• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.12 (1885) n.568, 22 marzo

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.12 (1885) n.568, 22 marzo"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

S C I E N Z A E C O N O M I C A , F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XII - Voi. I V I

Domenica 22 Marzo 1885

N. 568

SULLA QUESTIONE AGRARIA

I risultati c h e ottennero i lunghi discorsi pronun-ziati, non tutti con sufficiente conoscenza delle cose, dai deputati sulla questione agraria sono noti ai n o stri lettori. L a C a m e r a non e b b e il c o r a g g i o di v e -nire a d alcuna soluzione positiva; davanti alla situa-zione finanziaria, resa più sensibile dalla nostra stessa politica estera, g l i onorevoli, che a v e v a n o c o n tanto r u m o r e promossa la questione, si acquetarono davanti alle promesse fatte dal M i n i s t e r o ; e il Ministero dal canto suo si diportò in m o d o c h e la agitazione si assopisse con semplici promesse c h e non c o m p r o m e t -tessero per nulla l ' a v v e n i r e . Da parte nostra quindi c r e d e r e m m o v a n o e inopportuno associarsi ad alcuni periodici i quali si sono allarmati perciò che il P r e sidente d e l Consiglio in una riunione della m a g g i o -ranza ebbe a dichiarare che studierebbe un progetto

omnibus nel quale fosse proposta la abolizione d i un

d e c i m o della imposta fondiaria, la diminuzione di 1 5 centesimi p e r e h i l o g r a m m a sul prezzo d e l sale e d altri p r o v v e d i m e n t i di riforma tributaria p e r com-pensare il bilancio dalle perdite che per i due primi dovrà subire.

Queste dichiarazioni dell'on. D e p r e t i s fatte fuori della C a m e r a , pochi giorni dopo che l'on. Magliani alla Camera a v e v a cosi recisamente difesa la inte-grità del bilancio, ed in pari t e m p o con tanta ener-gia respinto sgravi che avessero I' aria di sollevare le classi abienti, quando si n e g a v a n o sollievi alle classi più bisognose, — queste dichiarazioni, diciamo, hanno tutto l'aspetto di espedienti coi quali si cercava per il m o m e n t o la soluzione di una questione non p i ù finanziaria e d economica, m a parlamentare.

A chi ricorda infatti con quanto apparato d i forze sia stala sollevata alla C a m e r a la questione A g r a r i a , e a chi ricorda ancora i discorsi d e i primi e principali inscritti, i quali dinotavano una scarsa c o g n i -zione dei molti lati del problema, n o n p u ò n o n sospettare che q u e l l e e g r e g i e e d intelligenti persone che hanno dato il p r i m o impulso forse con s o v e r chia leggerezza, n o n sentissero p o i il desiderio v i -vissimo di fare una o n o r e v o l e ritirata, n o n fosse altro perchè s c o r g e v a n o che v e n i v a loro mano a m a n o s f u g g e n d o la direzione di quel m o v i m e n t o a c u i a v e v a n o dato origine. A m m e s s a la impossibilità fìnan ziaria di uno s g r a v i o efficace — senza tener conto che di uno sgravio della imposta fondiaria è anche d i -scutibile la giustizia ; — ammessa la necessità di a c c o m p a g n a r e il p r o v v e d i m e n t o che importasse v a n

-taggio ai proprietari con un altro p r o v v e d i m e n t o c h e

riuscisse vantaggioso ai contadini, i promotori della interpellanza d o v e v a n o ben presto convincesi che n è questo n è alcun altro M i n i s t e r o a v r e b b e potuto f a r paghi i loro voti ; e I' on. Magliani infatti pose la questione con precisione, con chiarezza, con energia. Ma bisognava d'altra parte trovare una v i a d'uscita c h e salvasse l ' o n o r e d e l l ' a r m i ; e d a questo pensò l'on. Depretis colla sua proposta e colle sue p r o -messe. A b o l i r e un d e c i m o dell'imposta fondiaria, cioè s o c c o r r e r e la crisi agricola con n o v e milioni di sgravio; abolire quindici centesimi sul sale cioè 9 milioni a vantaggio dei contadini. E tutto questo mediante u n a g g r a v i o di altre imposte, u n perturbamento nel s i -stema tributario.

Sarà facile su questo terreno il trovarsi concordi nelle prossime discussioni. G l i agrari e d il Ministero dopo qualche riflessione si c o n v i n c e r a n n o facilmente che non v a i la pena di portare una g r a v e scossa ai contribuenti già così aggravati, per un benefizio molto problematico, che non darebbe alcun vantaggio nè ai proprietari n è ai contadini. E 1' omnibus promesso sarà presto dimenticato.

In questo senso soltanto noi v o g l i a m o c o m p r e n d e r e il c o m p r o m e s s o corso tra gl' interpellanti e d il M i -stero, e d in tal caso ci c o n g r a t u l i a m o cogli uni e coll'altro di a v e r fatto p r e v a l e r e il buon senso alla p o l i t i c a ; e specialmente c e n e c o n g r a t u l i a m o c o l l ' o -n o r e v o l e Maglia-ni, il quale, se a-nche ha permessa una apparente contraddizione tra le sue parole e quelle del Presidente d e l Consiglio, d e v e a v e r e però l ' i n -timo c o n v i n c i m e n t o che non saranno p e r c i ò scossi q u e i sani principi e quelle esplicite affermazioni che egli, Ministro delle finanze, ha fatte davanti alla C a m e r a .

La colonizzazione della regione tei Conio

Chi o d a parlare di n u o v e colonie, da stabilirsi fuori d ' E u r o p a , correrà quasi s e m p r e c o l pensiero ai pionieri ed ai farmers nell'ovest degli Stati U n i t i ; o p p u r e agli estancieros dei piani lungo il Paranà. Ma o c c o r r e f o r s e a v v e r t i r e , c h e la colonizzazione della r e g i o n e del C o n g o non potrebbe informarsi a q u e g l i esempi ? Basta una cognizione mediocrissima della geografia d e l l ' A f r i c a per inferirne tantosto, c h e l ' i n t e r n o di q u e l continente, a d accogliere e r i m u -nerare l'opera della civiltà, domanda mezzi e spe-dienti ben diversi da quelli, che si usano oggidì al di là dell'Atlantico. E alle condizioni diverse d e l

') Veggasi nel Numero precedente lo scritto: La

(2)

178 L ' E C O N O M I S T A 22 marzo 1885 clima e della vegetazione, s i aggiungano quelle della

storia. I colonizzatori delle pianure dell'alto Missuri, o d e i Campos dell'Argentina hanno dietro di sè una zona, più o meno estesa, di territori coltivati, c o n città popolose ed industriose; un tratto di paese insomma che rappresenta tre secoli di sperimenti e di progressi. Ma questo appoggio validissimo manca pressoché del tutto al colonizzatore d e l C o n g o ; ohè le stazioni sulle coste di Loango e di Angola, e presso alle foci del Congo sono così scarse e poco doride da non sostenere n e m m e n o il paragone con quelle della Colombia o di Venezuela.

Con questo non v o g l i a m diro, che i nuovi colo-nizzatori del Congo si troveranno press'a poco al partito di coloro, che si fecero i primi ad occupare le coste della N u o v a Inghilterra o del Brasile. Il colonista odierno dell'Africa ha su quelli due v a n -taggi grandissimi: i dettami dello altrui esperienze, vale a d i r o ; e, sussidio più prezioso ancora, i sug-gerimenti e le applicazioni della scienza. N o n v ' ha dubbio che i più giusti concetti da noi posseduti intorno alle forze della Natura ed alle leggi c h e le governano, e quindi la maggior capacità di piegar quelle forze alle nostre necessità o ai nostri comodi, ci aiuteranno ad evitare dei tentativi inutili, a procedere più cauli e sicuri, e d a raggiugnere meno lenta-mente l o scopo. Tuttavia guardiamoci dall'esagerare l'efficacia dell'esperienza e della scienza ; guardiamoci dall'illudere noi stessi ed altri, rappresentando la colonizzazione dell'Affrica centrale come un'impresa, a cui basti un po' di risolutezza o di solerzia perchè debba riuscire; ed invitando sin d'ora le emigrazioni a v o l g e r g l i occhi a quelle parti. Anche noi s p e -riamo che la operosità degli europei debba un giorno esercitarsi largamente nelle contrade lungo il Congo, p r o m o v e n d o le ragioni della civiltà non meno c h e quelle del benessere universale. Ma alla saldezza delle imprese coloniali, dopo la scelta sagace dei mezzi, la condizione più necessaria è la pazienza.

Quanto ai mezzi crediamo che b e n difficilmente se n e potrebbero immaginare più acconci di quelli messi in pratica dallo Stanley. Chiamato dall'Asso-ciazione internazionale africana a governare 1' opera colonizzatrice nella regione del Congo, egli preferì ad ogni altro sistema quello così detto delle Tappe', ossia di stazioni da stabilirsi, man mano c h e si procedeva verso l'intorno, in luoghi salubri, facili a difendersi, collegati g i i uni cogli altri p e r mezzo dei piroscafi che solcano il fiume. Dalla costa in-sino al punto d o v e il fiume viene a scorrere sotto l'equatore, di queste stazioni n e furono f o n -dato una quarantina a l l ' i n c i r c a ; o sono' altrettanti capisaldi, oppure altrettanti centri d'irradiazione del-l'opera colonizzatrice.Esercitano traffici; raccogliendo prodotti naturali, olio di palma in ispecie, arachidi, avorio, pelli, cera; pei quali danno in cambio agli indigeni tessuti di cotone, saie, spiriti, v e r g h e di metallo, conterie e d altri oggetti comunissimi della industria europea. Cercano così di amicarsi i nativi del paese, ed anche di risarcire in qualche parte i dispendi; in piccolissima parte s'intende, che i de-nari forniti allo Stanley dal r e dei Belgi e dall'As-sociazione internazionale si contano a milioni. L a speculazione privata si sarebbe essa mai saputa i n -durre a d anticipazioni così ingenti, e da potersi d i r e sino a un certo segno arrischiate? Eppure allo Stanley non s i può m o v e r e accusa di malversazione o di avventatezza.

