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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.12 (1885) n.575, 10 maggio

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SC IE N Z A ECONOM ICA, F IN A N Z A , COM M ERCIO, B A N C H I, F E R R O V IE , IN T E R E S S I P R IV A T I

Anno SII - Voi. XVI

Domenica 10 M aggio 1885

N. 575

A bbiam o già avuto occasione di esprim ere il nostro giudizio intorno alla questione, a d ir vero abbastanza com plessa, che deve essere agitata in seno della con­ ferenza m onetaria, indetta a P arigi da molto tem po e successivam ente a più riprese p ro ro g ata, sia per gli avvenim enti politici che turbarono o preoccupa­ rono l’Europa, sia perché ancora tra i diversi S tati che form ano l’unione m onetaria latina non è stato rag ­ giunto quell’accordo com pleto di m assim a che si suol stabilire prim a di com inciare le discussioni ufficiali.

Il nodo della questione è noto. Sebbene en tri n el­ l’anim o dei più il convincim ento della scem ala im ­ portanza dell’U nione Ialina, due criteri possono sp in ­ gere i paesi che ne fanno parte a m antenerla eso rto : il non essere venuto ancora il m om ento oppor­ tuno per un definitivo assestam ento del regim e mo­ netario clic può essere scelto da ciascuno S ta to ;

la divergenza sul modo con cui dovrebbesi ve­ nire alla liquidazione della Unione.

Sul prim o punto ci pare che non possa esservi alcun dubbio intorno alla condotta che l’Italia deve tenere.

La definitiva sistem azione del nostro regim e mo nelario interno non può essere per ora agitata, per­ chè, non solam ente sentiam o la influenza del tu rb a­ m ento finanziario accaduto in queste ultim e settim ane, ma per le condizioni nelle quali ci trovavam o prim a della abolizione del corso forzato e per quelle nelle q u ali ci troviam o ora che è appena term inata la ope­ razione, dobbiam o tuttavia m antenerci in uno stato di aspettativa, lasciando che gli avvenim enti si m a­ turino e rendano possibile e facile una riform a de­ finitiva. D urante questo periodo di osservazione, che può prolungarsi p er qualche anno ancora, p er l’Italia non è nè di gran d e nè di assoluta necessità il pro­ lungam ento della U nione latina , poiché può benis­ simo attendere al riordinam ento della sua c irc o la ­ zione anche se venissero a cessare i rapporti di diritto che vennero creati dalle convenzioni 1865 e 1878. Non conviene dim enticare infatti che cessando l’Unione non per questo gli Stati che la com pongono m ute­ rebbero il tipo delle loro m onete, e che le conven­ zioni , colle quali venne stipulata la U nione ebbero origine dalla opportunità di legittim are con u n ap­ posito contralto quello stato di fatto, che la somiglianza di tipo m onetario aveva necessariam ente creato.

Se adunque l’U nione latina cessasse, e specialm ente se cessasse di buon accordo senza che i diversi Stati che la com pongono prendessero vicendevolm ente mi­ sure di rappresaglia, è presum ibile che m olto lim i­

tato sarebbe il turbam ento che si p ro d u rreb b e sulla circolazione dei quattro paesi.

D’altro canto quel qualunque im barazzo che si m ani­ festasse nel m om ento ili transizione sarebbe, alm eno per ciò che rig u ard a l’Italia, larg am en te com pensato dal­ l’ acquisto "della sua lib e rtà, la quale perm etterebbe uno studio più esatto e più tassativo delle sue con­ dizioni, per fissare poi le basi della definitiva riform a. E tanto più conviene insistere su ciò per il fatto che, se è vero che l’Italia esce appena ora dal regim e del corso forzoso, e si è incontrata in un periodo nel quale la bilancia com m erciale le è sfavorevole, non è presum ibile che tale periodo debba d u rare a lungo, anzi tutto lascia cred ere che una benefica reazione si determ ini quanto prim a. D ’altronde quello che nelle p resen ti circostanze possono più tem ere gli S tati con­ federati nella unione m onetaria è la invasione delle m onete d’ argento, le quali, ai prezzi attuali del m e­ tallo bianco, hanno un valore legale superiore a quello reale. — Ma se si tenga conto della quantità di mo­ nete d’argento che e la F ran cia ed il Belgio hanno coniate e sono in circolazione, si vedrà, che, pure tenendo conto del differente bisognevole, l’ Italia ha molto m aggiori pericoli rim anendo nell’ U nione che non uscendone.

A d ogui modo orm ai ci pare che sia nell’ anim o di tutti penetrato il concetto seguente : — I’ U nione m onetaria latina deve sciogliersi, e se anche si vuol m antenerla ancora per qualche tem po, deve essere a breve scadenza.

A questi criteri pare che m irino infatti le tratta­ tive in corso, poiché, se siam o bene inform ati, si tra t­ terebbe ora di far ritirare alla Svizzera la disdetta che ha data, per p rolungare tacitam ente di u n anno la convenzione 1878. E l’Italia cooperando a questo risultato, a nostro avviso, segue la via m igliore.

S ul secondo punto, cioè sul m odo di v en ire alla liquidazione dell’ Unione, la questione è più com pli­ cata poiché sono noti — abbiam o già intrattenuto in proposito i nostri lettori — le opinioni violente e fiere del signor G ernuschi. Si tratta di sapere com e, scio­ gliendosi l’U nione latina, ciascuno degli Stati debba rip re n d ersi i p ropri scudi, che sono in circolazione negli altri paesi. È questione m olto delicata e — fino ad u n certo punto molto grave — intorno alla quale ci pare che i p are ri diversi possano d iv id e rsi in tre gruppi :

quelli che, com e il C ernuschi, vogliono senz’altro che ogni S tato si riprenda subito gli scudi che sono in circolazione negli altri paesi dell’U nione ;

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290 L’ E C O N O M I S T A 10 maggio 1885 quelli infine che afferm ano doversi lasciare che

la liquidazione si faccia con m etodo n a tu ra le , cioè di per sè, per forza delle cose.

A buon conto è bene n o tare che nessun dubbio può nascere sulla interpretazione dalle convenzioni 1878 intorno alla liquidazione. Quelli stessi che, ispirati forse da un troppo affrettato desiderio di nuocere ali’ Italia, avevano in altro tem po afferm ato essere sottinteso l’obbligo p er ciascuno degli Stati dell’U ­ nione di ripren d ersi subito gli Scudi ove cessasse l’ U nione stessa, hanno dovuto ricred ersi, ed hanno esplicitam ente am m esso ch e tale obbligo non esiste, ma che 1’ argom ento deve essere oggetto di nuove deliberazioni.

D unque se la C onvenzione dovrà essere rinnovata, allora soltanto nel nuovo trattato potranno essere in­ cluse le form ule per fissare i modi ed il tem po della liquidazione. E gualm ene se l’ U nione non dovesse più continuare, il che del resto pare non probabile, po­ tranno le parti contraenti stabilire di com une accordo in quali modi abbiano ad essere rispettivam ente ri­ tirati gli scudi.

A bbiam o ragione di cred ere che l’on. M agliani, il quale già ebbe a disco rrere in proposito alla C am era, opini essere a tutti preferibile il m etodo m ateriale di liquidazione. V otata la cessazione della Unione, non avendo gli scudi ulterio rm en te corso legale se non negli S tati a cui appartengono, è natu rale che la r i­ pulsa delle casse pubbliche faccia loro perdere quel più valore co rren te che oggi ricevono dal contratto, e lentam ente em igrino nel paese d’origine. In poco tem po così, senza sc o s s e , sènza urti e senza im ba­ razzi pecuniari verrebbe da sè sistem ata anche la circolazione dei pezzi d’argento a pieno titolo.

Q uesto concetto appunto crediam o che sarà so­ stenuto dai Com m issari italiani quando si adunasse la conferenza. Che se fosse necessario includere in una nuova convenzione le norm e della liquidazione, o se queste norm e si dovessero stabilire prim a che cessasse l’ U nione, crediam o che i rappresentanti del­ l’ Italia avranno il com pito di ottenere che la con­ segna dei rim anenti scudi sia fatta il più tardi pos­ sibile, p er d a r tem po intanto al processo naturale delle cose di ren d e re m eno gravosa la liquidazione p er il nostro paese.

L e stesse osservazioni ch e abbiam o esposte in questo e nei precedenti articoli, dim ostrano ci pare colla m aggior evidenza com e le intenzioni del M inistro delle finanze su questo argom ento sieno saggie e m eritevoli di appoggio.

nel p rim o trim estre dell9 anno 1885

L’aumento della importazione

A ppena pubblicato il bollettino della statistica di im portazione ed esportazione rig u ard an te il prim o trim estre di quest’anno dobbiam o subito registrare le solite osservazioni che, quasi stereotipate, fanno il giro di tutta la stam pa italiana. Q ualcuno ci chiam a ottim i­ sti p er progetto, ma i nostri lettori potranno assicurare che cerchiam o sem pre di dim ostrare quello che affer­ m iam o, vorrem m o solo che quelli, i quali afferm ano

il contrario, dessero le pro v e delle loro asserzioni. E noi non possiamo riten ere com e prova un esam e superficiale di cifre som m arie, le quali, poiché com ­ poste di m olti svariali elem enti hanno bisogno di analisi molto accurata onde non avvenga che le con­ dizioni rassom iglino a spropositi m adornali.

