L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FER R O V IE IN TER ESSI P R IV A T I
Anno XII - Voi. XVI
Domenica 6 DecemDre 1885
N. 605
GLI EFFETTI DELLA POLITICA SULLA FINANZA
E ra qualche anno che una grande p arte d’Italia dom andava con insistenza la perequazione della im posta fondiaria com e una necessità econom ica per alcune delle regioni d e l regno.Dopo molte incertezze, dopo molti tentennam enti, finalm ente il G overno fece suo il progetto di legge, che ora si discute, e che stava da molto tem po all’or dine del giorno.
Se non che, proprio quando il G overno parve deciso a secondare i desideri, che sem bravano m anifestati da una grande m aggioranza di interessi e di b i sogni , ecco sorgono enorm i difficoltà e il progetto di legge sem bra pericolare e trascinare nella sua ca duta anche il gabinetto.
N aturalm ente, com e avviene sem pre in questi casi, la questione, che prim a aveva un aspetto tecnico, fi nanziario ed econom ico, appena urtò in difficoltà p arlam entari, assunse un aspetto politico dei più vi vaci che conti la storia del P arlam ento italiano. Uo m ini invecchiati negli stalli della C am era assicurano che la situazione è assai difficile e non sanno indi care una soluzione possibile.
Noi, com e di costum e, lasciam o ogni considera zione politica che non troverebbe posto nel nostro periodico, e lim itandoci solam ente ad osservare le cose sotto il loro aspetto econom ico finanziario, siamo indotti a concludere che le condizioni attuali non sono e non possono essere se non la conseguenza degli errori precedenti, e rro ri ai quali non poche volte 1’ Economista ha fatto cenno.
Infatti non vi è chi non com prenda che se il G o verno avesse pensato di u rtare nelle difficoltà che oggi incontra alla C am era, avrebbe lasciato dorm ire per m aggior tem po il progetto della perequazione, anche per non c o rrere la g rav e responsabilità di m et tere il paese in preda ad una agitazione regionale, della quale ora non si possono p revedere tutte le conseguen ze. — È quindi logico concludere che il M inistero non era abbastanza edotto della situazione sua davanti alla C am era e non conosceva che im perfettam ente il pen siero della Cam era intorno alla questione che ad essa era presentata. E se i nostri lettori ricordano quanto avvenne recentem ente per la legge, detta del cate naccio, si troveranno a dover riconoscere con noi, che u na grande parte alm eno degli im barazzi, che presenta la situazione o dierna,sono dovuti alla scarsa,
alla insufficente preparazione della Camera e del paese sulle cose finanziarie.
Si sollevano troppe discussioni intorno alle cose
di finanza e non si d isc u to n o , non si chiariscono , non si risolvono.
li M inistero sem b ra, quello che ce rto non è, m an cante di ferm i e tenaci convinzioni sue proprie, senza un program m a, senza una m eta e, lo dicevam o nel- l’ ultim o nostro num ero, in questo m odo si prepara u n am biente indom abile.
Q uesta a nostro cred ere è la v e ra , la principale causa della odierna situazione, la quale non m iglio rereb b e certam ente, anche se, nel caso concreto della perequazione fondiaria, il G overno vincesse.
Infatti, a ben g u ard a re , se non si sa con preci sione che cosa voglia la C am era, è p u r troppo vero che non si sa nem m eno dove voglia and are e fin dove voglia andare il Governo.
Non raram e n te certo noi abbiam o deplorato q u e sto sistem a, ed all’on. M agliani, in m olte circostanze, abbiam o dette delle dure verità, prevedendo quali sarebbero state le conseguenze di u na condotta che, volendo essere abile, ed essendolo anche m olte volte p er risolvere le singole questioni, nel suo com plesso si m ostrava fiacca e incerta.
E veram ente dom andiam oci : quale è l’ indirizzo del governo nella trasform azione dei tributi ? — quale 10 è nell’ o rdinam ento della circolazione m onetaria? — quale Io è nella questione delle B anche? — quale nella sistem azione del debito pubblico ? — quale p er le finanze locali ?
P u r troppo chi legge e ricorda le diverse m a nifestazioni del G overno o quelle che ha perm esso si dicessero in suo nom e, potrebbe co ncludere che 11 M inistero è disposto ad accettare qualunque soluzione : — aggravare le m asse od i ricchi ; — sgrav are questi o quelli, pei tributi ; — m onom e tallism o o bim etallism o, p er la circolazione ; — banca u nica o libertà delle banche o pluralità, p er il rio r dinam ento della em issione fiduciaria ; — conversione o non conversione, am m ortam ento o non am m orta m ento, per il debito pubblico ; — separazione dei ce spiti o no, ingerenza del G overno o autonom ia, per le finanze com unali. — E ciò non perchè gli uom ini egregi e valenti che rappresentano il G overno — e l’on. Magliani tra essi — non abbiano convinzioni e non professino principi, ma perchè la esperienza ha orm ai persuasi tutti che, quando siam o venuti all’alto pratico, p er ottenere l’approvazione di u n progetto di legge, si lasciano ad u lterare anche i principi fondam entali sui quali esso si fonda, e si accettano transazioni per la condotta avvenire, su punti che poco innanzi si erano energicam ente r e spinti.
774 L ’ E C O N O M I S T A 6 decembre 1885 penosissim a situazione a coloro stessi che, senza vo
lerlo, l’han'no, non direm o creata, m a lasciata nascere e crescere e ingigantire.
Così è sorto questo am biente che orm ai è abituato a dom andare tutto, perch è sa di poter tutto ottenere. — E infatti la questione della perequazione fondiaria si ò sollevata, m anifestandosi la sola diffidènza che il Go verno volesse trarne profitto^ favore del bilancio,allora bisognoso di m aggiori entrate ; si tem eva che la pe requazione avvenisse su u n a 'b a se superio re alla me dia. P arv e una concessione l’assicu rare che lo Stato voleva non perd ere, ma nem m eno ricav are u n p ro fitto dal nuovo censim ento. — Poi si tentò di ch ie dere la base della m inim a aliquota ; — e il G overno cedette ; — poi si chiesero garanzie p e r i terren i non censiti e per i m iglioram enti ag rari ; e il Go verno cedette subito. Non b a s tò ; e si dom andavano degli sgravi ; — il G overno cedette facilm ente un decim o ; — poi se ne chiesero tre ; e il G overno disse subito che li avrebbe a c c o rd a ti; — ora non basta neanche quello e si dom anda di p i ù . . . . il G overno cederà ?
Ecco il problem a, al quale p u r troppo le prem esse danno poca speranza che segua u na risposta energica, vigorosa, dignitosa nella quale il M inistro delle F i nanze d ic a: - Signori, io penso così e così, ho ceduto fino a ch e ho potuto, ma al di là di certi lim iti, non posso an d a re senza co n trad d irm i, senza condannare m e stesso, e quindi pongo netto e preciso il quesito: o così con m e, o altrim enti con altri.
N ien te affatto ; si continua a transigere, a trovare espedienti che ne apparecchiano altri per l’avvenire, e daranno altre conseguenze sim ili a quella della legge per Napoli e dei prem i p er la m arina m e r cantile ! !
O rm ai è ozioso discutere sulla perequazione della im posta fondiaria e sulle proposte conciliative che sorsero qua e là ; tutto 1’ am biente parlam en tare è invaso dalla sterile politica ; essa sola im pera, ed ogni considerazione finanziaria, in un argom ento pur finanziario, è fuor d ’opera.
Dal contegno dei deputati negli uffici, ci accor giam o che la stessa cosa si prom ette per la discus sione dei provvedim enti finanziari; anche là com in ciano discussioni che perdono ogni traccia di carattere finanziario. E noi ci dom andiam o: che fa il g o v ern o ? — quale autorità esercita 1’ on. Magliani ? — dove è q uella em inente prevalenza che egli così m erita m ente esercitava sul gabinetto e sul P arlam ento?
A noi, che in tante occasioni abbiam o sostenuto contro tu tti I’ on. M agliani, e che abbiam o piena fede nel suo ingegno, nella sua perspicacia e siam o sin ceri am m irato ri di m olte sue opere, dirette al bene dello S tato, a noi è concesso dire una parola chiara e precisa senza pericolo che sia letta con in ten d i m enti diversi da quelli che v eram ente ha e può avere. F ra pochi giorni l’ on. M agliani dovrà fare alla C am era la esposizione finanziaria voluta dalla legge. — A ffretti quel giorno e ne profitti p er rialzare il suo prestigio, il suo nom e, la sua influenza. Con quella m aestria che gli è propria, con quella elevatezza e lucidità di concetti che gli riconoscono tutti, tracci un chiaro e preciso program m a finanziario, e dica alla C am era, senza sottintesi e senza reticen ze: — basta di transazioni politiche; questa è la m ia via, questo il mio indirizzo, o con questo o su questo.
