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Relazione Paesaggistica AI SENSI DEL D.P.C.M 12/12/2005

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

COMUNE DI CAGLIARI

PROGETTO DEFINITIVO DEI LAVORI DI

“RIQUALIFICAZIONE URBANA LUNGOMARE POETTO”

Relazione Paesaggistica

AI SENSI DEL D.P.C.M 12/12/2005

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INDICE

COMUNE DI CAGLIARI...1

1. Obiettivi del progetto ...4

1.1 ILPROGETTODIRIQUALIFICAZIONEDELLUNGOMAREPOETTO ... 5

1.2 ORGANIZZAZIONE DELLINTERVENTO... 6

2. Lo stato attuale: caratteri paesaggistici, valori e criticita’ ...7

2.1. CONFIGURAZIONI E CARATTERI GEOMORFOLOGICI: AMBITO DI RELAZIONE DEL PROGETTO E ANALISI DELLO STATO ATTUALE DELLAMBIENTE... 7

2.2. APPARTENENZA A SISTEMI NATURALISTICI... 9

Caratterizzazione dell’assetto floristico-vegetazionale ... 9

Distribuzione della vegetazione ... 9

2.3. SISTEMI INSEDIATIVI STORICI (CENTRI STORICI, EDIFICI STORICI DIFFUSI, TESSITURE TERRITORIALI STORICHE, APPARTENENZA A SISTEMI TIPOLOGICI DI FORTE CARATTERIZZAZIONE LOCALE E SOVRALOCALE,... 13

2.4. RIFERIMENTI AI PAESAGGI STORICI DELLA PRODUTTIVITÀ... 15

2.5. APPARTENENZA AD AMBITI A FORTE VALENZA SIMBOLICA... 15

2.6. APPARTENENZA A PERCORSI PANORAMICI O AD AMBITI DI PERCEZIONE DA PUNTI E PERCORSI PANORAMICI... 16

2.7. LETTURA SINTETICA DELLE QUALITÀ PAESAGGISTICHE, DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO AMBIENTALE: QUADRO SINOTTICO DI VALUTAZIONE DELLO STATO ATTUALE DELLAMBIENTE (PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA)... 16

Aspetti fisico-ambientali... 16

Aspetti floristico-vegetazionali... 17

Aspetti relativi al sistema paesaggistico: il riconoscimento del valore storico e culturale del litorale del Poetto... 17

3. Lo stato attuale: il quadro dei vincoli e dei livelli di tutela...19

3.1. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)... 19

3.2. PIANI STRALCIO DI BACINO... 21

3.3. PIANO URBANISTICO PROVINCIALE/PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DI CAGLIARI (PUP/PTC)... 22

3.4. PIANO URBANISTICO COMUNALE (PUC)... 23

3.5. PIANO DI UTILIZZO DEI LITORALI (PUL) ... 29

3.6. PIANO DI GESTIONE DEI SITI NATURA 2000(PDG) E DELLE AREE NATURALI PROTETTE... 30

3.7. PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS-SALINE... 31

3.8. VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE GENERALE E DI SETTORE... 32

4. Il progetto ...34

4.1. L’ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE DEL PROGETTO IN AMBITI FUNZIONALI... 37

4.2. LE COMPONENTI ACCESSORIE DEL PROGETTO: LARREDO URBANO E LILLUMINAZIONE... 46

4.3. ALCUNE PROSPETTIVE DUSO DEL PROGETTO: LO SPAZIO COLLETTIVO E LARTE... 52

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

4.4. LACOMPONENTE STRUTTURALEDELPROGETTO:LAFASCIADELL’ECOFILTRO... 53

4.4.1. Realizzazione “barriera Ecosistema filtro”... 53

4.4.2. Interventi di "bonifica" da specie vegetali aliene ed invasive ... 60

4.4.3. Ristrutturazione di aiuole stradali... 60

5. Criteri paesaggistici che hanno guidato le scelte progettuali...62

5.1. I RIFERIMENTI PAESAGGISTICI E TERRITORIALI... 62

5.2. L’ORGANIZZAZIONE DEL MODELLO CONCETTUALE DEL PROGETTO: LA RETE DELLE RELAZIONI... 63

5.3. I PRINCIPI GUIDA DELLAPPROCCIO PROGETTUALE: LA DIMENSIONE PAESAGGISTICA ED ECOSOSTENIBILE... 63

5.4. L’ORGANIZZAZIONE DELLE AZIONI STRUTTURALI DEL PROGETTO... 64

6. La valutazione degli impatti sul paesaggio: Lo stato dei luoghi post operam ...65

6.1. SCHEDA DELLE PRINCIPALI MODIFICAZIONI ED ALTERAZIONI... 65

6.2. SCHEDA DEI PRINCIPALI TIPI DI ALTERAZIONI DEI SISTEMI PAESAGGISTICI... 66

7. Gli elementi di mitigazione e compensazione...68

7.1. INDIVIDUAZIONE E DESCRIZIONE DEGLI ELEMENTI DI ATTENZIONE IN FASE DI REALIZZAZIONE ED ESERCIZIO... 68

Elementi di attenzione (fase di realizzazione ed esercizio)... 68

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1.

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Il paesaggio del litorale del Poetto è da tempo uno degli elementi che maggiormente rappresenta la città di Cagliari. Ben prima del successo turistico degli ultimi anni, nei tempi in cui solo una percentuale irrisoria dei turisti in transito dalla città si fermavano a visitarla, il Poetto era nel panorama turistico italiano un luogo riconosciuto e associato ad una precisa immagine. La sua dimensione paesaggistica, la bellezza e l’unicità della spiaggia al confine della città, i colori delle acque e delle sabbie, rimanevano impressi e reggevano il confronto con molte delle spiagge dell’isola.

Erano tempi di abbondanza paesaggistica: nessuna particolare attenzione normativa e nessun vincolo in grado di tutelare realmente veniva posto sul litorale, nonostante il suo carattere così particolare, unico e fragile, solo di recente apparso così evidente.

Secondo itinerari seguiti da molti altri luoghi italiani di pregio, anche la spiaggia del Poetto veniva considerata un bene riproducibile e inesauribile; capace quindi di sopportare facilmente gli interventi umani, e sopratutto di rigenerarsi ad ogni stagione.

Una lunga serie di azioni di trasformazione portava però il litorale del Poetto - in particolare negli ultimi tre decenni del Novecento - verso una condizione fisica e ambientale progressivamente differente. La continua pressione antropica sul sistema, in termini di interventi urbanistici, edilizi e infrastrutturali, è proseguita fino agli anni più recenti, determinando una vera propria tendenza in progressione: una lunga storia di interventi poco attenti al luogo in sé, simili a quelli posti in atto in una qualsiasi periferia urbana che hanno determinato un crescente disagio ambientale e paesaggistico. Si tratta di un disagio oggi valutabile in termini piuttosto elevati, configurabile come un quadro di sofferenza diffusa del sistema.

Il progetto, sia come intervento di ampia scala, sia come intervento di dettaglio, propone di costruire un nuovo quadro di valori sulla cui base rideterminare le reali qualità del luogo, apprezzandone gli aspetti peculiari, le fragilità e gli elementi costitutivi con i più attuali strumenti; deve essere fatto oggi quello che in passato è stato solo accennato: rivalutare i caratteri paesaggistici e culturali del sistema litoraneo e del suo intorno di relazione paesaggistica, secondo moderne chiavi di lettura che portino alla ricostruzione della sua immagine, per certi versi unica e “monumentale” e ricostruire l’immagine geografica e riscoprire i principi di fondo propri dello spirito del luogo.

Recupero, riqualificazione ed innovazione, sostenibilità ambientale ed economica sono i principi fondanti della proposta progettuale. Il paesaggio del lungomare del Poetto di Cagliari diventa un’occasione, forse irripetibile, di pianificazione urbanistica ambientale e architettonica, manifesto delle tecnologie contemporanee, esempio di uso sostenibile delle risorse ambientali ed insieme di recupero della dimensione socioculturale ed economica di questo complesso ambito territoriale.

Delle prospettive delineate dal Bando di gara, si condivide la scelta importante della riqualificazione dello spazio pubblico del lungomare Poetto, capace di generare e ridefinire la sua identità architettonica e paesaggistica con un nuovo fronte mare che potrà costituirsi quale spazio restituito in forme e modi d’uso innovative, rivolte alla collettività, sia quale polo di attrattività a valenza naturalistica ed ecologica. L’intervento proposto guarda con estrema attenzione alle energie rinnovabili ed alla sostenibilità delle risorse, quali elementi direttori della strategia volta a garantire una fruizione ampia del litorale.

