4. Il progetto
4.4. LA COMPONENTE STRUTTURALE DEL PROGETTO: LA FASCIA DELL’ECOFILTRO
4.4.1. Realizzazione “barriera Ecosistema filtro”
Obiettivi
La realizzazione dell'Ecosistema filtro ("margine stradale") tiene conto delle caratteristiche attuali e delle tendenze evolutive dei singoli tratti di intervento, con particolare riferimento ai settori in cui l’ulteriore erosione del cordone dunale può determinare l’ingressione marina nelle aree di retroduna sede degli interventi in Progetto. L'opera è progettata secondo precise esigenze funzionali e con lo scopo di raggiungere i seguenti obiettivi:
− garantire il controllo delle dinamiche di ingressione marina anche di carattere eccezionale, prevenendo i fenomeni di allagamento della sede stradale e pedonale;
− garantire la protezione delle infrastrutture;
− minimizzare le implicazioni derivanti dai fenomeni di deflazione eolica e di aspersione sabbiosa verso la sede stradale e pedonale retrostante, con il conseguente allontanamento dei sedimenti dal litorale già in condizioni di equilibrio precario;
− contribuire, a medio e lungo termine, allo sviluppo di dune embrionali di retrospiaggia e il consolidamento e l’evoluzione di quelle esistenti, con prevedibili ricadute positive sull’equilibrio del profilo della spiaggia emersa e sommersa del lido sabbioso e mitigazione dei processi erosivi;
− ricostruire il margine di relazione tra la strada e la spiaggia, anche dal punto di vista paesaggistico, al fine di “filtrare” i processi tra fattori urbani e dinamiche ambientali portanti del contesto litoraneo sabbioso e viceversa;
Sviluppo planimetrico della barriera ecosistema filtro adattata al contesto dunare presistente (tav. NA-11.3)
Rilevato sabbioso - La messa in opera delle sabbie nei diversi strati dovrà avvenire rispettando le geometrie previste negli elaborati di progetto e su indicazioni della D.L. In particolare lo sviluppo planimetrico, morfo-altimetrico dovrà essere addattato al contesto morfo-vegetazionale esistente pre-esistente (irregolarità morfologiche, pendenze, spessori, presenza di specie autoctone e/o dune stabilizzate e semistabilizzate etc.). L'altezza massima del nuovo rilevato sabbioso, di forma trasversale talvolta asimmetrica, sarà compresa tra m. 0,80-1,00, la fascia sommitale dell'ecofiltro dovrà risultare area di transizione tra il lato "mare" e quello "stradale" in modo da consentire lo sviluppo di una vegetazione psammofila propria delle creste dunari, tale per cui l'altezza della vegetazione garantisca la visibilità della spiaggia e del mare dal camminamento pedonale. I volumi di sabbia e la morfologia dell'ecofiltro dovranno comunque sormontare integralmente, fino al loro inglobamento, i cordoli in cls quando presenti. Questi ultimi infatti costituiranno il nucleo “armato” del nuovo corpo sabbioso, con la funzione di consolidamento e rafforzamento della struttura dunale. Lo sviluppo planimetrico della barriera filtro sarà irregolare e adattato al conformazione esistente, sulla base del rilievo biotico e abiotico eseguito e rappresentato nelle tavole tematiche (geomorfologia, vegetazione, ecc.) e in quelle di progetto (sviluppo planimetrico di dettaglio e planimetrie, particolari progettuali e sezioni dell’ecosistema filtro nei diversi ambiti). Le sabbie rappresenteranno comunque gli strati più superficiali nel fianco di retroduna, ricoprendo il terreno agrario, mentre nel fronte mare andrà a costituire il corpo di avanduna, protetto al piede dalla barriera basale in canne e paletti di castagno.
RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005
Figura 2 – sezione della barriera ecosistema filtro in un tratto dell’ambito B (tav. NB-09)
Retroduna - Per la realizzazione della retroduna dell'Ecosistema filtro, caratterizzata da un andamento con una acclività massima di 25°, si interverrà con apporti di terreno vegetale di eccellente qualità agronomica, rispettando uno spessore medio di almeno 25,00 cm al fine di consentire l'affrancamento delle specie arbustive e arborescenti che saranno messe a dimora. Tenuto conto che le sabbie occuperanno prevalentemente il lato mare (avanduna) e la sommità (cresta della duna) dell'Ecosistema filtro, nella fascia in oggetto sarà consentito solamente uno strato di rivestimento della terra vegetale con sabbie idonee per uno spessore non eccedente i 10-20 cm e con lo scopo di omogeneizzare il rilevato in termini percettivi ed estetici.