C rediam o che I’ on. M agliani sia ancora in tempo di riafferrare la potenza che aveva in altro tem po;
che se, m algrado u na energica dim ostrazione, non riuscisse, I’ on. M agliani cadrebbe sicuro di un av v e n ire splendido. Gli attuali tentennam enti invece possono soltanto prolungargli una esistenza incerta e penosa com e la attuale, m a apparecchiargli una caduta che non sarebbe gloriosa.
I.
« Le ferrovie hanno m esso com pletam ente in ri voluzione il m ovim ento di m erci sulla superficie te rr e s tre ; hanno fatto del m ondo un unico m ercato e, pel com m ercio m ondiale, tolto quasi del tutto ogni differenza di spazio ; » ma p er quel che riguarda il m ovim ento delle persone, è u n altro paio di m aniche. « Il num ero dei v ia g g iato ri, in v e rità , è straordi nariam ente aum entato, ma alla mobilitazione u n iv e r sale delle cose non corrisponde in alcun modo una m obilitazione universale della razza um ana. Noi ci nutriam o di cereali am ericani, ci vestiam o con stoffe di lana d’A u s tra lia — però gli uom ini, alla distanza di poche m iglia, son così stranieri oggi l’uno all’altro com e io erano nei secoli scorsi. Oggi com e per lo avanti, son le classi sociali superiori, e se anche non proprio i diecim ila, i centom ila eletti che si sono staccati dal n id o , tutto si riduce a questo che co- teste classi superiori viaggiano oggi con più fre quenza elio prim a, m entre le g randi m asse dei p ro fondi strati sociali son poste dalle ferrovie così poco in m ovim ento com e lo erano prim a dalle diligenze postali. » E poi, « in ferrovia si viaggia, è vero, alquanto più a buon m ercato che in diligenza o colle vecchie c o rrie re ; m a questo non è neppure un caso senza eccezioni, perchè a brevi distanze, dove l’elem ento della celerità non pesa decisivo sulla bilancia, ì mezzi di trasporto più prim itivi concor rono oggi co’ m oderni cavalli a vapore per la sem plicissim a r a g io n e — vergognosa per le ferrovie — che sono a m iglior m ercato. »
N on basta d ire che i bassi strati non si giovano delle ferrovie o poco ne usano, perchè nulla o poco sentono il bisogno o la necessità di m uoversi : « in questo modo si viene a m etter la causa al posto dell’effetto. » Se le classi m eno abbienti o non abbienti affatto rim angono ferm e al loro nido più che le abbienti, ciò accade a p punto perchè m ancano di mezzi di trasporto adatti alle loro povere condizioni econom iche. In ogni paese sono anno p e r anno, centinaia di m igliaia che tra sm igrano da un luogo all’ altro a p ie d i, perchè il prezzo di un viaggio, anche di poche ore in ferrovia, è tale che non possono pagarlo. E si ha torto ad osservare che, viaggiando a piedi settim ane intere, qualche volta perdono appunto il guadagno che rap
6 decembre 1885 L ’ E C O N O M I S T A
775 appunto quel num ero di braccia che altrove giac
ciono inoperose. Nel m ercato del lavoro - adunque - la legge naturale della dom anda e dell’ offerta non si effettua in condizioni corrispondenti al progresso dei (empi nostri. N onché avere per tutta E uropa un solo m ercato — com e I’ h a n n o , in g e n e r e , i pro dotti — il lavoro m anuale non ha nem m eno tanti m ercati quanti sono i paesi : l’offerta e la dom anda rim angono im possibili spesse volte a pochissim i chi lom etri di distanza.
Q ueste ed altre considerazioni sono svolte in al cuni articoli di giornale ed in una conferenza, testé raccolti in volum e, del doti. Teodoro H ertska, un uom o di m olta coltura econom ica e di g rande chia rezza ed arditezza di idee ') . Chiestogli il m otivo dei fatti che deplora, egli risponde : « tutto viene da c i ò , che le ferrovie, confidando nel monopolio che loro affida la m aggiore sveltezza e com odità del tra sp o rto , non fanno valere in n u lla , rispetto ai carich i di p e rso n e , le loro attitudini a trasp o rtare a buon m ercato ». L e tariffe-m erci stabilirono il loro m inim o sulle basi di quell’ im porto di spesa che risulta d a( dividere le cifre che rappresenta il costo totale dell’esercizio (tra sp o rto -m erci, s’ in tende) per la quantità com plessiva di carico corrispondente alla m assim a potenzialità della ferrovia. P e r quel che rig u ard a invece il trasporto delle persone, le ferrovie non hanno mai n eppure tentato il calcolo del com e procederebbero le cose adottando il m edesim o p rin cipio : suddividendo, cioè, fra il num ero di pas-seggieri corrispondenti alla potenzialità prim a di tra sporto della linea, il costo dell’ esercizio. Nel fissare le ta riffe-v iag g iato ri non si dom anda, per solito, altro se non fino a qual massimo possa giungersi senza rendere al pubblico affatto im possibile il viag giare, e inteso pure che p er « pubblico » va qui calcolato solo un num ero relativam ente piccolo di persone abbienti.
Da tutto questo - conchiuderà chi ci legge - risu lta la conseguenza delle necessità ineluttabili di procedere a g randi ribassi nelle tariffe del m ovi m ento-v iag g iato ri, applicando ad esse la form ula che abbiam o visto valere p e r quelle del m ovim en to -m erci. Lo H ertzka è più ardito, e giunge a p roporre che si trattino i viaggiatori come si trattano le lettere dalla riform a di R obert H ill in poi, e che s’ intro duca per essi la tariffa unica, o al più due tariffe * una di 10 K reuzer (egli studia l’applicazione della sua riform a alle ferrovie austriache) p er i treni locali p erco rren ti distanze non superióri ai 30 chilom etri ed u n ’ altra di 25 K reuzer per tutti gli altri p er corsi, anche da un capo all’altro della m onarchia. Non gli p a r nem m eno u na follia lo sp e ra re p er quando che sia si riesca a p erc o rrere da un capo all’altro l’E uropa per qualche cosa com e un fiorino ; m a, per il m om ento, un lodevole spirito di m oderazione lo p ersuade a non occuparsene.
( E il nostro autore non propugna già e sollecita 1 introduzione della tariffa unica nel solo interesse di chi viaggia ; ei lo propugna e sollecita, con piena convinzione, nell’ interesse m edesim o delle am m ini strazioni ferroviarie. Ciò che di strano presenta la idea di trattare il viaggiatore come una le tte ra ,
.') Do t t. Theodor He r t z k a. Das Personen-Porto.
Ein Vorschlag zur Durchführung eines billigen Ein heitstarifes im Personen-Verkehr der Eisenbahnen (Wien, Spielhagen und Sehurieh, 1885).
sparisce, secondo lui, quando si rifletta che il costo di trasporto non rim a rreb b e quale è attualm ente, allora che si com piesse nel m ovim ento delle persone quella rivoluzione che nascerebbe p er opera della ta riffa unica, e quando si pensi che il poter ognuno con una data spesa fissa viaggiare da un capo al l’altro del paese, non equivale più al fatto che ognuno com pia effettivam ente questo viaggio.