A buon conto ecco cosa leggiam o nella Provincia

di Brescia, che sceg liam o a caso tra i m oltissim i

periodoci, che parlano della statistica com m erciale. « La statistica del com m ercio speciale d ’im porta­ zione e d ’esportazione, dal 1 gennaio al 31 m arzo 1885, e per le sue risultanze e pei confronti collo identico periodo dello scorso anno, è ben lungi dal m itigare i nostri tim ori e dall’ infonderci speranza di prossim o m iglioram ento. Il valore delle m erci im ­ portate, in questo prim o trim estre è asceso a L i­ re 3 6 8 ,9 0 3 ,5 5 1 (2 6 ,2 1 2 ,4 1 4 in più che del 1 8 8 4 ); quello delle m erci esportate a sole L. 2 6 7 ,6 7 4 ,9 3 2 , com presi i m etalli preziosi, ed esclusi, a Lire 2 4 5 ,1 8 2 ,2 0 2 , con u na differenza in m eno com pa­ rativam ente all’ uscita del 1 8 8 4 , di 2 8 ,6 2 8 ,2 9 4 lire nel prim o caso e, nel secondo, di ben L. 4 6 ,3 8 7 ,5 9 9 . L’eccedenza della im portazione sulla esportazione è risultata di L. 1 0 1 ,2 2 8 ,6 2 2 , com presi i m etalli pre­ ziosi, ed esclusi, di L. 1 1 8 ,4 3 9 ,1 7 2 . Dobbiam o quindi reg istrare, a nostro disavanzo, circa u na q u a ­ rantina di milioni in m edia al m ese, per tutti i prim i tre m esi del corrente anno e, m antenendosi costante la reazione, il deficit può nell’anno salire a cin q u e­

cento m ilioni di lire I »

E segue una lunga chiacchierata sul « decadim ento del nostro com m ercio » sulla necessità di appigliarsi « al partito del protezionism o », sulla « esosità delle tasse di fabbricazione », sulla « em igrazione dell’oro » ecc.

O ra ci sia concesso studiare con qualche cu ra se sia vero tutto questo.

La nostra im portazione cresce sem pre e nel prim o trim e stre di q uest’anno dà già 2 6 m ilioni più del 188 4 ! Ecco il punto di partenza. Ma chi si cu ra di esam inare da che cosa sia prodotta questa m aggiore im p o rtazio n e? Chi si cu ra di osservare se essa r a p ­ presenti un danno od un vantaggio ?

P reghiam o coloro i quali ama'no la verità di se ­ guirci con pazienza.

Alla prim a categoria che com prende gli spiriti le bevande e gli o lii, la im portazione è aum entata di m ilioni 4 1.6 e le voci che form ano questo aum ento sono q uattro :

a) il vino in botti che dà una entrata di 1 0 0 mila ettolitri, m entre erano circa 45 m ila l’anno scorso. M a noi dom andiam o se non sarebbe m eglio che in ­ vece di 100 mila ettolitri l’entrata fosse stata m olto m aggiore. T u tti sanno lo scarso raccolto che si ebbe l’anno passato, e tutti sanno che m algrado ciò la espor­ tazione si m antenne abbastanza notevole ; tutti sanno egualm ente, o dovrebbero sapere, che l’Italia ha co­

minciato da poco a fare quello che in altri tempi

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b) L ’altra voce è quella dello spirito puro in botti

che rappresenta una m aggiore entrata di 26 m ila etto­ litri cioè di un m ilione e mezzo di lire. Si afferm a così ostinatam ente che le tasse sullo spirito devono essere, com e lo sono nei paesi più civili, la base del bilancio e della trasform azione dei tributi, che invero sarebbe contraddizione il lam entarsi di questo aum ento se esso rappresenta u n aum ento di quella quota di con­ sum o che agognam o rag g iu n g e re e dalla quale siam o tanto lontani.

c) L ’ olio d'oliva, ha dato una entrata m aggiore di 52 mila quintali cioè di tre m ilioni e mezzo di lire. Non dobbiam o ripetere che questo fatto è causato dallo scarso raccolto dell’anno decorso, e che ra p p re ­ senta una di quelle oscillazioni a bui sono esposti tutti i prodotti agricoli.

d) F inalm ente abbiam o u n aum ento considerevole

nella im portazione di olii minerali per oltre 3 0 mila quintali e questo non è segno certam ente di povertà, ma di crescente ricchezza del paese.

La prim a categoria adunque che presenta oltre 11 m ilioni e mezzo di im portazione aum entata, ce ne dà sette causati da migliori condizioni economiche e tre e mezzo causati dalle transitorie vicissitudini dei raccolti.

La 2 a categoria che abbraccia i generi coloniali, le droghe ed i tabacchi offre u n aum ento di quasi quattro m ilioni. Il caffè, Io zucchero, il caccao, il thè, la senapa e le altre spezie hanno prodotto questo aum ento. N essuno rim piangerà certam ente questa si­ gnificantissim a prova degli aum enti del consum o di generi che non sono di prim a necessità, e che dino­ tano essi p u re la crescente prosperità econom ica del paese.

S ulla 3 a categoria prodotti chimici, generi medi­

cinali, resine e profumerie non ci sofferm erem o, poi

chè essa dà una dim inuzione di entrata di m ilioni 1.3, sebbene analizzandola si trovi qualche voce che m e­ riterebbe un lam ento, com e il sale di chinina, di cui aum enta la introduzione e dim inuisce la esportazione; p er cause del resto ben note. Nel com plesso però abbiam o veduto che da m ilioni 9 .7 siam o scesi a m ilioni 8 .3 ; perciò chi si com piace di poca im p o r­ tazione, troverà ragione di essere soddisfatto.

Così la 4® categoria colori e generi per tinta e

per concia dà una d im in u z io n e di 4 7 9 mila lire.

La 3® categoria canapa, lino, juta offre una d i­ m in u z io n e di im portazione per L. 1 ,3 2 2 ,7 8 3 , e tu t­ tavia sono in aum ento la canapa greggia, gli altri

vegetali filamentosi, i filati di lino, semplici greggi,

i filati ritorti greggi o imbianchiti, p er quasi un m ilione di lire, tutta m ateria prim a della quale dob­ biam o d esiderare che aum enti la im portazione. Sono d im in u iti nella entrata tutti i tessuti di lino, ca­

napa e juta e le maglie e passamani ed i pizzi

e tulli.

La categoria 6® cotone, dà un aum ento di oltre tre m ilioni e m ezzo; ora la prim a voce cioè il co­

tone in bioccoli o in massa presenta u n aum ento

di 4 4 ,9 4 4 quintali pari a L. 3 ,8 4 2 ,7 2 0 . Q uasi tutte le altre voci sono in d im in u zio n e . D ovrem m o r im ­ piangere che i pochi stabilim enti di lavorazione del cotone piantati in Italia abbiano bisogno di m ateria prim a p er lavorare?

Nella 7® categoria lana, crino e peli è dim inuita la im portazione di L. 277 m ila, ed anche qui incon­ triam o questa diminuzione m algrado vi sia aum ento nella entrata della m ateria prim a cioè, lana naturale

e sudicia, lana lavata, lana pettinata e cardata, cascami e borra di lana, crino greggio e tinto e pelo,

per oltre un m ilione e mezzo com plessivam ente. La seta dà un aum ento nella im portazione di oltre 8 0 0 mila lire e ciò m algrado una dim inuzione nella entrata dei bozzoli di circa L . 1,374 mila. E questo v eram ente si può notare a danno.

