rofondimenti
Nozione e problema
Mobbing e straining:
fenomenologia della fattispecie
Pierluigi Rausei - Adapt professional fellow (*) Nel rinviare
necessariamente ad altre epiù
ap-profondite disamine sull'argomento (1), va preci- sato anzitutto I'ambito terminologico e definito-
rio di
base del problemaal
centro del presente interventovolto
ad esaminare la fenomànologia delle ipotesidi
mobbrng sul postodi
lavoro, an- che conriferimento
alla fattispeciepiù
recentedello straining.
Una definizione di mobbing
Laparola,
oggi ampiamente utilizzata anche da-gli
organidi
informazione, deriva propriamente dal verbo inglese"to
mob", che nella nostralin-
gua può essere reso con espressioni
tipo: "fare
ressa o affollarsi intorno a", 'oassalire in massa o
in
modo tumultuoso", "accerchiare, circondare, assediare, attaccate" .I1 sostantivo
"mob",
da cui nella lingua inglese trovaorigine
a suavolta il
verbo,in effetti,
sta ad indicare una folla eccitata oin
tumulto, un in- siemedi
persone disordinatamente agglomerate, ovvero anche vna gang di delinquenti.La materia del
diritto
e della pratica del lavoro ha ereditato,per la verità, il termine
mobbingdall'etologia,
ambitoscientifico
che indaga sul comportamento animale, doves'identifica
con esso l'atteggiamento, tipicodi
talune specie ani-mali,
del circondare minacciosamente un mem- bro del grupponell'intento di
allontanarlo o, co- munque,di
avere la meglio su di esso.Trasposta nel contesto più "razionale" dell'orga- nízzazione aziendale,la parola giunge allora ad individuare
il
complesso delle pratiche vessatorie e/o persecutorie, degli atteggiamenti di ritorsioneowero di
violenza psicologica che vengono, de- liberatamente e ripetutamente, postiin
essere da un datoredi lavoro
o dadiretti
superiori gerar- chici, ma anche da colleghi di parilivello
o, ad-dirittura,
da subalterni, neiconfronti di
un sog- getto,col risultato di provocargli
uno statodi
profondo disagio, contrassegnato da isolamento eterrore psicologico,
in
grado di recare danno no- tevole al suo equilibrio psico-fisico.Sempre a
livello
terminologico, allora, deverile-
varsi un ulteriore identificativo anglosassone del- le condotte mobbizzanti e dei loro effetti. La let- terafura scientifica non europeaparla,infatti,
an- chedi bullying
chedi
mobbing è praticamente un sinonimo e significa, propriamente "agire con prepotenza"(si
pensiall'italiano
gergale"bul- lo").
Sebbene secondo taluni interpretiil
butlying vada adidentificare
soltanto unatipologia di
mobbing, quello verticale di cui diremo oltre (2).
Altra terminologia in uso, sia pure con una speci-
fica connotazione, qui soltanto di tipo "top-
(*) l'Autore è anche dirigente dell'lspettorato nazionale del tavoro.
{1) Per analisi, con osservazioni di tipo giuridico, intorno al fenomeno del mobbing: P. Rausei, G. Bomba, C. Esposito, Mobbing: salute e diritto. Percorso di analisi e rassegna giuri- sprudenziale a dieci anni dalla prima sentenza,lpsoa, DSpL - Oro,2Q09,5; A. Caccamo, M. Mobiglia, Mobbing: tutela attua- le e recenti prospettive, in Dir. prat. lav., n. 18/2000, inserto; A.
Grieco, L. Andreis, M. G. Cassitto, C. Fanelli, E. Fattorini, R. Gi- lioli, G. Legnani, P. Prandoni, ll mobbing: alterata interazione psicosociale sul posto di lavoro. Prime valutazioni circa I'esisten- za del fenomeno in una realtà lavorativa italiana. in Previdenza oggi, 1992,2-75: M. Meucci, Considerazioni sul "mobbing", in Lavoro e previdenza oggi 1999, 1953 ss.; R. Nunin, Di cosa par- liamo quando parlìamo di mobbing, in ll lavoro nella giurispru- denza, n. 912000, 835 ss.; R. Santoro, Mobbing: la prima sen-
Diritto & Pratica del Lavoro
15.l201gtenza, in ll Lavoro nella Giurisprudenza, n. 412000,364 ss.; L.
Gottardi, Mobbing non provato e licenziamento per giusta cau- sa, in Guida lav., n. 412000, 25 ss.; L. Greco, Danno bjolosico:
gli effet'ti del c.d. mobbing, in Guida Lav. , n. 1 1/1 999, 1 2 sè.; S.
Figurati, Osservazioni in materia di mobbing, in Guida Lav., n.
32-3312000,35 ss.; P.G. Monateri, M. BoÀa, U. Oliva, Mob- bing. Vessazioni sul lavoro, Giuffré, Milano 2000; A. Ascenzi, G.
L. Bergagio, ll mobbing. ll marketing sociale come strumento per combatterlo. Giappichelli, Torino 2000; P. Rausei, ll mob- bing nel rapporto di lavoro, in Diritto e lavoro nelle Marche, n.
2/2001; P. Rausei, ll mobbing nel rapporto di lavoro, serie DSPL - Oro,lpsoa, Milano, 2002.
(2) Sulla terminologia in uso a definizione del mobbing vedi K. Niedl, Mobbing/Bullying am Arbeitplasf, Monaco e Mering, Rainer Hampp Verlag, 1995.
925
Approfondimenti
down"
(dall'alto
versoil
basso) è quelladi
bos- sing (letteralmente: "spadroneggiare, comandare con arrogan za"), utilízzato propriamente adindi-
care, come diremopiù
avanti,i
comportamentimobbizzanti posti
in
essere dall'azienda nel suo complesso ovvero dal"capo"
(ooboss" appunto) inteso come direttore, amministratore del perso- nale o figura similare.Ancora sul piano delle parole che identificano
il
fenomeno, va ricordato come negli Usa sia
diffu-
so. nella letteratura scientifica,
il
termine haras- sment (chesignifica:
"vessazione,molestia"),
sebbene con esso vengano più direttamente
indi-
viduate le fattispecie che integrano condottedi
molestia sessuale.Di più
ampia epiù
generale portata lessicale è invècela
iocuzione "employee abuse" che, co- niugandoi
due concettidi
lavoratote (employee) edi
azione di abuso e oltraggio (to abuse), indica le condottedi
abuso o eccesso di potere da parte del datoredi
lavoro a danno dei lavoratori, com- portamento tipizzante fra quelli identificabili nel fenomeno del mobbing.D'altra
parte anche sul piano defi.nitorio può ap- parireutile
richiamarele
diverse esperienze dei Paesi dell'Unione europea, così come esaminate dal Parlamento europeoin
occasione della Riso- luzione A5-028312001 assuntaín
data 20 settem- bre 2001 sulla relazione 200112339(Ini),
in tema di mobbing sul posto di lavoro.Secondo una nota definizione
il
mobbing sul po- stodi
lavoro consistein
"una seriedi
azioni che si ripetono per un lungo periododi
tempo, com-piute
da uno opiù
mobber (datoredi lavoro
o colleghi) per danneggiare qualcuno quasi semprein
modo sistematico e con uno scopo preciso'Il
mobbizzato viene accerchiato e aggredito inten- zionalmente dai mobber che mettono in atto stra- tegie comportamentali volte alla sua distruzione psicologica, sociale e professionale" (3).