Ecco un ragionam ento. P er la Siidbahn, e tanto m eglio per altre ferrovie au striach e per cui il traf fico -p erso n e è più ric c o , un passeggierò costa in m edia 28 K reuzer (dividendo per persone il costo d’esercizio di una carro zza-ch ilo m etro ). Ma in tutte queste ferrovie appena un q u arto dei posti viene adoperato, e tre quarti rim angono vuoti ; cosicché è chiaro che, dal m om ento che un treno com ple tam ente carico im porta pochissim e spese più elio uno quasi vuoto, il costo di trasporto per passeg gierò v errebbe a rid u rsi a 7 o ad 8 K reuzer, se alle ferrovie riuscisse di m ettere in moto treni sem pre com pleti. Q uanto ai percorsi, i viaggiatori non li effettuano che per una piccola parte dell’intera linea: sulla S iidbahn la m edia è di 46 chilom etri, sulla W estbahn di 40, sulla S taatsbahn di 58, sulla Nord- bahn di 65. Ora si dom anda che cosa avverrebbe se ogni viaggiatore avesse il diritto di p erco rrere col suo biglietto a 25 K reuzer l ’ intera distanza da un confine all’altro della m onarchia, dalla fron tiera russa (ad esem pio) a T rieste. Ma, risponde Io H ertzka, « un solo m om ento di riflessione basta per concludere che un calcolo così basato sarebbe una pazzia. Il biglietto può essere a buon m ercato quanto si vuole, il trasporto può esser anche gratuito ; rim a ne, tolte alcune eccezioni, che ognuno non viaggia se non per dove i suoi affari o che altro lo trag gono. P er le lettere avvenne anzi che il m ovim ento di quelle destinate a breve distanza si sviluppò in m isura incom parabilm ente più rapida che per le a^tre a distanze grandi ; lo stesso, presum ibilm ente, accadrebbe pel m ovim ento viaggiatori a tariffa unica.
Si tratta adunque di vedere qual distanza ò p e r corsa in m edia, oggi com e oggi, da ogni singolo viaggiatore. Il calcolo non si può farlo, in A ustria, per il com plesso ferroviario della M onarchia ; in G erm ania, avendosi gli e'em enti, si è concluso che trattisi di una media di 70 chilom etri. P rendendone invece una di 100 e am m ettendo (ciò che è p u r troppo) per 1 0 0 chilom etri una spesa doppia che p er 50, il nostro autore viene alla conclusione che con l o K reuzer per viaggiatore le ferrovie copri rebbero com pletam ente la loro spesa.
776 L’ E C O N O M I S T A 6 decembre 1885
I X
jC 0 3 S T O O
sotto 1’ asp etto economico
g arantire le Società e lo Stato contro ogni per dita. S e il m ovim ento decuplicasse, le ferrovie a v re b bero già un guadagno di 25 m ilioni ; se divenisse venti volte m aggiore, il guadagno sarebbe di 7 5 ¡mi lioni, e « che questi au m en ti non appartengano al dom inio delle utopie, lo dim ostra non l’A utore — l’esperienza fatta coll’ introduzioni della tariffa unica nel servizio postale. »
R im ane la quistione del necessario aum ento dei capitali im piegati nelle ferrovie. Calcolando, con abbondanza, che un chilom etro a doppio binario costi 1 0 0 ,0 0 0 fior., i chilom . com putati per il percorso m edio di ogni viaggiatore, costerebbero 1 0 ,0 0 0 ,0 0 0 di fiorini. O ra — poiché dei 25 K r. della tariffa, 15 debbono coprire le spese d ’esercizio e 10 soli rim angono p e r interesse del capitale im piegato — risulta ch e u n tronco di 1 0 0 chilom etri dovrebbe essere al caso di trasp o rtare annualm ente alm e no 5 ,0 0 0 ,0 0 0 di passeggieri per dare i 5 0 0 ,0 0 0 fio rini d’ in te re ssi; quei cinque m ilioni annui rap p re sentano un m ovim ento m edio giornaliero di 1 4 ,000 persone ; » m ovim ento il cui quad ru p lo e quintuplo può effettuarsi anche su un solo binario, m entre un tronco a binario doppio, esclusivam ente addetto al servizio passeggieri, può affettuare in 24 ore un m ovim ento anche venti volte m aggiore.
L’ introduzione della tariffa u nica è poi legata — nel progetto del nostro au tore — a due condizioni prin cip ali: prima', che spariscano gli orari fissi, e un treno non parta se non quando è com pleto; seconda, che non vi sia che una classe so la , appunto per evitare vuoti nelle carrozze. Q uanto al « com fort » non sarebbe già esclu so ; le ferrovie lo abbandone rebbero all’ intrap resa di società private, com e anche oggi p e r la Compagnia internazionale dei Waggons-
lits; il n u m ero dei viaggiatori disposti a pagare ex tra
questo « com fort » sarebbe nelle peggiori ipotesi tanto g ran d e da offrire la possibilità di avere per un prezzo m olto m in o r e , com odità e lusso molto m aggiori di quelli che oggi la C om pagnia in te rn a zionale può m ettere a disposizione del pubblico. « A nche il più lussuoso » « w aggonsalon » v e rrà sem pre a m olto m iglior m ercato che non oggi u n sem plice posto di prim a c lasse ; e chi crede trovare in ciò u n a contradizione, dim entica che solo per questo posto di prim a classe deve viaggiare u n intero va gone, e che se pei g randi treni-passeggieri le fe r rovie avessero un solo viaggiatore per ogni carrozza e per tutta la linea, esse farebbero colle tariffe attuali ottim i affari, nonostante il controllo costosissim o ».
Ci siam o estesi u n poco nell’esposizione di questo progetto ("esposizione che però occupa b en cinquanta grosse pagine del libro a cui ci riferiam o ), prim a perchè la questione della tariffa unica viaggiatori è assai viva in G erm ania, poi perchè appunto gli a r ticoli e le conferenze del dott. H ertzka dettero luogo ad una lunga ed interessantissim a discussione in seno del « C lub degl’ im piegati ferroviari austriaci. » E delle obbiezioni m osse da uom ini com petentissim i ci occuperem o in u n altro articolo.
Il 2 5 N ovem bre 1878 il re Leopoldo fondava a B ruxelles, il Comité d’ études du haut Congo ;_ tre m esi dopo, lo S tanley capo della spedizione lasciava 1’ E u ropa p e r recarsi in A frica ove coi suoi com pagni nel m ese di Agosto successivo risaliva il Congo. Nel G ennaio del 18 8 0 fondava V ivi, nel D icem b re 1881 fondava Lóopoldville e lanciava sulle acque dello S tanley-P ool il prim o battello a vapore. T re anni più ta rd i l’ E u ro p a e l’A m erica riu n ite a B erlino constatavano che il Congo era, per una percorrenza di 2 0 0 0 chilom etri, pacificam ente conquistato alla loro influenza ; che oltre 4 0 centri di civiltà eransi stabiliti sulle sue rive, che la navigazione a vapore era penetrata sino al cuore del continente africano. Le po tenze convenute a Berlino determ inarono allora le basi di una legislazione com m erciale la quale, m e diante il libero scam bio e la libertà di navigazione, fece del centro dell’Africa, convenzionalm ente deli m itato, il patrim onio com une di tutte le nazioni. ’) S uccessivam ente ciascuna delle potenze riconobbe la sovranità della Società fondata a B ruxelles uel 4878 per opera del re Leopoldo, proclam ò la sua in dipendenza, la neutralizzazione del suo vasto te rri torio e salutò la sua b andiera com e quella di una potenza am ica. Lo Stato indipendente del Congo era così creato. L ’atto generale della Conferenza di Ber lino porta la data del 26 F ebbraio 1885 ; l’autoriz zazione costituzionale data dalle C am ere belghe al re Leopoldo di p rendere il titolo di sovrano del nuovo Stato avvenne il 3 0 aprile. O ccorsero adun q ue sette anni soltanto p er realizzare una delle im prese più audaci e più notevoli del secolo e per farla consacrare solennem ente dalle nazioni civili. T al'è, nei suoi tratti principali, la'storia di questo nuovo S tato, il quale an d rà ben presto ad occupare il pro prio posto fra ¡ paesi com m ercianti del m ondo. E ad u n q u e interessante vedere fin d’ora quali sono lo condizioni econom iche di questa regione, quali le prospettive n ell’avvenire. N on m ancano in questo argom ento, com e in tutti, i pessim isti e gli ottim isti. Vi sono coloro che, com e lo S tanley, pronunziano u n gran d e sviluppo com m erciale pel Congo, che sa lutano fin d’ora un avvenire econom ico fiorente e una fonte di guadagni pei paesi civili, i quali troverebbero nuovi sbocchi nello stato del C ongo; m a non m an cano i pessim isti com e il D ott. P echuel L oesche (Herr