Lasciam o le categorie 9® e IO® e 41® legno e

paglia, carta e libri, pelli che hanno scarsa im por­

tanza e che ad ogni modo com plessivam ente danno una dim inuzione nella im portazione di circa due m i­ lio n i, e lasciam o pure la categoria 42® minerali,

metalli e loro lavori, di cui sarebbe troppo lunga

l’analisi e la quale ad ogni modo dà una m inore im ­ portazione di 4 m ilioni, e veniam o alla categoria 45®

pietre, terre, vasellami, vetri e cristalli. Yi è una

dim inuzione di L. 4 ,4 3 4 mila nella entrata dei rubini,

smeraldi, diamanti, ecc. su cui nessuno verserà la­

grim e com e di iattura co m m erciale, ma nel com ­ plesso vi è un aum ento di im portazione di oltre un m ilione. P erò la causa di questo aum ento è dovuta a ciò che abbiam o im portato 4 42,922 tonnellate di

carbon fossile più del l 0 trim estre dell’anno decorso

e le quali rappresentano quasi 3 milioni di lire. La

Provincia di Brescia troverà in questo un decadi­

m ento nel nostro com m ercio e delle nostre industrie? Ma veniam o alla categoria 41® cereali, farine, p a ­

ste e prodotti vegetali essa ci dà il grosso aum ento

di milioni 14,8. Se non che tutti com prendono che le cause di questo aum ento stanno in ciò solo che non abbiam o prodotto l’anno passato quanto bastasse di cereali p er l’ interno consum o. È un m ale ? — Certo che è u n m ale, poiché a pari fatica, a pari lavoro agricolo si ebbe una più scarsa quantità di ricchezza prodotta, ma bisognerebbe vedere se e quanta parte di questa dim inuzione di produzione di cereali sia dovuta a quella trasform azione di cultura alla quale consigliam o con tanta insistenza gli agricoltori. Anzi, se v eram ente questa trasform azione è utile, se da essa dobbiam o sp erare un m iglioram ento nelle con­ dizioni della proprietà fondiaria, non dobbiam o ap­ parecchiarci a vedere aum entate le cifre di im por­ tazione dei cereali?

S ulle altre d ue categorie rispetto alla im portazione non vi è bisogno di osservazioni. Ma riepilogando ci pare che la ragione degli esagerati lam enti non vi sia invero, poiché le m utazioni che troviam o av v e n u te nelle colonne della inchiesta si possono dividere così: 4° A um enti di im portazione di prodotti che

non hanno sim iliari in Italia e che dino­

tano crescente ricchezza n e l paese . . m ilioni 19 2° A um ento di im portazione di m aterie

prim e che dinotano lo sviluppo delle in­ d u strie ... ... » g 3 ° A um enti di im portazione per cause tra n ­

sitorie, cioè cattivi r a c c o lti ;... » 24 E cco adunque che agli aum enti causati da condi­

zioni transitorie per circa 2 4 m ilioni si possono con­

trap p o rre 23 m ilioni di aum enti per cause che hanno gran d e probabilità di essere d u ra tu re , ma che rap ­ presentano un vantaggio per le nostre stesse industrie. Ma qui ci si dirà : e le dim inuzioni di esporta­ zione ?

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292 L’ E C O N O M I S T A 10 maggio 1885

L ’ EMIGRAZIONE ITALIANA

g iu d ic a ta d a g li s tr a n ie r i

G uardando all’ operosilà coloniale spiegata , nel- I’ E u ro p a e fuori, dai loro connazionali, i T edeschi se ne com piacciono m o lto , e non a torto. I popoli germ anici forniscono in m assim a buoni colonisti : ri flessivi, laboriosi, assuefatti alla disciplina; qualità che hanno radice nell’indole, senza fallo. Ma a dar ragione del successo, o a giudicare equam ente le at­ titudini degli em igranti tedeschi, m essi a confronto con quelli di altra stirpe, e cogli italiani in partico­ lare, bisogna te n er conto di due m om enti, estrinseci in certo m odo, per cui i prim i s’avvantaggiano sui secondi. E quei m om enti sono: la m aggior istruzione, e la m igliore condizione econom ica.

L ’utilità delle buone scuole elem entari e borghesi, di cui abbondano i paesi se tte n trio n ali, si fa sentire nell’em igrazione non m eno che nell’esercito. La sve­ gliatezza n atu ra le dell’ingegno non com pensa che in parte il difetto d ’ istruzione. A differenza poi dal­ l’ em igrazione italiana, che si com pone, la m assim a parte, di agricoltori od artigiani bisognosi, di gior­ nalieri e b rac cia n ti, quella che forniscono le genti germ aniche (com prendendo coi tedeschi, gli svizzeri, gli o la n d e si, gli scandinavi) ci dà una proporzione notevole di artigiani e com m ercianti abili, di piccoli possessori, indottisi a lasciare il paese non tanto per u rg en te necessità, quanto pel desiderio di assicurare a sè ed ai figli una certa agiatezza. Meglio inform ati delle nuove condizioni a cui vanno incontro, e meno in c erti sul da fare, costoro recano seco u n peculio, sufficiente, se non altro, alle prim e spese più neces­ sarie ; ricavato della vendita dei propri terreni, o dell’antica bottega.

U n’ altra circostanza favorevole all’em igrazione ger­ m anica è la lunga pratica. P e r non parlare di secoli lontani, o delle colonie fondate nell’E uropa, noterem o che l’A m erica, da oltre cen t’anni, riceve di continuo m igliaia e m igliaia di nuovi abitatori venuti dalle con­ trad e settentrionali del nostro continente. Q uanto ciò abbia dovuto conferire alla previdenza ed alla disci­ plinatezza delle em igrazioni tedesche d ’ oggidì, ñon occorre dirlo. C erto è che le leggi e le disposizioni più provvide per gii em igranti e per l’interesse pub­ blico, non s’ hanno da cercare nè in F ra n cia , nè in In g h ilte rra; ma a Brem a, nel Badén e nella Svizzera.

Ciò non pertanto l’Italiano, affrontando coraggioso le m aggiori difficoltà che lo aspettano di là dei m ari, riesce un valente colonista. Si lascino pu r dire quei germ anofili tronfi e scalm anati che non am m ettono confronto fra gli em igranti latini ed i germ ani : atleti vigorosi questi u ltim i; quelli m iseri storpi. I fatti non si d istru g g o n o ; nè la verità si nasconde poi agli occhi di tutti. Così ad esem pio il sig n o r H eusser, nel suo bel libro sull' Emigrazione nelle provincie

argentine (di cui ebbim o già a ren d e r conto in questo

stesso periodico) prende le difese dei colonisti italiani contro le asserzioni partigiane di un tal signor Rhode. « Com e m ai sostenere — dom anda egli a costui — che i la tin i, p er in tra p re n d ere q u a lc o sa , aspettino sem pre l’ im pulso o l’aiuto del G ov ern o ? G uardate i vigneti di Bahia Blanca e di Patagones. Non è m e­ rito forse degli italiani di av e r creala quella coltiva­ zione ? Non furono essi a tentarla di propria spinta, adoperando una diligenza da form ich e, superando grandissim i ostacoli ? »

E si avverta che il signor H eusser, svizzero insino al m idollo, non nu tre n eppur egli vera sim patia pei no stri em igranti. Ma ingegno calm o, ed osservatore diligente, non può a m eno di riconoscere che P ita­ liano, se è superato dal tedesco d ’istruzione e di po­ satezza, vince poi questo di elasticità e di sobrietà ; m entre di solerzia l ’uno e l’altro si possono dire uguali.

Più volle nel libro del signor H eusser si fa parola dei nostri e m ig ra ti, e con term ini tali, che un let­ tore italiano ne deve pro v are soddisfazione. Come

peone, o m andriano di pecore, l’italiano, secondo il

nostro A utore, riesce m eglio degli a ltr i; perchè l’am ­ biente ond’ è uscito lo ren d e più adatto a quella vita dura e di sagrifizio; e perchè la sobrietà lo aiuta a quella continua vigilanza, da cui dipende per gran parte il buon successo. A bituato ai disagi, non sente nem m eno il peso della solitudine ; ricco d’espedienti basta facilm ente a sè ste sso ; nè egli corre pericolo che la lettu ra (vera necessità pel tedesco) lo distragga, o dia alim ento alle fantasticherie.

Ma la lim itazione dei bisogni e la m ediocrità dei desideri, servono anche a dim inuire in lui la perti­ nacia. Q uand’abbia raggranellato qualche m igliaio di lire, crede di aver ottenuto abbastanza; onde lascia il nuovo paese, p er godere in patria il frutto delle p ro p rie fatiche. Così và perduta p e r l’A rgentina una quantità di capitali, che sebbene ten u i ciascuno da sè, rappresentano pure u n a som m a significante ; ed è questa, secondo il signor H eusser, una delle ragioni principali per cui gli em igranti italiani sono m eno ben veduti colaggiù dei tedeschi a degli svizzeri, i quali non s ’inducono così facilm ente a rim p a triare.

Q uesta inclinazione del resto, nè occorre quasi av­ vertirlo, s’incontra m olto più frequente fra gli estan­

cieros di m andre, che non fra quelli che esercitano

vera agricoltura. A re n d e r propriam ente fruttuosi i capitali ed il lavoro im piegati nel dissodam ento e nella coltivazione dei te rre n i, si dom anda m olto più tem po che non a form arsi una m andra di qualche m igliaio di pecore. E poi non si dà agricoltura senza stabilità d’intendim ento e di opera. D ivenuto posses­ sore di cam pi, anche l’italiano si risolve difficilm ente ad abbandonarli. Ma le condizioni econom iche m en buone in cui versano i nostri e m ig ra n ti, non con­ sentono loro facilm ente l’acquisto di terreni coltiva­ bili. I più devono accontentarsi di cam pare come gio rn alieri, od esercitando m eschine in d u strie . Q uelli che s’im piegano com e m andriani, possono chiam arsi ancora fortunati.

