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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.12 (1885) n.584, 12 luglio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SC IE N Z A ECONOM ICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R I V A T I

Anno III - Voi. XVI

Domenica 12 Luglio 1885

N. 581

GLI A P P A LT I E GLI OPERAI

Il fatto che la im presa per la nettezza pubblica a Rom a ha volu to m utare alcune condizioni, che ri­ guardano la m erced e dei suoi dipendenti, ha solle­ vata tra i giorn ali della capitale qualche discussione, e ha dato argom ento alla Tribuna di lam entare che non sia stata presentata al Parlam ento una propo­ sta di legge d eil’ on. Baccarini, intorno alla quale il giornale rom ano così discorre con m olta vivacità di frase.

« N o i ricordiam o che una volta 1’ on. B accarin i, quando era m inistro dei lavori pubblici, introduceva nella riform a della leg g e che rigu arda i la vo ri stessi un articolo che vo lev a assicurata la m ercede agli operai nella m isura determ inata d i un minimum.

« 11 ragionam ento che l’egregio am ico nostro fa­

ceva, correva diritto a filo di logica. L o Stato, os­ servava lu i, fissa n elle p erizie il prezzo della mano d ’ opera. Esso ha qu in di il diritto di pretendere che g li appaltatori non abbiano a riva lersi sui p o veri lavoratori, dei ribassi cervello tici e matti che vanno facendo, a disdoro perfino degli stessi in g eg n eri i quali assegnano il prezzo ad un lavoro, e poi lo v e ­ dono dim inu ire del 20, del 25 o del 30 per cento. « Questi appaltatori speculano sulla fam e, voglion o pigliare per la gola g li operai, che sono vittim a della esuberanza della offerta sulla domanda, e l’ am m ini- strazione che assiste a questa gara a ribasso, desti­ tuita di ragione e di m oralità, tiene loro il sacco.

« Se non che l’on orevole Baccarini fu poco meno che scom unicato quale anarchico per questa sua legge che non fu mai portata alla C a m e ra , d ove in vece si è continuato a fare d ell’ accadem ia per piangere sulle condizioni m iserrim e del povero popolo.

« O ra, quello che il deputato di R avenna, allora m inistro dei lavori pubblici, reputava un malanno, si rivela tale per il caso speciale degli in servien ti della nettezza pubblica di R om a.

« Il Com une ha aperto una gara ; ha guadagnalo 70 mila lire in ribassi, dichiarati e riconosciu ti scioc­ chi tanto dalla Giunta quanto dalla Com m issione con­ siliare, che dissero necessaria la som ma dapprima

fissata in bilancio per quel servizio ; ed ora assiste

a questo bellissim o spettacolo che una parte di queste 70 mila lire, l’ appaltatore, il quale si volle cavare il capriccio di correre la quintana e di giu n gere prim o al pallio, si prepara a ricu perarle sulla povera pagnotta che g l’ in servien ti portano a casa delle loro m o g li e dei loro figliu oli.

« E poi ci ven gon o a parlare della questione so­

ciale, d e ll’obbligo che hanno i poteri pubblici di

concorrere, se non a r is o lv e r la , a renderla meno acuta, e di m ille altre bullonate di codesto g e n e re ! » In questi tem pi nei quali i giu dizi superficiali sono il pane quotidiano, e nei quali non v ’ è scrittoruccio che non creda di conoscere a m enadito la scienza econom ica - solo perchè essa non ha nel suo lin ­ gu aggio parole tecniche di d ifficile intelligenza - e quindi l'in g egn ere, il m e d ic o , il soldato si perm et­ tono m agari anche di legiferare su fatti econ om ici, m entre si dich iarerebbero incom petenti o ve si trattasse di astronom ia o d i diritto, - ci sia perm esso ana­ lizzare un poco il valo re di questa fam osa proposta - rim edio dell’ on. Baccarini.

E i punti da analizzare sono due : - p r im o , se non sia il sistema d egli appalti qu ello che è causa vera del m ale che si lamenta ; - s ec o n d o , se la proposta d ell’ on. Baccarini sarebbe un proprio r i­ m edio.

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434 L ’ E C O N O M I S T A 12 lu g lio 1885

uno stato m orboso gen erale abbia guastato il modo

di vedere, quando trattasi della cosa pubblica.

M a è appunto questo sentim ento di diffidenza, d ive ­ nuto tanto com une, che mantiene il sistema degli ap­ palti. Si riconosce che esso è causa della rovin a delia cosa pubblica, poiché le spese di liti, di riparazioni di aggiunte ec. ec. superano ogni risparm io conseguito, ma la diffidenza verso g li am m inistratori ed i fun­ zionari dello Stato prevale. Il concetto dom inante in tutte le am m inistrazioni è questo : - i preposti vanno sorvegliati perchè sono disonesti.

È duro assai d ir questo, ma chi oserebbe afferm are che non sia la v e rità ? N on sono m olti giorni che uno dei più stim ati m em b ri del g o ve rn o ci dim ostrava com e, m algrado le m a g g io ri cure deH’ am m inistrazione, gli appalti per le forn itu re all’ esercito fossero sem ­ pre causa di gravi perdite per lo Stato. Tu ttavia - sebbene lo credesse necessario per il m a ggior van taggio del pu bblico, - non si sentiva il coraggio di proporre alla C am era che si derogasse al sistema dannoso degli appalti, alm eno in quella m ateria delle fornitu re per l ’esercito ; tanto al M inistro pareva quasi indelicato da parte sua proporre la dim inu­ zione di quella sorveglianza della quale la diffidenza degli ordinam enti parlam entari ha circondati g li u o ­ m ini di G overno.

Prim a quindi di lam entare gli effetti degli appalti e prim a di fare proposte per rim edi, che stim iam o inefficaci od illusori, non potrebbe l’ on. fiaccarm i ricordare se e quanto abbia cooperato ad accrescere in varie circostanze, qu ell’ atm osfera di diffidenza che pur troppo esiste intorno a qualunque go vern o nei paesi del continente a reg im e più o m eno d e m o ­ cratico ?

E la Tribuna non potrebbe rile g g ere qualche suo articolo nel quale a piene mani ha versato il disprezzo e la disistim a verso uom ini, che non hanno evid en ­ tem ente altra colpa che quella di essere suoi a v v e r­ sari politici ? Questo diciam o alla Tribuna - lo si intende bone - perchè essa ci fornisce argom ento a queste considerazioni, ma va applicato anche agli altri periodici, anche di parte contraria, che in casi analoghi si diportano egualm ente.

P u r troppo, il linguaggio politico — ci si passi la frase - ha preso lo stesso carattere del lin gu a g­ gio teatrale. A forza di esagerare i giu dizi non si trovano più frasi che esprim ano un concetto abba­ stanza superlativo e si dice disonesto l’ avversario p o litico , com e si dice diva la cantante.

Ma ci tarda v en ire al secondo punto che è la p rop o sta -rim ed io dell’ on. B accarini. S e gli in gegn eri che fanno i progetti di appalto - dice l’ on. D epu ­ tato di Ravenna - basano i loro calcoli sopra un determ inato prezzo della mano d ’opera, perchè si deve perm ettere che g li assuntori dim inuiscano qu e­ sto prezzo speculando sulla fame d e gli operai che im piegan o ? D unque la m erced e che è stata posta a base dei capitolati, sia il minimum del com penso che l ’ assuntore potrà dare a gli operai.

Am m ettasi, sebbene sia lungi dall’ esser provato, che un minimum dei salari sia cosa utile per la classe d egli operai in generale ; ed am m ettasi ancora - cosa poi che non è pur troppo vera - che la proposta del­ l’ on. Baccarini possa essere circondata da tutte qu elle ■cautele v a levo li a togliere tutti g li inconvenienti ed i p e ric o li che, in tanti casi, n o tis sim i, fecero cadere sim igliam i disposizioni. F o rse l’ on. Baccarini, e con lui la Tribuna, non ricordan o che tale proposta del

m inim o dei salari, è cosa non nuova, non solo nella teoria, ma anche nella pratica, e che in v a ri paesi ed in epoche d iv e rs e , o con leg g i o con disposi­ zioni regolam entari o con altro si è cercato di assi­ curare ai lavoratori una som m a fissa di m ercede. E non ricordano quanti gravissim i danni sono soprav­ ven u ti perciò all’ industria, tanto che la stessa classe operaia, anche per bocca dei suoi più caldi soste­ n itori, spingendo lo sguardo al di là di un gretto e m om entaneo beneficio, ed osservando 1’ avven ire prossim o da un punto di vista più generale, ha essa stessa respinto questo palliativo, che nel più dei casi tornava o inefficace o dannoso.

M a , d iciam o, si ammetta pure per un mom ento che il mezzo di m antenere operante ed utile tale di­ sposizione possa essere dall’ on. Baccarini escogitato; che cosa ne potrebbe d e riva re? — E videntem ente la classe degli operai si sarebbe distinta in due classi: quella direttam ente im piegata dagli assuntori di ap­ palti pubblici, e quella indirettam ente ad essi legata. E la prim a avrebbe pesato gra vem en te sulla seconda, facendo a questa-scontare in tutto od in parte il van­ taggio ottenuto.

Infatti è eviden te che quando 1’ appaltatore non riuscisse ad elu dere la leg g e che lo obbliga ad un m inim o nei s a la ri, per v in cere la corsa nella gara d e ll’ asta, farebbe assegnam ento sopra ribassi da ot­ tenersi in tutti g li altri prezzi della fornitura. E siccom e tutti i prezzi rappresentano lavoro diretto od indiretto, costringerebbe o tenterebbe costringere i propri fornitori a ribassare i prezzi dei loro pro­ dotti, il che si otterrebbe con risparm io sui salari. Il ribasso quindi del 20, del 25 o del 5 0 per cento, anziché riversarsi su tutti i salariati d iretti ed in d i­ retti, tenderebbe a verificarsi soltanto su qu egli in ­ diretti.