Stanley und das Congo Unternehmen, Leipzig 1 8 8 5 )
i qu ali fanno un q uadro triste delle difficoltà della situazione al Congo e dei grandi ostacoli contro i qu ali bisogna lottare. P erò è giustizia riconoscere che la m aggior parte dei viaggiatori e degli scrittori concordano colle idee ed opinioni m anifestate dallo S tan le y , m a com unque, non è su questa questione che intendiam o nè possiam o sofferm arci. Piuttosto vogliam o p resentare ai letto ri qualche indicazione sulla situazione econom ica del nuovo Stato africano, che si ap re quale campo di attività a tutti gli Stati. E d a rag g iu n g e re questo intento ci è di valido aiuto
6 décembre 1885 L ’ E C O N O M I S T A
777 una recente pubblicazione del sig. A. J. W auters,
direttore del Mouvement giographìgae di B ru x e lle s .1) E assai difficile, anzitutto, determ inare, anche ap prossim ativam ente, la estensione e la popolazione, quest ultim a specialm ente, di un territorio che fu soltanto attraversato. Però, p e r quanto le inform a zioni che si hanno, incom plete e vaghe, lasciano com prendere, bisogna am m ettere la presenza nell’altipiano africano di una popolazione com patta in parecchi punti. La creazione di centri civilizzatori non potrà che aum entarla, allontanando colla sola presenza degli E uropei i cacciatori di uom ini che rovinano e spo polano i vari paesi, calm ando col prestigio dei bianchi le dispute fra trib ù e tribù e dim inuendo per conse guenza la g u erra che regna, si può dire allo stato perm anente m tutta l’Africa centrale e che, colla ces sazione dei lavori agricoli, genera ovunque la care stia e lo spopolam ento. 1 prodotti del Congo si cono scono meglio, e la loro varietà, al dire dello S tanley, sarebbe veram ente notabile. Egli disse infatti testual m ente alla Conferenza di Berlino: il Congo produce, per così dire, tutto ciò che reclam ano i bisogni dell’E u ropa. I depositi d oro e d argento vi sono num erosi, le m iniere di ram e e di ferro vi sono ricche. Yi si vedono delle belle foreste che producono legni d’un valore inestim abile, quantità inesauribile di cautchuc, gom m e, spezie preziose, vi si coltiva il caffè e il pepe, vi si vedono m andre innum erevoli di bestiam e, ec ec’ A nche fatta pure la debita parte all’ affetto che lo scopritore deve sentire pel paese da lui fra i prim i percorso, ci pare che resti sem pre qualche cosa degno di studio e di considerazione. Così l’avorio al dire di tutti i viaggiatori, offre e potrà offrire sem pre più un oggetto di un traffico rilevante, m entre fra le produzioni vegetali i grani, I’ olio di palm a e di arachide, il sesam o, ii ricino e i legni da tinta, ec., ec. com inciano già ad esportarsi.
Infatti la casa olandese Nieuwe Afrikaansche Han-
dels-Vennootschap, la quale ha esportato nel 1883
dal Congo a R otterdam , 9 ,4 1 4 tonnellate di m erci d iv e rse , conta in questa cifra 3,3 1 0 tonn. di frutti di p alm a, 1 ,7 5 8 di olio di p a lm a , 1,8 8 7 tonn. di m andorle di arachide. F ra i prodotti m inerali invece il ferro, il ram e, l’oro, il piom bo, il cinabro, sono i più abbondanti. Ma soprattutto va notato che una forte quantità di prodotti potrebbero essere coltivati al C ongo; citiam o il caffè, di cui furono piantate 561 piante a Léopoldville e vi crescono m agnifica m ente, il cotone, il quale, com e il caffè, cresce allo stato selvaggio in quasi tutta l’A frica equatoriale, il riso, il tabacco, la canna da zucchero, per citare principali, ma non i soli. Gli elem enti di prosperità avvenire non fanno dunque difetto al Congo. Ma sorge tosto la questione del c lim a , ostacolo v era m ente serio dacché si tratta di regioni equatoriali, nelle quali le te m p eratu re eccezionali delle zone tor rid e cui il bianco non è a b itu a to , l’ instabilità del clim a, le febbri m iasm atiche, costituiscono difficoltà gravissim e p er la coltivazione delle fertili e ric che regioni del bacino del Congo. N elle condizioni attuali del paese la colonizzazione dell’A frica equa toriale da parte degli E uropei ci pare una utopia, dice giustam ente il W a u te rs; ma ciò non toghe che in un avvenire più o meno prossim o e per diverse
*) A. J. Wa u te r s. L e Congo au point de vue éco nomique - avec 3 cartes et 8 vignettes. — Bruxelles
In stitu t nationale de Géographie, 1885.
vie si pervenga a m odificare questo stato di cose. S arà questa l’ opera del te m p o , l’ opera dei secoli per l’ Africa, com e lo fu pure per le località m al sane dell’E uropa e dell’Asia. In attesa di questa con dizione di cose, si presenta la dom anda se la prim a coltura dell’A frica da parte dei bianchi è possibile; se l’agricoltore, l’ingegnere, il com m erciante europei troveranno sul luogo le braccia necessarie al com pim ento delle loro im prese ; è in altre parole la q u e stione dell’organizzazione del lavoro che si presenta in tutta la sua estensione e la cui soluzione è ora allo studio presso T Associazione A fricana, la quale vorrebbe in tro d u rre al Congo i Coolies, ossia gli operai chinesi.
Ma quali sono i gusti delle popolazioni indigene che abitano il bacino del Congo? quali i loro bi so g n i? L’indigeno dell’ A frica, ha detto lo S tanley, è nato com m erciante ; quali sono adu n q u e gli a r ti coli m anifatturati di E u ropa che pel m om ento hanno la m aggior probabilità di essere scam biati proficuam ente contro le m aterie prim e del suolo, contro l’avorio, la cera eco.,? È facile capire che finora le m erci im portatevi sono articoli grossolani e a buon m ercato, com e esigono le risorse individuali dei n e g ri e le loro esigenze m odestissim e. Infatti gii articoli principali che presentem ente concorrono al carico dei navigli noleggiati pel Congo sono : tessuti, arm i, polvere da fuoco, sp iriti, v etre rie, cappelli, corallo, ec., ec. E queste m erci provengono dall’ Inghilterra anzitutto, dalla Francia, dalla G erm ania e dal Belgio. Del resto il com m ercio del Congo è di data recente. C inquanta anni fa le riv e del fium e e la costa dove esso sbocca, erano quasi esclusivam ente dedite alla tratta dei n e gri: 1 em igrazione europea, più che le leggi e le cro ciere europee, a poco a poco ha soppressa la tratta deli uomo e obbligati gl’ indigeni a rivolgersi alle fonti feconde del lavoro onesto.
L a prim a fattoria, che ha fatta la sua com parsa sulle rive del Congo, è quella della casa Régis e Comp. di P arigi (D aurnas, Bórard e C. successori), stabilita nel 18 5 5 sulla punta di B anam a; quattordici anni dopo vi giunsero gli O landesi, poscia gl’ Inglesi e i P o r toghesi. A ttualm ente le case europee al Congo sono cinque, cioè : la Nieuwe afrikaansche Handels-Ven-
nootschap di R otterdam , la più im portante, avendo
35 fattorie, oltre piccoli comptoirs — la Casa Bau-
mas, Beraud e C. di Parigi alla quale spetta l’onore
di aver fondato il prim o stabilim ento europeo tren- t’anni or sono la Casa Hatton and Coo&son di Li- verpool ■ la Central African Trade Company, So cietà anonim a già sedente in L isbona ed ora ricosti tuita sotto la denom inazione di British Congo Com
pany con sede a M anchester — e finalm ente la Casa Valle y Azevedo di L isbona, la sola ditta portoghese
indipendente stabilita sul fium e.