L’obiettivo che occorre raggiungere attraverso l’intervento per il lungomare Poetto, deve essere rispettoso del sistema ambientale che fa capo all’intero compendio umido dello stagno di Molentargius e Santa Gilla, delle saline e del cordone sabbioso del Poetto, guardando alle forme del patrimonio costruito così come al patrimonio naturale, con approccio attivo e propositivo.

Si parte dal definire, come prioritaria, l’organica considerazione delle criticità e degli obiettivi che si intendono perseguire, in modo da raggiungere un equilibrio fra emergenze ed equilibri.

Nei suoi significati letterari, riqualificazione significa intervenire verso il conferimento di una qualità nuova o migliore a oggetti che non l’hanno mai posseduta o l’hanno persa nel tempo, come è nel caso del lungomare Poetto. In termini più propriamente progettuali, per riqualificazione s’intende un processo organico, integrato e complesso, in grado di attribuire qualità a singoli edifici o aggregati edilizi, a sistemi urbani o ambiti naturali.

Nell’intervento a Cagliari sul lungomare Poetto, la riqualificazione e valorizzazione contribuiscono a realizzare un processo complesso avvincente per le molteplici implicazioni che sottende. Gli ambiti di riferimento del bando sono strettamente connessi ad un territorio ampio, che oggi si mostra nella sua incerta vocazione, a tratti fortemente debilitato e fatto di molti elementi sconnessi in forma di cicatrici non rimarginate dovute a processi d’uso del passato, e quindi incapaci di esprimere anche in sola parte la qualità di un luogo innovativo in cui gli abitanti possano identificarsi e di cui riappropriarsene.

L’insieme delle circostanze denota la molteplicità delle relazioni di tipo morfologico, funzionale ed economico, ma anche ambientale e paesaggistico, con le quali il progetto di valorizzazione e riqualificazione è tenuto ad interagire. Ne deriva maggiore complessità, caratteristica che impone attenzione e cautela nell’approccio diretto a dare qualità nuova o migliore ad un luogo.

E’ possibile ridisegnare e rideterminare la storia del luogo a condizione di partire dal presupposto che il sistema litoraneo del Poetto è ancora recuperabile e riqualificabile verso altissimi livelli di qualità ambientale e paesaggistica.

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

E’ probabile che sia necessario avviare una inversione della tendenza consolidatasi nei decenni precedenti; ad una serie di azioni di carattere progettuale e puntuale andranno affiancate alcune scelte di carattere più generale, finalizzate alla costruzione di uno scenario ideale da perseguire e sul quale investire risorse progettuali e di politica ambientale. In questo senso, le azioni progettuali dell’intervento dovrebbero essere tese al riordino del sistema ed alla sostenibilità, non solo economica ma soprattutto, delle risorse richieste per il Litorale Poetto. La proposta dovrà essere letta inevitabilmente in maniera unitaria ed organica con il progetto di riqualificazione e valorizzazione del Lungomare.

Visuali del sistema Poetto

1.1 ILPROGETTODIRIQUALIFICAZIONEDELLUNGOMAREPOETTO

“Ogni luogo è unico e il progetto di paesaggio delle aree costiere per essere efficace deve:

- essere in grado di risolvere le problematiche specifiche di un’area e di arricchirne la complessità percettiva e fruitiva ampliando la gamma delle esperienze e delle relazioni possibili, fisiche e sociali, esaltando quelle specificità che conferiscono ad ogni luogo il suo carattere di unicità;

- essere affrontato attraverso un approccio interdisciplinare; ciò è certamente vero per i litorali che sono luoghi ad alta fragilità ambientale, a grande artificialità umana e con un intenso sfruttamento delle risorse e nei quali la coesistenza di habitat naturalistici ed aree urbane, a forte fruizione stagionale e turistica di massa, è problematica e sovente conflittuale;

- saper interpretare l’interazione tra funzioni, spazi e habitat apparentemente inconciliabili; il progetto delle aree costiere risulta infatti in molti casi un progetto di mediazione, per cui occorre assumere il paesaggio di progetto come il risultato di situazioni ibride in cui contemporaneamente convivono elementi naturali ed artificiali. Il progetto deve preservare le risorse non rinnovabili, perseguire la valorizzazione dei luoghi e degli habitat esistenti migliorando la condizione di partenza, favorire il carattere pubblico dei luoghi e quindi la loro percezione sociale e la relativa frequentazione.”1

Con riferimento al bando di concorso, è stato possibile individuare una serie di interventi ritenuti prioritari per la riqualificazione del lungomare Poetto. Il programma mira a sviluppare azioni capaci di riproporre per il lungomare un importante ruolo territoriale, sviluppando redditività economica nell’intero arco dell’anno, grazie a funzioni che per loro natura sono slegate dalla contingenza stagionale; le quali, pur continuando a rimanere pienamente integrate nei processi legati al turismo balneare, permettono di moltiplicare i servizi rivolti a specifici settori dell’ampia domanda coniugata al benessere fisico ed allo svago che la società contemporanea manifesta quotidianamente.

Il programma funzionale, che si traduce in laboratorio avanzato di architettura, tecnica urbanistica e naturalistica, attraverso scelte progettuali mirate che guardano alla riorganizzazione e ridisegno del fronte mare di Cagliari, si pone obiettivi di qualità ambientale e gestionale importanti rispetto ai temi proposti attraverso il Bando di concorso del comune di Cagliari.

1. Farnè E. (a cura di) (2007), Nuovi Paesaggi costieri. Dal progetto del lungomare alla gestione integrata delle coste, strategie per le città balneari, Regione Emilia Romagna, pag. 39.

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Secondo un progetto unitario che coinvolge tutto il tratto di costa compreso tra Marina Piccola e il limite del comune di Quartu Sant’Elena, affrontando e rispettando le specificità dei luoghi, il programma d’intervento mira innanzitutto alla riorganizzazione spaziale del lungomare, che si traduce nel ridisegno delle funzioni, nel limitare al massimo lo spazio necessario al loro svolgimento, e nel rivedere alla base le tecnologie utilizzate per volumi, installazioni e superfici di calpestio. Un luogo di dimensioni ridottissime quale il litorale del Poetto deve essere amministrato in ogni suo centimetro ed arredato con il massimo delle attenzioni e del decoro.

Tra i temi guida del progetto si sottolineano l’aspetto ecologico, la sostenibilità nei materiali e nelle componenti tecnologiche, requisiti necessari per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità del programma di interventi, ottimizzando prestazioni, procedimenti e costi, sia alla scala del nuovo da realizzare, sia a quella dell’intorno da riqualificare, spazi pubblici, arenile e viabilità, accessibilità, immagine architettonica, verde attrezzato e servizi etc..

Tenendo conto della natura del sito, e la volontà di recuperarne i valori, il progetto per la riqualificazione e riorganizzazione del litorale Poetto ricerca, anche formalmente di rispondere alle esigenze di sobria linearità delle strutture originarie; lo studio di esposizione e della capacità dei materiali e delle superfici di rispondere in maniera dinamica alla necessità di garantire alte prestazioni ha guidato la progettazione.

In termini di sostenibilità ambientale, il progetto ricerca sistematicamente, in modo strutturale, cioè connaturato ad ogni scelta di progetto di proporre il tema del recupero, riuso e riciclo delle risorse in modo attivo e sostanziale, come principio di base del funzionamento dei “meccanismi e degli ingranaggi del progetto”.

Le parti visibili del progetto sono minimali, per scelta, in quanto in un contesto paesaggistico così imponente il progetto deve essere

“silenzioso”, e per coerenza con i raffinati processi ecologici alla base della formazione della spiaggia e dei delicati rapporti fra sistema biotico ed abiotico che ne regolano le forme e la longevità.

Le azioni proposte si basano su interventi non appariscenti ma che vogliono ricostruire un nuovo modello di paesaggio dove la riattivazione dei processi ambientali ed il recupero delle risorse (sedimenti, acque, vegetazione) sono centrali ai fini della sostenibilità dell’ambiente sia alla scala del progetto che a quella più ampia, planetaria.

