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Fotovoltaico Priolo. ENI PROGETTO ITALIA FASE 2 IMPIANTO AREA D3 ESTERNA PRIOLO GARGALLO Comune di Priolo Gargallo (SR)

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(1)

Fotovoltaico – Priolo

ENI PROGETTO ITALIA FASE 2

IMPIANTO AREA D3 ESTERNA – PRIOLO GARGALLO Comune di Priolo Gargallo

(SR)

Piano Preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti

ai sensi del D.P.R. 120/17

Questo documento rappresenta la proposta per il Piano di Caratterizzazione delle Terre e Rocce da Scavo ai sensi del D.P.R. 120/17

27/09/2018 00 Emissione

Finale

Lorenzo Bertolè

Paola Bertolini

Coord.

Ambiente e Permitting

Claudia Monfredini

DPM Alessandro Bartolomei

Data Revisione Descrizione

Revisione Preparato Controllato Approvato

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INDICE

1 INTRODUZIONE 5

2 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE ATTIVITÀ DI SCAVO PREVISTE DAL

PROGETTO 6

2.1 SCAVI RELATIVI ALLE FONDAZIONI DI CABINE E PALO PER LINEA AEREA 10

2.2 PALI TRIVELLATI 13

2.3 CAVIDOTTI INTERRATI 14

2.4 OPERE DI MITIGAZIONE 16

3 INQUADRAMENTO AMBIENTALE DEL SITO 17

3.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO 17

3.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E IDROGEOLOGICO 18

3.3 USO DEL SUOLO 19

3.4 ATTIVITÀ DI BONIFICA 21

4 PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DELLE TERRE E ROCCE

DA SCAVO 23

4.1 UBICAZIONE DELLE AREE DI SCAVO 23

4.2 NUMERO E UBICAZIONE DEI PUNTI DI INDAGINE 23

4.3 TIPOLOGIA E PROFONDITÀ DEGLI SCAVI ESPLORATIVI 24

4.4 PROFONDITÀ DEI CAMPIONI 25

4.5 SINTESI DEI CAMPIONI PREVISTI 25

4.6 METODOLOGIA DI CAMPIONAMENTO 26

4.7 SET ANALITICO E METODICHE DI ANALISI 26

5 GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO ALL’INTERNO DELL’AREA

ESTERNA D3 28

6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 29

ELENCO DELLE FIGURE

FIGURA 2.1 INQUADRAMENTO DEL SITO SU FOTO AEREA ... 6

FIGURA 2.2 LAYOUT DI IMPIANTO ... 9

FIGURA 2.3 SEZIONE DELLE FONDAZIONI DELLE POWER STATION ... 11

FIGURA 2.4 SEZIONE DELLE FONDAZIONI DELLA CABINA DI DISTRIBUZIONE MTR ... 12

FIGURA 2.5 SEZIONE DELLA FONDAZIONE DEL SOSTEGNO DELLA LINEA DI TRASMISSIONE AEREA ... 13

FIGURA 2.6 PALI INFISSI MEDIANTE TRIVELLAZIONE PER SOSTEGNO DEI MODULI FOTOVOLTAICI ... 14

(3)

FIGURA 2.7 SEZIONI DEI CAVIDOTTI INTERRATI ... 15

FIGURA 3.1 VEDUTA DELL’AREA DI PROGETTO DA SUD-OVEST ... 17

FIGURA 3.2 USO DEL SUOLO... 20

FIGURA 3.3 PORZIONE DELL’AREA D3 CONFORME ALLE CSC ... 21

ELENCO DELLE TABELLE TABELLA 4.1 DESCRIZIONE DELLE AREE DI SCAVO E DEI CAMPIONI DA PRELEVARE ... 23

TABELLA 4.2 SINTESI DEI CAMPIONI DA PRELEVARE ... 26

TABELLA 4.3 SET ANALITICO PER LA CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO ... 27

ELENCO DELLE TAVOLE

TAVOLA 1 Ubicazione Saggi di Scavo e Aree Scavo per Caratterizzazione Ambientale per Terre e Rocce da Scavo

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ACRONIMI

Acronimo Definizione

BT / MT Bassa Tensione / Media Tensione BTEX Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xilene

CSC Concentrazione Soglia di Contaminazione D.Lgs. Decreto Legislativo

D.P.R. Decreto del Presidente della Repubblica DC/AC Corrente Diretta/Corrente Alternata

ha Ettaro

MATTM Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

MTR Main Technical Room

p.c. piano campagna

PAI Piano Stralcio di Assetto del Territorio

PS Power Station

S.p.A. Società per Azioni S.S. Strada Statale

SIA Studio di Impatto Ambientale SIN Sito di Interesse Nazionale TPH Total Petroleum Hydrocarbons TRS Terre e Rocce da Scavo

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1 INTRODUZIONE

Nel Novembre 2017 è stato presentato dalla ditta Eni New Energy lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) ai sensi D.lgs. 152/2006 ss.mm.ii. per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in una porzione dell’Area D3 (ad oggi di proprietà Versalis, che sarà ceduta con Diritto di Superficie ad Eni New Energy a seguito dell’ottenimento delle autorizzazioni) dello Stabilimento Multisocietario di Priolo Gargallo. Contestualmente, il progetto è stato sottoposto alla procedura di rilascio dell’Autorizzazione Unica ai sensi dell’art. 12, comma 3, del D. Lgs.

n. 387 del 29 dicembre 2003.