L a Tribuna mostra di non ricord are che lutto è salario ; ciò che si paga in fin dei conti è sem pre m ano d’ o p era ; che in un contratto d’ appalto una unità di prezzo per il ferro o per le pietre, è prezzo di salario, com e pure qu ello per una unità di lavoro, m uro o sterro. È proprio il caso di dire col Bastiat: quel che si ved e e quel che non si vede. In questa proposta d ell’ on.' Baccarini si vorreb b e p rovved ere — colle riserve che abbiam o fatto sopra, per le quali riteniam o inefficace il provved im en to — a quel che si v e d e , ma si a g g ra ve re b b e la condizione di quel che non si vede. E quel che non si ved e sono operai com e quel che si vede.

Ma tant’ è ! la povera econom ia politica fa le spese di tutti 1 la questione sociale è argom ento d egli ozi così del farm acista, com e d e ll’ ingegnere. Quando si sa d ir e : fam e, p o p o lo , p ro leta ri,'la vo ro , appaltatori che arricchiscono ed altre sim ili p a r o le , si può sem pre fare una m istura che assom igli ad un trattato di econom ica politica.

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doga-naie della G erm ania vi ha il suo influsso, ed un influsso non p ie c o lo .il prim o com prom esso ( Ausgleich) fu qu ello conchiuso il 25 settem b re 1867, che andò in v ig o re il I o gennaio 1 8 6 8 ; il secondo — cioè, a dir più giusto, il prim o rin n o v a to — nel 1878 e r i­ mane in v ig o re fino al 51 dicem bre 1887. Se le trattative per la seconda rinn ovazione hanno luogo ora, è perchè n ell’anno venturo ci saranno in U n­ gheria le elezioni generali, e il m inistro presidente sign or Colom au Tisza desidera sottrarre una materia così delicata alle vicen de burrascose delle lotte elet­ torali.

T r e sono i punti m assim i d ell’Ausgleich : qu ello che si riferisce alla politica doganale per l’ insiem e della m onarchia; qu ello che riguarda la quota prò porzionale secondo cui Gisleitania e Transleitania deb­ bono contribuire alle spese com uni, e qu ello, infine, che riguarda la Banca.

L e controversie m a ggiori, le quali (p e i m o tivi che subito accennerem o) interessano le altre potenze, son qu elle che hanno rapporto alla politica doganale. Quando il govèrn o germ anico accennò ai suoi pro­ positi d’ adozione di un regim e daziario strettam ente protezionista, e, più ancora, quando cotesti propositi furono attuati, si manifestò n ell’ U ngheria un tale m alcontento che se ne tem evano le più serie conse­ guenze. G li u ngheresi dom andarono ad alta vo c e se il principe di Bism arck prem iava in quel modo la fedeltà all’ alleanza, egli che, avuto rigu ardo alla con­ dizione di tutta l’ alta nazionalità nella m onarchia asburghese, non poteva negare com e la detta alleanza si fosse stretta e si mantenesse e non possa, in ogni caso, mantenersi che in quanto i paesi della Corona di Santo Stefano la vollero, la voglion o e la vorranno.

Il m alcontento m agiaro aveva il suo naturale m o­ tivo nel fatto che il protezionism o doganale g e rm a ­ nico m inacciava e m inaccia rovin are I’ esportazione ungherese (e con questa una buona parte d eli’ indu­ stria dei trasporti) per la G erm ania; esportazioue la quale, nel 1883 costituiva nientem eno che il 61.20 per cento di tutta f esportazione della m onarchia (7 5 4 ,1 0 0 m ilioni di fiorini, nel 1 8 8 3 ). Ora questa non form a un solo territorio doganale e com m erciale che in virtù di un patto transitorio, in virtù dello

Zols-und Hanldelsbìindniss,(ihe si sarebbe rinnovato

tacitam ente per altri dieci anni, senza la denuncia di una delle due parti, ma che fu denunciato dalla U n gh eria, appunto per aver m ezzo d i p rovved ere ad una più sicura ed energica tutela dei propri interessi.

Naturalm ente non ci è ardita idea, la quale non sia stata esposta allo scopo di questa difesa. I più audaci arrivaron o a sostenere che l’ U ngheria dovesse lasciare da parte qualunque rinnovazione pel trattato che la lega all’ Austria, per rim an er territorio doganale e com m erciale a sè, ed aver quindi le mani più libere in tutto e per lu tto ; fu specialm ente l’ opposizione al Tisza che sostenne questo program m a estrem o. D i poi gli spiriti si calm arono, e fu proposto che, m an­ tenendo il territorio doganale com une, Austria ed U ngheria dovessero inaugurare insiem e una p oli­ tica di rappresaglie verso la G erm ania. Presente­ m ente si è ad un terzo stadio con un program m a il quale intende porre alla G erm ania un dilem m a : o co chiudere colla m onarchia un trattato doganale ( Zollvertrag) il quale costituisca am bedue g l’ im peri in un solo territorio rispetto al rim anente d’ E uropa; - o esporsi ai pericoli di una gu erra di rappresaglie. Una lega doganale perfetta (q u a le vorreb b ero in

Austria, specialm ente i così detti ted esch i-n azion ali, per m otivi, non tanto econom ici, quanto p olitici, che tutti com prendon o), uno Zollbùndniss o uno Zollve- rein fra i due im peri, è più d iffiicile a realizzarsi

per le differenze sostanziali dei sistem i tributari e daziari nei due S tati; pure v ’ hanno uom ini com pe­ tenti (lo H ertzka della Wiener Allgemeine Zeitung, ad esem pio) i quali sostengono che il m eglio sarebbe di vin cere queste difficoltà ed arrivare appunto a questo scopo più com pleto.

Com unque siasi, coloro i quali propugnano l’ idea dello Zollvertrag trovano che Germ ania ed A ustria- U ngheria otterrebbero, fra le altre cose, anche il g u a ­ dagno di toglier valore alla clausola della nazione più favorita esistente nei trattati da loro conchiusi con altre potenze, quando la clausola si appellasse a differenze di dazi fra i due im peri. V eram en te è da discu tere se a B erlino e a Vienna esisterebbe, non diciam o il diritto, ma l’ om bra del diritto a trarre una sim ile conseguenza da una eventuale conclusione dello

Zollvertrag. C om e si può dalle altre potenze ric o ­

noscere una com unione di territorio che non è se non contrattuale e fittizia rispetto a gli effetti doga­ n a li? F orse che con essi cesserebbero di esistere di fronte all’ estero le personalità distinte dei due Stati e i loro particolari im pegni ? Q uesti non perderebbero o gn i contenuto giu rid ico -in tern a zio n a le ed ogni e ffi­ cacia se non quando avven im en ti d’ altra natura avessero veram en te costituito in un solo territorio politico i due Stati o parli loro essenziali. R ich ia­ m iam o — in ogni modo — l’ attenzione dei lettori su questo lato del problem a.

Ci resta solo a notare com e affatto differenti siano le tendenze che regnano in Austria da qu elle che regnano in U n gh eria rispetto alla politica doganale da adottarsi verso la G erm ania. Sia perchè, per l’ en ­ tità d e ll’ esportazioni sue, è m eno colpita dal prote­ zionism o tedesco ; sia perchè, data la natura di quasi tutta la sua produzione, è men soggetta a gra vi p e ric o li anche per T a v ve n ire , la Cisleitania è tu t- t’ altro che disposta a segu ire la Transleitania nelle sue id ee bellicose. Su questo terreno si tratta, v e ­ ram ente, di v en ire ad un « com prom esso », e sarem m o curiosi di ved ere a che conchiusioni si giungerà. N o i non m ancherem o di tenerne a tem po debito in fo r­ mati i nostri lettori.

R igu ardo agli altri due punti non esistono d iffi­ coltà g ra vi. Quanto alla quota di partecipazione, essa è fissata dal com prom esso del 1878 , nel 73 per cento a carico della Cisleitania e nel 3 0 per cento a carico della Transleitania ; dalla parte austriaca, vorreb besi accrescere la quota u ngherese, considerato lo sviluppo econom ico del regno appunto n ell'u ltim o d e c e n n io ; dalla parte u ngherese rispondesi che di quanto è m igliorata la condizione econom ica d el r e g n o , di tanto è anche m igliorata quella d ell’ im ­ pero. È p r e v e d ib ile , a d u n q u e , che il rapporto di contribuzione rim arrà il m edesim o.

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assegnarsi alle sedi loro dalla Banca nazionale sia j fissata in 75 m ilioni di fiorin i. N e l 1838 era stata fissata in 50 , ma le necessità la fecero portare e f­ fettivam ente fino a 60. Il secondo van taggio consi­ sterà nello stabilire di com une accordo che per le contestazioni relative ad affari conchiusi dalla Banca o colla Banca in U ngh eria, siano giu d ici i tribunali u n g h e re s i, m entre finora per tutti g li affari della Banca sono giu dici i tribunali austriaci.