Quello stazioni del resto, riproducendo in certo m o d o le condizioni degli aggregati primitivi, d o v e non esi-ste od appena è adombrata la specificazione degli organi e delle funzioni sociali, erano obbligate a riunire in sè tutti e tre i caratteri che si possono d i -stinguere nelle colonie; a l l ' e l e m e n t o commerciale vale a dire d o v e v a n o aggiugnere anche il militare e l'agricolo. Epperò, oltre all'essere situate i n luogo alto e sicuro, sono cinto da ripari di varia specie, e munite in m o d o da tener testa ad un assalto di indigeni. Sono empori, e sono fortilizi. N e l l o stesso tempo poi che si dava mano a costruire le prime abitazioni e le prime difese, si prendeva puranco a dissodare una certa estensione di terreno, capace, coi prodotti annui d e l banano del maniok e del maiz, di assicurare il vitto ai colonisti n e l caso di screzi colle tribù vicine, o se p e r accidenti non possibili a prevedersi, fosse venuto a mancare l'ajuto della cac-cia, e della pesca, o l'approvvigionamento col mezzo dei piroscafi. Queste stazioni sono abitate di regola da pochi europei; persone istrutte: ufficiali, medici, inge-gneri, missionari, negozianti, che rappresentano l'intel-ligenza; mentre alla coltivazione dei campi, ai lavori manuali, ed in massima ai v a r i servizi di cui a b -bisogna la colonia, si impiegano uomini d i colore; scelti fra gli indigeni m e n o rozzi; e di preferenza fra i negri delle coste, che ebbero già prima relazioni cogli europei, e sono conosciuti per buona i n -dole ed assiduità al lavoro.

Chiunque si proponga di stabilire n u o v e colonie nell'interno del Congo, dovrà necessariamente far suo prò degli esempì che gli possono fornire le sta-zioni fondate dallo Stanley. Il quale sinora, e f u ottimo consiglio, ebbe principalmente di mira di sgom-berare il cammino ad una più larga colonizzazione. Ma adesso che l o scopo è p e r n o n piccola parte raggiunto, si affaccia urgente la necessità di allar-gare il campo delle esperienze, di raccogliere noti-zie di varia specie, di avvicinare insomma la solu-z i o n e di alcuni quesiti gravissimi, i quali, sinché non trovino risposta, rallenteranno l'opera colonizzatrice, vietando ogni risoluzione c h e miri più in là del presente.

A b b i a m o già detto che l ' a v v e n i r e economico della regione del Congo dipende dalla quantità e qualità, più o meno ragguardevoli, di prodotti naturali c h e essa potrà fornire al c o m m e r c i o mondiale. Che le parti interne possano prestarsi a coltivazioni estese e frut-tuose, non è da mettersi i n dubbio. Y i abbondano le selve; e l o sviluppo spontaneo della vegetazione arborea è indizio sicurissimo di secrezioni atmosfe-riche abbondanti e a giusti intervalli, e di terreni feraci. Ma la feracità può essere di varia specie ; le condizioni particolari cioè del calore, della umidità, della composizione del suolo possono favorire ora questa o r quella delle specie vegetali più utili a l -l'uomo, e più ricercate; onde un paese si presterà a v e r e colonie di agricoltori, mentre un altro non sa-prà accogliere che colonie o fattorie di piantatori. Y e r a agricoltura, nel senso e c o i modi onde la in-tendiamo noi, non può aversi che d o v e si coltivano materie di consumo generale e costante, ed i n quantità superiore al bisogno d e l produttore. Questi requisiti sono propri ai cereali, e d iu particolar m o d o al frumento, che avuto in conto giustamente dell'alimento più prezioso per 1' uomo bianco, regola in gran parte i prezzi di ogni altra derrata.

(3)

22 marzo 1885 L ' E C O N O M I S T A 179 regione del C o n g o è povera p e r sè stessa; e, di

tratficabili, il solo che v i sia stato coltivato sinora, fu il maiz. Potrà allignarvi il f r u m e n t o ? L a cosa non è del tutto i m p r o b a b i l e , a v v e g n a c c h è i mesi delle piogge basterebbero ad a c c u m u l a r e la s o m m a di calore che si domanda alia perfetta maturazione. Ma il m o m e n t o termico è solo a d e c i d e r e ? E lo stato del c i e l o ? e le condizioni i g r o m e t r i c h e ? e la irradiazione? U n a r g o m e n t o in f a v o r e potrebbe ricavarsi dal buon successo degli esperimenti c h e t e n -tarono i missionari di Befania, nel paese dei N a m a q u a . S e n n o n c h é la temperie di quest' ultimo è diversa da quella del C o n g o , avvicinandosi ormai ai caratteri cli-matici delle zone temperate. È da osservarsi inoltre, che gli sperimenti f u r o n o fatti in così esigue proporzioni (spendendovi intorno molte c u r e ) da non potersene ricavare valide conclusioni. I m p e r o c c h é la c o l t i v a -zione dei cereali, esercitata da sola o c o m e fonte principale di reddito, d e v e praticarsi, a v o l e r r i m u nerati d capitale ed il lavoro, su larga scala. V e r a -m e n t e nella regione del C o n g o non o' è difetto di s u o l o , da acquistarsi f a c i l m e n t e per v i a di contrat-tazioni c o i c a p i - t r i b ù , o p e r s e m p l i c e occupazione. Manca bensì un altro elemento indispensabile alla estesa coltura dei cereali: g l i animali da tiro vale a dire, e d in particolare il bue e d il cavallo. N o n so-sterremo già che alia diligenza ed alla sagacia umana debba essere conteso di sopperire a tale mancanza, col popolare g l i altipiani di qualche razza bovina e d equina. A l c u n e specie di buffali sono pure i n d i g e n e di q u e ' p a e s i ; e del cavallo sappiamo, che s'è potuto introdurre nelle parti del Gabun. N è d o v r e b b e tor-nar difficile il procurarsi buoni prati in una regione, d o v e ci sono tanti fiumi e tanto r a g g u a r d e v o l i , e d o v e le chine d e i monti sono solcate da frequenti v e n e d'acqua perenne.

C o m u n q u e sia, ogni lentativo di larga colonizza-zione agricola è da dirsi al d ì d ' o g g i intempestivo 1) .

P r i m a c h e a produr cereali, bisogna pensare a procacciarsi bestiame e foraggi ; rassegnarsi d u n que ad u n lungo periodo di preparazione, e a c c i n -gersi ad una lunga serie di esperienze meditate e conclusive. Minori difficoltà, cori isperanza di g u a -dagni più pronti, incontrerebbero certamente coloro che, rinunciando alla cultura dei cereali in vaste proporzioni, si dessero i n v e c e a creare piantagioni di cotone, di caffè e di z u c c h e r o ; vegetali e n d e m i c i ( i due primi a l m a n c o ) e d'importanza capitale nei traf-fici mondiali. D i non m e d i o c r e profitto, s e anche m e n o p r o s s i m o , potrebbe riuscire la coltivazione razionale della palma dell'olio, e di alcune piante g o m m i f e r e ; segnatamente delle euforbiacee ed

artocarpacee ond e si estrae il c a u t s c i u k ; materia r i c e r

-catissima, s i c c o m e quella che alimenta una delle

in-') I limiti sognati ad una lezione, o ad un articolo, non permettevano che di accennare per sommi capi le difficoltà, contro cui avranno a combattere le colonie agricole nei paesi del Congo. Chi volesse venire ad in-duzioni più speciali e fondate, vegga le molte

Rela-zioni che furono ormai pubblicate intorno alle colonie

nelle provinole centrali del Brasile; provincie che hanno geograficamente più d' un' analogia colla regione del-l'Alto Congo. Si consulti in particolare lo scritto: Die

Ackerwirtschaft in (leti sudbrasilianischen Kolonien ;

inserito nei fascicoli 5° e 6° della Deutsche Kolonial

zeitung di quest'anno. L'autore, il sig. Giulio Jenke,

conosce le condizioni agricole di quei paesi per lunga pratica.

dustrie p i ù floride e promettenti. S e n n o n c h é o g n u n v e d e c h e , o v e prevalessero queste ultime coltivazioni, non si potrebbe parlare di colonizzazione del C o n g o , che in m o d o i m p r o p r i o e limitato d ' assai. Capitale e lavoro resterebbero assolutamente separati. N o n co-lonie adunque, m a fattorie di piantatori.

E d eccoci qui d'innanzi a u n altro g r a v o quesito; il quesito dei l a v o r a t o r i ; eli' è poi una sola cosa con q u e l l o delle i m m i g r a z i o n i e u r o p e e . Gli altipiani d e l C o n g o sapranno essi attirare correnti di piccoli pos-sessori o d i braccianti bianchi, c o m e accade delle due A m e r i c h e ? P e r c h è ciò avvenisse, bisognerebbe che quei territori si prestassero alla coltivazione dei c e -reali, e agli allevamenti dei bestiami non altrimenti delle praterie all'ovest degli Slati U n i t i , o dei terreni brasiliani e argentini. M a supponiamo pure c h e la cosa sia così. N o n por questo il quesito si potrà dire risolto, dovendosi lener conto di due altri momenti di gran p o s o : il c l i m a , e la popolazione indigena. L ' i n t e r n o del C o n g o , quella vasta regione, cioè, c h e si distende dalle montagne all' est del Tanganika insino alle catene di confine c o i bacini del Coanza e dello Z a m b e s i , ci vien rappresentata dai viaggiatori c o m e u n seguito di terrazzi o di altipiani elevati da 1 0 0 0 a 1 2 0 0 metri sopra il livello del m a r e . Questa altitudine s e r v e certamente a mitigare i c a -lori , ed a p r o c u r a r e un' aria p i ù sottile. E n o n m a n c a n o difatti gli esploratori c h e parlano dello stato climatico di quelle contrade in termini benigni t a n t o , da d o v e r l o ritenere confacente agli europei. M a , in opposizione a q u e s t i , abbiamo g l i avvisi di altri viaggiatori, i quali dubitano se l ' u o m o bianco potrà in q u e ' paesi acclimatarsi mai propriamente ; c o n s e r v a n d o cioè la sua nativa energia. Il Fritsch (giudice autorevole per i n g e g n o e dottrina, e per esperienza di più anni) sostiene c h e I' e u r o p e o , d i m o -rando a lungo nel continente africano, non può evi-tare u n certo infiacchimento fisico e m o r a l e ; nè tanto in causa d e l caldo eccessivo , quanto p e r la m a n -canza d i una stagione fredda, che dia tono alla fibra organica e la ritempri Espressamente noi dice, ma è facile capire che egli a m m e t t e p e r l'europeo, tra-sferito n e l l ' A f r i c a , q u e l l e stesse conseguenze che si possono riscontrare a G i a v a , o nelle A n t i l l e ; d o v e la razza bianca resisto sì p e r u n certo tempo, ma, a lungo andare, non è più quella di prima , e in qual-che m o d o d e g e n e r a . E s e m p i o i creoli.