Nell’ambito del suddetto progetto sono previsti movimenti di terre e rocce al fine di realizzare le fondazioni delle cabine elettriche, l’interramento dei cavi BT e MT dell’impianto fotovoltaico, l’esecuzione dei pali trivellati di sostegno dei pannelli fotovoltaici e la regolarizzazione dell’area per l’installazione dei moduli fotovoltaici: nello specifico, si prevede il riutilizzo di tutte le terre e rocce movimentate all’interno del sito.

Dal momento che l’impianto fotovoltaico in progetto insisterà su un’area ricompresa nel Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Priolo Gargallo classificata “conforme” (si rimanda, per dettagli, al §3.4 del presente documento), si ritiene applicabile il DPR n. 120 del 13 giugno 2017 (in particolare gli Artt. 24, 25, 26), Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell’articolo 8 del Decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164. In particolare, si ritengono applicabili l’articolo 24, comma 3, al Titolo IV del DPR sopra menzionato e quindi che si configuri l’utilizzo nel sito stesso di produzione delle terre e rocce escluse dalla disciplina rifiuti.

A tale scopo la valutazione della conformità delle terre e rocce da scavo da movimentare ai requisiti dell’Art. 185, comma 1, del D. Lgs. 156/2006, deve essere eseguita in via preliminare, in quanto l’opera è sottoposta a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, attraverso la presentazione agli Enti competenti del presente documento che rappresenta il

“Piano preliminare di utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti”.

Come richiesto dal DPR 120/2017 all’Art. 24, comma 3, il presente Piano, sarà strutturato come segue:

 Capitolo 2: Descrizione delle opere da realizzare, in particolare le modalità di scavo e le volumetrie previste di terre e rocce escavate e loro modalità di riutilizzo in sito;

 Capitolo 3: Inquadramento ambientale del sito dal punto di vista geografico, geologico, idrogeologico, geomorfologico e di destinazione d’uso del sito;

 Capitolo 4: Piano di caratterizzazione ambientale con la descrizione delle attività di caratterizzazione da eseguire;

 Capitolo 5: Gestione delle terre e rocce da scavo all’interno dell’Area Esterna D3.

I riferimenti bibliografici sono riportati nella sezone 6.

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2 DESCRIZIONE SINTETICA DELLE ATTIVITÀ DI SCAVO PREVISTE DAL PROGETTO

Nel novembre 2017 è stato presentato lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo al progetto di impianto fotovoltaico sull’Area Esterna D3 dello Stabilimento Multisocietario di Priolo Gargallo.

Il sito, che ha un’area di circa 20 ha, ricade nel territorio comunale di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, Sicilia. Come sopra detto, l’intera area è ad oggi di proprietà di Versalis ed è inclusa nel SIN di Priolo. La disponibilità dell’area in questione per la realizzazione del progetto PV di Eni New Energy S.p.A. è stata sancita da un “Contratto preliminare di costituzione di diritto di superficie e di servitù per la realizzazione di impianto fotovoltaico e opere accessorie” stipulato tra Versalis S.p.A. ed Eni New Energy S.p.A..

L’area è a destinazione industriale e l’area destinata all’impianto fotovoltaico è stata definita sulla base dell’analisi dei vincoli insistenti sul territorio.

Figura 2.1 Inquadramento del sito su foto aerea

Fonte: Progetto Definitivo (2017)

Come descritto nel Progetto Definitivo (Eni, Novembre 2017), la realizzazione del progetto di impianto fotovoltaico prevede lo scavo di terre e rocce nell’area di cantiere al fine di realizzare le fondazioni per alcune strutture previste (cabine elettriche e palo di sostegno della linea aerea), di scavare le trincee necessarie per l’interramento di alcuni cavi MT e BT e per l’esecuzione di pali trivellati a sostegno dei moduli fotovoltaici all’interno dell’impianto. Tali terre e rocce saranno riutilizzate all’interno delle aree di cantiere per la regolarizzazione del

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terreno interessato alle opere di progetto. Le terre e rocce saranno trasportate all’interno del sito nelle aree evidenziate (gialle e azzurre) in Tavola 1 fuori testo allegata. Anche per l’esecuzione delle opere di mitigazione (piantumazione di essenze autoctone) è prevista la movimentazione di terreno che successivamente sarà riutilizzato all’interno del cantiere.

Il Progetto prevede l’installazione nell’area descritta di:

 pannelli fotovoltaici connessi in serie per formare le stringhe poi connesse in parallelo;

 inverter (gruppi di conversione) aventi la funzione di trasformare l’energia elettrica da forma continua - prodotta dai moduli fotovoltaici - in forma alternata (caratteristica che la rende compatibile con la rete elettrica nella quale verrà inserita);

 trasformatori elevatori, aventi la funzione di innalzare la bassa tensione alternata proveniente dagli inverter alla media tensione alternata tipica della rete interna di distribuzione;

 quadri elettrici;

 unità di misurazione elettrica, deputate al computo dell’energia prodotta e conferita alla rete;

 cablaggi e dagli altri componenti minori.

L’impianto sarà costituito da un generatore fotovoltaico e da 19.140 moduli in Silicio Policristallino da 340 Wp per un totale di 6,5 MWp.

I pannelli saranno installati al suolo attraverso l’impiego di strutture fissate al terreno, con una distanza interasse pari a 8,5 m. Le strutture saranno ad inseguimento monoassiale con asse di rotazione orientato lungo la direttrice nord-sud e, conseguentemente, movimento in direzione est-ovest.

