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Capitolo 2: Obbiettivi e Struttura della Tesi

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Academic year: 2021

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Capitolo 2: Obbiettivi e Struttura della Tesi

Lo scopo generale che si pone questo lavoro di tesi è quello di caratterizzare in dettaglio dal punto di vista delle facies deposizionali la successione tardo-olocenica, presente nel sottosuolo del sito archeologico di Magdala (Israele) e delineare un quadro evolutivo stratigrafico-deposizionale ampliando l’area di studio alla zona di piana costiera antistante le strutture portuali. La prima fase di questo lavoro è stata dedicata all’acquisizione dei dati di letteratura, sia per quanto riguarda l’aspetto strutturale-limnologico del Lago Kinneret (Anzidei et al, 2010; Belitzky, 2002; Hurwitz et al., 2002; Reinhardt et al., 2006; Markel, 2010; Hazan et al., 2004; Bartov et al., 2003; Nun, 1991; Giraldo et al., 2006; Antenucci & Imberg, 2003; Pan et al., 2002), sia all’aspetto storico e archeologico del sito di Magdala (Agmon, 2010; Nun, 1989; Nun, 1999; De Luca, 2009b). La ricerca bibliografica ha, infine, riguardato la metodologia utilizzata in ambito geoarcheologico per lo studio di porti antichi nel Mediterraneo (Marriner et al., 2005; Marriner et al.,2006; Marriner & Morhange, 2006; Marriner & Morhange, 2007) e recentemente per questo sito (Sarti et al., 2013).

La prima criticità che è sorta durante l’acquisizione dei dati bibliografici hanno riguardato l’esistenza ed il posizionamento dell’ipotetico frangiflutti (“breakwater”) di età tardo ellenistica-romana. In particolare, la ricostruzione che viene proposta nei primi lavori risalenti agli anni ottanta (Nun M., 1989, 1991), non è compatibile con le recenti scoperte archeologiche.

Una ulteriore criticità ha riguardato il livello del lago e le sue variazioni nel corso del tardo Olocene e in particolare dal periodo tardo ellenistico in poi. Poiché non è stato possibile reperire dalla letteratura informazioni precise al riguardo, questo parametro è stato tentativamente ricostruito utilizzando le informazioni derivanti dai siti archeologici sparsi lungo la linea di costa (Nun M., 1989). Per questo motivo questa ricostruzione, seppur fondamentale, risulta avere un’incertezza elevata e può essere soggetta a numerose variazioni e implementazioni, in funzione di nuove scoperte archeologiche (come è successo con la scoperta di nuove strutture portuali nel sito di Magdala nel 2008).

Un’altra incognita è rappresentata dalla scarpata alta 2-3 m nelle vicinanze del sito; la formazione di questo elemento morfologico, la cui sommità corrisponde ad un livello di stazionamento alto del lago datato al XIX sec. d.C. deve essere più chiaramente contestualizzata al fine di chiarire l’evoluzione generale del sito.

Tenendo conto di queste incognite, durante il settembre del 2011 sono stati realizzati 8 sondaggi e 2 nuove trincee, scavate all’interno del sito archeologico e nell’area della pianura costiera antistante, con il patrocinio del Magdala Project, al fine di ottenere nuovi dati stratigrafici ed ampliare l’area di studio del porto antico di Magdala.

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L’organizzazione di questo lavoro di tesi prevede un inquadramento geologico e limnologico dell’area di studio (Capitolo 3), a cui segue un breve capitolo sulla storia dei porti antichi del Mare di Galilea e del sito archeologico di Magdala (Capitolo 4). Successivamente vengono esposte le basi per lo studio dei porti antichi (Capitolo 5) definite dai lavori di Marriner e Morhange.

Nel Capitolo 6 verranno elencati i materiali e metodi adoperati in questo lavoro di tesi (acquisizione dei dati preesistenti, realizzazione di una banca dati georeferenziata, analisi granulometriche e micropaleontologiche, creazione di log stratigrafici), mentre nel Capitolo 7 si presenteranno le definiranno le facies deposizionali e i principali log stratigrafici. Nel successivo Capitolo 8 verranno presentati dati relativi alle prospezioni geoelettriche, per poi passare nel capitolo 9 alla presentazione delle principali sezioni stratigrafiche orientate realizzate durante questo lavoro. Nel capitolo 10 verranno discussi i dati stratigrafici e geofisici, riassumendo nel Capitolo 11 le conclusioni di questo lavoro di tesi.

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