Una questione di carattere puram ente interno, ma che ha la sua im portanza , e di cui è bene tener conto com e di una pecu liarità d elle condizioni di cose in un regim e doganale com e qu ello del­ l’A ustria—U ngh eria, è quella che si riferisce agli ab­ buoni (Vergütungen) fra le due parti della monarchia. L ’ U ngheria fa le seguenti proposte : I’ Austria ab­ buoni a noi quanto riscuote sulla produzione sua di zucchero e di birra che si consuma nella Translei- tania; e n oi le abbu onerem o quanto riscuotiam o sulla produzione nostra di spiriti che ven gon o consumati nella Cisleitania. L a cosa sarebbe liscia in principio; ma cessa di esserlo quando si consideri che l’ Austria verreb b e ad im pegnarsi ad abbuonare 5,0 00,000 ro­ tondi annui di fiorini a ll’U ngh eria, m entre questa non le abbuonerebbe che appena dai 300,000 ai 400,000 fiorini. Dopo le trattative sulla questione del regim e doganale da adottarsi rispetto alla G erm ania, saranno queste rispetto alla Vergütungen che susciteranno le m a ggiori difficoltà. E si com prende.

L A D E C A D E N Z A IN G L E S E

SECONDO RECENTI PUBBLICAZIONI

Il tema non è nuovo, ma ora è di moda. N ella

lievue des deux mondes del 15 giu gn o il C u c h e v a l-

C la rig n y ha incom inciato su L ’avenir de la puis-

sance anglaise uno studio che, da quanto si vede,

non è diretto se non a preved ere per quali ragioni, quando e in che m odo codesta potenza disparirà. N ella m edesim a Revue, già n ove anni addietro (1 ° agosto 1 8 7 6 ), il G lobet d’ A lv ie lla pubblicava un altro studio ( L ’ Angleterre dans l ’ Inde) diretto, su per giù , al m edesim o scopo. « Il giorn o in cui una banda di turcom anni si farà ved e re oltre il confine inglese — proclam a il C u c h e v a l-C la rig n y — scop­ pierà n ell’ India una riv o lta m olto più pericolosa, e m olto più gra vida di conseguenze di quella dei

gipays » : da qualunque parte guardiam o — scriveva

nel 1876 il G lobet — non troviam o alcuna affinità, alcuna sim patia che possano m antenere la popolazione d e ll’ India sotto la suprem azia d e ll’ Inghilterra il g io r­ no in cui quei 250 m ilion i di asiatici, custoditi da m eno che 100,000 europei, si risveglieran n o alla coscienza dei loro diritti e della loro forza. » I l C u ch ev a l-C la rig n y non nega, anzi, più che ricon o ­ scere, esalta quanto di buono e di grande, pel proprio interesse, ma anche pel benessere d elle popolazioni indiane fece la Gran Brettagna ; e il G lobet va più innanzi, e proclam a d o ve r noi au gu rarci che la grande rivolu zio n e non sia precipitata da com plicazioni este­ rio ri, im perocché — a ggiu n ge — « perchè T India possa un giorn o riprendere la sua parte nello sviluppo gen erale d e ll’ umanità, bisogna lasciare agli inglesi il tem po di com piere l’ opera di educazione sociale e po­ litica ch’ essi soli son capaci di condurre a buon fine. »

L o Stein ha anch’ e g li studiato questo tema in una serie di articoli (Die Abnahme der Macht Englands) pubblicati (se ben ricord iam o) in aprile e in m aggio dalla Allgemeine Zeitung di M onaco. E g li si appella specialm ente a ragioni di allo carattere politico e di ordin e m orale. L a potenza politica inglese non si esplicò se non com e risultato di una potenza indu­ striale e com m erciale. A vv ezzo da circa due secoli a dom inare col danaro e pel danaro, il popolo inglese fu tratto alla falsa persuasione che il danaro possa bastare a tutto e tener luogo di ogni cosa e sosti­ tuire ogni altra forza m ateriale e m orale ; di qui, specialm ente, il carattere affatto particolare d e ll’ o r­ dinam ento m ilitare inglese, che, per la difesa della patria e de’ suoi più gra vi interessi, fa appello, non al d o ve re di tutti, ma alla buona volontà di chi non ha interessi propri da p roteggere nelle fabbriche e ne’ banchi, di coloro per cui I’ esser soldati co­ stituisce, non un debito sacro di cittadin an za, ma un pis aller della vita. La potenza germ anica è sorta p e r altre vie e con altro dom ina; ognuno ha dovu to con trib u irvi col sacrifizio di sè m edesim o, c o ll’ o ffrire il proprio sangue, e deve parteciparvi con una abnegazione personale, continuam ente parato a tutto. Così, m entre la grandezza britannica è il r i­ sultato di una som m a d i interessi e di egoism i in ­ divid u ali, la grandezza tedesca è il prodotto di fat­ tori affatto opposti; l’ offerta del bene personale pel raggiu ngim ento del bene com une. Quella ha il carat­ tere di un fine collettivo raggiu nto quasi in vo lo n ta ­ ria m en te; questa ha l’ im pronta nobile di un’ altra idea che infiam m a tutte le coscienze e inform a l’ opera di tutti. Sicché — secondo lo Stein — la prim a deve sparire perchè le ragioni per cui è nata e per cui si è mantenuta non rispondono più alle condizioni m o ra li e di coltura del tem po nostro.

Il N eu m an n -S p allart studia il m edesim o problem a, a rriva, press’ a poco, alle m edesim e conclusioni, ma studia quel tema e arriva a coteste conclusioni m o ­ ven d o da un punto di vista più pratico e più con ­ vin cen te ( Die Verlegung des wirthschaftlichen

Schwerpunkles, nella Deutsche Rundschau di lu glio).

(5)

Da Alessandria in progresso di tem po il centro di gravità si sposta più verso occidente, a C artagine. Quando Cartagine cade, gli elem enti della v ita 'e eo - nom ica nel mondo si segregano, per non ritrovare un grande punto d’ appoggio com une che quando sorge la Signoria araba d egli A bassidi. A llo ra l’ Asia, l’A frica , la penisola iberica, la S icilia, la Sardegna e parecchi tratti di costa d ell’ Italia m eridionale co­ stituiscono il tutto per cui quel centro di gravità si m antiene ancora entro il M editerraneo. Il fiorire d ell’ industrie e dei com m erci nelle repubbliche co­ m unali d ell’ Italia superiore e della centrale accenna già alla nuova direzione che quel centro assumerà in a vven ire. Da qu elle due repubbliche e dalle due grandi patrie delle scoperte e delle colonizzazioni oltreoceaniche — la Spagna e il P o rto gallo — il nerbo della forza nel dom inio dei mari e nel c om ­ m ercio del m ondo si sposta dopo pochi secoli, più verso il nord : dal M editerraneo alle riv e dell’ A tla n ­ tico.

Così sorge la potenza delle città anseatiche e del­ l’ Olanda ; potenza la quale non dura che dal X I V al X V I I s e c o lo , perchè già in questo il centro di gravità si sposta ancora più verso il nord, per essere afferrato dall’ Inghilterra. « N ella stessa misura — scrive il Neum ann-Spallnrth — in cui si restrinse il dom inio dell’ Olanda, si allarga qu ello d ell’ Inghilterra. G li atti di navigazione, il sistema coloniale in glese, le com pagnie com m erciali privilegiate, costituiscono il fondam ento; la coltura gelosa della terra, il m e ­ raviglioso sviluppo delle industrie tessili e m in erarie, l’ estendersi d elle linee di navigazione, i depositi in tutte le parti del m ondo, l’ accrescersi della marina m ercantile e di quella da guerra ven gon o poi natu­ ralm ente. » In b reve, nel non lungo spazio di tem po, che corse dall’ assunzione al trono di Elisabetta al Trattato di P a rig i (1 8 1 5 ), l’ In gh ilterra diventò non la più g r a n d e , ma 1’ unica potenza pel com m ercio m ondiale ; la sua forza è tanta che pare pazzia il volerla contrastare, e si radica la persuasione fata­ lista che sia destino suo 1’ a v e r la , e eh’ essa non l’abbia se non pel bene di tutti.

A paragonare coll’ opinione d ’ alcuno sull’ im p or­ tanza d e ll’ Inghilterra, l’ opinione di o g g i, salta subito agli occhi - osserva il Neum ann S p allar! - che gran di mutazioni sono intervenu te. Già nel 1860, quando N apoleone I I I conchiuse il suo celebre trattato di com m ercio col R egn o U n ito , facendo prem ure a l­ le altre potenze d ’ E u ropa perchè seguissero il suo esem pio, la situazione era cangiata. O ggi, poi, « l’idea protezionista si v o lg e verso tu tfa ltro territorio; o g g i non si tem e più l'industria m ondiale inglese, e nem ­ m eno la suprem azia com m erciale in glese, e nem m eno la ricchezza dell’ Inghilterra in carbone ed in ferro a buon m ercato, e nem m eno la tenuità delle sue ta­ riffe pei trasporti. L o sguardo pauroso si v o lg e oggi verso tutt’altra parte della terra, alle piantagioni di cereali in A m erica, nelle Indie orientali e nella'R ussia. O g g i si vuol di nu ovo una leg g e doganale europea ; ma non più contro l’ Inghilterra , sibbene contro la concorrenza oltreoceanica. N ella m aggior parte dei ram i di produzione, nella qualità dei prodotti d e’ suoi lavoratori, nella potenza del suo capitale, n ell’ appre­ stam ento delle v ie pel traffico, perfino n ello slancio per le colonizzazioni, l ’ Europa si sente o ggi degna di stare accanto, per non dire uguale, alla superba e già creduta in arrivab ile A lb ione. L ’ indirizzo della politica com m erciale, l’ opinione pubblica, la coscienza

di sè nei v a r i gruppi d ’ interessi, tutto accenna già con certezza a ciò, che l’ Inghilterra incom incierà a scendere dall’ altezza a cui la presente generazione la contem plò, am m irando, collocata. E questo modo mutato di v ed e re le cose non poggia già su pregiudizi passeggeri, ma sibbene è fondato sugli avvenim enti del recente passato e sulle condizioni reali del presente. La stella della Gran Brettagna im p a llid isc e: nuovi astri com paiono sull’ orizzonte. »