L’impianto fotovoltaico sarà costituito da un’unica sezione da 6,5 MWp. L’impianto è costituito dalle seguenti componenti:

 n. 1 cabina principale di distribuzione (MTR) nella quale convogliano le tre linee indipendenti MT provenienti dai tre distinti sottocampi equipaggiata con adeguati quadri e protezioni.

 n. 3 Power Station (PS). Le Power Station o cabine di campo avranno la duplice funzione di convertire l’energia elettrica da corrente continua a corrente alternata ed elevare la tensione da bassa a media tensione.

 i moduli fotovoltaici, che saranno installati su montanti in acciaio infissi nel terreno.

L’impianto è completato da:

 tutte le infrastrutture tecniche necessarie alla conversione DC/AC della potenza generata dall’impianto e dalla sua consegna al sistema di rete nazionale;

 opere accessorie, quali impianti di illuminazione, videosorveglianza, monitoraggio, cancelli, recinzioni e opere di mitigazione.

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Le opere di mitigazione saranno costituite dall’impianto, lungo tutta la recinzione del perimetro dell’impianto fotovoltaico, di specie arbustive locali quali Lentisco, Terebinto, Giuggiolo, Alaterno e Ginestrella.

La seguente Figura mostra uno stralcio del Layout dell’impianto fotovoltaico in progetto.

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Figura 2.2 Layout di Impianto

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

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Nel dettaglio, le attività che richiedono la movimentazione di terreno sono:

 Realizzazione delle fondazioni delle cabine e del palo iniziale del cavidotto aereo MT;

 Trivellazione dei pali di sostegno dei moduli fotovoltaici;

 Realizzazione delle linee BT e MT in cavidotto interrato;

 Realizzazione delle opere di mitigazione mediante impianto di specie arbustive.

Non sono previste opere per la realizzazione di un sistema di drenaggio e allontamento delle acque meteoriche in quanto l’installazione dei moduli fotovoltaici non modificherà il regime idraulico e idrogeologico della zona di intervento.

Per maggiori dettagli riguardanti le quantità di terre e rocce movimentate e riutilizzate in sito, si rimanda ai seguenti paragrafi che descrivono in dettaglio le attività in progetto che implicano scavo.

2.1 SCAVI RELATIVI ALLE FONDAZIONI DI CABINE E PALO PER LINEA AEREA

Per la preparazione del piano di posa delle cabine (MTR e PS), si prevede la rimozione del terreno vegetale costituente il primo strato di terreno, lo scavo di circa 1 m da p.c. per le fondazioni, il livellamento e la regolarizzazione della superficie interessata utilizzando le terre e rocce scavate in sito. In base alla situazione geotecnica di dettaglio, nell’area individuata per l’installazione del manufatto, si procederà ad una compattazione del terreno in sito o alla posa e compattazione di idoneo materiale.

Le seguenti Figure mostrano il particolare delle fondazioni delle tre Power Station e della cabina MTR.

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Figura 2.3 Sezione delle fondazioni delle Power Station

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

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Figura 2.4 Sezione delle fondazioni della cabina di distribuzione MTR

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

Si prevede la movimentazione di circa 120 m3 di terreno per ciascuna Power Station (3PS) e di 250 m3 di terreno per la Main Technical Room. L’area occupata dallo scavo della MTR è stimata in circa 235 m2, mentre le PS hanno un’area stimata di 150 m2 ciascuna. Il volume totale di terre e rocce in surplus che saranno riutilizzate in sito per livellamenti nell’area nord ovest compresa tra le due strade di viabilità interna, al fine di innalzare il livello del piano campagna e parificarlo a quello delle due strade citate, è pari a circa 610 m3.

Per quanto riguarda la connessione aerea in MT con lo Stabilimento Multisocietario ubicato a est dell’area di progetto, è da notare che solo per il primo sostegno sarà eseguito uno scavo per la posa delle fondazioni, i rimanenti pali di sostegno saranno appoggiati direttamente sul terreno tramite zavorre senza necessità di movimentare terreno. Per il primo palo sopradescritto sarà effettuato uno scavo di circa 1,8-2,0 m di profondità.

La Figura seguente mostra una sezione della fondazione del primo sostegno della linea di trasmissione aerea.

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Figura 2.5 Sezione della fondazione del sostegno della linea di trasmissione aerea

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

L’area scavata è stimata in circa 12 m2 e il volume è pari a circa 25 m3. Il terreno scavato sarà riutilizzato in sito per i necessari livellamenti, nell’area nord ovest del sito compresa tra due strade di viabilità interna.

L’area è contigua a quella della MTR, quindi il sondaggio previsto per la caratterizzazione della MTR sarà ritenuto rappresentativo delle condizioni delle terre e rocce scavate per il palo di sostegno sopracitato.

2.2 PALI TRIVELLATI

Le opere di fondazione dei pannelli fotovoltaici saranno costituiti da pali trivellati.

L’interasse tra i pali sarà di 8,5 m, mentre la profondità massima di infissione di progetto è pari a 4,5 m, come indicato nella seguente Figura. Si precisa che la profondità indicata è molto cautelativa ed è molto probabile che, in sede di progetto esecutivo, sia ridotta notevolmente.