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sarebbe veram ente im possibile che l’elem ento nostrale iosse per costituire, al finire di questo secolo, la quinta o la sesta parte della popolazione n e ll’ A rgentina.

Intanto le colonie agricole , fondate da ita lia n i, vanno aum entando continuam ente di num ero e d’im ­ portanza. Il signor H eusser stesso ne trovò di floride nelle provincia di Santa E'è e d’E n trerio s. Anche gli svizzeri avevano preso a colonizzare q u est’ ultim o ter­ ritorio ; m a gli italiani (l’A utore lo nota non senza una certa am arezza) li soppiantarono in parte. Gli Svizzeri, soggiugne egli, non se la intendono coi pie­ montesi y piuttosto che con questi, vanno d’ accordo coi savoiardi. Al prevalere degli italiani egli adduce com e ragione la loro d u ttilità , o la tolleranza delle vessazioni am m inistrative. O sservazione sagace; dalla quale non piglierem o del resto argom ento di com ­ piacenza, se non in considerazione dell’avvenire che attende quei nostri fratelli lontani.

Dopo ¡’A rgentina è il Brasile che, tra i vari paesi am ericani, attira a sè il m aggior num ero di em igranti dall’Italia. P erò.da pochi anni soltanto. Prim a dei 1877 vi giungevano a ce n tin aia; ma da qu ell’ epoca a u ­ m entarono rapidam ente, sino a toccare nel 1 8 8 5 la cifra di 10,6 9 8 . L ’aum ento si spiega colle condizioni abbastanza quiete ed ordinate di cui gode quello Stato, e colla necessità in cui sì trovano i governanti e le classi ricche di favorire l’im m igrazione europea; ora in ¡specie che sta per abolirsi decisam ente la schia­ vitù. Nè vuoisi dim enticare la esem plare sollecitudine spiegata da u n nostro agente consolare, dal conte Glo­ ria, in prò degli italiani che approdavano a quei porti. La nostra em igrazione ha potuto, così, crescere non solo di num ero, ma guadagnare anche di credito. P a­ recchi anni ad d ietro , form ata com ’ era in non pic­ cola parte di av v e n tu rieri e di m alviventi, venuti in ispecie dal m e zz o d ì, aveva fatto p ren d ere in uggia il nom e italiano. I furti e le risse erano divenute frequenti in paesi, dove prim a si viveva sicuri degli a v e r i, ed in piena quiete. Ma le im m igrazioni suc­ cessive recarono migliori elem enti : cam pagnuoli ed artigiani am anti del lavoro, capaci di disciplina ; tanto che un alto ufficiale della polizia di Rio Janeiro (p re n ­ diamo la notizia da un carteggio recentissim o del-

VExport) ebbe a d ich iarare che fra i turbatori del-

1’ ordine pubblico, gli italiani si contano in piccola proporzione, quantunque form ino un parte notevole degli abitanti.

A bbiam o del resto un altro e più eloquente argo­ m ento p er sostenere che i nostri em igranti hanno saputo d ar buona prova di sè ; ed è la ricerca con­ tinua che ne vien fatta. Il signor G uaranà, deputato della provincia E spirilo Santo, non v o rrebbe da quelle parti altri colonisti che nostri. Anzi egli aveva pro ­ posto che la provincia accordasse u na sovvenzione a qualche Com pagnia di navigazione italiana, per ¡sta­ bilire u na diretta com unicazione tra il porto di V ittoria e l’Italia. I nostri governanti, e gli uom ini d ’ affari dovrebbero ten er conto di q ueste buone disposizioni, e cercare di cav arn e partito ; sicché 1’ em igrazione italiana avesse a prosperare nella provincia d’Espirito Santo com e lo ha potuto in altre, e particolarm ente in quella di Santa C aterina. Ivi troviam o una delle più floride colonie n o s tr e ; la colonia d iA z a m b u ja ; intorno alla quale ci vengono fornite alcune notizie, che ai nostri lettori tornerà gradito di conoscere:

« Q uesta colonia , situata nella parte m eridionale della provincia , conta all’ incirca seicento fam iglie, tu tte italiane. Un q uarto di esse dim ora su terreni in­

grati; sicché in otto anni di lavoro non si sono condotte mollo innanzi. H anno tuttavia il necessario per vivere.

« Gli altri tre q u arti, che occupano distretti lungo l’U rusangue, si trovano in condizioni m igliori. Hanno te rren i fe rtili; oltreché trovano da guadagnare nei lavori ferroviari. C o s ì, dopo avere già istituito un Magazzino cooperativo molto ben provvisto, hanno saputo anche raccogliere, in via d’azioni, un capitale di 6 0 Contos (circa 1 2 5 ,0 0 0 lire) che serviranno a fondare una fabbrica di carni conservale, e di g rasso ; una conceria, ed una fabbrica di saponi.

« Di queste im prese si possono fare i m igliori pro- nostici. E così gli italiani dim ostrano, che essi non m ancano davvero di spirito industrioso, di energia, e di (unione, purché non sieno sopraffatti dal bisogno, e si trovino in condizioni abbastanza favorevoli. »

Chi scriv e così è un tedesco, il signor K leine; il quale, dopo nove anni di esperienze sul luogo , ha voluto testé inform are i suoi connazionali (p er mezzo dell’ Export) dello stato in cui si trova la coloniz­ zazione in quella provincia ; e di ciò che si può at­ tendere per l’ avvenire. Le notizie sue, intorno alla colonia italiana d ’Azambuja, non sono dunque a so­ spettarsi di parzialità, e devono riu scire per noi ancor più preziose.

N o; non è certo 1* attitudine coloniale che faccia difetto agli italiani. La com plessione, l’ indole, le at­ titudini rendon loro facile di cim entarsi in paesi di clim a e coltura diversa, e di prosperarvi. Ma alla piena riuscita i nostri em igranti avrebbero bisogno di tre aiuti : m aggiori capitali, m aggiore istruzione, e m aggior disciplina. C irca ai orim i osserverem o solo, che il quesito si connette coll’assetto economico di tutto quanto il paese, il quale non potrà m odifi­ carsi naturalm ente che a lungo andare. Ma alla m ag­ giore istruzione si potrebbe provvedere più presto ed in doppio modo: col m igliorare le scuole tecniche fra noi, ed aum entare possibilm ente quelle per gli adulti; poi col favorire nelle colonie l’ istituzione di scuole italiane. Il G overno nostro dovrebbe prendersi cura di ciò ; com e dovrebbe cercare i mezzi più acconci a prem u n ire gli em igranti dalle illusioni e dalle frodi; e ad assicu rar loro, nei paesi lontani, consiglio e so­ stegno. E sprim endo questi d esid eri non intendiam o di m uovere rim provero al G overno, quasicchè sinora si sia m ostrato poco sollecito pei cittadini che em i­ grano. Anzi ne giova riconoscere che, in questa parte, può sostenere il paragone con gli altri governi più civili. Ma in prò delle colonie italiane di là dell’Oceano, non si potrebbe fare ancora di più ? E la loro pro­ sperità non è forse per ridondare a beneficio della m ad re patria ?

Noi certo non disapproviam o l’occupazione di Mas- saua, ed i tentativi di assicurare all’ Italia qualche buon porto, e q u alch e tratto di costa nell’ A frica a u ­ strale. Come n eg a rn e 1’ opportunità ? Chi non vede che i nostri com m erci, per rifiorire, dovranno vol­ gersi in ispecie all’O riente ? Ma altri sono i bisogni dei c o m m erci, altri i bisogni della nostra em igra­ zione ; la quale non saprebbe tro v are alla propria solerzia cam po più largo e propizio di quello che le offre l’A m erica del Sud nell’A rgentina, nell’U ruguay, nel B rasile. È Là che deve svolgersi per intanto l’at­ tività coloniale degli italiani. Q uanto ai mezzi di re n ­ derla più efficace e fruttuosa, ci riserv iam o di espri­ m ere ira breve il nostro parere.

(6)

294 L’ E C O N O M I S T A 10 maggio 1885

R ivista Bibliografica

P. Hubert-Valleroux. — Les asssociations cooperatives

en France et à V Itranger — P aris, G uillaum in,

1884, pag. 470.

