resta s e m p r e considerevole e l'interesse de! padrone a prolungare la giornata consiste d u n q u e nel g u a d a g n o di tempo, senza aumento di spesa. Inoltre c o l sistema della giornata di lavoro p r o l u n - I gala le m a c c h i n e si consumano più presto e d e v o n o i essere sostituite in minor tempo, esse hanno d u n q u e m a g g i o r i probabilità di s f u g g i r e al pericolo p e r m a nente delle invenzioni n u o v e c h e v e n g o n o a m e t -terle fuori di s e r v i z i o : c i ò che M a r x chiama l'usura ! « morale » delle macchine.
L ' e s p e r i e n z a viene a c o n f e r m a r e , a detta d e l l ' A d l e r , questa tendenza a p r o l u n g a r e la giornata di lavoro e in a p p o g g i o cita molti casi di lavoro prolungato, desumendoli dai rapporti degli ispettori delle fab-briche in G e r m a n i a . A n c h e a questo proposito n o n occorre dire quali conseguenze d e r i v i n o da u n e c -cessivo l a v o r o . Esse sono n u m e r o s e e tutte dannose. Il congresso internazionale d'igiene tenuto a V i e n n a nel settembre 1 8 8 7 ha votato a questo r i g u a r d o delle risoluzioni i n f a v o r e del riposo d o m e n i c a l e , della limitazione del lavoro notturno e ha dichiarato che 1 0 a 1 1 o r e di lavoro per g i o r n o sono il mas-simo c h e si possa d o m a n d a r e a u n u o m o adulto.
A g l i altri mali sociali da f f T citati, il d r . A d l e r c o m e a v v e r t i m m o n o u si arresta ; essi hanno, col suo a r g o m e n t o una secondaria relazione.
Contro queste piaghe sociali si è pensato da tempo di adoperare la onnipotenza dello Stato. F i n dal 1 8 0 2 i n Inghilterra una l e g g e proibì il lavoro dei fanciulli durante la notte e di g i o r n o n o n lo permise c h e per dodici o r e al massimo. Questa l e g g e , al pari di altre successive, non f u eseguita finché nel 1 8 3 3 v e n n e proibito il lavoro d e i fanciulli al
disotto di n o v e anni, limitato a otto o r e la giornata dei fanciulli da 9 a 1 3 anni a 1 2 o r e quella d e i ragazzi da 1 3 a 18 anni. — I n Francia n e l 1 8 4 4 per la prima volta v i e n e votato una l e g g e protet-trice d e i fanciulli c h e n o n f u e s e g u i t a ; poi altre leggi f u r o n o votate in Francia e in vari paesi al punto che o g g i non v ' è paese senza qualche disposizione intorno al lavoro dei fanciulli. M a c ' è una g r a n d e diversità fra le varie leggi. Tuttavia mentre p a r r e b b e che questa disformità dovesse f a r r e s p i n g e r e ogni pensiero di misure internazionali, la questione se non sia m e g l i o p e r gli industriali e g l i operai c h e gli Stati si mettano d ' accordo p e r p r o t e g g e r e c o n patti internazionali g l i operai è g i à entrata n e l d o -minio delle trattative diplomatiche.
N o n basta la protezione nazionale, si v u o l e quella internazionale. V e d i a m o n e le ragioni. Anzitutto la l e -gislazione sul l a v o r o non può svilupparsi in tutte le nazioni, p e r c h è i m p o n e oneri s e m p r e più c o n s i d e r e -v o l i alia industria. Questi o n e r i , siano diretti c o m e i contributi prelevati in G e r m a n i a sopra g l i i m p r e n -ditori p e r l'assicurazione obbligatoria degli operai contro le malattie e g l i infortuni, o indiretti c o m e quelli c h e interdiscono il lavoro d e i fanciulli, limi-tano il l a v o r o delle d o n n e e fissano la durata mas-sima della giornata di lavoro, hanno p e r risultato di d i m i n u i r e la capacità di concorrenza del paese i n etti g l i oneri stessi esistono. È facile c o m p r e n d e r e elio essi aumentano le spese di produzione e d i m i -nuiscono il guadagno d e l l ' i m p r e n d i t o r e , in pari t e m p o che g l i tolgono l'occasione di profittare d e l l e circo-stanze f a v o r e v o l i nelie quali i prezzi aumentano per accescere la sua produzione. P e r conseguenza q u e -ste nazioni sono nell' impossibilità di contendere u n m e r c a t o n u o v o , o d anche quelli v e c c h i ai paesi che non hanno ancora la legislazione sul l a v o r o . Una c o n v e n z i o n e internazionale c h e rendesse i detti oneri c o m u n i all'industria europea toglierebbe q u e l l e i n e g u a g l i a n z e che nella situazione attuale riescono a danno delle nazioni c h e hanno protetto g l i o p e -rai. M a fra gli oneri imposti all'industria il dr. A d l e r distingue quelli che sono affatto limitati e speciali a q u a l c h e paese e quelli che procurano u n danno importante agli industriali. 1 primi non d o v r e b b e r o , pel m o m e n t o , essere obbietta di trattati internazionali, c o m e a d esempio i contributi che a g g r a v a n o g l i i n -dustriali in G e r m a n i a p e r le casse d ' assicurazione contro le malattie e c h e a m m o n t a n o a circa 1 4 m i -lioni di marchi l ' a n n o p e r le f a b b r i c h e c h e hanno nel totale 3 , 6 0 0 , 0 0 0 operai.
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e le tra.de s unions mettono l ' i n d u s t r i a britannica nel!' impossibilità di sostenere c o l necessario v i g o r e la concorrenza d e i paesi continentali c h e più hanno progredito n e l l e i n d u s t r i e : della G e r m a n i a e del Bel-g i o ad e s e m p i o .
L a legislazione internazionale stabilirebbe fra tutte le nazioni industriali l ' e g u a g l i a n z a nella loro situa-zione, i m p e d i r e b b e che i risultati salutari già acqui-siti nei paesi c h e p r o t e g g o n o il lavoro abbiano a perdersi, e l i m i n e r e b b e la resistenza c h e in alcuni paesi gli industriali fanno alle leggi sulle fabbriche. Di più essa d o v r e b b e attenuare le' crisi c o m m e r c i a l i , frenando l'eccesso di produzione colla riduzione delle o r e di lavoro.
Queste sono le principali ragioni c h e il dr. A d l e r porta a sostegno (iella sua tesi, e n o i a b b i a m o c r e -duto utile di riferirle sìa p e r l ' i m p o r t a n z a assunta dalla questione, sia p e r poter e s a m i n a r e g l i a r g o -menti contrari.
IL COMMERCIO I T A L I A N O
nei primi tre mesi del 1889
Il m o v i m e n t o del c o m m e r c i o italiano nel p r i m o trimestre d e l l ' anno corrente, confrontalo con q u e l l o dello stesso periodo d e l l ' a n n o precedente, dà le se-guenti cifre eselusi i metalli preziosi :
1889 Importaz. 326,609.206 Esportaz. 240,775,335 1888 ». 288,970,546 » 226,848,487
Ditninuz. ^37,639,360 13,926,848 In totale, pertanto, n e l 1 8 8 9 si ebbe u n m o v i
-m e n t o d i 5 1 5 , 8 1 9 , 0 3 3 contro 5 6 7 , 3 8 3 , 2 4 1 dell'anno p r e c e d e n t e e quindi una differenza di 5 1 , 5 6 6 , 2 0 8 .
Il m e s e di M a r z o però ha dato u n a u m e n t o di 1 0 , 9 0 2 , 2 3 3 nella importazione a p a r a g o n e d e l M a r z o 1 8 8 8 e di 2 , 9 4 9 , 1 4 2 nelle esportazioni.
P i ù sotto diamo la tabella per categorie ed il pro-dotto d e i dazi.