N on avendo mai funzionato nessun governo civile al Congo e il com m ercio, non essendovi p er conse guenza sottom esso al controllo, non si hanno sta ti stiche officiali indicanti le cifre dell’ im portazione e dell’esportazione. Bisogna du n q u e stare alle cifre rife rite dalle C am ere di C om m ercio. Q uella di M an ch ester nel suo ultim o rapporto an n u ale dà com e cifra probabile èom plessiva 70 m ilioni di franchi, offra indicata pure dallo S tan ley nelle su e confe renze tenute in In g h ilte rra. L e due linee di vapori di LiverpooJ, la British African Steaw, uavigcition e
African Steam Ship company attestano da parte
778 L ’ E C O N O M I S T A 6 decembre 1885 R otterdam esportò dal Congo nel 1885 9 4 1 4 ton
nellate valutate a più di 8 m ilioni di fr. e m anda in m edia ogni anno al Congo 20 bastim enti. S e si considera che questo m ovim ento di affari non data che da 25 anni, che è formato dallo scam bio di un num ero lim itatissim o di prodotti africani, che il traf fico non è fatto in realtà sin ora che colle popola zioni del litorale, è facile com prendere di quale sviluppo sia suscettibile. Infine il Congo è regolar m ente collegato all’ E uropa da cinque linee di b a t telli a vap o re: 1 “ la linea delle due com pagnie riunite di Livcrpool, la British and African Steam
Navigation e I’ African Steam Ship, con u n a p ar
tenza al m e se ; 2“ la linea an g lo-portoghese Èm-
preza Nacional, sovvenzionata dal governo porto
ghese; 3a la linea di battelli della casa C. W oerm ann di A m burgo ; 4 “ la linea della Nìeune Afrikaansche
Handels-Vennootschap di R o tterd am ; 5“ il vapore Angola della casa Hatton and Cookson di L iverpool.
In o ltre il com m ercio europeo h a già sulle acque del basso Congo, pel servizio dei suoi stabilim enti una piccola flottiglia a vapore e in questi giorni la F ra n cia ha deciso di m andarvene u n a pro pria. F inalm ente è allo studio il progetto di co struzione di un tronco ferroviario e tutto fa credere che gli insigni uom ini che oggi hanno l’am m in i strazione dello stato libero del Congo nulla tra la scieranno di quanto può giovare allo sviluppo com m erciale di quella regione.
LE IMPOSTE DIRETTE
e le p a s s iv ità del contrilniente
Coloro che si occupano del progetto di rio rd in a m ento dell’im posta fondiaria, volgono la loro atten zione specialm ente al concetto diverso con cui sono risg u ard a te le tre form e in cui si classifica la ric chezza nazionale di fronte alla im posta d iretta che la colpisce. — I m odi di considerare le tre m ani festazioni econom iche e le rispettive rendite, i modi di v alu tare q uest’ultim e e di g ravarle, fra loro ir r a zionalm ente differenti e inconciliabili, sono l’oggetto essenziale delle critiche di quelli c h e , in occasione del progetto di legge che or si sta discutendo, so sten gono la necessità che la ricchezza im m obiliare venga rig u ard ata e trattata dalla im posta con perfetta an a logia alla m obiliare. — T enuto per ferm o che tale appunto al nostro ordinam ento fiscale è scrupolosa m ente esatto e costituisce la causa principale delle difficoltà, delle anom alie e degli em pirism i ond’ è pieno tutto il sistem a delle gravezze dirette, m i pare che ora im porti di rivolgere l’attenzione ad un c o n cetto com une alle tre leggi che regolano i m odi di colpire la ricchezza, negli effetti suoi costituente uno dei vizii principali del D iritto tributario italiano.T ale concetto consiste nella oggettività della im
posizione ; in questo senso tu tte e tre le im poste d i
rette sono reali. Ed ecco in qual modo.
La im posta sulla ricchezza m obile colpisce obbiet tivam ente i redditi del lavoro e delle sostanze m o biliari ; quella prediale e quella sui fabbricati co lp i scono, sem pre obbiettivam ente, la rendita dei fondi e degli edilìzi ; l’oggetto di ciascuna ò u n a d eterm i nata specie di cose fruttifere, senza rig u ard o alcuno
alle condizioni finanziarie del p roprietario. — Della parte attiva della sua sostanza tengono conto risp et tivam ente i tre trib u ti d iretti, e della parte passiva nessuno si p reo ccu p a.— Perciò non si colpisce la vera rendita del contribuente, cioè la rendita netta del suo patrim onio com pleto. — Q uesto si verificherebbe se i patrim oni fossero tutti com pletam ente attivi, cioè liquidati e senza debito alcuno ; in tal caso la re n dita personale sarebbe esattam ente quella che le im poste colpiscono col volgersi obbiettivam ente alle ric chezze tassate. — Non così quando le sostanze sono m inate dai debiti.
Q uesti debiti non sono quelli che si contraggono per im piegarne in qualche modo il valore attivo, che sono piuttosto passivi della cosa nella quale si im m edesim ano, che producono una rendita ; ma quelli il cui valore fu consum ato, che sono im produttivi e che gravano l’intiera sostanza e cioè la persona del c o n trib u e n te .— Sul modo di calcolare i prim i devono occuparsi una per una tutte e tre le leggi (l’im posta nei rilevam enti della rendita netta delle ricchezze; dei secondi deve occuparsi il sistem a tributario di retto in generale.
P ietro, com m erciante, ritrae dai suoi traffici una rendita accertata di L . 5 0 ,0 0 0 all’anno. — S u tutta questa egli paga l’im posta di ricchezza m obile ; ma egli ha subito, per avversi eventi forti perdite che lo hanno obbligato a ric o rre re ai prestiti. — E gli così ha contratto debiti pei quali deve pagare l’interesse an nuo di L. 2 0 ,0 0 0 . — D’onde trae un tal capitale? D alle L. 5 0 ,0 0 0 frutto della sua opera di negoziatore. — Q uanta è d unque la sua rendita? — L. 50,000, m entre la im posta gli colpisce tutte le L. 5 0 ,0 0 0 com e se egli le intascasse tutte, senza nessun riguardo a quella p arte che prim a di a rriv are stabilm ente nello scrigno prende il volo per pagare l’interesse ai cre ditori. — E non si dica che l’art. 31 della legge sulla im posta m obiliare (senza riscontro nelle altre due leggi che regolano le im poste d irette im m obiliari) gli perm ette di d etra rre dalle sue rendite le annua lità passive; cotale facoltà è lim itata a quei passivi che servono a p ro d u rre la ren d ita da colpire, com e i capitali m utuati che servono a fondare uno sta b i lim ento industriale ; essi non si riferiscono alla p e r sona, m a alla cosa.
T uttociò, che per la im posta di ricchezza mobile apparisce di im portanza m ediocre perchè 1’ astuzia dei contribuenti, abilm ente celando una parte delle ren d ite, p ro v v ed e, è praticam ente gravissim o per la ricchezza stabile.
E valga il vero. — S upponiam o che d ue fratelli alla m orte del loro g enitore si d ividano per m età fra loro il fondo paterno e con tanta esattezza che la rendita dell’ una parte precisam ente uguagli quella dell’ altra. — L ’ im posta prediale proporzionata alla rendita eguale dei due fondi è pure eguale. — Ma il prim o, per cause antecedenti è gravato da interessi passivi da soddisfare colle nuove rendite, oppure si è assunto i debiti dell’ eredità. Il secondo invece gode intiera e senza alcuna detrazione la ren d ita e re ditata.
O r bene, la im posta è sem pre per tutti due 10, m entre la rendita del secondo è 1 0 0 e quella del prim o è 1 0 0 m eno 40, supposto che gli interessi dei suoi debiti giungano a 40. — Il fatto è da per sè eloquentissim o.
6 decembre 1885 L’ E C O N O M I S T A dirette colpiranno la rendita 100 dei terren i, quella
60 degli edifici e quella 40 dei m utui attivi, quasiché la rendita com plessiva di quel proprietario fosse 2 0 0 ; m entre egli p er pagare 50 d’ interessi ai suoi c re ditori personali non intasca che 150 di reddito vero e reale.
O ra se si considera la som m a grossissim a dei de biti che rodono i patrim oni delia m aggior parte dei proprietari d ’Italia e specialm ente dei proprietari di te r r e n i, debiti che sono per lo più di n atura in fruttifera, cioè capitali passivi consum ati, si vede la g rande im portanza di tale fatto ingiusto.
E perchè si faccia ancor p iù chiara 1’ ingiustizia basti il pensare che in tal m odo il fisco percepisce due im poste sul frutto unico di una sola cosa. — Il fìsco colpisce prim a coll’imposta prediale l’intiera rendita anche nella parte che serve a pagare l’ in teresse dei debit!; poi, colla imposta di ricchezza mo bile, quella stessa parte in quanto essa è il frutto del creditore. D uplicità quindi di im posizione in quanto, non due volte la stessa im posta, m a una volta due im poste, colpiscono la stessa parte della rendita.