L e Società cooperative hanno oggidì facili am m i­ rato ri e ostinati avv ersari. Gli uni, da casi peculiari nei quali esse fecero buona prova, traggono il con­ vincim ento che ad esse è riserbato un avvenire fio­ ren te, gli altri, forti delle dolorose catastrofi di cui è ricca la storia di queste associazioni, ritengono che esse non abbiano, in generale, probabilità di riuscita e non si peritano di condannarle. Un giudizio som ­ m ario, in un senso o n ell’ altro, senza procedere a qualche distinzione, pare a noi eccessivam ente p re ­ cipitato. Infatti è ovvio che non tutte le Società coo­ perative richiedano le stesse qualità e attitudini in chi vi fa p a rte ; la stessa varietà di scopi ch ’esse si propongono, lo stesso oggetto loro, le ren d e diver­ sam ente attuabili e suscettibili di sviluppo e diffu­ sione. Si distinguono com unem ente in tre grandi classi: Società di produzione, di consum o, di cre d ito ; m a per ciascuna di queste classi (e p e r le prim e due specialm ente) la varietà delle produzioni, dei consum i, delle form e di credito segna anche la scala delle difficoltà m aggiori o m inori, che si possono inco n trare. D alle Società p er la costruzione di case operaie, ad es., si va a quelle per i forni cooperativi e queste, com e molte a ltre Società di produzione, in com plesso, non hanno dato buoni risultati. R iescirono invece, com e è noto, le Società cooperative di c re ­ dito e, sebbene non allo stesso grado, anche quelle di consum o. E la storia di queste S ocietà lo prova ad esuberanza ; storia che ci è esposta estesam ente dall’A utore dell’opera di cui intendiam o parlare. Il V allero u x divide i sette lu stri decorsi, dal prim o g erm o g liare di questa form a associativa, in tre periodi. Il prim o periodo va dal 1 8 4 8 alla line del 1851. L ’associazione operaia in F ra n cia , dice il Y alleroux, fu concepita da un pensatore sopra un piano com ­ pleto ; fu diffusa e attuata dai suoi discepoli. Buchez fino dal 1851 esponeva neU’Furopéen u n progetto p er la costituzione d ’ una associazione operaia, ma fu soltanto nel 183 4 che potè fondare con L ero y la prim a Società di orefici, però lo spirito austero e re ­ ligioso dei suoi fondatori fece sì eh’ essa ebbe un num ero lim itato di aderenti. In seguito alcuni operai, discepoli della scuola di Buchez fondarono u n gior­ nale m ensile l'Atelier, col quale tentarono diffondere fra la classe operaia i p rin cip i del loro m aestro e la fede loro n e ll’associazione. M a, non ostante l’ acco­ glienza favorevole di quell’ idea, le associazioni non sorgevano; fu la rivoluzione del 1 8 4 8 che indirizzò le m en ti già preparate ad attu are le associazioni ope­ raie. E m en tre i redattori deli'European e dell’Atelier preferivano l’ iniziativa p rivata altri d im e n tic an d o la triste fina degli Ateliers natiomux le volevano o r­ ganizzate dallo Stato.

Con decreto del 5 luglio 1 8 4 8 l’A ssem blea costi­ tu en te d ecretò un prestito di tre m ilioni p er le So­ cietà liberam ente costituite tra operai o tra padroni e operai. E per questo u n prim o favore accordato dallo Stato, al quale se n e aggiunsero altri, com e la aggiudicazione dei lavori pubblici alle associazioni operaie oggi rim essa in v ig o re dall’ex m inistro W

al-deck-R ousseau. S orsero allora a P arigi e nelle p ro ­ v in c e u n num ero considerevole di Società, alcune v eram en te serie, altre fondate senza preparazione di sorta e a fianco di non copiosi felici risultati non m ancarono gli scoraggiam enti, le disillusioni e le ro ­ vine. L’ A utore descrive m inutam ente queste varie fasi riportando molto spesso le parole di scrittori ope­ rai piene di preziose confessioni ed utili am m aestra­ m enti. Il colpo di Stato del 2 dicem bre segna la fine di questo prim o p eriodo; si volle risco n trare nelle associazioni operaie un principio d’attuazione del so­ cialism o e quando non furono distru tte furono obbli­ gate a v iv ere stentatam ente nell’om bra.

In questo prim o periodo l’A utore non tratta che della F ra n c ia ; è soltanto nel secondo periodo il quale va dal 4852 al 18 6 9 , che egli studia anche il sor­ gere e lo svilupparsi del m ovim ento cooperativo ne­ gli altri paesi: in Inghilterra, in G erm ania, nel Belgio, in Italia e negli Stati U niti d’A m erica , e ciò perchè generalm ente nella prim a m età del secolo non ebbero quei paesi (salvo l’ Inghilterra) u n vero m ovim ento cooperativo. L ’A utore delineato il risveglio verifica- tosi in F rancia nel 4 8 6 5 , dopo 10 anni di inerzia, discorre estesam ente della cooperazione neg li altri paesi, p er v enire poi ad analizzare il m odo di for­ m azione e la vita di varie specie di società coope­ rativ e. Q uesta indagine è accuratissim a e appoggiata sem pre ai fatti quali avvennero in F ra n cia e altrove e l’A utore indica im parzialm ente quali inconvenienti si m anifestarono, quali questioni sorsero e il bene e il m ale ad esse inerenti. Siam o così all’epoca attuale. Sorgono intanto le cam ere sindacali, m a queste, anzi­ ché essere la riunione dei padroni e degli operai esercenti la stessa professione in u na stessa città, sono società o di soli operai o di soli padroni. Di qui lotta continua, e nuovo im pulso per gli operai insoddisfatti di riu n irsi in società cooperative; anzi a quest’epoca m olte società di produzione furono istituite, special- m ente a P arigi e per d are m aggior vigore al movi­ m ento cooperativo si tennero congressi nei vari S tati e si inviarono delegati alle esposizioni u niversali. La stessa opinione pubblica in quest’epoca (1 8 7 0 -1 8 8 3 ) è decisam ente favorevole alla cooperazione, epperò fu nel 1 8 8 0 che si attuarono su larg a scala a P a­ rigi le società di produzione, le sole che ancora vi perd u ran o . E gualm ente per gli altri S tati l’A utore ci delinea l’ im portante sviluppo raggiunto dalle società cooperative nell’ ultim o decennio. — E sam ina per ultim o a guisa di conclusione ciò che può rip ro m et­ tersi dalla cooperazione e quali sono la sua utilità e l’avvenire suo.

T rattandosi di previsioni è n atu ra le il riserbo del­ l’A utore. R iconosce che la cooperazione è praticabile, ma essa non può c o n d u rre alla trasform azione del m ondo industriale, com e sognarono e sognano alcuni. A ffinchè essa dia benefici risu ltati si richiedono at­ titudini e qualità tali nei soci da ren d e re ristretto il num ero di coloro che possono procacciarsi quei v an ­ taggi. Bisogna prim a m igliorare l’operaio coll’educa­ zióne e coll’ istruzione, bisogna ren d erlo adatto al nuovo am biente econom ico in cui si vuol far agire e allora potrà tra rre dalle società cooperative tutta l’ utilità ch ’esse possono p resentare.

(7)

Adolphe Prins. — L a démocratie et le regime

parla-mentaire, P aris, G uillaum in 1884, pag. 220.

N ulla di più grave al giorno d ’oggi dello studio del regim e parlam entare e della sua azione in seno alle dem ocrazie m oderne. E nulla di p iù istruttivo di u n ’ indagine retrospettiva per com prendere il corso evolutivo delle istituzioni politiche che ci reggono.

Le num erosissim e pubblicazioni intorno al parla­ m entarism o ci attestano che oggi, abbandonati certi aforismi assai com odi, ma poco convincenti perchè contraddetti dall’ esperienza quotidiana, si vadano esam inando severam ente i vizi, i difetti, gli erro ri, le contraddizioni e i pericoli del sistem a parlam en­ tare. Nè con questo s’ intende certo di prep arare il

ritorno a’ sistem i d ’ un tem p o ; sareb b e assurdo cre­

dere che tale sia il recondito pensiero di quegli scrit­ tori, così num ero si anche in Italia ; lo scopo cui tendesi è ben più alto e diverso. O ccorre infatti to­ gliere la tanto deplorata im potenza dei parlam enti e dei m inisteri, attu are il decentram ento, frenare lo svi­ luppo sm odato della burocrazia e delle spese, lim i­ tare l’azione dello Stato, perchè, p er dirla colle a u ­ ree parole del Taine, si dans toute constitution mo­

derile le domaine de l’Etat doit être borné, c est dans la démocratie moderne qui il doit être le plus restreint (La révolution, vol. 3° pag. 1 3 2 ). E a que­

sta conclusione giungono quasi tutti i migliori pub­ blicisti e il nostro A utore pur lasciandosi sfuggire talune afferm azioni che non si possono accettare, com e quella che vi è un eccesso d ’ individualism o, chiude il suo bel libro con alcune pagine giustissim e sulle riform e v eram ente liberali di cui ha som m a necessità l’epoca attuale.