Nella
nostra lingua, comesivede,
chi mettein
essere condotte mobbizzanri si chiama alf inglese mobber mentre la
vittima
predestinata divieneil
mobbizzato, tuttavia spesso nel passato al posto
di
mobbing si sono usate altre parole: comporta-menti aggressivi e minacciosi, molestie, violenze o
torture morali
opsicologiche,
persecuzioni, pressioni o percosse Psichiche.il
fenomeno è senzadubbio antico,
seppure la sua emersionein Italia, nelle reali
dimensioni quantitativa e qualitativa, data a tempi relativa- mente recenti (4), ed indica specificamente, come detto, un'area conflittuale dovegli
attori tuttavia non sono soltantoi
duefin qui identificati,
ma solitamente tre: accanto aI mobber (aggressore) eal mobbed
(vittima),
si pone anchela
figura del sighted mobber,vale
adire dello
o'spettatore", del collega del mobbizzato che assiste al dramma e tace, collaborando a rendere possibile, effettivo e tragicamente efficaceiI
mobbíng.Questi tre soggetti, vestendo posizioni differen- ziate, possono dare vita, a loro volta, a tre tipolo- gie distinte di mobbing:
.
verticale, che è quello postoin
essere dal dato- re di lavoro o, comunque, dai superiori gerarchici(di
questotipo di
mobbíng esiste una variante detta àossing, dal verbo inglese 'oto boss"'o che significa o'essere padronedi,
spadroneggiare, co- mandaret', derivato dal sostantivo "boss" atutti
noto che sta ad indicare o'capo, padrone,princi-
pale", che indica la condotta mobbizzante postain
essere dall'azienda come vera e propria strate- gia "eliminatoria");.
ascendenfe, quello compiuto dagliinferiori
ge-rarchici,
dai subordinatiai
danni delloro
supe- riore;.
orízzontale, che è quello messoin
atto dai col- leghi di pari grado.In
buona sostanza poi per ciascuna delle singolefigure
individuate, potremmo distinguere,in li-
nea
generale,
dueforme dí mobbing: quello
"strategico" dove le azioni mobbízzanti vengono poste
in
esserein
corrispondenza ad un preciso disegnodi
esclusione di un lavoratore dal circui-to produttivo o dall'organigramma
aziendale;quello
"emozionale" dovei
comportamenti del mobber nascono da un'esasperata e malata esal- tazionedi
unqualsivoglia
sentimento negativo individuale, quale: rivalità, gelosia, antipatia,dif-
frdenza, paura.
(3) Cfr. in generale sulle definizioni e sui concetti di mob- bing. limitatamente alla bibliografia in lingua italiana: H Egg' Uo-OOing, Bologna 1 996; ld. ll mobbing in ltalia, Bologna 1 997;
ld. ll móbbing-estremo, Bologna 1997; ld. lnumeri del mob- bing. La prima ricerca italiana, Bologna 19pB; H
-E99, À/1, L^an-
cloii, Srress e Mobbing, Bologna 1998; A. Gilioli, R. Gilioli, Caf-
926
tivi capi, caxivi colleghi Mondadori, 2001.
(4) A circa vent'annl fa risale la prima pronuncia giurlspru- denziale specifica e completa sul tema: notissima pronuncia del îribunale di Torino, Sez. Lav.,6 ottobre - 16 novembre 1999. di cui si dirà più avanti nel Îesto'
Diritto & Pratica del Lavoro
1512019Sotto altro profilo rileva
unadistinzione
del mobbingin
ragione dei soggetti mobbizzati, per cui si parla di:.
mobbingindíviduale:
quando destinatario dei comportamenti vessatori e persecutori è un sin- golo lavoratore;.
mobbingcollettivo:
quandoi
destinatari delle condotteo degli atti
vessatori sonouno
opiù
gruppi o squadre di lavoratori.I
soggetti: "mobber", "mobbed"
e "sighted mobber"
Le tre
tipologie di
soggetti ora richiamate sono state puntualmente studiatein
ambito socio-psi- cologico e medico. Non rientra nell'economia di questo lavoro I'analisi dettagliata delle singolefi-
gure, tuttavia non sembra inutile individuarne ta- lune tipologie di base.
Anzitutto l'attore
del mobbíng (11mobber) è un soggetto caratterialmente e personalmente porta- to ad esasperareconflitti in
essere, adintensifi- carli,
che sceglie sempreil
comportamentopiù
aggressivo da tenerein
una circostanza proble- matica, rispetto a quello meno negativamente in- fluente(5). Si
trattapoi
di persona che non mo- stra alcun rimorso o sensodi
colpa per le conse- guenze soffefte dalla vittima della sua condotta o che, addirittura, non riesce neppure a vedere nel suo atteggiamento un qualsiasi aspetto di rimpro- verabilità, scaricando sualtri
la responsabilità di ciò che accade (6).Gli
studiosi ne hanno individuato alcunetipolo-
gie:
a)
istigatore-
sempre alla ricercadi
metterein
essere angherie e malevolenze, sperando
di
otte- nere qualche vantaggio personaledall'elimina-
zione clellavittima
presceltaowero
anche solo con I'obiettivodi
sfogarsi;b) megalomane
-
peÍcepisce se stesso per ciò che crede di essere e vorrebbe essere, per questofini-
sce per mobbizzare chiunque
in
qualsiasi modominacci la
suaautorità o
appaia comunquein
grado di farlo;
Approfondimenti
c) collerico -
intollerante e umorale versotutti,
non riesce a controllare e a trattenere le proprieemozioni
ereazioni, finendo per
darevita
ad esplosionidi
collera, anche violente;d) casuale
-
si trattadi
una figura"ordinaria"
di mobber, chiunquesi trovi, infatti,
avivere
unconflitto
conun
collegadi
lavoro e ottenuta la forza giuridica o sociale per uscire vincitore dal confronto decidadi
affossareI'awersario
finan- che per eliminarlo, diventa "casualmente" un at- tore del mobbing;e)
frustrato
- èil
soggetto che scarica sugli altrii
problemi che non è
in
gradodi
risolvere da sé o che addirittura negadi
avere;fl
narcisístaperverso
- presuntuoso e egotista, desiderosodi
restare al centro dell'attenzione, fa pesarein
ogni modoagli altri la
grandezza reale o presunta del suo"io".