Gli interventi strumentali chiave, attraverso il concetto portante del recupero si propongono:

- di difendere le dinamiche naturali del litorale attraverso il cosiddetto eco-sistema filtro, che, inserito nella fascia di margine tra la strada e il sistema duna-mare, rappresenta un sistema di difesa da mareggiata;

- di risparmiare la risorsa idrica e ridurre al minimo il consumo giornaliero pro-capite (recupero delle acque piovane attraverso dei canali di scolo presenti su tutto il lungomare che conducono a delle uniche vasche di raccolta);

- Il recupero e il riciclo dei materiali presenti in loco (come il recupero della sabbia litoranea dal sottosuolo, proveniente dagli scavi per le vasche di raccolta acque, utile alla costruzione del rilevato “barriera ecosistema filtro”.

1.2 ORGANIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

Il Nuovo Lungomare del Poetto si configura come una nuova infrastruttura ecologica, in grado di favorire relazioni, legami, ritessiture.

Una infrastruttura in grado di ristabilire relazioni con gli ecosistemi presenti e di costruirne di nuove, di offrire fruizioni e scenari di paesaggio inediti per il nuovo Poetto.

Il progetto prevede la risistemazione dell’area della strada per mezzo del rifacimento di alcuni sottoservizi e dell’intero manto stradale, di nuovi percorsi pedonali pavimentati e dotati di arredi, del ridisegno degli incroci, di un nuovo sistema di illuminazione pubblica, di nuove aree a verde attrezzato, la realizzazione di una pista ciclabile e di un percorso dedicato esclusivamente ai runner in sede propria.

L’intervento mira a migliorare la sicurezza e la fruibilità dell’area, permettendo la circolazione a differenti tipologie di utenza, secondo il concetto del “traffic-calming”, rendendo più sicuro l’attraversamento dei pedoni e dei ciclisti.

Tale obiettivo è attuato con l’aumento degli spazi pedonali, ciclabili e delle aree a verde attrezzato, con la conseguente riduzione della sezione stradale carrabile.

Ai percorsi così strutturati si aggiungono le attività di noleggio comunale (bike-sharing), le attività di servizio (bike-grill) e le attrezzature per la sosta (bike-rack) con l’intento di costituire un vero e proprio sistema alternativo di mobilità ed incentivare l’uso della bicicletta negli spostamenti di breve e medio raggio dall’abitato alla spiaggia e viceversa.

Un altro obiettivo, non secondario, persegue la costruzione di una nuova identità dell’area attraverso la ricerca di una coerenza urbana laddove oggi è presente una grande varietà e disomogeneità tipologica e formale e una bassa qualità dello spazio pubblico, frutto di una disordinata sovrapposizione di interventi avvenuta nel passato anche recente.

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2.

LO STATO ATTUALE: CARATTERI PAESAGGISTICI, VALORI E CRITICITA’

2.1. CONFIGURAZIONI E CARATTERI GEOMORFOLOGICI: AMBITO DI RELAZIONE DEL PROGETTO E ANALISI DELLO STATO ATTUALE DELLAMBIENTE

Inquadramento territoriale

Il sistema di spiaggia del Poetto si inquadra, da un punto di vista geologico-strutturale, all’interno dello sprofondamento tettonico del Campidano che culmina, nel contesto in esame, con la depressione stagnale di Molentargius e la falcata sabbiosa del litorale del Poetto. Il complesso territoriale in cui la spiaggia si inserisce è articolato in un sistema di componenti ambientali fisicamente eterogenee ma reciprocamente interdipendenti nel comportamento evolutivo del paraggio costiero del Poetto. Quest’ultimo di conseguenza si configura in un sistema unitario, sostanzialmente compreso tra il promontorio di Capo Sant’Elia e il Margine Rosso, che nell’entroterra include il compendio umido di Molentargius.

Grande rilevanza paesaggistica, ecologica ed ambientale riveste il sistema umido di Molentargius e dello stagno di Quartu. Lo stagno di Molentargius rappresenta, nelle condizioni naturali, il bacino di confluenza di alcuni corsi d’acqua, rappresentati dal Rio Salius, Riu Mortu, Rio di Selargius e il Rio Is Cungiaus, i cui bacini imbriferi sono estesi verso nord fino alle colline mioceniche di Settimo San Pietro e i versanti paleozoici di Sinnai. All’interno di questo sistema ambientale gravitano i maggiori centri urbani dell’area vasta di Cagliari le cui dinamiche, derivanti dalle attività della popolazione e dagli usi produttivi della risorsa, hanno instaurato specifici processi relazionali tra i diversi ecosistemi umidi presenti. Infatti gli interventi di regimazione idraulica degli stagni di Molentargius e Quartu, finalizzati alla secolare attività di estrazione del sale, hanno mutato l’originaria funzione di bacino di compensazione tra le acque dolci immesse dagli affluenti e le acque saline provenienti dall’area marino-litorale. Inoltre, per diverso tempo gli stagni del Bellarosa Minore e del Perdalonga hanno raccolto le acque reflue di Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius e Monserrato, mutando da un lato le originarie condizioni ambientali ma contribuendo dall’altra ad aumentare progressivamente la quantità di nicchie ecologiche con una conseguente notevole differenziazione delle comunità biotiche, facenti oggi parte del Parco Regionale Naturale di Molentargius-Saline.

A valle del sistema umido, l’arco sabbioso del Poetto rappresenta l’elemento geomorfologico a cui è collegata direttamente la morfogenesi del complesso stagnale di Quartu e la sua attuale tendenza evolutiva, presentandosi come l’interfaccia tra i processi marino-litorali e quelli propri delle zone umide retrostanti.

Nel sistema fisico ambientale in cui la spiaggia del Poetto si inserisce, assume rilevanza paesaggistica ed ambientale il promontorio di Capo S. Elia. E’ un rilievo dalla forma allungata che si eleva fino a 94 metri s.l.m., la cui sommità è caratterizzata da un’ampia superficie strutturale piana immergente verso sud. Il promontorio roccioso si getta in mare con un’alta falesia attiva soggetta all’azione diretta ed indiretta del mare. In termini di dinamiche costiere il promontorio di Sant'Elia presenta relazioni con il settore

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sommerso antistante la rada del Poetto, cui risulta intimamente legato. Il progressivo arretramento del fronte roccioso comporta la produzione di materiale detritico che, rielaborato dalle correnti marine, contribuisce all’alimentazione sedimentaria del settore sommerso della spiaggia.

Il litorale del Poetto è rappresentato da un ampia falcata sabbiosa estesa per più di 7 km, che isola dal mare lo stagno di Quartu e le zone di impaludamento su cui sorgono le caselle salanti. L’origine del cordone litorale deriva dai processi morfoevolutivi del Pleistocene che si sono esplicati principalmente attraverso le oscillazioni eustatiche del livello marino conseguenti alle pulsazioni climatiche del pleistocene superiore, fino alla culminazione trasgressiva versiliana riconducibile a circa 6.500 anni fa, durante la quale la spiaggia e il sistema umido retrostante hanno assunto la configurazione più prossima a quella attuale.

Sin dall’inizio del secolo scorso vi sono stati diversi interventi dell’uomo che hanno inciso drasticamente sull’intero assetto morfologico del sistema di spiaggia, scatenando profondi sconvolgimenti sui processi morfoevolutivi delle dinamiche marino litorali.

Tali interventi sono individuabili principalmente nei grandi prelievi di sabbia condotti quasi ininterrottamente dal 1920 fino alla metà degli anni ’70 che hanno portato alla sottrazione di circa 2 milioni di m3 di sedimenti, nella realizzazione della strada litoranea e delle strutture insediative che hanno determinato la compromissione del cordone di spiaggia e delle dune retrostanti, ai quali si aggiungono il progressivo esaurimento degli apporti solidi terrestri e lo spianamento dell’avanspiaggia per la realizzazione di numerose strutture e manufatti.