11 libro breve, m a succoso è diviso in dieci capi­ toli nei quali esam inata la situazione della società politica contem poranea, studia successivam ente la dem ocrazia prim itiva delle cam pagne e delle città, il regim e delle corporazioni e del com une nel m edio evo segnalando costantem ente i prim i barlum i e la indole prim itiva del regim e rappresentativo e questo ultim o è poi sottoposto a u n ’ accurata analisi p er i vari paesi dove ebbe vita. T erm ina con una acuta critica della teoria m oderna del diritto elettorale.

Q uesto scritto del P rin s , professore all’ U niversità di B ruxelles, ricco com ’ è di osservazioni giuste e dettato in una form a facile, m erita di essere letto e m editato anche dal cultore delle discipline econom i­ che il quale vi troverà non poche pagine di storia

econom ica. R. D. Y.

1 DEBITI DELLO STATO

Ecco la situazione al 1° aprile 1883 dei debiti p u b ­ blici dello Stato am m inistrati dalla D irezione G eneral e del debito pubblico.

R endita vigente a l 1» gen. 1885 Gran Libro Consolidato 5 % L. 437,543,207.93 Id. 3 «/„ » 6,405,193,25 Differenza al 1» ap rile + 1,097^223.92 T o tale L . 443,948,401,18 1,097,223.92

Rendite da tra s c riv e re nel G ran Libro

C onsolidato 5 “/„ L. 453,781.96 Id. 3 % » 2,887.19 T o ta le L . 456,669.15

10,794.32 To,794.32

Rendita in nome d e lla SS. Sede

R en d ita p erp etu a in a ­ lienabile c re a ta con legge 13 maggio 1871 L. 3,225,000.00 nel Gran L ib ro ,5 ° / 0 ... » 2,268,475.00 — 50,000.00 t,._i.... 14 » ...» 28,200.00 — 20,840.00 S a r d e g n a 4 „ . . . , 79,880.00 — 17,760,00 15 » ... » 2,168,025.00 » » L o m b a rd ia e V eneto 5 °/„. . . » 296,296.29 » » M o d en a 3 % ...» 13,963.38 » » f o r m a 5 % ... » 57,979.84 » » / 5 °/0 ...» 152,600.00 — 1,600.00 p . m, » ...» 3,758,150.00 — 121,700.00 hODIS irio » ...» 2,219,230.00 » » \5 » . * . . . . » 2,176,693.75 — 28,593.75 ( 5 % le s e K co lesiastieo . » 7,334,540.00 » » f o g n o ) 5 » F e rro v ia N o ra ra . » 211,680.00 » » d ’I t a l i a ) 5 e 3 "b f e r r o v ia C uneo » 402,765.00 » » ' 3 % F e r r . V itto rio Km. » 3,826,035.00 » » T o tale L. 24,994,513.26 — 240,493.75 C ontabilità diverse

O bbligaz. 3 % della ferr.

T orino-Savona-A cqui L. 239,565.00 O bbligaz. 5 °|„ della fer­

rovia Genova-Voltri » 50,137.50 Id . 6 % dei canali Cavour» 3,301,680.00 Id. 5 » della fer. U

dine-P o n te b b a . . . » 1,280,275.00 Id . 5 » per la prim a serie

dei lav. del T evere » 506,000.00 Id. 5 » per la 2a serie dei

lavori del T evere

(emissione 1881) » 206,800.00 Id. 5 » per la 2" serie dei

lavori del T evere

(emissione 1882) » 207,900.00 A ssegni div. modenesi » 1,420.83

O bbligazioni d a lle Società d elle fe rrovie Romane

3 °/0 delle ferrovie L ivor­ nesi (A BCD i e D 2) » 3 » della ferr. L u cca- P is to ia 1856-58-60» 5 » delle ferr. T oscane » 3 » delle ferr. R om ane »

— 62,280.00 4.900.305.00 444,943.80 1.940.400.00 908,445.00 » » » » 1,877.40 1,655.00 T o ta le L. 13,987,872.13 — 65.972.40 Da questo prospetto resulta che le rendite inscritte nel G ran Libro aum entarono nel trim estre gennaio- m arzo 1885 di L. 1 ,0 9 7 ,2 2 3 .9 2 ; che le rendite da trascriversi dim inuirono di L. 1 0 ,7 9 1 .3 2 ; che i de­ biti inclusi separatam ente dim inuirono per una ren­ dita di L. 2 4 0 ,4 9 3 .7 5 e che (Inaim ente le contabilità diverse decrebbero di L. 6 5 ,9 7 2 .4 0 di rendila.

Ecco adesso il capitale nom inale corrispondente alla rendita vigente al 1° aprile p er ciascuna delle varie categorie :

R èndita Capitale

8,896,3151178.66 G ran L ibro. . . L . 415,045,625.10

R en d ita da tr a s c ri­

vere nel G. L ibro » 445,874.83 S a n ta Sede . . . » 3,225,000.00 D e b iti inclusi se p a ra ­

tam en te nel G-.L. » 24,754,019.51 C o n tab ilità diverse » 13,621,899.73

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296 L ’ E C O N O M I S T A 10 maggio 1885

Le Società di assicurazioni italiane in Egitto

La C am era di com m ercio in A lessandria ha pub­ blicato una m em oria intorno alle società di assicu­ razioni in Egitto.

L a m em oria com incia dal notare che m algrado la vigorosa concorrenza che lo num erose società s tra ­ niere fanno alle .società nazionali di assicurazioni esercenti in Italia, alcune di queste potrebbero tu t­ tavia allargare all’estero il loro campo d’azione e figurare assai onorevolm ente e com petere con pro­ babile successo contro le altre società forestiere, se 1 loro statuti non lim itassero generalm ente le loro operazioni al solo Regno, ragione per cui esse sono quasi sconosciute in Egitto.

Secondo la m em oria che stiam o riassum endo, di 45 società di assicurazioni contro l’ incendio che lavorano con successo in E gitto, n ep p u re una è ita­ liana.

Q ueste 45 com pagnie che sono le principali e più im portanti d ’ E uropa, si dividono p e r nazionalità com e se g u e : 24 inglesi, 9 francesi, 6 a u s tro u n g a ­ riche, 3 svizzere, 2 g erm aniche, 1 elleno.

Il ram o vita conta 25 agenzie in E gitto cioè IO inglesi, 4 francesi, 4 svizzere, 3 au stro-ungariche, 2 germ aniche, 4 elleno, 1 italiana.

Q uest’ ultim a è la Società Reale di T orino che è rappresentata da una rispettabile casa francese, la quale troppo occupata dei propri interessi, trascura talm ente quelli della Società da potersi considerare com e se non esistesse in E gitto.

Il ram o marittimo conta 3 8 rappresentanze così d iv ise: 18 inglesi, 6 svizzere, 5 francesi, 4 austro­ ungariche, 3 germ aniche, 1 ellena, 1 italiana.

Q uest’ ultim a è l'Italia di G enova, di cui è agente il cav. P arrin i della Com pagnia generale di nav i­ gazione italiana.

Da questo riassunto si rileva com e sopra 108 com ­ pagnie di assicurazioni rap p resen tate in E gitto non se ne contano che due sole italiane, di cui tutto il m ovim ento si riduce alla sola Italia m arittim a per­ chè la Reale di T orino non lavora affatto.

P rem essi questi confronti statistici la m em oria passa a considerare che :

Non vi è nessuna difficoltà, nè form alità ed a u to ­ rizzazione da ottenere da parte del G overno locale, essendo perfettam ente libera la istituzione nel vice­ ream e di n u ove società di assicurazioni.

Non occorre fare nessun deposito di capitali di garanzia, nè alcun altro g en e re di cauzione com e si usa altrove.

Esistono 1 4 o l o co rrieri postali m ensili fra l’ I­ talia e 1’ Egitto, oltre la linea telegrafica sottom arina.

L e principali città di E gitto sono tutte di recente costruzione con vasti fabbricati in p ietra, larghe strad e ed abbondanza di acqua canalizzata quasi in ogni strada ed appartam ento.

Yi è in E gitto un im portante e laboriosa colonia nazionale, la quale form erebbe al più presto una clientela sicu ra e onesta.

Con tu tte queste facilitazioni che la m em oria cerca di porre in evidenza, non sappiam o davvero com ­ p ren d ere p er qual m otivo gli assicuratori italiani non abbiano ancora tentato di estendere le loro ope­ razioni in Egitto com e hanno già fatto con successo le altre principali società di assicurazione d ’ E u ro p a .

S T A T I S T I C A d elle fabbriche d i s p ir it o , b ir r a , acque g a z z o s e , z u c c h e ri, c ic o ria , olio d i sem i d i cotone, p o lv e ri p iric h e e d elle tasse re la tiv e da! V g e n n a io a tu tto ottobre 1884. La direzione generale delle G abelle ha recen te­ m ente pubblicato la statistica delle fabbriche di spi­ rito, b irra , acque gazose, zucchero, olio di sem i di cotone, di cicoria preparata e polveri piriche e delle relative tasse dal 1° gennaio a tutto ottobre 1884.