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Figura 2.6 Pali infissi mediante trivellazione per sostegno dei moduli fotovoltaici

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

Nel caso peggiore sopra descritto, si stima che la trivellazione di tutti i pali di sostegno previsti porterà ad un surplus di terre e rocce da scavo stimato di circa 600 m3. Sulla base della metodologia di messa in opera dei pali trivellati e della loro profondità reale, che saranno definite in sede di progetto esecutivo, tale quantità di terreni movimentati potrà ridursi fino ad azzerarsi. Il terreno scavato, ove presente, sarà riutilizzato, come descritto in precedenza, per livellare il terreno tra le due strade di viabilità interna ubicate nell’area nord ovest dell’area di Progetto.

2.3 CAVIDOTTI INTERRATI

Il trasporto di energia avverrà principalmente mediante cavo interrato protetto da tubazione corrugata o con cavi idonei per interramento diretto.

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È prevista la posa di tali cavi all’interno di uno scavo a sezione ristretta avente una profondità di scavo pari a circa:

 1,3 m da p.c. per i cavi MT;

 1,0 m da p.c. per i cavi BT.

La seguente Figura mostra la sezione dei cavidotti interrati MT e BT.

Figura 2.7 Sezioni dei cavidotti interrati

Fonte: Progetto Definitivo, 2017

La lunghezza totale degli scavi previsti per la posa dei cavidotti interrati è di circa 1517 m, considerando una profondità di scavo variabile tra 1 e 1,3 m e una larghezza di 0,8 m, si stima che il volume di terre e rocce da scavo movimentate sia pari a circa 2000 m3, di cui una parte sarà riutilizzata per il ricoprimento delle trincee stesse e i rimanenti 800 m3 saranno riutilizzati in sito per i livellamenti previsti nell’area nord ovest del sito.

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2.4 OPERE DI MITIGAZIONE

L’impianto di essenze arbustive sarà effettuato lungo tutto il perimetro dell’impianto fotovoltaico in progetto. Dapprima saranno eseguite attività di preparazione del terreno (pulitura ed eliminazione dello scheletro in eccesso, ripuntatura o estirpatura e seguente fresatura o erpicatura). Successivamente per la messa a dimora saranno eseguite buche di dimensioni adeguate al pane di terra da trasferire. La profondità di scavo della buca sarà di circa 1 m.

Il perimetro dell’impianto ha una lunghezza complessiva di circa 2000 m, mentre, dato che le essenze saranno ad impianto doppio sesto 7x3 m, i volumi scavati sono stimati cautelativamente in circa 860 m3 e saranno riutilizzati nella stessa area per la messa a dimora e il rincalzo delle essenze.

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3 INQUADRAMENTO AMBIENTALE DEL SITO

3.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E GEOMORFOLOGICO

L’Area Esterna D3 dello Stabilimento di Priolo è ubicata nei presso del mare sul Golfo di Augusta. Il sito industriale si affaccia direttamente sul mare con un’estensione lungo la costa di oltre dieci chilometri e una distanza massima dalla costa di oltre tre chilometri.

Il polo industriale è attraversato dalla Strada Provinciale ex S.S. 114 che lo collega con Siracusa a sud e Catania a nord.

L’Area Esterna D3 è ubicata nella zona occidentale del Polo Industriale di Priolo Gargallo, all’esterno dello stabilimento, a sud del cosiddetto Vallone della Neve. L’area non è mai stata interessata da attività industriali.

L’Area Esterna D3 è caratterizzato da una orografia pressochè pianeggiante (come evidenziato dalla Figura seguente).

Figura 3.1 Veduta dell’area di Progetto da sud-ovest

Fonte: Sopralluogo ERM, 2017

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L’area circostante il sito è innervata da una fitta rete idrografica che si genera dai monti Climiti, costituita da brevi corsi d’acqua a carattere torrentizio, scarsamente gerarchizzati e imbrigliati in canaloni di cemento. Procedendo da Nord verso Sud i principali corsi d’acqua sono:

 Il torrente Canniolo, ubicati nelle vicinanze dell’Area D3;

 Il torrente Mostringiano;

 Il torrente Castellaccio.

3.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E IDROGEOLOGICO

Sulla base dei risultati ottenuti durante le campagne di indagine ambientale eseguite al fine di caratterizzare il sito, è stato possibile ricostruire la situazione geologica e idrogeologica di dettaglio dell’Area Esterna D3. La situazione, dal punto di vista geologico e idrogeologico, risulta piuttosto complessa come descritto in seguito:

 Zona Nord Est dell’Area D3: le stratigrafie dei sondaggi mostrano la presenza di una lente di argille gialle, a profondità variabili tra 1,2 e 2 metri da p.c., con spessore variabile tra 2 e 4 m; al di sopra di tale lente si individuano calcareniti seguite da uno strato di spessore variabile di terreno di riporto e vegetale. A circa 9-13 m da p.c. si incontra uno strato uniforme di argille grigio-azzurre, mentre tra i due strati argillosi è presente uno strato acquifero impostato in sabbie limose; i rilievi freatimetrici rilevano la presenza della falda ad una profondità compresa tra 6,5 e 8,5 m da p.c..

 Zona Nord Ovest dell’Area D3: le stratigrafie mostrano la presenza di uno strato continuo e uniforme di argille grigio-azzurre ad una profondità variabile tra 9 e 11 metri da p.c.; al di sopra vi sono alternanze di ghiaie, sabbie e calcareniti. La falda si trova ad una profondità compresa tra circa 6 e 8 metri da p.c..