Passando ora alla
vittima
del mobbing(il
mob- bed), si tratta di un soggetto che mostra segni di maîcanzadi fiducia in
sé stesso, che prova un sensodi
disorientamento nell'ambiente lavorati- vo, che nonsi
sente perfettamente integrato e aproprio
agio, che palesala
convinzionedi
non commettereerrori
edi
non avere colpe ovvero, al contrario, assume sudi
ségli
errori ditutti
e si convincedi
sbagliare sempre tutto (7). Si trattain
buona sostanza di una persona sola, che sente su
di
séil
peso delf isolamento.Alcune caratteristiche
di
fondo, peraltro, sono in-dividuabili
attraverso le storie ei
racconti dellevittime del
mobbing.Anzitutto
una singolarità nella posizione lavorativa ricoperta(l'unico
in- fermiere maschio,I'unica
donna).Vi
èpoi
una singolarità individuale dovuta ad aspettidi
diffe- renze soggettive, un"tipo
strano" perché origina- le o oggettivamente diverso e in minoranza (stra- niero, portatoredi
handicap). Mail
mobbizzatopuò essere sovraesposto anche per ragioni positi- ve come ad esempio
nel
casoin cui
ottenga un evidente successo personale sul lavoro (una pro- mozione che ingelosisce, una gratificazione o un riconoscimento verbale del merito). C'èpoi I'ef-
(5) Gli esperti hanno delineato ben 14 possibili profili di mobber, fra i tanti sembrano da evidenziare'. il frustrato (scarica problemi privati sugll altnl,I'istigatore (sempre alla ricerca di nuove cattiveriel, il megalomane (ha una visione distorta di se stesso) e il narcisista perverso. Cfr. H. Ege Mobbing cit.; M. F.
Hirigoyen Le harcèlement moral: la violence perverse au quoti- dien, Parigi 1998 (tradotto in ltalia col titolo Molestie marali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, Einaudi, Torino 2000, che reca in Appendice uno scritto di H. Ege ll mobbing,
Diritto & Pratica del Lavoro
1512019owero il terrore psicologico sul posto di lavoro e uno di P.G.
Monateri - M. Bona - U. Oliva Le molestie morali nel sistema giuridico italianol.
(6) Vedi in tal senso, per una specifica connotazione degli aspetti personologici del mobber: H. Walter Mobbing: Kleink- rieg am Arbeitsplatz, Campus, Francoforte-New York 1994, pag. 39 ss.
(7) Vedi ancora H. Walter Mobbing: Kleinkrieg am Arbeit- splatz cit.
gzt
rofondimenti
fetto novità,
il
soggetto che ha sostituito un lavo- ratore particolarmente amato ovvero che èpiù
giovane o ha qualità indiscusse (8).
Anche qui esistono studi dettagliati circa le tipo- logie
individuali
interessate (9), sinteti zziamone alcune per meglio focalizzareil
nostro interven- to:a)
prigioniero - noî
ha la forza di tirarsi fuori da una situazione e si abbandona agli eventi;b) distratto - non si accorge della situazione che intorno a
lui
è venuta modificandosi e sulla quale si trova a non poter più intervenire;c) presuntuoso
- si
atteggia comemigliore
del gruppo assumendodi
esseremolto più
abiledi
quel che in realtà è, attirando sudi
sé le reazioni negative ed anche ghettizzartti dei colleghi;d)
introverso - presenta notevolidifficoltà
nelle relazioni interpersonali, riscontrando problemi di comunicazione che vengono letti come espressio- ne di un fare sostenuto;e)
pauroso -
hatimore di tutto
edi tutti,
vede nell'ambientein
cui è inserito una fonte di peri- colo, chiunqueniole
danneggiarlo;fl
passivo (servile)- mira
a compiere tutto alla perfezione, per soddisfareil
capo, stando attento a non commettere errori che lo ponganoin
catti- va luce, cercando continui riconoscimenti da par- te dell'ambiente e dei superiori;g)
buontempone-
è untipo
allegro, divertente, che tieneviva I'atmosfera,
mapuò divenire il
buffone della situazione, finendo per non essere più preso sul serio.
Il
terzo importante protagonista del mobbing èll
collega che
fa
da spettatore (sìghted mobber o come altri dice co-mobber o ancora mobber índí- retto), che assiste all'attacco perpetrato nei con-fronti
dellavittima.
Si trattadi un
soggetto che sebbene sembri non avere concretamente nulla a che fare con I'azione mobbizzantein
essere, è in realtà a stretto ediretto
contatto conil
mobber.Egli
sitrova
arivestire
1oitrano ruolo di
me-dium
fra lavittima
eiI
mobber protagonisti delconflitto,
esprimendo le proprie preferenze perl'uno
ol'altro,
finendo spesso per essere la vera"chiave" del conflitto
in
atto.Anche
in
questo caso sono state delineatediffe-
renti tipologie:a) diplomatico - è
il
tipo che cercadi
raggiunge- re comunque un compromesso, attirando sudi
séf invidia dei colleghi o il loro risentimento,
a causa della sua popolarità eccessiva;b) ruffiano -
assecondain tutto il
mobber, cet- cando di non sowesporsi oltreil
necessario;c) rinunciatario - è la persona che cerca di rima- nere equidistante,
di
non prendere posizione di- versa da quella della maggioÍaîza, non avanzan- do nessuna opinione personale;d) premuroso
- si
ftatta deltipo
che si mettein
mostra per l'urgenzadi
aiutaregli altri awici-
nandosi ai loro problemi, al
limite
delf invaden- za.L'oggetto: mobbing verticale, ascendente e orizzontale
Tornando
alf
insieme dei comportamenti ricon-ducibili alla
fattispeciedi cui ci
disponiamo a trattare Ia rilevarza giuridica, occorre evidenziaresubito
comeiI
mobbingin
sé considerato può presentarsi nel contestodi
un rapportodi
lavoro in tre forme ben distinte fra loro:a)
mobbíngverticale,
detto anche bossing (dal verbo inglese"to
boss" che significa "essere pa- dronedi,
spadroneggiare, comandare", derivato dal sostantivo 'oboss" atutti
noto che sta ad indi- care "capo, padrone,principale"),
che è quello postoin
essere dal datoredi
lavoro o, comunque, dai superiori gerarchici;b)
mobbing ascendente, quello compiuto dagliinferiori
gerarchici, dai subordinati ai danni del loro superiore;c) mobbing orizzontale, che è quello messo in at- to dai colleghi di pari grado.
Vediamone per ciascuna tipologia, sinteticamen- te, le principali caratteristiche.
