54 OTTOBRE 2014
INSERTO BOVINE DA LATTE
N
el 2013 il prezzo del latte pagato dalle principali industrie lattiero-ca- searie europee ha raggiunto il livello record di quasi 38 € per 100 kg di latte (Iva esclusa), superando di circa 11 € il mi- nimo toccato nel 2009. L’informazione scaturi- sce dal confronto dei prezzi del latte nel vecchio continente condotto dal Dutch dairy board e dal sindacato di categoria olandese Lto, in collabo- razione con Edf (European dairy farmers) di cui Crpa è partner scientiico in Italia.Questa situazione dimostra, ancora una volta, che il sistema delle quote latte non è in grado di immunizzare il mercato europeo dalle oscil- lazioni di quello mondiale e che quindi la scel- ta di abolirlo a partire dal 2015 non dovrebbe portare a contraccolpi particolari sui prezzi, che già erano fortemente volatili e continueranno ad esserlo.
Ciò, però, non signiica che l’impatto del supe- ramento delle quote sarà uniforme nei diversi Paesi europei. È infatti ipotizzabile che, nelle fasi cicliche di prezzi elevati, i Paesi più vocati per la produzione di latte della fascia nord euro-
pea – nord della Francia, Belgio, Olanda, nord della Germania e Irlanda – spingano in alto la propria produzione. Ne conseguirà, nella fase di prezzi bassi, un surplus di prodotto all’interno dell’Ue e i primi a risentirne saranno i Paesi del sud Europa, dove in genere i costi di produzione sono mediamente più elevati.
Tale meccanismo, che in parte si veriicava anche negli anni passati, viene facilitato dall’asincronia temporale esistente tra le repentine variazioni dei prezzi e l’oferta di prodotto; quest’ultima, infatti, essendo legata al ciclo di vita delle bovi- ne, ha tempi di adattamento ai mercati piuttosto lunghi. L’unica barriera protettiva attualmente esistente per i produttori italiani è rappresentata dalla distanza geograica dai luoghi di produzio- ne, che genera costi di trasporto per le industrie lattiero-casearie italiane.
Un altro elemento di interessante rilessione è che probabilmente il prezzo del latte in Euro- pa tra il 2009 e il 2013 ha raggiunto i picchi di massimo e di minimo e, all’interno di questi picchi, il prezzo continuerà ad oscillare nei pros- simi anni.
Redditività 2013
Nonostante la situazione di prezzo buo- no veriicatasi nel 2013, le aziende da latte europee non necessariamente han- no chiuso i propri bilanci con un pro- itto positivo. Analizzando infatti i dati raccolti nei 300 allevamenti soci Edf si vede quanto la realtà sia stata diversa. A fronte infatti di un costo totale medio di 49 €/100 kg di latte, i ricavi totali azien- dali sono stati in media di 43,9 €/100 kg latte (con un prezzo del latte medio di 36,5 €/100 kg), con una perdita di 5,1 €/100 kg di latte (vedi il graico 1 a pag. 55).
I costi di produzione possono essere let- ti in diversi modi. Nella prima colonna il costo totale è aggregato per centri di costo. Nella seconda colonna in base alla divisione in costi espliciti oppure calcolati: in entrambi i casi il costo di produzione totale è identico. Nella ter-
ALBERTO MENGHI Crpa spa, Reggio Emilia
L’analisi dei prezzi e i costi
di produzione in Europa
Crpa
OTTOBRE 2014 55
za, si considera la composizione dei ricavi legati alla produzione del latte. Dalla diferenza tra i ricavi totali (rappresentati dalla terza colonna verde) e il costo totale, si desume il proitto. Il margine lordo (o reddito fami- liare) si ottiene dalla diferenza tra i ricavi totali, i costi espliciti e gli ammortamenti.
Analizzando il campione nel suo complesso, è emerso che circa il 28% delle aziende esa- minate nel 2013 ha chiuso in utile generando un proitto, il 15% ha chiuso in utile gra- zie alla presenza dei contribu- ti pubblici, il restante 57% ha chiuso in perdita. Trattandosi
di dati medi è comunque naturale che vi siano diferenze all’interno del campione (vedi il gra- ico 2, in basso).
Le aziende sono suddivise a seconda dei risultati all’interno di ogni Paese. I numeri di allevamen- ti per Paese sono troppo limitati per avere una rilevanza statistica: quindi possono essere utiliz- zati solo per dare indicazioni di massima.
In molti Paesi il numero di aziende che gene- rano proitti è inferiore rispetto alle aziende in attivo. Un elemento interessante è che in un Paese come la Repubblica Ceca le aziende del campione, che sono a carattere capitalistico con salariati, generano tutte degli utili, altrimenti diicilmente potrebbero restare sul mercato.