A queste cifre non a g g i u n g e r e m m o alcuna o s s e r -v a z i o n e s e n o n ci consigliassero a d i s c o r r e r n e certi c o m m e n t i c h e l e g g i a m o i n alcuni periodici. N e ! , Sole, ad esempio, d e l 2 6 corrente t r o v i a m o u n articolo colla firma d e l senatore Rossi c h e ci pare m e r i t e -v o l e di q u a l c h e nota. L ' o n . Senatore è più che mai i n f e r v o r a t o nella sua propaganda protezionista c h e oggi conduce p e r due scopi p r i n c i p a l i : - 1 ° q u e l l o di mantenere e possibilmente aumentare le conquiste fatte contro la l i b e r t à ; - 2 ° v i n c e r e quella specie di reazione c h e e r a andata f o r m a n d o s i i n Italia contro la recente politica doganale e contro gli uomini c h e l ' a v e v a n o concepita e caldeggiata.
N o n i n t e n d i a m o di sollevare la v e c c h i a disputa tra liberismo e protezionismo, m a soltanto di f a r noto al p u b b l i c o di quali armi e di quali r a g i o n a -menti si serva il senatore Rossi per sostenere la sua lesi.
L ' articolo è intitolato Tre mesi di confronto e comincia dal titolo a non d i r e la verità, inquantochè, c o m e è noto, la tariffa protezionista tra la F r a n c i a e l'Italia venne applicata il 1 ° Marzo 1 8 8 8 e quindi, p a r a g o n a n d o il p r i m o semestre 1 8 8 9 c o l p r i m o s e -m e s t r e 1 8 8 8 , si -mettono a confronto dei dati n o n o m o g e n e i , cioè u n trimestre, quello 1 8 8 8 , i n d u e m e s i d e l quale v i g e v a il trattato di c o m m e r c i o ed u n solo m e s e il r e g i m e protezionista, ed il trimestre 1 8 8 9 c h e è tutto sotto il r e g i m e «protezionista.
Poi l'on. Rossi si limita a confrontare il m e s e di Marzo 1 8 8 9 con q u e l l o 1 8 8 8 e d i c e :
« N e l mese di M a r z o il m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e « si è aumentato d i L . 1 3 , 8 5 1 , 3 7 5 in confronto del « Marzo 1 8 8 8 . E nell' intero trimestre se la espor-« lazione ha diminuito del 6 p e r cento la importa-« zione ha d i m i n u i t o del 1 3 per cento. Ma la espor-« tazione ripiglierà la sua scala ascendente p e r c h è « di tutti i prodotti agrari può dirsi che soli i vini « si risentirono. M a anche di questi, mentre n e l « Marzo 1 8 8 8 si esportò p e r sole L . 1 , 8 6 5 , 4 3 0 nel « M a r z o di quest'anno l'import, salì a L . 4 , 7 7 1 , 7 1 0 . » Ma I' on. Rossi, non dice, e certamente non p e r ignoranza, che il m e s e di M a r z o 1 8 8 8 non è para-gonabile a quello 1 8 8 9 p e r c h è succedeva ai d u e ultimi mesi nei quali v i g e v a il trattato di c o m m e r -c i o , i quali ultimi mesi -colla attività straordinaria d o v e a n o r e n d e r e scarso il m o v i m e n t o d e l M a r z o stesso. S e l'on. Rossi avesse detto tutto q u e l l o c h e sa benissimo, i lettori d e l suo articolo s a r e b b e r o stati informati che nel 1 8 8 8 il m e s e di Marzo a v e v a dato 3 5 . 8 milioni di m e n o d e l 1 8 8 7 nella i m p o r t a -zione, m e n t r e i d u e mesi precedenti n o n a v e v a n o dato insieme che u n a d i m i n u z i o n e di 3 . 3 m i l i o n i . E c c o le c i f r e della importazione : 1888 Gennaio . . 110,977,749 Febbraio. . 111,400,425 Marzo 101,934,768 1887 differenza 114,209,911 — 3,231,962 111,551,656 — 151,231 137,823,478 — 35,897,710 Ora cosa v i e n e a parlarci 1' on. Rossi d' a u m e n t o di 1 0 milioni del Marzo 1 8 8 9 a paragone del 1 8 8 8 , se il M a r z o 1 8 8 8 a v e v a g i à dato 3 5 milioni di d i -m i n u z i o n e ?
C e r t a m e n t e l ' o n . Rossi p e r la fine di A p r i l e , q u a n d o v e r r à pubblicata la statistica del m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e di quel mese, ci mostrerà a n c h e u n aumento della esportazione, m a anche allora t r o v e r à c o m o d o di tacere c h e l ' A p r i l e 1 8 8 8 a v e v a g i à dato 19.7 milioni di d i m i n u z i o n e .
E d o r a e c c o le c i f r e totali :
C A T E G O R I E secondo la tariffa doganale
I. I I . I I I . V . V I . V I I . V i l i . I X . X . X I . X I I . X I I I . X I V . x v . x v i . X V I I .
Spiriti, bevande ed olii Generi colon., droghe e tabacchi. Prodotti cbim. generi medicinali,
resine e profumerie
Colori e generi per tinta e per concia
Canapa, lino, juta ed altri vege-tali filamentosi esci, il cotone. Cotone
Lana, crino e peli Seta
Legno e paglia Carta e libri Pelli
Minerali, metalli e loro lavori.. Pietre, terre, vasellami, vetri e
cristalli
Cereali, far., paste e prodotti ve-get.,non compresi in aitrecateg. Animali,prodotti e spoglie di
ani-mali non compresi in altre cat. Oggetti diversi
i . n . i n . I V . v . V I . V I I . V I I I . I X . X. X I . X I I . X I I I . X I V . xv. X V I . X V I I , C A T E G O R I E secondo la tariffa doganale
Spiriti, bevande ed olii Generi colon, droghe e tabacchi. Prodotti chim., generi medicinali,
resine e profumerie Colori e generi per tinta e per
concia
Canapa, lino, juta ed'altrVVege. tali filamentosi, esol. il cotone. Cotone E S P O R T A Z I O N E Valore delle merci esportate nel primo trimestre deli' anno 1889
Lana, orino e peli.. Seta..
Legno e paglia Carta e libri
Pelli .->...!! Minerali, metalli e'l'oro lavori." Pietre, terre, vasellami, vetri e
cristalli
Cereali, far., paste e prodotti ve-getali, non compr. in altre eat. Animali, prodotti e spoglie di ani-mali, non compr. in altre catee. Oggetti diversi
Totale delle prime 16 categorie. Metalli preziosi 88,854,264 1,011,776 11,837,884 2,619,144 9,761,76 " 7,782,920 1,593,805 78,290,862 11,057,985 8,873,831 +. 5,555,538 H 6,173,281j-12,693,855 — 19,915,024 20.299,070 1,527,972 Differenza col 1888 226,848,487 11,986,900 15,599,104 78,011 1,576,493 86,739 2,924,526 824,437 812,819 9,448,795 762,066 1,017,933 1,537,193 773,433 446,077 3,675,453 392,055 47,070 - 13,926,848 • 19,785,700 Totale generale 238,835,387 — 33,712,548
Diamo le cifre delle entrate doganali nel trimestre :
Titoli di riscossione 1889 Dazi d'Importazione 57,827. 248 Dazi di Esportazione 1, 690,140 Sopratasse di fabbri-eazione 511,597 Diritti di bollo. . . 319,647 Diritti marittimi . . 1,321. 262 Proventi diversi . . 382! 075 1888 46, 509, 412 1,744,433 1,144,083 360,341 1,738,520 293,702 Differenza -1- 11,317,836 — 54,293 — 632,486 — 40,794 — 417,258 4- 88,373 T o t a l e . . . 62,051,869 51,790,491 + 10,261,1
RIVISTA DI COSE FERROVIARIE
Politica ferroviaria ungherese — Le nuovecostru-zioni in Francia — Le ferrovie italiane in novem-bre e dicemnovem-bre 1888.