Mobbing
verticale(dall'alto)
Si tratta della tipologia
di
condotte mobbizzanti che immediatamente colpiscono l'attenzione del giurista, così pure dell'uomo medio.In
effetti,il
mobbìng vertìcale odall'alto
è quel-lo
che un superiore gerarchico,owero
l'azíendanel
suo complesso, ponein
essere, mediantecomportamenti
di
carattere aggressivo e punitivo, che di nonna derivano da un cattivo uso o vero eproprio abuso del potere legittimamente spettante
(8) Cfr. B. Huber Mobbing: PsYchoterror am Arbeitsplatz, Falken, Niedernhausen 1 994.
928
(9) Ege elenca 1B tipologie di vittime: vedi H. Ége Mobbing
Diritto & Pratica del Lavoro 15/2019
a chi lo esercita, ma che viene arbitrariamente di- storto a
fini illeciti
o comunque con esiti eccessi-vi
e debordanti.Nelle teorie sulla leadership, elaborate nel corso degli
ultimi
due decenni nell'ambito della psico- logiadelle
organizzazioni(10), è emerso come frai
diversi"stili'l
comportamentalidi
un capo, nel contestodi
una organizzazionepiù
o meno complessa,vi
sono quelli connessi con un orien- tamento non gerarchico-piramidale versoil di-
pendente oppure
quelli
che mirano al consegui- mentodegli obiettivi
o ancoraquelli
che fanno fondamento suirapporti
interpersonaliowero
anche quelli che prediligono la condotta collabo- rativa e così via dicendo.
In ogni
caso, quale che siala tipologia di
lea- dership attuata nel contesto datoriale, sial'una
che
l'altra
delle opzionipossibili
potranno dare luogo ad ipotesi di mobbing.Sebbene occorre evidenziare come
I'avvio
dei comportamenti mobbizzanti non è strettamente conseguentealla
gerarchizzazione dei contesti organizzativi delle aziende, anche laddoveil
po-tere e
le facoltà di
decisione sono concentrate nelle mani di pochi componenti.Non è la gerarchia per se stessa foriera
di
mob- bing. Quale che sialo
schema organizzativo del-f
irnpresa nel momentoin
cui le singoleiniziati-
ve vengono decise, programmate e pianificate si ha un inevitabile passaggio di mansioni edi
fun- zioni.Il
mobbíng verticale sussiste indipendentemente da qualsivoglia appiattimento dell' organigralnma e della gerarchia.Le cause sono le
più
svariate:invidie,
antipatie, incompatibilità caratteriali, discriminazioni socia-li
o politiche, differenze culturali o religiose,dif-
ferenze
di
età, diverse capacità di instaurare rela-zioni
personali, minacciaalf
immagine sociale dell' impresa, volontà dí potenza, ebbrezza dell' e- sercizio libero del potere...I motivi
che possono spingere un"mobber-capo" ad agire per mobbiz- zafe vnproprio
sottoposto possono esserei più
disparati.
L'aspetto più rilevante e grave del mobbing verti- cale è quello che coinvolge tutto intero
il
gruppo dirigenziale
dell' azienda, allorchédallo
stessoApprofondimenti
prenda
awio
un vero eproprio
"ordinedi
mob-bing"
nericonfronti
del dipendente individuato come scomodo, quale che sia la ragione fondan- te. Siamo dinanzi al cosiddetto "bossing", ovvero ad una seriedi
condotte mobbizzanti che partonodall'alto,
non come volontàdi
un singolo supe- riore ma come strategia aziendale.Bossing
Più specificamente vale la pena soffermarsi, sia pure sempre
di
passaggio, sul concettodi
mob- bing come bossíng, ora appena accennato e sopra già richiamato quale sinonimo del mobbing verti- cale aziendale.In
effetti,il
bossing nasce proprio come forma di strategia aziendale,nella
gestione delle risorse umane,al fine di ridurre
o razionalizzate orin-
giovanireil
personalein
forza. Talvolta si trattadi
una volontà pura e semplicedi
eliminare un singolo dipendente perché nonpiù
gradito alla parte datoriale.Qui le condotte mobbizzartti sono poste
in
essere dallostaffdirigenziale
delf impresa e mirano al-L' eviderza a spingere, inducendovelo,
il
lavorato- re vittima alle dimissioni.Si tratta, in buona sostanza, di bypassare qualsi- voglia problematica
di
natura sindacale, quali ne deriverebbero laddove I'azienda sua sponteli-
cenziasse
il
dipendente.Le
azioniriconducibili al
bossing'sono pertanto volte a vessareil
mobbed generando intomo alui
e al suo gruppo
di
lavoro una seriedi
sifuazioni ambientali, professionali e personalitali
da dive-nire
obiettivamenteingestibili,
sia psicologica- mente sia fisicamente.L'obiettivo,
dai contorni potenzialmente"crimi- nali",
è quellodi
distruggere edi
eliminareil
di- pendente, che assai spesso è divenuto scomodo einviso al proprio datore
di lavoro
senza neppure averne coscrenza e senza mlnlmamente conoscer- ne le ragioni oggettive.In
questo contestociò
che viene meno èil
man- tenimento di una etica aziendale corretta, a segui- to dell'instaurarsi perversodi
una sortadi "pro-
grammazione" dai contorni morali assolutamente inaccettabili.
(10) Sul punto specifico vedi F. Avallone Psicologia del lavo- ro, Carocci, Roma 1999, pagg. 177 ss.; M. Depolo Psicologia delle organizzazion, ll Mulino, Bologna 1998, pagg.85 ss.
Diritto & Rratica del Lavoro
1512019929
Approfondimenti
Il
mobber finisce qui per incarnare la vecchia im- magine del "padrone"rivisitata
conla
frnezza tecnica e tecnologica delle odieme teorie dell'or- ganizzazione complessa.Lui,
parte forte del rap- portodi
lavoro subordinato, esercita, abusando- ne,i
suoi poteridirettivi,
organizzativi, discipli- nari e gerarchici, decidendodi
attuare e diutiliz-
zar e siffatta strategia.
Diverse, sia pure tutte non
sufficienti
né com- prensibili, possono essere le ragioni che induco- no un'azienda ad agire in modo da integrare con- dotte di bossing.Basti pensare ad una crisi economica significati- va
in
cui I'unica via d'uscita indolore è "tagliare le teste" mai conflitti
sindacali non possono es- sere affrontati e le procedure di mobilità e/o cas- sa integrazione sono inattuabili.In
questo caso la competitività paga 1l prezzodi
un dimagrimentodel
personale assuntoanzitutto
attraverso una spinta (legittima) versoil
pensionamentoowero
verso le dimissioni volontarie confortati, quello e queste, da trattamentidi fine
rapportod'impor-
tanterilievo
frnanziario; mafallito
tale tentativo e non potendo licenziare, eccoporsi ll
bossingcome possibile via d'uscita.