N o n p r e s u m i a m o ad arbitri f r a le d u e opinioni contrarie. D i r e m o piuttosto che l e informazioni rac-colte sin q u i intorno ai paesi d e l C o n g o , c o n c e r n o n o così poche plaghe e così pochi casi da non potersene cavare deduzioni sicure. N è le esperienze fornite dalle stazioni dell'Associazione internazionale si possono dire concludenti. Ivi l ' u o m o bianco non attende quasi punto a lavorare il suolo ; oltrecchè si trova in condizioni straordinariamente propizie di temperie e di sito. P e r decidere bisognerebbe v e d e r e l'europeo all'opera, e per u n certo t e m p o ; messo alle prese colla sferza del sole, colla potente irradiazione del suolo, c o l -i'umidità dell'aria c h e lo a v v o l g e i n tutte le stagioni, coi lavori di d i s s o d a m e n t o , e con quelli ancora più formidabili dei diboscamenti.

Certo è c h e i colonisti bianchi, quanto hanno sa-puto p r o g r e d i r e e prosperare nelle r e g i o n i temperate d e l l ' A m e r i c a , altrettanto d u r a r o n o d'i travagli e d i

(4)

180 L ' E C O N O M I S T A 22 marzo 1885 stenti, in quel continente medesimo, per combattere

le contrarietà del c l i m a . Forse che le hanno supe-rate? Oh, perchè allora la tratta dei negri mante-nuta per secoli? e le difficoltà, e le repugnanze di abolirla? Gli è che il paese tropicale e l'uomo n e g r o formano veramente un tutto, secondo l'ordine della natura ; talché l ' u n o n o n può separarsi i n certo m o d o dall' altro. Nessun piantatore di que' paesi sarà in forse di preferire il lavoro dell'uomo di colore a quello dell'uomo bianco. L a qualità men buona del lavoro, il negro la compensa colla maggior quantità. Se è m e n o intelligente, resiste ad ogni modo di più. S'aggiunga a questo il minore dispendio. L'indigeno africano, che ha molto minori bisogni dell'europeo, s' accontenta di uua mercede giornaliera , c h e nel Gabun è un terzo circa di quella che si paga dai piantatori della Guiana o della Giamaiea l) . Dal Gabun

al Congo non c i può essere grande differenza di co-stumanze e di prezzi; e quello che abbiamo detto per le piantagioni, è da applicarsi, almeno in parte, ad ogni specie di azienda agricola. Saranno ben pochi quegli europei che, fatto acquisto nel Congo di vasti terreni, s'inducano, per amore di razza, a chiamare braccianti di color bianco; quando il paese ne offre loro, e tu buon numero, di più adatti e meno c o -stosi. L a frequenza della popolazione indigena mette I' odierno colonizzatore dell' Africa a condizioni ben diverse da quelle, che erano fatte agli olandesi o agi' inglesi c h e fondarono le prime stazioni sulle coste dell' America settentrionale. L e tribù indiane degli A l g o n q u i u i , degli Irochesi, dei Natchez, e Via d i c e n d o , non contavano ciascuna che qualche m i -gliaio d ' i n d i v i d u i . L ' europeo poteva atteggiarsi in quei paesi colla libertà del primo occupante ; tanto più che i pelle-rossi, c o m e cacciatori, menavano vita randagia. M a nel Congo gli abitanti si contano a milioni ; e, per quanto rozzi, hanno idea di possesso territoriale, e la fanno valere. Or questo fatto, unito agli altri eh' ebhimo ad accennare dianzi, dovrebbe ammorzar dimolto i fervori di chi sognava, che la regione del Congo avrebbe saputo rivaleggiare fra breve, se non proprio cogli Stati Uniti, almeno col Brasile.

N o n siamo qui a pronosticar l'avvenire ; nò certa-mente intendiamo d'infrigidire lo zelo che s' è destato da p e r tutto p e r le esplorazioni africane. C e n e compiacciamo anzi; e n e caviamo buon augurio p e r la civiltà. Sennonché, guardando ai tempi men lontani, ci è forza riconoscere che l ' i m m i g r a z i o n e europea non si potrà estendere nella regione del Congo che scarsa e lenta; per mezzo di stazioni e di fattorie disseminate a grandi intervalli su quei vasti territori. I bisogni del c o m m e r c i o e le ragioni politiche po-tranno dar vita a nuove città; ma la loro floridezza si farà attendere, altrettanto che le nuove e più pro-spere condizioni agricole. Stando così le cose, la importanza d e i traffici, c i giova ripeterlo, consisterà per lungo tempo nelle esportazioni, piuttosto c h e nelle importazioni. Lasciamo dunque per ora le ' ) H U B B E - S C H L E I D E N ; Ethiopien (Amburgo, 1879)

pag. 265 e seg. — Libro ricco di fatti e di conside-razioni intorno alle condizioni naturali ed economiche dei paesi lungo la costa della Guinea, dal Senegal all'Ogové. Ohe i lettori sieno per menar buone tutte le idee dell'autore, è da dubitarsi molto. Ma nessuno vorrà negargli il merito di aver raccolto, negli anni della sua dimora da quelle parti, a fine di commercio, una suppellettile di esperienze pregevolissime.

speranze di veder volgersi da quelle parli la c o r -rente delle emigrazioni europee ; e di trovarvi un nuovo e ragguardevole mercato pel soverchio delle produzioni industriali dell' Europa. Cerchiamo piut-tosto di cavar di là, nella m a g g i o r copia e al miglior patto possibile, le materie g r e g g e di cui il paese abbonda naturalmente, e che possono alimentare le nostre industrie.

E ad ogni m o d o facciamoci a studiare c o m e si conviene, e d a raccogliere notizie e d esperienze. Stando alle voci che corrono, il nostro g o v e r n o non a v r e b b e abbandonato interamente il disegno di una spedizione od esplorazione nei paesi del Congo. Noi faccialo voti che la cosa abbia effetto; imperocché al-l'Italia, non meno che agli altri Stati più popolosi ed operosi, importa grandemente di sapere qua'e partito possa cavarsi da quelle contrade lontane per le emi-grazioni, per i traffici, per le industrie, e in massima per gli interessi civili ed economici della nazione. Uomini capaci di g o v e r n a r e e condurre a buon termine l'impresa non mancano certamente al paese, che si onora al presente dei nomi dei Brazzà, del Massari, del Cecchi, deil'Antonelh, p e r tacere d'altri valorosi esploratori dell' Africa. M a se la spedizione vuol farsi, la si divisi in modo che abbia a riuscire v e -ramente utile. N o n si lesini nelle spese, e, sopra tutto, non si misuri il tempo. L a colonizzazione del Congo è un problema a v v i l u p p a t o l a non potersi risolvere che p e r via di lunghe operazioni. Andar piano per arrivar lontano, è una regola che si direbbe fatta in considerazione delle imprese coloniali. A d ogni modo bisogna muoversi. Già troppo ci siamo lasciati sopravanzare dagli altri; né l'indugio è da attribuirsi tanto alla difficoltà delle circostanze, che a noi non ne rimanga sempre u n po' di colpa.

B A R T O L O M E O M A L F A T T I .

L A S T A T I S T I C A

del movimento dei metalli preziosi

Restituito all' Italia, m e r c è 1' abolizione del corso forzoso, lo stato normale della circolazione, e rien-trala essa a far parte della circolazione generale monetaria, era necessario che la m a g g i o r e attenzione fosse rivolta al m o v i m e n t o dei metalli preziosi, tanto per c i ò che riguarda l'importazione, quanto l'espor-tazione di essi.

(5)

22 marzo 1885 L' E C O N O M I S T A 181 riserve metalliche, onde mantenerle, m e r c è savi

provvedimenti bancari, in uno stato di abbondanza che sia, a giudizio della pratica, sufficiente al s e r -vizio a cui sono destinate di intermediarie degli scambi, onde non lasciarsi sorprendere da quelle crisi monetarie che spesso affliggono i mercati c o m merciali, e v e d e r e m o d o , se non di evitarle c o m pletamente, il che è impossibile, almeno di r e n -derle meno penose e meno rovinose.

Fino dal 1 8 8 0 il G o v e r n o si preoccupò di avere questa statistica del movimento dei metalli preziosi, e nella giunta centrale di statistica f u nominata una commissione per studiare il modo di farla il p i ù possibile completa e verace.

Il 2 8 n o v e m b r e 1S82 questa commissione di cui era relatore il prof. Ferraris, presentò un progetto, opera di quest'ultimo che fu sottomesso a una prima discussione. Il 2 4 maggio 1882, dopo seconda e più minuta discussione, furono accettate le proposte del relatore, e nel 1885 furono messe in v i g o r e con opportune disposizioni regolamentari, dimodoché fin da quell'anno se n e poterono vedere i resultati.

Anteriormente alle epoche succitate, il movimento dei metalli preziosi andava confuso con quello delle altre merci nelle statistiche doganali ; si cadeva così in un grosso errore di statistica, quello cioè di c o n -fondere le s o m m e destinate al pagamento delle merci importate e esportate, colle merci stesse; si aumentavano così i totali delle cifre doganali, in un modo tutto artificiale, il quale veniva a minorare la fiducia, già di per sè slessa relativa, che è d o -vuta a quelle cifre, le quali dovrebbero rappresen-tare la giusta misura deg'i scambi fra nazione e nazione, e sono per un complesso di ragioni, c h e non è q u i il caso di enumerare, soggette' ad i n e v i -tabili errori, che non è affatto il caso di aumentare artificialmente, ma invece di eliminare nel m a g g i o r m o d o possibile.