Politica ferroviaria ungherese. — I l c o n c e n t r a -mento delle strade ferrate nelle mani del G o v e r n o ha fatto in Ungheria un nuovo passo assai notevole col riscatto della ferrovia da Pest a F l i n f k i r c h e n . Il ministero delle comunicazioni ha ormai sotto la sua immediata amministrazione una linea diretta dalla capitale a F i u m e , poiché un tronco della ferrovia ora riscattata, cioè da Pest a D o m b o v a r , formava appunto la prima parte di quel percorso diretto. In questi ultimi anni il G o v e r n o aveva fatto spese r i l e -vanti di ampliamenti, e migliorie sulla linea, g j à da esso esercitata, da D o m b o v a r per Zakany, A g r a m e Karlstadt a F i u m e , affine di renderla c a p a c e l i ser-v i r e il grande traffico d'esportazione, c h e c o n ogni sforzo si procura di avviare a F i u m e . Quanto aìle tariffe esso aveva introdotti continui ribassi sulla propria linea, ma p e r il tratto da Pest a D o m b o v a r la sua influenza non era illimitata, giacché la S o -cietà coneessionaria, se fino a un certo puuto usava
condiscendenza e poteva anche trovare il suo torna-conto nell'assecondare tale politica, non si induceva però mai a consentir prezzi inferiori ai minimi por-tati dalla concessione. Compiuto ora il riscatto, nulla più si oppone al G o v e r n o , c h e rimane completa-mente libero nella sua opera a favore di F i u m e , e può esercitare un' influenza preponderante su tutta l'economia ferroviaria del regno. Infatti sui 7 0 0 0 chi-lometri circa di strade ferrate esistenti in Ungheria, 5 , 8 0 0 sono attualmente in esercizio governativo, com-presi i 263 della P e s t - F u n f k i r c h e n .
Le nuove costruzioni in Francia. — D u e d e -putali hanno presentato alla Camera francese un di-segno di legge tendente a riformare il programma delle costruzioni ferroviarie, c h e rimangono da ese-guirsi p e r completare il così detto piano F r e y c i n e t del 1 8 7 9 , stabilendo c h e almeno 7 0 0 0 chilometri vengano costruiti a sezione ridotta. Il ministro dei lavori pubblici abboccatosi colla Commissione, d i -chiarò essere in massima d ' a c c o r d o sulla necessità di eseguire colla m a g g i o r possibile economia le co-struzioni c o m p l e m e n t a r i , ma non poter accogliere l'idea di un conlroprogrammn, che sembrerebbe l'ab-bandono del programma approvato nel 1879. e una mancanza agli impegni contratti verso il paese.
Secondo il progetto presentato dal G o v e r n o nel 1879, la rete d'interesse generale doveva comprendere 3 9 , 0 3 4 chilometri, cosi ripartiti:
1.° L i n e e già in esercizio o che stavano per es-sere aperte, chi Ioni. 21,500.
2 . ° Linee locali incorporate nella rete princi-pale, chilom. 3,251.
5 . ° L i n e e concesse, in costruzione o da costruirsi, chilom. 5,400.
4 . ° L i n e e classificate, ma non ancora concesse, chilom. 2,090.
5 . ° L i n e e affatto nuove, chilom. 6,200. Ma la legge 17 luglio 1879 portò a chilom. 8,868, aumentandole così di 2,668 chilometri, le linee nuove da ammettersi nella rete d'interesse generale. L e convenzioni poi dei 1 8 8 3 concedettero alle sei grandi C o m p a g n i e queste n u o v e l i n e e , fatta eccezione p e r circa 2 0 0 0 chilometri. A l 1 » gennaio 1 8 8 8 , cioè quattro anni dopo tali convenzioni, 2,176 chilometri erano aperti all'esercizio, 2,139. si trovavano in costruzione, 4,555 non erano ancora iniziati. A g g i u n -gendo a questi ultimi le linee classificate, ma' non concesse, dopo il 1879, si ha un totale di circa 7,000 chilometri, cui rimane ancora da p r o v v e d e r e . È p r e -cisamente a questi 7,000 chilometri che si voleva applicare il recente disegno di legge.
La Commissione e il ministro conclusero col m e t -tersi d'accordo sulla seguente m o z i o n e : « I! ministro dei lavori pubblici è invitato a studiare i mezzi più economici di costruzione e d'esercizio da applicarsi alle linee non ancora eseguite. »
Le ferrovie italiane nei mesi di novembre e
dicembre 1888. — Dai soliti bollettini ministeriali
266 L' E C O N O M I S T A 28 aprile 1889
Durante l'anno 1888 vennero aperti all'esercizio 768 chilometri di nuove linee, cosi ripartiti :
Rete Mediterranea Linea Roceadebaldi-Mondovi . . . . Km. 7 » Gravellona Toce-Domodossola » 29 » Sassano Tegiano-Casalbuono . . . . 19 » Spezia-Pontremoli 41 » Bagnara-Palmi 10 Km. 106 Rete Adriatica
Linea Napoli C.le allo Scalo Marittimo .
» Massa Lombarda-Lugo
» S. Giovanni in Persiceto Cvevalcuore Cineto-Romano-Sulmona .
Portogruaro-Casarsa Fongano-Marradi . U s m a t e - S e r e g n o . . . . Lecco-Como
Macerata-S. Severino Marche
Km. 2 9 9 116 21 17 14 37 28 Rete Siculo
Binario dalla stazione di Licata al Porto K m .
Mediterranea L . 9,948,481 Adriatica » 10,181,659 Sicula » 597,941 Veneta » 99,000
a » (Comp. Reale . . . . » 146,752 & a r a e/Soc. ferr. secondar.» 20,255
Ferrovie diverse » 373,347 Totale. Rete L . 21,367,435 Dicemb. 1888 Mediterranea L. 10,102,267 Adriatica » 8,754,806 Sicula » 616,335 Veneta » 85,000 „ , 1 Comp. Reale . . » 146,915
& a i a e I Soc. ferr. second.» 18,505
Ferrovie diverse » 662,384
Km. 253
Ferrovie secondarie della Sardegna
Linea Cagliari-Isili Km. 81 » Monti Tempio » 40 » Bosa-Macomer » 48 » Macomer-Tirso » 26 Km. 195 Ferrovie diverse Linea Suzzara-Sermide Km. 49 » Sermide-Ferrara » 33 » Modena-Vignola » 26 » Arezzo-Stia » 44 » Udine-S. Giorgio Nogaro . . . . » 29 » S. Giorgio di Nogaro-Portogruaro . » 31
Km. 212 Nel mese di novembre i prodotti lordi approssima-tivi del traffico raggiunsero la somma di L . 21,367,455 con un aumento di L . 1,173,022 sul mese corri-spondente dell'anno 1887. Nel mese di dicembre i prodotti stessi salirono a L. 20,386,212 pure con un aumento di L . 210,180 sul mese corrispondente del-l'anno 1887.
Essi sono così ripartiti :
Rete Novem. 1888 Novem. 1887
9,891,251 9,071,575 697,662 96,434 141,808 295,683 20,194,413 Dicemb. 1887 10,468, 014 8,169,087 692,970 87,393 130,025 958,543 T o t a l e . . . L. 20,386,212 20,146,032
Ripartiti i prodotti stessi nelle singole categorie si hanno i resultati seguenti :
Novemb. 1888 Dicemb. 1888
Viaggiatori. .
Bagagli » Merci a grande veloc.»