Un'altra
motivazione, ancorpiù
spregevole, sepossibile,
è quelladi
una riorganízzazione del personale per un abbattimento dell'età media del managemenf, a spese dei vecchi quadri, chein
modo subdolo finiscono per perdere, pressoché improwisamente, comodità e status-symbol ca- ratteristici di una lunga e spesso faticosa carriera.lI
bossing è presentein
tutta Europa, nel nostro Paese esso rischiadi
avere più incidenza e di tro- vare un terreno più fertile a causa degli standard occupazionali italiani che determinano un vero eproprio terrore da parte della forza lavoro di per- dere la propria collocazione lavorativa anche per l'enorme e oggettiva difficoltà di reinserimento.
Owio
comeil
peso chel'azienda può esercitare suipropri
dipendenti, anche con la mera minac- cia di un licenziamento, possa diventare defacto
uno strumento iniziale di bossing.D'altra parte, e da ultimo, vale la pena evidenzia- re anche come sia la cultura e
il
settore di produ- zione dell'azienda, da unlato,
sia la posizione sociale e I'età del lavoratore,dall'altro,
incidano notevolmente sulla sceltadi
avviare proceduremobbizzanti
in
forma pianificata.930
Mobbing
àscendente(dal
basso)Si ha mobbíng ascendente o
dal
basso nelle si-tuazioni in cui
sonoi vertici
aziendalio i
loro rappresentanti ad ognilivello
della gerarchia (in-stitori,
capi del personale,direttori di
sede odi
stabilimento, capireparto) ad essereposti in di-
scussione dai lavoratori che stanno sotto
le
loro direttive e vengono da loro gestiti e organizzati.Questi comportamenti mobbi zzanti normalmente possono essere attuati da
un
singolo ovvero da più dipendenti o ancora da tutti.Si può,
in effetti,
osservare un climaxdi
condi-zioni
dalla "guerra delsingolo" (il rifiuto di
un solo dipendentenei confronti dell'autorità
del"capo") alla "ribellione globale"
(il rifiuto
di tuttii
lavoratori).Il
"capo" preso di mira è via via massicciamente isolato e negativizzato, diviene bersaglio faciledi
dicerie e di maldicenze.ll
mobber dal basso attua delle strategie offensi- ve senza esclusione di colpi.Il
lavoratore giungeperfino
a non svolgere correttamente le proprie mansioni lavorative purdi
scaricare sul capogli
effetti deleteri degli enori. Oppure per richieste e consigli 1o scavalcano rivolgendosi direttamenteai
suoiimmediati
superiori. O ancorarifiuta di
eseguire
gli ordini
o le direttive chegli
vengono legittimamente impartiti.Tutto ciò
ad evidenziarela
sfiducia totale nelle capacitàdi
guida eaddirittura
a sottolineare la sua inutilità nel contesto aziendale.Appare agevole constatare come in questo tipo di
mobbing,
adifferenza di quello dall'alto
odi quello fra
pari,il
mobbizzato non abbia grandi possibilitàdi
individuare e scovare unavia d'u-
scita dallabirinto in cui
è stato sbattuto.Il
"ca- po-vittima" vanterà sempre un numero enorme diawersari.
Potrà conquistarnemolti,
giustifican- dosi con le ragioni della verità, mail
nugolo dei detrattori sarà sempre più folto.Senza dubbio questo tipo
di
mobbing risponde a precise precondizioni di natura culturale e socia- le, ma in genere risponde ai sentimenti di non ac- cettazione del leader:vi
si opponel'ex
collega che ambiva alla stessa collocazione e ne è rima- stofuori,
oppureil
sottoposto che nonlo
ritiene meritevole di rivestirla.Peraltro 1l mobbing ascendente è la
forma
serrza dubbio meno esterioizzata di mobbing.Nei
con-fronti
della gerarchia aziendale si sparla, si pen- sano le cose peggiori, si mornora, non la si ama,Diritto & Pratica del Lavoro
1512O19talora la si disprezza anche, ma solo raramente la si attacca apertamente e ancor
più difficilmente
la si combatte subdolamente con condotte mob- bizzanti.D'altro
canto,in
conclusione,il mobbing
che parte dal basso abbisognadi forti
e solide allean- ze fra pari, vuoi come spettatori vuoi come com- partecipi, frai
lavoratori. E queste alleanze non reggono spessodinanzi allo
spauracchio della perdita del postodi
lavoro.Mobbing
orízzontale (fra pari)Nel mobbing orízzontale o
fra pari il
lavoratore è vittima di condotte mobbizzanti attuate dai suoi stessi colleghidi
lavoro. Scaturisce da stati d'a- nimo e rcazionidi
gruppo o individuali dovute asingole azioni o situazioni che nell'ambiente la- vorativo
in
cuiil
mobbed è inserito non sono ac- colte favorevolmente.Tre sono, principalmente, le caratteristiche del la- voratore individuato come vittima da cui può de- rivare
il
comportamento che dàil
via al mobbing oizzontale: a) diversità soggettiva; ó) inserimen- to in un gruppo collaudato; c) significative capa- cità individuali.a/
Quanto al primo ambito differenziale,il riferi-
mento è a quell'insiemedi
caratteristiche perso- nali che non dowebbero in nessun modo influen- zareí
contesti relazionali di qualsiasi tipo (stante anchela
letteradell'art.