 Zona centrale dell’Area D3: si rileva la presenza dello strato uniforme di argille grigioazzurre a maggiori, comprese tra 11 e 15 m da p.c.; al di sopra di tale strato si rileva un’alternanza di sabbie limose, limi e calcareniti intervallati da sporadiche lenti di argille giallastre con uno spessore massimo di 2 metri. In tale zona la falda si attesta a profondità comprese tra 7 e 13 m da p.c..

 Zona occidentale dell’Area D3: le stratigrafie mostrano la presenza della lente di argille gialle tra 5,5 e 13 m da p.c., con spessori compresi tra 1 e 5,5 m; in tale zona nei piezometri eseguiti si è quasi sempre riscontrata l’assenza della falda.

 Zona Sud Est dell’Area D3: le stratigrafie mostrano la presenza della lente di argille gialle, con profondità variabile dai 2 ai 10 m da p.c., e spessore in alcuni sondaggi anche oltre i 10 m; il tetto di argille azzurre si incontra a circa 20 m da p.c.. In tale zona non è stata quasi mai rilevata la presenza di una falda.

Dal punto di vista idrogeologico, all’interno dell’Area D3, si possono distinguere due corpi idrici principali:

 Il corpo idrico “intermedio”, impostato su terreni prevalentemente di natura limoso- sabbiosa, con falda che si presenta generalmente in condizioni freatiche, o localmente parzialmente confinata dove sono presenti le lenti di argilla gialla.

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 Il corpo idrico profondo, presente al di sotto del livello di argille grigio-azzurre, che contiene una falda di produttività relativamente più elevata di quella superiore.

Oltre ai due acquiferi principali sopra descritti, al di sopra dello strato più superficiale di argille gialle impermeabili è possibile rinvenire localmente del suolo saturo, superficiale con impregnazione di tipo temporaneo a carattere stagionale, dovuto essenzialmente all’infiltrazione delle acque meteoriche. Tale suolo saturo risulta isolato dalla falda intermedia sottostante lo strato di argille gialle.

3.3 USO DEL SUOLO

L’analisi dell’uso del suolo è basata sull’interpretazione della cartografia settoriale disponibile (Carta dell’Uso del Suolo della Regione Sicilia inclusa nel P.A.I. e Corine Land Cover del 2006) e su informazioni ottenute nel corso di sopralluoghi effettuati durante la preparazione dello Studio di Impatto Ambientale (SIA).

Sebbene l’area di progetto risulti - come evidenziato dalla Figura seguente, estratta dalla cartografia Corine Land Cover 2006 - destinata a colture temporanee associate a colture permanenti, si evidenzia che sull’Area Priolo D3 in questione non è presente alcun tipo di coltivazione: l’area risulta incolta.

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Figura 3.2 Uso del Suolo

Fonte: Corine Land Cover

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3.4 ATTIVITÀ DI BONIFICA

L’Area Esterna D3, pur non essendo mai stata soggetta ad attività industriali, ha presentato superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) nella porzione satura del terreno nel corso delle caratterizzazioni ambientali eseguite tra il 2001 e il 2005.

A seguito delle attività di caratterizzazione svolte, è stata riscontrata la presenza, nell’Area D3, di una porzione conforme alle CSC per i terreni, di estensione pari a circa 20 ha (riportata nella successiva Figura ed indicata come “Area utilizzabile 20 ha”).

Figura 3.3 Porzione dell’Area D3 conforme alle CSC

Fonte: Versalis, 2017

Inoltre nel 2011, durante la costruzione degli impianti di MPE (Multy Phase Extraction) per il trattamento delle acque sotterranee di proprietà di Eni R&M, sono stati rinvenuti dei rifiuti interrati contenenti amianto. Successivamente, Polimeri Europa S.p.A. (oggi Versalis S.p.A.) ha informato le Autorità competenti del ritrovamento dei suddetti rifiuti e ne ha avviato la rimozione. La CdS Decisoria del 25/10/2011 ha chiesto a Versalis di proseguire sino a

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completamento della rimozione e procedere, al termine delle operazioni, al collaudo del fondo e delle pareti dello scavo.

Le attività di rimozione dei rifiuti contenenti amianto sono ad oggi in corso e l’area escavata al 31 maggio 2018 aveva un’estensione pari al 69% della superficie totale inizialmente prevista. Ad oggi sono in corso ulteriori attività di indagine ambientale in contraddittorio con gli Enti in aree prossime alle aree interessate dal progetto.

(23)

4 PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO

4.1 UBICAZIONE DELLE AREE DI SCAVO

Nel precedente Capitolo 2 sono brevemente descritte le attività di progetto che implicano la movimentazione di terre e rocce da scavo. La Tavola 1 (fuori testo) riassume le aree di scavo, come richiesto dall’Allegato 2 del DPR 120/2017 e che includono:

 Fondazioni cabine e palo iniziale del cavo aereo;

 Pali trivellati di sostegno dei moduli fotovoltaici;

 Cavidotti interrati;

 Opere di mitigazione.

4.2 NUMERO E UBICAZIONE DEI PUNTI DI INDAGINE

L’area dell’impianto fotovoltaico ha una superficie di circa 20 ha (200.000 m2), tuttavia le aree realmente interessate dalle attività di movimentazione delle terre e rocce sono limitate e possono quindi essere riassunte come indicato nella Tabella seguente.