C om inciando dalle fabbriche di spirili apprendiam o dalla statistica m inisteriale che esso si dividono in due categorie. Alla prim a appartengono le fabbriche con tini di ferm entazione, alla seconda le fabbriche con lam bicchi.

Le fabbriche di 1* categoria erano alla fine di ottobre 2 9 , delle quali soltanto 23 erano in esercizio. Nello stesso periodo del 1883 le fabbriche erano 31, ma il num ero di quelle che lavoravano era uguale a quello esistente alla fine di ottobre del 1 8 8 4 .

La m ateria prim a im piegala per l’estrazione dello alcool è riso, melazzo, g ran tu rco , orzo, vino, sorgo, am bro, risina, frum ento, saggina, datteri, fichi secchi, m iglio, m accheroni, farina-grano, segale, patate, fiori, crusca, eco. e la quantità im piegata di lutti questi in gredienti nei prim i 1 0 mesi del 1884 ascese a quint. 421,081 contro 5 1 1 ,8 0 0 nello stesso perìodo del 1883.

Lo spirito ottenuto da tutte queste fabbriche fu di ettol. 237,701 contro 3 5 3 ,4 4 4 nel 188 3 e la tassa liquidata di L. 1 1 ,9 6 7 ,5 4 0 nel 1 8 8 4 contro lire 1 0 ,688,621 nei 10 mesi dell’anno precedente.

Le fabbriche di spirito di seconda categoria, cioè a lam bicchi, si distinguono in fabbriche con lam bic­ chi della capacità superiore ai 10 ettol., e in fab­ briche al di sotto di 10 ettol.

Le prim e alla fine di ottobre erano 638 di cui lavoravano soltanto 596. Lo spirito prodotto da que­ ste fabbriche fu di ettol. 2 4 ,2 7 8 e la tassa liquidata di L. 1,242,967. 11 vino e le vinaceie sono quasi esclusivam ente la m ateria prim a im piegata in queste fabbriche.

Le fabbriche con lam bicchi della capacità inferiore ai 10 ettol. erano alla fine di ottobre 8 1 1 7 , di cui in esercizio 1537. La quantità di spirito ottenuta fu di ettol. 8,245 e la tassa liquidata di L. 2 4 1 ,8 1 0 a favore delle finanze dello S tato, e di L. 2 2 6 ,0 2 2 a favore del com m ercio.

Le fabbriche di b irra esistenti in Italia alla fine dell’ottobre scorso erano 135, di cui m eno sei, tutte in esercizio. T utte queste produssero nei prim i dieci mesi del 1 8 8 4 ettol- 1 2 0 ,5 0 6 di b irra e dettero un provento alla finanza di L. 7 48,522.

Le fabbriche di acque gassose esistenti nel R egno alla fine di ottobre del 1 8 8 4 erano 5 2 9 delle quali 138 lavoravano a tariffa, e 364 pagavano una tassa convenzionale. La produzione com plessiva di tutte queste fabbriche fu di ettolitri 163,301 e la tassa riscossa di L. 263,468.

(9)

prodotto in Italia dal 1° gennaio 1 8 8 4 a tutto ottobre, fu di cjuint. 2,916.

Yi è anche una fabbrica di olio di sem i di cotone che è situata nel com une di Napoli, m a nei prim i dieci mesi del 18 8 4 non dette alcun prodotto.

Le fabbriche di cicoria sono 56, delle quali 40 sol­ tanto lavorarono. Di queste 40 fabbriche 18 pagarono la tassa secondo le tariffe e 22 pagano una tassa convenzionale. La quantità di cicoria ottenuta fu di quintali 1 0 ,190 e Iti tassa pagata di L. 3 0 5 ,7 4 8 .

La produzione delle polveri pitich e venne fatta da 228 fabbriche in esercizio sopra 318 esistenti. Di esse 124 lavorarono a tariffa, e 9 4 per conven­ zione. Q uanto al quantitativo della produzione la sta­ tistica non ne la cenno, e circa la lassa riscossa si trova che l’ im porto fu di L. 2 55,534.

Le som m e liquidate a favore della finanza da tutte queste fabbricazioni com presi gli accessori, i proventi eventuali e le contravvenzioni furono nei prim i 10 mesi del 1884 di L. 1 5 ,1 2 0 ,1 1 5 , ma quelle riscosse e versate in tesoreria ascesero a L . 13,073,973.

La. statistica contiene per ultim o due specchi, nel prim o dei quali si indica la quantità di spirito e di birra esportate e la corrispondente tassa liq u id ati per la restituzione, e il secondo fa conoscere la quantità di spirito esportata, e la corrispondente tassa ahbuonata m ediante detrazione dagli accerta­ m enti di fabbrica.

IL MOVIMENTO POSTALE I» ITALIA

La Gazzetta Ufficiale del 1° m aggio pubblicava il prospetto delle rendite postali del 3° trim estre d e l­ l’esercizio 1 8 8 4 -1 8 8 5 confrontate con quelle del 1° tri­ m estre dell'esercizio 1884.

Nel 1° trim estre del 188 4 cioè nei mesi di g e n ­ naio, febbraio e marzo i prodotti delle poste ascesero a L. 9 ,0 1 0 ,1 1 1 .6 5 distribuite com e se g u e :

F ra n c o b o lli... L. 6 ,1 2 2 ,1 9 5 .4 7 C a rto lin e ... » 786,213.20 Segnatasse... » 1 ,5 2 5 ,6 4 5 .6 1 F ra n c a tu ra dei giornali con bollo

preventivo, o con a b b o n a m e n to .. . » 191,262.64 R im borsi dovuti dalle am m inistra­

zioni e s t e r e ... » 265,277.67 P roventi d iv ersi... » 119,517.06 T otale. . . . L . 9 ,0 1 0 ,1 1 1 .6 5 A ggiungendo a questa som m a le rendite del tri­ m estre precedente in !.. 1 8 ,8 3 1 ,6 1 6 .7 0 si ha che nel­ l’esercizio del 1° sem estre 1884 il m ovim ento postale dette un provento di L. 2 7 ,8 4 1 ,7 2 8 .3 5 .

Nel 3° trim estre dell’ esercizio del 1 8 8 4 -1 8 8 5 i prodotti postali am m ontarono a L. 9 ,5 5 4 ,8 8 1 .9 8 d i­ vise com e segue :

F ra n c o b o lli...L. Francobolli per pacchi » C a rto lin e ... » S egnatasse... » F ra n c a tu ra di giornali » R im b o rs i... » P ro v en ti diversi... » 6 ,207,360. 97 653.820. 75 846,814. 45 885,485.49 219,167.14 3 8 5 ,731.28 356,501.90 T o tale. . . . L . 9 ,5 5 4 ,8 8 1 .9 8 A ggiungendo a questa cifra l'am m ontnre delle re n ­ dite del trim estre precedente in L . 1 8 ,9 3 7 ,3 5 8 .9 3

ne resulta un m ovim . complessivo di L. 28,492,240.91

su periore a quello del I o sem estre del 1884 di L. 650,512.56.

BULLETTINO DELLE RANCHE POPOLARI

Banca popolare di Cremona

Ci è stata inviata la relazione del Consiglio di am ­ m inistrazione sull’esercizio del 18 8 4 della Banca po­

polare di Cremona. Eccone le partite p 'ù im portanti :

I soci da 5 ,2 .9 iscritti alla (ine del 1883 salirono a 5,5 0 7 alla (ine del 1884 ; le azioni sociali ila 45,883 a 4 4 ,7 0 3 e il capitale sociale raggiunse la d ir a di L. 2 ,2 1 1 ,2 1 8 effettivam ente versate.

La riserva am m ontava al prim o gennaio .1885 a L. 8 3 1 ,6 2 5 .0 2 .

II portafoglio segnava alla fine del 1 8 8 4 la somma di L. 3 ,9 5 8 ,6 7 7 .9 7 e nel corso dell’esercizio vennero scontati effetti per oltre 10 milioni di lire. Di fronte a questa som m a non indifferente di sconti, siam o lieti di constatare che le sofferenze am m ontarono a sole 6 mila lire di cui 2 mila soltanto caddero in soffe­ renza duran te il 1884.

L e anticipazioni segnarono pure u n discreto m ovi­ m ento rim anendo alla fine del 1 8 8 4 in num ero di 157 per la cifra di L. 4 5 7 ,382.43.

I m u tu i ipotecari consentiti nel 1884 furono per circa 5 0 0 mila lire, e alla fine dell’anno troviam o d ie essi rappresentavano la cospicua somm a di Li­ re 2 ,8 3 4 ,6 4 0 .8 9 .

I depositi a risparm io aum entarono nel 1884 di L. 1 ,3 0 0 ,0 0 0 circa raggiungendo al 3I dicem bre dello stesso anno la somma di L. 1 5 ,8 2 5 ,2 0 1 .0 5 .