All’opposto nessuno degli allevamenti che se- guono il metodo biologico (Org) ha generato proitti e solo poche eccezioni hanno chiuso i bilanci in positivo, peraltro grazie ai sussidi pubblici. Nel graico sono riportati anche i ri- sultati di alcuni Paesi extra-europei che parteci- pano all’indagine (Canada, Svizzera e Ucraina).
Da mangimi ed energia i rialzi più consistenti
Più in generale, i costi di produzione a campione costante sono aumentati in un anno del 2,9%. Nel 2013 solo un limita- to numero di aziende è stato in grado di ridurre i costi, mentre la maggior parte di esse ha registrato un incremento: si tratta anche in questo caso di una media che vede la crescita dei costi prevalere sulle riduzioni generate dagli aumenti di pro- duttività. Le voci di costo con i rialzi più
consistenti sono: l’alimentazione zootecnica, i mangimi, l’energia e i contoterzisti.
Per quanto riguarda il costo totale medio, nel 2013 è stato pari a 49 €/100 kg di latte, ma si rilevano importanti diferenze all’interno dei di- versi Paesi (vedi il graico 3 a pag. 56). I costi di produzione più bassi, come consuetudine, si osservano in Irlanda e Regno Unito, dove i sistemi di allevamento sono più legati al pasco- lo. Anche la Germania e il Portogallo hanno un costo totale inferiore ai 40 €/100 kg. Negli altri Paesi europei il range è concentrato tra i 40 e i 50 €/100 kg di latte. Questo dato è importan- te, perché essendo il campione Edf composto da aziende mediamente orientate al futuro e quindi piuttosto avanzate, è probabile che i dati medi di rilevanza statistica dei Paesi interessati possano essere mediamente più elevati. Il range più frequente ci dice anche che è possibile pro- durre latte in Italia a livelli di costo non troppo lontani da quelli dei competitors europei.
Un’altra osservazione è che l’incremento dei co-
Graf. 1 - Costi di produzione e ricavi nel campione di aziende (Fonte Edf-Crpa)
Graf. 2 - aziende in profitto o in perdita nelle nazioni dell’indagine (Fonte Edf-Crpa)
56 OTTOBRE 2014
INSERTO BOVINE DA LATTE
sti di produzione veriicatosi negli ultimi anni nelle aziende da latte europee le rende piutto- sto vulnerabili, visto che anche in un periodo di prezzo del latte record solo in un paio di nazioni (Irlanda e Repubblica Ceca) il prezzo è stato net- tamente superiore ai costi di produzione.
Nel graico 3 si evidenzia, inoltre, il margine lor- do, e cioè lo spazio esistente tra il pallino rosso e quello verde che ci dice per ogni 100 kg di latte quanti soldi restano in tasca all’allevatore una volta pagate le spese dirette (costi espliciti) e la manodopera familiare.
In questo caso si nota che – oltre a Irlanda e Repubblica Ceca – l’Olanda ha un margine mi-
gliore legato probabilmente a una buona ei- cienza tecnica e a un’ottima produttività. Tutti gli altri allevamenti hanno margini molto risi- cati e un calo repentino del prezzo come quello attuale può creare diicoltà in molte aziende.
Il confronto internazionale sui costi è efettuato nell’ambito del progetto regionale “Zootecnia da latte di precisione”.
Riprendendo il discorso sulle previsioni di prezzo del latte compreso tra il picco minimo e quello massimo raggiunto dal 2009 al 2013, le aziende europee dovrebbero cercare di conte- nere i costi di produzione tra i 30 e i 40 €/100 kg, mentre quelle italiane (con un prezzo media- mente superiore del 10%) dovrebbero stare tra i 33 e i 44 €/100 kg.
Se questi nel nostro Paese superassero i 44 €, le aziende potrebbero continuare la propria attività solo grazie ai ricavi della carne e ai contributi Pac e in alcuni casi, qualora anche questi ricavi non bastassero, grazie ad altre attività integrati- ve, come ad esempio la produzione di energia da impianti fotovoltaici e biogas.
Anche in questo caso, l’analisi dell’Edf ha evi- denziato la particolare diicoltà e il rischio di sopravvivenza delle aziende biologiche che han- no un costo di produzione decisamente più alto degli altri e un prezzo del latte che non riesce a coprire nemmeno gli ammortamenti e parte dei costi calcolati.
Graf.3 - Costi di produzione e prezzo del latte nei Paesi Edf (€/100 kg di latte Ecm) (Fonte Edf-Crpa)
Fotolia