Si precisa che per l’Area Esterna D3 sono disponibili dati riguardanti le campagne di indagine svolte tra il 2001 e il 2005. Tuttavia date le diverse finalità della caratterizzazione pregressa e le diverse modalità di campionamento e analisi, nonché il fatto che la caratterizzazione è stata eseguita più di 10 anni fa, si procederà ad una nuova caratterizzazione ambientale in linea con quanto richiesto dal DPR 120/2017.

L’Allegato 2 del DPR 120/2017 nella tabella 2.1 definisce il numero minimo di punti di indagine:

 Per aree inferiori a 2.500 m2: almeno 3 punti;

 Per aree comprese tra 2.500 e 10.000 m2: 3 punti + 1 punto aggiuntivo ogni 2.500 m2;

 Per aree oltre i 10.000 m2: 7 punti + 1 punto ogni 5.000 m2;

 Per opere infrastrutturali lineari, il campionamento è effettuato almeno ogni 500 metri lineari.

Tabella 4.1 Descrizione delle aree di scavo e dei campioni da prelevare

Area di Scavo

Dimensioni:

Area (m2)/

Lunghezza (m)

Profondità (m da

p.c.)

N.

saggi di scavo

Criterio applicato Cabina MTR e

palo della linea di trasmissione aerea

250 m2 1,0 1

Le aree delle cabine elettriche hanno una superfice modesta, e considerando che il criterio fornito dall’Allegato 2 del DPR 120/2017 prevede, per aree inferiori a 2.500 m2, l’esecuzione di 3 punti di prelievo (cioè uno ogni 800 m2), si propone di Cabine PS

(per ogni

cabina) 150 m2 1,0 1x3

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Area di Scavo

Dimensioni:

Area (m2)/

Lunghezza (m)

Profondità (m da

p.c.)

N.

saggi di scavo

Criterio applicato

realizzare un solo saggio di scavo per ognuna delle 4 cabine elettriche previste.

Cavidotti

interrati circa 1520 m 1,0-1,3 7 I cavidotti interrati e le opere di mitigazione sono stati ritenuti opere lineari e quindi è stato applicato il criterio di un punto di prelivo ogni 500 m. Tuttavia dal momento che alcuni tratti di cavidotto hanno lunghezza inferiore a 500 m, si è anche utilizzato il criterio di posizionare almeno un sondaggio su ogni tratto di cavidotto individuato.

Opere di

mitigazione 2000 m 1,0 5

Pali trivellati

Trivellazioni puntuali su tutta l’area

di installazione

dei moduli fotovoltaici 96500 m2

4,5 (valore massimo

molto cautelativo)

0

Dal momento che le modalità e la profondità di trivellazione dei pali potrebbero variare notevolmente nelle successive fasi di progetto, portando ad una diminuzione notevole (fino all’annullamento) del terreno movimentato, in questo Piano Preliminare non sono state previste indagini di caratterizzazione per i terreni eventualmente movimentati durante queste attività. Nel caso in cui durante la fase di progettazione esecutiva si evidenziasse la produzione di terre e rocce da scavo, si

procederà alla loro

caratterizzazione e gestione secondo quanto previsto dal DPR 120/2017.

La Tavola 1 mostra l’ubicazione proposta per i punti di indagine sopra descritti.

4.3 TIPOLOGIA E PROFONDITÀ DEGLI SCAVI ESPLORATIVI

In accordo all’Allegato 2 del DPR 120/2017, sarà preferita l’esecuzione di scavi esplorativi mediante mezzo meccanico rispetto ai sondaggi a carotaggio.

La profondità d’indagine è definita in base alle profondità previste dagli scavi, come definito nell’Allegato 2 al DPR 120/2017. In particolare, per scavi superficiali, con profondità inferiore a 2 metri, i campioni richiesti sono almeno 2: uno per ciascun metro di profondità.

(25)

Al fine di rispettare tale criterio, per ogni punto di campionamento saranno prelevati 2 campioni, uno nel primo metro di terreno e uno a fondo scavo.

I campioni saranno prelevati mediante scavo esplorativo e saranno di tipo composito proprio per permettere una miglior definizione della qualità ambientale delle terre e rocce da scavo che si andranno a movimentare. I campioni saranno prelevati con l’ausilio di un mezzo meccanico dotato di benna.

Qualora durante la caratterizzazione si individui la presenza di materiale di riporto, del quale è ignota la provenienza dei materiali inerti, sarà necessario procedere a:

 Ubicare campionamenti addizionali che permettano di caratterizzare orizzontalmente e verticalmente l’eventuale eterogeneità;

 Valutare la percentuale in peso degli elementi di origine antropica.

Dal momento che nell’Area Esterna D3, le attività di scavo sono notevolmente meno profonde del livello di falda identificato durante le campagne di caratterizzazione pregresse e quindi non è prevista alcuna interferenza tra scavi e acque sotterranee, non è previsto il prelievo di alcun campione di acque sotterranee.

4.4 PROFONDITÀ DEI CAMPIONI

I campioni per la caratterizzazione, per scavi di profondità inferiore a 2 m, sono almeno due, uno per ciascun metro di profondità, e devono essere prelevati come campioni compositi, come definito dall’Allegato 2 del DPR 120/2017.

Poiché gli scavi previsti sono superficiali, si propone, per ciascun punto di indagine di prelevare:

 Un campione composito rappresentativo delle pareti dello scavo (prelevando quattro aliquote, una da ogni parete, miscelandole e formando, mediante quartatura, un unico campione);

 Un campione composito rappresentativo del fondo dello scavo (prelevando quattro aliquote, da punti diversi del fondo scavo, miscelandole e formando, mediante quartatura, un unico campione).