Un momento di grande e radicale cambiamento geomorfologico, sedimentario e paesaggistico è stato l’intervento di ripascimento della spiaggia, avvenuto nel 2002, durante il quale sono stati riversati circa 350.000 m3 di sabbia proveniente da diverse cave a mare antistanti la spiaggia. Esulano da questo contesto valutazioni di ordine tecnico relative all’intervento di ripascimento, tuttavia alcune considerazioni di carattere qualitativo sembrano indispensabili per la compressione dell’attuale assetto del sistema di spiaggia. Aldilà dei caratteri cromatici della sabbia, l’intervento di ripascimento ha determinato il rapido avanzamento della linea di riva di oltre 20 metri ed un incremento notevole dello stock sedimentario della spiaggia. Tuttavia nell’arco di 10 anni, si è assistito al progressivo arretramento della linea di riva, fino alla situazione attuale, in cui ci si avvicina al profilo della linea di costa pre- ripascimento. Un aspetto di grande importanza per l’assetto della spiaggia è stato quello relativo alla granulometria dei sedimenti riversati, che si presentava mediamente più grossolana rispetto a quella originaria. Questo ha comportato un nuovo assetto morfologico del profilo di spiaggia emerso e sommerso, che ha determinato una generale maggiore pendenza della spiaggia ed un generale incremento di profondità dell’immediato settore sommerso. La profondità della spiaggia sommersa ed il suo profilo, incidono, come noto, sulla capacità della spiaggia a dissipare o meno l’energia del moto ondoso. In generale la presenza di un basso ed esteso fondale, come era nella condizione pre-ripascimento, garantisce la dissipazione dell’energia a largo, mentre fondali più profondi, come quelli attualmente riscontrabili, fanno si che l’onda incida sulla spiaggia con maggior violenza esponendo la stessa a fenomeni di erosione più intensi. Inoltre l’accentuazione della depressione morfologica di retrospiaggia appare in parte legata al nuovo assetto del profilo invernale della spiaggia, conseguente l’attuale granulometria derivante dal ripascimento.

Le manifestazioni più evidenti di degrado che attualmente si esplicano ed evidenziano sulla spiaggia emersa e sul settore dunare, tuttavia sono per lo più indipendenti dall’intervento di ripascimento. Queste sono riconducibili ad intensi fenomeni di smantellamento delle coperture eoliche di retrospiaggia riconducibili alla forte pressione antropica che ne accelera il processo di degrado ed erosione e inibisce lo sviluppo spontaneo del cordone dunare. Attualmente i fenomeni di erosione della spiaggia emersa e delle dune, e il conseguente arretramento della linea di riva, costituiscono l’aspetto più rilevante e critico del Poetto. Il processo di erosione oggi è particolarmente rilevante nel settore occidentale della spiaggia, e risulta in parte compensato dall’accrescimento del cordone litoraneo in prossimità del Margine Rosso, a causa della naturale tendenza evolutiva del sistema a raggiungere una sua nuova configurazione di equilibrio in funzione della idrodinamica litoranea.

La spiaggia sommersa si sviluppa con continuità dal promontorio del Monte Sant’Elia fino all’estremità orientale del litorale di Foxi, dove si assottiglia gradualmente in corrispondenza delle costa più propriamente rocciosa. Il confine verso mare del sottosistema è marcato prevalentemente dal limite superiore della prateria a Posidonia oceanica. Tale limite si presenta frastagliato e inciso in matte alte mediamente 2 m, con un andamento batimetrico compreso approssimativamente tra i –6 m, nel settore orientale della spiaggia ove si sviluppa a meno di 100 m dalla riva, e i –15 m nella zona ovest di Marina Piccola.

Il limite superiore della Posidonia costituisce una essenziale barriera fisica alla migrazione trasversale dei corpi sabbiosi, che verrebbero altrimenti allontanati verso la piattaforma esterna sotto l’azione dei flussi di corrente e del moto ondoso. Per questa ragione una regressione di tale limite, per altro già evidenziata nel settore occidentale, comporta un ampliamento delle zona di mobilità delle sabbie verso mare incidendo sui trasferimenti volumetrici di sabbia dalla spiaggia emersa verso la zona sottomarina con ripercussioni dirette sulla stessa linea di riva.

Lungo tutto l’arco litorale, sistemi arcuati di barre sabbiose indicano un forte rimaneggiamento del materiale della spiaggia sommersa ad opera delle onde e delle correnti da esse generate. Questo comporta una deriva dei sedimenti che avviene con movimento prevalente da ovest verso est fino al Margine Rosso, ove praticamente termina il cordone litorale del Poetto, mentre lungo la costa di Foxi-Flumini la deriva litorale dominante avviene in senso inverso, tendendo a convergere all’interno del sistema di spiaggia e convogliandovi materiali detritici. Questo movimento delle masse d’acqua e di materiali, variabile sotto diversi condizioni di vento ma particolarmente accentuato con l’azione del Maestrale, risulta essenziale per il ripascimento e la distribuzione dei detriti sulla spiaggia. Anche le correnti trattive verso la spiaggia indotte dal moto ondoso e messe in evidenza dalla presenza delle strutture di fondo possono contribuire ad alimentare la spiaggia in funzione del materiale sorgente disponibile. Il frequente affioramento delle

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formazioni rocciose, delle beach-rocks e delle alluvioni conglomeratiche in vari settori della spiaggia sommersa mettono in evidenza l’esiguità dello stock sedimentario delle sabbie litorali attuali. La spiaggia del Poetto basa il suo ripascimento naturale prevalentemente sulla presa in carico e l’elaborazione di detriti provenienti sostanzialmente dai settori occidentali e orientali della spiaggia sommersa e distribuiti longitudinalmente lungo costa dalle correnti di deriva, mentre pur essendo attive le correnti trattive trasversali alla spiaggia, il materiale disponibile al largo per il trasporto verso terra appare piuttosto esiguo.

Attualmente le immissioni fluviali di una certa rilevanza sono limitate a quelle del Rio Foxi e sono rappresentate da materiale colluviale fornito in regime occasionale. Maggior contributo è fornito invece dalle rielaborazione delle ghiaie del delta sommerso dello stesso corso d’acqua, che rappresenta una parte attiva di un apparato alluvionale sottomarino più ampio deposto in epoche di maggiore attività fluviale.

L’apporto più consistente in materiali clastici è però fornito dalle zone limitrofe alla falesia della Sella del Diavolo, del promontorio di Monte Sant’Elia. In seguito allo smantellamento degli accumuli di frana e all’abrasione delle piattaforme vengono immesse nel bilancio di spiaggia sabbie quarzose e ghiaie calcaree, allontanate dalla zona di Marina Piccola e distribuite verso est dalla corrente di deriva che in questo settore presenta una elevata intensità di flusso. Anche in questa zona tuttavia l’azione di scalzamento alla base della falesia e il successivo rimaneggiamento del materiale franato ad opera del moto ondoso risulta oramai impedito dalle barriere frangiflutti erette a protezione della costa, che oltre ad avere una notevole incidenza sull’incremento del deficit sedimentario della spiaggia determinano una modificazione delle direzioni e delle intensità di flusso delle correnti in un settore particolarmente sensibile e importante per la circolazione complessiva delle masse d’acqua nel Golfo.

2.2. APPARTENENZA A SISTEMI NATURALISTICI

Caratterizzazione dell’assetto floristico-vegetazionale

Il litorale del Poetto è caratterizzato da un ecosistema psammofilo che ha subito profonde modificazioni manifestatesi in modo particolare durante gli ultimi 50-60 anni. Sono state realizzate numerose infrastrutture nella fascia retrostante la spiaggia, talvolta andando ad incidere in modo diretto su di essa. La realizzazione di strade e parcheggi, abitazioni private, strutture ad uso ricreativo, stabilimenti balneari, strutture ospedaliere ed aree ricreative hanno creato un contesto ad elevata urbanizzazione relegando gli ecosistemi con habitat e formazioni vegetali naturali esclusivamente nel tratto di spiaggia compreso tra la linea di costa e il sistema infrastrutturale. In tale situazione la copertura vegetale è costituita da scarsi elementi floristici tipici del sistema psammofilo, è diversificata, a mosaico con elementi floristici alloctoni; a questi ultimi di frequente si associano fitocenosi costituite da specie ruderali ad ampia distribuzione. Rilevante è la presenza di specie alloctone (flora aliena) concentrate prevalentemente lungo la fascia di contatto tra la spiaggia e la strada; non essendo piante appartenenti al contingente floristico spontaneo della Sardegna, in alcuni casi sono capaci di interrompere le dinamiche vegetazionali naturali, creando condizioni di stasi e degrado degli ecosistemi e minacciando la conservazione della biodiversità vegetale.

Anche per quanto riguarda le tipologie di vegetazione osservate, è possibile operare una distinzione sulla base dei principali fattori ecologici riscontrati nell’area:

- Vegetazione psammofila - Vegetazione di tipo nitrofilo

- Vegetazione delle aree retrodunali salse - ambiente urbanizzato.