La posa degli strati dovrà essere effettuata secondo una tempistica tale da consentire una adeguata stabilizzazione di quelli sottostanti, seguiranno poi tutte le altre lavorazioni di finitura successive previste in progetto.
Il terreno agrario dovrà comunque essere steso sul lato “strada” addossandosi ai cordoli in cls quando presenti, oppure costituire il nucleo del rilevato sabbioso quando questi sono assenti.
Figura 3 – sezione della barriera ecosistema filtro in un tratto dell’ambito B (tav. Na-12)
Sommità e avanduna - Per la realizzazione dell'avanduna e della sommità (cresta della duna) dell'Ecosistema filtro si prevede il riutilizzo, previa verifica dei requisiti e delle caratteristiche dei materiali, delle sabbie provenienti dagli scavi per la realizzazione delle vasche di accumulo, dagli scavi per la realizzazione del letto capillare, dalle operazioni di recupero delle sabbie provenienti dalla spiaggia e accumulate sul margine stradale.
L'altezza massima dell'Ecosistema filtro, di forma trasversale asimmetrica, non dovrà essere superiore a 0,8-1,0 m, allo scopo di assicurare il contenimento delle aspersione sabbiose (con lo sviluppo della vegetazione) e lo sbarramento dai fenomeni di intrusione marina e allagamenti. L'avanduna dovrà avere un angolo compreso orientativamente tra 15° e 20°. Tali parametri dimensionali consentono di inglobare l'attuale sistema di cordolature cementizie, mantenute in sede in quanto formanti una barriera strutturale e di contenimento per lo stesso Ecosistema filtro. Il completo interrimento/insabbiamento di tali cordolature cementizie, ha lo scopo di migliorare la percezione paesaggistica ed estetica dei luoghi.
La parte sommitale del rilevato, dovrà costituire l'area di transizione tra il "lato mare" (avanduna) e il "lato strada"
(retroduna) in modo da consentire lo sviluppo della vegetazione psammofila.
Sempre al piede dell'avanduna, esclusivamente nei settori a maggior rischio di ingressione marina di carattere eccezionale individuati dalle planimetrie di Progetto, dovrà essere protetta da una struttura verticale in forma di stuoia di canna (diametro 2-3 cm) tessuta mediante corda in fibra naturale e interrata per almeno 20-30 cm e fuori sabbia per 30-40 cm, a sua volta fissata a pali in legno di castagno mediante una verga, tirafondo e doppio corso di corda di canapa.
La messa in opera del materiali nei diversi settori (letto anticapillare, retroduna, cresta e avanduna, biostuoia) dovrà avvenire rispettando le geometrie previste negli elaborati di progetto (sezioni e planimetrie), nonché le irregolarità morfologiche, pendenze, spessori delle dune esistenti, e tenuto conto delle eventuali altre indicazioni e prescrizioni sancite dalla Direzione Lavori.
La tenuta delle sabbie dell'Ecosistema filtro sarà garantita mediante rivestimento in biorete di fibra di cocco a partire dal piede dell'avanduna "lato mare", sino alla retroduna "lato strada", per una lunghezza trasversale pari a circa 6,0 m, per una lunghezza corrispondente ai tratti di Ecosistema filtro messi in opera. La biostuoia sarà posata e srotolata lungo le linee di massima pendenza e fissata alla scarpata con picchetti di legno di lunghezza minima 50 cm e legatura incrociata con corde di canapa, in quantità e qualità tali da garantire la stabilità e l’aderenza della biostuoia alla superficie sabbiosa dell'Ecosistema filtro. Il rivestimento in biorete non riguarda i tratti di margine stradale in cui sono già esistenti formazioni dunari.
L'ecosistema filtro avrà una continuità strutturale tale da garantire adeguate qualità di resistenza all'azione del moto ondoso di mareggiata e chiudere tutti i settori attualmente o potenzialmente accessibili alle acque marine verso il viale Poetto. Contestualmente, per l'elevazione prevista in progetto, consentirà un'efficace capacità schermante nei confronti del vento e dei processi di aspersione eolica delle sabbie.
Selezione delle specie vegetali per l’ecosistema-filtro e schemi di impianto
Le aree destinate alle semine di specie psammofile erbacee, basso arbustive e pioniere corrispondono ai settori di cresta e di avanduna della barriera filtro ("Ecosistema filtro").
RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005
L’obiettivo dell'intervento è quello di stabilizzare l'opera ("Ecosistema filtro") mediante criteri naturalistici e fitosociologici, oltre che di ricongiungere i popolamenti residuali di specie psammofile autoctone attualmente presenti e fortemente frammentati, permettendo nel tempo una ricostruzione dei profili vegetazionali tipici delle dune del Poetto, anche se localmente verranno mantenuti elementi non proprio caratteristici del contesto fitogeografico locale, ma che ormai hanno raggiunto un buon livello di adattamento e di funzione stabilizzatrice sulle sabbie.
Per la piantumazione sull’ecosistema-filtro sono state selezionati esclusivamente taxa autoctoni riferibili alle formazioni del geosigmeto psammofilo sardo (Cakiletea, Ammophiletea, Crucianellion maritimae, Malcolmietalia, Juniperion turbinatae).
Questa scelta è motivata dall’esigenza di tutelare e incrementare la naturalità del litorale, favorendo la formazione e la stabilizzazione di un limitato sistema dunale e il suo popolamento a opera di specie spontanee caratteristiche dei sistemi dunali meglio conservati della Sardegna.
A questo proposito, per garantire la piena compatibilità genetica degli esemplari che si utilizzeranno per l’impianto con i popolamenti già esistenti sul Poetto e/o in altre aree costiere della Sardegna, è importante che si utilizzi solo materiale di cui può essere certificata l’origine e prodotto esclusivamente a partire da germoplasma raccolto da popolamenti naturali della Sardegna moltiplicato presso vivai isolani. Al fine di evitare prelievi eccessivi di germoplasma che potrebbero incidere negativamente sui popolamenti naturali, ,si raccomanda che la raccolta venga effettuata seguendo le indicazioni riportate in Bacchetta et al. (2006).
Le aree destinate agli impianti di specie arbustive corrispondono ai settori di retroduna della barriera filtro ("Ecosistema filtro"). Obiettivo dell'intervento è quello di stabilizzare l'opera ("Ecosistema filtro") mediante criteri naturalistici e agronomici, oltre che di ricostruire il margine stradale tenendo in considerazione la morfologia delle dune esistenti e degli abbancamenti di sabbie eoliche già intercettate e stabilizzate da nuclei di vegetazione arbustiva (Pittosporum tobira, o Atriplex halimus, o Chamaerops humilis).
Allo scopo di conferire una variabilità strutturale della fascia vegetata, di sia in altezza che in densità di copertura, le specie selezionate per l'impianto nel settore di intervento dell'Ecosistema filtro lato strada ("retroduna") sono state suddivise in tre raggruppamenti principali. I raggruppamenti, all'interno dei quali si ha una particolare mescolanza di specie, dovranno essere messi a dimora secondo uno schema naturale ed apparentemente di irregolare, come da elaborati progettuali.
Queste specie sono state scelte perché idonee rispetto al settore di intervento sotto il profilo pedoclimatico (alta probabilità di attecchimento e resistenza) e funzionali rispetto agli scopi della barriera Ecosistema filtro. In particolare, si tratta di specie sufficientemente sviluppate in altezza, pertanto efficaci verso l'intercettazione delle sabbie eoliche che, in questo modo, possono depositarsi nel settore di retroduna senza disperdersi sulla viabilità retrostante. Inoltre, attraverso l'alternanza dei nuclei tipologici organizzata dal progetto, risultano funzionali sotto il profilo estetico e paesaggistico in quanto permettono di evitare un mascheramento completo della spiaggia del Poetto alla vista dei passanti che percorrono il lungomare.
Di seguito si riporta l’elenco delle specie che sono state selezionate per l’ecosistema-filtro suddivise per fasce longitudinali a partire dalla porzione dell’impianto più prossima al mare.
Lato mare (avanduna)
Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis subsp. farctus (gramigna delle spiagge)
Pancratium maritimum L. (giglio marino comune) Sporobolus virginicus Kunth (gramigna delle spiagge) Eryngium maritimum L. (calcatreppola marittima)
Lotus cytisoides L. subsp. conradiae Gamisans (ginestrino delle scogliere) Crucianella maritima L. (crucianella marittima)
Medicago marina L. (erba medica marina)
Area cacuminale (di cresta) dell’ecosistema filtro Ammophila arenaria subsp australis (sparto pungente)
Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis subsp. farctus (gramigna delle spiagge) Atriplex halimus L. (atriplice glauca)
Lato strada
Juniperus macrocarpa Sibth et Sm. (ginepro coccolone)
Juniperus phoenicea L. subsp. turbinata (Guss.) Nyman (ginepro turbinato) Phillyrea latifolia L. subsp. rodriguezii (P.Monts.) Romo (ilatro di Rodriguez) Rhamnus alaternus L. subsp. alaternus (alaterno)
Pistacia lentiscus L. (lentisco)
Helichrysum microphyllum Cambess. subsp. tyrrhenicum Bacch., Brullo et Giusso (perpetuini del Tirreno) Cistus salviifolius L. (cisto femmina)
Cistus creticus L. subsp. eriocephalus (Viv.) Greuter et Burdet (cisto di Creta) Ephedra distachya L. subsp. distachya (efedra distachia)
Halimium halimifolium (L.) Willk. subsp. halimifolium (cisto giallo)
Queste specie sono state scelte perché potenziali per il settore d'intervento e pertanto efficaci in termini di perpetuazione e rigenerazione, quindi idonee verso la stabilizzazione dell'opera. Non meno importante è la corrispondenza tra le specie seminate e quelle autoctone presenti, tale da garantire sia la ricongiunzione degli habitat dunari residuali, sia gli sviluppi futuri di ulteriori interventi di ricostituzione delle dune.