Qui il N eum ann-Spallart si pone a provare stati­ sticam ente il suo enunciato. L a grande superiorità d e ll’ In g h ilterra consistè nell’ aver nelle sue mani il com m ercio m ondiale, specialm ente il com m ercio fra l’ Europa ed i paesi oltreocean ici. Se questo do­ m inio è scosso, può dirsi di cogliere il prim o e più gran sintom o di regresso. O ra si hanno questi fatti. G li scam bi com m erciali fra tutti i popoli della terra im portano n ell’ anno 18 0 7 -6 8 , in cifra tonda, 44,200 m ilioni di m archi, nell’ anno 1 8 7 4 -7 5 im portano m ilion i 54,800, e nel 1872 (p iù oltre non si può andare, perchè m ancano gli elem en ti) m ilioni 67,000. Ora di questo m ovim ento spettano all’ Inghilterra pel 1 8 6 7 -6 8 m ilion i 10,566, p e li 87 4 -7 5 m ilioni 13,111, e pel 1882 m ilion i 13,089. N e v ie n e di conseguenza che, fino al 1 8 7 4 -7 5 , il com m ercio inglese, non solo non dim inuisce, ma s’ accresce n elle proporzioni m ede­ sim e del com m ercio m ondiale, mantenendo in esso la sua quota di 2 4 ,0 % contro quella 76,0 °/0 di tutto il resto del m ondo, m entre nel 1882 lo ritroviam o a n ­ cora al m edesim o punto, ma rappresentando una quota di 19,B °/0 contro una di 8 0 ,5 % : ¡n perdita, adunque, di un 4 ’ /2 per cento. A questo calcolo, il N eum ann-Spallart aggiunse un calcolo di p rop o r­ zione fra il com m ercio inglese e il com m ercio del rim anente di E uropa nei tre periodi sopra indicati. Il com m ercio di tutta Europa rappresenta in essi, rispettivam ente, 3 0 ,6 0 0 ; 5 9 ,5 0 0 ; 45,200 m ilio n i; qu ello d ell’ In gh ilterra : 1 0 ,6 0 0 ; 1 3 ,1 0 0 ; 13,100 m i­ lioni, com e si è visto sopra. Si ricavano le tre p r o ­ porzioni percentuali fra il com m ercio in glese e quello del continente: di 34,50 a 6 5 ,5 0 ; di 33,10 a 6 6 ,9 0 ; di 29,00 à 7 1 ,0 0 ; si ricava che dal 1 8 7 4 -7 5 l’ In ­ ghilterra vien e superata dal continente di un 4 per c e n to ; vantaggio eh’ è raccolto, via via, dalla Russia, d a ll'O la n d a , dall’ Im pero G erm anico, dalla F ran cia, dall’ Austria, dal B elgio e dall’ Italia, il cui com m ercio esteriore aum entò di circa 4 m iliardi e 5 0 0 m ilioni di m archi, m entre quello dell’ In gh ilterra rim ase sta­ zionario. « O gn i giu dice spregiu dicato conchiuderà che la sosta d e ve considerarsi, non com e l’ effetto di una generale depressione d ell’ econom ia m ondiale, ma com e il sìntom o di uno specifico ed individu ale regresso della potenza inglese. »

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438 L ’ E C O N O M I S T A 12 lu g lio 1885

ed il rim anente del m o n d o : di 5 3 ,60 a 4 6 ,4 0 ; di 47,40 a 5 2 ,6 0 ; di 41,60 a 5 8,40; di 40,70 a 59,30. L a quota d ell’ Inghilterra scende sem pre, adunque, m entre qu ella d egli altri Stati continuam ente sale. N o tevole è che della perdita d e ll’ Inghilterra pro­ fittano solo per metà g li altri Stati d’ E uropa, m entre l’ altra metà va a vantaggio d egli Stati U n iti di A m e ­ rica. Infatti, nei m edesim i quattro anni, la produ ­ zione del carbone in Europa è rispettivam ente di 1 6 7 ,2 0 0 ; 2 5 2 ,8 0 0 ; 2 8 5 ,4 0 0 ; 3 0 0 ,7 0 0 ; quella d el- l’ Inghilterra di: 104,800; 136,300; 159,000; 166,400; d’ onde rilevansi le quattro proporzionali : di 62,70 a 37,30 ; di 58,50 a 4 1 ,5 0 ; di 55,70 a 44,50; di 55,50 a 44,70.

È orm ai accertato che le m in iere inglesi sono vicinissim e al loro esaurim ento. È vero che ai 90 m iliardi di tonnellate estratti finora se ne potrebbero aggiu ngere, secondo i com puti di alcuni in gegn eri, ancora 56 m iliardi, arrivan do fino a 4000 piedi nel cuor della terra. Ma si troveranno operai che accet­ tino questo destino, m entre già nelle condizioni at­ tuali le m iniere inglesi costano da 1100 a 1200 vite um ane per anno? E I’ aum ento di costo nella materia? C i è di più. M entre la superficie del terreno carbo­ nifero in Inghilterra non importa se non un’ area di 9000 m iglia inglesi quadrate, agli Stati Uniti si è già constatata fino ad ora l’ esistenza di una su­ perfìcie di 192,000 m iglia quadrate di terreno c a r­ b o n ifero ; e non si sa ancora nulla di ciò che potrà trovarsi nella regione delle m ontagne rocciose e sulle coste del Pacifico. M eglio in China, d ove fu calcolata già una superfice di terreno carbonifero per 200,000 m iglia quadrate.

ìn quanto alla produzione del ferro, non si può parlare di esau rim en to; ma i riv a li d ell’ In gh ilterra vanno pigliando una posizione, che non sognavano nem m eno alla metà di questo secolo. Calcolando su­ gli anni 1868, 1876, 1882, 1885, abbiam o che, r i­ spettivam ente, la produzione del ferro fu : in tutto il m o n d o , in m ilioni di tonnellate, 11,50, 13.72, 21,8i, 1 2,05; in E uropa d i: 9.89, 11,99, 16,27,16,54; di questo cadono specialm ente all’ In gh ilterra 5,05, 6,66, 8,63, 8,63. Cosicché si ricavan o le proporzio­ nali fra la produzione inglese e qu ella del resto del m on d o: di 44,10 a 5 5 ,9 0 ; di 48,60 a 5 1 ,4 0 ; di 39,60 a 6 0 ,4 0 ; di 5 9 ,1 0 a 6 0 ,9 0 ; e fra la pro­ duzione inglese e quella del continente e u ro p e o : di 51,00 a 49,00 ; di 5 5 ,5 0 a 44,50 ; di 5 5 ,00 a 4 7 ,0 0 ; di 52,10 a 47,90. E ntro q u el periodo di sette anni, adunque, la produzione in glese è discesa; 9 ’ /2 per cento rispetto a quella di tutto il resto del m ondo, e di 3 7 2 0 [0 di fronte a quella del continente europeo. N e l prim o caso la parte m aggiore di guadagno spetta agli Stati Uniti, nel secondo alla G erm ania. D opo il ferro vien e il c o to n e; ma anche per questo la de­ cadenza in glese si fa eviden te in c ifre ; l’ A m erica e le Indie orientali s’ avvantaggiano rapidam ente. Del cotone giunto in Europa dal 1856 al 1860 il 60,50 p er c e n to , in m e d ia , fu destinato all’ In g h ilte rra , il 59,70 al continente; nel 1868 le due quote pro­ porzionali sono 58,50 e 41,60; nel 1882-83, sono 52,20 e 4 7 ,7 0 . I l regresso è tanto più degno di nota, poi, se si calcola che gli Stati U niti, che nel 1871 non lavoravano per conto proprio che 505 m ilioni di libbre di cotone, nel 1 8 8 5 ne lavoraron o per 1074 m ilio n i, realizzando per conseguenza un aum ento del 112 p er cento, m entre il consum o inglese della detta m ateria prim a non crebbe dal 1871 (1 1 1 2 m i­

lio n i) al 1883 (1 4 8 9 ) che del 32 per cento. In pa­ ragone col continente europeo la perdita d e ll’ In g h il­ terra dal 1876 al 1882 fu d e ll’ 8 per cento.

Da tutto questo risulta com e la posizione econo­ m ica d ell’ Inghilterra nel m ondo, non solo non sia più quella eh’ era ancora alla metà del secolo, ma accenni ad una abbastanza rapida discesa. In quasi tutti i ram i d e ll’ industria e del com m ercio ella ó ancora la prim a, senza dubbio ; ma di ciò che la costituiva, oltre che prim a, unica, non ha più il p riv ile g io . A ltri paesi in Europa vanno via via affer­ m a n d osi; altri vanno afferm andosi anche p iù poten­ tem ente fuori d’ E uropa, poiché abbiam o vedu to in che linea il centro della gra vità econom ica del mondo accenni a spostarsi. A n ch e nella sua posizione di passiva dipendenza dal rim anente del m ondo, l’ In ­ gh ilterra scende sem pre più. D ei suoi 55 m ilion i di abitanti solo 16 può calcolarsi che nutransi di a li­ m enti patrii ; per g li altri 19 deve p rovved ere la im portazione ; essa'sola deve pagare in media 1200 m ilion i di m archi all’ anno per cereali e fa rin e; a tutto som m are, salgono a 3 e fino a 3 m iliard i e m ezzo di m archi, le som m e d i cui il suo bilancio di nutrizione è in debito, e la quota ingrossa ogni anno ; per g li articles of foud and drink essa pagava nel 1857 solo I2 s 0 m ilio n i; n el 1867 ne pagò già 2 0 2 0 ; nel 1880 ne pagó 3740 . P e r ora essa prov­ ved e coi vantaggi della sua produzione industriale, d ei suoi scam bi, dei suoi trasporti, d e g l’ interessi dei capitali enorm i im piegati per tutto il m on d o; ma — couchiude il N e u m an n -S p allart — « una lim itazione continuala in proporzione sem pre ascendente nella esportazione di manufatti, e, specialm ente, un d ecre­ scere nei guadagni del com m ercio e dei trasporti, potrebbe un giorn o rendere passivo, non solo il b i­ lancio com m erciale, ma anche il bilancio generale di cassa d ell’ In gh ilterra. »

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Brettagna dapprim a, e in seguito tutto il continente europeo corrono incontro ad un in evitabile processo d’ invecchiam ento e di raffreddam ento (ein Alterungs-

und Erkaltungs process) nei rapporti econom ici.