Distribuzione della vegetazione

Il grado di naturalità degli aspetti floristici e vegetazionali aumenta a partire da Marina Piccola verso il litorale di Quartu. Nel primo tratto del litorale sono maggiormente evidenti gli impatti dovuti alla presenza antropica, sia in termini di maggiore calpestio, che innesca processi erosivi a carico delle dune embrionali presenti, sia nella composizione della flora presente. Sulla base delle osservazioni svolte è pertanto possibile affermare che la copertura vegetazionale, la ricchezza del contingente floristico e la naturalità delle cenosi osservate aumenta da Marina Piccola verso est. Un fattore che influisce sull’intensità dei fenomeni di degrado osservati è relativo alla profondità della spiaggia. Questo è dovuto al fatto che nei tratti in cui la spiaggia è maggiormente sviluppata in profondità, le probabilità che si possa sviluppare un embrionale sistema dunale e che questo possa essere sottoposto a un minor grado di disturbo da parte dei frequentatori della spiaggia sono maggiori.

I substrati sabbiosi più prossimi alla strada sono occupati da formazioni in cui ai numerosi elementi caratteristici degli ambienti psammofili, si sommano elementi nitrofili di Stellarietea mediae.

Nel primo tratto del litorale, anche sulla spiaggia, è possibile osservare, oltre a queste formazioni, anche limitate superfici occupate da Sporoboletum arenarii e, in alcuni casi, da elementi di Cakiletea maritimae.

Dove la spiaggia presenta un maggiore sviluppo in profondità e sono presenti delle dune embrionali, si possono osservare su questi, oltre a formazioni di Sporoboletum arenarii, elementi di Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei. La frammentazione di queste

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formazioni, nel tratto costiero più prossimo alla città, è accentuata e si riduce sostanzialmente a singoli cespugli di Elymus farctus isolati.

Soltanto a partire più o meno dall’altezza della traversa “Via delle Isole Tremiti” è possibile osservare formazioni riconducibili al Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei più sviluppate e ricche floristicamente. Le formazioni migliori, e la maggiore varietà dal punto di vista floristico e vegetazionale, si può osservare nel tratto successivo all’Ospedale Marino, dove si sono riscontrate le condizioni di naturalità più elevata.

Per quanto riguarda le formazioni di Juncion maritimi, queste possono essere osservate in tutte le aree depresse e soggette a mareggiate invernali. Le più estese, e ricche floristicamente, sono quelle ubicate all’altezza di via S. Pietro; altre si riscontrano dopo l’Ospedale marino, ma esternamente all’area considerata.

Infine, presso il vecchio ospedale marino è presente un piccolo nucleo di Phragmites australis.

Figura 2 - Nucleo di vegetazione psammofila annua a ridosso dei muretti in cemento e della siepe di Pitosforo

Figura 3 - Vegetazione psammofila perenne geofitica ed emicriptofitica

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

Figura 3 - Vegetazione psammofila camefitica a Lotus cytisoides L. ssp. conradiae Gamisans a mosaico con la vegetazione psammofila emicriptofitica e geofitica perenne

Figura 4 - Vegetazione delle depressioni retrodunali a Juncus acutus

Figura 5 - Vegetazione delle depressioni retrodunali a Phragmites australis con Juncus acutus Ambiente urbanizzato

La copertura vegetale presente nell’ambiente urbanizzato è di due tipologie: la flora alloctona (aliena) e la vegetazione sinantropica.

La flora aliena è costituita da numerosi elementi floristici prevalentemente alloctoni che sono stati piantumati lungo la fascia di confine della spiaggia e i bordi della strada; notevole anche la varietà di piante ornamentali coltivate nei giardini delle abitazioni private. Le piante maggiormente utilizzate lungo il confine tra la spiaggia e la strada sono le palme, il pitosforo, il tamericio e

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l’oleandro; meno frequenti sono il banano, l’araucaria, l’agave, il fico d’india, il carpobrotus e rari esemplari di yucca. Questi ultimi sono stati piantumati in modo particolare nei pressi degli stabilimenti balneari e nei “chioschi bar”. In alcuni tratti è stato piantumato anche l’Atriplice alimo (Atriplex halimus L.), appartenente al contingente floristico spontaneo della Sardegna, che svolge un’importante funzione di contenimento della sabbia verso la strada .

Figura 6 - Cumuli sabbiosi stabilizzati da atriplice alimo (Atriplex halimus); nella parte retrostante la presenza di palme e tamerici piantumati in aiuola.

La vegetazione sinantropica occupa le aree fortemente degradate ed è costituita da una flora ruderale con elementi ad ampia distribuzione; spesso si sviluppa nei luoghi dove è elevato il deposito di rifiuti organici. Tali comunità ruderali e/o nitrofile sono costituite da specie erbacee che danno origine ad associazioni che rientrano principalmente nelle classi Stellarietea mediae Tx., Lohm. et Preising ex von Rochow 1951 e Galio-Urticetea Passarge ex Kopecky 1969. Lungo la spiaggia del Poetto tali comunità vegetali sono diffuse nelle aree fortemente antropizzate e urbanizzate lungo i bordi della strada, nelle aiuole in associazione con le specie alloctone e negli sterrati utilizzati come parcheggio.

Figura 7 - Vegetazione sinantropica tipica delle aree degradate, utilizzate come parcheggio -

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

2.3. SISTEMI INSEDIATIVI STORICI (CENTRI STORICI, EDIFICI STORICI DIFFUSI, TESSITURE TERRITORIALI STORICHE, APPARTENENZA A SISTEMI TIPOLOGICI DI FORTE CARATTERIZZAZIONE LOCALE E SOVRALOCALE,

C’è stato un tempo mitico, del quale non presenti grandi tracce sul piano documentario, in cui il Poetto era una sorta di Eden.

Un luogo sul quale si favoleggia e, forse fino alle soglie dell’Ottocento, era formato da montagnole di sabbia bianchissima, privo di strade e di qualsiasi altro manufatto antropico.

Il cordone litoraneo era ben più largo di oggi, ma soprattutto più alto sul livello del mare, in alcune aree fino a due metri. Tra i pochi indizi di una attività umana vi erano alcuni canaletti realizzati dalla natura e dall’uomo per porre in comunicazione la salina di retrospiaggia con il mare; due torri di guardia disposte nel mezzo dell’arenile tra il Cinquecento o il Seicento; Fenici, romani, giudici medievali, pisani e genovesi, prima della lunga gestione aragonese e spagnola, si interessarono della coltivazione delle saline.

Una ricca e molto documentata fase più recente, ottocentesca e novecentesca, definisce il moderno assetto dei luoghi, il suo rapporto con i paesaggi adiacenti e le nuove relazioni funzionali.

Il viale Poetto all'epoca si presentava poco più di "….uno sterrato abbagliante percorso da rare auto, calpestato da calessi e scarpini di signore eleganti e ben protette da ombrellini parasole".

Le strutture, appoggiate all'arenile furono successivamente tempestivamente rialzate a seguito della prima banale esperienza della mareggiata. Sorsero in tal modo le prime strutture palafitticole. Negli anni venti si contavano già oltre trecento casotti e si presentavano i primi problemi relativi alla completa assenza di infrastrutture di servizio. Nel 1924 l'amministrazione comunale prevedeva l'installazione di fontanelle fra i casotti, l'apertura di un primo spaccio alimentare ed un servizio di cucina collocato fra il d'Aquila ed il Lido.

La litoranea raggiungeva nel 1928 l'ippodromo (ufficialmente inaugurato nel 1929) e incominciarono a sorgere le prime ville. Nel 1931 quindi veniva annunciato l'inizio dei lavori di ampliamento e bitumazione del grande viale. Continuò inoltre la costruzione di grandi ville dotate anche di "banchine" laterali per pedoni e ciclisti ed ai lati della strada si realizzò un folto cordone di siepi.

Solo nel dopoguerra si ripresero le attività orientate alla riorganizzazione del litorale. Il traffico privato si faceva sempre più consistente anche se, in questa fase, appariva ancora fluido e scorrevole. Il viale negli anni cinquanta arrivava fisicamente fino alla vecchia Colonia Dux, (Ospedale Marino), da quel punto in poi la strada tornava ad essere un passaggio naturale affiancato alle dune.

Solo nel 1958 la litoranea di Quartu S. Elena andrà a ricongiungersi a quella di Cagliari. Nel 1973 lo storico tram venne smantellato con un conseguente fortissimo incremento dell'uso del mezzo proprio. Nel maggio del 1986, alla fine di un battaglia legale senza precedenti, i casotti vennero abbattuti.

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L'AGOSTO 1926

1932- Il grande viale appena bitumato

Appare ormai evidente che la tendenza storica degli eventi maturati dagli anni Sessanta in poi discende in buona misura da una scarsa consapevolezza della condizione paesaggistica, fisica e storica del luogo.