La arbitrarietà illegale di questo fatto .si palesa vieppiù quando il debitore vende quella parte dei fondi che basta a pagare il creditore ; egli si libera così dell’interesse passivo che era obbligato a v e r sare al creditore e di quella parte d’ im posta pre diale che gravava su tale interesse considerato com e parte di rendita del suo stabile ; — ed il fìsco per il fatto di esser pagato il debito viene a perdere irrem issibilm ente quella parte d’imposta che gravava u na ren d ita già colpita da altro tributo — Rilevati questi fatti e qualificati nell’ indole loro, chi legge può fare i com m enti da sè.
L ’im posta diretta ha lo scopo essenziale di g ravare la ricchezza fruttifera del co n trib u en te ; se essa s u d distingue la ricchezza secondo la n atu ra sua e si tripartisce per colpirla, non vuol dire che il suo fine non sia più quello di grav are la ricchezza frut tifera, che è la ren d ita della persona. Ora p er il suesposto principio della realtà, com une alle leggi che governano le im poste dirette, si considera o g gettivam ente la rendita della cosa, senza n otare se questa sia poi la rendita del p ro p rietario che paga l’im posta, falsando i più elem entari principii di d i ritto tributario.
S e si è persuasi che è ingiusto ciò che si fa e che lo Stato non ha diritto di continuare a fare ciò che è dim ostrato illegale ed arb itrario , allora si può avere il pensiero di cercare il rim edio e la so d d i sfazione di trovarlo. — E d il rim edio, facilm ente attuabile, c’ è :
D etra rre le passività del contribuente dal frutto della sua ricchezza prim a di stabilire il com plesso dell’am m ontare della im posta diretta, potrebbe essere ufficio di una C om m issione circondariale, la quale riducesse la somm a delle rendite oggettivam ente ri levate dal fisco nelle sue tre sezioni, sottraendo da essa i debiti accertati della persona. — Di tal modo l’interesse dei debitori a sgravarsi, svelerebbe tutti quei creditori che, col celare i loro redditi, sfu>™-ono al tributo.
Lo sgravio che ne risulterebbe a m aggior v an taggio dei proprietari che versano n e lle 3 peggiori condizioni sarebbe di grande e provvido ed efficace aiuto alla proprietà fondiaria tanto com m iserata.
A coloro che com battono in suo favore ora in
779 P arlam ento si raccom anda questo cenno, e con tanto più calore in quanto da esso si vede che iC propo sto provvedim ento riescirà a sollevare in modo sa g gio ed in m isura non piccola i cittadini m eno ricchi e colpiti più fortem ente dall’imposta.
Così vi fosse qualcuno che, raccolta l’idèa, p ro ponesse questo sgravio ragionevole e saggio, in op p o s iz io n e a quello che a lutto danno della logica e
del buon senso vorrebbe soccorrere provvisoriam ente le provineie più ag g ra v ate , senza che vi sia modo alcuno di conoscere quali sieno, ove non si ricorra ai futuri rilevam enti definitivi della rendita di ogni contribuente coi quali si potrà ottenere invece la perequazione dell’im posta fondiaria !
Udine, 28 novembre 1885
Doti. Umberto Caratto
Rivista Bibliografica
Barzelletti Giacomo. — Prefazione al libro di H . Spen
cer C< l ’individuo contro lo Stato » tradotto da S. F. Santarelli. — C ittà di Castello, S. Lapi, 1885.
Ci è arrivato il contrario di quello elio suolo av v enire nella m aggior parte dei casi, nei quali si co m incia la lettura di un libro. P er solito, le prim e pagine prom ettono molto più di ciò, che le susse guenti non m antengano. Invece nella prefazione che il professor Barzellotti ha prem esso alla traduzione del famosissimo libro di H. S pencer, le prim e pa gin e lasciano ad d irittu ra lo sconforto. F o rse ciò av venne perchè l’ A u to re, nella introduzione e nel prim o paragrafo, ha voluto d isco rrere ex-professo di cose puram ente econom iche, nelle quali palesa una insufficiente conoscenza dei latti, m en tre più innanzi, cam m ina spedito, convincente, in certi punti m agi strale, tracciando il m ovim ento recen te dei concetti poli tic o -sociali predom inanti.
V inta quindi la im pressione sfavorevole che la sciano le prim e dieci o dodici pagine, il lettore si sente contento di essere poi condotto da una m ante vigorosa e sicura a studiare a grandi tratti, il m o vim ento politico sociale della più recente età.
In sostanza, se non abbiam o frainteso, l’A utore annuncia e dim ostra questa tesi: — da qualche tem po, sul sentim ento deH’individualism o va prepon derando quello della socialità, il quale si m anifesta colla tendenza di ren d ere più forte e più attivo lo Stato.
E sta benissim o; questo infatti è il risultato del- 1 esam e di m olti fatti che, lo ripetiam o, m agistral m ente ha svolto il professor Barzellotti. Ma que sta tendenza è buona o cattiva ? D obbiam o sperare che sia un m ale da cui si gu arirà, o è il sintom o di convalescenza che ci toglie da un altro m ale, di cui a poco a poco si guarisce? — A him è ! su questo argo m ento il prof. Barzellotti si avvicina m olto alle con clusioni del M iughetti, e dubitando « se la questione delle relazioni tra l’individuo e lo Stalo sia davvero di quelle che possono chiudersi e fissarsi in uno o in due principii di scienza assoluti, inflessibili » si dom anda « se, più tosto che una questione di prin cipii e di scienza, essa non sia una questione, dì lim iti e d’arte e di pratica di governo. »
780 L ’ E C O N O M I S T A 6 décembre 1885 nè nell’arte, nè nella pratica, ma sta nel cercare se,
date le necessità dell’ am biente — e perciò con l'am b ien te mutevoli — l’ indirizzo dell’ arte e della pratica verso i limiti sia migliore quando tende alla
limitazione della libertà individuale, aumentando la ingerenza dello Stato, o quando tende alla limita zione della potenza dello Stato, accrescendo la li
bertà individuale. _ *
A questa questione l’A utore doveva n ecessaria m ente sfuggire perchè si palesa im preparato nella co noscenza delle dottrine econom iche; com e dicem m o, fin dalle prim e pagine, si com prende che egli ha presa com e buona m oneta quelle vecchie critiche, di cui si sono per tanto tem po serviti gli avversari della Econom ia politica, ma non ha investigato se le critiche stesse rispondevano pienam ente ai concetti degli econom isti ortodossi. Che sim ili giudizi però si incontrino nel cam po della vita giornaliera per comodo di polem ica, si spiega, m a è doloroso, che se ne servano, senza sindacarli, uom ini di ingegno e di coltura com e il n ostro A utore.
Così noi gli dom anderem o dove e quando gli econom isti abbiano am m esso dei principi assoluti, od abbiano detto che le m aterie politiche od am m i nistrative possono g iu n g ere a tal rigore di metodo da co n d u rre le scienze sociali ed econom iche a scuoprire vere e proprie leggi, accertate in ogni
parte dai fatti, (pag. IV ). Q ual’è la scienza che ha
proprie leggi accertate in ogni parte dai fatti ? F orse che l’A utore non conviene nella relatività di tutte le cognizioni? E com e mai l’ E conom ia politica do vrebbe av e r ottenuto quello che la fisica e la ch i m ica non hanno ottenuto ?
Così noi gli dom anderem o perchè rim provera alla Econom ia politica la tendenza alla assoluta libertà (pag. V) tendenza che nell’ o rdine econom ico e mo rale, corrisponde alla tendenza della m eccanica nel l’ordine fisico a rag g iu n g e re la soppressione dell’attrito, della m edicina e ch iru rg ia a g u arire tutti i m ali, della igiene e Togliere le cause di infezione, del diritto a togliere le cause di lite, delle pene a to gliere i re a ti, ecc. ecc.
E m eno buono gli m eniam o il paragone, che ci parve u n a am fibologia, forse perchè l ’A utore non ha bene spiegato il suo concetto, (pag. V II) dove dice che i liberisti hanno perd u to da u n pezzo in qua e van perdendo favore, « non perchè si siano trovati nuovi e più gagliardi argom enti in pro della d o t trina contraria, m a p erc h è a quell’ ordine d ’ idee e di tendenze, ne è sotten trato uno assai diverso. » E ci pare che ciò ap p u n to voglia dire, che m olti hanno reputati e rep u tan o m igliori oggi quelle idee e ten denze, che ieri rep u ta v an o peggiori.