L a prima cosa da farsi era dunque di dividere, imitando in questo ciò che avean da molto tempo praticato le maggiori nazioni commerciali, le stati-stiche doganali in due parti, una delle quali desse il movimento approssimativo degli scambi delle merci, e l'altra quello dei pagamenti e delle riscos-sioni a cui questi scambi di merci, dedotto il m o vimento bancario, avean dato l u o g o ; si veniva così a vedere c o n approssimazione maggiore a quanto ammontava la differenza dei saldi da pagarsi o da riscuotersi, onde pareggiare gli sbilanci fra l'entrata e l'uscita dei prodotti, e si poteva formarsi un idea più esatta della maggiore o minore diminuzione o accrescimento delle riserve metalliche della nazione, il che è indispensabile.

Ma presto ci si dovette accorgere, che la sola sta-tistica doganale non era sufficiente a dare, anche con larga tolleranza di approssimazione, il m o v i m e n t o internazionale dei metalli preziosi in relazione al nostro paese. T r o p p i sono gli ostacoli che si f r a p -pongono alla conoscenza, anche grossolana, delle s o m m e importate e d esportate per supporre che le dogane, le quali non hanno diritto di verifica, p e r essere il denaro esente da dazio, potessero dare anche una lontana idea di esse. Questi ostacoli sono in parte vincibili, i n parte no ; ma anche i primi, non era agevole che li vincesse l'autorità doganale, e bisognò pensare ad altro. Senza enumerarli tutti, il che sarebbe fastidioso, citeremo solo i principali di essi ; in generale le denunzie di specie

metal-liche da trasportarsi sono fatte per s o m m e inferiori al v e r o ; gli speditori, che sanno benissimo che le ferrovie danno le stesse cure ai gruppi di denaro indipendente dal valore in essi rinserrato, e c o n o -mizzano volentieri parte dell' assicurazione denun-ziando una somma minore, o denundenun-ziando argento mentre effettivamente v i è oro, correndo volentieri un rischio eventuale di perdita, che non si verifica che rarissimamente, a cui corrisponde una grossa economia di spese d'invio, realizzata volta per volta. E c c o una prima e frequentissima fonte di errore, che sfugge completamente al controllo delle dogane, le quali non hanno da fare verifiche sulle somme, non essendo compromesso l'interesse dell' erario nell'importazione ed esportazione del denaro, perchè esso è libero da dazio.

Molte volte l e banche e i particolari, che debbono far viaggiare grosse somme, trovano economia e m a g g i o r sicurezza a faide accompagnare da persone di loro piena fiducia ; i n questo caso le s o m m e stesse non sono consegnate alle ferrovie o alle s o cietà di navigazione, e sfuggono a qualunque c o n -trollo, non che a quello doganale.

Vi sono poi altre s o m m e di per sè stesse esigue, ma la cui riunione può acquistare una certa i m p o r -tanza ; i viaggiatori che entrano e escono ad ogni momento dall'Italia e gli emigranti c h e l ' a b b a n -donano, portano tutti i n dosso un peculio più o meno grande, che sfugge pur esso a qualunque controllo ; le statistiche americane ne tengono conto, ma man-cando loro qualunque e l e m e n t o di fatto su cui basare i loro calcoli, valutano questi peculi per p r e -sunzione; ma ognuno v e d e quanto questo g e n e r e di calcolo abbia poca base scentifica, e quanto in un paese c o m e l'Italia, nel quale l ' e m i g r a z i o n e è abbondante, e 1' accorrere d e i forestieri è grandissimo, possa portare conseguenze nel calcolo del m o -vimento dei metalli preziosi.

Inoltre le navi in partenza dai porti recano quasi sempre con sè somme, qualche volta rilevanti, di d e -naro destinate a minori operazioni di commercio, alle paghe degli equipaggi, al rinnuovamento delie provviste di bordo, a rimediare alle avarie partico-lari che possano eventualmente aver l u o g o durante la navigazione, e riportano delle ancor più grosse s o m m e all' arrivo n e i loro porti d ' armamento, se poterono compiere una fortunata campagna.

Ognun v e d e come questi differenti ostacoli pos-sano agire sulla possibilità di stabilire un calcolo d i entrata e uscita dei metalli preziosi da uno Stato, e quanto sia insufficente I' autorità doganale sola, a rimediare gli errori che in questo càlcolo possono così facilmente ingenerarsi.

Recentissimi esempi infatti ci assicurano di quanto erronei sieno i calcoli che ci presenta l'amministra-zione doganale in questa materia ; per non citarne troppi, ci limiteremo a q u e s t o : nel primo q u a d r i m e -stre del 1 8 8 2 entrarono nelle casse dello Stato, provenienti dall'estero, circa 5 3 0 milioni fra oro e a r -g e n t o ; eran l e rate scadute del prestito per l'aboli-zione del corso f o r z o s o ; le statistiche doganali c i danno invece per quel periodo di tempo u n i m p o r -tazione di soli 120 milioni e */,. È inutile andare a cercare altre prove dell'insulficenza di q u e s t ' a m -ministrazione a dare un m o v i m e n t o , i cui elementi sono del tutto fuori della sua sfera di azione.

(6)

182 L ' E C 0 N O M I S T A 22 ma,rzo 1885 alla v e r i f i c a . P e r quanto insufficienti, le statistiche

doganali possono tuttavia essere di una qualche uti-lità; esse presentano il limite m i n i m o al di sotto del quale non si può scendere ; a parte questo, che è p u r s e m p r e una guida, si procede al calcolo b a sandosi su altri elementi, rivolgendosi cioè p e r r i -costruire il m o v i m e n t o agli enti da cui esso parte, da c u i si effettua e a cui tende. Questi enti si pos-sono distinguere in t r e grandi c a t e g o r i e ; la prima c o m p r e n d e i centri di spedizione e di a r r i v o defini-tivo dei metalli preziosi, monetali o n o , c o m e , ad esempio, la direzione generale del T e s o r o ; la seconda è formata di quegli enti che sono ad un t e m p o cen-tri di spedizione e di arrivo, e organi di trasmis-sione, c o m e gl'istituti di c r e d i t o ; la terza degli enti c h e sono esclusivamente organi di trasmissione, c o m e la posta, la società di navigazione e le strade fer-rate. Quanto alle s o m m e importate e d esportate da-gli emigranti e q u e l l e c h e sono occasionate dalla marina m e r c a n t i l e , bisogna rinunziare a rendersene conto, o tuli' al più valutarle per presunzione, il che è m e t o d o poco scientifico. Intanto p e r ò dalle denunzie degli enti su citati, dal controllo che può d e r i -v a r e dal paragone delle di-verse denunzio, e m e r c è uno studio non faci'e, anzi complicatissimo, per sce-v e r a r e i duplicati, si p u ò g i u n g e r e certo ad una statistica assai più approssimativamente v e r a , di quella che attualmente ci forniscono l e dogano.

Fatte secondo q u e s t o metodo, le statistiche dell' importazione e d e l l ' esportazione d e i metalli p r e -ziosi negli anni 1 8 8 5 e 1 8 8 4 i n c o m i n c i a n o g i à a dare d e i resultati, e si trovano delle differenze f r a queste e le statistiche d e l l ' a m m i n i s t r a z i o n e doganale: in un m o v i m e n t o g e n e r a l e di 1 2 9 milioni nel 1 8 8 3 si riscontra una differenza c o n qutdlo annunciato dalle d o g a n e di oltre 1 9 milioni ; n e l 1 8 8 4 in u n m o v i m e n t o di 7 5 milioni si riscontra una differenza di oltre 1 8 milioni.

A g i u d i c a r e del n u o v o m e t o d o o c c o r r e c e r t a m e n t e una p i ù lunga esperienza ; intanto è certo c h e esso c o r r o a m a g g i o r i e p i ù sicuri elementi di calcolo, e ci dà conto di una m a g g i o r s o m m a di n u m e r a r i o di quella c h e enuncino i registri delle dogane, il che è sicura prova che i n u o v i elementi tenuti a calcolo, non sono inutili, e che si è fatto u n patto v e r s o 1' approssimazione a d u n v e r o , che s f u g g e per sua natura a q u a l u n q u e certezza di calcolo, e p e l quale bisogna forzatamente accontentarsi solo di una m a g g i o r e approssimazione.

Rivista Bibliografica

Della Bona Giovanni. — Elementi di pedagogia

scien-tifica. — Milano , P i r o l a , 1883.

Q u a n t u n q u e l e qualità fisiche, intellettuali e morali d e l l ' u o m o sieno a r g o m e n t o d i altre scienze, c o m e la fisiologia, la psicologia, l a m o r a l e , ecc., la pedagogia si distinse mai s e m p r e da esse p e r c h è « m e n t r e le scienze surricordate c o n s i d e r a n o l e qualità u m a n e af-fine di scoprire l e l e g g i da cui sono g o v e r n a t e , la p e d a g o g i a , facendo g r a n tesoro d i cosiffatte scoperte, considera l e qualità stesse affine di r i l e v a r e il g r a d o di loro sviluppo nelle d i v e r s e età e nei diversi ambienti; e piglia questo g r a d o c o m e punto di partenza. » Così

l ' A u t o r e , al quale f a c c i a m o una prima osservazione, poi-c h é i n questo lavoretto meditato e d e g n o di attenzione del prof. Della Bona il punto d i partenza ci pare di g r a n d e importanza. E la nostra osservazione è b r e v i s -sima. S e le altre scienze cercano di scoprire le leggi da cui sono governate l e qualità d e l l ' u o m o , non è com-preso in questo studio anche il g r a d o di sviluppo nelle d i v e r s e età e nei diversi ambienti dello qualità stesse? -F o r s e fu questa prima inesalta definizione dell'obietto della pedagogia c h e permise all'autore l o strano pa-r a g o n o s e g u e n t e : « che fa infatti il maestpa-ro appena entra in una s c u o l a ? Misura ad occhio e c r o c e l'attitudine media dei suoi allievi. C h e fa uno Stato r e -lativamente ad u n p o p o l o ? — L a stessa cosa del maestro di scuola : misura ad occhio e c r o c e , i n di-fetto di stromenti di precisione, il livello intellettuale e m o r a l e della massa della popolazione nelle diverse età e piglia n o r m a da ciò per d e t e r m i n a r e la qualità e quantità di cibo digeribile dall'intelligenza degli in-d i v i in-d u i appartenenti a ciascuna età. » — A b b i a m o detto strano questo paragone, perchè altrimenti com-plessi sono i rapporti tra lo Stato e la popolazione! E ancora a dirsi s e sia Io Stato che fa la popola-zione o se questa faccia a sè stessa lo Stato o d il G o v e r n o . A d ogni m o d o sono ancora oscuri i rappòrti r e c i p r o c i tra questi due enti.