Nel caso in cui lo scavo esplorativo mettesse in evidenza l’esistenza di livelli disomogenei nei punti di indagine, sarà prelevato un ulteriore campione caratteristico di tale livello, annotandone la profondità.

4.5 SINTESI DEI CAMPIONI PREVISTI

In totale, per la caratterizzazione ambientale per le terre e rocce da scavo del sito Area Esterna D3 di Priolo Gargallo, saranno pertanto prelevati 32 campioni come riassunto nella seguente Tabella:

(26)

Tabella 4.2 Sintesi dei campioni da prelevare Nome

saggio di scavo

Area di prelievo

Numero e tipologia di

campioni previsti

Profondità di prelievo

S01

Cabina MTR e palo della linea di trasmissione aerea

2 campioni compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo)

S02 Cabina PS1 2 campioni

compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo)

S03 Cabina PS2 2 campioni

compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo)

S04 Cabina PS3 2 campioni

compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo) S05-

S11 Cavidotti interrati 14 campioni compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo) S12-

S16 Opere di mitigazione 10 campioni compositi

- 0-1 m da p.c. (pareti) - 1,0 m da p.c. (fondo scavo) Per quanto riguarda i pali di sostegno dei moduli fotovoltaici infissi mediante trivellazione, si propone di non eseguire alcun saggio di scavo addizionale, considerando le incertezze ancora presenti riguardanti le metodologie di infissione, la profondità raggiunta dai pali e, di conseguenza, le quantità di terre e rocce movimentate per tali attività.La stima nel caso peggiore è di circa 600 m3, che tuttavia potrebbe ridursi fino ad azzerarsi. Nel caso in cui durante la fase di progettazione esecutiva si evidenziasse la produzione di terre e rocce da scavo, si procederà alla loro caratterizzazione e gestione secondo quanto previsto dal DPR 120/2017

4.6 METODOLOGIA DI CAMPIONAMENTO

Secondo quanto indicato dall’Allegato 4 al DPR 120/2017, i campioni da portare al laboratorio dovranno essere privati in campo della frazione maggiore di 2 cm.

Le determinazioni analitiche in laboratorio saranno condotte sulla frazione granulometrica inferiore a 2 mm, riportando poi la concentrazione alla totalità dei materiali secchi, comprensiva dunque anche dello scheletro campionato (cioè della frazione compresa tra 2 mm e 2 cm).

4.7 SET ANALITICO E METODICHE DI ANALISI

Come indicato nell’Allegato 4 al DPR 120/2017, il set di parametri analitici da ricercare è definito in base alle possibili sostanze ricollegabili alle attività antropiche svolte sul sito o nelle sue vicinanze, ai parametri caratteristici di eventuale pregresse contaminazioni, di potenziali anomalie di fondo naturale, di inquinamento diffuso, nonché di possibili apporti antropici legati all’esecuzione dell’opera.

Viene inoltre precisato che il set analitico minimale è indicato nella Tabella 4.1 dell’Allegato 4 DPR 120/2017 e che la lista delle sostanze “deve essere modificata ed estesa in considerazione delle attività antropiche pregresse”.

(27)

Sulla base dei risultati ottenuti durante le precedenti caratterizzazioni ambientali dei terreni insaturi nell’Area Esterna D3, non si evidenzia la presenza di contaminanti eccedenti la soglia delle CSC per aree ad uso commerciale o industriale definito dalla Colonna B della Tabella 1, Allegato 5 alla Parte Quarta del D. Lgs. 152/2006.

Per tutti i campioni che saranno prelevati nell’ambito del presente Piano di caratterizzazione ambientale, si prevede l’esecuzione di analisi chimico fisiche. Il set analitico è quello riportato nella seguente Tabella.

Tabella 4.3 Set analitico per la caratterizzazione ambientale di terre e rocce da scavo

Parametro proposto nel set analitico per la caratterizzazione

ambientale di terre e rocce da scavo Note/osservazioni Metalli

Arsenico, Cadmio, Cobalto, Cromo totale e Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, Rame, Zinco

Idrocarburi C≤12 e idrocarburi C>12

Gli idrocarburi C≤12 non sono espressamente indicati dalla tabella 4.1 del D.P.R. 120/17 ma sono ritenuti rappresentativi delle attività svolte in vicinanza del sito BTEX

Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, Xileni, sommatoria degli aromatici

Questi parametri sono ritenuti rappresentativi delle attività svolte in vicinanza del sito

IPA

Benzo(a)antracene; Benzo(a)pirene; Benzo(b)fluorantene;

Benzo(k)fluorantene; Benzo(g, h, i)perilene; Crisene;

Dibenzo(a,e)pirene; Dibenzo(a,l)pirene; Dibenzo(a,i)pirene;

Dibenzo(a,h)pirene; Dibenzo(a,h)antracene; Indenopirene; Pirene;

sommatoria policiclici aromatici (come da Tabella 1, Allegato 5 alla Parte 4, Titolo V del D.Lgs. 152/06)

Questi parametri sono ritenuti rappresentativi delle attività svolte in vicinanza del sito

Amianto

Le analisi dovranno essere condotte adottando metodologie riconosciute per tutto il territorio nazionale, tali da garantire l’ottenimento di valori 10 volte inferiori rispetto ai valori di concentrazione limite.