La disponibilità originaria di grandi spazi, unita all’apparente infinita resistenza del cordone litoraneo portava, durante il Novecento, alla collocazione sul Poetto di molteplici funzioni. Alcune di queste, da non reputarsi in origine particolarmente negative, sono state nel tempo reiterate, amplificate ed estese senza riguardi verso la fragilità del sistema, costituito da un’esile striscia di sabbia tra le acque.

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

figura 10 - L’ippodromo in una immagine ripresa intorno alla fine degli anni ’50. In primo piano il canale di comunicazione con le saline di retrospiaggia. La strada e la linea tranviaria sono ancora ridotte al solo tratto di Cagliari, a servizio della zona degli

stabilimenti e dei villini.

2.4. RIFERIMENTI AI PAESAGGI STORICI DELLA PRODUTTIVITÀ

La raccolta delle immagini attuali e recenti rappresenta come il Poetto ed il suo contesto urbano ed ambientale si siano progressivamente arricchiti di funzioni, molteplici che hanno depositato nel tempo un insieme di segni che ora raffigurano una immagine fitta e articolata del paesaggio costiero.

Quelli che nel D.P.C.M. 12/12/2005 vengono citati come paesaggi agrari, in questo ambito sono sostituiti da altre tipologie di paesaggio produttivo che si sono sovrapposte e stratificate alle funzioni originarie: la striscia bianca del cordone dunare del Poettto confina, ed è da questi raccordata alla città madre, con un sistema di specchi d’acqua (le vasche delle saline ed il sistema stagnale del Molentargius) a loro volta connessi al sitema territoriale più ampio da una rete di canali immissari.

Il nome degli specchi d’acqua, Bellarosa Maggiore e Bellarosa minore, attribuito ad essi per la loro particolare conformazione, richiama una immagine di forte rilievo paesaggistico che, nel tempo, ha stabilito importanti relazioni con il sistema degli usi locali.

Il sistema degli stagni, connessi al Poetto, che ne costutuiscono la cornice ambientale ed insediativa, sono la sede di storici processi della produzione del sale, risorsa produttiva e commerciale attorno alla quale si è organizzata la vita delle comunità insediate ai bordi degli specchi d’acqua.

Quella che attualmente è l’immagine percepibile è la risultante di lunghe attività che hanno modellato il paesaggio ambientale e della produttività con le opere di sistemazione idraulica, gli scavi, le archeologie industriali, i sentieri, nonché le più consistenti testimonianze insediative dei centri che attorniano gli stagni.

Si tratta di un ambito di paesaggio, rapprsentativo nell’ambito del progetto, in quanto costituisce una cornice, un bordo che circoscrive il contesto di intervento e presenta importanti relazioni fra lo spazio fisico e quello dei processi ambientali (i canali, lo scambio delle acque, i percorsi di connessione, i paesaggi, ecc.).

2.5. APPARTENENZA AD AMBITI A FORTE VALENZA SIMBOLICA

I processi storico culturali descritti sinteticamente nei precedenti paragrafi testimoniano la progressiva startificazione di usi, funzioni e relazioni instauratesi nel tempo in relazione alla risorsa costiera. La selezione delle immagini storiche testimonia la progressiva trasformazione fisica del luogo e, parimenti, il suo sistematico radicamento nella percezione affettiva e simbolica delle comunità insediate. Il forte impatto scenico del luogo, che colpisce ed emoziona il visitatore occasionale, costituiscono invece per la

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popolazione residente un elemento di continuità e di rassicurante riconoscibilità, testimoniato dalla assidua frequentazione della spiaggia del Poetto in qualsiasi periodo dell’anno.

La valenza iconica dei suoi simboli, la Sella del Diavolo, la lunga striscia di sabbia, i colori delle acque, il sistema delle torri costiere sono i cardini attorno ai quali si allestisce la visione collettiva di tale luogo.

Il sistema degli usi storici, pur non essendo mutata la affezione verso il luogo, ha integrato e potenziato la dimensione ludico- ricreativa, trasformando spontaneamente il Lungomare del Poetto in un grande parco lineare nel quale si praticano sport, si passeggia, si ascolta musica, si incontrano le persone non solo nell’arco della stagione estiva.

Il progetto alla scala delle relazioni urbane fra comunità e luoghi deve recepire e sostenere tali relazioni in modo da non recidere ma di incanalare in modo virtuoso il legame “affettivo” esistente fra i cagliaritani e la loro spiaggia.

2.6. APPARTENENZA A PERCORSI PANORAMICI O AD AMBITI DI PERCEZIONE DA PUNTI E PERCORSI PANORAMICI

Il Poetto è strutturalmente, iconicamente, culturalmente un elemento di forte impatto scenico e paesaggistico: la ricchezza e la potenza dei simboli che lo costituiscono ( il rapporto fra le emergenze morfologiche e le aree piane, i contrasti cromatici, la varietà degli elementi che lo compongono come acque, sabbie, rocce, vegetazione, cieli, testimonianze storiche) si combinano a formare una potente dominante paesaggistica ed ambientale.

Il lungomare è un nastro di asfalto che raccorda le spiagge, le cortine degli edifici del fronte mare, il sistema delle saline e delle pinete, i rilievi della Sella del Diavolo e dei versanti meridionali dei Sette fratelli che chiudono il Golfo, le acque marine e quelle degli stagni, il susseguirsi delle testimonianze storiche delle torri costiere ed i segni recenti dell’insediamento.

Il lungomare costituisce un percorso panoramico in senso strutturale, ma è a sua volta parte di un ambito di percezione più ampio che si dilata ed entra in relazione paesaggistica con il sistema delle altre dominanti ambientali che sono i colli su cui si insedia la città di Cagliari: Monte Urpino, San Michele, Castello, Bonaria,..ecc., si raccordano visivamente (ed in termini di storia dei processi ambientali di formazione geologica dello spazio su cui si è insediata la città) al Lungo mare isittuendo un canale di comunicazione ambientale e percettiva sempre presente.

2.7. LETTURA SINTETICA DELLE QUALITÀ PAESAGGISTICHE, DEL RISCHIO PAESAGGISTICO, ANTROPICO AMBIENTALE:QUADRO SINOTTICO DI VALUTAZIONE DELLO STATO ATTUALE DELLAMBIENTE (PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA)

Aspetti fisico-ambientali

Nel contesto in esame i principali fattori di criticità che condizionano lo sviluppo e l’equilibrio del sistema marino-costiero ed in particolare l’assetto della spiaggia del Poetto riguardano:

- la tendenza evolutiva della spiaggia del Poetto, orientata verso una progressiva regressione spontanea della spiaggia ed una tendenza delle componenti costitutive il sistema sabbioso ad una progressivo arretramento verso i settori attualmente occupati dalla strada litoranea;

- la pressione insediativa e infrastrutturale sia nel settore emerso, sia in quello sommerso del Poetto, a cui si aggiunge il carico antropico sulla spiaggia in particolare durante la stagione balneare, non solo in termini di quantità ma anche di distribuzione spaziale non coerente con l’assetto del sistema spiaggia-duna.

I principali punti di forza dello stato di qualità ambientale del sistema ambientale possono essere brevemente descritti per i seguenti aspetti:

- assetto spiaggia sommersa: moderata profondità dei fondali sottocosta tale da consentire la parziale dissipazione dell’energia del moto ondoso; presenza di una esteso fondale sabbioso sommerso che costituisce un potenziale bacino sedimentario per l’apporto naturale alla spiaggia emersa; presenza di processi di erosione del promontorio roccioso di Capo S. Elia e conseguente alimentazione detritica della spiaggia (fatta eccezione per il ruolo attualmente svolto dalla scogliera frangiflutti artificiale);

- assetto spiaggia emersa: l’intervento di ripascimento ha determinato l’aumento della profondità della spiaggia emersa, aspetto che garantisce, almeno in alcuni settori, la dissipazione del moto ondoso e la protezione dai fenomeni di scalzamento basale delle formazioni dunari di retrospiaggia ad opera delle onde;

- assetto dunare: dinamiche eoliche ancora attive in gran parte del litorale tali da definire una potenzialità significativa di ripresa ed autoaccrescimento delle formazioni dunari di retrospiaggia. Inoltre i numerosi nuclei residuali di dune possono rappresentare un importante punto di partenza per la ricostituzione dell’apparato dunare originario.