Definita la pedagogia, l ' A u t o r e n e rileva lo scopo, c h e sarebbe non soltanto q u e l l o di « p r o m u o v e r e lo sviluppo delle qualità u m a n e in m o d o a r m o n i c o e p r o p o r z i o n a l e , quale risulta dallo studio dell' u o m o considerato i n d i v i d u a l m e n t e , m a quello inoltre di p r o c u r a r e c h e tale sviluppo sia in relazione alla so-cietà ed all'ambiente. » E sta benissimo; se non chè in v e r i t à non c o m p r e n d i a m o c o m e poche r i g h e prima l ' A u t o r e c e r c a n d o quale debba essere il p i ù oppor-tuno « atteggiamento dell'educazione » p e r raggiun-g e r e il suo fine, lo definisca quello: « di mettere in a r m o n i a , in corrispondenza le azioni interne d e l l ' u o m o colle azioni esterne » ed a g g i u n g a che questo « at-t e g g i a m e n at-t o » è in at-termini più generali lo sat-tesso di q u e l l o indicato dal L o c k e « di mettere ciascun u o m o in istato di c o m p i e r e i d o v e r i della sua posizione. » A nostro m o d o di v e d e r e l e tre definizioni implicano tre concetti tra loro molto diversi, c h e l ' A u t o r e ha confusi insieme senza dar loro lo s v o l g i m e n t o n e c e s sario p e r r i c a v a r n e quella identicità che gli è s e m -brata di v e d e r e .

(7)

22 marzo 1885 L' E C O N O M I S T A 183 non solamente vuol distruggere il patrimonio « delle

splendide opere » ma perfino la lingua? — L o Stato del papa nella provincia romana, dove alla scienza v i sostituiva la fede ? — lo Stato in Francia, d o v e il catechismo di M . P . Bert è così diverso da quello Mons. Freppel ? —• E d è proprio tanto necessario l o Stato, quando abbiamo, senza il suo intervento, o con pochissimo suo intervento, gli splendidi esempi d e l -l ' A m e r i c a , de-l-l'Inghi-lterra, de-l-la Germania, mentre per contrario abbiamo l'Italia, la Francia la Spagna con un insegnamento ufficiale e con risultati così meschini?

Ci pensi l'Autore e vegga se la dottrina che egli difende corrisponda a quei principi!, che pure ha esposti nei 111 e I V capitolo.

A . J . D E J O H A N N I S .

Riservandoci di far cenno mano a mano c h e lo spazio c e lo consenta delle pubblicazioni che ci sono pervenute intanto ne diamo un elenco, che d'ora in poi pubblicheremo almeno mensilmente, delle nuove opere che ci saranno inviate.

Morpurgo Emilio. — La Democrazia e la Scuola. — Torino, Rocca, 1885,

Wolleinborg Leone. — U ordinamento delle Casse di

prestiti. — Conferenza. — Verona, Padova,

Dru-cher e Tedeschi, 1881.

P o z z o n i Cesare. — Dazi prolettori o riordinamento

tri-butario ? — Firenze, Cellini, 1880.

P a r o d i J. — Progetto per la costituzione di una Cassa

nazionale di previdenza sotto forma di società coo-perativa. — Roma, 1884.

L a v o l é e René. — Les classes ouvrières era Europe. — Paris, Guillaumin, 1884.

L u z z a t t i I. — Bei privilegi e delle ipoteche. — Torino, Unione tip. ed., 1884.

Gobbi Ulisse. — Gli infortuni del lavoro. — Milano, Zanaboni, 1883.

Marescotti Angelo. — L'Economia sociale e V

espe-rienza. — Roma, Loescher, 1884.

V a d a l a Papaie G. — Darwinismo naturale e

Darwini-smo sociale. — Roma, Loescher, 1883.

Della Bona Giovanni. — Dei principali fattori per la

soluzione del problema sociale. — Udine,J?eitz. 1884.

V a d a l a Papale G. — Gli ospedali ed il Darwinismo. — Roma, Forzarli, 1884.

Noal Octave. — Etude sur la question financière de la

France. — Paris, Guillaumin, 1881.

L u z z a t t i G. — Della moneta ideale nei suoi rapporti

colla moneta reale in circolazione in un paese. —

Venezia, Antonelli, 1884.

L u z z a t t i Luigi. — Il credito popolare e agrario nel

mezzogiorno e la missione dei Banchi di Napoli e di Sicilia. — Napoli, Morano, 1884.

De L u c a C a r n a z z a L . — Il Gabinetto e le

amministra-zioni centrali dello Stalo. — Catania, Pastore, 1884.

V a n n i Icilio. — Lo studio comparativo delle razze

infe-riori. — Perugia, Santucci, 1884.

Maglione Giovann'. — Sulla educazione. — Reggio Emi-lia, 1884.

L i o y Diodato. — Della filosofia del diritto. — Napoli, Jovene, 1884.

Cuturi T o r q u a t o . — Le corporazioni delle arti nel

Co-mune di Viterbo. — Roma, 1883.

Del Giudice Pietro. — Il censo dei popoli e le scienze

politico sociali, in azione politico amministrativa. —

Lagonegro, 1883.

Du M e s n i l - M a r i g n y . — L'Economie politique devenue

science exacte. — 4a Edizione. — Paris, Plon, 1883.

V i e t i A . — Il debito pubblico nelle provinole che hanno

formato il primo regno d'Italia. — Milano,

Qua-drio, 1884.

La Banca Nazionale del Belgio

Il Governatore della Banca Nazionale del Belgio ci ha inviato la relazione del Consiglio di ammini-strazione sulle operazioni dell'istituto durante il 4884. E c c o n e l'analisi.

Il tasso m e d i o dello sconto fu nel 1 8 8 4 del 3 , 3 2 per cento. Nell'anno precedente era stato di 5,60 2/3 por 100.

L ' ammontare degli effetti sul Belgio scontati nel 1884 raggiunse la cifra di fr. 1,660,275,833,30 cioè maggiore di f r . 7,862,528,45 a quella raggiunta nel 1883.

Nelle agenzie della Banca furono scontati 1,611,460 effetti per la somma di fr. 9 7 4 , 5 5 6 , 4 6 3 , 1 7 ; nella succursale di Anversa 136,350 effetti p e r la cifra di 2 8 1 , 5 7 1 , 2 9 5 di franchi: e nella sede a B r u x e l -les furono scontati 901,230 effetti del valore di fr. 404,148,104,50.

Nella cifra totale degli sconti le operazioni delle agenzie rappresentano il 5 9 O / o ; quelle delle s u c -cursali il 17, e quelle di Bruxelles il 2 4 per cento.

Gli effetti pagabili a Bruxelles ascesero a fran-chi 339,429,090,08; nelle agenzie a 1,091,465,491,05; negli uffici postali a f r . 2 2 9 , 3 8 0 , 2 8 2 , 1 7 .

La scadenza media degli effetti scontati f u di 4 5 giorni ; l'importo mediò degli effetti accettati di fr. 1,949,34 e quello degli effetti non accettati di fr. 321,65. Il 2 gennaio lo sconto giornaliero raggiunse la cifra la più elevata clic fu d i ' f r . 17,507,003,66. Nel 1884 il portafoglio ricevè 2,649,050 effetti sul B e l g i o rappresentanti una somma di f r a n -chi 1,660,275,863,50 e 21,976, effetti sull'estero per il valore di f r . 4 4 1 , 5 0 7 , 3 3 3 e 3 6 centesimi. L ' a m m o n t a r e totale degli sconti si elevò a 2,671,016 effetti per una somma di 2,071 milioni 6 8 3 mila 2 1 8 f r . e 8 6 centesimi.

La Banca nel 1884 ricusò 5,479 effetti cioè 2 3 3 più che nel 1 8 8 3 perchè non riunivano le c o n d i -zioni volute dallo statuto. Essi rappresentavano un capitale di 6,103,178 f r . e 2 6 centesimi.

Il prodotto netto dello sconto dei valori belgi si elévò a 5 , 8 0 5 , 7 6 2 f r . e 4 5 centesimi e il prodotto totale dell'esercizio del 1 8 8 4 a 7,537,291 f r . e 9 0 centesimi.

Durante 1' ultimo esercizio gli effetti per incasso provenienti dai portafogli della' Banca, e dal porta-foglio belga della Cassa di risparmio ammontarono a 2,677,228.

Gli effetti pagati a domicilio a Bruxelles r a g -giunsero la cifra di 2 9 8 , 6 4 4 per un valore di fran-chi 163,981,489 e 6 7 centesimi.

Gli effetti non pagati p e r i quali bisognò ricor-rere ai cedenti si repartirono c o m e s e g u e :

(8)

184 L ' E C O N O M I S T A 22 marzo 1885 L e dichiarazioni rappresentano l ' i , 5 6 p e r 1 0 0 del

n u m e r o degli effetti non pagati, i protesti il 9 0 , 4 3 e gli effetti senza spesa I" 8,01 per cento.

In provincia p e r dichiarazione 3,180 effetti per un importo di fr. 6 9 1 , 4 8 2 ; per protesto 36,325 per la somma di fr. 9 , 9 0 7 , 0 6 3 e 2 3 centesimi e senza spese 13,100 per l'aumento e di f r . 858,263,12

L e dichiarazioni rappresentano il 6,04 per cento del numero degli effetti non pagati ; i protesti il 6 9 , 0 5 e g l i effetti senza spesa il 24,91 per cento.

Durante l'esercizio 1884 le anticipazioni sopra fondi pubblici raggiunsero la somma di fr. 3 6 , 8 7 1 , 6 0 0 a Bruxelles, 4,974,200 in Anversa e 11,313.000 nelle agenzie. I prestili o anticipazioni i n corso il 3 1 dicembre si elevavano alla cifra di fr. 11,313,000.

Gli interessi al netto percepiti ammontarono a fr. 529,470,10.

A l 1 ° gennaio 1 8 8 4 la Banca possedeva metalli preziosi in v e r g h e e in monete estere per un i m -porto di fr. 1 0 , 1 3 5 , 2 5 8 , 0 4 ; n e comprò nel corso dell' anno p e r f r . 4 , 2 4 0 , 2 5 2 , 2 5 e n e v e n d è p e r fr. 5,725,849,84 sicché alla fine del 1 8 8 4 lo stock dei suoi metalli preziosi ascendeva alla somma di fr. 8,649,660,45.