Con questo si com pie da sè m edesim o il fenom eno di uno spostarsi del centro di gravitazione dell’ e co ­ nom ia m ondiale. Esso appare anzi in certo senso com e una soluzione norm ale, p oich é è del tutto se­ condo natura che le forze del lavo ro e del capitale si volgano verso colà donde, vien e la prom essa di un più ricco prem io, di un terreno più fecondo, di un più abbondante prodotto, L ’ E uropa cerca di rin ­ giovan irsi nelle parti più giovani della terra, e io scopo più prossim o di questo ringiovan im ento sono le colonizzazioni, le coltivazioni dei territori estraeu- ropei; non la m oda, ma un intim o im pulso trae a così rapide e v iv e realizzazioni d ell’ idea coloniale. G li Stati Uniti d’ A m erica, che hanno le loro radici nel m edesim o terreno m orale e politico da cui l’ In g h il­ terra sorse così grande, possiedono g li elem enti m a­ teriali di grandezza nazionale in grado ancor m a g­ giore,, e di gran lunga, che l’ In g h ilterra ; il loro territorio può nutrire centinaia di m ilion i d’ uom ini; di generazione in generazione, essi raddoppiano non solo la loro popolazione, ma anche la loro ricchezza e la loro potenza. S i può quindi con sufficiente c er­ tezza calcolare in qual decennio essi potranno stare alla pari coll’ Inghilterra in potenza ed in ricchezza, o quando, anzi, potranno superarla, dato eh’ ella non trovi nu ovi mezzi per crescere tanto rapidam ente od ancora più rapidam ente che g li Stati U niti. »

l i IMPOSTA DI RICCHEZZA MOBILE

Il signor S ilv io A m i sotto il titolo di Curiosità

statistiche della, ricchezza mobile, ha pubblicato un

opuscoletto interessante. S erven dosi della relazion e che il M inistero delle Finanze pubblica annualm ente e che l’ autore chiam a a ragione, lavoro interessante serio ed ignorato, ha ricavate alcune osservazioni che ci paiono m eritevo li di attenzione.

L a prim a conseguenza, egli d ic e , che si ra ccoglie dall’ esam e della statistica è che: i ru oli della ricchezza m obile sono tuttora im m ensam ente diversi da qu ello che dovrebbero essere ; e che, m algrado le lagnanze, anche non infondate, di m olti contribuenti, corre tuttavia una enorm e distanza fra il reddito tassato e qu ello tassabile.

Infatti osserva che i redditi inscritti nei ru oli del 1883 am m ontano in com plesso a L . 732,990,532, delle quali oltre il 40 per c e n to , e precisam ente 295,939,739 figu ran o a carico d egli istituti di cre­ dito e di risparm io, delle Società, 'ed in gen ere di tutti g li enti m orali e collettivi che nulla, o quasi nulla, possono nascondere al fisco. Il reddito im po­ n ib ile dei privati si riduce perciò a lire 437,050,7 74 che corrispondono a lire 15.08 per abitante.

M edia assolutam ente in feriore non che al vero, al possibile ; sebbene a d ir v ero l ’A u tore avrebbe dovuto fare i suoi paragoni colla sola popolazione atta presum ibilm ente alla produzione.

I redditi di categoria B (cap itale e la v o ro ) figu ­ rano com plessivam ente nei ru oli del 1883 per L i ­ re 306,068,472 ripartite fra 3 6 8 ,5 7 4 contribuenti. Separando anche qu i i redditi dei privati da qu elli

d e g li enti collettivi che in num ero di 1510 hanno un carico di 6 6 ,400,48 6 lire, si trova che il reddito m ed io im ponibile dei privati indu striali e com m er­ cianti si ridu ce a lire 653, cioè a poco più della metà del più m odesto stipendio di un im piegato.

Fin alm en te i redditi della categoria C (la v o ro ) n ell’ anno 1883 danno 107,279 contribuenti che avrebbero un reddito di L . 101,977,1 57 ; e ’ detratti i 3753 enti collettivi che hanno da soli quasi il 47 per cento del carico, rim ane ai professionisti ed im piegati privati un reddito m edio im ponibile di L . 5 2 3 .

Da che deriva questa anomalia incredibile ? Il censim ento della popolazione ha accertati 20,252 tra avvocati e procuratori, ma nei ruoli della ric­ chezza m obile non ne sono iscritti che 8745 , cioè il 43 per cento ;

lo stesso censim ento dà 18,950 m edici chiru rghi m entre non ne figu rano sui ruoli che 7664 cioè il 40 per cen to ;

infine g li in gegn eri architetti che sarebbero, se­ condo il censim ento, 10,883 non si trovano nei ruoli che in num ero di 2599, cioè il 24 per cento.

N è questa differenza è da attribuirsi tanto al fatto che m olti o figu ran o nei ru oli sotto altra rubrica od effettivam ente non esercitano professione, poiché la quota percentuale è troppo m eschina per essere giustificata da queste sole cause. In vece si deve am ­ m ettere che v i sia un num ero ra ggu ard evole di indi­ vidu i che veram en te sfu ggono alla imposta ; tanto è v ero che i notai ed i m ugnai, i quali per altre disposizioni d i leg g e , sono in continui rapporti col fisco, sono iscritti in num ero di 5,701 nei ruoli d e ll’ imposta ( i notai) e il censim ento ne accusa 7,896 quindi la quota d egli iscritti è del 72 per cento ; e i m ugnai che il censim ento dà in num ero di 20,515 sono iscritti nei ru oli in num ero di 15,150 cioè il 74 per cento.

E prendendo i due gruppi più im portanti i pro­

fessionisti (a vv o c a ti, e procu ratori, m edici, ch iru r­

ghi, in gegn eri ed architetti, notai) ed i bottegai (p iz ­ zicagnoli, m acellai, fornai, pastai e pasticcieri) nelle dieci principali città, il nostro autore osserva m olto acutam ente ch e i professionisti, censiti in num ero di 12,468 sono tassati solo in num ero di 5 473 cioè in rapporto del 0,44, m entre i bottegai censiti in n u m ero di 8 6 9 2 sono tassati in -num ero di 6544 cioè in rapporto di 0,73.

D unque sono le classi più istruite, e più a cono­ scenza della leg g e qu elle che sanno e possono elu ­ derla m eglio.

E scendendo a m aggiori particolarità osserva che dei 69 capoluoghi di provin cia, in 35 i notai sono tassati con un reddito m edio in ferio re a m ille lire, gli avvocati e procuratori non superano questo re d ­ dito in 44 capoluoghi, g li in g e g n eri ed architetti in 6 0 capolu ogh i, i m ed ici e ch iru rgh i in 65, i g e o ­

m etri e periti in 68.

E qui riportiam o senz’ altro un brano d e ll’ o p u ­ scolo del sig. A m i :

« F ra le 110 classi in cui la statistica della r ic ­ chezza m obile distingue i contribuenti delle categorie

B e C, la più num erosa è qu ella d egli affittuari di fondi

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440 L ’ E C O N O M I S T A 12 lu g lio 1885

D opo g li affittuari seguono per im portanza nu­ m erica i liquoristi, vinai, osti e bettolieri, che sono ben 32,114. P er le corrispondenti voci, e per quella dei trattori, la statistica della popolazione offre un com plesso di 60,515 individui classificati esclusiva- mente com e direttori e padroni dell'esercizio.

S e ne conclude che per questi e se rc izi, cbe sono tra i più frazionati, il rapporto del num ero dei contribuenti a qu ello degli esercenti supera il 55 °/„.

Questo rapporto potrebbe quindi ritenersi con qualche approssim azione, e salve le anom alie, com e un m inim o nel passaggio dalla classificazione dei contribuenti a qu ella degli esercenti.

O ccupa il terzo posto la classe degli im piegati privati, com m essi, fattori, eco., tassati direttam ente in testa propria, con 16,165 contribu enti; la se­ guono da vicino : la classe dei fornai e pastai con 1 5 ,7 9 2 : quella dei m inistri del culto con cura d’ani­ m e con 1 5 ,6 5 2 ; quella dei pizzicagnoli con 15,386 quella dei m ugnai con 15,171 e qu ella dei n e g o ­ zianti in tessuti e m ercerie con 15,011.

A ltre tre classi hanno ancora più di IO m ila contribuenti per ciascuna, e sono : quella degli eser­ cizi m isti con prevalenza di generi alim entari cbe ne conta 1 2 ,8 6 0 ; quella delle riven d ite di gen eri di privativa e degli esercizi affini che ne Ita 1 2 ,7 8 2 ; e quella dei negozianti in ferrarecce, dei fabbri ferrai, calderai, bronzisti, ottonai, ecc., che ne ha 12,034.