Merci a pie. vel. accel.» Merci a piccola vel. » Prodotti fuori traffico»
L. 8,230,354 379,485 1,516,971 1,217,235 9,923,534 99,856 7,470,921 300,392 1,725,188 705,715 9,901,689 282,307 Totale . . . L . 21,367,435 20,386,212 Ecco ora il prodotto chilometrico dato nei due mesi dalle diverse reti confrontato col periodo cor-rispondente dell'anno 1 8 8 7 : Novembre 1888 Dicembre 1887 1888 1887 2,155 2,155 2 ,281 1,891 1,741 1 ,702 1,038 914 1 ,031 680 607 624 345 357 316
_
137 — 265 477 523 1,722 1,635 1 714 Mediterranea L . 2,131 Adriatica » 2,037 Sicula » 889 Veneta » 707 „ , (Comp. Reale . . » 357 / Soc. ferr.second.» 167 Ferrovie diverse . . » 271 Totale. . . . L . 1,725Come si vede in generale i prodotti hanno se-gnato una diminuzione per tutte le reti, ad ecce-zione della Rete Adriatica, la quale ha un aumento chilometrico di L . 146 nel mese di novembre e di L. 39 in dicembre e della Compagnia Reale Sarda che ha pure un aumento di L . 12 in novembre e di L . 41 in dicembre.
Riassumiamo infine il prodotto complessivo del-l'anno 1888 confrontato con quello deldel-l'anno 1887:
Anno 1887 117,417,707 100,733,096 7,183,001 1,057,120 1,712,327 7,814,519 235,917,770 Rete Anno 1888 Mediterranea L . 122,057,847 Adriatica » 105,666,723 Sicula 7,435,495 Veneta » 1,069,000 e , (Comp. Reale.. » 1,7*1,080 (Soc.ferr. second.» 199,156 Ferrovie diverse » 8,839,552 Totale. . . L . 247,048,853
(Rivista (Economica
Un esperimento di cooperazione agricola in Italia. — Statistica dei boschi dell'Italia e dell' Europa. — // commercio vinario della Germania.
Alcuni giornali hanno dato notizie interessanti in-torno a un tentativo di cooperazione agricola, che sta per essere intrapreso nella vicinanza di Parma sotto la forma di Società anonima p e r azioni. Questa s o -cietà si propone di acquistare dei terreni nel comune di Torricella, circondario di B o r g o S. Donnino p e r fondarvi una colonia agricola. L'utile netto sarà diviso tra i coloni i quali verranno ad essere per tal modo interessati a che la terra dia il maggior reddito pos-sibile.
C r e m o n e s e , per iniziativa d e l l ' e x deputato M o r i , è stata fondata un' associazione, agricola cooperativa d i produzione fra sedici famiglie di contadini, la quale ha dato buoni resultati.
L a fattoria che ora vorrebbesi acquistare è v a l u tata a 1 0 0 , 0 0 0 l i r e ; l'acquisto del bestiame, le r i -parazioni , le bonifiche e le anticipazioni ai coloni sono calcolali in circa 5 0 , 0 0 0 lire, ossia la spesa to-tale sarebbe di 150,000 lire. P e r r a c c o g l i e r e questa somma sono state emesse 5 0 0 azioni da Ò00 lire, di cui 2 0 0 sarebbero g i à collocate.
S ' a f f e r m a anche che il comitato p r o m o t o r e di q u e -sta associazione agricola cooperativa voglia l'are altre esperienze agricole in varie provinole d'Italia. Esso prenderà la denominazione di « U n i o n e dei l a v o r a -tori p e r la colonizzazione sociale in Italia » .
Questi tentativi sonò assai interessanti e meritano incoraggiamenti. A torto, secondo noi, si applica loro l ' e p i t e t o di socialisti. T e n t a r e di f a r partecipare il lavoratore c o i la cooperazione e l'associazione libera ai vantaggi della proprietà non è socialismo, ma k della buona e sana economia politica , e i socialisti che operano in questo m o d o p e r realizzare il loro ideale sono economisti senza saperlo, c o m e v i sono stati o vi sono tuttora economisti che si possono d i r e socialisti senza saperlo. Convinti c o m e s i a m o c h e questi liberi e volontari esperimenti possano essere altamente istruttivi per tutti, noi c r e d i a m o che, pure essendo d o v e r o s o di discuterli, si debba salutare con piacere questa tendenza ad agire a v a n t a g g i o delle classi lavoratrici c o n propositi concreti e seri.
— U n o studio su « I boschi e la nostra politica forestale » pubblicato dal sig. C . Bertagnolli
nell'ul-timo fascicolo del Giorna'e degli Economisti reca alcune notizie sulla superficie boscosa dell'India. E c c o quale essa sarebbe, esclusi i terreni sparsi di cespugli e di rari alberi : Piemonte Ettari 462,668 Lombardia 368,047 263,349 175,459 • Emilia ' 251,851 Marche ed Umbria » 305,421
Toscana (la sola provincia di Lucca) » 31,218 (1)
Lazio 249,215
Provincie meridionali adriatiche . . . » 301,370 547,672 » » mediterranee. 2> 301,370 547,672
Sicilia 102,144
Sardegna » 597,987
Il totale ascende a ettari 3 , 6 5 6 , 4 0 1 e le p r o v i n c i a che di fronte alla superficie territoriale a v r e b b e r o più superficie boscosa sono quelle di C a g l i a r i , di B e r -g a m o , di Brescia,' di G e n o v a , di Massa, di P a r m a e di P e r u g i a ; che n e a v r e b b e r o m e n o , sono q u e l l e di Y e u e z i a , di P a d o v a , di F o r l ì , di M a n t o v a , di F e r r a r a , e in g e n e r a l e quelle di Sicilia, nelle quali ultime i pochi boschi che restano sono nel p i ù c o m p l e t o ab-bandono ( D a m a n i , Inchiesta Agraria 1).
S e c o n d o una statistica compilata su documenti offi-ciale dall' Economiste frangais la superficie boscosa d' E u r o p a sarebbe la seguente :
(1) L a Inchiesta Agraria (Mazzini, 151) attribuisce ai boschi nell' intera Toscana una superficie di et-tari 450, onde si avrebbero per tutto il regno più di 4 milioni di ettari di bosco.
Rapporto
fra l'area Rapporto fra 1' area Rapporto fra l'area fra 1' area Rapporto forestale forestale Area e il n" Area e il n* delle foreste degli ablt. delle foreste degli abit.
ettari ettari ett-are ett-are
Germania 13,900,000 0.37 Ungheria.. 9,108.000 0. 58 Inghiltcr. 1,260.00) 0 03(1 Italia 3, 056 O00 0.13 Au-tna ...9.777. 000 0 44 Norvegia.. 7,80'' OllO 4 32 Belgio 499.000 0 09 Po tossilo. 4-1.1 co 0 11 ì aulmarca 190,000 0.09 Romania .. 2 000,000 0 37 Spasilo. 8,481.000 0 52 Ross, uur.26 ',000,000 3 37 0. 25 Su.bla 9;9,(.'00 0 58 G r e c i a . . . . gèo, (100 0 42 Svi a e r a . . 781.000 0 27 Olanda 230,0U0 9.05 Sveti i . . . 17. 599,000 3.84
T o t a l e . . . . 800,989,009
La superficie ili tutti questi Slati essendo c o m -plessivamente di 948,140,(100 ettari, si può calcolare che u n terzo è occupato da foreste.
I paesi d ' E u r o p a , dal punto di vista desila loro ricchezza forestale, si possono d i v i d e r e in duo g r u p p i :
1." Quelli nei quali la produzione è inferiore al c o n s u m o , e sono la F r a n c i a , l'Inghilterra, il Belgio, l'Olanda, l'Italia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la D a n i m a r c a ;
2 . ° Quelli nei quali la produzione è uguale o superiore al consumo, e sono la Russia europea, la Svezia, la N o r v e g i a , l'Austria, l'Ungheria, la G e r -mania e la Svizzera.