L a cassa della Banca al 31 dicembre dello scorso anno comprendeva :

M o n e t e d'oro f r . 5 7 , 2 8 3 , 6 3 0 , 0 0 Pezzi da 5 franchi in argento » 21,224,000,00 Moneta spicciola e di rame » 8,838,207,20 Metalli preziosi . . . . » 8,649,660,45

Totale metallico . . . f r . 9 6 , 5 5 5 , 4 9 7 , 6 5 A g g i u n g e n d o a questa cifra i biglietti di Banca per l'ammontare di f r . 106,598,190, gli effetti sca-duti e g l i effetti all' incasso in conto corrente p e r l ' i m p o r t o di fr. 3,687,890,93 si ottiene la cifra portata in bilancio al 31 dicembre 1 8 8 4 di fran-chi 236,821,578,58.

La bilancia dei conti correnti figura al passivo del bilancio per la cifra di fr. 73,950,389,73.

Il m o v i m e n t o riunito d e i conti correnti partico-lari a Bruxelles, in Anversa e nelle 1 3 agenzie o v e questo servizio funziona si è elevato nel 1 8 8 4 a franchi 7,264,327,467,65 e f u inferiore di f r a n -chi 642,009,967,65 a quello d e l 1883.

L e riscossioni effettuate nel 1 8 8 4 p e r conto del Tesoro raggiunsero I' importo di f r . 835,397,176 e i pagamenti a f r . 3 4 0 , 5 0 4 , 9 2 4 , 5 9 . Si ebbe così un m o v i m e n t o generale di f r . 1,675,902,098,28. N e l 1 8 8 3 era slato di f r . 2,033,761,456,25.

Il saldo del conto del T e s o r o era al 5 1 dicem-bre 1 8 8 4 di f r . 34,519,646,47 1/2.

Gli accreditamenti consegnati a Bruxelles e nelle agenzie furono in n u m e r o di 2 4 9 , 8 3 0 per un importo di fr. 7 0 4 , 4 6 2 , 5 1 8 , 1 2 .

I fondi pubblici di proprietà della Banca avevano alla fine del 1 8 8 4 un valore di fr. 4 9 , 9 5 3 , 7 5 3 c o n -tro 49,757,175 alla fine del 1883.

II conto dei biglietti al portatore figura n e l b i -lancio per fr. 4 6 4 , 3 6 0 , 0 0 0 ; di questi fr. 1 0 6 , 5 9 8 , 1 9 0 essendo nelle casse, 1' ammontare d e i biglietti in circolazione era alla fine di dicembre del 1 8 8 4 di fr. 357,761,810. Alla fine d e l 1 8 8 3 e r a stato di fr. 357,611,140.

L a media generale d e i biglietti in circolazione durante il 1 8 8 4 f u di f r . 3 4 1 , 5 4 9 , 3 6 0 contro 3 3 6 , 6 1 9 , 5 0 0 nel 1 8 8 3 .

Il passivo della Banca esigibile dai terzi al 51 d i -cembre comprendeva i biglietti di banca in circo-lazione per la somma di f r . 357,781,810 e il saldo creditore dei conti correnti p e r f r . 73,950,389,73 e l'attivo disponibile indipendentemente dai fondi pubblici della Banca e della riserva in tutto f r a n -chi 67,826,058,16 ascendeva a fr. 489,152,264.95, e si componeva dell' incasso metallico, degli effetti scaduti, del portafoglio, e dei prestiti sui fondi pubblici.

I benefizi realizzali al 1° semestre ascesero a fi-. 4,692,057,71 dando così u n dividendo di fr. 5 8 per azione; e nel 2 ° semestre ammontarano a fr. 3,728,311,02 con un dividendo per conseguenza di f r . 5 4 e quindi in tutto l'anno un utile netto per azione di f r . 112, ai quali aggiungendo la parte dell'azione n e l l ' a u m e n t o della riserva di fr. 14,48 il proibito netto di ciascuua azione raggiunse la cifra di fr. 126,48.

La parte dello Stato n e i benefizi f u di fran-chi 1,205,092,18, e quella attribuita alla riserva di fr. 724,258,11. Quest'ultima al 31 deoembre d e l -l' anno scorso raggiungeva la somma di fran-chi 18,207,198,54.

Nel 1884 il Tesoro ha ricevuto f r . 2 , 0 6 1 , 6 9 2 , 5 9 . Se si aggiunge a questa cifra il prodotto d e l suo portafoglio si ottiene un totale di fr. 2,968,761,59.

11 corso legale dei biglietti delle Banche di emissione

In seguito alle ultime nuove rappresentanze pel cambio degli istituti di emissione, al 2 8 febbraio avevano corso legale i biglietti:

Della Banca Nazionale nel Regno, in tutte le Provincie, meno in quella di Grosseto;

Del Banco di Napoli, in tutte le provincie, meno in quelle di Arezzo, Ascoli Piceno, Grosseto, P e -rugia, Ravenna e S o n d r i o ;

Della Banca Romana, nelle provincie di R o m a , P e r u g i a , Napoli, Ancona, Aquila, Milano, Genova, Torino, Alessandria, Cuneo, N o v a r a , Bologna, M o -dena, Ferrara, P e s a r o - U r b i n o , Ravenna, Macerata e F o r l ì ;

Della Banca Nazionale Toscana, nelle sette p r o v i n c i e della Toscana ed i n quelle di Massa, B o l o -gna, Genova, Milano, T o r i n o , Modena, F o r l ì , Ancona, Padova, Ravenna, Perugia, Ferrara, Venezia, R o -v i g o , Udine, V e r o n a , Belluno, Vicenza e T r e -v i s o ; Della Banca Toscana di Credito, in tutta la T o -scana ;

D e l Banco di Sicilia, in tutta l'isola e nelle provincie di R o m a , Milano, Napoli, A v e l l i n o , Bari, C a -serta, Clueti, Catanzaro, Cosenza, Foggia, L e c c e , Potenza, R e g g i o - C a l a b r i a , Salerno, Firenze, T o r i n o , Genova, Venezia, Cagliari, Sassari, Massa Carrara e T e r a m o .

Devesi però aggiungere che quanto prima i b i -glietti della Banca Nazionale avranno corso legale anche in Grosseto, essendo avviate le trattative col M o n t e dei Paschi di Siena p e r una rappresentanza del cambio. I n tal modo i biglietti della Banca N e -zionale avranno corso legale in tutto il regno.

(9)

22 marzo 1885 L ' E C O N O M I S T A 185 P e r u g i a , p e r cui solo in quattro provincie non avrà

c o r s o legale, cioè ad A r e z z o , Grosseto, R a v e n n a e Sondrio.

Si aprono pure in marzo le rappresentanze d e l Banco di Sicilia a Cuneo, A n c o n a , A s c o l i - P i c e n o , Bell uno, V i c e n z a , T r e v i s o , R o v i g o , Padova e P e r u g i a .

Il Banco di Sicilia avrà quindi c o m p l e s s i v a m e n t e il corso legale in 3 8 provincie, cioè p i ù della metà delle provincie d e l regno.

Di alcuni consumi in Italia e all'estero

Dalla p r e g e v o l e relazione d e l Direttore G e n e r a l e delle Gabelle t r o v i a m o secondo i l Gorz quale s a -rebbe, in base ai dati del 1883, il consumo dello zuc-chero per abitante nei diversi stati civili :

Gran Bretagna chil. 27. 82 per abitante

Ruinenia 2 14. 13 2 Danimarca 2 13. 50 2 Francia 11.23 2 Svizzera 9. 93 2 Paesi Bassi » 8. 47 2 Germania 2 8.10 2 Svezia 2 7. 97 2 Lussemburgo 2 7.30 2 Belgio 2 6. 75 2 Austria Ungheria 2 5. 98 2 Norvegia 2 5.51 2 Turchia e Bulgaria 2 3. 60 2 Russia 2 3. 48 2 Finlandia 2 3.47

»

Portogallo 2 3.40 2 Italia » 3. 20 2 Spagna 2 2.95 2 Grecia 2 2. 10 2 Serbia 2 1.90 2 Montenegro 2 0. 29 2

E d il consumo del caffè secondo N e u r n a n n S p a l -lart sarebbe :

Paesi Bassi Belgio Stati Uniti Norvegia

Colonia del Capo Svizzera

Svezia Danimarca

Impero Germanico Francia

chil. 7. 20 per abitante 4.34 » » 3. 66 a » 3.53 » » 3.50 » 3.01 » 2.66 2 2 2.45 2 2. 29 1. 45 e poi v e r r e b b e r o c o n quote m i n o r i , l ' A l g e r i a , l ' A u -stria U n g h e r i a , la Grecia, la repubblica argentina e quindi l'Italia che darebbe una quota d i chil. 0 . 3 3 8 per ogni abitante. 11 Portogallo, la Gran Brettagna, il Canadà, la Spagna, la Rutnania, la Russia, stanno al disotto dell'Italia.

Il c o n s u m o dall' alcool sarebbe dato i n v e c e dalle seguenti cifre : Danimarca Germania Russia Svizzera Austria Ungheria Baden Belgio O l a n d a

litri 11.50 per abitante 2 9.60 2 7.50 » 7.40 2 > 7.00 2 7.00 2 2 5.75 2 5.50 Francia Svezia Baviera Wurtemberg Gran Bretagna Norvegia Italia

litri 5. 00 per abitante 4.50 2 2 3.70 2 2 3.40 2 2 3.00 2 1.90 2 1.04

La nostra tassa è di 1 0 0 lire p e r ogni ettolitro di alcool anidro ; nella Gran Bretagna è di L . 477 per e t t o l i t r o , negli Stati Uniti di 2 4 5 lire, nell' Olanda di 2 3 9 , in F r a n c i a di 1 3 6 , in Russia d i 130, nel B e l g i o di 1 2 8 , nella Svezia di 112.