A nche i depositi in conto corrente ebbero un buon m ovim ento, in q u an to ch è presentano sul 1883 un au­ m ento di oltre 2 0 0 mila lire. Alla fine del 188 4 questi depositi raggiungevano la cifra di L. 6 8 7 ,0 8 8 .6 9 .

II m ovim ento generale di cassa ascese a 161 mi­ lioni contro 158 nel 1883.

Gli utili lordi am m ontarono a L. 5 0 1 ,3 5 3 .6 3 con­ tro L. 47 3 ,1 2 0 .3 0 ottenute nel 1883. Da quella cifra di u tili detratte le spese di am m inistrazione regolar­ m ente costatate in L. 251 ,9 6 1 .9 7 si ebbero utili netti p er l’am m ontare di L. 2 4 9 ,3 9 1 .6 6 che vennero ero­ gate com e segue :

D iviti. 10 0 /0 agli azionisti L. 2 1 7 ,5 1 9 .9 0 Al fondo di r is e r v a ... » 11,448.41 Al fonilo eventuale p e rd ite . » 5 ,0 0 0 .0 0 Al fondo p rev . per le fami­

glie degli im piegati . . . » 5 ,1 3 2 .6 8 P e r b e n e fic e n z e ... » 3 ,3 0 0 .0 0 A favore dell’esercizio 1885 » 6 ,9 9 0 .6 7 Tornano . . . L . 24 9 ,3 9 1 .6 6

CRONACA DELLE CAIRE DI COMMERCIO

(10)

298 L’ E C O N O M I S T A 10 maggio 1885 le pratiche avviate sia per la vendita che p er il

trasferim ento della sede della Cam era, riserbandosi di p ren d ere q uelle deliberazioni che sarebbero del caso appena conosciuto l’esito delle pratiche.

N ella tornata del 10 m arzo dopo alcune com uni­ cazioni relative alla ferrovia prealpina, e al comizio di Arona per il valico del Sem pione, la C am era u n a­ nim e approvò la chiara e particolareggiatata relazione sul trattam en to daziario delle pelli; approvò pure dopo am pia discussione un ordine del giorno col quale si conferiva il m andato già dato per il tras­ ferim ento della sede della C am era, e si stabilivano le condizioni generali finanziarie che dovranno se r­ v ire di n orm a alla presidenza nella continuazione delle trattative in corso, e finalm ente su relazione di speciale com m issione accogliendo le dom ande di parecchi fabbricanti di tele e sacelli di iuta, e rite ­ nuto :

Che la concessione d e ll’ im portazione tem p o ra­ nea di sacelli nuovi d an neggerebbe gravem ente la produzione nazionale di tessu ti di juta, e la fabbri­ cazione di sacelli con tali tessu ti;

Che il p arere favorevole alla detta concessione em esso nella precendente adunanza rig u ard av a u n i­ cam ente i sacelli di tela di canapa;

Che invece è risultato com e pel com m ercio di transito e di esportazione di granaglie, risi, sem ola, talco, ecc., si faccia essenzialm ente uso di sacelli di ju ta ;

E m ise p arere negativo circa la concessione della im portazione tem poranea di sacelli nuovi destinati tanto pel transito com e per l’esportazione delle m erci.

N ella tornata del 27 m arzo il cons. Oxilia prese la parola per svolgere la m ozione fatta in una p re ­ cedente seduta di ren d ere pubbliche le tornate della C am era. Egli fa notare la convenienza e 1’ u tilità di tale innovazione consentita dalla legge. Dice di essere ferm am en te convinto che ove il pubblico potesse assistere alle adunanze della C am era, si farebbe un più giusto concetto dell’ im portanza dell’ istituzione, della m olteplicità dei suoi lavori, dei lunghi studi che si com piono, e si scuoterebbe così la d e p lo re ­ vole apatia che m olti industriali e com m ercianti p u r troppo hanno p e r la loro legale rappresentanza.

Chiede che si deliberi in m assim a di tenere le se­ dute pubbliche, e che si affidi ad una speciale com ­ m issione lo studio delle m odalità relative.

Ha luogo al rig u ard o una viva d iscussione; vi prendono parte in vario senso i consiglieri Trombotto,

Rabbi, Tivoli, Gambone, Malvano e Bertetti, e dopo

opportune spiegazioni del P residente si approva il seguente ordine del giorno presentato dal consigliere

Malvano :

« L a C am era, intesa la proposta dei consiglieri « Oxilia e Rabbi p er le sedute pubbliche, passa « alla nom ina di una speciale C om m issione con in- « carico di fare studi e rife rire in m erito alla oppor- « tunità della proposta alle m odalità della sua eflfet- « tuazione, e alla relativa spesa ». La C am era dopo avere approvato il su rriferito ordine del giorno pro­ cede alla nom ina della C om m issione. A pprovava poi una proposta del cons. Serralunga di nom inare una Com m issione col m andato di studiare e riferire sulla opportunità di intrap ren d ere la pubblicazione degli atti com m erciali, sulle relative m odalità, e sulla spesa che sarebbe necessaria. Ino ltre dopo breve discus­ sione sulla questione dell’aum ento del dazio doganale p e r l’entrata del bestiam e in F ran cia, sulla quale,

non venne presa alcuna risoluzione, la C am era prese a trattare l’ im portante argom ento della soppressione dei trib u n ali di com m ercio. Il cons. Oxilia com inciò col n otare com e i pubblici fogli abbiano annunziato esser proposito dell’attuale G uardasigilli di p resentare sollecitam ente al P arlam en to un disegno di legge per la abolizione dei T ribunali di com m ercio.

Notò di quanto danno sarebbe al ceto com m erciale la m inacciata soppressione. Espose brevem ente la storia d all’ istituzione in Italia; osservò c ó m e le con­ suetudini e gli usi com m erciali non siano e non pos­ sano essere tutti codificati, com e quindi in molte controversie sia indispensabile il giudicio dei com ­ m ercianti, i quali, per la pratica giornaliera degli affari, m eglio d’ogni altro conoscono siffatti usi e le modificazioni che lo svolgersi dei traffici vi apporta ; confutò l’afferm azione di coloro i quali sostengono che i T rib u n ali di com m ercio costituiscono un" p r i­ vilegio ; ricordò le dotte discussioni e la deliberazione d e ll’ ultim o Congresso delle C am ere di com m ercio, tenutosi in Torino nello scorso anno, e propose il seguente ordine del giorno ch e viene app ro v ato :

« La C am era di com m ercio ed arti di T orino, « preoccupala per le voci corse sulla soppressione « dei T ribunali di com m ercio, ferm a nelle delibera- « zioni prese dall’ ultim o Congresso delle C am ere, fa « voti perchè non venga abolita u n ’ istituzione che « è gloria italiana, e che ha dato sinora buoni frutti. » L a C am era di Torino finalm ente approvò la proposta del cons. Bertetti diretta ad ottenere dal M inistero il ristabilim ento della 3 a sezione già esistente presso il tribunale di com m ercio di detta città.

Camera di Commercio di Pavia. — N ella d i­ scussione del 23 aprile la C am era approvava il conto consuntivo dell’anno 1 8 8 4 nelle seguenti com plessive resultanze :

A ttiv o ... L . 2 3 ,2 3 8 .2 0 P a s s i v o ... » 20,230.21 con u n residuo attivo di . . L . 3,0 2 7 .9 9 da ripo rtarsi nel bilancio preventivo del 1883. Dopo aver poi proceduto a diverse nom ine passava all’or dine del giorno sulla dom an d a di appoggio della C am era di T rapani ad u n suo voto circa l’ im posta s u ll’alcool.

Camera di Commercio di Parma. — N ella tor­ nata del 20 febbajo dopo alcune deliberazioni rifle t­ tenti la sua interna am m inistrazione avendo preso ad esam inare alcune proposte della C am era di com ­ m ercio di F e rra ra da p resentasi al G overno, e r i­ g uardanti P aliquota o l’applicazione dell’ im posta di ricchezza m obile, la m isura dello sconto da adottarsi dalla Banca Nazionale e la scadenza degli effetti da am m ettersi allo sconto, le m odificazioni alla tariffa doganale rich ieste dal Congresso com m erciale di T o­ rino nel 1 8 8 4 ; deliberò che nelle attuali condizioni econom iche e finanziarie del paese, le dette proposte non abbiano carattere di opportunità e non sia poi caso di occuparsi delle m odificazioni alla tariffa do­ ganale già per certo caldam ente raccom andate al G overno da u n autorevolissim o C onsesso quale era il C ongresso di T orino; e non om ettendo di esp ri­ m ere alla C am era di F e rra ra i dovuti encom i pei lodevoli intendim enti suoi e la bontà dello scopo propostosi di portar sollievo al paese nella crisi a ttu a ­ le principalm ente agraria, passò all’ordine del giorno.

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