E non ci troviam o d ’accordo' coll’A utore nel con cetto che svolge a pag. X , X I e X II della sua p re fazione: ch e il cre sce re g iornaliero di potenza d’as sociazione e di concorrenza delle forze individuali, prodotto delia socialità, re n d e necessario di rafforzare sem pre p iù , quasi m oto di regolatore di tutta la m ac china sociale, I’ associazione p er eccellenza, lo S tato. L ’A utore, a nostro av v iso , confonde qui il m o v i m ento econom ico in te rn o nei singoli S tati, con quello che si m anifesta nella u m a n ità civile. 11 fenom eno econom ico tende (abbiam o cercato di dim ostrarlo in un nostro scritto p u bblicato nella Rivista di filosofia
scientifica) a re n d e re u n iv e rsa li ed un ifo rm i tutte
le leggi civili che lo re g o la n o ; tende perciò a to gliere m olta parte di q u ella fisonom ia particolare
che ha ogni S tato, e si ribella continuam ente a tutti gli ostacoli a tutte le difform ità. L a tendenza di a l cuni Stati a chiudere nei confini politici il fatto econom ico, non è che una reazione, a nostro cre dere im potente, per dim inuire l’efficacia della ten denza econom ica. P er cui stanno di fronte : — il fatto econom ico che diviene sem pre più potente, su! religioso, sul m orale, sul politico, sull’am m inistrativo, che tende alla universalità, e che non conosce nè S tati, nè leggi speciali, nò patria, ma è soltanto um ano ; — il fatto politico, che per mezzo della azione dello Stato, tende a conservare la prevalenza degli altri fatti sociali su ll’econom ico e tende a rim anere nazionale. N on ci pare quindi che, alm eno per quanto ri guarda 1’ ordine econom ico, la controversia abbia fatto un solo passo colle osservazioni, pur dotte, del professore Barzellotti.
A. J. Db Jo h ab his. N uove pubblicazioni pervenuteci :
Administration de la Statistique générale de
la Bélgique. — S tatistique du m ouvem ent de l’état
civil et de la population du ro y au m e pendant l’an née 1 8 8 4 . = B ruxelles 1 8 8 5 , pag. 52.
Ministère de l’Intérieur et de l’instruction publi
que. - A nnuaire statistique de la Belgique. - Q uinzièm e
année 1884, Tom e X V .— B ruxelles, 1885, pag. 390.
Commission centrale de Statistique. — S tatistique
g énérale de la Belgique. — Exposé de la situation du B oyaum e de 1861 à 18 7 5 , Tom o I, pag. 834, Tom o II, pag. 1 2 4 6 . — B ruxelles, im prim erie de T h . L esigne, 1885.
A. V. bicey. — L ectures introductory to the study
of th e L aw of the C onstitution. — London, M acmil lan and Co., 1 8 8 5 , pag. 4 0 7 .
Joseph Chamberlain’». S peeehes, edited b y H. W .
L u cy . — London, G eorge R outledge and S ons, 1885.
Ministero di Agricoltura, Industria e Commer
cio. — Annali di Agricoltura — Consiglio di A gri
co ltu ra, sessione 1 8 8 5 . — R om a, tipografia E redi Botta, pag. 233.
Id. — L’industria della fecola. Relazione dell’in gegnere P ietro Toso. — T ip. E redi Botta, pag- 68.
ìd . — S ugli stabilim enti di pescicultura visitati al
l’estero dal novem bre 1884 a ll’aprile 1885. Relazioni dei S igg. D r. G. Bettoni e D r. D. V incig u erra. — R om a,"T ip. E red i Botta, pag. 105.
Id. — Le piccole industrie forestali all’estero . Rela zione di V . P erona. == Rom a, T ip. Botta, pag. 129.
Id. — R iassunto descrittivo della provincia del F riu li sotto T aspetto n atu ra le ed econom ico. — R om a, 1 8 8 5 , pag. 82.
Felice Mangili. — S ul progetto di legge per l’o r
dinam ento del credito agrario . Considerazioni. — Mi lano, D um olard, 1885, pag. 84.
RIV ISTA ECONOMICA
Le a s s ic u r a z io n i m a r ittim e in F r a n c ia e in In g h ilt e r r a . — I l p ro g e tto d i un C an a te t r a i l M a r B a ltic o e i l M a r del N ord. — Le a g ita z io n i p ro te z io n is te in F r a n c ia e in ¡s v iz z e r a .
6 decembre 1885 L ’ E C O N O M I S T A 781 La situazione florida o alm eno prospera delle so
cietà assicuratrici ci dim ostra quale vantaggio possa p ro d u rre il principio della previdenza applicato ai trasporti m arittim i, vantaggio per le società e per le im prese di navigazione. Analizzando i docum enti inglesi e quelli francesi à questo proposito ci parve interessante confrontare tra loro le quindici com pagnie di assicurazioni m arittim e stabilite a Parigi con le 16 com pagnie inglesi di creazione recente e obbligate dalla legge a pubblicare i loro resoconti. L e com pagnie inglesi hanno sottoscritto nell’e se rc i zio dal 1° luglio 18 8 3 al 30 giugno 1 8 8 4 un totale di prem i per 6 4 ,1 5 7 ,1 7 5 franchi. Q uesta cifra è inferiore a quella dell’ esercizio precedente e la di m inuzione è im putabile certam en te alla crisi econo m ica. Invece le com pagnie francesi non hanno avuto che 1 8 ,545,055 fr., m eno quindi del terzo dello stock inglese. D ue circostanze spiegano questa inferiorità: l’im portanza del com m ercio m arittim o dell’Inghilterra la quale non può corrispondere cogli altri paesi che per la via del m are e la sua espansione coloniale. Si potrebbe anche aggiungere tra ìe cagioni il ca rattere avventuroso delle grandi com pagnie inglesi, le quali non tem ono di rice rc are all’infuori del loro paese gli elem enti della loro attività. È per questo che vediam o la Thames and Mersey e la British and
Foreign raccogliere più di 9 m ilioni di franchi in
prem i netti, \’Union raggiunse una entrata di 4 m i lioni e mezzo, la Commercial Union e la Merchant’s
Marine di 5 m ilioni, e così via per le altre. Invece
la cosa è ben diversa per le com pagnie francesi che lim itano di m olto la loro attività all’estero. In fatti la Foncière-transports ha avuto 6 ,5 7 4 ,7 4 8 fr. di prem i netti, cifra che la m ette al terzo rango delle com pagnie inglesi. Dopo la Foncièrc viene la Gene
rale che ha avuto 4 ,7 5 0 ,7 8 3 e cioè quasi 2 milioni
di m eno,seguono la Béunion con 1,400,000, la Sphère, le Comptoir Maritime eec. con m eno di un milione.
In altri term ini, la com pagnia inglese la quale ha avuto il m inore incasso di prem i, il Globe, so r passa 13 delle com pagnie fra n ce si; e questo prim o risultato prova l’entità diversa delle operazioni di assicurazioni com piute nei due paesi.
Invece se si confrontano i sinistri avvenuti, il v an taggio spetta alla F rancia. Da qualche anno a questa parte il rapporto m e d io 'tra i sinistri e i prem i netti scende per le com pagnie francesi: nel 1884 fu del 71 °/0; m entre per quelle inglesi fu dell’ 87 */s °/0> e n e l l’esercizio precedente dell’80 0/°. La ragione di questa differenza sta nell’ eccesso stesso degli affari delle società inglesi, le quali prendono i loro rischi un po’ dappertutto e spesso si m ostrano poco scrupolose nella scelta di questi rischi. P erò i sinistri non sono tutto, bisogna badare anche alle spèse generali. E la m ode razione di queste spese nelle com pagnie inglesi ha ottenuto l’am m irazione di qualche giornale particolar m ente dedito alle A ssicurazioni. E infatti le com pagnie inglesi avrebbero speso nel 1 8 8 3 -8 4 , 6 ,1 4 2 ,4 5 0 fr., cioè m eno del 10 per cento dei prem i netti. Ma taluna società la Merchant's Marine ad es. non avrebbe avuto che il 5 per cento di spese. Ma è in ultim a analisi agli utili che bisogna sofferm arsi ed essi per le com pagnie inglesi furono veram ente notabili am m ontando a 4 ,4 9 8 ,5 5 0 fr. cioè al 7 p er cento dell’entrata dei prem i netti. Invece rig u ard o a quelle francesi 14 soltanto hanno avuto u n guadagno com plessivo di 2 ,3 1 3 ,3 9 4 , u n a sola ha subito u na perdita di 6 6 7 ,8 1 5 fr.