L ' I t a l i a sarebbe quindi uno dei paesi m e n o prov-veduti di boschi. Ma questa circostanza non è a tutto danno. Innanzi tutto o c c o r r e — c o m e dice e g r e g i a mente il Bertagnolli nella sua pregevolissima m o n o -grafia — ricordare che l'Italia, p e r la mitezza del suo clima e p e r la specialità delle sue produzioni, può destinare all' agricoltura molti di quei terreni che nei paesi settenlriohali non possono essere t e -nuti c h e a bosco. È appunto c i ò che essa ha fatto, ed a nessuno può v e n i r e in m e n t e di r i m p i a n g e r e , ad esempio, la c o n v e r s i o n e di una macchia i n ' u n a v i g n a .
Anzi a questo r i g u a r d o non si è fatto ancora tutto; ed i boschi che ancora restano nei piani dell' Ofanto e del T a v o l i e r e e nelle altre pianure che di là si stendono sino all' Jonio n e l l ' A g r o R o m a n o e d in a l -tre regioni al colle, al piano e sui fianchi delle m o n t a g n e m e n o alte, finiranno sotto l'ascia p e r f a r posto alia vite, all' o l i v o ed alle frutta, appena sia trovata u n ' u s c i t a d a l l ' a t t u a l e crisi agraria e vinaria. Nei climi temperati i boschi, mano mano c h e c r e -sce la popolazione, si ritirano per una necessità eco-nomica, sui terreni p i ù sterili e d in u l t i m o sulle vette d e i monti, le quali del resto sono p i ù adatte degli altri luoghi alla economia forestale, anche per-chè le piante possono esservi p i ù fitte che i n pianura senza danno del loro i n c r e m e n t o e perchè più facile e m e n o dispendioso a parità di distanze è il tra-sporto del legname. Bisogna inoltre tener conto di un'altra circostanza e d è che l'Italia ha m i n o r biso-g n o di l e biso-g n a m e che i paesi suenuuciati.
268 L* E C 0 N O M I S T A 28 aprile 1889
provincia di U d i n e , altre n e l l ' A p p e n n i n o L i g u r e e P a r m e n s e e nella Toscana. E buoni esempi di r a -zionale coltivazione boschiva ci sono offerti dalle selve di castagni n e l l ' A v e l l i n e s e , nel Pistoiese, nel L u c c h e s e , nel Biellese, i n provincia di C u n e o , e via dicendo. E r i c c h e di boschi, c o m u n q u e disordinati, sono ancora le Calabrie, nelle quali anzi segnalasi una tendenza a trattarli m e g l i o c h e in passato e d ancora i n condizioni forestali discrete versano gli Abruzzi e il G a r g a n o .
Del resto, o r m a i sono dileguati dappertutto i timori che tanto p r e o c c u p a v a n o nei secoli passali, di una carestia di l e g n a m e . C o m e combustibile si sono trovali vari surrogati c h e fanno al l e g n a m e una c o n -correnza soverchiarne n e i bisogni delle grandi indu-strie e d anzi v i si sono oramai interamente sostituiti; c o m e sono i carboni minerali, le lignite e le torbe ; e di altri si sta studiando e maturando I ' applica-zione. C o m e materia di costruzione esso ha p u r e perduto una g r a n d e parte della sua importanza, in-quàntochè le costruzioni m a g g i o r i c h e in altri secoli facevansi in legno, o r a si fanno in murature, i n pietre o in ferro.
— L a G e r m a n i a ha esportato nell' anno passato 1 2 0 , 0 3 6 quintali metrici ili vini in fusti, 43,111 quintali metrici di vini in bottiglie e 15,741 quint. metrici di vini spumanti. I principali sbocchi pei vini in fusti sono stati la S v i z z e r a , l ' A m e r i c a , l'Olanda e la F r a n c i a . L a m a g g i o r parte dei vini i n bottiglia è inviata in Inghilterra, A m e r i c a e Olanda. I vini spumanti v a n n o specialmente in I n g h i l t e r r a ; questo paese anzi importa la metà circa della produzione tedesca. L ' e s p o r t a z i o n e del 1 8 8 7 a v e v a dato a u n dipresso i m e d e s i m i risultati.
Quanto alla entrata d e i vini esteri in Germania le cifre del 1 8 8 7 d a v a n o 3 5 5 , 4 9 3 quintali metrici di vini in fusti, 7 , 0 7 5 quintali metrici di vini in bottiglia e 1 5 , 7 5 0 quint. metrici di champagne; t o -tale 5 7 8 , 3 2 0 quint. metrici. N e l passato anno si è costatato u n aumento considerevole nella importazione dei vini i n fusti ; 6 5 0 , 4 8 0 quint. metrici m e n -tre il totale ò stato di 6 5 3 , 5 6 5 quint. metrici. L a G e r m a n i a ha consumato adunque nel 1 8 8 8 7 5 , 2 4 5 quint. metrici di vino p i ù d e l l ' e s e r c i z i o precedente; la cifra della importazione è ora quattro volte s u p e -riore a quella della esportazione di vini tedeschi. N e l l e regioni vinicole del Palalinato si reclama per attenuare questi resultati una r i f o r m a della l e -gislazione v i g e n t e .
LA SITUAZIONE DEL TESORO
al 31 marzo 1889
Il conto d e l T e s o r o alla fine dei primi n o v e mesi d e l l ' e s e r c i z i o finanziario 1 8 8 8 - 8 9 cioè dal 1 ° lu-glio 1 8 8 8 a lutto marzo 1 8 8 9 presentava la seguente situazione :
A t t i v o : Fondi di Cassa alla chiusura
del-l'esercizio 1887-88 L. 226,220,800. 62 Incasso dal 1° luglio 1888 a tutto
marzo 1889(Entrata ordinaria) » 1,123,945,992.78 Idem (Entrata straordinaria).. > 201,287,201.66 Per debiti e crediti di Tesoreria » 1,490,332,369.93
Totale. L . 3,041,786,364. 99
P a s s i v o : Pagamenti dal 1° luglio 1888 al
31 marzo 1889 L . 1,306,007,680. 89 Per debiti e crediti di Tesoreria >. 1,542,289,968.82 Fondi di Cassa al 31 marzo 1889 » 193,488,715.28
Totale. L. 3,041,786,364. 99 Il seguente prospetto indica la situazione dei d e -biti e crediti di T e s o r e r i a dal 1° luglio 1 8 8 8 al 31 m a r z o 1 8 8 9 :
30 giugno 1888 31 marzo 1889 Differenze Conto di cassa L . 226,220,800. 62 193,488,715.28 — 32, 732.085.34 Situaz.detcreditl
di Tesoreria.... 79,941,594.90 193,403,082.89 +113,461,487. 99
Tot. dell'attivo L. 306,162,395. 52 386, 891, 798 .17 + 80,729,402.65 Situaz. del debiti
di Tesoreria.. 475,109, 988.16 536,613,877.26 — 61,503.889.50
Dlffer. attira L .
* passiva » 168,947,592. 64 149,722,079.09
19,225,513.55
Gli incassi dal 1 ° luglio 1 8 8 8 a tutto m a r z o 1 8 8 9 entrata ordinaria e straordinaria insieme, a m m o n t a -rono a L . 1 , 3 2 5 , 2 3 3 , 1 9 4 . 4 1 con una differenza i n m e n o di L . 4 2 , 7 2 6 , 4 9 3 . 3 4 sul corrispondente p e r i o d o dell' esercizio finanziario 1 8 8 7 8 8 , della qual d i f f e -renza L . 3 7 , 7 2 1 , 8 9 3 . 2 7 spettano all'entrata ordi-naria, e L . 5 , 0 0 4 , 6 0 0 . 2 7 alla straordinaria.
I pagamenti nello stesso p e r i o d o di t e m p o r a g -giunsero la cifra di L . 1 , 3 0 6 , 0 0 7 , 6 8 0 . 8 9 , la quale posta i n confronto con quella resultante n e i primi n o v e mesi d e l l ' e s e r c i z i o 1 8 8 7 - 8 8 dà una m i n o r e spesa di L . 6 5 , 5 9 9 , 0 7 6 . 3 6 .