3 Cost.), ma che pure obiettivamente incidono, per la stessa necessità di relazionarsi in modo differente, sui rapporti in- terpersonali e, per quello che a noi qui rileva, la- vorativi. Pensiamo al lavoratore che presenta del- le difficoltà psicomotorie o altre forme di handi- cappsichico o fisico, o
ancoraai
soggetti che professano (anche con manifestazioni esterne) un credoreligioso diverso dalla globalità
o dalla maggiorunza dei colleghi,owero
anche a lavora-tori
di razzao etnia diversa o con identità sessua- le differente, oppure proviamo a pensarea
carat- teristiche tutt'affatto estranee dal contesto lavora-tivo,
sia pure lato sensu inteso, comeil tifo
spor-tivo
o l'orientamentopolitico. In tali
situazioni l'ignoranza,il
razzismo e la non-cultura dei col- leghi, ovveroil
disagio e la paura ingiustificata del "diverso" possono provocare meccanismiir-
razionali, poi sistematizzati anche in senso logico
o
schematico,di
"emarginazione progressiva"del
lavoratorevittima
del mobbingin
ragioneDiritto & Pratica del Lavoro
1512019Approfondimenti
della sua diversità, appunto, rispetto alla genera-
lità
del gruppo.ó)
Il
secondotipo di
situazione si riferisce diret- tamente ai problemidi
sociologia e di psicologia delle organizzazioni e,in
particolare, al grande temadella
organizzazione strutturale del lavoro subordinato.In
questo modo, semplificando, un lavoratore giàin
forze che venga trasferito,di-
staccato o promossoowero
un nuovo assunto possono inserirsi nel gruppo giàin
essere con ef-fetti
dirompenti.Il
gruppo oil
reparto nel qualelo
stesso viene a situarsi possedeva,infatti,
un proprio schematismo, un proprio equilibrio inter- no,più
o meno instabile, dove le professionalità e le capacità dei singoli comunque si livellavano, compensandosi. La novità,il
nuovo arrivo, scon- volgeil
datodi
fatto e attira sudi
sé risentimenti e paure, dissenso e malumori,invidie
e gelosie.Da qui può prendere le mosse un attacco grave
al
collega, che sfocia neI mobbing, generato da un sentimento diffi.rsodi
"campanilismo" si po- trebbe dire.c,)
Vi
è poiil
terzo quadro, quello delle emergenti capacitàindividuali del
singolo cheinevitabil-
mente finisce per mettersi
in
luce all'interno del- l'organizzazioneaziendale,scatenandosentimen-ti di
competizione edi
antipatia personale,di
in-vidia
malevola.Il
mobbing orizzontale nascein
quest'ultimo caso per I'indubbia capacità del sin- golodi
svolgere con competenza e professionali- tàil
proprio lavoro. Questo atteggiamento, detta- to dalla responsabilità individuale del singolo, si scontra col desideriodi
carriera dei pari grado olivello, i
quali o per ragioni personali o per moti-vi
professionali possono sentirsi lesi, owiamente solo psicologicamente e indirettamente. Portate alle estreme conseguenze le valutazioni negative della bravura del collega da parte deglialtri,
ne può ben derivare una seriedi
condotte mobbiz-zanti.
Straining
Si è parlato anche,
più di
recente, distraining,
indicando con tale espressione una situazione di stress forzato sul postodi
lavoro,in
cui lavitti-
ma subisce almeno una azione, da parte del dato- redi
lavoro, che ha come conseguenza un effetto negativo nell'ambiente lavorativo e sulla sua per- sona, che subisce sofferenza psichica.931
Approfondimenti
Può trattarsi
di
una condotta che oltre ad essere stressante è caratterizzata anche da una durata costante, seppure non dilatatanel
tempo come perll mobbing(ll).
La vittima, nei confronti della persona che attua lo straining, è, come 1l mobbízzato
in
genere,in
una condizione di persistente inferiorità, tuttavia, mentre
il
mobbingsi
caratteizza per una serie di condotteostili,
frequenti e ripetutenel
tempo, perchési concretizziun'ipotesi di straining
è suffrciente una singola azione con effetti duraturi nel tempo, come nel caso del demansionamento (Trib. Bergamo,20 giugno 2005, n.286).D'altra
parte, un ormai consolidato orientamento giurisprudenzíale ha fornito una definizione chia-ra del fenomeno, affermando che "costituí-
sce mobbing
la
condotta del datoredi
lavoro, si- stematica eprotratta
nel tempo, tenuta nei con-fronti
del lavoratore nell'ambiente dí lavoro, chesi rísolva,
sulpiano
oggettivo,in
sistematici ereiterati abusi, idonei a configurare
íl
cosiddetto terrorismo psicologico, e si caratterizzi, sulpia-
no soggettivo, con
la
coscienza ed intenztone del datoredi
lavoro di arrecare danni -di
varío tipo ed entità -al
dipendente medesimo", così daulti-
mo Cass.civ.,
sez. lav., 8 gennaio 2016,n.
158 (conformi Cass. civ., sez.lav.,7
agosto2013,n.
18836; Cass.
civ.,
sez.lav.,6
agosto 2014, n.r76e8 (r2)).
Sebbene
ancor più
recentementeil
danno da strainíng abbia trovato palese riconoscimento, inquanto la Corte di
Cassazione neha
sancito espressamente l'esistenza del danno e la idoneita ad essere risarcibile quale violazione del doveredi
sicurezza imputabile al datoredi
lavoro (Cass.civ., sez.
lav.,29
maÍzo 2018, n. 7844) (13).Tratti comuni alle tipologie di mobbing
Peraltro, ciascuna tipologia di mobbing suole ve- rificarsi secondo una fenomenologia ben definita studiata specificatamente per
fasi dagli
studio-si (14):
.I/
il
clima particolarmente ostile del luogodi
la- voros'indirizza
verso una determinata persona, che finisce per assumereil
ruolodi
"capro espia-torio",
giacché ogni problema aziendale odi
sin-goli
lavoratori vienein
qualche maniera addebi- tatogli, col semplice presupposto (spesso del tut- to casuale) che in una singola occasione egli fos- se responsabiledi
unsimile
evento. Si trattadi
una fase "propedeutica" doveíl
mobbing non è ancora attuato e non è detto che sarà effettuato;II)
si affermala
coscientevolontà di
talunodi
colpire direttamenteil
capro espiatorio e 1l mob- bing prende piede;III) in
questa fase lavittima, il
lavoratore mob- bizzato,awerte
chiaramentei primi
sintomi psi-cosomatici del
suo anomalostatus:
insonnia, paura, panico;In il
mobbing è ormai oggettivamente e pubbli- camente manifesto, vengono apertament e realíz- zati e consumati abusi da parte deicolleghi
e/o del datoredi
lavoro;V)
lo
statodi
salute del mobbizzatosi
aggrava progressivamente ein
misura massiccia, sembra percepire cheil
mondogli
cada addosso, perdevia via
semprepiù fiducia in
se stesso efavori-
sce, così facendo,
l'azione
del mobber(15): non(1 1) Si potrebbe guardare allo straining anche come ad una sorta di mobbing "attenuato", caratterizzato da una sostanziale differenza quantitativa proprio per quanto attiene alla durata delle condotte vessatorie poste in essere dal mobber in forma anche sporadica, ma pur sempre quale risposta alla volontà di emarginare il lavoratore rispetto al contesto lavorativo suo pro- orio.