Come vedesi le com pagnie inglesi più ardite fanno una quantità di affari che supera d ’assai quelli con chiusi dalle società francesi, ma quest’ultim e proce dendo più caute vanno incontro con m inor proba bilità a quelle perdite che' nelle assicurazioui m a rittim e inispecie possono infliggere gravi scosse alla situazione di una società.
— È stato ultim am ente presentato all’approvazione del Consiglio federale tedesco un progetto di legge p er la costruzione di un Canale tra il Mar Baltico e il M ar del N ord. Il progetto fìssa la spesa dell’ in trapresa a 156 m ilioni di m archi, e la P russia vi contribuirà con 50 milioni. Il rim anente sarà a ca rico dell’Im pero, però anche qui la P russia vi con trib u irà con una parte, in modo che essa pagherà due terzi dell’intera som m a. La parte di 106 milioni che sarà a carico dell’im pero sarà provvista m ercè u n prestito, pel cui interesse e fondo di am m orta m ento sarà prelevata una tassa su tutte le navi che passeranno attraverso al canale. La tassa v e rrà sta bilita dal Consiglio federale. Il progetto di questo lavoro fu in prim o luogo basato sopra considera zioni m ilita ri, onde larghezza e profondità devono essere tali da perm ettere il passaggio alla più grande nave da g u erra tedesca. F u ro n o quindi considerati gli interessi econom ici. Il viaggio attorno al capo S kagen è pericolosissim o e causa di grandi perdite di tem po e di danaro. L e spese sono talm ente rile vanti pel trasporto del carbone dal m are del Nord al Baltico che ne è aum entato fortem ente il prezzo do m andato pel carbone nei porti di Scozia o in quelli del Nord d’Inghilterra. Il canale rid u rrà la distanza da qualunque porto del S ud di H ull all’isola R ugen di 257 m iglia, p e r cui le barche a vela risparm ie ranno otto giorni, ed i vapori 22 ore. P e r questi ultim i il viaggio del canale si calcola diverrà di 13 ore. Il num ero delle navi che navigano dai parti del Baltico al m ar del N ord e viceversa eccede le 2 4,000 e si crede che quasi 1 8 ,0 0 0 di esse con un to n n e l laggio di cinque m ilioni e mezzo, si serviranno del Canale.
- Abbiam o constatato nell’ultim o num ero gli scacchi che il protezionism o subisce in A ustria e in G er m ania. Ma l’esem pio di questo paese pare non raf freddi l’ardore dei protezionisti francesi, i quali spe rano di avere ben presto l’occasione di m anifestarsi di nuovo e di avanzare nuove pretese. Così sono state fatte recentem ente tre proposte, già prese in considerazione, affinchè si inscrivano nei quaderni d’oneri delle aggiudicazioni dello Stato, la clausola form ale stipulante che le forniture saranno esclusi vam ente di origine francese, salvo p er quelle che la F rancia non produce. P rim a m anifestazione delle tendenze protezioniste della nuova C am era francese.
Ma v’ha di più. Il Consiglio dei M inistri, com e in form ano i giornali francesi, si è testé occupato di diverse proposte di iniziativa parlam entare aventi p er iscopo di alzare ancora il dazio sui cereali esteri. Il sig. Brisson e i suoi collaboratori hanno deciso di non contrariare questa m anìa protezionista, anzi vi si associeranno. — Il dazio di 5 fr. e forse anche di 10 franchi sarà la nuova cessione.
prefa-782 L ’ E C O N O M I S T A 6 decembre 1885 renza non farà che p ro cu rare nuove disillusioni ;
questa volta saranno perdite sensibili, e negli an n i di scarso raccolto non m ancheranno gli effetti della carestia. La crisi agricola non dipende dalla im porta zione ma viene dalla crisi com m erciale, prodotta alla sua volta dagli ostacoli che i G overni dissennati m et tono al libero com m ercio. Bisogna cu ra re il m ale alla sua radice e rito rn are al regim e liberale di v e n t’anui fa se si vuole che il disagio econom ico possa andare cessaudo.Spetta ai liberali di tutti i paesi 'd i u nirsi e e com battere, senza indugio e senza posa, per il p rin cipio fecondo della libertà econom ica, se non vuoisi v e dere retrocedere l’E uropa alla triste condizione di un secolo fa. T u tte le libertà si danno la m ano diceva l’on. R iehter al parlam ento di B erlino, e com e la economia deve p reponderare sulla politica così la libertà econom ica è condizione im plicita della li bertà politica.
— La Svizzera, dal canto suo, posta in mezzo alle due correnti protezioniste, francese e tedesca, è pure agitata dalle m ene socialiste e protezioniste. La situa zione precaria in cui le finanze federali si possono trovare da un m om ento all’ altro non turba punto i protezionisti, socialisti, che d ir si voglia, del N ord e dell’E st della Svizzera i quali dom anderanno alla Confederazione di in tervenire con forti sovvenzioni in favore di una assicurazione contro la grandine. Siam o sem pre alla stessa questione dell’intervento g overna tivo che am m esso in una questione non può ric u sarsi in altre, e veram ente la g randine non è il solo flagello che possa deplorare 1’ um anità. M ovimento socialista è p u r quello che chiede l’aum ento del nu m ero degli ispettori delle fabbriche e questo è anche un m ovim ento centralizzatore, dacché a term ini della legge l’esecuzione sua è rim essa ai cantoni e la con federazione non ha altro diritto all’infuori di quello dell’alta sorveglianza esercitata col mezzo di tre ispet tori. Gli operai si sono abituati, specialm ente nella Svizzera tedesca, a non rivolgersi alle autorità c a n tonali, m a a indirizzarsi direttam ente agli ispettori. D’altra p a rte u n certo num ero di cantoni hanno vo lentieri riversata la loro responsabilità sui funzionari federali, tanto che a poco a poco l’esecuzione della legge è passata in m ani ben diverse da quelle alle quali era stata riserbata. È probabile che la q u e stione venga discussa nella sessione che si a p rirà il 7 corrente, gli uni non appoggiando la petizione degli operai, altri com battendola. I cantoni hanno il torto evidente di indebolire sé stessi e di fornire le arm i ai partigiani dell’ a c c e n tra m e n to , la qual cosa se avesse a p erd u rare e ad estendersi, non sarebbe p er la Svizzera senza serie conseguenze politiche ed
econom iche.
L» SITUAZIONE FINANZIARIA OELL’ I M J TEDESCO
Al R eichstag tedesco il sig. B u rch ard , segretario di Stato per le finanze, ha riassunta la situazione finan ziaria dell’im pero in occasione della discussione del bilancio in prim a lettura. L ’esercizio 1 8 8 1 -8 5 lascia un deficit di 8 milioni 5 /4 , 1’ esercizio in corso ne lascierà uno di 10 m ilioni, in causa della dim inu zione della entrata netta che rim ane all’im pero sui proventi dell’im posta sullo zucchero, fatta deduzione dei prem i di esportazione così rovinosi pel Tesoro.
Il totale del bilancio pel 1 8 8 6 - 8 7 è di 768 m i lioni , su p erio re quindi di 93 milioni e mezzo r i spetto alla cifra del bilancio dell’esercizio in corso. All’entrata si nota un aum ento di 43 m ilioni e mezzo p er diritti di dogana, e di 10 milioni per la nuova im posta sulle transazioni di borsa, di cui dem m o già notizia in altro n u m e ro ; tale aum ento del resto non profitta all’im pero, il quale percepisce questo diritto per conto degli Stati federali. Q uesto totale di 55 m i lioni e mezzo si trova dunque anche alla parte della spesa, la quale è pure in aum ento e per un im porto di 4 0 m ilioni. — In com plesso a d u n q u e , p e r co p rire il deficit del 1 8 8 4 - 8 5 l’im pero dovrà fare un prestito di 32 m ilioni. Gli Stati federali ricevono in realtà 9 m ilioni soltanto, essendo aum entate le co n tribuzioni m atricolari, che essi devono fornire al te soro dell’im pero di 21 milioni e mezzo.
Bisogna inoltre considerare che fino al 1 8 8 2 - 8 3 il bilancio di liquidazione fra l’im pero e gli S tati fe derali era sfavorevole a questi u ltim i, ma è vero anche che nel 1 8 8 3 - 8 4 e nel 1 8 8 4 -8 5 la loro en trata netta raggiunse una cifra di oltre 9 m ilioni.