II seguente prospetto indica l ' a m m o n t a r e delle entrate p e r ciascuna categoria ottenute nel l u g l i o -marzo 1 8 8 8 - 8 9 confrontate c o n i resultati ottenuti nel corrispondente periodo dell'esercizio 1 8 8 7 - 8 8 :
Entrata ordinaria
Rendite patrlm. dello Stato.. L . Imposta fondiaria.
Imposta sui redditi di riccli.mob. Tasse in amministrazione del
Ministero delle Finanze. Tassa sul prodotto del movim. a
gr. e piccola veloc. sulle ferr. Diritti delle Legazioni e
deiCon-solati all'estero
Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, b i r r a , eco Dogane e diritti marittimi Dazi interni di consumo Tabacchi
Sali
Multe e pene pecuniarie Lotto
Poste Telegrafi Servizi diversi llimb. e cono, nelle spese Entrate diverse Partite di giro
Totale Entr. ord L .
Entrata straordinaria
Entrate effettive Movimento di rapitali Cnstruz. di strade ferrate Capitoli aggiunti per resti attivi
Nell'entrate ordinarie contribnirono specialmente alle diminuzioni le dogane, il lotto, le tasse di fab-bricazione, e i tabacchi, e nell'entrata straordinaria le spese effettive.
E c c o adesso la spesa.
Pagamenti Differenza nel luglio-marzo col luglio-marzo
Pagamenti 1883-89 1888-89 Ministero del Tesoro.. L . 468,169.281.08 - 22,330,823.70
Id. delle finanze .. 121,845 023. 46 — 15, 109,707 17 I d . di graz. o glust. 25,446.020.74 - p 278,645.77 Id. degli affari est 7,400,151 59 -p 948,453 33 I d . dell'istruz.pub. 30.028 457 04 -P 1.910.646 23 I d . dell' interno . . . 47,567,480.86 — 3,973 165.88 I d . dei lavori pubi). 233,004,651. 10
I d . delle Poste e del 233,004,651. 10 — 60.334,858.71 T e l e g r a f i . . . . 112,078. 12
I d . della guerra. .. 248 143,060.14 - P 13.161,717. 13 I d . della marina . . 122.594,875. 20 -p 20,713,524 01 I d . di agric. indus. -p 20,713,524 01
e commercio. 11,556,825 32 — 933,281.41 Totale pag. di bilancio !.. 1,305,867.907. 65 — 65,738,849.80 Decreti mintst. di scario >. 139,773.24 - P 139,773.24
Totale pagamenti.... 1,806,007,680.89 — 65,599,076.56
Confrontando finalmente la rendita con la spesa si trova che nel l u g l i o m a r z o 1 8 8 8 8 9 l'entrata fu s u p e -riore ai pagamenti per la somma di L . 1 9 , 2 2 5 , 5 1 3 . 5 5 mentre nel l u g l i o - m a r z o 1 8 8 7 la spesa s u p e r ò l'en-trata di L . 3 , 6 4 7 , 0 6 9 . 4 7 .
L'AVVENIRE DEL COMMERCIO ITALIANO
IN I N G H I L T E R R A
L ' u l t i m o n u m e r o del Giornale della Camera di commercio italiana in Londra contiene una m e m o ria d e l sig. S c h e y e r sulI* a v v e n i r e del nostro c o m -m e r c i o con l'Inghilterra, c h e c r e d i a -m o utile riassu-m e r e nelle sue parti più iriassu-mportanti.
L e principali ragioni che secondo F autore della m e m o r i a contribuiscono a rendere difficile I' e s p o r -tazione dei prodotti italiani in Inghilterra sono d u e :
L a prima è che i nostri industriali o produttori che siano, non si curano di studiare abbastanza i gusti, e le necessità di chi d o v r e b b e c o m p r a r e le loro mercanzie. U n c o m m e r c i a n t e , egli dice, c h e andasse nell'Africa centrale p e r trafficare c o n gli indigeni, non porterebbe certo con sè dello pelliccie che l o r o non servirebbero, oppure degli strumenti scientifici di cui quei bravi n e g r i n o n saprebbero che farsene, e se p e r caso u n orginale partisse per quelle regioni con un carico simile si direbbe che è un malto, da f a r ridere anche le mosche.
E p p u r e mutatis mutandis questo si sta appunto facendo allorché si cerca di f a r c o m p r a r e dagli in-glesi delle cose che oon sono del loro gusto. T e m p o fa u n giornale inglese parlando dei vini italiani d i -ceva : « S e sono apprezzati dai bevitori p e r le loro quantità non sono certamente ricevuti dai buon gustai per le loro qualità ». E p p u r e , dice il sig. S c h e y e r , vi è da s c o m m e t t e r e c h e lo scrittore di quell' articolo, bevendosi una bottiglia di u n Chateau q u a l u n q u e assorbiva tranquillamente del vino italiano, più una certa proporzione di arte di manifattura francese.
F r a l'Inghilterra e l'Italia, la differenza in ogni direzione è immensa, e l ' i t a l i a n o che si reca colà ha bisogno d i molti anni prima di c o m p r e n d e r e il
carattere, la tendenza, i gusti inglesi. È necessario che egli si famigliarizzi "con i costumi, tendenze, pregiudizi, insomma bisogna, p e r servirsi di una frase anglosassona, entrare nella pelle d i un i n -glese. A c o m p r o v a r e tutto questo, basta r i c h i a m a r e l'attenzione sulla facilità c o n la quale si è svilup-pato comparativamente i n pochi anni il c o m m e r c i o di quei prodotti di alimentazione, che sono per così dire universali per la loro forma c o m e uova e burro, oppure che sono ricercati quali specialità nazionali, c o m e maccheroni, e f o r m a g g i o d i G o r g o n z o l a , e che non richiedono u n g r a n d e capitale, n è conoscenze molto estese.
Un altro impedimento, secondo l ' e g r e g i o scrittore, allo sviluppo delle esportazioni italiane, è la m a n -canza di capitali al quale si d o v r e b b e riparare collo stabilire in Italia Società inglesi interessate c o n altre italiane nel m e d e s i m o r a m o d i c o m m e r c i o . C o n questo mezzo si i m p o r t e r e b b e i n Italia tutto d ' una volta la conoscenza d e l mercato inglese che non v i è, senza perdere degli anni i n esperimenti e studi, m e n t r e al tempo stesso si aprirebbe la v i a al capi-tale inglese, s e m p r e pronto a dirigersi là o v e p u ò sperare di trovare un c a m p o utile alla sua attività. *.
S e dimani si creasse una società enologica anglo-italiana, e il direttore fosse u n inglese pratico del c o m m e r c i o dei v i n i , egli saprebbe dire subito se una qualità potrebbe v e n d e r s i o no : lo stesso dicasi di altri prodotti c o m e ceramica, vetro ecc. C h e q u e -sta idea, quella cioè di attirare vasti capitali inglesi in Italia, non sia punto impossibile, l ' a u t o r e della m e m o r i a lo dimostra, con una statistica di v a r i paesi d e l l ' A m e r i c a del S u d , n e i quali quantunque l'influenza politica dell' Inghilterra sia limitatissima, pure v i fu-rono create moltissime società industriali con capi-tali inglesi. L ' a u t o r e passa a f a r e un confronto di quei paesi c o n l'Italia e dice che nel nostro paese, con u n m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e di oltre 2 miliardi e m e z z o all' anno, si trovano 2 2 3 milioni di capi-tale inglese, mentre nel Brasile, che non n e ha che 8 5 0 milioni, c e n e sono circa 6 5 0 di inglesi, c o m -prese però le f e r r o v i e . T o g l i e u d o le f e r r o v i e restano 2 3 milioni di capitali p e r l ' I t a l i a contro 1 2 3 sul Brasile. L o stesso dicesi per 1' U r u g u a y , che avendo soltanto 6 0 9 mila abitanti e 2 5 0 milioni d i lire al-l' anno ha dato i m p i e g o a 1 8 6 milioni di capitale inglese c o m p r e s e le f e r r o v i e e 3 2 milioni p e r le Società industriali e c o m m e r c i a l i . E il confronto continua con l ' A r g e n t i n a , col Chili e col P e r ù .