D ieci classi hanno da 8 a 10 mila contribuenti ; quella dei m inistri del culto senza cura d’ anime con 9 7 0 9 ; quella dei vitaliziati, pensionati ed asse­ gnatari tassati direttam ente con 9 5 7 3 ; quella dei negozianti in gran aglie e farine con 9 5 2 8 ; quella dei m edici e ch iru rgh i e quella d egli avvocati e rocuratori che per una com binazione degna di nota anno precisam ente 8 7 4 5 contribuenti per ciascuna ; quella d egli esercenti stabilim enti industriali, com ­ m erciali e professionali, tassati pei redditi dei loro aiuti, agenti e com m essi che ne ha 8629 ; quella dei m acellai con 8 4 6 4 a fronte di 13,812 indicati com e padroni di tali esercizi dalla statistica della popolazione ; la classe dei fabbricanti e negozianti di m obili con 8 4 6 0 contribu enti; qu ella dei farm acisti con 8260 a fronte d i soli 9729 dati dalla statistica della popolazione, ciò che indich erebbe questa classe di esercenti com e una di qu elle relativam ente più agiate ; e finalm ente qu ella d egli esercenti caffè, b irrerie, bottiglierie e sale da b igliardo con 7997 contribuenti.

N overan o ancora oltre 5 m ila contribuenti : G li esercenti v ettu re pubbliche, om nibus e d ili­ genze, gli spedizionieri, m agazzin ieri e com m issio­ nari con 6944 ;

G li esercenti frantoi e torchi da o lio e da vino, pile da riso, ecc., con 6 8 2 2 ;

G li accollatari, cottim isti, appaltatori di costruzioni e capim astri con 6551 ;

G li esercenti le industrie agrarie d iverse dagli affitti con 6139.

I calzolai e negozianti in gen eri di calzoleria con 6 0 4 4 ;

1 notai con 5 8 8 4 ;

1 negozianti in p ietre e m arm i da costruzioni, in gessi, cem ento, calce e m attoni con 5 7 2 4 ;

I conduttori di albergh i, locande e stallaggi con 5 1 0 8 ;

1 n egozian ti all’ ingrosso' di legn am i o carboni con 5 0 1 1? ;

G li agenti di cam bio, m ediatori, sensali con 491 2 contribuenti ;

I g io iellieri, o refici, argentieri, o ro lo g ia i, m osai­ cisti, doratori, ecc., con 4841 ;

I conciatori e negozianti in pellam i con 3727 ; I fabbricanti e negozianti in grosso di v in i ed aceti con 3 7 2 6 ;

1 negozianti di bestiam e con 5631 ;

G li esattori e ric ev ito ri delle im poste con 2 6 0 2 ; I setaioli con 2 4 2 2 ;

G li scontisti, cam bisti e negozianti in va lo ri pub­ blici e beni stabili con 2 4 1 5 ;

1 fabbricanti e negozianti di cappelli con T 2 0 6 6 ; l caffettieri a pasticcieri con 1 4 9 5 ;

I tipografi e librai con 1 4 3 0 ;

I fabbricanti e negozianti di strum enti di preci­ sione con 9 1 3 ;

1 banchieri con 755 ;

G li esercenti privati di fe rro v ie a cavalli e a v a ­ pore con 2 0 2 ;

1 fabbricanti di birra con 1 6 6 ; I letterati e pubblicisti con 67 ; 1 raffinatori di zuccaro con 1 6 ; I fabbricanti di zuccaro con 7. »

E passando quindi ad osservare i redditi, l’ A u tore ricava alcune interessanti notizie.

« L e quattro classi per cui il reddito im ponibile unitario supera le 5000 lire sono q u e lle : dei ban­ ch ieri privati (com p rese le ditte) per cui la media ascende a 11,935 lire ; della manifattura e del com ­ m ercio in grosso del cotone con lire 4 0 2 2 , delle saline con 3540 : e delle zolfare con 3461 . Ma le due u ltim e hanno relativam ente poca im portanza, perchè insiem e oltrepassano appena il m ilion e di reddito im ponibile, m entre la prim a e la seconda superano ciascuna quattro m ilioni.

L e sette classi con reddito m edio com preso fra 2 e 3 mila lire sono, in ordine discendente, le se­ g u en ti: cave e m in iere con 2 8 9 9 ; m anifattura e com ­ m ercio della lana con 2635 ; raffin erie private di zuc­ caro con 2595 ; com m ercio in grosso di gen eri co­ loniali con 2 3 4 0 ; cartiere con 2263 ; società in accom andita per gli assegni dei loro dipendenti con 2215 ; fabbrica e com m ercio in grosso di salum i con 2112. A questa ultim a classe appartiene il m i­ nim o reddito com plessivo del gru ppo, 523 m ila lire ; a qu ella delle società in accom andita il massimo, 2 ,6 0 0 0 0 0 lire .

N e lle sei classi con reddito m edio variab ile fra 1500 e 2 mila lire si an n o vera n o; la m anifat­ tura e il com m ercio delia seta e il com m ercio in grosso di spiriti, liq u o ri e acque gazose, che sono le più im p o rtan ti; le fabbriche di birra e di zuc­ caro, le acque p er irriga zion e e per forza m otrice, e il giornalism o in quanto costituisce una specula­ zione industriale. È degno di nota che quest’ ultima classe conta soltanto 92 contribu enti con 155 mila lire di reddito com p lessivo : il che sign ifich erebbe cbe soltanto 9 2 giorn ali v iv o n o di vita propria.

N e l gruppo s u ccessivo , da 1 0 0 0 a 1 5 0 0 lir e , la classe cbe presenta il reddito unitario più alto è qu ella delle fonderie, dei forni fu sorii, delle fu­ cine, ed in gen ere della produzione e del com m ercio in grosso di eggetti m etallu rgici con 1378 lire.

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i conduttori di m acchine agrarie ed in d u stria li, (4 8 0 contribu enti) con 4215 lire di re d d ito; i ne­ gozianti in gen eri di moda, con lire 1 2 0 0 ; i fab­ bricanti e com m ercianti di colla, vern ici, colori, pro­ fum erie , am ido, ecc. con lire 1 1 7 4 ; gli esercenti privati di fe rrovie a cavalli o a vapore in num ero di 202 (a fronte di 102 nel 1 8 7 8 ) con lire 1 1 3 8 ; i proprietari di stabilim enti industriali e com m erciali per g li assegni dei loro dipendenti, con lire 1127 ; g li scon tisti, cambisti, ecc., con 1 1 1 8 ; gli esattori e ric ev ito ri delle im poste, con 1 1 0 5 : i tip o g ra fi, editori e librai, con 1 0 8 5 ; g li accollatari, cottim isti ed appaltatori di costruzioni, con 1 0 6 3 ; le im prese private di assicurazioni (in nu m ero di 4 2 ), con lire 1 0 3 5 ; e finalm ente gli esercenti stabilim enti balneari e case di salute, con lire 1029.

« Hanno redditi m edii im ponibili com presi fra 800 e 1000 lir e : i fabbricanti e com m ercianti di candele, petrolio, saponi, cera e grassi ; gli esercenti l ’ indu­ stria delle tonnare e della salagione del pesce ; g li appaltatori di dazi e pedaggi ; i negozianti di oggetti d’ arte e dì antichità ; i negozianti in ch in caglierie e e m inuterie ; gli agenti di affari e i viaggiatori di case di c o m m ercio ; gli arm atori, proprietari di b a ­ stim enti e com m ercianti m arittim i ; i negozianti in arredi sacri e in tessuti d ’ oro e d’ a rg en to ; i pa­ sticcieri e confettieri ; gli albergatori e locandieri ; i conciatori e ven ditori di p e lla m i, i fabbricanti e com m ercianti in grosso di v in o ed aceto ; g li eser­ centi vetture pubbliche ed om nibus ; i fo to g r a fi, litografi ed in c is o ri; e per ultim o i pensionati, vita­ liziati, ed assegnatari tassati direttam ente.

Cosi abbiam o già passato in rassegna 47 classi di contribuenti senza averne incontrato neppure una di prefessionisti. S i presentano prim i gli avvocati e procuratori nel sottogruppo dei redditi com presi fra 700 ed 8 0 0 lire ; sono però ancora preceduti dai fabbricanti e negozianti di porcellane, m aioliche, cristalli, specchi e conterie, e dai negozianti in abiti da uom o e da donna. In questo stesso sottogruppo troviam o fra g li altri i m ugnai, i fabbricanti e ne­ gozianti di strum enti di precisione e i negozianti di tessuti e di m ercerie.

F ra le classi com prese nel gradino successivo (da 600 a 700 lire ) ecco ; saltuariam ente, ma per ordine decrescente di redditi g li affittuari di fondi rustici, i m acellai, i trattori, g li agenti di cam bio, i negozianti in granaglie, i cappellai, i notai e g li in­ gegneri.

Fin alm en te nel terzo sottogru p p o , con reddito m edio com preso fra 500 e 600 lire si trovano, sem ­ pre nello stesso ordine, i farm acisti, i fabbricanti e negozianti di tappezzerie di carta, di carte da giuoco e di oggetti di cancelleria ; g li u scieri giu diziari, i pittori, scultori, intagliatori, mosaicisti, ecc., ed i panattieri e pastai.