(28)

5 GESTIONE DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO ALL’INTERNO DELL’AREA ESTERNA D3

I risultati dei campioni sottoposti ad analisi saranno confrontati con le Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) di cui alla colonna B della Tabella 1, Allegato 5 alla Parte 4, Titolo V del D.Lgs. 152/06, in quanto l’area è a destinazione d’uso industriale.

Le terre e rocce da scavo che risulteranno conformi ai limiti legislativi sopra menzionati, sono

“utilizzabili per reinterri, riempimenti, rimodellazioni, miglioramenti fondiari o viari oppure per altre forme di ripristini e miglioramenti ambientali, per rilevati, per sottofondi”, come indicato nell’Allegato 4 del DPR 120/2017.

In conclusione, le terre e rocce da scavo conformi ai requisiti di cui all’articolo 185, comma 1 lettera c) del D. Lgs. 152/2006, (che cioè siano “suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di attività di costruzione, ove sia certo che esso verrà riutilizzato a fini di costruzione allo stato naturale e nello stesso sito in cui è stato escavato”), possono essere escluse dalla normativa sui rifiuti come indicato dall’articolo 24 del DPR 120/2017.

Le terre e rocce movimentate durante le attività di scavo relative all’installazione dell’impianto fotovoltaico dell’Area Esterna D3 di Priolo, se conforme alle CSC, saranno riutilizzate per eseguire attività di livellamento e riempimento nel sito stesso. In particolare le terre e rocce movimentate saranno riutilizzate per le seguenti opere:

 Ritombamento parziale degli scavi per il posizionamento dei cavidotti interrati;

 Messa a dimora e rincalzo delle essenze per le opere di mitigazione;

 Livellamento nelle aree nord ovest del sito comprese tra due strade di viabilità interna per parificarle alla quota raggiunta dalle strade, costruite in rilevato.

In particolare, la Tavola 1 (fuori testo) indica l’ubicazione delle aree, interne al cantiere, dove le terre e rocce movimentate saranno riutilizzate: le terre e rocce saranno usate per il riempimento finale delle trincee dei cavidotti (aree evidenziate in azzurro in Tavola 1) e per riempimento e successivo livellamento delle aree evidenziate in giallo in Tavola 1, ubicate tra le due strade in rilevato.

In caso si evidenzino superamenti delle CSC in alcuni campioni di terre e rocce da scavo, il terreno risultante dovrà essere gestito come rifiuto, in quanto non sarà applicabile l’esclusione dalla disciplina dei rifiuti. Il terreno risultato contaminato sarà gestito ai sensi della Parte IV del D. Lgs. 152/2006: il materiale sarà caratterizzato come rifiuto e gli sarà assegnato il codice CER (CER 17.05.03* e/o CER 17.05.04).

(29)

6 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

 Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” - G.U. n. 88 del 14 aprile 2006, suppl. ord. n. 96.

 Decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2017, n. 120 “Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell’articolo 8 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164.” –G.U. n. 183 del 7 agosto 2017.

 Versalis S.p.A., Analisi di rischio per l’acquifero intermedio in corrispondenza dell’Area D3 destinata alla realizzazione di nuovi impianti – Stabilimento di Priolo Gargallo (SR), B3 – 006270/17.00, luglio 2017.

 Eni New Energy S.p.A., Progetto Definitivo per Autorizzazione Unica – Fotovoltaico – Impianto Priolo D3 – Priolo Gargallo, novembre 2017.

 Polimeri Europa S.p.A., Progetto di bonifica dei suoli aree a Sud del Vallone della Neve, Stabilimento di Priolo (SR), 1-BH-0249A, ottobre 2007.

 Versalis S.p.A., Messa in sicurezza “hot spot” area D3, relazione tecnica, Stabilimento di Priolo, aggiornamento al 28 febbraio 2017.

 Decreto MATTM del 5 novembre 2007, Prot. N. 28728/OdV/DI/IX.

 Polimeri Europa S.p.A., Progetto Definitivo di bonifica dei terreni saturi delle aree D2 e D3 interna di proprietà Polimeri Europa S.p.A., luglio 2010.

 Versalis S.p.A. e Eni New Energy S.p.A., Contratto preliminare di costituzione di diritto di superficie e di servitù per la realizzazione di impianto fotovoltaico e opere accessorie.

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1

00

1 SIP SIP

0353742

File:

1:25.000

priolo_trs.dwg A3

Tavola:

Progetto:

Data:

Revisione:

Formato: Layout: Disegnato da: PjM:

Codice progetto:

Scala:

Ubicazione Saggi di Scavo e Aree Scavo per Caratterizzazione TRS

N

0 0,5 1 km

Preparato da:

PROIEZIONE: WGS 1984 UTM Zone 32N

ERM

Studio di Impatto Ambientale

Progetto Italia - Area Esterna D3 - Sito di Priolo (SR)

Nome File:z:\0350000_0359999\0353742_eni_pv_plants_permitting_sip\projects\12_priolo_2\terrerocce_progetto\priolo_trs.dwg

marzo 2018 SAGGIO DI SCAVO AREA DI SCAVO

AREA DI RIUTILIZZO DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO AREA DI SCAVO E

AREA RIUTILIZZO DELLE TERRE E ROCCE DA SCAVO

CAVI DI POTENZA MT CAVI DI POTENZA BT

MTR

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S06 S01

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