P e r dimostrare poi qual c a m p o i m m e n s o esista per l'esportazione italiana in I n g h i k e r r a , l ' a u t o r e presenta alcune cifre, le quali si riferiscono ad al-cune industrie, i n cui l'Italia è i n grado di compe-tere con tutti possedendo essa la materia p r i m a , e il buon mercato delle mano d ' o p e r a .
L ' I n g h i l t e r r a importa dalla G e r m a n i a p e r oltre 5> milioni e mezzo di vetrerie, dalla Francia per più di 4 milioni, mentre che in Italia n e esporta 1 7 8 2 quintali e n e importa solo 2 0 3 .
L ' I n g h i l t e r r a importa dalla Francia p e r p i ù di 1 5 0 mdioni annui di seta manifatturata, e circa 6 0 , 0 0 0 chilogr. di g r e g g i a .
Dall' Italia importa circa 3 0 , 0 0 0 c h i l o g r . di seta g r e g g i a e niente di manifatturata ; anzi c e n e manda per circa u n milione e m e z z o .
270 L' E C O N O M I S T A 28 aprile 1889
E lo stesso può dirsi pei mobili e per molti altri generi.
Codesti esempi di importazione assolutamente pas-siva, nella quale l ' i n d u s t r i a nazionale protetta c o m ' è dai dazi, d o v r e b b e essere in g r a d o di fare una con-correnza efficace, d i m o s t r a n o , " che v o l e n d o l'Italia può d i v e n i r e u n c a m p o vastissimo di lavoro utile nello sviluppo delle sue relazioni c o n I' Inghilterra e con suo grandissimo v a n t a g g i o .
STATISTICX INDUSTRIALE DELL'I
V I . B ) Industrie alimentari.
L e industrie a l i m e n t a r i , i n confronto delle altre industrie, sono prevalenti, c o m e s'è detto, nelle P r o -vincie di Sassari e S o n d r i o ; v i c e v e r s a , esse sono le m e n o esercitate nelle provincia di V e n e z i a , V i c e n z a , A n c o n a , L u c c a e R a v e n n a .
Volendo, c o m e si è fatto precedentemente p e r le industrie m i n e r a r i e , m e c c a n i c h e e chimiche, stabi-lire una graduatoria dell' importanza c h e hanno le diverse provincie nelle industrie alimentari, u s e r e m o s e m p r e lo slesso p r o c e d i m e n t o adoperato per stabilire la diversa importanza delle provincie stesse, c o n s i -derate in complesso tutte le industrie, tenendo conto della forza m o t r i c e e degli operai, i n relazione, tanto alla superficie, quanto alla popolazione.
A v r e m o d u n q u e :
P R O V I N C I E
I N D U S T R I E A L I M E N T A R I
P R O V I N C I E
Forza motrice
(In cavalli dinamici Numero degli operai P R O V I N C I E per ogni 100 km.* per ogni 10 mila a b i t a n t i per og d 101) km.' per ogni l O m i U a b i t a n t i Arezzo 84 116 37 52 Vicenza 57 38 28 19 Venezia 20 13 16 11 Ancona 341 243 46 33 111 72 52 34 Bologna . . . . 101 81 81 65 Lucca 111 58 76 40 M a n t o v a . . . . 03 53 34 29 Sondrio 16 43 31 83 Catania 34 31 48 43 Livorno 217 58 151 41 Cagliari . . . . 2.5 8.2 1.8 7 Sassari 2.7 11 56 232 Salerno 52 52 62 62 Forlì 98 72 37 28 R a v e n n a . . . . 79 66 28 24 A s s e g n i a m o quindi alle singole p r o v i n c i e quattro numeri d ' o r d i n e , secondo il posto che loro spetta per l'entità della forza m o t r i c e e pel n u m e r o degli operai, in relazione, tanto alla superficie, quanto alla p o p o l a z i o n e ; s o m m i a m o poi tali n u m e r i d ' o r d i n e e si otterrà p e r ogni provincia il rispettivo coefficiente d ' i m p o r t a n z a nelle industrie alimentari', importanza che sarà tanto più g r a n d e , quanto m i n o r e risulti il coefficente, e v i c e v e r s a . Risulteranno in tal m o d o le
provincie disposte nel m o d o seguente ( m e t t i a m o fra parentesi i coefficienti d ' i m p o r t a n z a ) : Bologna ( 1 3 ) , L i v o r n o ( 1 7 ) , A n c o n a ( 2 0 ) , L u c c a ( 2 2 ) , A r e z z o ( 2 3 ) , T r e v i s o ( 2 4 ) , Salerno ( 2 0 ) , F o r l ì ( 5 2 ) , Sassari ( 3 6 ) , Catania ( 3 8 ) , S o n d r i o ( 3 9 ) , Mantova ( 4 0 ) , R a v e n -na ( 4 0 ) , V i c e n z a ( 3 0 ) , Venezia ( 3 7 ) e Cagliari ( 0 4 ) .
R i c h i a m a n d o le osservazioni fatte quando a b b i a m o incominciato a parlare delle industrie minerarie, m e c c a n i c h e e c h i m i c h e , v e n i a m o ad un esame p i ù minuto intorno al secondo g r u p p o d ' industrie, d e l quale ci o c c u p i a m o .
a) Macinazione d e i cereali.
1 dati intorno alla macinazione dei cereali sono desunti da notizie raccolte dagli uffici tecnici di finanza ; riescono quindi uniformi p e r tutte le p r o -v i n c i e considerale, e si possono molto utilmente rias-s u m e r e i n un prorias-spetto :
P R O V I N C I E
Numero dei molini Numero d gli o r e r a i P R O V I N C I E
a va, ore idraul ci altri
Numero d gli o r e r a i 11 604 1018 Vicenza . . . . 1 538
_
660 5 113 87 242 2 206 1 381 3 332 — 910 Bologna . . . . 6 398 — 893 Lucca 2 520 — 1127 Mantova. . .. 9 220 1 666 506 — 511 Catania 19 260 13 568 7 33 4 156 Cagliari 5 203 17401 245 Sassari 26 238 4760 5364 13 618 — 1292 Forlì 8 221 — 559 Ravenna. . . . 13 86 — 330' ) Vedi l'Economista numeri 758 , 762 , 766, 776 , e 780.
Si noti che fra gli operai indicati per i molini delle provincie di Venezia e Cagliari, non s o n o c o m p r e s i , perchè non se n e conosce il n u m e r o , quelli d e g l i 8 7 e dei i 7401 molini della terza colonna, che sono a forza animale. I molini indicati nella terza colonna per le p r o v i n c i e di Ancona e L i v o r n o , sono a vento; gli altri indicati nella colonna stessa, sono c o m e quelli delle provinole d i Venezia e Cagliari a forza animale.
h ) Brillatura del riso.
Soltanto nelle provincie di V i c e n z a , V e n e z i a , A n -cona, T r e v i s o , B o l o g n a , M a n t o v a , F o r l ì e R a v e n n a , fra quelle c o n s i d e r a t e c i esercita la brillatura del riso. In quella di V i c e n z a trovansi 4 8 opifici c o n 3 7 operai, d i V e n e z i a 7 con 1 8 , d i A n c o n a 4 c o n 2 , di T r e v i s o 4 4 con 1 7 8 , di Bologna 4 4 c o n con 5 0 7 , di Mantova 2 5 con 9 7 , di Forl'ì 4 con 20, e di Ra-venna 41 con 3 8 .