Il valore dell'argento ed il prezzo del grano

A l l o r c h é alla Camera francese si discusse l ' a u mento d e l dazio sui g r a n i , u n oratore M . d e S o u b e y r a n , c e r c ò di dimostrare l'influenza d e l d e p r e z -zamento dell' argento sul prezzo del grano. A tale oggetto riportiamo dal ParisBourse a titolo di c u -riosità il seguente calcolo :

Il grano indiano si v e n d e v a a B o m b a y v e r s o la fine di febbraio a 3 rupie e s e i annas p e r c w t , prezzo assai basso al disotto d e l quale 1' e s p o r t a zione d i v e n t e r e b b e impossibile. Ora 3 rupie e 6 a n -nas per c w t rappresentano 6 r u p i e e 3/8 per 1 0 0 chi-l o g r a m m i c h e achi-l cambio attuachi-le di circa 2 franchi p e r rupia danno 1 3 f r . e 2 5 centes. p e r 1 0 0 c h i

-l o g r a m m i . A g g i u n g e n d o a questa cifra i-l n o -l o , - l'as-sicurazione, l'interesse perduto, le commissioni e c c . p e r la somma di 4 franchi n e v i e n e c h e il g r a n o imbarcato a B o m b a y costa a Marsiglia 1 7 f r . e 2 5 p e r cento c h i l o g r a m m i . S e , a g g i u n g e il

Paris-Bourse, la coniazione dell' argento fosse libera i n

F r a n c i a , a v v e r r e b b e che il c a m b i o indiano risalirebbe a l m e n o a f r . 2 , 3 7 per rupia, parità intrinseca della rupia di fronte al pezzo d i 5 franchi p u r tenendo conto della spesa di monetazione, e degli interessi perduti durante il v i a g g i o . I n tal caso 3 rupie e 6 annas p e r c w t a R o m b a y rappresenterebhero 1 5 fr. e 7 0 centes. ogni 1 0 0 chil. ai quali a g g i u n g e n d o la spesa che sopra p e r 4 franchi, il g r a n o i n d i a n o v e r r e b b e a costare a Marsiglia fr. 1 9 e 7 0 al q u i n -tale. In altri termini u n a u m e n t o di 4 5 centesimi per rupia rappresenterebbe 3 franchi p e r quint. cioè a dire 1' a u m e n t o esatto del dazio s u i grani c h e è stato r e c e n t e m e n t e votato dalle C a m e r e francesi. E da questo calcolo che a b b i a m o riportato, il

Paris-Bourse n e trae queste c o n s e g u e n z e : c h e è inesatto

il dire c h e non esiste alcun rapporto fra la riabi-litazione dell'argento e l'esportazione dei grani dalle I n d i e e che il deprezzamento dell'argento è uno dei fattori d e l ribasso dei grani quanto il buon m e r -cato della m a n o d'opera straniera e l e altre cause c h e c o n c o r r o n o i n F r a n c i a a f a r ribassare il prezzo dei cereali.

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

( S i t u a z i o n i a l 28 f e b b r a i o 1885)

Banca popolare di Oderzo. — Capitale v e r s a t o

(10)

186 L ' E C O N O M I S T A 22 marzo 1885 S o v v e n z i o n i con buoni agrari L . 1 8 , 5 2 0 ; S o f f e r e n z e

L . 6 , 6 7 3 ; Entrate L . 7 , 4 6 9 ; Spese L . 7 , 0 9 0 .

Società Cooperativa Popolare di Mutuo Credito in Cremona. — Capitale L . 2 , 2 1 1 , 8 6 4 ; R i s e r v a

L . 8 3 2 , 0 0 0 ; Conti correnti L . 1 7 , 1 7 4 , 2 2 9 ; C r e -diti disponibili L . 1 7 4 , 8 0 6 ; Creditori d i v . L . 5 8 , 8 7 7 ; P o r t a f o g l i o L . 3 , 9 3 5 , 9 3 3 ; Mutui ipotec. L . 2 , 8 7 9 , 9 0 4 ; Anticipazioni L . 4 1 0 , 4 8 3 ; Beni stabili L . 6 6 , 1 6 2 ; V a l o r i p u b b l i c i ; L . 1 2 , 7 1 0 , 1 3 0 ; S o f f e r . L . 0 0 , 0 0 ; E n t r a l e L . 7 2 , 5 3 7 ; Spese L . 1 1 8 , 8 9 5 .

Banca popolare di Vicenza. — Capitale versato

L . 1 , 0 1 9 , 1 9 0 ; R i s e r v a L 5 6 1 , 0 7 3 ; Conti correnti L . 5 , 6 0 4 , 4 8 8 ; P o r t a f o g l i o L . 3 , 1 3 1 , 7 2 6 ; A n t i c i p a zioni L . 1 0 7 , 6 3 9 ; M u t u i ipotec. L . 2 6 0 , 6 9 2 ; I m -mobili L . 7 1 , 0 8 8 ; Valori pubblici L . 3 , 0 2 4 , 1 9 6 ; S o f f e r . L . 1 5 , 6 8 3 ; Entrate L 6 0 , 1 7 ; Spese L i -r e 4 4 , 8 7 9 .

Banca mutua popolare in Cajazzo. — Capitale

versato L . 5 0 , 0 0 0 ; Riserva L . 4 4 , 4 9 2 ; Accettazioni cambiarie L . 2 6 0 , 0 0 0 ; Conti correnti L . 3 4 4 , 4 2 9 ; P o r t a f o g l i o L . 2 0 9 , 6 8 3 ; V a l o r i L . 0 1 , 6 1 7 ; Mutui L . 2 1 , 4 7 1 ; E n t r a l e L . 4 , 5 9 3 ; Spese L . 2 , 5 8 4 .

Banca di depositi e prestiti inS. Sofia. —

Capi-tale vers. L . 1 1 3 , 0 5 0 ; Riserva L . 2 1 , 8 4 7 ; Conti corr. L . 5 5 , 0 1 4 ; R i s p a r m i o L . 4 1 2 , 2 4 9 ; Buoni frut-tiferi L . 8 0 , 9 4 9 ; P o r t a f o g l i o L . 2 7 0 , 4 4 9 ; V a l o r i L . 5 5 , 1 3 8 : Soffer. L . 1 , 5 3 5 ; Debitori L . 5 0 , 0 0 5 ; Entrate L . 3 , 6 5 4 ; S p e s e L . 6 3 6 .

Baca popolare cooperativa di Savignano di Ro-magna — Capitale versato L . 1 0 0 , 0 0 0 ; R i s e r v a

L . 3 7 , 9 9 4 ; Co_,ti correnti L . 2 0 6 , 7 0 6 ; R i s p a r m i o L . 1 0 2 , 6 0 7 ; Portaf. L . 3 1 5 , 4 5 9 ; Valori L . 4 7 , 1 2 5 ; Debitori L . 8 6 , 6 6 1 ; S o f f e r . L . 1 3 , 6 7 8 ; Entrate L . 7 , 2 4 2 ; Spese L . 2 , 4 1 9 .

Banca matita popolare di Verona — Capitale

vers. L . 3 5 8 , 8 8 4 ; R i s e r v a L . 3 3 , 9 8 3 ; Conti correnti L , 2 , 3 3 7 , 8 0 0 ; P o r t a f . L . 2 , 2 4 6 , 7 9 9 ; Anticipazioni L . 2 1 , 0 1 5 ; V a l o r i L . 3 2 0 , 0 4 6 ; S o f f e r . L . 3 , 7 4 7 ; E n t r a t e L . 3 6 , 8 6 9 ; Spese L . 2 2 , 7 1 6 .

Banca mutua popolare di Trapani. — Capitale

vers. L . 3 2 0 , 6 2 7 ; R i s e r v a L . 7 , 5 1 0 ; Conti correnti L . 4 2 7 , 9 6 0 ; Rispar. L . 1 5 5 , 9 3 8 ; Portaf. L . 8 2 7 , 7 0 8 ; Buoni del T e s o r o L . 3 0 , 0 0 0 ; A n l i c i p . L . 4 6 , 4 5 2 ; Entrate L . 2 2 , 7 5 7 ; Spese L . 6 , 9 7 2 .

Banca mutua pdpolare cooperativa di Vittorio.

— Capitale vers. L . 9 5 , 4 0 0 ; Riserva L . 4 5 , 3 9 9 ; Rispar. L . 5 6 7 , 5 6 8 ; Buoni fruttif. L . 33,274 ; P o r -tafoglio L . 4 3 8 , 2 4 6 ; Anticip. L . 4 2 , 9 9 4 ; Debitori L . 2 8 , 8 4 7 ; V a l o r i pubb. L . 1 2 9 , 9 3 6 ; S o f f e r e n z e L . 6 , 6 5 0 ; E n t r a l e L . 8 , 6 1 3 ; S p e s e L . 2 , 5 0 3 .

CRONACA DELLE CAMERE DI COMMERCIO

C a m e r a di C o m m e r c i o di Napoli. — Nella tor-nata d e l 2 0 febbraio la rappresentanza c o m m e r c i a l e di Napoli approvò la seguente relazione con incarico alla Presidenza di trasmetterla a Sua Eccellenza il Ministro di agricoltura e c o m m e r c i o .

Già da parecchio u n g r u p p o di banchieri di N e w -Y o r k chiedeva al G o v e r n o italiano una specie d i a p p o g g i o morale p e r stabilire i n quella città un

Isti-tuto di C r e d i t o Italiano, a n o m e ltalian Trust

Com-pany ; ma le istanze furono abbandonate, p e r c h è il

G o v e r n o non prese nessuii p r o v v e d i m e n t o . L e richie-ste son rinnovate o g g i a n o m e e p e r conto di altri interessati; n e caldeggia la f a v o r e v o l e accoglienza il Console g e n e r a l e italiano a N e w - Y o r k , c h e dà le più solide informazioni sul conto dei promotori.

L ' I s t i t u t o elio a v r e b b e carattere pubblico e s a -r e b b e o-rganizzato secondo le leggi di quello Stato, si propone accettare depositi di danaro pagabile a vista con o senza intere.sse, fare s'onti e prestiti garantiti, anticipare su merci i n v i a g g i o o i n depo-silo, pagare e d esigere iti Italia, fissare le quotazioni sui cambi, cosa o r a interamente ignorata fra l'Italia 0 g l i Stali Uniti.

1 promotori d o m a n d a n o : — al G o v e r n o italiano di prendere l'Istituto sotto il suo patrocinio, a f f i -dando ad esso tutte le operazioni g o v e r n a t i v o c h e richiedono l ' i n t e r v e n t o b a n c a r i o : — a ' p r i n c i p a l i stabilimenti d i credilo italiano che v o g l i a n o tenerlo per loro rappresentante: — alle C a m e r e di c o m m e r -c i o italiane di v o l e r l o r i g u a r d a r e -c o m e una spe-cie di agenzia c o m m e r c i a l e .