Siam o giunti all’ ultim o g ru p p o , cioè ai redditi m edii in feriori a 500 lire. N el gradino più alto, da 4 0 0 a 500 lire, troviam o prim i i pizzicagnoli con lire 494, ultim i i m edici e chiru rghi con 419. N o - tinsi fra gli altri g li affittacam ere con 469 ; i fab­ bricanti e negozianti di mezzi ordinari di trasporto con 4 5 3 ; i negozianti in ferrareccie con 4 5 0 ; i m ercanti di bestiam i con 446 ; e i caffettieri con lire 440.

N e l secondo gra din o, fra 3 0 0 e 400 li r e , vi sono, fra m olti, g li artisti di teatro (con 3 9 8 , gli om brellai con 3 7 1 ; gli im piegati privati tassati d i­

rettam ente, con 348 ; i professori, istitutori e r i­ petitori privati con 5 3 6 ; i calzolai con 328 ; i g e o - . m etri, agrim ensori e periti con 309 ; e per ultim i i liquoristi, vin ai e bettolieri con 303.

V en gon o finalm ente i redditi in feriori a 300 lire cbe riguardano solam ente tre classi: quella dei veterinari, dentisti, callisti con 280 lire ; quella dei m inistri del culto con cura d ’anim e con 211 ; e quella dei m inistri del culto senza cura d’anim e con lire 177.

P e r quanto im perfetta possa essere la tassazione, queste ultim e cifre dim ostrano che le condizioni m ateriali del basso clero sono m olto, ma molto m i­ sere ».

Fin alm en te cercando com e si distribuiscono fra le d iverse p rovin cie le m assim e cifre assolute del re d ­ dito tassato a carico delle principali industrie c o m ­ m erci e professioni, l’A u to re dà le seguenti c ifre interessam ene :

C om m ercio e manifattura della seta : M ilano lire 1 ,5 6 8 ,8 1 3 ; Com o 4 3 2 ,2 7 8 ; T o rin o 3 5 7 ,9 1 5 ; B ergam o 273,554.

C om m ercio e manifattura della la n a : M ilano l i ­ re 1 ,2 3 4 ,0 0 2 ; Novara 8 6 2 ,4 1 6 ; T o rin o 267,006.

C om m ercio e manifattura del coton e: M ilano li­ re 1 ,9 3 9 ,0 4 5 ; G enova 6 0 5 ,6 1 3 ; N ovara 4 5 8 ,8 0 5 ; B ergam o 430,725.

C om m ercio e manifattura del lino, della canapa e d egli altri prodotti tessili m in o ri: M ilano 6 7 1 ,7 4 2 ; Bologna 1 5 9 ,3 5 8 ; Napoli 102,152.

M anipolazione e com m ercio di cuoi e pellam i : G enova 3 1 9 ,1 4 5 ; T o rin o 194,421 ; M ilano 193,316 ; N apoli 179,274.

A ffitti di fon di rustici : M ila n o 3,208,731 ; P a­ via 2 ,6 5 1 ,7 9 7 ; N o va ra 1,994,344.

Ind. agrarie diverse dagli affìtti : F o g g ia 359,720 ; R om a 2 4 1 ,3 5 2 ; B ergam o 167,006.

C om m ercio di granaglie e farine : G enova 738,389; Bari 3 5 2 ,7 0 3 ; N apoli 325,406.

C om m ercio di frutta, legu m i e foraggi : M essi­ na 1 7 4 ,7 8 4 ; P alerm o 1 5 4 ,7 2 4 ; M ilano 128,870.

C om m ercio di bestiam i: Sassari 8 6 ,4 8 7 ; T o r i­ no 8 4 ,1 7 7 ; Alessandria 81,334.

E sercizio di frantoi o torciti da olio e da vino, pile da riso., e c c .: Bari 282,101 ; Bologna 1 2 1 ,9 9 2 ; M ilano 101,628.

F abbricazion e e com . in grosso di vini : Palerm o 4 5 1 ,5 6 9 ; A lessandria 4 0 0 ,6 4 4 ; G enova 215,948.

Fabbricazione e com m ercio in grosso di spiriti, liqu ori ed acque g azose: M ilano 6 1 8 ,2 6 5 ; T o r i­ no 1 9 8 ,6 9 3 ; L iv o rn o 9 6 ,7 7 2 ; N apoli 75,472.

Caseifici e com m ercio di latticini : M ilano 901,143 ; Pavia 4 5 6 ,1 4 7 ; R eg g io E m ilia 243,424.

Fabbricazion e e com m ercio in grosso di olii per uso a lim e n ta re : Bari 5 1 5 ,8 8 9 ; G enova 1 8 6 ,1 9 6 ; P o rto M aurizio 168,014 ; R e g g io Calabria 144,653.

C om m ercio di oggetti d’ arte e di antichità : F i­ renze 1 0 0 ,5 4 6 ; R om a 8 8 ,3 0 4 ; V en ezia 4 2 ,6 2 0 ; N apoli 34,272.

C om m ercio di generi di moda : M ilano 678,815 ; T o rin o 179,959 ; N apoli 158,660.

C om m ercio di oreficeria, argenteria, o ro lo geria , coralli, e c c .: N apoli 4 2 2 ,9 9 3 ; G enova 3 8 5 ,9 2 8 ; M ilano 526,025.

F abbricazion e e com . di m o b ilio : T o rin o 3 7 3 ,4 6 2 ; M ilano 2 9 2 ,3 4 6 ; G enova 2 8 3 ,9 5 0 ; N apoli 214,317.

(10)

442 L ’ E C O N O M I S T A

12 lu g lio 1885

E sercizio di z o lla re : G irgen ti 3 2 5 ,6 3 5 ; Calta- nisselta 2 1 5 ,9 7 9 ; P ale rm o 119,386.

Lavorazion e e vendita di pietre e m arm i, calce, cernente, gesso, eec : Massa 394,251 ; M ilano 285,502; Alessandria 279,002.

F on d erie, .forni fusorii, fucine e com m ercio di prodotti m etallurgici : G enova 356,482 ; M ilan o 2 1 8 ,6 0 5 ; R om a 121,388.

Com . di legnam i e di carbon e: G enova 235,847 ; M ilano 2 0 5 ,4 0 4 ; T o rin o 193,028.

E sercizio di vetture pubbliche, omnibus e d ili­ genze e case di spedizione e di com m issione : G e ­ nova 1 ,7 0 1 ,4 7 2 ; M ilano 7 9 4 ,1 7 7 ; N ap oli 500,896.

Pesca, tonnare e salagione del pesce : Palerm o 2 6 4 ,0 1 7 ; N apoli 1 9 8 ,2 6 9 ; L ivorn o 88.356.

C a rtiere: T o rin o 3 9 6 ,2 8 4 ; M ilano 2 2 5 ,1 8 0 ; N o ­ vara 101,275.

T ip ografia e com m ercio lib rario : M ilano 3 0 4 ,6 5 5 ; T o rin o 1 8 4 ,1 1 8 ; Rom a 133,339.

Banchieri privati: M ilano 9 7 1 ,647; G en ova 595,908; T o rin o 5 5 4 ,3 1 6 ; N apoli 396,656.

Appaltatori privati di m anutenzioni e di servizi pu b b lici: Palerm o 2 4 1 ,8 1 0 ; N apoli 1 8 4 ,7 8 4 ; T o ­ rino 166,363.

Esattori e ricevitori delle im poste : R e g g io Ca­ labria 1 0 1 ,0 5 9 ; N apoli 9 0 ,5 0 7 ; Salerno 86,986.

Appaltatori di dazi e p e d a g g i: Bari 1 4 7 ,5 5 7 ; V e ­ rona 114,535 ; Ancona 80,858.

A ledici e ch iru rgh i; N apoli 3 4 7 ,9 8 8 ; G enova 2 5 9 ,7 6 6 ; T o rin o 207,507.

A vv o c a ti e p rocu ratori: Napoli 5 1 6 ,8 0 5 ; G eno­ va 4 9 3 ,7 4 5 ; Rom a 481,734.

N o ta i: Alessandria 2 3 2 ,8 1 5 ; T o rin o 2 2 2 ,1 0 6 ; G enova 164,511.

In gegn eri ed arch itetti: M ilano 2 4 3 ,5 5 4 ; N a p o li 1 6 1 ,0 9 3 ; Rom a 121,120.

Pittori, scultori, incisori, ecc. : R om a 3 2 7 ,1 9 3 ; F iren ze 1 1 8 ,0 9 0 ; G enova 47,071.

A g en ti di cam bio, m ediatori, sensali : G enova 6 8 5 ,9 2 5 ; M ilano 4 5 8 ,3 8 9 ; Rom a 220,329.

Società in accom andita sem plice ed in nom e col­ lettivo per gli stipendi, assegni e pensioni dei loro dipendenti : M ilano 17,043,331 ; F iren ze 8,289,021 ; R om a 7,868,333; G enova 2,4 46,268 ; N apoli 2,242,275.

E sercenti stabilim enti indu striali e com m erciali p er g li stipendi ed assegni ai loro dipenden ti (p r i­ va ti e c o llet.) : G enova 1,5 87,688 ; T o rin o 1,3 47,970; M ila n o 892,335.

Im p ie g h i privati tassati direttam ente : F iren ze 5 5 6 ,1 0 0 ; M ilano 5 3 4 ,4 2 5 ; Rom a 2 4 1 ,4 8 3 ; B o lo ­ gna 235,210.

A bbiam o riportato tanta parte della interessante pubblicazione del sig. S ilv io Arni poiché ci pare che possa essere il fondam ento di uno studio accu ­ rato e diligen te sopra uno dei prin cipali cespiti di rendita dello Stato.

T rop p o si ignora dai più la m ateria delle im poste e troppo gran de è il bisogno di riform a che ha il nostro paese, perchè non debbansi lodare senza r i ­ serve questi sforzi laboriosi e concludenti con cui alcuni studiosi cercano di illu m inare cum grano saliti governan ti e govern ati.