D o v e d u n q u e è m a g g i o r m e n t e estesa quest' indu-stria è nelle p r o v i n c i e di Bologna e di T r e v i s o ; in quest'ultima trovasi anche il brillatoio di m a g g i o r e importanza, che è q u e l l o Rosada di T r e v i s o , eon 6 5 operai, sebbene n o n n e m a n c h i n o pure degli i m -portanti anche in B o l o g n a .
Si a g g i u n g a n o in provincia di V e n e z i a 4 trebbiatoi con 3 3 operai.
L e provincie di m a g g i o r e importanza i n quest'in-dustria sono quelle di Salerno e di Catania ; nella prima trovansi 1 6 4 fabbriche con 1(527 operai, e fra di esse due sono a vapore in Salerno e N o e e r a In-feriore e una a forza m o t r i c e idraulica i n P e r d i f u m o ; nella seconda l e fabbriche sono 2 7 3 con 1 1 7 7 o p e -rai, e fra esse quattro a v a p o r e , delle quali due in Catania e le altre a Catenanuova e Nicosia.
Qualche importanza ha quest'industria anche nelle Provincie di Bologna, B a v e n n a , .Sassari e T r e v i s o . I n Bologua v i hanno 3 fabbriche i m p o r t a n t i , fra cui quelia di tortellini Dall' Osso con 5 0 o p e r a i , e v i hanno inoltre 2 0 0 circa pastai minori con 4 6 5 operai. Nella provincia di B a v e n n a v i hanno 4 3 f a b -briche con 1 3 5 operai, e f r a esse una a v a p o r e in Faenza. I n Sassari si trovano 1 4 fabbriche e una trovasi a S o r s o ; occupano tutte insieme 1 0 5 operai. In T r e v i s o trovansi due fabbriche con 8 1 operai, e se n e trovano altre nella provincia.
Quanto alle altre provincie, si hanno 1 2 fabbriche, in quella di A r e z z o con 8 1 operai, e fra queste una a v a p o r e nel c a p o l u o g o ; s e ne hanno 9 in quella di L i v o r n o con 71 o p e r a i , 1 9 i n quella di F o r l ì con 6 5 operai, 1 3 in quella di Venezia con 4 8 ope-rai, 3 in quella di Mantova con 3 0 operai ed altre, 11 in quella di Sondrio pure con 3 0 operai, una a Vicenza c o n 1 6 e una a Cagliari c o n 5 operai.
d ) Fabbricazione della cicoria e di altri p r o -dotti alimentari
S o l a m e n t e nella provincia di Lucca si hanno fabbriche di prodotti similari alla cicoria; sono in n u -m e r o d i 7 .
N e l l e provincie di A n c o n a e L i v o r n o si trovano fabbriche di zucchero. I n quella di Ancona sono due raffinerie di z u c c h e r o , l'una nel c a p o l u o g o con 3 0 0 operai, e l'altra a Senigallia c o n 170. I n quella di L i v o r n o trovasi un piccolo opificio p e r la m a c i n a -zione dello zucchero. Nella provincia di A r e z z o tro-vavasi una fabbrica di z u c c h e r o di barbabietola.
L a provincia di Bologna è rinomata p e r i suoi salumi, dei quali vi sono 7 0 fabbriche principali con 1 1 0 0 operai, e circa 2 0 0 secondarie.
Nella stessa provincia di Bologna e in quelle di Mantova, Sassari e Bavenna si fabbrica la conserva di pomodoro in quantità più o m e n o rilevante, tanto da m e r i t a r e u n cenno. Nella fabbrica di tortellini Dall' O s s o , già ricordata , i n Bologna, si preparano anche legumi conservati in scatole.
In Bologna si trova un'importante fabbrica di colata e confetture con 5 7 operai, un'altra di cioccolata c o n 1 8 operai, e un' altra m i n o r e di c o n f e t -ture. Quattro fabbriche di confetture trovansi i n Catania, ed in L i v o r n o ha qualche importanza la f a b -bricazione delle frutta candite, per la quale v i sono 8 opifici c o n 1 6 3 operai.
Nella provincia di Catania hanno importanza la f a b -bricazione della liquirizia e quella dell' agrocotto e dell'essenza di limone; p e r la prima v i sono 7 o p i fici solo in Catania, con 191 operai , e p e r la s e -conda v ' h a u n opificio i n Catania con 6 5 operai, e sono occupati altri 150 operai in altri opifici. Nella stessa Catania si trovano anche d u e fabbriche di ghiaccio.
e) Panifici.
S o l a m e n t e in Salerno trovasi u n forno m e c c a n i c o riscaldato dal vapore, con un'impastatrice meccanica, per la fabbricazione d e l pane.
f ) Caseifici.
P e r le provincie di Sondrio e T r e v i s o sono date notizie anche sui caseifìci. Quelli della provincia di S o n d r i o sono 2 0 con 4 9 operai. Quelli della p r o -vincia ili T r e v i s o sono 6 , fra cui 5 latterie sociali e lina privata ; occupano in complesso 2 5 operài.
g) Fabbrich e d'olio.
P e r le provincie di Sassari, Forlì, T r e v i s o e M a n -tova si hanno notizie sulla fabbricazione dell' olio. Nella provincia di Sassari è importante la fabbrica-zione dell' olio d'oliva ; v i sono 1 6 2 frantoi, dei quali 1 5 3 a forza animale c o n 4 0 0 operai circa, e 9 a v a pore c o n 3 6 operai. N e l sole c o m u n e di M o n t e g r i -dolfo ( F o r l ì ) si trovano 5 frantoi con 3 3 operai ; v e ne sono altri nella provincia. In quella di T r e v i s o vi sono 2 frantoi, e fabbricano oli di ricino, r a v i z -zone, lino e m a n d o r l o ; in quella di Mantova infino si trovano 3 altri frantoi.
(Continua). U . Z .
IL COMMERCIO ESTERO DEGLI STATI UNITI
n e l l ' a n n o 1 8 8 8 .I resultati del c o m m e r c i o estero degli Stati U n ti durante il 1 8 8 8 non f u r o n o troppo brillanti,essendo stati contrastati dalle scarsità dei raccolti e dalla r e -lativa languidezza del mercato, il quale si risentì alquanto p e r la elezione del Presidente della B e p u b -bliea, che assorbì qualunque altro interesse. È v e r o che le importazioni a m m o n t a r o n o a sterline ( 5 dollari per sterlina) 1 4 5 , 0 4 0 , 0 0 0 con u n aumento di ster-line 3 , 2 7 7 , 0 0 0 ossia del 2 1/9 p e r cento sul 1 8 8 7 , ma d ' altra parte le esportazioni declinarono da ster-rline 1 4 0 , 6 6 3 , 0 0 0 nell'anno precedente a 1 3 5 , 9 2 3 , 0 0 0 dando una perdita per il 1 8 8 8 di sterline 4 , 7 4 0 , 0 0 0 ossia del 3 3/8 p e r cento.
L e importazioni si d i v i d o n o c o m e appresso: 1 8 8 8 1 8 8 7
Esenti da dazio Steri. 49,681,000 47,9'6,000 Soggette a dazio > 95,389,000 93,807,000 Totale Steri. 145,040,000 141,763,000
L ' aumento nelle importazioni esenti fu causato dal caffè, dallo zucchero, dallo stagno e dai cuoj.
F r a l e importazioni esenti figurano oltre g l i a r -ticoli q u i sopra indicati, la g o m m a elastica, la seta greggia e il t h è .
F r a le importazioni soggette a dazio la classe più importante è quella dello manifatture di ferro e a c -ciaio il cui valore a m m o n t ò nel 1 8 8 8 a st. 8 , 4 6 0 , 0 0 0 con una d i m i n u z i o n e sul 1 8 7 p e r T importo di steri. 2 , 8 2 4 , 0 0 0 ossia d e l 2 5 % > c he f u dovuta in
gran parte alla m i n o r e attività nelle costruzioni fer-roviarie.
" L e seguenti cifre dimostrano le importazioni di a l -cuni altri importanti orticoli.