Si ritiene che tale intervento possa dare notevoli risultati in termini di stabilizzazione dei settori di Ecosistema filtro interessati e di protezione delle opere di viabilità interna maggiormente esposta alle mareggiate e alle dinamiche di trasporto eolico delle sabbie attraverso i venti provenienti da sud-sud-est. Infine, la presenza di specie arbustive a chioma relativamente densa (in seguito ad un normale accrescimento) come il lentisco, i ginepri e la fillirea, consente una attiva intercettazione delle sabbie eoliche, favorendone la ricaduta nei medesimi settori retrodunali e di progressivo accumulo verso i settori di cresta della barriera. Di conseguenza è atteso, nel tempo, un miglioramento dei processi
RELAZIONE PAESAGGISTICA- AI SENSI DEL D.P.C.M. 12/12/2005
pedo-vegetazionali a vantaggio della stabilizzazione dei depositi eolici con un apprezzabile risultato sia sotto il profilo estetico che naturalistico.
Caratteristiche dell’impianto
Di seguito si riportano le caratteristiche dell’impianto sul lato verso il mare e dell’area cacuminale dell’ecosistema-filtro, indicando la densità di esemplari/m2 e la composizione floristica dei diversi impianti in percentuale. Per i sesti di impianto si rimanda alle tavole relative all’ecosistema-filtro.
Figura 4 -. Stralcio cartografico rappresentativo di uno degli schemi di impianto (tav. NA-12)
Interventi sulle alberature esistenti (potature, trapianti, eradicazioni) –LAto stradale interno e in corrispondenza degli stabilimenti balneari
I due filari di palme (Phoenix canariensis) alternate a tamerici (Tamarix africana) con presenza sporadica di eucalipti (Eucaliptus camaldulensis) e lagunaria (Lagunaria patersonia), edificano la vegetazione ornamentale arborea del lungomare del Poetto, con una struttura verticale e lineare dominante. Le palme versano in uno stato fitosanitario carente per cause abiotiche (pedoclimatiche) e biotiche (infestazioni prevalentemente fungine).
Obiettivo principale dell'intervento è quello di soddisfare la necessità di attività gestionali urgenti e preliminari alla realizzazione delle opere in progetto, al fine di mettere in sicurezza le alberate da possibili schianti di individui arborei fortemente indeboliti o di rotture di parti deperienti che possono costituire un pericolo per manufatti, veicoli e/o persone e, nel contempo, di prolungare la vita delle alberate esistenti.
Inoltre, tra le finalità si evidenzia anche la necessità di ridurre i rischi di deformazione della viabilità e delle nuove pavimentazioni stradali, predisponendo le alberate stradali alla successiva riqualificazione del lungomare con opere architettoniche e opere a verde. L'eliminazione delle potenziali interferenze che possono manifestare gli apparati radicali di talune specie (es. Eucaliptus camaldulensis, Lagunaria patersonia), rende necessaria la loro eradicazione.
Per quanto riguarda i trapianti delle palme, l'azione ha un carattere propedeutico alla realizzazione dei deck, ed è finalizzata alla conservazione degli esemplari di palme, meritevoli per portamento e caratteri fitosanitari, ed al loro riutilizzo in qualità di risarcimento nei filari esistenti, nei punti in cui vi sono fallanze, con regolarizzazione e ripristino estetico della struttura originaria dei filari. La riuscita dell'intervento è favorita dal carattere fascicolato degli apparati radicali delle palme, che rende più facile la sua ricostruzione anche in caso di traumi, mentre è sconsigliabile ed oneroso per le altre specie arboree presenti nel lungomare.