{12) Rileva in particolare quanto téstualmente affermato da Cass. civ., sez. lav., n. 1769812014, citando anche Corte Cost., 19 dicembre 2003, n. 359: "il mobbing rientra fra le situazioni potenzialmente dannose e non normativamente tipizzate e che, secondo quanto affermato dalla Corte costituzionale e recepito dalta giuriiprudenza di questa Corte, esso designa (essendo'sta- to mutuato da una branca dell'etologia) un complesso fenomeno consistente in una serie di atti o comportamenti vessatori, pro- tratti nel tempo, pasti in essere nei confronti di un lavoratore da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserito o dal suo capo, caratterizzati da un intento di persecuzione ed emargi- nazione finalizzato all'obiettivo primario di escludere la vittima dal gruppo (vedi per tuxe: Corte cost. sentenza n. 359/2003 e Cass. 5 novembre 2072, n. 18927). Ai fini della configurabilità
932
del mobbing lavorativo devono quindi ricorrere molteplici ele- menti: a) una serie di comportamenti di carattere persecutorio - illeciti o anche leciti se considerati singolarmente - che, con in- tento vessatorio, siano stati posti in essere contro la vittima in modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, diretta- mente da parte del datore di lavoro o di un suo preposto o an- che da parte di altri dipendenti, sottoposti al potere direxivo dei primi; b) l'evento lesivo della salute, della personalità o della di- gnità del dipendente; c) il nesso eziologico tra la descritte con- dotte e il pregiudizio subito dalla vittima nella propria integrità psico-fisica e/o nella propria dignità; d) il suindicato elemento soggettivo, cioè l'intento persecutorio unificante di tutti i com- portamenti lesivi (vedi: Cass. 2l maggio 201 1 n. 12048; Cass.
26 marzo 20'10 n. 7382/'.
(13) Cfr. A. Scarcella, Anche lo straining produce danno e obbliga al risarcimento, in 1s1,2018,8-9, 457-464.
(14) Cfr. H. Ege ll mobbing in ltalia cir.
(15) Cfr. H. Ege Mobbing cit.; M. F. Hirigoyen Le harcèle- ment moral: la violence perverse au quotidien cit.; A. Gilioli - R.
Gilioli Caxivi capi, cattivi colleghi cit.
Diritto & Pratica del Lavoro 15/2019
di
rado finisce per divenirevittima di
una sortadi "doppio
mobbíng": alle vessazioni che è co- stretto a subire sul posto di lavoro si accompagna I'incomprensione da parte del proprio nucleo fa- miliare, che tende ad attribuire al suo comporta- mento la colpa di quello che sta succedendogli;VI)
questa èla
fase conclusiva del processo di estromissione:si
carattenzza, infatti, per l'esclu-sione del lavoratore vittim a
delmobbing dal
mondodel lavoro: licenziamento, dimissioni,
omicidio o suicidio.In
buona sostanza, anche seguendolo
sviluppo perfasi
oraindividuato,
potremmo distinguere due forme di mobbing:a/
quello "strategíco" dove le azioni mobbizzanti vengono postein
esserein
corrispondenza ad un preciso disegno di esclusione di un lavoratore dal circuito produttivo o dall'organigramma azienda- le;ó) quello "emozionale" dove
i
comportamenti del mobber nascono da un'esaspetata e malata esal- tazionedi
un qualsivoglia sentimento negativo individuale, quale: rivalità, gelosia, antipatia,dif-
ftdenza, paura.
Riassumendo, dunque, per mobbing
in
genere in- tendiamo quella formadi
molestia odi
violenza psicologica, ripetuta in modo iterativo, con diver- se e variegate possibilítàLdi
att\azione, con inten- zionalità e per un tempo determinato dalle moda-lità
edalla
strutturadi
personalitàdei singoli
soggetti coinvolti (16).
Il
mobbing è attuato mediante attacchi contro la persona del lavoratore,il
lavoro da questi svolto,la
funzione professionale ricoperta e,infine,
loApprofondimenti
status del lavoratore, da un singolo (generalmen- te un superiore, ma anche un sottoposto o un pari grado)
o,
seppure meno frequentemente, da un gruppodi
colleghi.Il
lavoratorc mobbizzato,in
modo programmato e continuato, viene umiliato, offeso, isolato eri-
dicolizzato, non soltanto per futto quel che con- ceme I'ambito lavorativo e professionale, ma an- che per quel che ha a che vedere con la vitapri-
vata.
La
suaattività lavorativa
vienevia via
sempre meno apprezzata, sadicamente e talora ingiustifi- catamente criticata se non anche sabotata, le sue capacità vengono messe apertamentein
discus- sione. Non solo, ma la stessa posizione aziendale dellavittima
è depaupeîata,il
suo lavoro impo- veritodi
contenuti di rilievo.Egli viene messo
in
condizione di non progredirein
carriera edi
non esercitare n"pp.rtàil
poterefin lì acquisito,
anche conla privazione
degli strumentitipici
di lavoro, utilizzati abitualmente.Da ultimo,
il
mobbing può comportare I'esercizio ripetuto, ossessivo e pretestuosodi
azioni e san-zioni disciplinari, o ancora la deliberazione di un trasferimento in una sede lontana e assolutamen- te contrastante con
i
bisogni e le esigenze perso-nali
ofamiliari
dellavittima,
oppure ancheil ri-
fiuto ingiustificato di permessi o di ferie (17).Gli effetti del mobbing sul lavoratore
esull'azienda
Da ultimo, appare opportuno soffermarsi, sia pu- re brevemente, sul novero delle conseguenze, di- remmo
collaterali, rispetto all'effetto
principe(16) Sulla durata dell'azione e del contesto mobbizzante non esistono parametri normativi, né giurisprudenziali o medi- ci certi, si ritiene, in genere, che il mobbing possa configurarsi a seguito di un comportamento aggressivo e minaccioso che sra stato protratto nel tempo per più di 6 mesi complessíva- mente.
{17) ll prof. Leymann (curatore diThe Mobbing Encyclopae- drb sul sito internet tuww.leymann se; cfr. H. Leymann Psycho- terror am Arbesplatz und wis man sich dagegeh wehren kann, 1993; ld. Mobbing and psychological terror at workplaces. Vio- lence and Victims, 1990; W. Zapt - H. Leymann Mobbing and Victimization at Work. A special issue of The European Journal of Work and Organizational Psychology, 1996.1 ha catalogato 15 situazioni sospette. Sintetizziamo quelle più ricorrenti sul luogo di lavoro, assolutamente da non sottovalutare.
1 - lmprowisamente spariscono o si "rompono", senza che vengano sostituiti. strumenti di lavoro come telefoni, compu- ter, lampadine.
2 - I litigi o i dissidi con i colleghi sono più frequenti del soli- to.
3 - Vi mettono vicino un accanito fumatore sapendo guanto odiate il fumo.
Diritto & Pratica del Lavoro
1512O194 - Quando entrate in una stanza, la conversazione generale di colpo si interrompe.
5 - Venite tagliati fuori da notizie e comunicazioni importanti per il lavoro.
6 - Girano pettegolezzi infondati sul vostro conto.
7 - Vi affidano da un giorno all'altro incarichi inferiori alla vostra qualifica o estranei alle vostre competenze.
8 - Vi sentite sorvegliati nei minimi dettagli: orari di entrata e uscita, telefonate, tempo passato alla fotocopiatrice o alla macchinetta del caffè.