I principali punti di debolezza dello stato di qualità ambientale possono essere brevemente descritti per i seguenti aspetti:

- tendenza evolutiva della linea di riva: è in atto un processo di adattamento della spiaggia del Poetto all’attuale regime meteomarino ed all’assetto geomorfologico del paraggio costiero, con progressivo arretramento della linea di riva e decremento della superficie di spiaggia emersa, cui segue lo smantellamento delle dune di retrospiaggia;

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

- assetto della spiaggia emersa: rappresenta un elemento di vulnerabilità del sistema a causa della particolare configurazione della spiaggia, determinata dalla bassa pendenza e dall’appiattimento del suo profilo, oltre che dalla presenza di un settore di retrospiaggia dominato da ampie depressioni, la cui tendenza evolutiva appare orientata verso un sistema di circolazione idrica di tipo stagnale e peristagnale. Inoltre gli accumuli eolici embrionali residuali sono in fase di ulteriore smantellamento;

- assetto spiaggia sommersa: sostanziale assenza di apporti sedimentari dal settore idrografico emerso. Inoltre si riscontra una scarsa o nulla disponibilità sedimentaria anche dal settore sommerso per assenza o scarso sviluppo di barre sabbiose. Gli apporti provenienti dal promontorio di Capo S. Elia appaiono del tutto insufficienti a colmare le perdite di materiale in uscita dal sistema sabbioso. L’aumento di profondità del settore sommerso che si è riscontrato in seguito all’intervento di ripascimento del 2002, implica un più elevato potere erosivo delle onde;

- stato della prateria di Posidonia: presenza di una estesa prateria di Posidonia oceanica in stato di sofferenza. Limite superiore della prateria fortemente frastagliato ed in arretramento. Questo implica una distribuzione su una superficie più ampia dello stock sedimentario a disposizione della spiaggia. Inoltre appaiono ridotte le produzioni bioclastiche derivanti dalle biocenosi che in essa si sviluppano;

- assetto dunare: sistema fortemente deficitario rispetto alla sua configurazione potenziale. Inoltre appare confinato all’interno di limiti artificiali (strada, cordolo, ecc) che ne precludono il suo sviluppo trasversale completo, con formazione della classica seriazione di fasce morfo-vegetazionali caratteristiche. Il suo sviluppo longitudinale appare fortemente frammentato dalla fitta rete di accesi al mare e dalla presenza di chioschi presenti fino poco tempo fa proprio nel settore di potenziale sviluppo delle dune.

- interferenze sulla evoluzione del sistema dunare: le dune rappresentano accumuli sabbiosi la cui estensione, articolazione e seriazione di ambiti geomorfologici e vegetazionali rappresenta un significativo indizio di equilibrio sedimentario delle dune e dell’unità di spiaggia in generale. Gli impatti derivanti da pressioni esterne, si manifestano a carico delle componenti geoambientali costitutive il sistema dunare, determinando variazioni nell’assetto morfo-vegetazionale e sedimentario delle dune e nei rapporti con la spiaggia emersa. In particolare, eccesso di calpestio ed azioni di disturbo sul regime eolico locale che regola la formazione e l’evoluzione dei sistemi dunari, anche attraverso modifiche della morfologia delle superfici sabbiose (strade, manufatti, barriere artificiali, ecc) non coerenti con le dinamiche proprie del dominio sabbioso eolico, inducono cambiamenti di stato nell’assetto morfologico degli apparati dunari, con attivazione di processi di degrado della vegetazione (esumazione degli apparati radicali delle piante con conseguente deperimento delle formazioni vegetali), erosione diffusa e smantellamento in genere dei corpi sabbiosi.

Aspetti floristico-vegetazionali

Il precario stato di conservazione della spiaggia del Poetto e l’assenza delle formazioni vegetali tipiche del sistema psammofilo dipendono dai molteplici interventi realizzati in tale territorio. L’assenza delle formazioni arbustive (dominate da Crucianella maritima L.) o forestali (dominate da ginepro) sono dovute alla frammentazione del sistema spiaggia-duna attuato in seguito alla costruzione della strada che delimita l’arenile e le numerose infrastrutture adibite per lo più allo svolgimento di attività ricreative.

I principali punti di forza del sistema da riferire alla copertura vegetale riguardano:

- le superfici con dune embrionali sulle quali si sviluppa una copertura vegetale emicriptofitica e geofitica perenne e camefitica, che presenta diversi gradi di evoluzione.Tale situazione rappresenta una risorsa potenziale per favorire la conservazione e l’evoluzione della copertura vegetale verso cenosi strutturalmente più complesse;

Aspetti relativi al sistema paesaggistico: il riconoscimento del valore storico e culturale del litorale del Poetto.

Alcuni passi verso il raggiungimento di una nuova prospettiva di percezione e di valutazione del sistema Poetto devono essere compiuti ripercorrendo - se pure in modo sintetico - alcune fasi del processo di formazione, sviluppo e di trasformazione del sistema.

Al di là della percezione comune e alquanto stereotipata della sua vicenda storica e paesaggistica, il Poetto - ad una analisi più attenta - risulta avere sofferto un progressivo calo di qualità dei suoi valori costitutivi più intimi in una misura non immediatamente decifrabile.

Come spesso accade ai siti di alto pregio ambientale sottoposti all’urto generato dallo sviluppo di vicini sistemi urbani, i fili strutturali della sua tessitura storica e paesaggistica sono stati a più riprese alterati fino a confonderne e ad obliterarne le stesse componenti di base.

Si tratta di una perdita di carattere “geografico”, intesa come destrutturazione delle forme fisiche primarie e delle relazioni fra i luoghi; si tratta anche di una distorsione della vicenda storica, imprecisabile se non alla luce di un riproporzionamento tra il peso della sua storia “antica” e di quella “recente”.

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Occorre quindi tracciare un nuovo profilo storico e culturale del sistema litoraneo del Poetto non tanto al fine di porre in differente piano i significati ambientali e paesaggistici che lo connotano, quanto per ricostruire integralmente il quadro dei suoi lineamenti costitutivi ed essenziali.

La complessità del sistema – stratificatasi nel tempo storico e recente come sommatoria di oggetti e azioni su di un tavolo non pianificato – costituisce un detrattore ed un elemento di freno al processo di riconoscimento.

Naturalmente la dimensione ecosistemica dell’area lega strettamente il Poetto ai sistemi di terre e di acque che lo circondano: la considerazione di quello che essi rappresentano costituisce elemento essenziale nella ricostruzione dell’immagine territoriale del bene.

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3.

LO STATO ATTUALE: IL QUADRO DEI VINCOLI E DEI LIVELLI DI TUTELA 3.1. PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), approvato in via definitiva dalla Giunta Regionale, con Delibera n. 36/7 del 5 settembre 2006, per il primo ambito omogeneo, la fascia costiera, è entrato in vigore con la pubblicazione nel BURAS n. 30 dell’8 settembre 2006, ed è attualmente in fase di rivisitazione.

Il PPR costituisce il quadro di riferimento e di coordinamento per lo sviluppo sostenibile dell'intero territorio regionale, degli atti di programmazione e pianificazione regionale, provinciale e locale. Esso rappresenta il principale strumento della pianificazione territoriale regionale le cui previsioni risultano cogenti per gli strumenti urbanistici comunali e provinciali e immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli stessi. Per quanto attiene alla tutela del paesaggio, le disposizioni del PPR sono comunque prevalenti sulle disposizioni contenute negli altri atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, comprese quelle degli enti gestori delle aree protette, qualora siano più restrittive.

Assetto Ambientale

I beni paesaggistici dell’Assetto Ambientale, individuati dal PPR ai sensi degli artt. 142 e 143 del D.Lgs. 42/2004, come modificato dal D.Lgs. 157/2006, ricadenti all’interno dell’ambito di riferimento del progetto, sono:

- la fascia costiera;

- i campi dunari e il sistema di spiaggia del Poetto;

- l’oasi permanente di protezione faunistica: Stagni di Quartu;

- le aree di ulteriore interesse naturalistico, ovvero quelle interne ai Siti di Interesse Comunitario (SIC) “Stagno di Molentargius e territori limitrofi (ITB040022)”, “Torre del Poetto (ITB042242)” e “Monte Sant'Elia, Cala Mosca e Cala Fighera (ITB042243)”, e quelle interne alle Zone di Protezione Speciale “Saline di Molentargius (ITB044002)”;

- il sistema Regionale dei Parchi, delle Riserve e dei Monumenti Naturali L.R. 31/89: Parco Naturale Regionale di Molentargius Saline”;

- laghi naturali, invasi artificiali, stagni e lagune: Stagno di Molentargius;

- zone umide costiere: Stagno di Molentargius.

