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Sia V uno spazio vettoriale su K, dove K = R o K = C. Una norma su V `e una funzione k k : V → R

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Academic year: 2021

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(1)

Spazi normati localmente compatti Maurizio Cornalba

14/5/2015

Sia V uno spazio vettoriale su K, dove K = R o K = C. Una norma su V `e una funzione k k : V → R

+

tale che:

i. kvk = 0 se e solo se v = 0

ii. kλvk = |λ|kvk per ogni λ ∈ K e ogni v ∈ V

iii. kv + wk ≤ kvk + kwk per ogni v, w ∈ V (disuguaglianza triangolare)

Uno spazio normato ` e uno spazio vettoriale munito di una norma. Ogni spazio normato diventa uno spazio metrico con la distanza

d(v, w) = kv − wk

In uno spazio normato le operazioni di spazio vettoriale sono continue. Infatti kv + w − (v

0

+ w

0

)k ≤ kv − v

0

k + kw − w

0

k

quindi l’operazione somma V × V → V ` e Lipschitziana. D’altra parte

kλv − µwk ≤ kλv − λwk + kλw − µwk = |λ|kv − wk + |λ − µ|kwk

e il termine di destra di questa disuguaglianza tende chiaramente a zero per (λ, v) → (µ, w). Quindi l’operazione prodotto K × V → V ` e continua.

Lemma 1. Siano V e W spazi normati e sia α : V → W una applicazione lineare. Allora α ` e continua se e solo se esiste una costante C ≥ 0 tale che

kα(v)k ≤ Ckvk per ogni v ∈ V .

Dimostrazione. Se esiste una costante C con la propriet` a indicata la funzione α ` e chiaramente Lipschitziana, e quindi continua. Viceversa, se supponiamo α continua esiste un numero positivo r tale che

α(B(0, r)) ⊂ B(0, 1)

Per ogni ε > 0 e ogni v ∈ V non nullo il vettore w = (r − ε)v/kvk appartiene a B(0, r) e quindi 1 > kα(w)k = r − ε

kvk kα(v)k Ne segue che

kα(v)k ≤ 1 r kvk

Due norme k k

1

e k k

2

su uno stesso spazio vettoriale V sono dette equivalenti se esistono costanti C

1

e C

2

tali che

kvk

1

≤ C

1

kvk

2

; kvk

2

≤ C

2

kvk

1

per ogni v ∈ V . Ci` o equivale a dire che l’applicazione identit` a tra gli spazi normati (V, k k

1

) e

(V, k k

2

) ` e un omeomorfismo. Una applicazione V → W tra spazi normati ` e detta un omomorfismo

di spazi normati se ` e lineare e continua. Un omomorfismo ` e detto un isomorfismo di spazi normati

se ` e biunivoco e ha inversa continua.

(2)

Lemma 2. Sia V uno spazio vettoriale normato di dimensione finita su K, e sia v

1

, . . . , v

n

una base di V . L’applicazione α : K

n

→ V data da α(a

1

, . . . , a

n

) = P a

i

v

i

` e un omeomorfismo.

Dimostrazione. L’applicazione α ` e continua perch´ e le operazioni in V sono continue. Inoltre ` e un isomorfismo di spazi vettoriali. Consideriamo su W = K

n

una delle varie norme equivalenti (ad esempio quella euclidea) che inducono la topologia prodotto su W stesso. Il bordo della palla unitaria in W ` e compatto, e quindi lo stesso ` e vero per la sua immagine T . Dato che 0 6∈ T , la distanza M di T dall’origine ` e strettamente positiva. Quindi se 0 6= w ∈ W ,

kα(w)k = kwkkα(w/kwk)k ≥ M kwk o anche, scrivendo w = α

−1

(v),

−1

(v)k ≤ 1 M kvk Dunque α

−1

` e continua.

Corollario 1. Siano V e W spazi normati, reali o complessi, e supponiamo che V abbia dimensione finita. Sia f : V → W una applicazione lineare. Allora f ` e continua.

Dimostrazione. Sia v

1

, . . . , v

n

una base di V e sia α : K

n

→ V come nella dimostrazione del lemma precedente. Poniamo w

i

= f (v

i

) e β(a

1

, . . . , a

n

) = P a

i

w

i

. L’applicazione β : K

n

→ W ` e lineare e continua e β = f ◦ α. Dunque f = β ◦ α

−1

` e continua in quanto composizione di applicazioni continue.

Corollario 2. Sia V uno spazio normato e sia W un suo sottospazio di dimensione finita. Allora W ` e chiuso in V .

Dimostrazione. Se ci fosse un vettore v appartenente alla chiusura di W ma non a W lo stesso sarebbe vero anche nello spazio vettoriale U generato da W e da v. Una base di U ` e u

1

, . . . , u

n

, dove u

1

, . . . , u

n−1

` e una base di W e u

n

= v. Ogni elemento u ∈ U si scrive in modo unico sotto la forma P a

i

u

i

e l’applicazione f : U → K data da f (u) = a

n

` e lineare, quindi continua. Dunque W = f

−1

(0) ` e chiuso, contro quanto si era supposto.

Ricordiamo che uno spazio topologico si dice localmente compatto se ogni suo punto ha un intorno compatto. Dire che uno spazio normato V ` e localmente compatto equivale a dire che esiste una palla chiusa di centro l’origine che ` e compatta, e quindi che tutte le palle chiuse in V sono compatte; in particolare V ` e completo.

Teorema 1. Sia V uno spazio vettoriale normato, reale o complesso. Allora V ` e localmente compatto se e solo se ha dimensione finita.

Dimostrazione. Se V ha dimensione finita ` e omeomorfo a K

n

e quindi localmente compatto. Se V

non ha dimensione finita mostreremo che non ` e localmente compatto costruendo una successione

di elementi di V di norma 1 senza sottosuccessioni di Cauchy e quindi senza sottosuccessioni

convergenti. Pi` u esattamente costruiremo induttivamente elementi v

1

, v

2

, . . . , v

n

, . . . tali che kv

i

k =

1 e kv

i

− v

j

k ≥ 1 se i 6= j. Scegliamo come v

1

qualsiasi vettore di norma 1. Supponiamo di aver

gi` a costruito v

1

, . . . , v

n−1

e indichiamo con W il sottospazio che essi generano. Esiste un elemento

v ∈ V non appartenente a W . Indichiamo con λ la distanza di v da W e notiamo che λ > 0

dato che W ` e chiuso. Inoltre se kwk > 2kvk allora kv − wk > kvk ≥ λ. Dato che B(0, 2kvk) ` e

(3)

compatto la funzione w 7→ kv − wk ha minimo in un punto w

0

∈ B(0, 2kvk). Per quanto osservato λ = kv − w

0

k ≤ kv − wk per ogni w ∈ W . Poniamo v

n

= (v − w

0

)/kv − w

0

k = (v − w

0

)/λ. Allora

kv

n

− v

i

k = 1

λ kv − w

0

− λv

i

k ≥ 1

λ λ = 1

per ogni i < n, dato che w

0

+ λv

i

∈ W .

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