PRODOTTI FERROVIARI

n e l l '^ e l > l > i - ; i i o 1 8 8 5

Il prospetto dei prodotti lordi delle fe rro v ie italiane nel m ese di febbraio scorso confrontato con q u ello del m ese corrispondente del 1884 dava i seguenti re­ sultati : Febbraio 1885 A lta Italia... L . 7, 376, 783 Romane... 2, 635, 389 Calabro-Sicule... 1, 006, 685 Venete... 87,700 Ferrovie di varie Società

esercitate dallo Stato... 1,228,734 Ferrovie M eridionali... 1, 996,199 » Sarde... 101,815 » D iverse... 860,813 Febbraio Differenza 1884 nel feb. 1885 7,698,905 _ 322,122 2,803,446 — 16 ', 057 1,019,722 — 13,037 91.000 — 3, 300 1,346,573

_

57,839 1,897,309 4- 98. 890 106,735 — 4,920 300,848 4- 59,965 Totale generale L. 14,854,11S 15,264,538 — 410,420

Da questo prospetto apparisce che eccettuate le m eridionali e le d iverse tutte le altre fe rro v ie ebbero nel gennaio scorso un prodotto lordo in feriore a quello del febbraio del 1 884 , che preso com plessivam ente tenendo conto degli aum enti e delle dim inu zioni, si riassum e nella cifra di L . 410,420.

Dal 1° gennaio a tutto febbraio il prodotto lordo delle ferrovie italiane ascese a L . 50,577,48 0 con una dim inuzione di L . 427,546 sui prim i due m esi del 1 884 .

Il prodotto generale del 1885 che abbiam o veduto essere stato di L . 14,854,11 8 si d ivid eva com e segue :

V ia g g i a t o r i ... L . 5,3 68,625 B a g a g l i ... » 224,591 M e rc i a grande e pie. velo c . » 1,2 98,902 Id. a piccola . . . . » 7,8 67,785

Prodotti diversi . . . » 94,127

T o tale . . . L . 1 4 ,854,11 8 E cc o adesso il prodotto chilom etrico.

Febbraio Febbraio Differenza 1885 1884 nel feb. 1885 Alta Ita lia ... 2,474 2,747. — 243 Romane... 1,525 1,657 — 132 Calabro-Sicule... 679 737 — 58 V en ete... 640 664 — 24 Ferrovie di varie Società

esercitate da'lo Stato., 1,357 1,460 — 63 Ferrovie M eridionali..., 1,156 1,099 4- 57 » Sarde... 247 259 — 12 » D ive rse... 568 645 — 77

Media complessiva L . 1,480 1,595 — 115

Il prodotto m edio ch ilom etrico d im in u ì per con­ seguenza di L . 115 al chilom etro.

E cc o finalm ente la lunghezza m edia di esercizio delle v a rie linee al 28 febbraio p. p.

Differenza Feb. 1885 Feb. 1884 col febb. 1885 Alta Iia lia ... ...Chil. 2981 2833 4- 148 Romane... 1754 1717 4- 34 Calabro-Sicule... 1504 1391 4- 213 Venete... 140 140 __ __ Ferrovie di varie Società eser­

citate dallo Stato... 944 944 — __ Ferrovie M eridionali... .. 1728 1728 __ __ » Sarde... 411 411 — — » D iverse... 650 469 4- 181 Totale generale Chil. 10,151 9,670 4- 576

(11)

Li Banche per alieni in Inghilterra

N e l m a ggio del 1881 il capitale versato dalle Banche per azioni del R egno Unito am m ontava a sterline 68,755,977 pari a L . it. 1,718,819 ,425 ed aveva un valo re di borsa di L . 187,020,0 00 pari a L . it. 4,675,500,000. Nel m aggio del 1885 il capi­ tale versato era aumentato di st. 1,215,527 ma il valo re di borsa di questo capitale era dim inuito di st. 4,585,000.

Il seguente specchietto contiene l’am m ontare del capitale versato e il suo valo re di borsa nel m aggio scorso diviso com e seg u e:

Capitale versato Valore di borsa

Inghilterra e Galles L.st.53,689,872 140,12^000 S c o z ia ... » 9,053,000 22,976,000 Irlanda... » 7,156,028 19,134,000 Isola di Mau . . . . » 69,901 200,000 Totale L. st. 69,967,804 182,437,000

L ’ am m ontare dei depositi e dei conti correnti nelle Banche per azioni ascendeva nel decem bre 1885 a st. 4 2 9 ,7 0 0 ,0 0 0 ; ne! decem bre 1884 era salito a sterline 444,100,0 00 pari a L . it. 11,102,500,000. L ’ am m ontare suddetto esistente nel dicem bre 4884 d ividevasi com e segue :

Inghilterra e Galles L. st. 323,000,000 S c o z ia ... » 84,100,000 I r la n d a ... » 36,900,000 Isola di M u a ... » 800,000 Totale L. st. 444,100,000

L ’ am m ontare approssim ativo dei depositi e conti correnti presso1 tutte le Banche deb R egn o U nito si calcolava nel gennaio p. p. da sterline 560,000,0 00 a 570,000,0 00 pari a L . it. da 14 m iliardi a 14 m i­ liardi e 250 m ilion i di lire.

SERVIZIO TELEGRAFICO NEI COMUNI

D alla Gazzetta ufficiale del R egn o è stata pub­ blicata In questi giorni la le g g e riguardante la istitu­ zione di u ffici telegrafici in tutti i capoluogbi di m andam ento e com uni di frontiera, che ancora ne sono p rivi, e che possono essere collegati alla rete esistente.

Ciò deve essere effettuato entro il term ine di un sessennio e col concorso delle provin cie e dei c o ­ muni.

P e r la esecuzione di detta le g g e sarà stanziato in bilancio un fondo straordinario di L . 2,9 40,000, in sei quote annuali di L. 490,000 ciascuna, a com in ­ ciare dall’esercizio 1 885 -86 sino all’ esercizio 1890-91 inclusivo.

Queste sei quote annuali saranno da is c riv e rs i in apposito capitolo del bilancio passivo del m inistero dei lavori pubblici, sotto il titolo : « F on d o pei nuovi uffici telegrafici n ei capoluoghi di m andam ento. »

L ’ am m ontare delle quote di concorso delie pro­ vin cie e dei com uni, nella m isura fissata dall’ arti­ colo 2 della leg g e , sarà pagato anticipatam ente a l­ l’ A m m in istrazione dei telegrafi, e da essa versato in ­ tegralm ente, volta per volta, nelle T eso rerie dello Stato, im putando il versam ento anno per anno, ad apposito capitolo del bilancio attivo dello Stato, sotto il titolo di : « Concorso delle p rovin cie e dei co­ m uni per nu ovi uffici telegrafici. »

I BILANCI DELLE SOCIETÀ DI COMMERCIO

Il M inistero di grazia e giustizia, in data l . ° giu ­ gno p. p. ha diretta ai Presidenti dei tribunali di com m ercio e d e i tribunali c iv ili e correzionali aventi giurisdizione com m erciale, la seguente circo lare:

« Il M inistero di agricoltura, industria e com ­ m ercio, n ell’ esam inare i docum enti che gli si man­ dano per la pubblicazione nel Bollettino ufficiale d elle Società, ha notato che frequentem ente i b i­ lanci di Società non sono depositati nelle cancel­ lerie dei tribunali entro dieci giorn i dalla loro ap­ provazione, com e prescrive l’ art. 180 del C odice di com m ercio.

A i con travven tori dovrebbe essere sem pre appli­ cata la sanzione penale di cui nell’ art. 248 dello stesso C o d ice; m a ciò evidentem ente non si può con sollecitudine ed uniform ità ottenere se i can­ c ellieri, ai qu ali g li atti stessi sono consegnati per le form alità del deposito e della trascrizione e p e r il successivo rilascio del certificato che ne autorizza la pubblicazione, non si curano di darne denuncia al Pu bblico M in iste ro , cui spetta 1’ esercizio della relativa azione penale.

P reg o pertanto le S S. L L . di dare ai cancellieri le necessarie istruzioni, e di in vig ila re nel m iglior m odo, che siane, anche in questa parte, esattamente osservate le disposizioni di le g g e concernenti la pubblicità d e g li atti sociali, le quali sono di fon­ dam entale im portanza nel sistema di libertà accolto dal vigen te C odice di com m ercio. »

BULLETTINO DELLE BANCHE POPOLARI

(Situazioni al SO giugno 1885)

Banca mutua 'popolare dì Verona. — Capitale

versato L . 562,520 ; R iserva L . 25,004 ; Conti c o r­ renti L 2 ,4 8 6 ,6 5 0 ; P ortafoglio L . 2,2 18,752 ; C re ­ d ili garantiti L . 2 1 2 ,974; A nticipazioni L . 2 2 ,4 7 0 ; S offer. L . 5 ,7 47; R endite L . 9 8 ,945; Spese L . 62,327.

Società cooperativa popolare di mutuo credito in Cremona. — Capitale versato L . 2,212,921; Conti cor­

renti L, 1 6 ,1 1 6 ,2 5 3 ; Crediti disponibili L . 160,946; Portafoglio L . 4 ,3 9 7 ,0 2 3 ; Anticipazioni L . 470,067; M utui ipotec. L . 2,878,899; Fondi pub. L . 12,313,430; S offeren ze L . 0 0 ,00 ; E ntrate L . 407 ,8 5 0 ; Spese L . 575,556.

Banca di depositi e prestiti in S. Sofia. — Ca­

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