9 - Vi rimproverano eccessivamente per delle piccolezze, 10 - Non viene data alcuna risposta a vostre richieste verba- li o scritte.
11 - Superiori o colleghi vi provocano per indurvi a reagire in modo incontrollato.
12 - Venite esclusi da feste aziendali o altre attività sociali.
'13 - Vi prendono in giro per l'aspetto fisico o l'abbigliamen- to.
14 - Tutte le vostre proposte di lavoro vengono rifiutate.
15 - Siete retribuiti meno di altri che hanno incarichi inferio- ri.
933
rofondimenti
dell'esclusione del lavoratore vittima dall'ambito organizzativo, che le condotte mobbizzanti hanno sia riguardo al mobbed, ma anche con riferimen- to allo stesso mobber e, nello specifico, alla parte datoriale.
Effetti sulla
vittima
Prendendo le mosse dalla parte "debole", quella del lavoratore mobbìzzato, apparc evidente come
il
primo elemento consequenziale sia la risultantein termini
medici,psicologici,
emozionali, che sfocianoin
patologie e malattie lepiù
diverse, per gravità e affezioni.Le manifestazioni
più
significative a danno della salute del mobbizzato possono essere facilmente individuate. Si va dalla depressione agli attacchi di panico, dalf ipertensione arteriosa all'ansia, da formedi
dermatosi a varietipologie di
aritmie cardiache, da cefalee a mal di schiena acuti e im-prowisi,
da sensidi
oppressione e affaticamentoingiustificati
a sensazionidi
caldo/freddo, dalle vertigini ai disturbi gastrointestinali.Da un punto
di
vista medico, invece, non appare assolutamente facile la diagnosi delle situazioni lavorative dr mobbing e, soprattutto, delle malat- lie cosiddette mobbing-conelate (18).I
casi affrontati dalla medicina tradizionale, ein
specie dalla psichiatria, sono stati ricondotti, so- stanzialmente, a due caratte rizzazioni sindromi- che, tipizzate ai
fini
dell'inquadramento del feno- meno che ci occupa.Da un lato,
in
effetti, si è parlato di dísturbí del- I'adattqmento, allorché dalla sussistenza di uno opiù
elementidi
natura "stressante" alivello
psi- cosociale, scaturiscono,nell'arco
temporaleri-
strettodi circa
tre mesi, talune sintomatologie emotive, emozionali oin
genere comportamenta-li, tali
da assurgere a fattori clinicamente rilevan-ti. In
questoprimo
raggruppamentodi
casi, le conseguenze patologiche del mobbing evolvono, dopo la scomparsa della fonte e quindi a seguito della cessazione di tutte le condotte mobbizzanti, entro sei mesi.In
altresituazioni,
indubbiamentepiù gravi,
si sono riscontratedelle
ipotesi di disturbi post-
traumaticida
stress, si tratta dei casiin cui I'af-
fettività el'equilibrio
psichico del soggettovitti-
ma del mobbing sono notevolmente e gravemen- te compromessi, con un
livello di cronicità
dei disturbi psicopatogeni anche dopoil
venir meno delle situazioni e dei comportamenti dacui
essi sono scaturiti(19).D'altra
parte,nell'attuale
versione del manuale statistico e diagnostico dei dishrbi mentali (Dsm), tutte queste tipologie di disturbi sono state inserite e classificate nel capitolo Dsm-5 dedicato ai"Di-
sturbi correlati a trauma e stress" Q.0).Va ben tenuto presente, peraltro, che in taluni ca- si (come emerge dalle perizie medico-legali che hanno accompagnato alcune delle più note azioni giudiziarie
di
risarcimento per mobbing),il
pa- ziente mobbízzato finisce addirittura per perdere completamente ogni capacitàdi vita
autonoma, risultando praticamenteinabile
dinanzi alle ordi- narie attività quotidiane, con una sicura caratte-(18) La diagnosi medico-chirurgica "si presenta particolar- mente critica per i seguenti motivi: la fonte precipua d'infor- mazione è rappresentata solo dalla raccolta anamnestica diret- ta; la possibilità di verifica di questi dati è scarsa in quanto soli- tamente la collaborazione dell'ambiente di lavoro è carente. Le citate difficoltà devono essere affrontate con una strategia ad ampio raggio che non ésclude la possibilità di falsi positivi ma che ne può ridurre la frequenza mediante una rigorosa osser- vanza dei seguenti punti: dichiarazione€utocertificata della si- tuazione di lavoro da parte del soggetto; identificazione del li- vello di attendibilità del paziente ed esclusione di un possibile disturbo fittizio; identificazione di un disturbo psichiatrico co- mune; identificazione delle caratteristiche e/o comportamenti che definiscono la situazione di mobbing; definizione del qua- dro clinico e della sua compatibilità con le sindromi mobbing- correlate. Gli strumenti necessari a soddisfare questi criteri so- no: la specifica preparazione alla conduzione di colloqui psico- logico-psichiatrici mirati; l'impiego di strumenti di rilevazione della situazione di mobbing validi e sensibili; l'impiego di meto- di psicodiagnostici validi e sensibili; effettuazione di diagnosi sindromica". Così R. Gilioli Definizione della nozione di mobbing nel campo clinico-epidemiologico, in Atti del Convegno "La tu- tela giuridica del lavoratore nei casi di mobbing", Milano 10 ot-
934
tobre 2000 (pubblicati in www.guidaallavoro.itl; L. Pardini la
medicina del lavoro e il fenomeno del mobbing in Bollexino ligu- re di giurisprudenza del lavoro e della previdenza sociale, n.
1t2000.
(19) Secondo il parere autorevole del prof. Gilioli, sulla base di nuovi e più accurati strumenti diagnostici affidabili, "anche i
due inquadramenti di disturbo dell'adattamenfo (Dda) e di di- sturbo post traumatico da stress (Dpts) dovranno essere meglio identificati in base al ruolo svolto dai fattori occupazionali sui disturbi accusati. La differenziazione suggerita è la seguente:
Dda in situazione occuoazionale vissuta come avversativa:
Dda compatibile con situazione anamnesticamente avversati- va; Dda in situazione occupazionale stressogena; Dda in situa- zione occupazionale con aspetti avversativi; Dpts con preva- lente componente occupazionale; Dpts occupazionale". cfr.
ancora R. Gilioli Definizione della nozione di mobbing nel campo clin ico- epide m iolog ico ciî.
(20) Nel Dsm-5 sono ricompresi i disturbi dell'adattamento, idisturbi acuti da stress, idisturbi d'ansia generalizzata, idi-
sturbi da attacchi di panico e i disturbi depressivi. Cfr. JR How- lett, MB Stein, Prevention of Trauma and Stressor-Related Di- sorders: A Review, in Neuropsychopha rmacology, 201 6.