Per i beni paesaggistici di cui sopra, nel PPR sono previste misure di conservazione e tutela finalizzate al mantenimento delle caratteristiche degli elementi costitutivi e delle relative morfologie, in modo da preservarne l’integrità, ovvero lo stato di equilibrio ottimale tra habitat naturale e attività antropiche.

Assetto Storico-Culturale

Costituiscono l’Assetto Storico-Culturale le aree, gli edifici, i manufatti e i beni paesaggistici che hanno definito l'organizzazione del territorio nei processi storici di lunga durata, la rete infrastrutturale storica e le aree di paesaggi culturali caratterizzanti l'identità del territorio.

In particolare, l’ambito di riferimento per il progetto rientra in tale Assetto, per quanto concerne i beni paesaggistici ex art. 143 del D.Lgs. 42/2004 - Architetture militari: Torre del Poetto.

Assetto Territoriale Insediativo

L'Assetto Insediativo rappresenta l'insieme degli elementi risultanti dai processi di organizzazione del territorio funzionale all'insediamento degli uomini e delle attività.

L’ambito di riferimento per il progetto è caratterizzato da:

- Espansione fino agli anni ’50;

- Sistema delle infrastrutture: rete stradale.

Ambito di Paesaggio di riferimento

Il lungomare del Poetto ricade all’interno dell’Ambito di Paesaggio n. 1 ”Golfo di Cagliari”.

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- Ambito di Paesaggio n. 1 - "Golfo di Cagliari"

L’ambito è costituito dal complesso sistema paesistico territoriale unitario del Golfo di Cagliari, caratterizzato da tre grandi dominanti costitutive, tra loro strettamente interconnesse, che rappresentano la matrice funzionale e strutturale dell’ambito sulla quale ogni stratificazione paesaggistica si è sviluppata nello spazio e nel tempo: il sistema costiero dello Stagno di Cagliari-Laguna di Santa Gilla, la dorsale geologico-strutturale dei colli della città di Cagliari e il compendio umido dello stagno di Molentargius, delle saline e del cordone sabbioso del Poetto.

Altri elementi ambientali del sistema paesaggistico dell’ambito, rilevanti per il progetto, sono i siti di importanza comunitaria: stagno di Molentargius e territori limitrofi, Stagno di Cagliari, Saline di Macchiareddu, Laguna di Santa Gilla, Torre del Poetto, Monte Sant'Elia, Cala Mosca, Cala Fighera.

In relazione alle dominanti ambientali costituite dalla dorsale dei colli di Cagliari e delle zone umide costiere, si sviluppa il sistema insediativo dell'ambito, caratterizzato dall’alta densità del tessuto edificato e dall’elevata complessità funzionale e relazionale del campo urbano, costituito da elementi, quali le infrastrutture portuali, commerciali e industriali, la cui articolazione riflette la

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RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005

complessità dell'ambito. Tra questi elementi risultano particolarmente rilevanti per il progetto l'insediamento residenziale e i servizi lungo il cordone litorale del Poetto.

Tra le valenze dell’ambito da tutelare e valorizzare, il PPR individua, in particolare, le componenti paesaggistico-ambientali naturali e quasi naturali localizzate nelle immediate vicinanze degli insediamenti, mentre tra le principali criticità dell’ambito, rilevanti ai fini del progetto, si evidenziano:

- l’alterazione e l’obliterazione delle forme originarie del paesaggio e dei processi naturali, a seguito dell’estensione della città;

- la intersezione della maglia, costituita dalle infrastrutture e dagli impianti produttivi dell’ambito, con i sistema idrografici di alimentazione delle zone umide costiere e la loro sovrapposizione con modalità non coerenti ai processi ambientali dell’ambito;

- la tendenza alla saldatura dei centri urbani che contribuisce a chiudere i residui corridoi ecologici di comunicazione tra le zone umide e i propri bacini di alimentazione, definendo condizioni di "assedio urbano" per gli ecosistemi e gli habitat interclusi;

- la conseguente progressiva perdita dei margini tra la città e le sue matrici ambientali, con un progressivo degrado delle aree via via marginalizzate dall'occupazione urbana dello spazio, che si riflette sul paesaggio urbano.

Gli indirizzi progettuali dell’Ambito che mettono in rilievo interessi specifici per il lungomare del Poetto riguardano la riqualificazione urbana e ambientale del sistema costiero, attraverso la predisposizione e attuazione di una gestione integrata e unitaria, finalizzata alla rigenerazione delle risorse e al riequilibrio con i processi urbani dell’intero Ambito. In particolare, attivando:

- la riqualificazione e il recupero del valore paesaggistico del Poetto quale elemento strutturale e funzionale del sistema ambientale unitario, comprendente il compendio umido di Molentargius, il complesso sabbioso-litoraneo ed il promontorio di Torre Sant’Elia;

- l’organizzazione, la regolamentazione e la gestione dei servizi di spiaggia, retrospiaggia, servizi all’accessibilità, aree sosta, con l’eliminazione delle superfetazioni;

- la ricostruzione del sistema sabbioso del Poetto, attraverso il recupero e la riqualificazione degli spazi di retrospiaggia e di transizione con la zona umida, mediante interventi coerenti con l’assetto vegetazionale e fisico-ambientale del cordone litoraneo e del sistema peristagnale di Molentargius, nonché nel rispetto dei loro processi di funzionamento, di evoluzione e di relazione reciproca;

- il restauro del patrimonio architettonico e la promozione e gestione di un concorso internazionale finalizzato al recupero del vecchio ospedale marino.

3.2. PIANI STRALCIO DI BACINO

Il Piano di bacino ha i contenuti e l’efficacia di cui all’articolo 65 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Il Piano di bacino è redatto, adottato e approvato per sottobacini o per stralci relativi a settori funzionali, interessanti anche più bacini idrografici e costituenti, in ogni caso, fasi sequenziali e interrelate rispetto ai suoi contenuti.

Di seguito si richiamano i contenuti dei piani stralcio vigenti o in corso di approvazione di cui è necessaria la verifica di coerenza con il progetto.

Il Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI), redatto dalla Regione Sardegna ai sensi del comma 6 ter dell’art. 17 della Legge 18 maggio 1989 n. 183 e ss.mm.ii., è stato approvato con Delibera n. 54/33 del 30 dicembre 2004 e reso esecutivo con Decreto dell’Assessore dei Lavori Pubblici n. 3 del 21 febbraio 2005. Successivamente, in esito alla emanazione della L.R. n. 4 del 11.05.2006, ai sensi dell’articolo 21 comma 4, il PAI è stato approvato definitivamente e integralmente con tutti i suoi elaborati descrittivi e cartografici con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n. 67 del 10.07.2006, mentre le Norme di Attuazione del PAI sono state poi aggiornate e approvate con Decreto del Presidente della Regione Sardegna n. 35 del 21 marzo 2008.

Il PAI ha valore di piano territoriale di settore e, poiché persegue finalità di salvaguardia di persone, beni ed attività dai pericoli e dai rischi idrogeologici, prevale su piani e programmi di settore di livello regionale e infraregionale e sugli strumenti di pianificazione del territorio previsti dall’ordinamento urbanistico regionale, secondo i principi indicati nella Legge n. 183/1989. All’art. 17 comma 4 la Legge mette in evidenza come il PAI si configuri quale strumento di pianificazione territoriale che “prevale sulla pianificazione urbanistica provinciale, comunale, delle Comunità montane, anche di livello attuativo, nonché su qualsiasi pianificazione e programmazione territoriale insistente sulle aree di pericolosità idrogeologica”. Solo le norme d’uso stabilite per i parchi e le riserve naturali nazionali, nonché le prescrizioni contenute nel Piano Paesaggistico Regionale (PPR) prevalgono sulle prescrizioni del PAI in materia di interventi strutturali e non strutturali nelle aree di pericolosità idrogeologica media e moderata.

Il Piano Stralcio delle Fasce Fluviali (PSFF), redatto ai sensi dell’art. 17, comma 6 della Legge 19 maggio 1989 n. 183, quale Piano Stralcio del Piano di Bacino Regionale relativo ai settori funzionali individuati dall’art. 17, comma 3 della L. 18 maggio 1989, n. 183, ha valore di Piano territoriale di settore ed è lo strumento conoscitivo, normativo, tecnico-operativo, mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso riguardanti le fasce fluviali; esso costituisce, inoltre, un approfondimento ed un’integrazione al Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.).

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