P o i c h é è il ministero d e l c o m m e r c i o c h e r a c c o -manda al nostro esame la richiesta, vuol dire che il G o v e r n o non è alieno d a ! c o n c e d e r e da sua parte l e invocate concessioni; tanto p i ù che i promotori del-l'Istituto v o r r e b b e r o che il nostro Console g e n e r a l e partecipasse alla Direzione e d A m m i n i s t r a z i a n e della Società c o m e m e m b r o ex officio, quasi qual sindaco, senza responsabilità peeunaria. L e Banche, in tali condizioni, non m a n c h e r a n n o di certo di entrare i n rapporti con l ' I s t i t u t o , di c u i si v a g h e g g i a la costi-tuzione. I n quanto alle C a m e r e d i c o m m e r c i o , esse n o n d o v r e b b e r o a v e r e difficoltà di aderire i n m a s -sima all' istanza, tanto p i ù che c i ò non implica p e r esse n è dispendio n è responsabilità.

Circoscritto il servizio, c h e i Collegi camerali potrebbero r e n d e r e , alla somministrazione di dati di fatto, di notizie, d ' i n f o r m a z i o n i obbiettive, si tratte-r e b b e di adetratte-ritratte-re a v o l e tratte-r fatratte-re c i ò che, a l m e n o p e tratte-r quel c h e ridette la nostra C a m e r a , noi abbiamo consuetudine di fare, iti condizioni analoghe alla presente. E p p e r ò , in tesi generale, non è dubbio che il nostro Collegio debba f a r voti p e r l ' a t t u a z i o n e dell'accarezzato p r o g e t t o ; salvo, quando esso sia at-tuato, a disciplinare le modalità e le condizioni dei rapporti ohe s i a m o invitati a stringere c o n la ltalian

Trust Company

C a m e r a di C o m m e r c i o di Catania. — Nella riunione del 2 0 febbraio v e n n e approvata la r e l a zione dei delegati a! Congresso delle C a m e r e di c o m -m e r c i o siciliane i n P a l e r -m o . D a quella relazione stralciamo alcuni d e i punti p i ù importanti affinchè 1 nostri lettori conoscano l o scopo di quel Congresso, e l e deliberazioni che v i si presero.

C i ò che p i ù travagliava, una parte notevole della opinione pubblica iti Sicilia e r a la differenza tra le tariffe f e r r o v i a r i e dell' isola e q u e l l e del continente.

Ciò che p i ù chiedevasi c o n insistenza era il p a -r e g g i a m e n t o delle ta-riffe e delle condizioni d i t-ras- tras-porto delle f e r r o v i e siciliane coti le tariffe e condi-zioni di trasporto delle f e r r o v i e continentali. E c i ò chiedevasi in n o m e d e l l ' u g u a g l i a n z a e della giustizia distributiva.

(11)

22 marzo 1885 187 perchè a tutti apparve evidente che senza T unanime

adesione di tutti, i voti del Congresso non avrebbero avuto grande importanza, non si trascurò, pur t e -nendo di mira il principio fondamentale della parità di trattamento, di eseguire un esame particolareggiato delle tariffe per vedere quanto questo pareggiamento reclamato fosse giusto e conveniente alla Sicilia. E da questo esame, che f u fatto senza passione e con animo deliberato di tutelare gl'interessi di tutte le provincie Sicule, si riconobbe unanimemente, che non sarebbe stato possibile estendere tali e quali sono alla Sicilia le tariffe speciali e locali del c o n -tinente, senza aggravare immensamente una quantità considerevole di trasporti a breve distanza e a pic-cola velocità, a cagione del dritto fisso, che nel Con-tinente è molto elevato, mentre in Sicilia è ridotto al meno possibile. Egli è ben vero che il dritto fisso elevato rappresenta la spesa di carico e searico della merce, che in questi casi vien fatta d a l l ' A m -ministrazione delle ferrovie, ma in sostanze esso riducesi ad un aggravio forte, perchè gli speditori, anche quando l'amministrazione si è obbligala, tro-vano più comodo e più spedito di farlo a loro spese.

Così si dovette necessariamente richiedere che per la Sicilia attesta la brevità delle percorrenze, fossero alquanto più elevati i diritti proporzionali tenendo fermo a cent. 20 il ditto fisso.'

Notizie economiche e finanziarie

Situazione delle Banche di emissione

(iu milioni)

Banca Toscana di Credito

31 g e n . 28 f e b . d i f f e r . Cassa o riserva.. L . 5,8 6,0 -f" 0,2 Portafoglio 3,8 4,0 ri-Anticipazioni 3,2 1,8 — (Capitale 10,0 10,0 'Massa di rispetto. 4,1 4,1 j Circolazione... 14,4)-, . 13,5) - „ c ! Altri debiti a rista... 0) ' 0) i ó' ° ~

Banca Romana 31 g e n a . 20 f e b b . ( Cassa e riserva L . 22,0 21,5 1 Portafoglio 30,4 30,0 ( Anticipazioni.... 0,1 0,1 ( C a p i t a l e 15,0 15,0 1 Massa di rispetto 3,0 3,0 1 Altri debbi a usta 1,1) ' 1,1) '

Banca Nazionale Toscana

31 g e n n . 28 f e b b Cassa e riserva . L. 33,8 35,4 Portafoglio 29,2 27,4 Anticipazioni 0,3 0,3 (Capitale L . 30,0 30,0 ) Massa di rispetto. 3,2 3,2 ) Circolazione.. 62,4) ftq - 63,7),,, „

i Altri debbi » rista.. 0,7) O ^4' ^

0,2 1,4 0,9 d i f f e r . — 0,5 - 0,4 — 3,3 d i f f e r . + M — i , s + L i Banco di Sicilia 20 f e b . 28 f e b . d i f f e r . ( Cassa e riserva... L . 36,7 32,1 — 4,6 | Portafoglio 25,9 25,4 — 0,9 ( Anticipazioni 3,6 3,7 + 0,1 ( C a p i t a l e . , 12,0 12,0 — Massa di rispetto . . . . 3,0 3,0 — Circolazione. 40,5 | „ B 42,3 j „ , 2 (.

t Altri deb. a vista 31.0 ) ' 31,8)

Banca di Francia 12 m a r z o 19 m a r z o d i f f e r . (Incasso metallico Fr. 2,050,2 2,061,6 - f 11,4 AttlVO {Portafoglio 838,5 811,0 - 27,5 (Anticipazioni '280,2 277,2 — 3,0 n,„im(Circolazione 2,907,5 2,885,7 - 21.8 M 0 (Conti correnti 397,4 324,7 + 27,3

Banca dai Paesi Bassi

7 m a r . 14 m a r z o d i f f e r .

Incasso metallico Fior. 124,1 126,4 2,3 Portafoglio 47,6 46,9 — 0,7 Anticipazioni 42,2 42,2 — .(Circolazione 187,3 185,4 — 1,9 'I Conti correnti 8,6 11,5 + 8,9

Banca Imperiale di Germania

28 f e b b . 7 m a r z o d i f f e r .

Hi!,,„( Incasso metallico... St. 28,9 28,8 — 0,1 ™ (Portafoglio e anticipa?,. 20,2 19,9 - 0,3

„„„( Circolazione 34,1 33,6 — 0,5

m( Conti correnti 12,2 11,9 - 0,3

Banche associate di Nuova York.

28 f e b b . 7 m a r z o d i f f e r .

Incasso metallico Steri.. 20,3 20,7 - f 0,4 Portafoglio e anticipaz... 59,7 60,4 0,7

Circolazione 2,1 2,2 + 0 , 1 Conti correnti 70,1 70,7 + 0,6

Banca nazionale del Belgio

5 m a r z o 12 m a r z o d i f f e r . Incasso metallico Fr.103,4 102,2 — 1,2 Portafoglio 281,0 277,4 — 6,6 Anticipazioni 10,5 10,5 — Circolazione 341,4 341,0 — 0,4 Conti correnti. . . . 70,9 62,3 — 8,6 Banca Austro-Ungherese 7 m a r z o 15 m a r z o d i f f e r .

Incasso metallico Fior. 199,6 199,3 — 0,3 Portafoglio 112,7 111,7 — 0 , 1 Anticipazioni 25,1 23,9 — 1,2 Circolazione 342,6 340,5 — 1,9

Conti correnti 85,9 86,2 4 " ° i3

Banca d'Inghilterra ( 1 2 marzo).

Aumentarono: i conti correnti del Tesoro di line 460,070; i conti correnti particolari di ster-line \ ,252,447 ; i fondi pubblici di st. 6 0 0 , 0 0 0 ; il portafoglio e le anticipazioni di st. 208,784 ;

Riferimenti

Documenti correlati

R im ane la quistione del necessario aum ento dei capitali im piegati nelle ferrovie. H ertzka dettero luogo ad una lunga ed interessantissim a discussione in seno

— Nella riu­ nione del 5 0 ottobre nominava una commissione in­ caricata di studiare e riferire su vari documenti ri­ guardanti il bilancio preventivo del 1 8

Camera di commercio di Mantova. la parte della linea percorsa all’andata, quanto per quella di ritorno applicarsi la tariffa speciale d i cui l’art.. Fino da lunedi

Se John Bright sente il bisogno di ribadire le sue antiche convinzioni in un paese dove l'Economia politica si sa tanto bene, perchè non sentiremmo questo bisogno noi nel

La Camera ha terminata completamente la discus- sione del Capitolato approvando anche l'art. 40 e quello 4 1 ; e procedendo, abbastanza sollecitamente, ha anche approvate

Però da questo breve cenno sulla situazione delle Banche popolari ci pare si possa dedurre come pro- gredendo nel loro sviluppo esse tendano ad affari che sempre più mancano

Benché ciò sia cosa da dare gran pensiero ai proprietari e agli affìttuali, all'amministrazione cen- trale come a quelle locali, pure non si può dire che sieno del tutto ingiuste

» Y a riconosciuto adunque che la lotta per l'esistenza non sempre adduce in società alla sopravvivenza dei mi- gliori, come allorquando (ad esempio) la vittoria dipenda